Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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VIGILATE E PREGATE10
Da parecchio tempo non sono più stato qui. In questo tempo voi avrete certamente progredito nello studio, nello spirito, nel vostro apostolato, in tutto quel complesso di cose che costituiscono la vostra formazione. E il diavolo non è venuto? Egli, che non lascia mai nessuno in pace, avrà lasciato in pace voi? Se non venisse il diavolo, io dubiterei che siate nella volontà di Dio! Il diavolo tenta quando si è sulla strada buona. Il Santo Curato d'Ars, ogni tanto aveva le visite notturne del demonio, che lo tormentava in mille modi, lo chiamava «mangia patate», gli sfilava di sotto le lenzuola... Pensate che paura, sentirsi sfilare le lenzuola dal demonio!...
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(A proposito di patate, vi dirò che i nostri fratelli in Polonia hanno scritto in matita, dando la lettera da portare a mano per sfuggire alla censura, dicendo che in quindici giorni hanno potuto avere il pane che qui si consuma in due colazioni. Per fortuna hanno ancora la riserva di Venti quintali di patate e se ne servono per pranzo, cena, colazione. Pure sono lieti abbastanza, tutti fiduciosi nella loro cara Madonna di Czestochowa. Vi dico questo perché raccomandiate al Signore i vostri Fratelli e Sorelle nel dolore).
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Se il diavolo rugge, è segno che fate bene. Ma voi fate come la Madonna. Essa non lo lasciò entrare nel suo cuore. Egli insidiò al suo calcagno, ma Maria gli schiacciò la testa. Quando avrete tante difficoltà, tentazioni, ecc., non spaventatevi. E' un buon segno! Più si è buoni, e più il diavolo tenta. Il diavolo va in cerca dei bocconi migliori. Alle anime di Dio, agli Apostoli mira! Infatti Gesù disse ai suoi: «Ecco che Satana vi gira intorno per vagliarvi... Pregate, per non cadere in tentazione!». Guardate: il diavolo tornerà e tenterà fino alla fine.
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In questi giorni ci sarà il Concistoro segreto per la provvista di chiese, e il Concistoro pubblico per il voto dei Cardinali, presente il Sommo Pontefice, per la solenne Canonizzazione della Beata Gemma Galgani.
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Gemma, sul letto di morte, tormentata sino all'ultimo dal tentatore, lo colpiva e teneva in freno con la sua parola preferita: «Gesù! Gesù!». L'ultima notte di sua vita l'assisteva il Padre Germano, il quale, vedendo sul letto dell'inferma un enorme e orrendo gatto nero, che guardava minaccioso, mostrò di esserne impressionato. Ma la Beata dolcemente gli disse: «Padre, non spaventatevi; egli non vuole nulla da voi! L'ha con me!».
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Nel Getsemani il demonio tentò Gesù di scoraggiamento, ma Egli pregò e rimase vittorioso. E volete che il diavolo non venga a Genzano? Ne avrete, sì, delle tentazioni! Io ve lo posso garantire. In esse però vigilate e pregate. Gesù stesso ve lo comanda!
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Alle volte, volete saperlo?, ci tentiamo da noi. Chi, ad esempio, vuol guardare tutto, si tenta da sé! Il diavolo, un giorno, andò da Sant'Antonio e gli disse: «Fatemi giustizia, fatemi giustizia, ché mi calunniano i vostri Frati!». «Come, i frati calunniano te, Demonio?». «Sicuro! Dicono sempre: "Il diavolo ci tenta, il diavolo ci tenta!". Ma non è vero, si tentano da sé!». Non tentiamoci da noi! Oh, fatevi un po' sante! Ma per farsi sante bisogna dominarsi. Ci vogliono sforzi sul cuore sulla fantasia, sugli occhi! Sapersi frenare!
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Bisogna che tu resista, ti faccia violenza, bisogna che fin d'ora tu sappia che per farti santa dovrai passare per il crogiuolo delle difficoltà! Mi diceva, avant'ieri, una buona persona: «Leggendo il libro di San Girolamo, io vedo che dal mio pasto devo togliere un boccone, dal mio sonno mezz'ora, nella mia passeggiata devo ricercare i luoghi meno frequentati e non scegliere il compagno che più mi piace».
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Oggi, la Chiesa Universale celebra la festa di san Gabriele dell'Addolorata. San Gabriele, da giovane, era come tutti gli studenti: gaio, spensierato, buontempone. Gli piaceva far chiasso, cantar di notte, disturbare sotto le finestre la gente che dormiva, andare al teatro, danzare. Un giorno vide passare in processione la statua della Madonna Addolorata. Lo sguardo di questa cara Madre gli penetrò sino in fondo al cuore ed egli si sentì così pieno di pentimento, che pianse amaramente. Poi decise di abbandonare il mondo, ed entrò tra i Passionisti. Nella professione, volle chiamarsi Gabriele, per essere come l'Arcangelo, l'amico fedele di Maria santissima. Potete immaginare però quanto sforzo dovette fare quel figliuolo per adattarsi alla nuova vita. Fu tale e tanto, che il fisico cedette ed egli morì nella giovane età di ventiquattro anni, consunto dalla lotta, che era per amor di Dio. Suo proposito e sua penitenza era tener sempre il cuore raccolto con Gesù, e sua delizia intrattenersi a riflettere sui dolori di Gesù Crocifisso e della santa sua Madre col cuore trafitto da sette spade. Ma, in breve tempo, che gran santo divenne!
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Vigilare. Prima occorre scoprire la causa dei nostri mali, poi pregare. Alle volte le tentazioni vengono sotto aspetto buono. Non illudiamoci; pregate, pregate assai, pregate assiduamente. Gli Apostoli non pregarono e fuggirono. Gesù pregò ed ebbe il coraggio di affrontare i dolori acerbi della passione. Chi prega si salva! Pregate per scoprir le arti del demonio, che è furbo, furbo! Bisogna scoprire i suoi artifizi!
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Credete di essere furbe, voi? Ah, per riuscire a domare l'inferno non bastano i mezzi della nostra intelligenza, ci vuole la grazia della Sapienza Celeste!
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Il diavolo più brutto dell'inferno è senza dubbio quello dello scoraggiamento. Esso con la malinconia mette la sfiducia nella preghiera, nel divino aiuto e talora, ahimè!, riesce a far perdere il dono sublime della vocazione. Pregate, pregate, pregate! Al mattino, nel giorno, sul mezzodì, alla sera. Non abbiate timore di alzare troppo spesso i vostri sospiri al Cielo! Le tentazioni prese bene e vinte sono di grande vantaggio per l'anima. La tentazione, di per sé, non è né bene, né male.
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Avere gran desiderio di un cibo, sentire invidia, se non si acconsente, non è né bene né male. Dio non tenta nessuno al male, ma permette le tentazioni per provare la fedeltà di un'anima e per arricchirla di meriti. Anche la padrona alle volte fa la prova alla sua servetta e magari le dà per la spesa più denari del necessario, per vedere se è di coscienza e non li spende tutti. Iddio Ci prova per vedere se abbiamo buona volontà. Ha seguito sempre questo metodo: provare i suoi servi, e beato l'uomo che, messo alla prova, fu trovato giusto! Tutti i santi ebbero grandi prove: prove atroci; talora, pensieri ossessionanti, che durarono persistentemente per anni ed anni...
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Vincere la tentazione significa acquistare grande merito. Buon per noi se in punto di morte potremo dire di aver sempre combattuto e vinto! Non spaventiamoci, ma attacchiamoci a Gesù. Alcuni si raccomandano solo quando hanno tentazioni contro il sesto Comandamento. No, raccomandiamoci sempre! Invochiamo la Madonna con giaculatorie piene di amore e di fiducia, ed Ella, la buona Mamma, avrà pietà di noi, e verrà in nostro soccorso. E alla sera, nell'esame, vedremo che con la preghiera abbiamo vinto dieci, venti volte! Combattiamo, combattiamo, e vinciamo!
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Altri vantaggi della tentazione. L'anima tentata è più umile. Sa di essere debole e perciò ricorre a Dio costantemente, anche nella serenità e nella pace. L'anima tentata è diffidente di sé; si fida di Dio, e di chi la guida; è guardinga contro i pericoli, perché sa che se non sta attenta, cade. Chi sa di essere tentato nel giorno, al mattino prega Così: «O Signore, salvami con la tua potenza, affinché in questo giorno io non cada nella colpa. Signore, salvami!».
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Quando uno è molto tentato, diventa capace di guidare gli altri. E' sempre bene che a guidare, nei collegi, nelle parrocchie, nelle scuole, vi siano persone che conoscono le tentazioni. Oh, e chi sa conoscere abbastanza ciò che può soffrire un'anima in preda a certe vessazioni del demonio? Vi sia sempre a guidare chi sa difendere, incoraggiare, sostenere, consolare, scoprendo alle anime le astute e terribili arti del nemico!
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Il Santo Cottolengo aveva fondato la sua Piccola Casa, quando un bel giorno si presentò alla suora portinaia un signore vestito di nero, tutto elegante, il capo coperto con un cappello nero a larghe falde. Chiese con prepotenza del Can. Cottolengo; e sentendo che in quel momento egli era occupato nella sua camera, senza fare complimenti si incamminò alla volta di quella con grande stupore e timore della povera suora addetta alla portineria. Bussò ed entrò, ma non ebbe bisogno di aprire la porta. Si trattenne un certo tempo e poi... se ne andò, lasciando dietro di sé un brutto odore di bruciato. La portinaia incontrò il Padre per le scale e chiese chi fosse quell'intruso. E il Cottolengo le raccomandò di far meglio il suo ufficio e di guardar bene la gente prima di farla entrare, giacché «non hai visto quel tale come era brutto? di sotto al cappello gli uscivano due piccole corna!...».
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Non lasciamo entrare il demonio! Egli è astuto, ma noi cerchiamo sempre di sventare le sue astuzie! Il demonio tenta tutti, anche e specialmente i santi; ma chi si abitua a lottare contro le sue tremende suggestioni, alla fine saprà compatire gli altri. Vi furono alcuni che furono poco tentati, e sono tanto esigenti, aspri, poco misericordiosi con gli altri! Oh, sì, alle volte si esige dagli altri una virtù che noi non abbiamo mai praticato! Volere che gli altri si facciano santi in quattro e quattr'otto, significa pretendere l'impossibile! Compatire. compatire, aspettare! Alle volte noi non possiamo conoscere le agonie di un cuore! Oh, imitiamo la bontà del nostro Padre Celeste! «Poverina, oggi ha fatto un po' di sforzo. S'è vinta in quella piccola cosa... Voglio aiutarla perché anche domani possa fare un passettino avanti!...». Ecco i ragionamenti della carità. Compatiamo, compatiamo. Portate i pesi le une per le altre, asciugate i sudori del prossimo, consolatene i gemiti; non siamo tanto duri!
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Non spaventiamoci dunque per le tentazioni. Occorre preghiera, pazienza, vigilanza, divozione alla Madonna e a Gesù Crocifisso; baciare amorosamente la ferita di quel Costato, baciare le piaghe delle mani e dei piedi lasciate dai chiodi. Oh. Gesù ci ha amati, sebbene vedesse che saremmo stati tentati, e le sue piaghe sono diventate la nostra speranza e consolazione. Questo è il tempo più propizio per crescere nella divozione a Gesù Crocifisso: tempo di Quaresima.
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San Gabriele diceva che il suo paradiso era considerare i dolori di Gesù e di Maria sul Calvario. Consideriamo che per vincere le nostre tentazioni non avremo da patire quanto ha patito Gesù... Oh, esse non equivalgono davvero al dolore di una sola spina! Ci sentiamo abbandonati, sconvolti. sentiamo di non vederci più chiaro, ci pesano le difficoltà quotidiane?... Gesù fu flagellato, coronato di spine, trafitto, morì sulla croce... Sentiamo un po' di sconforto? Gesù sulla croce si lasciò uscire un grido indicante tutto il suo spasimo: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Impariamo a piangere i nostri peccati e siamo forti nelle tentazioni. Sant'Agostino diceva che le tentazioni stesse sono per alcuni occasione di peccato e per altri occasioni di merito. Abituiamoci a svelare con semplicità al Confessore o a chi ci guida le nostre tentazioni, quando sentiamo che esse si fanno terribili e insistenti. Il diavolo, come il ladro di notte, ha paura di essere scoperto, e alle volte basta svelare le sue suggestioni per averlo vinto almeno per metà e talora interamente.
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Consoliamoci, pensando che «non coronabitur nisi quis legitime certaverit». Chi avrà sempre vinto nella prova, «recipiet coronam vitae».
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Coraggio dunque e sempre avanti!

27 Febbraio 1940

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10 27 febbraio 1940