Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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MARIA SANTISSIMA DIVINA PASTORA2
Come il Padre conosce me, così io conosco il Padre; e do la mia vita per le mie pecorelle» (Gv 10,15); così dice Gesù buon Pastore.
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I. - I Teologi danno a Maria santissima il titolo di Divina Pastora. Gesù Cristo è l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Egli, come pecorella, è stato condotto al macello; e si è per noi sacrificato sopra la croce. Ora questo Agnello, questa pecorina, da chi è stata pasciuta nella carne, secondo l'espressione di Sant'Agostino? (Sermone 26, de Verbo Dom.). Anzi, chi ha dato a questo Agnello, a questa pecorina, il sangue e la carne? Non fu forse Maria?
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Inoltre: Gesù si è dichiarato il Buon Pastore, Bonus Pastor. Perciò Maria si può e si deve chiamare la vera madre del Divin Pastore. Ella ebbe con Gesù Divin Pastore le più intime relazioni; Ella cooperò col Figlio alla salvezza del mondo.
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Altri titoli ed elogi che sono scritti di Gesù e per Gesù, la Chiesa pure li attribuisce a Maria (Pr 8 e segg.; Eccle 24).
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Gesù concesse anche ai sacerdoti, specialmente agli Apostoli, il titolo di pastori (Sant'Agostino, Tratt. 46 in Joanne); non desidererà forse che anche questo titolo venga dato a Maria come è, e Vieni chiamata, Regina Apostolorum?
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Il Salvatore Gesù ha dato la vita per le sue pecorelle, e per mezzo della redenzione si è formato il gregge che ebbe in eredità (Sal 2,8; Is 53). Ora, Maria, è la Corredentrice e la Riparatrice dell'antico fallo e dei nostri falli attuali (Sant'Anselmo, «De Excell. B. M. V. B»). Perciò è giusto il titolo di Divina Pastora. Con questo titolo si esalta ancora il Figlio suo.
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Nelle Scritture gli Angeli vengono talvolta chiamati pastori! poiché «non solum episcopos ad tuendum gregem Dominus ordinavit, sed etiam angelos destinavit» (Sant'Ambrogio). Ma nessuno degli Angeli, nessuno degli uomini custodisce, difende, alimenta tanto il gregge di Gesù Cristo come la Regina degli Angeli e degli uomini. Dio, infatti, secondo san Bernardo: «nihil nos habere volute, quod per manus Mariae non transiret».
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Perciò, con ragione, Ruperto Abate, applica a Maria le parole dei Cantici: «Abi post vestigia gregum tuorum, et pasce hoedos tuos iuxta tabernacula pastorum» (Va' dietro le pedate dei tuoi greggi e pascola i tuoi agnelli presso le tende dei pastori). Da san Antonino, Maria è chiamata: «Bonus Pastor, pascens Ecclesiam, quotidie, benedictu Fructu ventris sui, pane angelorum in ipsa formato, in Sacramento altana nobis ministrando» (Summ. Theol.).
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Questo titolo è dovuto a Maria come le è dovuto il titolo di madre di Gesù Cristo.
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II. - Per le suore pastorelle è grande conforto essere guidate, precedute, accompagnate, sostenute dalla Divina Pastora nella loro missione. Maria fa tre uffici rispetto alle suore pastorelle:
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a) E' loro Madre nella formazione: spirituale, intellettuale, religiosa, apostolica, corrispondenza alla vocazione. Benedice e conforta pure i Parenti ed i RR. parroci che mandano giovani vocazioni tra le suore di Gesù buon Pastore.
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b) E' loro Madre nell'apostolato parrocchiale: le preserva dai pericoli, le infiamma di zelo, le fa vere madri spirituali nella parrocchia; le illumina e sostiene e dà frutti alle opere di istruzione cristiana, di educazione cristiana, di pietà cristiana.
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c) E' loro Madre nel momento della morte; le assisterà con amore, le difenderà dal demonio, darà pace di spirito e vivo desiderio del paradiso; aiuterà a compiere atti di fede, speranza, carità, dolore dei peccati; accoglierà la loro anima uscita dal corpo per portarla al glorioso, amorosissimo Buon Pastore. Se anche cadranno in purgatorio presterà loro speciale sollecitudine per confortarle e liberarle al più presto dalle loro pene.

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Parlando dell'apostolato: la suora pastorella può confidare che nel suo lavoro parrocchiale nelle afflizioni, difficoltà, timori e speranze Maria sarà vicino a lei. La suora pastorella può dire come Barac a Debora: «Si venis mecum, vadam; si nolueris venire mecum, non pergam (Gdc 4,8): Maria, se vieni con me, andrò; se non vieni con me, non andrò». Andrò ai bambini, alla gioventù, alle opere parrocchiali, ai catechismi, se tu, Maria, mi accompagni; diversamente, non mi sento di andare sola. Maria, copritemi col vostro manto, perché andando io nel mondo sia preservata dal mondo; porti alle anime Dio, non ne prenda il male e la debolezza; infondetemi fede e coraggio; mettetemi sopra le labbra le parole, fate che sia di buon esempio sempre. - Allora Maria risponderà: «Verrò con te:- ibo quidem tecum».
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Come potrebbe Maria negare la sua protezione materna alle suore pastorelle che lavorano per la salvezza delle anime? che hanno un cuore di madre e sorelle a queste anime per cui Gesù diede la sua vita? Per le pecorelle cui Ella stessa ha offerto la vita del suo Figlio, ed era pronta a sacrificarlo con le sue mani se tale fosse stata la volontà di Gesù Cristo? Sì, Maria sul Calvario ha offerto la vita di Gesù Cristo che Ella amava immensamente più della propria. Le pecorelle sono come nuovi figli che ha generati nel dolore del Calvario, ed ha accettato quando Gesù le disse, indicandole Giovanni: «Donna, ecco tuo figlio». San Bonaventura esclama: «Te, ergo, quaesumus, beata Mater, tuis famulis sub veni, quos sub cruce Filii tui Benvisti - Ti preghiamo, dunque beata Madre, di soccorrere questi tuoi servi (figli) che hai generati ai piedi della croce del tuo figlio» (In Off. B.M.V.).
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Perciò la suora pastorella è guidata da Maria nel suo apostolato, nel giudizio di Dio, quando conoscerà meglio le amorose premure di Maria, dirà: «In omnibus antecedebat me ista sapientia; et ignorabam, quoniam horum omnium Mater est: questa sapienza mi precedeva, ed io non lo sapevo che di tutti questi beni era lei la madre» (Sap 7,12). Perciò, molti missionari degli infedeli la scelsero come loro madre e guida. Così pure molti sacerdoti e religiosi dei fedeli; ad esempio i Padri Redentoristi che ottennero dalla Santa Sede la grazia della messa e dell'Ufficio di Maria madre del Divin Pastore.
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Invochiamola di cuore! nessun aiuto e protezione più forte; nessuna sicurezza maggiore, nessun frutto migliore si può sperare che accompagnarci e appoggiarci al braccio di questa Madre del Divin Pastore! Così i pastori, così le suore pastorelle.
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III.- Questo titolo di Madre del Divin Pastore incoraggia i fedeli, gli infedeli, i peccatori, le anime desiderose di perfezione. Quanto si inteneriranno i bambini, i poveri, gli infelici, i morenti nell'invocare Maria con questo titolo!
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E sempre facile, dolce, sicura cosa andare a Gesù per mezzo di Maria. Maria è l'immagine più vera e più perfetta di Gesù buon Pastore. Il suo cuore è il più simile al cuore del Buon Pastore: uguali sentimenti.
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Il Buon Pastore è suo Figlio; egli lascia le novantanove pecorelle al sicuro per cercare la pecorella smarrita e quando l'ha ritrovata, la prende tutto contento e la riporta sopra le sue spalle nell'ovile. Così fa Maria. Gesù le ha commesso le parti di tenerezza e di indulgenza che facilitano i lontani a ritornare fiduciosi alla casa paterna. E': chiamata: «Reconciliatrix erronearum ovium», «Reconciliatrix peccatorum», «Refugium peccatorum», «Spes hominum sine ape»: cioè, la Riconciliatrice, il Rifugio, la Speranza degli erranti dei peccatori, dei disperati.
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Maria è molto premurosa, specialmente per l'innocenza dei piccoli, per la fortezza dei giovani, per la santità degli adulti.
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Ella darà aiuto continuo alla ricerca delle vocazioni, che conforterà, dando generosa forza a corrispondere.
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Sotto l'immagine della Divina Pastora, Maria si degnò manifestarsi a san Giovanni di Dio, alla Ven. Suor Maria del santissimo Sacramento, a Suor Marianna di Gesù, a Fra Giovanni di Cordoviglia ecc., secondo che è registrato nei due grossi volumi che trattano della Madre del Divin Pastore.

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Ossequi: Conoscere sempre meglio la Madre del Divin Pastore; imitarla sempre più fedelmente; pregarla con sempre maggior pietà; parlarne spesso, a tutti, sempre più frequentemente, nell'apostolato pastorale.
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«Noi, tuo popolo e pecorelle del tuo gregge, ti celebreremo in eterno» (Sal 78,13).
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«Pasci i tuoi agnelli presso le tende dei pastori» (Ct 1,7).

Maggio 1954

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2 Maggio 1954