Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XXXV
SAN PAOLO
Aprile-Maggio 1960
Roma Casa Generalizia,

AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)

DOPO L'ADUNATA SS. ESERCIZI

(ARICCIA - APRILE 1960)

In lode e ringraziamento a Gesù Maestro, a Maria Regina, a San Paolo nostro Padre

L'adunata dell'aprile scorso per il corso straordinario degli Esercizi SS. nella Casa Divin Maestro ad Ariccia, con la grazia di Dio ebbe buon risultato. Centoventicinque presenti; Religiosi che già hanno tanto fatto nell'Istituto; rappresentate ventun nazioni, quarantotto case; svolgimento regolare secondo il programma prestabilito; 58 meditazioni (D. Roatta, D. Costa Giov., D. Marazza, D. Lamera, D. Paganini); 60 istruzioni del Primo Maestro; tre conclusioni del Vicario Generale; circa 18 conferenze con fruttuose conclusioni su quanto si doveva fare.

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Ero stato prima a prendere la benedizione del Papa con il Vicario Generale ed il Consigliere Generale D. Gambi. Si concluse con una udienza straordinaria il giorno 30 aprile per tutti, in cui il Santo Padre dimostrò tale bontà e confidenza da commuoverci tutti.

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Umanamente non poteva riuscire meglio; quanto allo spirito, divinamente: aggiornamento della nostra vita alle Costituzioni; aggiornamento dell'istituto alla Famiglia Paolina; programmi per reclutamento e formazione delle vocazioni; riesame delle quattro parti (o ruote): spirituale, intellettuale, apostolica, economica (umana); collegamenti tra le nazioni di una medesima lingua per l'apostolato edizioni di stampa e cinema; aggiornamenti in molti punti, così che si è sentito più volte: «il grande progresso!», «ci sembrano delle felici rivelazioni», «molte cose sono chiarite».
Più di tutto: la grande gioia di rivederci, di pregare e vivere assieme; di incoraggiarci vicendevolmente; di riconfermare e ripetere la nostra donazione al Signore, di vita religiosa - paolina e di apostolato sempre più intenso e pastorale.
Particolarmente nelle tre prime settimane si è stabilita la nostra vita in Gesù Cristo, Via, Verità e Vita, sino a poter dire: non sono più io che vivo; invece vive Gesù Cristo in me.
Tutti i Fratelli hanno sottolineato, in molte maniere, l'utilità massima di questa adunata Esercizi santi.
Tra le cose conosciute meglio, e che servono di buon orientamento, vi è quanto stabilisce la Sedes Sapientiae, l'ultima probazione, detta presso i vari istituti: secondo noviziato, noviziato apostolico, anno di perfezionamento, scuola dell'affetto, terza probazione. Cade circa il trentesimo anno di età, quando già si è forniti di esperienza personale e si sente il bisogno di luce e di grazie nuove per muoversi definitivamente nella vita, nel ministero, nell'apostolato.
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Compito: a) Nella preghiera e sotto la guida di prudente Maestro riesaminare lo stato dell'anima e della formazione personale.
b) Consolidare la formazione morale e le virtù religiose e sacerdotali, per mezzo di preghiere ed istruzioni.
c) Rafforzare lo spirito apostolico, preparandosi a tutto il resto della vita.
d) Più profonda conoscenza dell'Istituto e conseguente aggiornamento ad esso.
Modo: Nella Congregazione nostra si pensava di ottenere questi frutti con il requiescite pusillum: le difficoltà furono parecchie. Nel frattempo è uscita la Costituzione Apostolica «Sedes Sapientiae», che fra i modi di compiere questa ultima probazione, o secondo noviziato, suggerisce: (Art. 53) che dopo circa cinque anni dall'Ordinazione si «tenga un corso più lungo di Esercizi Spirituali e siano impartite istruzioni adatte...».
Perciò ecco il grande corso di Esercizi Spirituali; così è provveduto, perché in questo corso è assorbito il requiescite pusillum.

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Si terrà per tutti. Così sono già state annunziate le adunate-Esercizi Spirituali per il 1962, 1964.
A suo tempo si comunicherà la data.

Sac. G. Alberione


L'AUGUSTA PAROLA DEL S. PADRE

Diamo il testo del discorso che S.S. Giovanni XXIII ha rivolto ai Sacerdoti e Discepoli paolini, nella memoranda udienza del 30 aprile scorso.
L'udienza, durata circa mezz'ora, si è svolta nella Sala del Concistoro, dove i partecipanti agli Esercizi Spirituali, hanno accolto la luminosa e paterna figura del S. Padre con fragorosi battimani.
Il Primo Maestro ha rivolto all'Augusto pontefice il seguente devoto filiale indirizzo di omaggio:

Beatissimo Padre,
Da varie nazioni siamo venuti, come S. Paolo, «videre Petrum», felici di contemplare nel Pastore universale delle pecore e degli agnelli Gesù Cristo stesso.
Dopo un mese di Esercizi Spirituali chiediamo la Benedizione Apostolica sui nostri propositi, affinché possiamo vivere la nostra vita religiosa fedelmente. Siamo legati al Papa da un quarto voto speciale con l'impegno di portare ovunque il Vostro nome, centro dell'unità di fede, morale e culto, con i mezzi propri dell'Istituto: apostolato delle edizioni.
Beatissimo Padre, una sola parola: crediamo, viviamo, amiamo preghiamo secondo le Vostre intenzioni, specialmente per ciò che tanto vi sta a cuore: il Concilio Ecumenico.
Chiediamo la Vostra Apostolica Benedizione per tutti quelli che rappresentiamo.

p. Umilissimi figli paolini
Sac. G. ALBERIONE Sup. Gen.


Roma, 30 aprile 1960.
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Ed ecco la risposta del S. Padre, così come l'ha potuta raccogliere il nostro stenografo.

Venerato Padre Fondatore e diletti Sacerdoti e Fratelli della Società S. Paolo,
Intendo anzitutto scusarmi per non aver potuto esaudire il vostro desidero di assistere alla celebrazione della mia S. Messa. Non è mancata la mia buona disposizione di onorare questo Convegno dei Sacerdoti della Congregazione di S. Paolo con la mia Messa, ma non ho potuto. Non dipende sempre da me. Per conto mio sono incline piuttosto all'affermazione che alla negazione, ma mi è stato detto (e il S. Padre accenna ai prelati che l'accompagnano): non incominciamo con queste concessioni, non creiamo precedenti, altrimenti non sappiamo dove andremo a finire. E noi ci adattiamo con pazienza, sempre benediciamo il Signore!
E ora permettete, cari Sacerdoti, che io richiami alcune care impressioni della mia adolescenza; impressioni che io trassi dalla vita di San Giuseppe Benedetto Cottolengo. Più tardi quelle stesse impressioni mi risuscitò la visita alla Piccola Casa della Divina Provvidenza in Torino. Quella piccola, ma grande Casa, con tanti padiglioni per ogni genere di infermità. E quante famiglie per alleviare quelle infermità. Cose meravigliose! Meraviglie che sanno fare i piemontesi. San Giuseppe Cottolengo, sospinto dalla carità di Cristo, iniziava la sua opera destinata a non arrestarsi. Anche i Salesiani erano già in cammino. Quelle opere di Dio si sono sviluppate, si sono diffuse non solo in Italia ma in tanti altri Paesi, dovunque hanno messo robuste radici e fruttificato con abbondanza. C'è sempre abbondanza e non crisi del bene. Le loro case e i loro seminari si sono moltiplicati.
Veramente questa parola
Seminario, nel senso voluto dai Padri del Concilio Tridentino, sta ad indicare gli Istituti di formazione del Clero secolare destinato al servizio della Diocesi. In seguito il senso si è allargato e i religiosi, che hanno sempre maggior forza del Clero secolare, l'hanno assunto per le loro istituzioni e si hanno così i Seminari serafici, i Seminari cherubici, i Seminari giuridici e così via. Dobbiamo però convenire che solo il Seminario Diocesano è propriamente detto il Seminario nel senso del Concilio Tridentino.
E le meraviglie di queste opere fioriscono e crescono col passare degli anni.
Le opere della Società S. Paolo camminano sulla scia del Cottolengo con la differenza che, mentre quelle erano ispirate alla carità, queste si volgono di preferenza all'intelligenza.
Sono ispirate all'amore per la verità. Sono destinate ad onorare l'ottavo Comandamento, che è il più pericolante fra i Comandamenti del Signore. Vedete come la bugia sia al fondo delle relazioni tra uomo e uomo. Nel mondo tutto si risolve in un tradimento della verità. L'ottavo Comandamento ci richiama al culto della verità, e Voi, diletti Sacerdoti della Società S. Paolo, Voi andate dritto, voi colpite giusto e opportunamente in questa battaglia per il trionfo della verità, che è la battaglia per Dio, per Cristo, il Verbo di Dio incarnato che è la Verità.
Come sono lieto di poter abbracciare con uno sguardo d'insieme l'opera vostra! Io non ebbi in passato particolari contatti con Voi, per le circostanze che provvidenzialmente guidarono la mia vita e mi condussero lontano, ma quei pochi contatti che ho avuto mi hanno dato modo di apprezzare, come lo apprezza la Chiesa, il vostro buon lavoro.
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Già il Beato (e futuro Santo) Gregorio Barbarigo, vescovo di Padova e fondatore del Seminario e della tipografia che porta il suo nome, diceva che i libri sono un grande mezzo per diffondere la conoscenza di Dio, per difendere la verità in mezzo al popolo, soprattutto se questa è offerta in una forma conveniente.
Si degni il Signore benedire questi degni Padri qui raccolti, sotto l'insegna di S. Paolo, con una speciale benedizione!

Ecce odor filii mei, sicut odor agri pleni, cui benedixit Dominus (Gn 27,27).
La benedizione del Patriarca Isacco al figlio Giacobbe.
La parola del venerato Padre Fondatore ci ha illuminati sulle molte e mirabili manifestazioni del vostro apostolato, facendoci constatare l'aiuto efficace che voi date alla verità. Che immensa fioritura di bene nel campo dell'apostolato della stampa che risponde così bene alle esigenze moderne. Mi felicito con voi!
Ora voi siete reduci da un mese di spirituali esercizi con l'anima ripiena della luce e della grazia di Dio. Sta bene la santità alla base di questa grande seminagione.
Odor agri pleni! affinché essa porti i suoi frutti, abbondanti e duraturi. Io sono sicuro che li porterà. Quando noi siamo uniti con Gesù Cristo, sorgente di carità e di verità, ogni nostra attività ha buon principio e avrà ottimo successo. Voi avete la capacità e la forza di compiere opere di apostolato adatte alle esigenze dei tempi e capaci di rinnovare il mondo. Cui benedixit Deus!
Ho avuto in Francia modo di seguire un poco lo svolgersi del vostro apostolato. Il lavoro compiuto dalla Bonne Presse nelle diverse parti di quel Paese è degno di lode, come il lavoro che la Pia Società S. Paolo compie nel mondo intero in collaborazione con le Famiglie Femminili associate, poiché anche alle buone figlie di Eva è riservato ampio campo d'attività e soddisfazioni di bene.
Alla Piccola Casa del Cottolengo mi fu detto che nei diversi grandi padiglioni otto famiglie si dedicano al servizio degli infermi. Anche voi non avete voluto essere soli; anche voi avete otto famiglie che lavorano insieme con voi, nella vita religiosa e nel secolo, e avete preso come compagni di viaggio dei celesti Protettori quali l'Arcangelo San Gabriele. Com'è vasta e meritoria la seminagione spirituale! Lo scrittore, attraverso le sue pagine, come il predicatore per mezzo della parola, genera le verità nelle anime ed è con santo compiacimento che egli ritrova se stesso nel bene compiuto. Non per invanirsene, ma per gustare una gioia soprannaturale. Poter dire: Ho dato la verità! Questa verità è uscita dal mio cuore. Certo, questo risultato è frutto di umiltà, di perseverante fiducia. Siamo tutti servi, tutti uniti e compatti al servizio della Chiesa.
Il venerato Padre Fondatore ha voluto offrire le preghiere vostre per il futuro Concilio. Vi ringrazio. Preghiamo tutti. Anche in Vaticano abbiamo le nostre devozioni. Anche quest'anno faremo il mese di Maggio e tutti i giorni il Predicatore Apostolico offrirà un pensiero ai nobili residenti nella Città del Vaticano ed a quanti vorranno partecipare alla funzione che si terrà nella Cappella Paolina dedicata a Maria Mater Boni Consilii. L'intenzione dello scorso anno era per il Sinodo Romano. Esso è stato celebrato ed è ben riuscito, con la grazia di Dio. Quest'anno l'intenzione sarà questa: invocare le Divine Benedizioni sui lavori preparatori del Concilio Universale. Benché si esiga un immenso lavoro, i preparativi sono a buon punto. Da ogni parte della terra ci giunge l'eco delle impressioni favorevoli che il Nostro invito ha suscitato tra i cattolici e tra i nostri fratelli separati.
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Quando Leone XIII rivolse ai cristiani orientali dissidenti il suo invito alla riconciliazione, non si ebbero che cattive risposte. Oggi invece le risposte sono buone ed aprono il cuore alla speranza. Noi dobbiamo aprire le braccia a questi fratelli, ascoltarli perché non tutto il torto è dalla loro parte. Anche noi dobbiamo riconoscere i nostri torti. Non che l'invito sia per il Concilio. Questo è riservato ai Vescovi della cattolicità, per aggiornare le cose nostre tra di noi, senza che altri intervenga a discutere e fare maggior confusione. Quindi prima celebreremo il nostro Concilio e poi si potrà trattare.
Intanto i lavori procedono alacremente e sono davvero benedetti dal Signore. È l'intenzione che di cuore affido alla vostra pietà. Fate anche voi come gli avvocati concistoriali che in Concistoro postulano per le cause dei Santi. Prima chiedono che si proceda
instanter e poi pregano instantius ed infine instantissime.
Vi raccomando la Santa Chiesa Cattolica. Pregate per la sua unità. Ut unum sint! Continuate nei vostri generosi sforzi per l'avvento di un mondo migliore.
Questo è il mio saluto, il mio incoraggiamento. Con questo animo benedico voi tutti presenti a questo sacerdotale convegno, benedico i vostri propositi, le vostre Congregazioni, le persone e le cose che portate nel cuore.

Il Santo Padre impartì l'apostolica benedizione.

L'«Osservatore Romano» in data 4 maggio, pubblicava una dettagliata descrizione della nostra udienza, riportando al completo il senso del discorso del S. Padre.
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L'ONU DEI PAOLINI

Ed ecco l'articolo apparso sul N. 8 di Orizzonti, riguardante il raduno paolino.

Un vento caldo soffia da sud-ovest, scivola sulle cime dei castagni, dei larici e sulle abetine del bosco di Ariccia, scende a increspare le acque del lago, specchio d'azzurro che trema sul fondo, come uno zaffiro in una coppa di smeraldo. Ci ricorda una pagina del Libro di Dio, là dove si parla di un vento gagliardo che invase la casa ove gli apostoli attendevano in preghiera il Paraclito. Il vento di Pentecoste. Qui, sul lago, in una moderna costruzione che occhieggia tra il verde è accaduto qualcosa di simile in questo mese di aprile. E' passato il soffio dello spirito sui centovencicinque religiosi paolini qui convenuti per uno straordinario rendez-vous, un ritiro così impegnativo e determinante, così pregno di premesse e di realizzazioni programmatiche, da poter esser adombrato in una pentecoste, sia pure di tono minore.
Centoventicinque anime consacrate, hanno lasciato le consuete vie del loro cammino. Sono venute dalle piste assolate e dal clangore degli stabilimenti; da ogni campo di apostolato. Sono venute a seppellirsi nella solitudine. Solo con Dio, le anime sono libere di ripensare al passato, risalire l'onda degli anni e - con un colpo d'ala rifugiarsi nel futuro, riposare nel Consolatore che allieta la giovinezza e premia lo stanco operaio al tramonto della sua faticosa giornata.
Sono venuti questi lavoratori di Dio da 48 residenze, in rappresentanza di 21 nazioni disperse sui 5 continenti.
Quell'anima illuminata che è il Sacerdote Giacomo Alberione, ha voluto offrire ai suoi figli che dalla prima ora portano il peso dell'apostolato, questo intermezzo evangelico, questo riposo dello spirito che, con tipica espressione, è detto: «Requiescite pusillum».
Questo riposo, nella cornice solatìa dei colli, sul tappeto verde, punteggiato di armonie, che svetta tra il monte e il lago, nelle albe periate di guazza o nella pioggia d'oro dei tramonti - questi incantevoli tramonti romani! - non è ozio tuttavia. Lo spirito lavora intensamente sotto l'afflato dello Spirito, invocato senza posa: «Veni Sancte Spiritus!».
L'aspetto che però intendo sottolineare, in questo convegno, è quello di incontro ad alto livello delle anime più impegnativamente ancorate e responsabili nell'apostolato paolino delle edizioni di stampa, radio, cinema e televisione.
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E' questa una tipica espressione che qualifica e consacra la fatica dei religiosi paolini. E' risaputo pressoché da tutti che la Pia Società San Paolo è un organismo moderno, che - sotto l'egida della Gerarchia - intende lievitare la società, il nostro tempo, con l'irradiazione del divino messaggio, attraverso le tecniche più meravigliose ed efficaci che il genio dell'uomo va via via scoprendo e - oggi - attraverso la stampa e le tecniche visive e audiovisive. Programma di risonanze e di strutture davvero apostoliche!
Questa irradiazione è già operante - sia pure nei suoi inizi modesti - su tutti i Continenti, da poco più di quarant'anni. Ora il Padre di tutti questi operai evangelici, ha convocato questi uomini, bruciati dal lavoro, induriti dalle esperienze, addolciti dall'amore. Bisogna mettere in comune le esperienze, fondere gli sforzi, le armi dell'apostolato alla luce dell'indirizzo e della ispirazione del Padre che assume, talora, la solennità, il calore, il valore di un testamento spirituale.
Il convegno ha su sé il timbro cosmopolita e leggermente ibrido delle assise internazionali. E', per analogia, l'O.N.U. dell'apostolato paolino. Abbiamo qui l'interpretazione della carta stampata, dello schermo e dell'antenna.
Giacché le cifre hanno una eloquenza scarna, ma validissima, eccone alcune che funzionano da termometro di questo clima paolino e dimensionano la modestia del lavoro di questi operai dell'ultima ora.
Questa rassegna non vuol essere il noto ronzìo dell'ape in un bugno vuoto, ma una breve veduta d'insieme. Dunque questi 125 paolini non sono certo più dell'evangelico granello di senape in un campo di 1.220.000.000 di spighe.
L'Italia, terra madre e culla degli Istituti fondati da don Alberione fa la parte del leone per il numero e la mole delle opere. I suoi 66 delegati rappresentano 16 residenze con otto stabilimenti tipografici, 20 centri di propaganda e uno stabilimento per riduzione, stampa e doppiaggio di pellicole cinematografiche. L'apostolato è rappresentato dai 3.580 titoli che figurano nel catalogo generale (e alcuni sono volumi poderosi, vere enciclopedie), da 1.553.000 copie di periodici cattolici d'indole, formato, veste tipografica diversi e diretti a larghi strati del pubblico, omogenei nello spirito e confluenti all'unico fine di cristianizzare le opere e i giorni del nostro terreno cammino.
La produzione cinematografica si arricchisce di un contingente di oltre 1500 pellicole che servono 4000 sale cinematografiche cattoliche. Una goccia nell'oceano, senza dubbio, per chi non sa che si tratta soltanto di inizi.
Dalle 29 residenze estere, dall'America, dall'Australia, dall'Africa, dalle Isole Filippine e dall'India, sono giunti 58 Paolini.
Gli idiomi più disparati si incrociano. Nelle discussioni programmatiche si apprende che i 24 stabilimenti tipografici offrono una produzione di 3.500 titoli, di indole e di mole diversa, e di 1.442.000 copie di stampa periodica, mentre circa 500 pellicole rappresentano gli inizi di questo settore indispensabile ai fini apostolici. E' di interesse rilevare che l'Istituto dirige e diffonde il settimanale cattolico di maggior tiratura: La Famiglia Cristiana con 1.000.000 di copie in Italia e 544.000 nelle nuove edizioni in lingue estere; globalmente 1.500.000 copie settimanali.
Per queste realizzazioni i paolini hanno intensamente pregato e lavorato in questo convegno
Dai loro incontri sono nati intanto gli strumenti di ulteriori sviluppi. E' nata l'unione delle editrici paoline ispano-americane, l'unione delle editrici paoline di lingua inglese, l'intesa franco-canadese, l'unione internazionale del cinema per i paesi di lingua spagnola; si mettono a punto le iniziative rateali, si progettano nuovi centri di irradiazione. E' il fuoco dello Spirito che lavora.
Questa notte, 30 aprile, è l'ultima di questi giorni di immensa pace e di divino fermento fiorito sull'equinozio di aprile. Le anime, placate, attendono, nella loro veglia.
Ripenso, per analogia, alla «Notte di fuoco» di Pascal, la notte del 23 novembre 1654, la notte dell'estasi spirituale che consacra la vita alla fede. «Notte di Dio. Dio di Gesù Cristo. Certezza. Sentimento. Gioia. Pace».

D. Eugenio Fornasari


AVVERTENZE

Nell'adunanza del Consiglio Generale del quattro maggio è stato eletto Segretario Generale D. Cirillo Tomatis, in luogo di D Fedele Pasquero destinato Superiore Prov. di Argentina e Cile.
I Superiori dei Vocazionari tengano presente l'ultimo avviso del «San Paolo» di novembre-dicembre 1959.
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