Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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CIRCOLARE 154*

Descrive il volo tra Roma e l’India. Gli scali nei vari paesi suscitano riflessioni sempre apostoliche. Descrive con particolare calore l'incontro con i Paolini, non rivisti da molti anni a motivo della guerra.

PER VIA AEREA269

Ogni cattolico ama l'Oriente. Questo Oriente che contiene più di metà il genere umano, 1.200.000.000 circa; questo Oriente, intendo, che comprende la Turchia, l’Iraq, l'Iran, l'India, la Cina, le Isole Filippine, Giava, Borneo, Birmania, Mongolia, Corea, Manciuria, Giappone ecc. ecc.
Questo Oriente così lontano da Gesù Cristo, abitato da Mussulmani, Buddisti, Taoisti, Scintoisti, Induisti, pagani di tante specie.
Questo Oriente così buono, sano, pacifico, promettente. Questo Oriente mèta di conquistatori, di commercianti, dei comunisti e di tanti abili sfruttatori.
Questo Oriente a cui si sono rivolti i cercatori di anime, come S. Tommaso apostolo e S. Francesco Saverio, bagnato dal sangue di tanti Martiri.
Questo Oriente a cui la Chiesa tende le braccia.
Fermatevi e considerate: E’ forse ancora inutile il Sangue sparso da Gesù Cristo? E per sempre distrutta la primavera di anime e il lavoro di S. Francesco Saverio?
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Partiti regolarmente da Roma il 3 aprile. Ottimo il personale dell'Air France e Pan America e Bharat sotto ogni rispetto.
Ore 11.30 commemorato il discorso all'Areopago e il soggiorno di S. Paolo ad Atene.
Ad Istambul si arriva in anticipo. La città all'esterno appare quale una delle migliori d'Italia. Buon clima, popolazione gentile. Vi sono cinque chiese cattoliche, di cui due molto ben officiate e frequentate. Venti giornali quotidiani; molti cinematografi. Il presidente dello stato ha ordinato il riposo settimanale in Domenica per uniformarsi agli occidentali.
Nell'attraversare la città si cammina fra moschee e moschee; e quante bellissime e ricchissime! Ci dicono però che sono poco frequentate.
Se i nostri cooperatori per il Santuario «Regina Apostolorum» facessero un quinto di quanto qui viene offerto per le moschee... avremmo presto una chiesa tutta dorata.

La Messa del giorno 4 aprile ha particolari ragioni di essere fervorosa e con speciale intenzione: Gli infedeli (i Mussulmani in Turchia sono i nove decimi della popolazione), i nostri tutti. Ecco il senso del memento e delle tre Ave Maria.
All'albergo siamo messi al corrente del bene e della possibilità di una libreria internazionale paolina fra le tante e varie; e di un certo lavoro per il cinema. Ci parlano pure della Radio.
L'opera catechistica, il Digest di intonazione cattolica, il giornalino, appaiono fra le iniziative più necessarie.
Questa popolazione si fa amare, pure nelle difficoltà materiali e morali.
La luce del Vangelo potesse acquistare la velocità della luce materiale! e il calore dello spirito riscaldare tanto quanto si fa sentire il calore solare in questa regione! Istambul, centro di smistamento fra l'Oriente e l'Occidente come via aerea per viaggiatori e merci, potrebbe servire di travaso fra l'Occidente e il più lontano Oriente per il pensiero cristiano e per quanto costituisce la vita degli Occidentali, specialmente delle Nazioni latine cattoliche. Ci dicono: «Non ci stimate né pensate abbastanza. Siamo comprensivi, la nostra storia accelera il cammino».

Sorvolando la Palestina ringraziamo il Maestro Divino e la SS. Vergine che l'hanno santificate: «O Oriens»: Betlemme,
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Nazareth, Cafarnao, il Getsemani, il Calvario, il Cenacolo, il Monte dell'Ascensione. I viaggi di Gesù Cristo docente, che precede, che patisce, muore, redime, <sale in cielo ove ci attende>a.

A Damasco la nuova vita che si sovrappone alla tradizionale, le recenti ferite della guerra, la presenza di molti soldati e dei carri armati non ci distraggono dal pensiero principale: la conversione di S. Paolo.
La Chiesa dell'Apparizione di Gesù Cristo è a quattro chilometri dal nuovo centro della città. La Strada Diritta, «vicolo retto», oggi in pieno movimento - come le migliori vie di Roma
- ci avvicina alla casa detta di S. Anania. La costruzione, come una catacomba, è quella del tempo; ma divota ed officiata. L'icona rappresenta il Battesimo di S. Paolo. Recitiamo a nome di tutti i Paolini tre Gloria per la grande conversione (il tempo è brevissimo). «Vi benedico, Gesù, per la grande misericordia concessa a San Paolo nel mutarlo da fiero persecutore in ardente apostolo...».
La S. Messa a Damasco è ringraziamento per il nostro Padre Convertito; è invocazione per la conversione nostra; è supplica per la santificazione e l'apostolato di tutti.
Il mondo manca in gran parte della sua vera ricchezza: «il Cristo». Assenza del soprannaturale, della Chiesa, del Papa, nel gran mondo, dove vi è la parte dirigente e la moltitudine: omnes quaerunt quae sua sunt, non quae Jesu Christi270.

Per i due miliardi e duecento milioni di uomini occorrono ancora un milione e seicentomila Sacerdoti e Religiosi, sale e luce; 4.600.000 Suore che siano delle Marie: così fu stampato.
Il Santuario Regina Apostolorum, dev'essere centro orante per tutte le vocazioni: dei portatori di Cristo, come la Vergine dopo l'annunciazione alla casa di Zaccaria; come i dodici trasformati in Apostoli. Per la Chiesa, con la Chiesa e nella Chiesa. La divozione a Maria Regina degli Apostoli e di ogni
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apostolato appare sempre più necessaria e fruttuosa. Il problema e il lavoro fondamentale nella Chiesa e tra i cattolici è il vocazionario, «opera delle opere», secondo l'esempio e la parola di Gesù Cristo.

Damasco, patria dei cuori penitenti, principio della grande ascesa, alba di apostolato radioso: la Famiglia Paolina rivolge ad essa sguardi espressivi.

Benediciamo all’Iraq e all'Iran nelle rispettive soste. Recitiamo un rosario per queste anime, suffragando i Defunti e riparando i peccati contro Gesù Cristo Via, Verità e Vita, invocando i Protettori ed i Santi di questa regione.
Il mondo va rapidamente evolvendosi: i centri abitati, la cultura, il commercio si spostano. Rivoluzioni pacifiche e rapide avvengono attraverso la stampa, la radio, il cine, la televisione, l'aviazione, i movimenti politici, sociali, industriali, l'energia atomica... Occorre che la religione sia sempre presente; si valga di ogni mezzo nuovo come difesa e come conquista. Tutto di Dio, tutto per un migliore tenore di vita in terra e la gloria in cielo. Chi si ferma o rallenta è sorpassato; lavorerà un campo ove il nemico ha già raccolto.

Le librerie internazionali rendono presente in ogni nazione il Vangelo, il pensiero cattolico, la cattedra di Pietro, la Società S. Paolo. La Chiesa è Cattolica Romana. Le cattedre alzate contro il Maestro Divino sono innumerevoli. Ma quella di Gesù Cristo e del Suo Vicario ha virtù speciali. Attingere sempre più dal centro per portare sempre meglio alla periferia.

India. La statistica ci dà queste cifre: dei 400.000.000 di abitanti, soltanto 15.000.000 sanno leggere e scrivere. I cattolici sono 4.000.000.
E’ divisa in stati dopo l'indipendenza: ma la comprendiamo tutta nelle preghiere scendendo a Karachi. Occorre fare cattolico il Cristianesimo non solo di diritto e con insignificanti gruppi, ma in realtà e di fatto. I buoni e vari operai sono degli
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eroi. E’ tuttavia necessario aggiungere agli antichi e sempre ottimi sistemi di evangelizzazione anche i moderni, efficaci, veloci: si completerà l'opera di conquista. Così come disgraziatamente avviene nelle guerre moderne.
Grande consolazione a Delhi nel rivedere dopo 12 anni D. Alfonso Ferrero e Fra Bernardino, i quali risentono ancora un po’ le conseguenze della malattia e del filo spinato in cui trascorsero oltre sei anni. Sono dei veri ed integri Paolini. In Arcivescovado, oltre l'accoglienza paterna, troviamo su l'altare la scritta: «Magister adest», e la Messa è celebrata sotto lo sguardo della Vergine del Buon Consiglio.
All'aeroporto di Allahabad (città di Dio) l'incontro con S. E. il Vescovo ed i Nostri è quanto mai affettuoso; più caldo della temperatura di 42 gradi. Si entra subito a parlare di ciò che forma lo scopo del viaggio.
Casa paolina, letizia santa, vita nostra, apostolato intenso.
Allahabad, città del sapere, delle scuole, delle tipografie, delle case editrici. Enorme Università. Comunicazioni stradali, ferroviarie, aeree di prim'ordine. Cattedrale, Seminario, scuole religiose splendide. Cattolici 900. In tutta la vasta Diocesi 4.000. Mancano quasi del tutto le vocazioni locali; si devono cercare a Goa, Bombay, nel meridione dell'India.
La mentalità indiana, come le tradizioni e la vita, richiedono mezzi e vie nuove.
L'anima indiana è profondamente religiosa, riflessiva, quasi mistica (in senso largo) secondo la dottrina della metempsicosi, la trasmigrazione delle anime, le purificazioni, il panteismo. Nel momento attuale per un falso nazionalismo la indipendenza politica è unita alla difesa della religione e della donna. Le conversioni incontrano nuove difficoltà; così pure l'apostolato. L'indiano si guadagna, oggi, più con la carità che con l'istruzione.
Occorrono buoni operai per la vasta messe: essi sono veramente pochi «in gurgite vasto»: specialmente qui dove i fiumi sacri si incrociano e dove le manifestazioni religiose si mostrano più frequenti e più strane.

Primo Maestro

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154*. St. In RA, maggio (1949)1-3; in SP, maggio (1949)1-3. La presente puntata sul viaggio in Oriente e le seguenti descrivono soprattutto l'attività della Pia Società San Paolo, ma RA pubblica tutta la relazione e le dà grande importanza come si può notare dalla nota introduttiva che riportiamo: «Tra la posta quotidiana giunge a Roma ogni tanto qualche lettera che, per via aerea, ci porta gli scritti del Sig. Primo Maestro e della Sig.ra Prima Maestra in visita alle Case d'Oriente.
Per la gioia e l'incoraggiamento comune riportiamo qui la relazione che il Sig. Primo Maestro ha inviato da Allahabad (India) e un estratto del ‘giornale di viaggio’ inviato dalla Sig.ra Prima Maestra da Lipa» (per giornale di viaggio cf VPC 123,124).
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269 E’ il primo viaggio in Oriente di don Alberione: lo compì con Maestra Tecla: partirono da Roma il 3 aprile e rientrarono il 24 luglio 1949. Visitarono le comunità paoline di: India, Filippine, Giappone; proseguirono per il Messico, Stati Uniti, compiendo il giro del mondo.

a SP «attende il cielo»..
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270 Cf Fil 2,21: «Tutti cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo».