Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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55. COSTITUZIONI: L'OBBEDIENZA55
1. Articolo 119. Col voto semplice di obbedienza, la religiosa contrae l'obbligo di obbedire ai legittimi superiori anche per titolo di religione, in tutto ciò che, direttamente o indirettamente si riferisce all'osservanza dei voti e delle costituzioni.
Articolo 122. Per la virtù dell'obbedienza, la suora pone studio non solo per eseguire quanto è prescritto dalle costituzioni e disposizioni delle superiore, ma sottomette con docilità e amore anche il proprio giudizio e la propria volontà.
Articolo 123. Le pastorelle si applichino a prestare pronta obbedienza non soltanto alle superiore, ma ancora alle incaricate di qualche ufficio direttivo. Siano sempre disposte ad assumersi gli impieghi e gli uffici della comunità e ad adempierli di buon animo.
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2. Tre pensieri:
I. "Dominus tecum". Volete essere sicure che Dio è con voi sempre, in tutte le vostre opere anche le più umili? Vivete nell'obbedienza!
Chi vive nell'obbedienza è nella volontà di Dio, e Dio non lo lascia solo, mai. "Chi mi ha mandato è con me, e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre quello che piace a Lui" (Gv 8,29).
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3. II. "Benedicta tu". Volete essere certe che la benedizione di Dio sia sopra di voi e accompagni tutte le vostre intraprese? Amate l'obbedienza!
Chi ama e vive di obbedienza, anche se di poche capacità, riuscirà bene, porterà a termine la missione che Dio gli ha affidata. Chi fa di sua testa, anche è di molte capacità concluderà poco di bene. Perché "se il Signore non edifica la casa, inutilmente lavorano quelli che la costruiscono" (Sal 127,1).
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4. III. Nella vita, Dio esaudirà i nostri desideri, le nostre richieste nella misura che noi ci preoccuperemo di compiere la sua volontà per mezzo dell'obbedienza. "Chi è obbediente riporta molte vittorie" anche con il Signore!
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5. La volontà di Dio è questa: attendere seriamente a farci santi. Il centro e la sostanza delle nostre preghiere deve essere questa: "che io faccia sulla terra la volontà di Dio come la compiono gli angeli in cielo"; "Non come voglio io, ma come vuoi Tu, o Padre" (Mt 26,39). "Sì, Padre, perché così piace a Te" (Lc 10,21).
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6. L'Istituto è l'albero che Gesù buon Pastore ha piantato e cresce nella Chiesa a gloria del Padre celeste e a salvezza delle pecorelle. Le case che l'Istituto apre sono come altrettanti rami di questa pianta. Ogni ramo, mentre dalla pianta riceve, alla pianta stessa dona.
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7. Le case si formino sempre meglio la coscienza che esse cresceranno e porteranno a maturazione i frutti di bene che Dio loro affida, nella misura che aiutano a crescere l'albero stesso su cui esse sono germogliate e fiorite.
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8. Aiutare:
I. Con le vocazioni. Ogni capitale deve essere rinnovato e accresciuto, altrimenti tutto rovina. Il capitale più prezioso dell'Istituto sono le vocazioni.
II. Con gli aiuti necessari alle vocazioni. Ogni casa pensi ai molti bisogni che ha l'Istituto per la formazione e per il mantenimento delle vocazioni ed anche alle spese ed ai sacrifici che l'Istituto sostiene per le case stesse.
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9. Che l'albero cresca, si sviluppi armonicamente, nelle parti e nel tutto, come il nostro corpo.
Si tenga presente l'urgente necessità che abbiamo di costruire la casa per poter accogliere tutte le belle vocazioni che Gesù buon Pastore ha preparato e desidera inviarci.
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10. Si progredisca nella povertà non solo impegnandosi nell'apostolato, ma curando di formare i nostri cooperatori voluti dal buon Pastore e sviluppando la beneficenza.
Per noi accontentiamoci sempre del meno e del più povero.

Genzano (Roma)
marzo 1952

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55 Genzano (Roma), marzo 1952