Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Roma, 30-6-1965



FEDELTÀ ALLO SPIRITO PAOLINO


Giorno di letizia e di preghiera.
Prima cosa: ricordiamo il S. Padre Paolo VI, il quale è stato incoronato il giorno consacrato a San Paolo, di cui egli ha preso il nome.
Poi pregare con insistenza con il Papa per la pace del mondo. È giusto quello che c'era in un articolo dell'Osservatore Romano: "la pace è in pericolo". Allora tutti presso l'altare, presso Maria Regina della pace, e accompagnare il Santo Padre nelle sue intenzioni, anche per quello che è il suo pensiero dominante: concludere il Concilio Vaticano II.
Grande gioia in questo giorno in cui un buon numero di voi si consacra al Signore per sempre. È un grande giorno questo, perché vi è lo sposalizio definitivo, eterno, tra l'anima e lo sposo celeste Gesù Cristo. Forse qualcuna di voi sarà anche in grado di comprendere e di vivere quello che c'è nel Cantico dei Cantici. Il Signore vi ha preso di mezzo al mondo e vi ha preparato alla vostra grande giornata.
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Pensate: l'anima vostra è uscita dalle mani del Padre Celeste, il quale vi ha create per questo, per essere le spose di Gesù Cristo. Ringraziarlo di averci creato; di averci condotti alla vita cristiana per mezzo del battesimo; di averci dato le grazie per prepararci alla consacrazione al Signore; e di avervi condotte in questa Congregazione.
Ecco: oggi vi ha veramente condotte e definitivamente stabilite nella Congregazione. Giorno grande quindi.
Se voi guardate indietro la vostra vita, dall'uso di ragione ad oggi, non è stata una sequela di grazie? Aiuti che avete avuti in famiglia, nella parrocchia, nella vita sociale; poi gli incontri, le intimità, le confidenze con Gesù Cristo, specialmente dopo la Comunione; e poi la entrata in Congregazione.
Il mondo dà molta importanza alla vestizione, ma è una importanza relativa. L'importanza vera e propria è quella del giorno della consacrazione definitiva. Questo è il grande giorno, ed è bene che non ci siano molti parenti, perché possiate concentrarvi nell'intimità con lo Sposo celeste.
Grande giorno!
Ciascuna di voi potrebbe riflettere sulla propria storia spirituale per essere eccitata a ringraziare più profondamente il Signore.
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La professione che state per fare è definitiva: la professione perpetua.
La professione ha due effetti e due costitutivi: i voti validi, e, in secondo luogo, la vita paolina.
I tre voti, che sono voti religiosi, non sono voti privati.
Qualcuna avrà fatto dei voti privati durante la preparazione, anche quando ha fatto vestizione forse: sull'obbedienza, sulla castità.
Ma i voti privati non sono voti religiosi. I voti religiosi si fanno in una Congregazione.
Quindi, non voti privati, ma voti religiosi.
In secondo luogo: la conformità alla vita religiosa come è prescritta dalle Costituzioni, approvate dalla S. Sede.
All'inizio l'Istituto non aveva ancora l'approvazione. Si emettevano i voti privati che preparavano alla Professione, e che quindi si sarebbero poi trasformati in voti religiosi.
Ora però non si fanno più i voti privati, ora si fanno secondo le Costituzioni della Congregazione. Non un voto in generale, ma un voto emesso in una Congregazione determinata, per cui non si guida e non si indirizza l'anima verso un'altra vita religiosa, ma verso quella che è descritta nelle Costituzioni.
I Voti religiosi si devono intendere come
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sono spiegati dalla Chiesa, ossia: non una povertà individuale e singolare; non una castità individuale e singolare; non una obbedienza individuale e singolare. No. Se si facesse la professione in questo senso, sarebbe invalida. Bisogna che si facciano i voti come ha sempre spiegato la Chiesa e come sentirete di nuovo spiegare nella prossima sessione del Concilio.
Non voti spiegati in maniera individuale, magari in modo strano. Il voto religioso è conformità alla vita di Gesù Cristo nella povertà, castità e obbedienza. E la Chiesa promuove la vita religiosa dove le anime vogliono veramente vivere tutta la vita di Gesù Cristo in povertà, castità, obbedienza.
Perché poi la professione sia valida deve essere specifica, deve essere fatta cioè secondo le Costituzioni della Congregazione. Chi fa la professione deve dire: "Prendo la strada tracciata da questi 500 articoli". Non un altro spirito, non un'altra tendenza, perché allora non sarebbe valida la professione. E la si rende invalida, in certa maniera, anche quando non si segue più la vita religiosa del proprio Istituto.
Ieri ho ricevuto dalla Congregazione dei Riti il materiale per il processo di beatificazione del Can. Chiesa: dovevo guardare se tutto era stato copiato bene, secondo le testimonianze. Mi sono ricordato bene di una cosa.
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Quando ero chierico, vicino all'ordinazione, vi era un gruppo di chierici i quali avevano tante idee non secondo la Chiesa. Allora dilagava il modernismo Era un gruppo dei più intelligenti; e andavano di notte, a leggere dei libri, dalle idee errate. Un giorno il Can. Chiesa, che era maestro di spirito, ha dovuto riferire. Scese il Vescovo dal vescovado e con decisione licenziò tutto un corso. "Partite!". Non erano totalmente colpevoli, perché vi era qualche sacerdote che li sosteneva. Il Vescovo richiamò anche questi, e poi li aiutò a rimettersi sopra la strada giusta, secondo la vera fede.
Il Vescovo aveva agito così perché quei chierici possedevano e cercavano di insinuare quei principi che passavano sotto il nome di modernismo.
Voglio ora insistere su questo: si diventa e si continua ad essere paoline, solo se si osservano i tre voti secondo la Chiesa e secondo le Costituzioni. Quando non si vive più così, e non si pensa più così, si è già fuori con lo spirito. Sarà a tavola con le altre, sarà in ricreazione come le altre, ma spiritualmente non è più paolina. Sono paoline quelle che osservano i voti religiosi come sono spiegati dalla Chiesa, e osservano le Costituzioni come il Papa le ha approvate. A lui bisogna obbedire, perché è il
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Superiore massimo della vita religiosa e di ogni Istituto religioso.
Pensate a due premi, a due assicurazioni che ci sono: "Voi che mi avete seguito, riceverete il centuplo e possederete la vita eterna".
Proprio oggi incomincia questo "centuplo" definitivo; con la professione temporanea vi legavate per un anno, per due anni; ora lo fate per tutta la vita, per cui oggi cominciate ad avere un compenso di grazia molto superiore. Rallegratevi e abbiate fede, sempre più unite al Signore. Oh, che giornata felice oggi! Un'altra giornata simile sarà solo quella in cui entrerete in Paradiso, nella gloria eterna che avrete meritato; allora riceverete il centuplo e possederete la vita eterna. La Professione è la tessera di entrata in cielo, se sarete fedeli.
Nella Messa vi ho presentate tutte al Signore Gesù, sebbene non sappia il nome di nessuna di voi. Ho messo nel calice la vostra anima, il vostro spirito, i vostri desideri.
Dalla Messa procede tutta la grazia, perché la grazia è stata conquistata da Gesù Cristo con la morte di croce.
Che gran giorno è oggi e che gran giorno sarà quello dell'incontro con Gesù!
Sempre rivolte a Gesù Maestro, a Maria, sempre rivolte a S. Paolo. Quante persone lui ha convertite! quante anime ha portato a Gesù
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Cristo! Nelle sue Lettere di tanto in tanto ricorda anche le deficienze di alcuni; a volte deficienze gravi per cui alcuni si sono allontanati. Basta leggere per esempio l'ultima lettera a san Timoteo.
Legatevi allo spirito paolino: il Vangelo, le Costituzioni, le Lettere di san Paolo.
Ecco la vostra via.
Tante di voi hanno speso i loro anni per la Congregazione: e sono proprio le anziane che hanno seguito bene e che hanno vissuto lo spirito paolino. Bisogna che le giovani si uniformino a quelle che hanno preso lo spirito paolino interamente. E coloro che rappresentano lo spirito paolino sono: la Prima Maestra e i membri del Consiglio, e coloro che hanno uffici dipendenti dal Consiglio Generalizio.
Allora sarete sulla via sicura, e avrete il premio eterno.
Vi benedica tanto il Signore, ogni giorno.
Abbiate riconoscenza e devozione all'Istituto. Riconoscenza ai vostri genitori e a tutte le persone che vi hanno dato aiuto e per mezzo delle quali è stato preparato questo giorno felice per voi. Siate riconoscenti anche per tutte le grazie intime che non si conoscono all'esterno.
Camminiamo in un tempo difficile sotto ogni aspetto, come lo era quello degli anni 1904, 1905, 1906-1910 fino al 1914. Parecchi di quei Sacerdoti
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si sono poi convertiti; alcuni, almeno prima di morire.
Bisogna stare ben legati alla Chiesa e ben devoti alle Costituzioni. Sopra tutto seguire quello che è fondamento della vita religiosa: il Vangelo, le Lettere di S. Paolo e l'osservanza fedele delle Costituzioni.
Volete essere tutte paoline, fino alla morte vero? Perché quando una cerca e prende uno spirito diverso, merita le si rivolgano quelle parole: "Anche se venisse un angelo del cielo a dirvi diverso da quello che vi abbiamo detto, non gli credete". Questo lo scriveva S. Paolo ai Galati, perché partito dalla Galazia era incominciato il disordine. Erano subentrate persone che avevano disorientato i cristiani.
Siate nella pace di Dio, ferme nella vocazione paolina. Sempre.
Ci sia sempre la mentalità paolina; la volontà paolina; il sentimento, la preghiera, lo spirito paolino.
Quest'anno mi sta molto a cuore che viviate la vita paolina. Vita paolina sempre più intima: nella mentalità; nella condotta, cioè nella vita pratica; nella pietà. Pietà paolina, nella liturgia in generale, e nelle pratiche particolari.
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?, 19-7-1965



FEDELTÀ ALLO SPIRITO PAOLINO


Dobbiamo invocare sempre lo Spirito Santo che ci comunichi i suoi doni e cioè la sapienza, la scienza, l'intelletto, il consiglio, il timor di Dio, la fortezza, la pietà.
Penso che abbiate letto tutte il discorso di Paolo VI tenuto il 14 c. m. sopra l'autorità e sopra l'obbedienza. L'autorità è stabilita da Dio e chi è soggetto bisogna che si conformi all'autorità. È chiaro che è necessaria l'autorità.
Se ognuno interpretasse a suo modo quello che viene detto e disposto, si distruggerebbe l'Istituto, la società, la Chiesa. Non vi sarebbe la unità. Vi sarebbe anarchia piena in ogni Istituto e nella Chiesa. Chi ha studiato la filosofia e la sociologia comprende molto bene questo.
Perciò ringraziare il Signore, ringraziarlo tanto in questo 50° e conformare, confermare e professare la Congregazione, cioè lo spirito, come è descritto nelle Costituzioni.
Questo è il tempo di tanta riconoscenza e di tanta dedizione alla Congregazione.
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Bisogna ringraziare il Signore per le grazie ricevute in questi 50 anni. Poi confermare i propositi, confermare la professione e nello stesso tempo darsi con maggior dedizione all'Istituto. Dare con generosità il proprio contributo d'intelligenza, di forze, di attività apostolica e di vita religiosa.
Pensate alle Suore che sono già passate all'eternità. Certamente cantano l'inno di gloria al Signore che ha dato a noi questa Congregazione, nella quale esse si sono santificate. Ora vi aspettano.
In principio tante cose non si capivano, ma a poco a poco la luce di Dio si è manifestata, e con l'approvazione della Santa Sede ora si trova tutto nella via giusta, sulle rotaie su cui si può camminare velocemente.
Bisogna pensare a ciò che S. Paolo diceva nella sua lettera ai Galati, e cioè sostanzialmente così: "Vi ho dato il Vangelo. Quello che mi ha comunicato Gesù Cristo, io l'ho comunicato a voi. Ma voi così presto vi siete allontanati dal Vangelo che io vi ho spiegato". C'erano dei così detti sapientoni che ne volevano sapere di più del Vangelo. E S. Paolo conclude: "Se venisse anche un angelo del cielo a parlarvi, non ascoltatelo; perché quello che vi ho dato è il Vangelo" e lo ripete (Gal 1, 7-10).
Applicando a noi quel versetto di S. Paolo
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dovremmo dire: Se qualcuno volesse dare all'Istituto uno spirito diverso, fosse anche un angelo, anche un sacerdote, bisogna cacciarlo via questo angelo, perché è contro la Chiesa che è infallibile. Una volta che il Papa si è messo a capo dell'Istituto, con l'approvazione definitiva, bisogna seguire il Papa e quello che il Papa ha consegnato all'Istituto perché venga osservato: il libro delle Costituzioni.
In questo periodo vi sono tanti movimenti errati; e ciò dipende anche dal fatto che durano tuttora le discussioni del Concilio Ecumenico Vaticano II. Per questo è stato facile a qualcuno presentarsi e farsi seguire, dando un insegnamento speciale ed esercitando una particolare influenza sulle persone, anche in maniera sensibile.
Bisogna sempre rivolgersi all'autorità e seguire l'autorità nell'obbedienza. Se viene fuori un altro spirito, e se si segue un altro spirito, la Suora si mette fuori dell'Istituto. Sarà ancora vestita da Figlia di S. Paolo, materialmente sarà presente agli atti della vita quotidiana, ma non è più paolina.
Le persone che sono state ingenue così da lasciarsi indurre a seguire questi... angeli, rientrino nella via giusta.
Dobbiamo stare alla Chiesa, a quello che la Chiesa ha approvato e come la Chiesa ha
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approvato. Ormai non c'è che da seguire lo spirito che la Chiesa ha approvato. D'altra parte non si è trovato di meglio da mettere nelle Costituzioni. Infatti se ci fosse stato qualche cosa di meglio, si sarebbe messo. E chi è stata così illuminata da avere la comprensione di quello che è la Congregazione, ringrazi il Signore.
Ora perché vi sia la sicurezza di procedere bene, si consegni tutta la posta. Nelle lettere si usino parole chiare, senza nomi e frasi convenzionali. Tutto sia chiarissimo. Si nasconde quello che è male, ma quello che è bene, nessuno ha vergogna di farlo vedere. Quando si nasconde è segno che siamo fuori della via di Dio. Se non vedono coloro che guidano, vede Dio nell'intimo.
Occorre consegnare gli scritti e tutto ciò che c'è stato per diffondere queste idee; anche i nomi delle persone, tutto.
A che scopo? Per rimettere in pieno vigore lo spirito proprio dell'Istituto. Vere paoline! Paoline vere! Ogni articolo delle Costituzioni è guida; ed è guida anche l'insegnamento e l'esempio che ha dato la Prima Maestra Tecla. Vivere così! Vivere così! Vivere così!
In questi mesi di agosto, settembre e ottobre i rosari si recitino con questa intenzione: che si segua pienamente, totalmente, costantemente lo spirito dell'Istituto. In questi tre mesi si
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invochi in modo speciale Maria Regina degli Apostoli e siccome andate tutti i giorni nella Chiesa a lei dedicata, mettete sempre la Congregazione sotto la protezione della Regina degli Apostoli e di S. Paolo.
Che viviamo Gesù Cristo Maestro Divino!
Oh! Come siete state guidate, illuminate, aiutate, favorite da Dio per il fatto che siete entrate nella Congregazione! Perché poi voler rinunziare a tale privilegio?
E chi interpreta i voti di povertà, di castità e di obbedienza a suo modo, non fa la professione nell'Istituto. Se si rinuncia allo spirito e alla esatta interpretazione dei voti, si è rinunciato alla professione.
Quando vi dovete confidare, occorre che andiate da coloro che sono illuminate da Dio e hanno l'incarico di confermare, di spiegare e applicare lo spirito della Congregazione. Perché si approfitta sempre di persone ingenue o che non hanno ancora sufficiente esperienza, quando si vuole insinuare l'errore. È necessario seguire coloro che hanno la grazia di guidare e di capire come devono essere spiegati gli articoli delle Costituzioni.
Quindi anche se venisse un angelo (o un sacerdote che sia stato anche lui ingannato, o per ragioni intellettuali, o per sentimentalità, o per altre ragioni) non gli credete. In questo seguite
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ciò che è stato detto a riguardo delle confessioni.
Siccome non si tratta soltanto di fatti, ma di principi, e i principi sono più difficili a capirsi, allora chi è ingenua, può venire ingannata. Se c'è solo ingenuità, allora nessuna colpa. Ma ormai erano quattro anni che si insisteva su questi punti. Anche la Prima Maestra Tecla mi aveva pregato di farlo.
Ora si consegni tutto. Tutto si metta a posto. Tacere su tante cose, parlare poco, operare molto in spirito paolino.
Sia benedetto il Signore per tante suore che hanno fatto i primi sacrifici con tanta generosità, contribuendo allo sviluppo attuale nello spirito e nell'apostolato. Tutto quello che è stato costruito è da Dio; ma Dio si è servito di quelle sorelle di cui parte sono già passate all'eternità; e le altre sono con voi e vivono tra di voi. Bisogna seguire il loro esempio.
Vi ho parlato dei principi. Ci vogliono tre virtù per costituire la vita cristiana e quindi la vita religiosa: fede, speranza e carità.
I principi sono questi. La fede è nutrita dalla teologia dogmatica; la speranza, dalla teologia morale; la carità procede dalla liturgia, la quale è destinata a comunicare la grazia alle anime, a ciascun'anima.
Sentire delle belle Messe; entrare proprio
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nell'intimo della liturgia e di quello che caratterizza l'Istituto. Per il canto si stia a quegli inni e a quelle lodi che sono nel libro delle preghiere e sono indirizzati a Gesù Maestro, alla Regina degli Apostoli, a San Paolo, all'Angelo Custode, a S. Giuseppe e a tutti i nostri protettori. Ordinare tutto alla gloria di Dio. Il "Gloria in excelsis Deo" sarà il nostro canto eterno quando saremo in Paradiso. Allora l'anima si troverà veramente "in excelsis" e la felicità sarà eterna.
Adesso do la benedizione a voi e a tutte le suore che sono sparse nelle varie nazioni del mondo: perché ci sia sempre lo spirito paolino pieno. Che la grazia dello Spirito Santo sostenga ognuna; che si tenda con tutte le forze alla santità, e si capisca sempre meglio l'apostolato per esercitarlo secondo lo spirito della Chiesa.
Se starete tutte nello spirito vero, otterrete molte vocazioni. Molte figliole faranno il passo avanti mediante la professione.
Quanto si impegnano queste Maestre che sono sparse nel mondo! Anche in questi giorni ho ricevuto delle lettere che parlano delle vocazioni, delle difficoltà, delle prove, della formazione delle vocazioni. Maestre di Noviziato veramente degne di tale ufficio!
Collaborate tutte per l'aumento delle vocazioni, ma soprattutto per la formazione. A farle
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entrare ci vuole poco, ma la formazione richiede molti anni.
Quando l'aspirante si è preparata alla vita religiosa, deve poi proporre di viverla in un progresso abituale, continuo.
Celebro una novena di Messe per il progresso spirituale, così come mi è stato suggerito.
Che da tutte si osservino veramente le Costituzioni! Esse sono un gran dono di Dio attraverso la Chiesa. A noi viverle!
Ciascuna avrà certamente qualche cosa da migliorare. Non tante parole, ma raccoglimento e operosità.
Credo poi utile una raccomandazione. Non giudicare e non parlare dei confessori. La confessione è il sacramento del segreto. Noi confessandoci manifestiamo il nostro segreto al ministro di Dio, e lui deve tacere, perché il sacerdote ha l'obbligo di tacere. Ma anche noi dobbiamo tacere. I sacerdoti alle volte, venendo a conoscenza di chiacchiere e commenti possono scoraggiarsi e trovare difficoltà nell'esercizio del loro ministero. Tacere! Tacere!
Una volta era stato confermato un confessore per un secondo triennio. Il sacerdote mi ha detto: "Io non so chi siano queste suore: le confesso, ma non ne conosco nessuna". Il sacerdote rappresenta Gesù Cristo. Considerarlo
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così. La formula la dice il sacerdote, ma il potere è in Gesù Cristo. È Lui che ci assolve.
Purtroppo vi sono talvolta delle persone che non hanno buona volontà e aspettano il giorno in cui andranno a confessarsi, per fare una conversazione (più o meno spirituale) con una persona con cui piace conversare.
Talvolta si porta cattiva volontà al confessionale, non si cerca il perdono di Dio, la sua grazia: si cerca la conversazione spirituale (o qualcosa di peggio) o si va solo per calmare i rimorsi di coscienza: e questo è insufficientissimo.
Vi raccomando una grande delicatezza riguardo alle confessioni.
Nei viaggi che ho fatto con la Prima Maestra Tecla, quante volte ho ammirato la grande semplicità con cui si confessava da qualunque confessore. Bisognava confessarsi dove ci si trovava, cambiando, si può dire, settimanalmente il confessore. Non si consideri altri che Gesù Cristo nel sacerdote, perché altrimenti, quando si ragiona umanamente, si viene a diminuire tanto il frutto della confessione. Quando c'è il ragionamento umano non c'è posto per la grazia che è soprannaturale.
Delicatezza e segretezza, quindi, riguardo alla confessione e al confessore. Chi ha sempre tenuto questa linea di condotta, non si infastidisca.
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Ma chi vede di doversi correggere, faccia frutto di questa esortazione. È sempre per il bene.
Non ci siano simpatie o debolezze di cuore con nessuno, tanto meno con persone sacre, neppure sotto pretesto di direzione spirituale.
Le Figlie di S. Paolo siano sempre circondate da un'aureola di semplicità e di riservatezza. Ci possono sempre essere dei maligni nel mondo, che ci calunniano, a questo riguardo, ma bisogna che le loro accuse siano sempre infondate!
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