Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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La direzione spirituale e morale38
Il fine particolare della suora è il fine comune a tutti gli altri, cioè: conoscere, amare e servire il Signore per goderlo in Cielo; ma oltre a questo, essa ha qualcosa di proprio: deve attendere costantemente alla perfezione sua e all'apostolato.
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Attendere alla perfezione è cosa ardua, la via è difficile perché tanti sono i nemici che insidiano il cammino, tante le incertezze, tanti i dubbi. Quando poi subentra lo scoraggiamento è necessario ci sia chi sostenga. Inoltre può succedere che si cada e quindi c'è da rialzarsi. Da tutto ciò desumiamo la necessità della Direzione spirituale che riguarda l'anima, la santificazione, la formazione spirituale, morale, umana e in certo qual modo la educazione stessa.
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L'occupazione più ardua e nobile è certamente il cammino della perfezione.
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Vi è una direzione spirituale che si deve fare in primo luogo col Confessore e in qualche misura anche all'esterno.
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In che cosa lasciarci guidare dal Confessore?
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1) In quel che riguarda la decisione sulla vocazione. Naturalmente è necessario che il Confessore conosca bene l'anima o perché da molto tempo si presenta a Lui o perché in un incontro prolungato lo ha messo al corrente di tutto il passato, delle tendenze, delle inclinazioni particolarmente per quanto riguarda la castità, attraverso una confessione generale o straordinaria in cui ci si è manifestati totalmente. Per la vocazione e per proseguire nella vita religiosa, oltre il giudizio favorevole del Confessore, è necessaria la conferma di chi guida la Comunità che vede anche all'esterno le tendenze alla castità, povertà, obbedienza, le disposizioni all'apostolato, alla vita comune, all'esercizio della carità.
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L'aspirante non può essere giudice di se stessa.
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2) Direzione spirituale per quel che riguarda i mezzi per evitare il peccato. Se la persona accusa di essere molto tentata e di essere caduta in qualche cosa che sia dispiaciuta al Signore, il confessore deve interrogarla per vedere se si è messa volontariamente nell'occasione, può esigere che si fuggano le occasioni sotto pena di non dare l'assoluzione perché non fuggendo le occasioni non ci sono le disposizioni necessarie per riceverla.
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3) Il Confessore dà pure un indirizzo per la propria santificazione. Quindi è bene dire i propositi e una volta benedetti dal Confessore, si ha il merito della obbedienza nel praticarli.
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La direzione morale si deve prendere dalle madri: disciplina negli orari, nel comportamento, nei dormitori, nello studio, si deve seguire quello che stabiliscono le madri!
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Ci sono cose che riguardano il Postulato, molte cose che riguardano il noviziato, altre che riguardano il periodo della professione temporanea.
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La vita religiosa si va imparando e praticando gradualmente. Si deve sempre chiedere alle madri il giudizio esterno sulla vocazione.Il mostrare i propositi e il programma di vita a chi guida, rassicura il cammino sulla via di Dio. La passione predominante è la più difficile da confessare. Il Confessore non conosce abbastanza la persona e non può dare il consiglio esatto perché la penitente non ha detto il suo male al medico. Allora la parola delle madri torna a proficuo giovamento dell'anima. La loro assistenza ha un doppio compito: indicare quel che c'è da fare, chiedere conto se si fa, quindi correggere, sostenere.
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Vi è poi un complesso di cose che sono, sotto un certo aspetto, proprie del Confessore, e sotto un altro, proprio delle madri. Il male è di non volere lasciarsi guidare da nessuno. Nella via della perfezione si sarebbe tentati a scegliere ciò che costa meno. gli inganni sono tanti, nella mente vi sono idee sbagliate; il cuore non si sa dominare, la volontà non si fa essere costante; ed allora si prendono vie storte, si crede di camminare e invece si va indietro. Gli inganni possono venire dalla memoria, dalla fantasia, dal mondo, da ciò che si ha occasione di sentire, soprattutto dal demonio che tenta tanto più le anime che tendono ad alta perfezione: insinua idee false, risveglia le passioni più basse, fa nascere gli scrupoli.
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Temere molto gli inganni. Quando poi succedono certi pericoli di scoraggiamento o di tiepidezza, a volte estrema, è sommamente necessaria la direzione spirituale.
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A volte ci sono tentazioni contro l'obbedienza, altre volte contro la povertà, oppure contro l'umiltà, la carità. Chi indica i libri da leggere, i mezzi da prendere? La persona che guida.
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La direzione spirituale è moralmente necessaria per salire sulla via della perfezione.
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Ci sono anche le ispirazioni interne da esaminare: possono essere buone e cattive, il diavolo a volte si veste anche da angelo di luce.
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Provare lo spirito da cui provengono: procedono da Dio quando sono conformi al Vangelo, all'obbedienza, alle costituzioni. Se contrarie non sono da ascoltarsi.
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Se certe ispirazioni sono insistenti e si dubita, è bene palesarle e palesarle un po' presto, prima che si proceda un po' troppo oltre. Il diavolo può dare consigli di santità vestendosi da uomo e distogliendo la vocazione. In questo punto ha tattiche speciali per ingannare tanto: pregare e consigliarsi. A volte basta una parola, uno sguardo...
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Essere docili, aprirsi santamente, liberamente: è prudenza, è sicurezza.
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Non è poi necessario farsi consigliare continuamente. Se si è perduto il fervore, per acquistarlo occorrono due mesi, perciò ci vuol tempo. Farsi ripetere gli stessi consigli, sarebbe una perdita di tempo.
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Manifestare i propri mali cominciando dai più gravi. L'apertura filiale, il consiglio, la preghiera, allontaneranno tutte le difficoltà che si incontrano nella strada dell'umiltà, dell'amor di Dio, dello spirito di fede.

25 agosto 1957

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38 25 agosto 1957.