Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XXVIII

SAN PAOLO
APRILE - 1953
ROMA - Casa Generalizia

AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)

PASQUA 1953

Alleluja lieta e santa!
Credo la resurrezione di Gesù Cristo
Credo la resurrezione finale di tutti
Credo al dovere di risorgere ogni giorno a fiducia e vita nuova

IL GRAN GIORNO DEI DISCEPOLI

È difficile descrivere le grazie e consolazioni avute nel corso degli Esercizi SS. dei Discepoli in preparazione alla festa di S. Giuseppe. Come ringraziare degnamente il Signore? È possibile solo con una generosa corrispondenza e lieta fedeltà ai propositi e professioni emesse.
Quanto siete stati buoni! Giorni che furono disposti dalla bontà e gentilezza di Dio verso i suoi figliuoli: e voi siete tra i migliori figli di questo buon Padre.
Abbiamo anche inteso di ricordare il tanto bene già compiuto da Discepoli più anziani, la loro generosità, la loro fedeltà. Tutto mi è noto. Mi avete ripetuto: «Tra i Discepoli vi sono delle anime veramente belle!». Lo so; ed aggiungo «in molte cose benemerite davanti a Dio ed alla Congregazione»; e vi ripeto le parole del Rituale per la professione: «E se sarete fedeli, vi prometto, a nome del Signore, che riceverete il centuplo e possederete la vita eterna».
È vero: in alcuni, nell'istituto, il vero concetto del Discepolo è stato quasi del tutto perduto; alcuni mai lo hanno avuto: e, di qui, tante incomprensioni e pene. Occorre quindi molta intelligenza, molto cuore, e retto comportamento.
È difficile mettere insieme i due fatti: da una parte è un bombardamento sul Primo Maestro di domande per aver Discepoli; e dall'altra la frequente incomprensione o la trascuranza di essi quando si hanno.
Si sono fatte le vestizioni, le prime professioni, le altre annuali e le perpetue con grande solennità ed abbondante intervento di parenti ed amici.
Da Casa Madre e da altre case si hanno pure liete notizie.

***

Da tre fonti deduciamo la vocazione e l'idea giusta del Discepolo:
a) la pratica, la vita vissuta e la tradizione di tanti anni;
b) l'insegnamento orale e scritto (sul San Paolo specialmente);
c) le Costituzioni, che nel loro linguaggio sobrio (sebbene le espressioni siano talvolta imperfette e la traduzione meno esatta) parlano chiaramente.
Occorre che queste tre fonti siano considerate assieme per un'idea chiara e completa; le Costituzioni non dicono tutto.
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Per intendere le relazioni intime del Sacerdote paolino con il Discepolo paolino, la rispettiva posizione ed attività, sono da ricordarsi i seguenti articoli:
Art. 6. - La Pia Società San Paolo è costituita da due classi di membri, chierici e laici, i quali, distinti per divina istituzione, sono però associati nell'unità della stessa Società e devono tendere al medesimo fine secondo la propria vocazione, le attitudini e la propria condizione.
laici hanno il nome di discepoli.
Art. 7. - I discepoli devono professare profondo rispetto ed osservanza verso i Sacerdoti e, con sincera fede, ritenerli ministri di Gesù Cristo.
I Sacerdoti devono diligentemente nutrire stima ed amore verso i discepoli, come fratelli carissimi associati nel medesimo apostolato. Con grande carità li istruiscano e li dirigano nella perfezione religiosa e nell'esercizio sempre più perfetto delle opere di apostolato; procurino ad essi con sollecitudine i mezzi di santificazione e siano ad essi di esempio nella virtù e nelle buone opere.
Art. 8. - Tutti i membri, ciascuno secondo la propria condizione, professano la stessa vita religiosa, sono retti dalle medesime Costituzioni, godono delle stesse grazie e privilegi, e devono applicarsi alle opere della Società sotto il governo e la guida dei Superiori. I discepoli non hanno parte alcuna nel governo della Società e nelle elezioni. Riguardo alle opere di apostolato, ossia nel lavoro tecnico e nella propaganda, si può affidare ad essi anche un ufficio direttivo, però sempre e del tutto subordinato.

Riflettiamo


1) Sono due vocazioni distinte, ma intimamente ed inseparabilmente unite. Quale è il motivo per cui uno ebbe l'una e non l'altra? È disposizione di sapienza e di amore da parte di Dio. Chi vorrebbe chiedere ragione al Signore? La Congregazione è come il corpo: il cervello ha il suo ufficio, il cuore il suo ufficio: ed entrambi sono essenziali per la vita dell'uomo.
Il Signore, avendo voluta la nostra Congregazione, vi ha disposto e preparato le persone, le grazie, i mezzi, il fine. Perciò a noi spetta solo di conoscere ed aiutare la vocazione; non di crearla.
Vi può essere l'errore o la pretesa di entrare in una condizione di vita che non è quella voluta da Dio? Ognuno degli aspiranti deve avere un doppio giudizio favorevole per rendersi moralmente sicuro di prendere la sua via: quello del Confessore e quello del Superiore.
A questo proposito giova riportare quanto fu scritto nel «San Paolo» 1950 (Giugno-Luglio- Agosto):
«Che cosa distingue la vocazione del Discepolo dal Sacerdote?
Non è la salute, l'ingegno, il superiore... Ma l'inclinazione insieme alle attitudini: è la vocazione in una parola.
Vi è chi desidera soprattutto scrivere, predicare, confessare dirigere le anime, amministrare i Sacramenti ecc.: ecco dei segni di vocazione al sacerdozio.
Vi è chi ama le macchine, il lavoro tecnico, la propaganda ecc.: ecco dei segni di vocazione allo stato del Discepolo.
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Nella Pia Società S. Paolo occorrono Discepoli intelligenti ed anche intelligentissimi. Siano di buona salute, socievoli, docili per la particolare vita religiosa e per il loro specifico apostolato.
È chiaro che per arrivare al sacerdozio occorrono buone promozioni negli studi; e che vi sono tra i Discepoli mansioni in cui basta l'intelligenza per quel determinato ufficio. «Et ex corde diligamus nos sincero».

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Formare un Sacerdote è cosa relativamente facile; lavoro che da secoli nei seminari, e da 1900 anni in tutta la Chiesa si sta compiendo.
Formare il religioso-sacerdote è già meno facile: ma è cosa che da molti secoli si compie nella Chiesa, in tanti Ordini e Congregazioni religiose.
Formare il religioso-sacerdote scrittore è più difficile: perché il ministero della penna, delle sceneggiature sacre, della parola alla radio ecc. richiede particolari attitudini, disposizioni e virtù: diverse e superiori rispetto alla comune predicazione con la parola orale.
Formare invece il religioso-laico che possa congiungere al lavoro di santificazione quello dell'apostolato è doppia difficoltà; poiché troviamo più facilmente chi fa solo l'una o l'altra cosa.
Ma formare il religioso-discepolo che: a) oltre la vita contemplativa e di riparazione per i peccati commessi con i mezzi moderni di iniquità e perversione; b) attenda ad un apostolato nuovo nella Chiesa ed in cui sono, coll'immenso bene, preparate innumerevoli lusinghe del male e di deviazioni; c) e vi attenda in una così associata ed intima ed indivisibile collaborazione col Sacerdote scrittore ed insieme in dipendenza da lui: lietamente, serenamente, progressivamente... tutto ciò è superlativamente difficile. Difficile anche perché bisogna conoscere i tempi, le produzioni ecc.
Perciò ai sacerdoti che attendono alla formazione e progressiva vita paolina nei discepoli, la Congregazione nostra riserva una doppia stima e doppia riconoscenza. Più facile esporre una tesi di teologia a modo di predica a persone colte che fare a gente semplice una meditazione che illumini, riscaldi, trasformi, converta, attiri a Dio.
Occorrono qui doti intellettuali particolari, grazie di comprendere, disposizioni di farsi tutto a tutti, cuore largo e grande, speciale esemplarità di vita, umiltà sincera, spirito di sacrificio, entusiasmo santo e costante, rispetto soprannaturale verso i discepoli, una pietà anche più viva, letizia e serenità continua, capacità a suscitare energie ed utilizzare le doti di ciascuno per la ricerca, la formazione, la perseveranza e il progresso nell'apostolato.
Amore, amore, amore! che per il Discepolo supplisca in parte a quelle consolazioni che il Sacerdote ha dalla Messa. Amore umano, cristiano, religioso: per santificare, persuadere, precedere, sostenere.
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2) Fine primo dell'Istituto è di associarsi, congregarsi, unirsi per tendere alla perfezione. In tale compito e lavoro tutti sono uguali.
S. Giuseppe mostra in cielo pialla e martello, stando in seggio più elevato; mentre il più santo e distinto papa, che presenta la tiara, sta in seggio inferiore.
I mezzi sono abbondanti, a disposizione di tutti; sta alla volontà adoperarli o meno. Penso che, considerando lo stato di fatto, (non teoricamente), in generale è più facile che si faccia santo il Discepolo. In questo lavoro di santificazione il Sacerdote si unisce al Discepolo per aiutarlo con la parola di Dio, la direzione, la preghiera; mentre il Discepolo è istruito, segue, riceve la comunicazione della grazia per mezzo dei sacramenti. Il Sacerdote poi, se vuol santificare se stesso: medita, si esamina, prega, è osservante, docile, puro, casto... ed ha maggior conto da rendere a Dio.
«Congregavit nos in unum Christi amor».
Vi è la divina istituzione: il Sacerdote per volontà di Gesù Cristo ha tre poteri; insegnare, guidare, santificare. Questi poteri sono inerenti alla vocazione per una parte, e per l'altra procedono dal Vangelo.
La Pia Società S. Paolo ha particolarità sconosciute in un istituto clericale: affida per esempio ai discepoli un ufficio di cooperazione nella formazione degli aspiranti-discepoli.
3) Quanto al secondo fine, Sacerdoti e Discepoli sono così intimamente uniti che formano un corpo solo. L'Istituto è docente, con i mezzi moderni. In ogni tempo vi furono dei Dottori, Scrittori ecclesiastici per far conoscere Gesù Cristo; per la Società San Paolo, essenza o caratteristica è l'uso dei mezzi moderni, più larghi ed efficaci a moltiplicare e fare arrivare la parola: «ut sermo Dei currat et clarificetur». Nella nostra Congregazione i tre elementi: redazione, tecnica e propaganda sono i tre costitutivi di un unico apostolato, secondo lo spirito e la lettera delle Costituzioni. I Discepoli sono necessari nell'Istituto secondo l'art. 217. Perciò sempre si disse: due terzi di Discepoli rispetto al totale dei membri. Da notare che vi sono case che già si avvicinano; e qualche casa ha già raggiunto i due terzi di aspiranti allo stato di Discepoli rispetto agli studenti.
La natura del fine richiede ed impone i mezzi adatti al fine: perché l'edizione arrivi ai fedeli e infedeli, concorrono tre operazioni: redazione, tecnica e propaganda. La prima spetta al Sacerdote, le altre due spettano ai Discepoli. Sono dunque inseparabilmente, indivisibilmente uniti Sacerdoti e Discepoli nell'unico apostolato .
Dicendo due classi dunque non si indica la posizione rispettiva che si verifica tra i Sacerdoti e laici come nei Gesuiti, Francescani, ecc. Nella Pia Società S. Paolo sono invece due gradi che stanno tra loro nelle distinzioni segnate nel Vangelo per il ministero sacerdotale; ma che per la stessa vita religiosa e l'attività di apostolato formano un solo corpo e sono insieme operanti.
4) L'art. 6, parla, è vero, di due classi; ma, come appare dal testo stesso dell'articolo, solo nel senso del can. 107: «Ex divina institutione sunt in Ecclesia clerici a laicis distincti, licet non omnes clerici sint divinæ institutionis; utrique autem possunt esse religiosi». Sacerdoti e Discepoli, nella Pia Società San Paolo formano cioè un'unica classe di religiosi, divisi in due categorie o gradi, come stabilito dal Diritto Divino: Sacerdoti e non Sacerdoti.
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Alcune annotazioni pratiche


1) I Professi Perpetui diano il loro parere nelle ammissioni degli aspiranti alla vestizione, ammissione al noviziato, alla professione, specialmente alla perpetua: questo nelle adunanze prescritte dall'articolo 437.
Nella circolare di Ottobre 1946 erano usate queste parole: «Per le vestizioni, ammissioni al noviziato e professioni temporanee e perpetue il Consiglio dei Discepoli ha un voto informativo».
In tali adunanze i Professi perpetui dicano i loro pareri specialmente circa la disciplina religiosa, l'apostolato, lo studio degli aspiranti e professi temporanei, la parte economica.
2) L'articolo 292 si applica anche ai Discepoli. Alcuni articoli, per esempio 8, 405, 406, 420, potranno poi essere modificati alquanto in ciò che riguarda la voce attiva o diritto di voto nelle elezioni dei delegati al Capitolo. L'articolo 276, contiene semplicemente la prescrizione del can. 1209, § 2, circa la sepoltura nei cimiteri comuni, e riguarda i fedeli; non è una disposizione stabilita per i nostri Discepoli. Sacerdoti e Discepoli come furono uniti nella vita e nell'apostolato, così avranno comuni i suffragi e il sepolcro.
3) I Discepoli nomineranno col voto di ogni casa e per mezzo di lettera sigillata, indirizzata al Superiore Generale e da aprirsi insieme al Primo Consigliere, un Fratello maggiore, il quale li rappresenti tutti per le cose che li riguardano presso il Superiore Generale stesso. Anzi, nelle case ove i Discepoli sono numerosi è bene che venga scelto uno che tenga tale ufficio rispetto al superiore locale.
4) Una parte del bollettino «San Paolo» è riservata per i Discepoli; i quali potranno anche pubblicare, ogni trimestre, un proprio bollettino per notizie che li riguardano per un progresso tecnico e spirituale.
5) Il noviziato fatto per una classe varrà anche per l'altra, praticamente.
6) Al Discepolo conviene in più larga misura il culto esterno, cioè: canto, suono, cerimonie, liturgia, funzioni varie; esempio: fare al venerdì e frequentemente in quaresima la via crucis cantata. L'adorazione ed ogni funzione siano convenientemente intramezzati da canti e suono; la meditazione venga almeno per metà i giorni esposta o commentata a voce; nel ritiro mensile si sentano per la direzione.
7) Per ora il Primo Maestro ha scelto Fra Paolo Grossetti a rappresentare tutti i Discepoli presso la Casa Generalizia. Da ogni casa possono rivolgersi a lui, per lettera o a voce, per quelle necessità che li riguardano e per ottenere un sempre maggiore progresso per tutti.
8) Per un maggior progresso: i Discepoli più istruiti e capaci facciano scuola ai piccoli, attendano alla loro assistenza e formazione disciplinare-religiosa, esercitando uffici importanti nell'amministrazione per quanto riguarda tipografia, assistenza tecnica dei reparti, provviste, preventivi,organizzazione della propaganda, ecc.
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Conclusione


Perseverare in letizia! «Nec unus desit» nel giorno del giudizio, per l'entrata trionfale in Paradiso.
Immensi beni nella Congregazione:
1) Le loro opere buone, per la ragione dei voti, acquistano meriti assai più grandi che se fossero fatte in famiglia.
2) Il loro lavoro è evangelizzazione, apostolato, contributo sociale e soprannaturale alla società, appunto perché compiuto in unione col sacerdote.
3) Portano con sé un segno chiaro e certo di salvezza se sono fedeli.
4) Godono gran pace in vita, sono lontani da molti pericoli, risorgono più presto se caduti, hanno molti mezzi di salvezza, fanno una morte più serena ed hanno speciale gloria in Paradiso.

Meminisse iuvabit


Nel 1937 per la festa di S. Giuseppe ho scritto:
1) «Riempite le case di fanciulli buoni per educarli delicatamente alla nostra missione... Case piene di fanciulli aspiranti sono case di avvenire, benedette da Dio e dagli uomini... come per le famiglie numerose.
2) Amerei che in questo anno faceste una più larga, intensa, pia ed intelligente ricerca e cultura dei Discepoli. I Discepoli sono cari come la spina dorsale della Congregazione; da essi io spero dei Santi; servi fedeli del Padre Celeste, riparatori delle offese che si fanno a Gesù Maestro, ricchi di grazia e di Spirito Santo.
Leggete loro spesso S. Corrado da Parzham,
San Gabriele dell'Addolorata, S. Ignazio da Laconi, il B. Felice da Nicosia, il Padre Santo da Genova, Vigolungo Maggiorino, Savio Domenico, S. Francesco d'Assisi, S. Felice da Cantalice, S. Alfonso Rodriguez, S. Benedetto da Norcia, ecc.
I Discepoli in alcune cose precedono, in altre affiancano, in altre seguono. Essi sono Discepoli! quindi in continua formazione, e camminano secondo le ascensioni spirituali ed apostoliche dei Sacerdoti. Si sostengano in tale cammino: diversamente il loro regresso è immediato e fatale...
La cura dei Discepoli è più difficile in alcuni punti che quella degli aspiranti al Sacerdozio».
Ora aggiungerei: Abbiamo avuto ed abbiamo buoni Maestri dei Discepoli; pochi, però; chiediamone di più al Maestro Divino.

Sac. ALBERIONE

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Dopo gli Esercizi Spirituali di San Giuseppe 1953 a Roma

«Congregavit nos in unum Christi amor».
La festa di San Giuseppe, come sempre, era attesa con vivo desiderio. Già da un mese prima ci si preparava agli Esercizi che avrebbero dovuto puntualizzare la situazione spirituale di ciascuno di noi e raccogliere le nostre energie interiori per dirigerle con rinnovato fervore verso le nostre fatiche apostoliche.
L'arrivo all'ultimo momento degli amici delle varie parti d'Italia non ha lasciato molto tempo alle espansioni così naturali quando si prova la gioia di rivedersi. Ma nessuno poteva dolersene perché l'incontro vero non è nel contatto epidermico di ogni giorno e neppure nella nostra vita di comunità religiosa in sé, ma al centro, là ove è Cristo. E là ci siamo di nuovo ritrovati, spec-chiati con la nostra fisionomia, con le nostre esigenze e problemi, con le speranze e i voti del nostro cuore. Quanti eravamo? Non importa il numero; c'eravamo tutti, noi, Discepoli del Divin Maestro. Pensate, Discepoli di Gesù, nessuno mancava perché Egli ci raccoglieva nella sua volontà di salvezza e di santità. Poi, ognuno di noi, nella solitudine del suo raccoglimento ha spaziato lontano, abbracciando tutti per vedere oltre gli uomini la provvidenziale disposizione di Dio sulla nostra Congregazione.
Ci siamo isolati per togliere gli ostacoli materiali alla espansione piena del nostro spirito ed abbiamo vissuto un po' della gioia del Paradiso. Felici Esercizi!
Dopo le sentite meditazioni di Don Canavero, rese più vive dagli esempi presi direttamente dalla sua esperienza di apostolato in Cina, il Primo Maestro porgeva gli indirizzi pratici per la nostra vita quotidiana di religiosi paolini. Nella Sua Persona, attraverso le Sue direttive e la Sua guida si realizza sul piano pratico quell'unità che abbiamo trovato piena nel Signore.
«Nessuno manchi all'appello là in Paradiso, Egli ci ha detto, quanti siamo tanti dobbiamo trovarci a godere il premio eterno".
E' stata una consegna non solo per i presenti, ma per tutti. Trovarci in Paradiso. Egli, il Primo Maestro, ci conduce con cuore di Padre che ama è trepida e spera e supplica e prega e noi non mancheremo se lo seguiremo con fedeltà e amore. Sulla Sua venerata persona si appunta il nostro affetto fattivo, nelle Sue direttive si rende certa la perseveranza nella nostra vocazione.
Per i Discepoli Egli ha molto sofferto, ma da loro ha avuto anche grandi consolazioni. Si potrebbe forse dire che i Discepoli sono stati la croce e la delizia della sua vita; croce per i tanti e complessi problemi che essi impongono e delizia per l'opera grande, perché umile e nascosta, che essi hanno compiuto. Per Lui, a cui vorremmo dare soltanto gioia, lasciando ad altri, se fosse possibile, la parte di pena che compra e guadagna ogni consolazione, abbiamo impresso nei nostri cuori la preghiera che appariva a caratteri cubitali sotto la sua immagine nel refettorio il giorno di S. Giuseppe: «Signore, vivificalo, allietalo, conservalo in mezzo a noi perché ci diriga, ci illumini e ci santifichi».
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Da questi Esercizi, lo sentiamo profondamente, nascerà qualche cosa.
Sarà certamente una più intensa espressione di carità che si diffonderà attraverso quei mezzi a cui il Primo Maestro ci sollecita. Siano questi un bollettino proprio dei Discepoli, una pagina del «San Paolo» o altri, non importa, ma la spinta è stata data e il fermo proposito di chi sente la bellezza del vivere in comune con lo stesso grande ideale, e aspira al grande incontro - dopo le fatiche di questa terra - in Paradiso, è quello di continuare.
Del resto quando si ama non ci sono ostacoli. Il Primo Maestro ci ama, noi amiamo Lui e ci amiamo fra noi. Non importa se non si potrà realizzare subito un bollettino tutto per noi. Possiamo cominciare con lo. scriverci più spesso, con iniziare una corrispondenza che raccolga e diffonda esperienze, zelo, amor di Dio e delle anime. I Discepoli si metteranno in moto in uno spirito di santa emulazione. Sentiremo l'ansia di arrivare prima per amore di Dio; realizzeremo, nel superamento delle meschinità proprie della nostra condizione di uomini, personalità piene, e perciò religiosi consapevoli; grandi perché liberi da ogni piccineria, attaccamento alle proprie vedute, ai proprii interessi ecc.; religiosi santi come sospira il Primo Maestro e come ci vuole il Signore.
Non va dimenticato, nel rilevare il bilancio soddisfacente di questi Esercizi, il contributo di sentita, intensa spiritualità portato dal Maestro del Reparto di Roma, Don Ranieri. A lui che vive e segue con sofferente trepidazione la nostra vita, il ringraziamento riconoscente di tutti i partecipanti. E sul piano di coloro che sono in linea possiamo forse dimenticare il carissimo Fra Paolo Grossetti? Ora Che abbiamo incominciato, altri nomi ci verrebbero alla penna, ma non finiremmo più. Tutti Iddio vede e premierà.
San Giuseppe nel suo giorno ci ha porto un caldo abbraccio: ai neo vestiti, ai professi annuali, ai biennali e ai perpetui. Ci siamo raccomandati
perchè raccogliesse dalle mani dell'altro Giuseppe che lo riceveva, il nostro dono e lo presentasse con le sue preghiere al Divin Maestro. Non abbiamo fatto riserve, abbiamo voluto essere di Dio integralmente e San Giuseppe sorridendo ha promesso il suo appoggio alla nostra buona volontà. Giornata veramente di grande gaudio per la quale non cessiamo di ringraziare il Signore.
Un tono tutto particolare ha dato quest'anno alla festa l'esecuzione dell'oratorio del Perosi «La passione di Cristo», diretta magistralmente da Don Roatta e gustata profondamente da un numeroso pubblico di intervenuti. Tutto deve concorrere ad esaltare il Vangelo e la forma musicale è quella che penetra più a fondo nell'anima umana. Anche di questo godimento spirituale dobbiamo ringraziare il Prime Maestro, dopo Dio.
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La nostra riconoscenza per tutte le paterne premure del Primo Maestro a nostro riguardo non poteva trovare espressione migliore di quella che ha concluso la lieta accademia della sera: " Signor Primo Maestro - ha detto Fra Giacomino ponendo termine al suo repertorio di allegre trovate - permetta che a nome di tutti le dia un bacio ". Con questo atto che ha voluto significare insieme gratitudine, venerazione, affetto - felice compimento del desiderio di ognuno- si sono suggellati la promessa e l'impegno dì concretizzare nella fatica di ogni giorno le nostre aspirazioni di apostolato che Iddio feconderà e compirà.
Radunati insieme dall'amore di Cristo ci ameremo con cuore sincero e perché coi beati possiamo insieme vedere il suo volto adorabile. E' l'appuntamento a cui aspiriamo e a cui nessuno deve mancare.

Fra CLAUDIO


INTENZIONI DI PREGHIERE

1) Santuario «Regina Apostolorum»
2) Festa Regina Apostolorum
3) I noviziati.

ANNIVERSARI DEI FRATELLI DEFUNTI

5-5-1930 Ch. Nov. GAMBINO GIUSEPPE
10-5-1934 D. FORMENTO ARMANDO M. ILARIO
26-5-1935 Ch. VALENTI ARTEMIO M. ANTONIO
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PERSEVERANZA

Ogni uscita ci fa piangere ed esclamare: quanto sono ridotte per costui le possibilità di salvarsi!
Scrive il P. L. Colin (Culto dei voti): «Il religioso deve sentirsi obbligato a perseverare ad ogni costo fino alla morte nella sua vocazione: è dovere di religione verso Dio, di giustizia verso l'Istituto, di grandezza e di carità verso se stesso».
Parlando della leggerezza con cui si torna da alcuni nel mondo si domanda: «Sanno costoro di compromettere tutta la loro vita presente e futura?».
San Vincenzo De Paoli e S. Alfonso descrivono infatti le penose conseguenze... e conchiudono: «piangete sopra costoro la loro lacrimevole disgrazia! e pregate per loro». - Vivere sempre fuori della volontà di Dio, morire con la pena di aver solo fatto la propria volontà, doversi presentare a Dio di cui hanno disprezzato le grazie ed al quale devono ammettere di essere vissuti fuori della Sua volontà... di che cosa chiederanno la mercede! Assai meno infelice chi per disgrazia in qualche momento di fragilità commette una mancanza anche grave... ma si riprende e tutta la vita sta abitualmente nella volontà di Dio; che non colui che vi sta sempre fuori.
Anche l'Apostolato ne è colpito! perché si è fuori dei piani di Dio! «Chi mette mano all'aratro e poi ritorna indietro non è fatto per il regno di Dio» (Luca, IX, 62).
Perciò S. Vincenzo ad un Padre tentato di andarsene, scriveva: «È molto difficile per non dire impossibile, potersi salvare in un luogo ed in uno stato dove Dio non ci vuole...».
«La perdita della vocazione è un pericolo immenso di dannarsi». - Colin.
Morte o cattiva o spaventosa, angustiata di fronte all'eternità.

LETIZIA ETERNA

Vantaggi per il Discepolo: «Una vita prodigiosamente intessuta di meriti, un premio incomparabile. Quid prodest homini si mundum universum lucretur, animæ vero suæ detrimentum patiatur?. - Cinquant'anni di lavoro interiore ed apostolico, allietato dalla coscienza sicura e dall'intimità con Dio, danno sicurezza di un bel Paradiso. Fatta la professione incominciano le tentazioni.
Le cause che portano all'infedeltà colpevole sono varie:
a) L'orgoglio è la prima. Si trova duro dipendere, sottomettere i propri giudizi, esercitare l'attività apostolica secondo è disposto.
b) La sensualità, non del tutto domata e, comunque, di nuovo indomita... Si arriva a relazioni occultate, il cuore si impiglia in una rete difficile a rompere.
c) Difetti di carattere. «I caratteri melanconici ed attaccabrighe, ambiziosi e presuntuosi, falsi e squilibrati, superbi ed indocili, volubili e capricciosi, schiavi di impressioni e sentimenti, teneri e affettivi, egoisti, chiusi, calcolatori... nascondono nella propria natura il nemico della perseveranza».
d) Soprattutto la tiepidezza abituale. È ben raro che un fervoroso abbandoni la vocazione. Col nome di tiepidezza si vuol indicare: chi prega poco o male, chi si abitua a venialità volontarie, chi si avvicina al peccato mettendosi nelle occasioni, chi infrange facilmente il voto di povertà e di obbedienza, il pigro, il goloso, ecc.
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MEZZI DI PERSEVERANZA

a) L'apertura e schiettezza con i maestri e confessori. Il nascondere significa crescere il serpe in seno. Il male scoperto è guarito per metà e l'altra metà si guarirà usando i mezzi che sono indicati.
b ) La preghiera. La vocazione e la perseveranza in essa sono due grazie distinte. La perseveranza è la grazia che corona le altre; ma è da chiedersi ogni giorno per ottenerla ogni giorno. «Chi non teme e non prega ogni giorno, non persevererà». Buone Confessioni, Comunioni, Visite, Rosari... adunque.
c) La lotta! Il nemico è astuto, la passione suggerisce molte ragioni per abbandonare la buona via. Qualche volta la tentazione si ostina per anni e anni.
d) Il dono totale di sé all'Istituto. - Un amore vivo, intenso, entusiasta. L'amore è un vinculum, catena infrangibile. Amore alla Congregazione, alle Costituzioni, ai Superiori, ai fratelli, alle opere: amore. Le critiche di certi fratelli, indegni di tal nome, sono il cancro roditore. L'individualismo, l'indifferentismo, l'antipatia, i piccoli contrasti sono dei primi passi verso il precipizio nel quale non si sapeva né si voleva arrivare. San Bernardo, parlando di perseveranza, esclama: «O vita tranquilla, ove si può attendere la morte senza spavento, anzi la si desidera con gioia, la si accoglie con amore». «Facilis via cella ad coelum», S. Bernardo. «Illius coelestis civitatis iste est introitus», S. Lorenzo Giustiniani. - Ed aggiungeva: «Magnum quippe electionis indicium».
Il Ven. Padre Passerat: «Non è la carne ed il sangue che fomenta e conserva l'amore per la vita religiosa, ma lo Spirito Santo che abita nell'anima. Questo ci deve confortare nelle angosce. Finché un'anima religiosa ama il suo stato, può vivere e morire in pace. Chi muore baciando l'abito del proprio Istituto, muore da predestinato; è questa la rivelazione più sicura».
«Scegliere il Signore e farlo per elezione il proprio Dio, è un segreto della predestinazione divina che Dio solo ci può rivelare; se diciamo che lasciando il mondo per abbracciare lo stato religioso noi abbiamo trovato questo segreto, diciamo una verità... così consolante che ci dà la forza di praticare tutti i nostri doveri».
Dice il Sommo Pontefice Pio XI: «Nella vita religiosa si avanza nel cammino della perfezione con passo così franco e sicuro che già sembra di aver gettate le ancore nel porto della salvezza».
Specialmente a coloro che perseverano nella vocazione si applica la parola della Scrittura: «Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvo». Chi è fedele Paolino certamente sarà salvo.

Sac. Alberione

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NOTIZIE

CILE - «La Famiglia Cristiana» ha una nuova edizione, sotto il titolo «Alba». Il Superiore di Santiago ne dà la notizia con queste parole: «Anche noi, per S. Giuseppe, Le abbiamo preparato un regalo. Per la fine di questa settimana (scrive in data 18-3-53) uscirà, a Dio piacendo, il periodico da Lei tanto desiderato. Son 24 pagine, a due colori, più 4 pagine di copertina. Il suo titolo è ALBA. Per noi è un dolcissimo ricordo, per tutti un simbolo e una promessa».
IRLANDA - Anche il «Giornalino» ha una nuova edizione. Scrive D. Simoni da Athlone: «Le preghiere per il Giornalino vengono esaudite una per volta. Qui non si chiama Giornalino, ma THE LEPRECHAUN, che significa un personaggio del mondo delle Fate, molto caro ai bambini. È una specie di Gnomo. Il Parroco ha voluto scegliere il titolo, che credo sia ben trovato. - Ho ricevuto le pellicole per l'offset da parte di D. Durante. Il primo numero uscirà a metà Aprile, poi farò un giro di propaganda per organizzare la distribuzione. Si prevede che possiamo uscire con 20.000 copie. Avremo due pagine in lingua irlandese».
ROMA - Il Direttore del «Giornalino» ha ricevuto la seguente lettera da S.E. Mons. Montini, Prosegretario di Stato di S. Santità Pio XII.

«Dal Vaticano, 13-XII-52.
Sua Santità ha paternamente accolto il devoto omaggio del periodico Il Giornalino, e desidera farle giungere l'espressione del Suo augusto compiacimento per l'opportuna pubblicazione, a servizio del piccolo, insidiato mondo dei ragazzi.
Gradita altresì al Santo Padre la pagina relativa all'opera della Pontificia Commissione Assistenza per le colonie estive. Il riposo che l'augusta carità procura con una iniziativa tanto benefica meritava un tale riconoscimento, ed è bene che i beneficati... sappiano!
Con i migliori voti per il più largo successo del Settimanale, che mira a fare argine a mali e rovine, la Santità Sua invoca la divina perenne assistenza alla S.V. ed ai Suoi collaboratori; e invia di cuore, confortatrice e propiziatrice, l'Apostolica Benedizione.
Unisco qui i miei personali complimenti ed auguri per la preziosa opera di bene a cui Ella consacra le Sue buone energie, mentre con sensi di distinta stima mi professo

della Signoria Vostra Rev.ma
dev.mo nel Signore
G.B. MONTINI»


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Per l'Italia è stata inviata la seguente circolarina:
Per Martedì prossimo, 7 Aprile (ore 9), prego trovarti a Roma per un'adunanza dei Superiori per trattare questi argomenti:
1) Ricerca, formazione, vita religiosa dei Discepoli.
2) Coordinamento dell'apostolato.
3) Amministrazione nelle case.
4) Eventuali.


Aff.mo M. Alberione

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PER I DISCEPOLI

Carissimi,
Avete fatto un bell'atto di fede ed avete mostrato il vostro amore alla Congregazione, che tutti ci ha accolti e nutriti senza alcun nostro merito, determinando voi stessi il fine dei miglioramenti per voi:
1) ottenere una maggior unione tra Sacerdoti e Discepoli: infatti l'unione fondata sopra la carità soprannaturale costituisce il bonum sociale da cui provengono molti beni e pace serena.
2) Una sempre più illuminata, attiva e sentita partecipazione alla vita della Congregazione, da parte dei Discepoli.
3) Ed in tali mezzi meglio conseguire i fini per cui siamo qui entrati: lavorare per la santificazione e dedicarci più efficacemente all'apostolato nostro.
Così mi hanno detto i Discepoli più responsabili. Molto bene! E così siamo sopra la buona via: ogni altra considerazione sarebbe deviazione... Voi invece avete detto: non vogliamo commettere errori.

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A tutti è aperta la porta della vita religiosa, come più volte abbiamo stampato: al pittore, all'avvocato, all'ingegnere, al medico, al musico, al cinematografaro, al pubblicista, al professore, al ragioniere, ecc., senza rinunciare alla loro professione. Troverebbero a S. Paolo, restando Discepoli, un lavoro larghissimo (più che i compositori). Cercate tali vocazioni, sono desideratissime! Solo se chiedono e mostrano vocazione, dopo seria riflessione, sarebbero ammessi agli studi sacri.
Quando è che vi è scienza e quando no? In un paolino sempre ed in ognuno vi deve essere la scienza relativa allo stato religioso, costituzioni, catechismo, ascetica, liturgia, storia sacra, storia della Chiesa ecc.
Oltre questo: il Sacerdote sa: quando conosce le materie proprie e necessarie per fare il buon sacerdote e scrivere; non è disonore per lui ignorare la medicina, l'ingegneria ecc.
Il Discepolo sa: quando conosce bene il suo apostolato e sa ben compierlo; tutti lo rispettano. Non è disonore per lui ignorare la teologia, la sociologia, le leggi civili ecc.
Le cause delle defezioni sono due: o mancanza di vocazione od incorrispondenza alla vocazione per difetto di pietà, o di virtù o sopratutto di spirito di fede.
I Discepoli carissimi si impegnino a divenire capi-reparto: questo è il desiderio vivissimo di tutti ed occorre tutto il loro impegno. Ma diventare, davvero, capaci!
Non bastano gli studi fatti in gioventù, né per il Sacerdote, né per il Discepolo: occorre che sempre, anche come professo perpetuo o Sacerdote si continui ogni giorno un poco! anche in Domenica... Si lavora assai; ma presso alcuni vi sono ancora perdite di tempo.
La Congregazione ha dato a voi, a me e a tutti molto di più di quanto si è promesso. Io sempre ne ringrazio il Signore: solo un cieco non lo capirebbe. Ma meditando lo capiremo e ne benediremo il Signore in vita, più in morte, sopratutto nell'eternità: Exultate, justi, in Domino.
Sempre meglio! dunque; e sempre più.
Carissimi Discepoli del Divin Maestro, guardate a San Paolo. Nella verità, nella bontà, nella pace. Poi: Paradiso!


Aff.mo Sac. Alberione

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PER LO STUDIO DEI DISCEPOLI

1) In Italia si seguiranno i programmi pubblici delle tre classi per l'avviamento professionale, od avviamento al lavoro. Terminato il corso dovranno subire l'esame pubblico, o privato, secondo le speciali condizioni di ognuno. Vi sono aspiranti che hanno già superato questo esame, od uno equivalente, od anche superiore; vi sono anche quelli, ché pur molto buoni, non potranno affrontarlo.
2) In Italia per l'integrità dell'anno scolastico, d'or avanti, le ammissioni alla vestizione, noviziato, professioni sono fissate per l'otto settembre di ogni anno con gli aspiranti chierici. Questo anche per evidenti ragioni di apostolato. Nelle altre Nazioni si disporranno le cose dai rispettivi superiori secondo le circostanze locali.

Scuola di avviamento professionale

ISCRIZIONI

(Senza esami)

Alla I.a occorre:
a) certificato di licenza elementare; oppure
b) diploma di ammissione alla Scuola media.
Alla II.a e III.a:
Promozione dalla I o II classe di Avviamento di corrispondente indirizzo.

(Con esami)
Alla I.a:
Diploma di ammissione all'Avviamento, che si consegue con alcune prove: dettato, composizione italiana, commento d'una lettura, storia, geografia e matematica sul programma di V elementare.
Alla II.a e III.a:
I privatisti, che abbiano conseguito l'ammissione alla I, da uno o due anni.
Agli esami di licenza sono ammessi:
a) gl'interni di III;
b) i privatisti in possesso dell'ammissione alla I da almeno tre anni.

ORARIO

materie Prove d'esame
(Di cultura generale)
Religione scritto e orale
Italiano scritto e orale
Storia e geografia orale
Lingua straniera scritto e orale
Matematica scritto e orale
Scienze fisiche e naturali orale
Igiene orale
Disegno grafico
Calligrafia grafica
Canto corale orale

(Di cultura tecnica)
Computisteria e ragioneria scritto e orale
Stenografia grafico
Dattilografia pratica
Conversazione e corrispondenza nella lingua straniera scritto e orale
Educazione fisica pratica
Per la merceologia e pratica commerciale generalmente si ottiene dispensa.
Per i testi conformarsi agli istituti governativi o pareggiati presso i quali si darà l'esame.

PROGRAMMA
Classe I.a

ITALIANO - Esercizi scritti: qualche lettera famigliare - Letture moderne sul lavoro - Antologia pratica e prosastica - Elementi di grammatica.
STORIA - Cenni sui popoli mediterranei - Roma monarchica, repubblicana, imperiale - Missione civilizzatrice di Roma - Cristianesimo - Invasioni barbariche e regni romano-germanici - Islam - Ordinamenti feudali e cavalleria - Comuni e Stati marinari - Crociate - Invenzioni e scoperte geografiche - Rinascimento - Signorie e Principati - Preponderanze straniere in Italia.
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GEOGRAFIA - Geografia astronomica - Lettura delle carte geografiche - Geografia fisica e antropica - L'uomo: popolazioni, razze, lingue, religioni, ordinamenti politici - Emigrazioni e colonie - L'Europa in generale - Principali Stati europei.
LINGUA STRANIERA - Pronuncia e lettura -Morfologia - Dettato - Prime traduzioni.
MATEMATICA - Aritmetica: esercizi sulle quattro operazioni con riguardo al sistema metrico - Potenze di numeri decimali - Multipli e divisori - Criteri di divisibilità - Numeri primi -Massimo comun divisore e minimo comune multiplo - Operazioni sulle frazioni - Esercizi di calcolo rapido - Frazioni decimali.
SCIENZE FISICHE E NATURALI - I tre regni - Vertebrati e invertebrati più comuni - Animali utili e nocivi all'uomo - Funzioni del corpo umano - Strutture e vita delle piante - Piante utili più comuni specie per le industrie locali - Comuni piante dannose.
DISEGNO - Esercizi di disegno lineare eseguiti insieme all'insegnante - Uso degli strumenti -Copie dal vero.
CALLIGRAFIA - Esercizi di corsivo e rotondo.
CANTO CORALE - Riassunto delle lezioni apprese nelle elementari - Avvio a una maggiore comprensioni della grafia musicale giusta il programma dei primi anni dell'istituto magistrale.

Classe II.a

ITALIANO - Come nella prima con maggiori esigenze - Parafrasi e riassunti di letture narrative - Letture da opere moderne - Antologia poetica e prosastica - Esercizi di grammatica e sintassi.
STORIA - Riforma e controriforma - Dominio spagnolo in Italia - Rivoluzione francese e periodo napoleonico - Restaurazione - Risorgimento Italiano: moti e figure principali, Statuto, guerre di indipendenza - Roma capitale - Imprese coloniali - Guerra mondiale; nostro intervento: Vittorio Veneto - I nuovi confini.
GEOGRAFIA - Italia in particolare: fisica, antropica, politica ed economica - Le regioni: la propria in particolare - Altre parti del mondo in generale - Colonie italiane:
LINGUA STRANIERA - Morfologia e sintassi -Lettura, dettato e traduzione - Composizioni e conversazioni nella lingua.
MATEMATICA - Aritmetica: estrazione della radice quadrata: uso delle tavole numeriche e delle lettere per rappresentare i numeri - Valore d'un'espressione letterale - Risoluzione di semplicissime egualianze - Esercizi su misure non decimali.
Geometria: Segmenti e angoli, rette perpendicolari - Uso della riga graduata e del rapportatore - Poligoni e loro proprietà - Circonferenza e cerchio: problemi grafici elementari - Figure piane equivalenti - Teorema di Pitagora - Calcolo dell'area dei principali poligoni e del cerchio - Esercizi.
SCIENZE FISICHE E NATURALI - Solidi, liquidi, gassosi e loro proprietà - Principio d'inerzia, moto uniforme e vario - forza e peso dei corpi - esperienze dei principi di Pascal e di Archimede - Peso specifico, pressione atmosferica e barometro - Suono - Calore, temperatura, termometro - Mutamento di stato fisico dei corpi - Combustibili comuni - Trasformazione del calore in lavoro e viceversa - Luce e strumenti ottici -Magnetismo ed elettricità - Metereologia -. Corpi semplici e composti, Leghe, aria e acqua - Qualche minerale più importante per industria ed agricoltura.
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DISEGNO - Uso degli strumenti per la risoluzione grafica dei problemi di geometria piana -Combinazioni decorative di figure geometriche con gli strumenti e a mano libera - Disegno dal vero di elementi naturali e di oggetti comuni -Esercizi di caratteri per scrittura a complemento dei disegni.
CALLIGRAFIA - Esercizi di corsivo con intestazioni in scrittura posata - Disposizione estetica dei caratteri - Prospetti numerici..
CANTO CORALE - Come in Ia.
COMPUTISTERIA E RAGIONERIA - Merce, - misure e monete - Compra vendita - Cambiali e titoli affini - Interesse semplice - Sconto di cambiali - Conto corrente e sue forme.
STENOGRAFIA - Alfabeto stenografico - Simbolismo delle vocali - consonanti doppie e composte - Dittonghi, prefissi e desinenze - Verbi, sigle e abbreviazioni logiche - Lettura e dettato.
DATTILOGRAFIA - Nomenclatura della macchina - Parti del carrello - Tastiera universale e sua suddivisione - Esercizi con le dieci dita.

CLASSE III.a

ITALIANO - Scritto: Relazioni su argomenti conosciuti - Riassunti di lettere ed esercizi di . corrispondenza.
Orale: Letture moderne di prose e poesie (anche da riviste) sulle più importanti attività della nazione a scopi culturali e formativi.
STORIA ECONOMICA - Sviluppo dell'Italia dal 1815 al 61 inizi industriali, ferroviari e marinari - L'Italia dal 61 al 70: restaurazione finanziaria e costruzione dello Stato unitario - L'Italia dal 70 al 1914 - Colonie, economia, demografia, emigrazione - Sviluppo civile ed economico dal 1914 ad oggi - Italiani all'estero.
GEOGRAFIA DELLA PRODUZIONE E DEL COMMERCIO - Principali prodotti dell'agricoltura, allevamento e pesca - Produzione mineraria
- Principali industrie italiane, specie quelle sul luogo - Comunicazioni e trasporti.- Navigazione interna, marittima, aerea - Posta, telegrafo, telefono, radio - Scambi commerciali correnti e loro forma.
LINGUA STRANIERA - Lettura, dettato, traduzione - Brevi lettere commerciali nella lingua -Conversazioni su argomenti familiari e tecnici.
MATEMATICA - Aritmetica: Rapporti e proporzioni - Tre semplice e composto - Calcoli per cento e per mille - Interesse, sconto, ripartizione e miscuglio.
Geometria: Segmenti proporzionali - teorema di Talete - Triangoli e poligoni simili - Rette e piani nello spazio - Solidi geometrici più comuni; misura delle loro superfici e volumi - Problemi facili di ricapitolazione su tutto il programma triennale.
CANTO CORALE - Come nella Ia classe.
IGIENE.- Organi e funzione del corpo umano
- Aria e respirazione.- Piante attorno alle abitazioni - Alimentazione: vitamine - Abusi del vinoe del fumo - Vantaggi dell'educazione fisica - Malattie infettive: mezzi di difesa - Disinfezioni, vaccinazoni, profilassi.
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COMPUTISTERIA E RAGIONERIA - Computisteria: Monete - Cambio diretto - Titoli statali - Obbligazioni e azioni di società commerciali - Investimento di capitali e fondi pubblici e privati -Saggi percentuale d'impiego.
Ragioneria: Commerciante e azienda commerciale - Ditte individuali e società commerciali - Capitale - Inventario - Scritture e conti - Libri di registrazione: partita doppia e giornale mastro - Conto profitti e perdite - Azienda mercantile - Inventario e operazioni con terzi e con banche - Bilancio e conto profitti e perdite.
STENOGRAFIA - Dettato e trascrizione di brano fino alla velocità di 60 parole al minuto.
DATTILOGRAFIA - Dettato e copiatura - Lettere commerciali: disposizioni e indirizzi - Fattura con incolonnamento di cifre - Distinte ed estratti conto - Applicazioni stenodattilografiche - Gare di velocità.
CONVERSAZIONI E CORRISPONDENZA IN LINGUA STRANIERA - Nomenclatura e fraseologia commerciale - Conversazioni geografiche -Compilazioni di documenti commerciali - Fraseologia delle scritture contabili - Lettere dei più comuni tipi commerciali in lingua straniera.
N.B. Al prossimo numero le materie per la scuola tecnica privata.

In carità fraterna

Le precisazioni fatte dal Primo Maestro riguardo ai Discepoli nel «San Paolo» di Pasqua, sono state accolte con generale sollievo e soddisfazione.
Non poteva essere diversamente.
Man mano che il «San Paolo» veniva letto, giungevano da tutte le parti, e un po' da tutti, a voce e per iscritto, attestati di approvazione e di incoraggiamento.
Tutte le Famiglie Paoline avevano la loro definitiva configurazione, mentre noi, pur formando coi Sacerdoti una sola Società, attendevamo ancora che venisse chiarita e precisata la nostra posizione.
Gli attestati giunti mostrano che il problema era sentito e che l'averlo affrontato, da parte del Primo Maestro, in termini più precisi e più impegnativi in senso giuridico, ha risposto ad una aspettativa da tempo attesa.
Per i più anziani ciò sarà una spinta ad acquistare la fiducia; per i giovani sarà uno stimolo a- rendersi atti a seguire una vocazione che li impegna maggiormente e, nello stesso tempo, valorizza di più le loro capacità.
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Nasce quindi spontaneo dal cuore, da una parte un sentimento di riconoscenza a Dio e al Primo Maestro e dall'altra un bisogno di pregare sempre di più affinché non si facciano passi falsi e perché questa iniziativa porti i frutti voluti da Dio.
Il Primo Maestro ci vuol bene più di quanto sappiamo o immaginiamo e noi decisamente riconfermiamo la nostra volontà di ubbidirlo e di assecondarlo. Anche noi gli vogliamo bene e cercheremo, con l'aiuto di Dio, di superare noi stessi per corrispondere alle sue aspettative.
Raccogliamoci senza permettere che si infiltri in noi traccia di vanità, di orgoglio o di ambizione e riflettiamo che non si tratta ora dì esaltarci ma bensì di sacrificarci, vale a dire, di assumere su di noi una maggiore responsabilità che richiede studio, ponderazione, autocontrollo, equilibrio, specialmente fede.
Il Signore ci accompagni sulla via della verità, della carità e dell'unione fraterna che noi cerchiamo per una maggior pienezza di vita nello spirito di nuove e più feconde realizzazioni apostoliche.

Fr. Paolo Grossetti


COMUNICATO

DISCEPOLI: Sono per ora scelti come Fratelli Maggiori:
Per Casa Madre: Fra Candido Turbiani
Per Catania: Fra Giovanni Romiti
Per Pescara: Fra Tito Lacerna
Per Vicenza: Fra Paolo Brignon
Per. S. Giuseppe (noviziato): Fra Carlo Beltramello
Per l'U.S.A. Fra Giovanni Marengo
Per Canada: Fra Angelico Abrate
Per Giappone: Fra Girolamo Mosconi
Seguiranno altre designazioni.

NOTIZIE

Ricevo dalla Sacra Congregazione dei Religiosi:

Rev.mo P. Superiore Generale,
Dopo il grande Congresso Internazionale di Roma del 1950, seguendo le Auguste direttive del Santo Padre sull'aggiornamento degli Istituti religiosi, questa S. Congregazione si è data premura di organizzare e promuovere convegni particolari e generali allo scopo di rendere sempre più efficiente la Crociata di perfezione e di organizzazione iniziata nell'Anno Santo.
Oggi, dopo una previa, accurata preparazione, la S. Congregazione, con la presente Circolare indice, per il prossimo mese di febbraio 1954, nella città di Buenos Aires, un Congresso Generale degli Stati di Perfezione, a cui sono invitati a partecipare Religiosi e Religiose dell'Argentina, Bolivia, Cile, Paraguay e Uruguay.
Si compiaccia la P. V. Rev.ma comunicare ai suoi sudditi interessati le direttive della S. Sede e ordinare ai Superiori Provinciali e locali degli Stati nominati di mettersi in contatto con la Segreteria Generale della Commissione Esecutiva per i necessari ed opportuni accordi: Rev. P. Michele Raspanti, S. D. B., calle Adolfo Berro 4050, Buenos Aires.

dev.mo P. Arcadio Larraona

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