Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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DUPLICE LAVORO PER IL PROGRESSO29
1. Il regno di Dio è simile ad un uomo che va in cerca di pietre preziose, ma avendone trovata una preziosissima dà tutto per acquistare quella perla. Così un'anima di Dio non trova la felicità nella vita domestica, ma presso il tabernacolo di Gesù. Ecco perché si lascia tutto: si è più furbi. Nella vita religiosa l'anima si dà generosamente alla pietà ed all'apostolato. La giovane, nell'affacciarsi alla vita, vede tante vie, però il suo cuore è bisognoso d'un amore infinito. "Signore hai fatto il nostro cuore per te". Oh, ella non rimpiange il mondo perché ha trovato Gesù buon Pastore. Avete lasciato le creature per il Creatore, le cose transitorie, per le eterne. Oh, sì! Chi vi ha condotte qua? La luce di Dio, come i pastori a Betlemme. Una bella stella vi ha condotte alla vita religiosa. Mai si oscuri la luce della vostra vita.
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2. Entrando nella vita religiosa ci sono due lavori da compiere: si tratta di ripulire la pianta e di farla fruttificare e fiorire. Duplice lavoro: pulizia e ornamento: Vieni o mia sposa, mia diletta, mia bella (Ct 2,10), e quando ti sarai perfezionata verrai in eterno con me in paradiso.
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3. Ripulire l'anima. Andando per la strada sempre si raccoglie polvere o un tantino di fango. Dopo tre anni trascorsi nel mondo, è necessaria una buona potatura. Se si vuole che il pino si innalzi e raggiunga il suo pieno sviluppo, si pota nei rami più bassi. E' necessario potare gli alberi da frutto, potare le viti.
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4. Occorre potare la superbia, primo gradino dei vizi. C'è chi s'inorgoglisce per una bella veste, per la bella voce, bella pettinatura, ingegno, presenza, intelligenza, abilità nelle cose. Vanità, ambizione, desideri di piacere agli uomini, nascono dalla superbia e ci privano d'innumerevoli grazie. "Recumbe in novissimo loco" (Lc 14,8). La superbia produce nell'anima le tenebre per cui l'anima non vede la luce delle cose soprannaturali. Quante vittorie riporta il demonio solleticando la superbia.
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5. Il secondo vizio capitale è la curiosità, sebbene non sia scritta. Eva fu curiosa di sapere il bene e il male. Quante rovine compie la curiosità della mente, della fantasia, del leggere, del vedere. Avere invece desiderio di conoscere la pietà, la scienza, la pedagogia, le cose buone. Volgere la curiosità per il bene.
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6. Il terzo vizio è l'avarizia che è più difficile nei giovani, più facile nei vecchi. Beati i poveri di spirito (Mt 5,3). Ma la giusta cura e vigilanza di portare dei beni all'istituto è carità. Non cercare mai cose che soddisfano le nostre concupiscenze.
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7. Invidia ed ira. L'invidia l'hanno un po' tutti e quanto è estesa! L'ira è un sentimento che toglie la luce nelle cose, talora è scatto, talora è malinconia.
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8. La gola non ci deve comandare. Non prendere cibo per soddisfazione, ma umilmente prendere il cibo necessario. Curare le malattie e le debolezze. Dominarci.
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9. Pigrizia. Passione che si diffonde in tutto il tatto e ci fa scansare la fatica. Quanta pigrizia nella meditazione e nell'esame! Sensualità, ossia troppa sensibilità. "Declina a malo" (1Pt 3,11).
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10. Non temete, in quest'opera di ripulitura, di mondatura, abbiamo con noi il Signore. "Abneget semetipsum". Tanto risorgeremo a vita santa quanto morremo ai nostri gusti, desideri, passioni. Il senso delle passioni rimarrà, il consenso no! Dobbiamo arrivare al punto di non commettere il peccato veniale deliberato. Non ci siano venialità commesse ad occhi aperti.
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11. Poi ornare l'anima di virtù religiose. A cominciare dal probandato, noviziato, pur non avendo ancora professato i voti. La prova e la pratica delle virtù preparano naturalmente alla professione.
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12. Formarci una mentalità religiosa. Pensare a questa vita come più bella, dono di privilegio. Pensare come l'istituto, abbracciare le costituzioni, i consigli, gli avvisi, lo studio del catechismo, l'addestramento, l'apostolato del proprio istituto (quanto è complesso), conoscere il canto (tanto utile ai bambini).
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13. Occorre mentalità pastorale. Quella non ve la può dare nessuno al di fuori dell'istituto. Ognuna pensi come l'istituto, approvi e deplori con l'istituto. Pensare tutte alla stessa maniera. Prima di tutto un'unica mentalità, un pensiero solo. Mentalità religiosa, unione di mente. Il primo esame va fatto sui pensieri, i sentimenti vengono dopo.
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14. Formarci una coscienza religiosa. Ci sia delicatezza, in maniera che non si trasgrediscano le costituzioni. Non obbligano sotto pena di peccato, ma si stimano come mezzi di santificazione. Amore alla povertà. Amore all'obbedienza. Amore al giglio che si possiede. La persona di coscienza religiosa è sempre delicata, piena di stima per i suoi superiori e le sue sorelle. Tiene con cura una chiave come un pezzetto di carta. Persone così guadagnano molti meriti. Non dire mai: che male c'è? Chi si fa religiosa non si accontenta di evitare il peccato, ma cerca il meglio nei consigli. Chi ha coscienza religiosa, anche se rimane da sola un anno è sempre la vera Pastorella dell'istituto, che cerca dalle vocazioni alle elemosine. Finché non c'è gioia di essere suore nel dato istituto è segno che non si ama abbastanza. Coscienza religiosa significa non essere stupidi, ma sapere, essere consci di quanto la nostra vita comporta.
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15. Le pratiche di pietà della vera religiosa cosciente sono diverse. La pietà religiosa è più perfetta, ha altri sentimenti, è più larga, e crea in noi le virtù religiose.
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16. Tre cose dunque nei primi anni:
Mentalità religiosa
Coscienza religiosa
Pietà religiosa.Il buon Pastore Gesù che vi ha chiamate vuol compiere la sua opera: sante nella vita individuale, generose, coscienti ed abili nell'apostolato.

Dicembre 1947

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29 Dicembre 1947