Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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IL CUORE DI MARIA


I. Maria ebbe come un cuor solo col Divino suo Figliuolo. E Gesù Cristo di propria bocca ammaestrò S. Brigida a riverire il Cuore della Madre Divina come pieno di maggiore carità che non ne contenessero tutte insieme le creature del Cielo e della terra. A Maria, qual Madre universale della Chiesa fu da Dio dato un cuore capace come l’ampiezza dei Cieli. Il venerare il S. Cuore di Maria è lo stesso che venerare la persona di Maria nel di lei Cuore Sacratissimo. Per poco poi che si considerino i tratti della Provvidenza Divina nel regime della Chiesa chiaro appare come cogli oggetti sensibili teneri ed affettuosi dei Sacri Cuori di Gesù e Maria volle Iddio, ai nostri giorni trarre a sé i cuori degli uomini che, perduti più che mai dietro gli oggetti materiali e lusinghieri del mondo, abbisognavano di oggetti sacri, ma sensibili, che soavemente li
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distogliessero dall’incanto della seduzione dell’onore.
Il Cuore di Maria è un tempio ove mano nemica non può penetrare; ma chiunque vi si rifugia è sicuro dalle tempeste interiori dell’anima e dagli assalti diurni e notturni del nemico infernale. Giusti o peccatori, entriamo fidenti in quel tempio, che a tutti è benignamente aperto, a tutti offre asilo, difesa e conforto.

II. Il Cuore di Maria è altare. Altare è lo stesso che ara alta; ed il Cuore di Maria alto per sublimità della contemplazione è profondo per l’eccesso dell’umiltà. Altare per il suo acerbo martirio, per placare l’eterno Padre offeso dalle nostre iniquità; un altare di riconciliazione, sopra il quale saranno offerti tutti i fedeli che per le mani di Gesù Cristo Sacerdote vogliamo essere ricevuti e presentati al Padre.
Ma il Cuore della Vergine fu una vittima consacrata in olocausto al Suo Creatore; fu un’ostia accettissima e venerabile agli occhi di Dio, che
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sacrificava se stessa per la causa della Redenzione.
Ci ottenga la Vergine che il nostro cuore diventi un tempo per il candore degli affetti e la celeste serenità dei pensieri; un altare per l’ardente orazione, che salga al Cielo odorosa come l’incenso; una vittima per la continua immolazione del nostro orgoglio e la generosa prontezza di seguire Gesù sul Calvario per essere crocifissi e morire con lui.

III. Considerare che lo Spirito Santo volendo dare un titolo conveniente alla sua dilettissima Sposa, la chiama madre del bello amore: Mater pulchrae dilectionis. Essa fu l’unica tra le donne benedette, perché corrispose meravigliosamente alla grazia grandissima della quale venne fregiata dal primo istante di sua concezione, ed in questa corrispondenza fedele si ravviva quella carità che l’unì al suo Dio come diletta Sposa: io sono del mio diletto e il mio diletto è mio. La vita di Maria fu tutta una vita d’amore perché serbò
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sempre una santa corrispondenza all’amore grandissimo di cui la Triade l’onorò dal seno dell’eternità.
Ab initio et ante saecula creata sum et usque ad futurum saeculum non desinam.
Oh come son calde le parole che va ripetendo la bella colomba al suo Dio! Io, mio Dio, fui predestinata ab aeterno con singolar favore: ab initio et ante saecula creata sum; ed io non mancherò di gratitudine amandoti attraverso i secoli eterni: et usque ad futurum saeculum non desinam.

IV. Questa celeste corrispondenza di sensi amorosi, al dir di San Tommaso da Villanova, fe’ piovere nel suo cuore tutta la pienezza delle grazie celestiali, e procreò nel suo vergineo seno l’autore stesso della grazia.
Gli occhi di Maria tutto fuoco di carità, lavorano addentro il Cuore di Dio, e quali meraviglie stupende non generarono? E lo sposo divino non sa contenere la foga dei suoi affetti e prorompe in accenti del più sentito
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amore verso la sua diletta: Vulnerasti cor meum in uno oculorum tuorum; e soggiunge: ispsi me avolare fecerunt. Donde parti? Risponde il Villanova: e sinu Patris in sinum Virginis. Che se tanto amò il suo Dio dal primo istante del suo concepimento sino a che lo ricevette nel suo castissimo seno; quanta carità non bisogna credere albergasse nel cuore di Maria al tempo che divenne madre? Se l’Incarnazione del Verbo fu opera tutta di carità, giusta l’Evangelista Giovanni: Dio ha amato tanto il mondo che diede il suo Figliuolo unigenito; e quest’opera di carità ebbe il suo compimento nel seno di Maria per virtù di quella terza divina Persona, che per antonomasia si chiama amore del Padre e del Figlio, Maria divenne il Tempio dell’amore, e l’officina della carità.

Amor così grande che supera immensamente quello dei serafini più consumati in amore; anzi un solo atto di amore concepito in un solo istante della sua vita, avanzò di gran lunga
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quelli ferventissimi di tutte le angeliche gerarchie assieme.
Carità di tal natura, che S. Bernardino da Siena, non ebbe difficoltà a chiamarla infinita: Amor quem Maria Christo portabat, erat infinitus; non perché Maria fosse capace di amare infinitamente, essendo creatura, ma perché il suo amore supera eminentemente quello di tutti i giusti.

V. Meditare le parole del gran divoto di Maria S. Ildefonso: «la carità fu dote che ebbe questa donzella di Nazaret dal suo Sposo divino, in quel momento medesimo in cui disse quel memorabile Fiat. In quel momenti divenne quasi tutta di fuoco, come un ferro in una immensa fornace.
Dopo ciò non sembrerà strano ciò che S. Bernardino da Siena scrisse: che se tutte le creature avessero il cuore infuocato di Paolo, non amerebbero Dio così perfettamente come Maria lo amò con un solo atto del suo cuore. Si quot sunt creaturae, tor essent Pauli, non adeo diligerent. Dopo ciò non
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sembrerà strano che il Suarez, il Cartagene e S. Bernardo abbiano affermato che la veemenza della carità che bruciava nel cuore di Maria recise lo stame della sua vita: Est gladius amor Dei, qui Mariae animam non modo confiscit, sed etiam pertransivit, ut nullam in corpore virgineo particulam vacuam amor reliquerit.
Adoriamo il nostro amabile Dio, che ha voluto formarsi in terra le sue delizie nel cuore di una creatura, che fu quello di Maria.
Cuore di Maria fornace di amore per Dio, accendete il cuor mio dell’amore di Dio! Ma il cuore di Maria non è solo carità per Dio, ma anche per noi!

VI. Se il vero amore porta con sé la conformità della volontà, ed il cuore di Maria amò veramente Dio, risulta da ciò che il volere di Maria sia conforme al volere medesimo di Dio. Ora meditate quale è il volere di Dio riguardo all’uomo. La sua volontà positiva è la salvezza dell’uomo. Omnes
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homines sult salvos fieri; la sua volontà negativa è che l’uomo non si perda: nolo mortem impii, sed ut convertatur et vivat.
Ora la volontà di Maria sta appunto nel procurare la nostra salvezza; e perciò Ella venuta nel mondo fu l’aurora della nostra redenzione, fu costituita corredentrice del genere umano, e da ultimo fu data per madre a noi tutti nella persona di Giovanni, per indicarci che se Dio è l’autore di ogni favore, il cuore di Maria è il Tesoro, che il suo grembo contiene tutte le divine grazie. Oh qual cuore è il cuore di Maria: Dedit ei latitudinem cordis quasi arenam quae est in littore maris. Cuore come il lido del mare, che accoglie le onde tempestose e le onde placide; perché tutti giusti e peccatori trovano asilo nel cuore di Maria. Transite ad me omnes.
Cuore di madre tenera e pietosa, la quale ci dice che se è impossibile ad una madre dimenticare i propri figli, come potrebbe Ella dimenticarsi?
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Onde esclama S. Anselmo che nessun cuore fu afflitto tanto dalle proprie sventure, quanto il cuore di Maria fu addolorato dalle nostre.
O qual cuore è il cuore di Maria! Consideratelo all’annunzio della gravidanza della sua cognata. L’Angelo, messo di Dio, aveva compiuto il suo ufficio divino; Maria già era conscia di contenere nel suo seno il Verbo di Dio; e però pregna di Spirito Santo, sapeva bene apprezzare la nobiltà cui era stata elevata su tutte le donne create; ma pur non regge il suo cuore a prestar soccorsi e a prodigar grazie in casa della sua cognata. E quale tenerezza non dimostrò in occasione delle nozze di Cana di Galilea, ove era intervenuta col suo Gesù! Non soffrì il suo cuore di vedere l’umiliazione di quegli sposi per la mancanza del vino, ed obbligò il suo Figliuolo ad operare un miracolo, prima che il tempo dei miracoli fosse arrivato?

VII. Oh qual cuore è il cuore di Maria! Apprendiamo dal cuore di
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Maria il vero amore verso Dio e verso il prossimo. Se pur potesse darsi di possedere tutte le virtù del mondo e non la carità, questa non gioverebbe. L’amore di Dio è quell’oro che dà prezzo alle nostre operazioni e le rende belle ed accette a Dio; l’amor di Dio è il mare di ogni virtù, è il sale di ogni azione, senza di esso è morta ogni virtù, insipida ogni azione, questa carità deve essere il principio, il mezzo ed il fine di ogni nostro operare; e perciò dobbiamo sgombrare il nostro cuore da ogni altro affetto perché non può riposare nello stesso cuore amore divino ed amore terreno. Iddio ce lo ha intimato sul monte Sinai, e Gesù Cristo ce lo ha confermato, che Dio si debba amare con tutte le forze. Cos l’amò Maria, e Maria può trasfondere in noi siffatto amore.

VIII. Cuore amabilissimo di Maria, il più conforme al cuore di Gesù, prodigio della natura e della grazia, tesoro più amante di Dio e perciò il più amato da Dio, oh! Quanto comparisco freddo
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dinanzi al vostro cuore; io mi vergogno di presentarmi a voi, o Maria, vedendomi così pieno di affetti terreni. Ma sono animato dalla pietà e dall’amore connaturali al vostro cuore e perciò imploro che la vostra carità trionfi sulla mia freddezza. Sì o Maria, datemi un cuore nuovo, e bruciatelo, consumatelo di carità, o Madre del bell’amore. Con tutta fiducia da voi che siete la nostra vita, la nostra sicurezza, l’unica nostra speranza, dopo Gesù, attendo una tanta grazia, e l’otterrò certo, perché nessuno è stato mai al mondo, che avendovi invocata nelle sue necessità, siagli mancato il vostro soccorso.

Pratica


Non perdete di vista le amabilità del cuore di Maria Santissima per impegnarvi sempre più a ricorrere ad esso nei vostri bisogni. Iddio con straordinari modi ha introdotto questa devozione, in Francia, nella regia Abbadia di S. Cesario, nella città di
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