Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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S. GIUSEPPE PATRONO DELLA BUONA MORTE4
Marzo è il mese di san Giuseppe, la cui festa cade il giorno 19. Noi onoriamo san Giuseppe come padre putativo di Gesù, sposo della Beata Vergine, protettore degli agonizzanti e lo preghiamo ché dia a tutti la grazia di una buona morte alla quale segue il paradiso. Una buona morte è la grazia più grande da chiedere e da desiderare per intercessione di san Giuseppe. Quindi voglio parlarvi della preparazione a ben morire.
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Speriamo che la nostra morte non sia improvvisa. Supponete che venga a voi una malattia, prima non troppo grave, poi sempre più allarmante... I rimedi non servono più. La morte è vicina. Vengono avvertiti i vicini e i parenti lontani conviene ricevere i santi sacramenti... Si usano attenzioni per non impressionare l'inferma, ma bisogna pur dirle: «Forse guarirai, ma è bene che ti assicuri i santi sacramenti».
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Come riceveremo noi l'avviso di morte? Ci rassegneremo subito alle divine disposizioni? Ovvero ci ribelleremo?... Sapete chi farà bene la volontà di Dio in morte? Chi, anche nei casi più difficili della vita, si sottomise, obbedì e fece la santa volontà di Dio. Se nella vita siamo disposti ad accettare le pene, in morte le sopporteremo bene. Il primo turbamento dell'anima (frutto della natura) sarà vinto dalla grazia, dalla virtù e dalle buone disposizioni.
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Si dirà presto e volentieri: «Sia fatta la volontà di Dio. Ciò che piace a Lui, piace anche a me. Se volete allontanare da me questo calice, sia fatto, altrimenti io lo berrò». Così come disse Gesù nel Getsemani: «Padre, se vi piace, sia allontanato da me questo calice, ma la vostra volontà sia fatta, non la mia!».
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Ma chi in vita volle sempre far trionfare la sua volontà con capricci ed irritazioni nelle diverse difficoltà, si indispettirà, si arrabbierà... Siete anche voi di quelle donne cui bisogna sempre dire: «Sia fatta la tua volontà!»? Vedete? Se in morte non vi si potrà parlare chiaro, non vi farete dei meriti! Ma chi è più disposto a farsi questo merito? Chi vive nella disposizione continua a compiere la divina volontà. La morte è lo specchio della vita.
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Abituiamoci a dir sempre di sì a Dio, come la Madonna, come Gesù, come san Giuseppe! Quando ci viene un male, qualche pena di spirito, ecc., ci ribelliamo? Una persona, quando le succedeva qualcosa di contrario alla sua volontà, si ribellava, si irritava, pestava i piedi... In punto di morte questa stessa persona mordeva le lenzuola e perse i sensi in quella ribellione alla volontà di Dio.
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Volete morire con molto merito? Abbiate la devozione del sì. La virtù di dir sempre sì col cuore.
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Chi si confesserà bene in morte? Chi si sarà confessato bene in vita, con un buon esame di coscienza, dolore, proposito fermo, sincera volontà di emendazione e penitenza. Ma se un'anima è un po' avviluppata nell'inganno, ossia non avrà sempre detto tutto con schiettezza, in morte le sarà più difficile una buona confessione, perché tribolata dal male e dalla febbre... Confessatevi sempre bene e sarete sempre pronte.
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Che pena quando in punto di morte ci sono dei grovigli di coscienza! Ci vorrebbe allora tempo e salute per mettersi a posto.
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Confessatevi sempre bene, specie nel ritiro mensile; ogni confessione sia come l'ultima della vita.
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Dopo la confessione verrà la comunione. Gesù entra nella stanza della morente. Quella figliola dal suo letto fissa per l'ultima volta gli occhi su quell'Ostia; è un incontro d'amore! Essa andò a trovarlo in chiesa e Gesù ora va a trovare lei...
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La figliola fa l'esame di coscienza sulle Comunioni fatte e le sembra di averle fatte sempre bene. E così le sembra pure di avere sempre ascoltato bene la santa messa. Oh, quale consolazione allora per un'anima eucaristica! Dirà a Gesù: «Ti ho sempre amato». Ed Egli: «Io son venuto a prenderti per accompagnarti nel viaggio all'eternità».
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L'anima eucaristica si raccoglie, parla a Gesù e sente Gesù.
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Intimi colloqui sulla terra, poi... paradiso!
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Ma pensate un po': un'anima fredda, indifferente in chiesa, alla messa, alla comunione, che non fu mai eucaristica... quale incontro potrà avere con Gesù?
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Dopo la comunione, l'estrema unzione. Il sacerdote unge gli organi dei sensi della malata dicendo le parole della forma: «Per questa unzione e per la sua piissima misericordia, ti conceda il Signore il perdono dei peccati commessi (con la vista, l'udito, l'odorato, ecc.)».
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Chi in vita mortificò la lingua, l'udito e gli altri sensi, merita di ricevere bene l'olio santo e con esso tante grazie.
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L'olio santo assolve e perdona. Mortificare e moderare i propri sensi, dare a Gesù tutto il nostro corpo. Offrirgli gli occhi, la lingua, tutte le forze. Beate voi se sarete Spose fedeli di Gesù! Quale conforto in punto di morte! E non c'è sicurezza maggiore di questa per salvarsi: sapere di avere fatto di tutto per conservarsi buone e arricchire l'anima di meriti.
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Dopo l'amministrazione dell'olio santo, vi sarà l'Assoluzione Papale e l'Indulgenza plenaria, che richiede un dolore plenario.
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State attente a ricevere bene le indulgenze; almeno una ogni giorno, per cancellare tutte le imperfezioni.
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Chi è fervoroso in vita, acquista moltissime indulgenze in morte ed anche nel forte del male sa dire le sue giaculatorie.
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Ecco dunque: accetterà bene la morte chi in vita avrà saputo dire il suo sì al Signore, chi avrà fatto bene le sue comunioni, chi avrà avuto la santa abitudine di recitare molte giaculatorie, chi avrà consacrato l'anima e il corpo al Signore servendolo nell'innocenza.

Gennaio 1956

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4 Gennaio 1956