Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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VIII

COMMEMORAZIONE DEI FEDELI
DEFUNTI

ISTITUZIONE

La pratica di commemorare i defunti è antichissima.
Fin dal principio la Chiesa pregava per i suoi trapassati: cantava Salmi, recitava preghiere, offriva la S. Messa, per il riposo delle loro anime. Non vediamo però, che vi fosse un giorno particolare per raccomandare a Dio tutti i morti in generale. Ma nel secolo X, la Chiesa, sempre diretta dallo Spirito Santo,
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istituì la Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti, per impegnare i viventi a compiere con maggior cura e fervore il grande dovere della preghiera per i morti, secondo la cristiana carità.

OVE NACQUE

La culla di questa commovente solennità fu l’abazia di Cluny.
S. Odilone, che n’era abate, sulla fine del secolo X, con la sua carità verso il prossimo, edificava la Francia. Estendendo sino ai morti la sua compassione non cessava di pregare e di far pregare per le anime del Purgatorio. Fu questa tenera carità che gli ispirò di stabilire nel suo monastero di Cluny ed in tutte le dipendenze, la Commemorazione di tutti i fedeli trapassati. Si crede, dice lo storico Beault, che vi fosse indotto da una rivelazione, poiché in un modo miracoloso, Dio si degnò manifestare quanto gli era gradita la divozione di Odilone.
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IL FATTO

Ecco come il fatto è riferito dagli storici. Mentre il S. Abate governava il suo monastero, un pio eremita viveva in una piccola isola sulle coste della Sicilia. Un pellegrino francese che ritornava da Gerusalemme, fu gettato da una tempesta su quello scoglio. L’eremita che andò a visitarlo, gli domandò se conoscesse l’abbazia di Cluny e l’Abate Odilone. «Certamente, rispose il pellegrino, li conosco, ma voi come li conoscete? E perché mi fate questa domanda?»
«Odo spesso, replicò il solitario, gli spiriti maligni lamentarsi delle pie persone che con le loro preghiere ed elemosine liberano le anime dalle pene del Purgatorio, ma particolarmente si lamentano di Odilone, abate di Cluny e dei suoi religiosi. Quando, dunque, sarete arrivato nella vostra patria, in nome di Dio, vi prego ad esortare quel santo abate e i suoi monaci a raddoppiare le buone opere in favore delle povere anime».
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Il pellegrino si recò all’abbazia di Cluny e riferì quanto aveva sentito. Perciò S. Odilone ordinò che in tutti i monasteri del suo istituto ogni anno si facesse, il giorno dopo Ognissanti, la commemorazione di tutti fedeli trapassati; recitando, fin dalla vigilia, il vespro dei defunti e il giorno dopo il mattutino, suonando tutte le campane, e celebrando una Messa solenne peri defunti.

SUA ESTENSIONE UNIVERSALE

Si conserva ancora il decreto che nell’anno 998 fu fatto a Cluny, tanto per quel monastero quanto per tutti gli altri dipendenti. Ben presto una pratica tanto pia passò ad altre chiese. Dopo qualche tempo si estese a tutto il mondo cattolico.
Il Papa Benedetto X conferì maggior solennità a questa commemorazione per i fedeli defunti. Stabilì che ogni Sacerdote possa, in tal giorno, celebrare tre Ss. Messe. Una può venire, dal
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sacerdote, applicata liberamente; la seconda invece deve venire applicata a tutti i fedeli in generale; la terza secondo la mente del Sommo Pontefice.
In tal giorno tutte le Ss. Messe godono dell’altare privilegiato ed hanno perciò annessa l’indulgenza plenaria.

DIO VUOLE PUREZZA PERFETTA

Il padre spirituale di S. M. Margherita Alacoque, il Beato Claudio de la Colombière, fu trattenuto in Purgatorio fino alla sepoltura del suo cadavere per alcune negligenze nell’esercizio dell’amor divino.
Grande era il fervore delle prime compagne di S. Teresa, che ella si era associate per la riforma del Carmelo. Eppure malgrado la loro santità, malgrado le loro eroiche penitenze, quasi tutte dovettero provare le pene del Purgatorio. Anzi nelle nobilissime visioni che la Santa ebbe sulla sorte futura delle anime appena tre ne vide volare subito
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in Paradiso. «Osserverò solo, dice ella, che di tante anime elette, da me conosciute in vita, ne ho viste tre sole volare direttamente in Cielo, senza passate per il Purgatorio».
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