Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE VI
GLI ESERCIZI SPIRITUALI E LA VOCAZIONE

La vocazione secondo il Vangelo

Leggiamo il tratto di Vangelo di S. Matteo (19,16-29):
Ed ecco, gli si presentò un tale, dicendo: Maestro, qual bene dovrò fare io per avere la vita eterna? Gli rispose: Perché mi interroghi riguardo al bene? Uno solo è buono, Dio. Se vuoi entrare nella vita, osserva i Comandamenti. Quali? gli domandò. E Gesù rispose: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, e ama
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il prossimo tuo come te stesso. E il giovane gli disse: Tutto questo io l’ho osservato sin da fanciullo: che altro mi manca? Gesù gli rispose: Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quanto hai, dàllo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi. Ma il giovane, udite queste parole, se ne andò via rattristato, perché aveva molti beni. E Gesù disse ai suoi discepoli: In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Sì, ve lo ripeto: è più facile che un cammello entri per la cruna di un ago, che un ricco nel regno di Dio. Udito ciò, i discepoli, molto meravigliati, esclamarono: Chi potrà dunque salvarsi? E Gesù, guardatili, disse loro: Questo è impossibile agli uomini; ma a Dio tutto è possibile. Allora Pietro prese a dirgli: Ecco, noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito: che cosa dunque avremo noi? E Gesù rispose loro: In verità vi dico: voi che avete seguito me nella rigenerazione, quando il Figlio dell’uomo sederà sul trono della sua gloria, sederete anche voi sopra dodici troni per giudicare le dodici tribù d’Israele. E chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o moglie, o figli, o campi, per il mio nome, riceverà il centuplo, e avrà in eredità la vita eterna.
Di qui si rileva:
1. Prima condizione per aspirare alla vita religiosa è l’aver già praticato i comandamenti.
2. Gesù risponde esplicitamente che cosa richiede tale vita: povertà (lasciare i beni terreni); castità (lasciar la famiglia); obbedienza (lasciare la volontà propria). Sempre parlare con chiarezza agli Aspiranti.
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3. Sono di impedimento gli affetti sregolati: alla ricchezza, ai piaceri, alla libertà, o superbia.
4. In cambio di quanto si lascia, Gesù promette il centuplo e la vita eterna.
Le Costituzioni dopo aver determinato il fine della Società e quali persone la compongono, trattano delle qualità richieste negli Aspiranti.

Ammissioni nell’Istituto

Prima, chi può entrarvi.
Art. 17. Può essere ammesso nella Società qualsiasi cattolico che sia idoneo ad adempiere gli obblighi e ad esercitare le opere della Società, che sia mosso da retta intenzione e sia libero da ogni impedimento. Perciò si escludano tutti quelli che chiedono l’ammissione mossi da altra intenzione che non sia il conseguimento della propria santificazione e il consacrarsi al bene della Chiesa, secondo le presenti Costituzioni.
Quindi: che sia cattolico; sebbene appartenente a rito diverso, per il quale è richiesta la dispensa; che sia idoneo ad adempiere gli obblighi e le opere della Società, per intelligenza, salute, carattere; che sia mosso dal desiderio di santificarsi, farsi religioso, perseverare nell’Istituto; che sia libero dagli impedimenti enumerati negli articoli seguenti:
(Costituzioni artt. 18-22: v. sopra I, 81-82).
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Molto si amano le vocazioni tardive. Tuttavia occorrono ragioni gravi e con la dispensa del Superiore Generale con il consenso (non solo il parere) per ammettere al Noviziato chi ha oltrepassato i ventitré anni. Ne segue che occorreranno ragioni gravissime ed il consenso del Consiglio Generale per ammettere chi ha oltrepassato i trenta anni. Neppure si chieda, come regola. È anche molto pericoloso incominciare con le dispense; quasi sempre diverrebbero religiosi poco o niente osservanti. Ognuno sin dall’inizio deve sentire il culto della regola.
Molto difficilmente si riammetta chi già in antecedenza era uscito dall’Istituto.
Conchiudo quindi con l’art. 30 che tutto chiarisce e determina:
Art. 30. Lo sviluppo e la stabilità di tutta la Società dipendono molto dall’accurata scelta e ammissione dei candidati, fatta non alla rinfusa, ma con ponderatezza e prudenza.

Lo spirito degli Esercizi

Come ogni pratica di pietà contenuta nel libro delle preghiere ha uno spirito paolino, secondo la devozione a Gesù Maestro, così gli Esercizi spirituali. Essi sono la grande pratica annuale, in casa adatta, in circostanze e vita favorevoli, prolungata per più giorni.
La vera pietà investe tutto l’essere per portarlo all’amore di Dio. È il compimento di tutto il primo comandamento: amare il Signore con la mente, il sentimento, la volontà.
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Quello che sono gli Esercizi spirituali.1 – Gli Esercizi spirituali sono uno spazio di tempo (tre giorni, cinque giorni, otto giorni, trenta giorni) dedicato ad esercitarsi in atti di fede, di amore, di pietà, onde ordinarci ed unirci a Dio per una vita più santa e la beatitudine celeste.
Esercizi spirituali: a differenza degli esercizi militari, o di ginnastica, o di canto, o di traduzione, o di aritmetica e simili.
L’unione con Dio si stabilisce nel Maestro Divino, Gesù Cristo Via, Verità e Vita.
Vi sono Esercizi spirituali di conversione, altri di perfezionamento, altri per la vocazione, altri per la vita religiosa e vita sacerdotale. Ma la loro funzione generale è sempre di portare un rinnovamento integrale nella pratica della religione, sia interiore e sia esteriore, in privato ed in pubblico. Si mira infatti a santificare tutto l’uomo: mente, volontà, sentimento; secondo il proprio stato o vocazione o ambiente: perciò si devono meditare dogma, morale e culto.
Gli Esercizi spirituali si possono dividere perciò in tre parti:
– nella prima si risvegliano e approfondiscono i principi fondamentali della fede, che sono contenuti nel Credo, onde pensare come Gesù Cristo (dogma);
– nella seconda parte si meditano i principi fondamentali della retta vita umana, cristiana, religiosa, sacerdotale, i comandamenti e i consigli evangelici, onde vivere come Gesù Cristo (morale);
– nella terza l’anima si innesta in Cristo con la preghiera nel senso più largo: tu cum olivaster esses, insertus
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es... in bonam olivam (San Paolo),2 come la buona oliva si innesta sull’olivastro portando vita e fruttificazione nuova che è la carità (culto).
Si otterranno i due frutti della purificazione e l’orientamento pieno della vita in Cristo: mihi vivere Christus est.3

Quello che non sono gli Esercizi spirituali. – Sarebbe grave errore ridurre gli Esercizi spirituali a letture o ascoltare prediche e fare alcune preghiere; occorre soprattutto riflettere pregando. Meditare, esaminarsi, lavorare e attivarsi interiormente per approfondire, applicare; esercitarsi in atti di speranza, di pentimento, di desiderio, di riparazione, di offerta, di sottomissione a Dio, di domande, di propositi, di preghiere, ecc.
Non si tratta né di studio teorico, né di letture per cultura o sollievo; né di un silenzio sdegnoso od ozioso.
Non si tratta semplicemente di abbandonarsi all’operazione della grazia; ma di attivarsi, onde preparare il terreno al seme divino; di cooperare al suo nascere e crescere; e di portarlo alla piena maturazione, sempre ricordando che siamo cooperatori: non quod sufficientes simus cogitare aliquid a nobis quasi ex nobis, sed sufficientia nostra ex Deo est.4 Deus est enim qui operatur in vobis et velle, et perficere pro bona voluntate.5 Quindi intrecciare santamente preghiera ed azione. Si devono mettere in attività tutte le nostre potenze, mente, cuore, fantasia, memoria, lingua, udito, occhi, ecc.: l’essere intero.
Si possono fare Esercizi spirituali senza prediche ed anche senza letture; ma non si fanno mai senza questo
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lavorio nostro. Il frutto di essi è proporzionato al raccoglimento e all’ordinamento delle nostre forze spirituali e corporali verso il fine degli Esercizi: che ognuno deve determinarsi sin da principio.
Il grande Protettore degli Esercizi spirituali, Sant’Ignazio di Loyola, dice: Tanto più si approfitterà quanto più l’esercitante si apparterà dagli amici e conoscenti e da ogni sollecitudine terrena, ritirandosi in luogo ove rimane nascosto quanto più possibile. Parole che corrispondono a quelle del Maestro degli Esercizi, Gesù Cristo: venite in desertum locum et requiescite pusillum.6
Soli con Dio! Né visite, né lettere, né divagazione dei sensi, né conversazioni di amici; ma solitudine interiore ed esteriore. Il silenzio è come l’anima del raccoglimento: juge silentium cogit cœlestia meditari.7 Esso dà la possibilità di parlare con Dio, di sentire Dio e ricevere da Dio; nel pio silenzio l’anima si ripiega su di sé e meglio si conoscerà e meglio si eleverà a Dio. Subirà le divine attrattive, entrerà in intime conversazioni con Lui e pregherà con Sant’Agostino: noverim me, noverim Te.8
Tre vantaggi: la mente si concentrerà più facilmente nelle verità; meglio l’anima si preparerà alla infusione della grazia; e la volontà tutto ordinerà più facilmente al fine degli Esercizi spirituali.
Oh, avessi le ali come una colomba per volarmene via e riposare! Ecco, fuggirei lontano, lontano; e mi fermerei nel deserto. Aspetterei (là) colui che può parlarmi [cf. Sal 55,7-8].
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Il ritmo annuale

Anno di spiritualità. – Vi è l’anno scolastico, vi è l’anno commerciale, vi è l’anno liturgico, ecc., e vi è anche l’anno spirituale. Questo si estende tra un corso di Esercizi ed il successivo dell’anno seguente.
Come per ogni anno scolastico il maestro si prepara un programma che svolgerà giorno per giorno e mese per mese sino al completamento: così l’esercitante in un corso di Esercizi si prepara il lavoro spirituale interiore ed esteriore di un anno, sempre incastonato o come parte del programma di vita: la salvezza in Cristo e nella Chiesa: vivo ego iam non ego, vivit vero in me Christus.9 In questo sta la perfezione cristiana, religiosa, sacerdotale.
Stabilirsi totalmente in Gesù Maestro Via (volontà), Verità (mente), e Vita (sentimento); anzi, arrivare alla suprema altezza della nostra personalità: io che penso in Gesù Cristo, io che amo in Gesù Cristo, io che voglio in Gesù Cristo; o Cristo che pensa in me, che ama in me, che vuole in me.

Per la pratica. – L’ossatura degli Esercizi e del loro frutto è segnata da Sant’Agostino con queste parole: L’uomo è un viatore; il punto di partenza è il peccato; il termine è Dio; la via che a Lui conduce è Gesù Cristo. Ora l’uomo è intelligenza, volontà e sentimento. Per pensare in Cristo occorre meditare le verità da Lui predicate; per volere in Cristo occorre contemplare la sua vita dall’Incarnazione alla glorificazione; per amare in Cristo dobbiamo far nostro il suo cuore; togliendo ogni altro amore e stabilendo in noi il duplice amore di Gesù Cristo al Padre ed agli uomini.
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Disposizioni ed aiuti. – Prima di iniziare gli Esercizi spirituali:
1. Determinare in generale il frutto da conseguirsi.
2. Scegliere i libri che si vogliono usare, il Confessore o Direttore che si intende consultare. Servirsi pure dei taccuini o quaderni per appunti e riflessioni proprie, propositi, programmi.
3. Per più giorni pregare con umiltà e fede perché da essi si possa ottenere di incominciare una vita nuova.
4. Ingredere totus, mane solus, egredere alius.10 Disporre tutto per il raccoglimento interno ed esterno.
5. Il predicatore, se vi è, altrimenti guidi gli esercitanti il direttore, anche in generale, col dare indirizzi ed avvertenze, nell’esordio o nella conclusione delle prediche o meditazioni: raccoglimento, difficoltà, tentazioni, modi degli esami, motivi del dolore, formazione del programma per il futuro, i gradi di orazione, il rafforzamento dei punti deboli per l’esercitante, la delicatezza di coscienza, il discernimento degli spiriti, le penitenze ben ordinate, le occasioni di merito o di peccato, i mezzi di perseveranza, la pietà completa; soprattutto nella terza parte degli Esercizi spirituali guidare l’anima a ricevere e mettersi sotto l’azione dello Spirito Santo e con Lui cooperare, secondo la parola di S. Paolo: caritas Dei diffusa est in cordibus nostris per Spiritum Sanctum habitantem in nobis.11

Condizioni. – Perché il predicatore o il direttore degli Esercizi spirituali guidi bene un corso di Esercizi spirituali,
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è necessario che tenga gran conto delle condizioni psicologiche e spirituali degli esercitanti. Inoltre:
1. Santità, preghiera, penitenza.
2. Predicare in Cristo Maestro: con stima dell’uditorio e comprensione dei suoi bisogni.
3. Ispirarsi alla bontà di Gesù: e ispirare fiducia.
4. Prestarsi alle richieste degli esercitanti, per le confessioni e direzione spirituale.

Temi degli Esercizi

Meditazioni ed istruzioni. – Per rinnovare ed elevare l’uomo, gli Esercizi si compongono di tre parti: la prima destinata a togliere l’errore o l’ignoranza con la meditazione delle verità rivelate; la seconda destinata a togliere le cattive abitudini con la meditazione degli esempi ed insegnamenti divini; la terza destinata a togliere il peccato e gli attaccamenti umani con l’orazione nel senso più largo e la meditazione sui mezzi di grazia. Avremo così innanzi a noi rappresentato il quadro della religione nelle sue linee fondamentali: dogma, morale e culto, e si farà la strada stabilita da Dio per arrivare a Lui, strada che è il Maestro Divino, Verità, Via e Vita.
a) Dogma (verità)
Credo in Dio Padre onnipotente, Creatore del Cielo e della terra.
Ed in Gesù Cristo Suo unico Figliuolo Nostro Signore.
Il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocefisso, morì e fu sepolto.
Discese all’inferno, il terzo giorno risuscitò da morte.
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Salì al Cielo, ove siede alla destra di Dio Padre.
Di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo.
La Santa Chiesa Cattolica, la Comunione dei Santi.
La remissione dei peccati.
La resurrezione della carne.
La vita eterna. Amen.
b) Morale (via)
Vivere il Cristo come cristiani, religiosi, apostoli, Sacerdoti.
Atti umani e loro responsabilità.
La coscienza.
I Comandamenti.
I doveri sociali (famiglia, Chiesa, società civile).
I Consigli.
Il Papa come maestro di fede, di morale, di preghiera.
La volontà di Dio.
Difficoltà: demonio, mondo, carne.
Virtù e vizio.
Il mio passato, presente, futuro (programma).
L’apostolato, o i doveri di stato.
c) Culto (vita)
La grazia santificante e la grazia attuale.
Vangelo.
Eucaristia: Visita, Messa, Comunione.
Liturgia.
Divozione a Gesù Maestro.
Divozione a Maria Regina Apostolorum.
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Divozione a San Paolo.
Vita progressiva mediante la purificazione e l’ascesa nella conoscenza, l’amore, l’unione con Gesù Cristo.
Ascetica e mistica.
Il merito.
Preghiera in generale.
Le pratiche paoline di pietà quotidiane, settimanali, mensili, annuali.
Questi argomenti vengono suggeriti come indirizzo. Vi sarà da togliere, aggiungere, sostituire, notando che vi sono Esercizi spirituali di tre e fino a trenta giorni. Sono indicati come quelli che nell’insieme, sostanzialmente, rispondono alla piena devozione a Gesù Maestro, ed al maggior profitto degli esercitanti.

Avvertenze

1. Per i religiosi professi, normalmente, più sono avanzati nella vita religiosa più si deve mettere l’accento sull’esercizio di unione, per cui la terza parte più che presentata sotto forma di istruzione o meditazione volitiva sugli argomenti proposti, dovrebbe prendere la forma di contemplazione attiva dei misteri che vi si riferiscono, così da parteciparvi con la mente, col cuore, con la volontà, con i cinque sensi esterni e i sensi interni.
In tal modo l’anima si dispone a ricevere anche la contemplazione infusa; perché va ricordato quanto scrivono autori di Teologia mistica, che, cioè, tutti i fedeli, ed a maggior ragione le anime consacrate, hanno diritto di chiedere a Dio il dono mistico della contemplazione infusa (non dei fenomeni straordinari, che Dio concede o non concede secondo i suoi disegni); pochi
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li ricevono, appunto perché non sanno di poterli chiedere e non vi si dispongono; lo svolgimento normale della vita religiosa li dovrebbe viceversa preparare.
2. Sempre per la meditazione come per l’istruzione, devesi impiegare almeno un’ora tra predica (o lettura) e riflessi.
3. Quando è presente il Superiore Generale, o il Superiore Provinciale, si potrebbe negli ultimi due-tre giorni, mattino e sera, fare le consuete meditazioni; invece alle ore 9 e 15,30 tenere conferenza-conversazione sopra la pietà, lo studio, l’apostolato, l’amministrazione, la formazione umana e religiosa, e argomenti che interessano la Congregazione e la Provincia.
4. È necessario che ad ogni meditazione od istruzione faccia seguito un periodo di riflessi – da farsi possibilmente nel luogo stesso – e tale da raggiungere, con la meditazione, un’ora. Di conseguenza sarà utile che ognuno provveda a prendere appunti nel corso della predica.
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1 Per questa Istruzione sugli Esercizi spirituali, cf. San Paolo, agosto-settembre 1956 (CISP 704-711).

2 “Tu, che eri oleastro, sei stato innestato... su un olivo buono” (cf. Rm 11,24).

3 “Per me vivere è Cristo” (Fil 1,21).

4 “Non però che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio” (2Cor 3,5).

5 “È Dio infatti che suscita in noi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni” (Fil 2,13).

6 “Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’” (Mc 6,31).

7 “Il silenzio prolungato costringe a meditare le realtà celesti”.

8 “Che io conosca me, che io conosca Te”.

9 “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Ga 2,20).

10 “Entra con tutto te stesso, resta solo, esci diverso”.

11 “L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo abitante in noi” (cf. Rm 5,5).