Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Ariccia, 13-6-1965



L'ORA DI ADORAZIONE
NELLO SPIRITO PAOLINO


Vi sono molti Istituti in cui si recita l'Ufficio, il Breviario. Nell'Istituto vostro non è stata fissata nelle Costituzioni la recita del Breviario. Invece dell'Ufficio è stabilita l'ora di adorazione, la quale deve essere fatta completa e bene ogni giorno. Così è più facile che lo spirito riposi e si alimenti affine di vivere Gesù Cristo.
Ecco, in quest'ora, a Pisa si sta chiudendo solennemente il Congresso Eucaristico Nazionale. Il Papa stesso è stato là qualche giorno fa, a celebrare la Messa, e ha parlato dell'Eucaristia.
L'Eucaristia deve essere sempre considerata sotto tre aspetti: come Sacrificio, la Consacrazione; come Cibo, la Comunione; e poi la presenza reale fra di noi, quindi la Visita al Santissimo Sacramento.
L'ora di Visita, l'adorazione, non si deve mai tralasciare. Vi sono tre pratiche di pietà che in particolar modo vengono raccomandate e se
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non imparate a fare bene queste tre pratiche non entrate nello spirito con cui siete nate... Esse sono: l'esame di coscienza, la Visita al Santissimo Sacramento e la meditazione.
Vi sono altre pratiche che in sé avrebbero un'importanza maggiore; ma quando si fa bene l'esame di coscienza, la Visita al Santissimo Sacramento e la meditazione, allora si ascolta anche bene la Messa, si fa bene la Confessione e tutta la giornata viene santificata. Fra queste tre pratiche, l'adorazione tiene un posto di grande importanza.
Nella Messa abbiamo il sacrificio della croce. Gesù rinnova il sacrificio o meglio il sacrificio di Gesù viene trasportato dal Calvario sui nostri altari, e lì continua la salvezza, la redenzione: Gesù Cristo muore per salvare le nostre anime. Grande importanza alla Messa.
In secondo luogo l'Eucaristia deve essere considerata come Comunione, come unione con Gesù Cristo: Gesù Cristo Eucaristico. Il Papa, nel discorso tenuto a Pisa, ha ricordato a tutti che nell'Eucaristia vive Gesù Cristo col Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Le specie eucaristiche sono solo apparenze esteriori, perché dopo la Consacrazione non c'è più la sostanza del pane, bensì Gesù Cristo, vivo e vero, Dio-Uomo, presente nell'Ostia santa. L'Eucaristia è cibo dell'anima nostra. È cibo che nutre la nostra
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mente, alimenta il nostro cuore e fortifica la nostra volontà, in maniera che poco per volta possiamo arrivare al "Gesù Cristo vive in me".
Oltre la Consacrazione e la Comunione, vi è la Presenza Reale permanente nel Tabernacolo. Se noi andiamo a Messa, facciamo bene; se riceviamo la Comunione, facciamo bene. Aggiungiamo l'adorazione, cioè la Visita al Santissimo Sacramento.
Il Signore Gesù Cristo ha voluto stabilire la sua Presenza nelle nostre chiese. Nella notte del Giovedì santo, quando i nemici volevano toglierlo dal mondo, Gesù pensava a stabilire la sua dimora in mezzo agli uomini per tutto il tempo che durerà il mondo e cioè: "Sarò con voi fino alla consumazione dei secoli". Gesù ha fatto una invenzione sua. Il Padre lo voleva in paradiso e Gesù voleva stare con gli uomini, allora ha fatto un'invenzione nuova: ha trovato il modo di andare al Padre e di restare con gli uomini nel Sacramento Eucaristico.
Allora, il privilegio, il gran dono della Congregazione è proprio l'ora di adorazione. L'ora più lieta della giornata è la Visita al Santissimo Sacramento: in quest'ora si va in udienza da Gesù, ci si incontra con Lui, si parla con Lui, si rimane con Lui in intima conversazione. Si può ricordare, ad esempio, la Samaritana, oppure Nicodemo o altre occasioni in cui Gesù si
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è intrattenuto in conversazioni, per esempio, quelle che troviamo narrate nel Vangelo di san Giovanni dal capo XIV in avanti. Così pure il discorso della montagna. Con la Samaritana, con Nicodemo che andò da Gesù di notte per non essere veduto, che sante conversazioni! e come vennero trasformati! Che nelle 24 ore della giornata vi sia sicuramente quest'ora dedicata al colloquio con Gesù Cristo.
Ricordiamo i tre punti per la santificazione nostra, di cui avevo parlato l'anno scorso. Inoltre, avevo distribuito a chi partecipava agli Esercizi, un estratto della Teologia della Perfezione cristiana, in cui risulta descritta tutta la via della santificazione in relazione alla vita presente e alla felicità eterna.
Primo punto: cercare la gloria di Dio. Glorificare Dio è la nostra felicità in eterno. Se noi glorificheremo Iddio già sulla terra, quando poi saremo trasferiti lassù in cielo, allora la glorificazione di Dio sarà eterna. E glorificando Dio saremo felici. Quindi il primo punto per la nostra santificazione è glorificare Dio. Tra di voi vi sono anime già progredite. Vi sono altre sorelle che hanno già raggiunto un certo grado di perfezione e si sono orientate verso questo fine: fare tutto a gloria di Dio.
Secondo punto: per arrivare a glorificare
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Dio, dobbiamo essere rivestite di Gesù Cristo fino al "Mihi vivere Christus est" nella mente, nel cuore, nella volontà, in tutto il nostro essere, e questo si compie particolarmente nella Comunione e nella Visita al Santissimo Sacramento, nel colloquio con Gesù Cristo. È la santità che glorifica Iddio, ma la santità autentica è vivere Gesù Cristo: "Vivit in me Christus"; "Mihi vivere Christus est".
Terzo punto: dobbiamo ricordare che un grande aiuto lo abbiamo in Maria. La divozione a Maria facilita molto il progresso spirituale.
Inoltre vi è la Messa in cui noi dobbiamo ricordare il "Per Ipsum, et cum Ipso et in Ipso est tibi Deo Patri omnipotenti in unitate Spiritus Sancti, omnis honor et gloria".
La Visita ci porta ad un progresso abituale, continuato, quotidiano. Ecco l'adorazione. Vi sono vari modi di fare l'adorazione, però noi abbiamo preso il tutto così: tutta la pietà deve essere ispirata da Gesù Cristo Via e Verità e Vita. Tutta: così la meditazione, la Messa, le altre pratiche di pietà, i propositi che si fanno. Vivere in Gesù Cristo.
Per la Visita, se vogliamo farla bene, è sempre meglio seguire l'indirizzo dato in Congregazione, e cioè: la Visita divisa in tre parti di venti minuti ognuna.
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I primi venti minuti sono indirizzati ad aumentare la nostra fede, mediante la lettura spirituale. Per la lettura spirituale non cercare altri libri: cercare il Vangelo e sempre e solo il Vangelo. Poi le lettere di san Paolo, e i diversi libri della Bibbia. Ma soprattutto i quattro Vangeli, perché lì è Gesù che ci parla, è Gesù che ci istruisce. Gesù è Colui che ci ha indicato la strada per la santificazione e per la maggior santificazione. Questo serve per tutti i cristiani, ma per i religiosi è più necessario, perché se noi religiosi vogliamo vivere la vita di Gesù Cristo e attendere alla perfezione, bisogna proprio che andiamo alla scuola, all'istruzione di Gesù Cristo. Leggere il Vangelo.
Vedo alle volte in certe Case che il Vangelo si tiene da ognuno nel banco per essere pronto per l'adorazione. Vi sono altre Case in cui ho trovato altri libri di poco valore. Oggi bisogna fare bene la scelta dei libri. Un noto autore dice che il 60% dei libri di ascetica dovrebbero essere bruciati, o almeno non essere stampati. Tanto più adesso che vi è una inondazione di libri che passano da una nazione all'altra e portano disorientamento nelle anime. Certi libri disorientano veramente.
Quindi scegliere bene i libri per la lettura spirituale alla Visita. Perché questa lettura? Per chiedere al Signore la fede! Credo Gesù,
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credo ad ogni parola che è venuta dalla bocca di Gesù. Meditare le varie esortazioni, ciò che Egli ha fatto e come è vissuto. Gesù Cristo è la Verità. Nel primo punto della visita ricavare specialmente l'aumento di fede.
Ma la fede bisogna che ci porti alla pratica. E cioè: leggendo la descrizione della nascita di Gesù nel presepio, credere che Gesù ha incominciato di lì a insegnarci la povertà. E allora noi crediamo che, se Gesù ha voluto scegliere una vita povera, vuol dire che seguire la povertà di Gesù è seguire il meglio. Quindi rinnovare il voto di povertà. Così vi sono tutti gli altri punti in cui vengono narrati i fatti, le esortazioni di Gesù. Vivere proprio di fede.
Bisogna evitare quei discorsi inutili, così umani, terreni. Il giusto vive di fede. Si vive di fede? Se uno si ferma soltanto a quello che tocca il cuore non basta. In primo luogo bisogna stabilire la mente in Gesù Cristo, pensare come Gesù Cristo: "Io sono la Verità". E quanto c'è di verità, di fede, tanto più sarà profonda la visione di Dio in paradiso. Qui sulla terra, c'è la fede, di là poi c'è la visione. Allora quale gaudio in cielo!
Nella seconda parte della Visita si fa l'esame di coscienza particolare. In che modo? Gesù Cristo è la Via. Che cosa vuol dire Via? Vuol
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dire che ci ha insegnato a vivere. È Lui la Via. Cioè, come Egli ha operato, così dobbiamo operare anche noi.
Per fare l'esame di coscienza dobbiamo contemplare Gesù Cristo nella sua santità ed esaminarci se gli rassomigliamo. Se Lui ha voluto dipendere: "subditus illis", quello che Gesù ha fatto è proprio ciò che dobbiamo fare anche noi, perché Egli ci ha insegnato la strada morale (non la strada materiale) con il suo modo di vivere, soggetto a Maria e a Giuseppe.
Come fare l'esame? Se c'è il proposito sull'ubbidienza dobbiamo chiederci: come obbedisco? Contemplare l'obbedienza di Gesù. L'obbedienza di Gesù è come uno specchio, e noi dobbiamo conformarci a quella figura che è riflettuta. Finora ho parlato dell'obbedienza, ma si può parlare della castità, della povertà, dello spirito di carità, dell'umiltà e di ogni altra virtù.
Contempliamo Gesù nelle varie circostanze della vita: quando Gesù si inginocchia a lavare i piedi degli Apostoli, compreso Giuda. E noi che siamo tanto superbi... Allora confrontando la nostra vita con quella di Gesù, cioè l'umiltà di Gesù e la mia, come mi trovo?
L'esame di coscienza fatto bene è una specie di contemplazione della vita di Gesù. Non bisogna fermarsi troppo sopra i difetti, ma
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considerare la cosa nell'insieme e poi eccitarci al dolore, al proposito; prendere i mezzi per migliorare e pregare per mantenere il proposito. Allora l'esame di coscienza è ben fatto, ed è l'esame principale della giornata.
In terzo luogo si prega. Nella parte della preghiera, quello che ci deve essere sempre è la rinnovazione dei Voti e la Comunione spirituale. Inoltre non manchi mai il Rosario. Ricordare che Leone XIII ha scritto, tra Encicliche e Lettere, 13 documenti sul santo Rosario e voi le avete ristampate in questi ultimi giorni. E quanto esorta continuamente Paolo VI alla recita del Rosario, e prima ancora Giovanni XXIII. Quindi il Rosario sempre.
Occorre estendere le intenzioni a tutte le necessità: le necessità della Chiesa; le necessità della Congregazione; le necessità nostre quotidiane e poi quelle particolari di ognuno. Così la terza parte della Visita produce un grande effetto in noi.
Ricordiamo: Prima parte, la fede: "Io sono la Verità", ha detto Gesù. Seconda parte l'esame di coscienza: "Io sono la Via"; cioè, come ho camminato io, così fate voi. Terza parte: la vita, cioè l'aumento di grazia e di santità: "Io sono la Vita", quindi la Comunione spirituale che non deve mancare mai, e poi preghiera intensa e fiduciosa.
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Come è consolante stare un'ora davanti a Gesù! Ma ho le distrazioni...! Servitevi molto del libro. Abbondate anche nei Rosari. Allora si ottiene la vita, ossia la grazia. Quindi: "Io sono la Verità, io sono la Via, io sono la Vita". O se vogliamo, dire: la fede è la prima parte; seconda, la speranza, l'esame di coscienza; e terza, la carità, cioè la vita della grazia.
Immenso vantaggio, immensa grazia di avere la possibilità di fare ogni giorno l'ora di adorazione. Essere riconoscenti di questo immenso dono che il Signore ha voluto dare alla Congregazione.
Non bastano nella giornata la Messa, la Comunione, la meditazione; ci vuole quello che sostituisce il Breviario recitato in altri Istituti. Noi abbiamo scelto la Visita. È vero che c'è il dovere di compiere l'apostolato, ma in modo assoluto si deve dare la precedenza alle pratiche di pietà, e tra le pratiche di pietà vi è questa di grande valore: la Visita al Santissimo Sacramento. Qualche volta si trova un po' di difficoltà. Ma si chieda al Signore la grazia di poter pregare sempre meglio, di prendere gusto alla Visita, e che la preghiera sia sempre più illuminata e ci comunichi la forza di rimanere nella via buona, e crescere, crescere continuamente.
Il compiacersi di vivere con Gesù, di
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passare questa ora con Gesù, previene il gaudio eterno. Amare di stare con Gesù, vuol dire assicurarci il paradiso. Ma se ci pesa stare con Gesù sulla terra, come ci riceverà Gesù in Paradiso? La visione beatifica del Paradiso sarà proporzionata allo spirito di fede che avremo avuto in questa vita.
Non manchi mai la Visita al SS.mo Sacramento e il Signore sia sempre con voi.
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