Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Ariccia, 15-6-1965



LA NOSTRA SANTIFICAZIONE


Negli esercizi spirituali la prima parte è indirizzata alla purificazione, la seconda parte alla santificazione. La preghiera deve esserci sempre: tanto nel periodo della purificazione, quanto in quello della santificazione.
Come si raggiunge la santità? Abbiamo quattro membri della famiglia Paolina avviati alla beatificazione e canonizzazione: il Can. Chiesa, il Maestro Giaccardo, Fr. Borello e il fanciullo Maggiorino Vigolungo. Per questo fanciullo c'è un entusiasmo a Roma, nel considerare la vita e come ha praticato la virtù! "Progredire un tantino ogni giorno" era il suo proposito. Ogni mattina lo rinnovava.
Riflettiamo: in che cosa consiste la santificazione?
Il Papa Benedetto XIV ha dato i canoni, le regole per la beatificazione e la canonizzazione. Ha definito in che cosa consiste veramente la santità e come tutti vi possano arrivare. Ha detto: "La santità consiste nella conformità al
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volere divino. E si realizza nel continuo ed esatto compimento dei doveri dello stato". La santità non sta nel fare dei miracoli, nelle cose straordinarie o eccezionali: consiste solo, e non in altro, nella conformità al volere divino. Vivere la volontà di Dio.
Questa volontà di Dio dobbiamo conoscerla e viverla in un continuo ed esatto compimento dei doveri del proprio stato, cioè, continuare giorno per giorno e con esattezza a compiere i doveri del proprio stato. In altre parole: l'osservanza delle Costituzioni. Vivere la nostra vita religiosa come è descritta nelle Costituzioni e come viene spiegata e applicata ai casi particolari.
Attenzione a non formarvi delle idee un po' strane o meno esatte della santità. Questa sta solo nella conformità al volere di Dio. E può essere il Papa a fare il volere di Dio, e può essere lo spazzacamino che deve fare il volere di Dio; e può essere che sia una Superiora o una suddita. O sei in un ufficio o sei in un altro; o sei in una nazione o sei in un'altra; o ti hanno fatto studiare, oppure ti hanno avviata all'apostolato; se sei in cucina o se sei in compositoria, nell'apostolato; in mezzo a sorelle che sono gradite, o a sorelle che non ti sono tanto gradite... sempre come vuole il Signore.
Conformità al volere divino. Non fare mai
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distinzioni: che una abbia un incarico, o che ne abbia un altro; che una sia a capo di una casa, o sia suddita; questo di per sé non ha importanza, ciò che importa è fare ciò che vuole Dio. E Iddio che cosa vuole? L'osservanza delle Costituzioni che si sono abbracciate nella Professione; l'ufficio che viene affidato; l'apostolato che si deve compiere; l'orario che viene fissato; l'essere in una Casa ove vi sono persone gradite o altre meno gradite. E tanto si fa santa la cuoca, come la superiora: è lo stesso, purché si faccia la volontà di Dio. E con questo mezzo l'anima si unisce in tutto al volere di Dio. Quindi la santità consiste solo nella conformità al volere di Dio.
Se la volontà di Dio ti ha chiamata alla vita religiosa, oppure soltanto alla vita secolare; conformità al volere divino!
Molte volte avviene che non si capisce propriamente la santità. Si verifica che sono canonizzati in maggior numero sacerdoti e fratelli laici che non suore, perché purtroppo esse talvolta fanno consistere la santità in altre cose, in cose meno perfette. Si deve compiere generosamente il volere di Dio, con letizia e ogni giorno. C'è l'orario della levata, l'orario della preghiera, della ricreazione, dell'apostolato, dello studio: conformità al volere del Signore!
E sia che ti mandino in un posto o che ti
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mandino in un altro; che ti abbiano assegnato un ufficio o un altro; che debba convivere con una suora che ti è gradita, o con un'altra che non lo è; se hai salute o non ce l'hai. Qualche volta puoi essere male intesa, e qualche volta puoi essere lodata: comunque sia, sempre: conformità alla volontà di Dio, perché conformarsi alla volontà di Dio è la santità perfetta.
Dunque occorre aderire alla volontà di Dio esercitandosi in un continuo ed esatto compimento dei doveri del proprio stato. E siccome siete suore, questa volontà di Dio dev'essere espressa nell'esatto e continuo compimento dei doveri del vostro stato. E dove sono descritti? Nelle Costituzioni. Perciò leggere e rileggere le Costituzioni che sono il direttorio dell'anima, sono il direttorio per la santificazione. Benedetto XIV ha dettato delle regole: Volete giudicare se un'anima è veramente santa? Lo potete rilevare e conoscere se è vissuta compiendo esattamente e continuamente i doveri del proprio stato. La santità sta precisamente nel continuo (non un giorno sì e un giorno no) ed esatto compimento dei doveri di stato. Se devi fare la pulizia, o la cucina, o il bucato; se sei incaricata di guidare una casa, o la tipografia... sempre sia esatto quel lavoro. La santità è quella. Ecco, operando così si cresce nella santità, nella grazia del Signore, nella conoscenza di Gesù
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Cristo. La santità cresce giorno per giorno. La grazia che c'è nell'anima si sviluppa come il granello di senapa. Nel battesimo è stato infuso nell'anima nostra il germe della grazia divina. Ora, man mano che si va avanti, man mano che passano le giornate, le ore, i minuti, quel granello si sviluppa, cresce e si arriva alla santità. Che cosa dobbiamo fare? dobbiamo far bene le cose, ma a capo di tutti i propositi: osservanza delle Costituzioni che ci portano alla santità. Naturalmente, non c'è da osservare ogni giorno la stessa regola, no. Ma ci sono delle regole che si devono vivere tutti i momenti della giornata.
Le Costituzioni regolano per esempio le entrate, le accettazioni, e il tempo di noviziato, dei voti temporanei. Tutto è un crescere, tutto è un andare avanti, così giorno per giorno si sviluppa in noi la grazia. "Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza", cioè crescere in grazia.
Quando poi fate l'apostolato, siccome vi è un esercizio doppio di carità, allora l'apostolato fatto bene fa crescere di molto la grazia.
Vivere non una vita orizzontale, così sempre piana, piatta, ma una vita verticale, ascensionale, che sale verso il cielo; e sale verso il cielo perché si fa quotidianamente la volontà di Dio.
Quanto poi agli atti buoni, cioè a quello
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che è di volontà di Dio (supponiamo fare la pulizia o lo studio) se c'è l'intensità di amore, cioè se si fa volentieri, si cresce in grazia momento per momento. Fare le cose volentieri perché così piace al Signore. Quindi il valore di ogni azione dipende da questa intensità, nel fare volentieri, e con amore la volontà di Dio.
Inoltre, il crescere nella santità, dipende dalla grazia che si possiede già prima; da quello che è il capitale di grazia, che già possediamo, quindi con i meriti fatti ieri o questa mattina, vi era già un gran capitale. In ogni ora che passa, in ogni azione che facciamo, anche le più minute, la grazia aumenta.
Vi possono essere delle azioni piccole, come lavarsi la faccia, ed azioni elevate, come studiare la teologia; ciò che importa è compiere la volontà di Dio, tendere in alto. Vi sono persone che sono sempre allo stesso livello, orizzontale; e altre invece che sono tese verso l'alto, vivono una vita verticale.
Qualche volta avviene che si sente questo lamento: "Ma io ho sempre gli stessi difetti". Non spaventarsi, non guardare tanto il difetto, ma guardare in su, al Signore, la sua grazia; guardare il paradiso; cercare sempre di più l'amore di Dio, impegnarsi per fare più pienamente la volontà del Signore, non lasciarsi abbattere dalla malinconia: "Ma io ho sempre gli
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stessi difetti". Dei difetti ne abbiamo fino alla morte! Ma intanto cercare che la nostra mente si elevi, che cerchi Dio, il Paradiso; cerchi in sostanza la volontà di Dio, l'unione con Dio.
Non spaventarsi anche se certi difetti sono ostinati: combatterli sempre e sempre detestarli, ma non perdersi troppo in malinconie. Eleviamoci. Su, tutto verso Dio!
Vi è anche un certo formalismo, un modo di agire incosciente, meccanico, per abitudine. No, bisogna che siamo sempre presenti a noi stessi. Che cosa faccio adesso? Ci metto l'impegno? Se c'è da fare il bucato, farlo bene, come lo faceva la Madonna. Così le altre azioni, sempre tutto in ordine a Dio. Così tutto arricchisce l'anima. Se è tempo di ricreazione, si faccia bene la ricreazione; se è tempo di prendere riposo, di prendere cibo, fare tutto secondo il volere di Dio. Adesso vi è la tal cosa da fare, poi la tal'altra, e così le ventiquattro ore del giorno restano piene, tutte ordinate a Dio. Ma di notte si dorme... se si mette l'intenzione prima, anche il riposo è meritorio.
Perciò la santità non è difficile: è fare il volere di Dio, secondo il nostro stato, secondo l'ufficio che ci è assegnato; secondo le condizioni in cui ci troviamo: di salute, d'intelligenza, ecc. Essere stimati o no; ma che cosa vale che ci stimino? Che ci stimi il Signore, questo sì. Che
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piacciamo al Signore, che facciamo bene e continuamente la volontà di Dio, questa è realmente la santità.
Fissarsi bene in quella definizione di Benedetto XIV che è molto chiara.
Non è tanto la quantità di preghiera che si fa, quanto il pregare per aver la grazia di compiere la volontà di Dio che conta, e poi cercare di compierla bene.
Concludendo: non è difficile la santità. Non spaventarsi, neppure dei difetti, ma mirare a Dio, e fare la sua santa volontà.
C'è un carattere difficile?... Ebbene, sopporta anche quel carattere difficile, ma intanto cerca di compiere la volontà di Dio nelle condizioni in cui ti trovi.
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