Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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LA VERGINE MARIA E LA NOSTRA SANTIFICAZIONE

«La ragione per la quale poche anime arrivano alla pienezza dell'età di Gesù Cristo, è che Maria, che è più che mai la madre di Gesù Cristo e la sposa feconda dello Spirito Santo, non è abbastanza formata nei loro cuori. Colui che vuole avere il frutto ben formato e maturo, deve avere l'albero che lo produce; chi vuole avere il frutto di vita, Gesù Cristo, deve avere l'albero di vita, che è Maria. Chi vuole avere in sé l'opera dello Spirito Santo, deve avere la sua sposa fedele e indissolubile, la divina Maria... Siate dunque persuasi che più voi, nelle vostre preghiere terrete lo sguardo fisso in Maria come pure nelle vostre contemplazioni, azioni e sofferenze, se non con uno sguardo distinto e particolare, almeno con uno sguardo generale ed impercettibile, tanto più perfettamente voi troverete Gesù Cristo che è sempre con Maria, grande, potente, operante ed incomprensibile, più che nel cielo ed in alcuna creatura dell'universo» (1).

Le parole di uno dei più autorevoli interpreti della devozione a Maria, ci offrono l'occasione di esaminare la parte importantissima della Vergine nella santificazione delle anime. Maria rappresenta la via più breve e sicura per giungere a Cristo, e per lui al Padre.
Dio ha fatto ogni cosa secondo il suo beneplacito. E nell'attuale economia di salute, egli ha inteso associare Maria alla missione divina di redenzione e di santificazione del genere umano, così che senza di lei
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è impossibile conseguirle. Non si tratta, quindi, di una devozione in più, ma di qualche cosa di essenziale e di fondamentale nella nostra vita cristiana. Per questo abbiamo voluto determinare il compito di Maria nella nostra santificazione in questo nostro lavoro.

1. - Fondamento dell'intervento di Maria
nella nostra santificazione

Tutti i titoli e le grandezze di Maria trovano la loro giustificazione nel sommo privilegio della maternità divina . Maria è immacolata, piena di grazia, corredentrice dell'umanità, fu assunta anima e corpo per essere regina del cielo e della terra, la mediatrice universale di tutte le grazie, ecc., perché è la Madre di Dio . La maternità divina la colloca tanto al disopra delle altre creature, che S. Tommaso d'Aquino, pur così sobrio e discreto nei suoi apprezzamenti, non dubita di proclamare la sua dignità in un certo modo infinita (2). Il Card. Caietano, suo commentatore, prosegue dicendo che Maria in virtù della sua maternità divina raggiunge i confini della divinità (3). Tra tutte le creature, Maria è, senza dubbio, quella che possiede una maggiore «affinità con Dio».

Maria, infatti, in virtù della sua maternità divina, entra a far parte dell'unione ipostatica, è un elemento
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indispensabile, nell'attuale economia della provvidenza, per l'incarnazione del Verbo e la redenzione del genere umano. Ora, secondo i teologi, l'ordine ipostatico supera immensamente quello della grazia e della gloria come quest'ultimo supera immensamente quello della natura umana e angelica o quello di qualsiasi altra natura creata o creabile. La maternità divina trascende la filiazione adottiva della grazia, giacché questa stabilisce soltanto una parentela spirituale e mistica con Dio, mentre la maternità divina di Maria stabilisce una parentela di natura, una relazione di consanguineità con Gesù Cristo , e, se si vuole, una certa affinità con tutta la SS. Trinità (4). La maternità divina che termina nella persona increata del Verbo fatto carne, supera, quindi, infinitamente la grazia e la gloria di tutti gli eletti e la pienezza di grazia e di gloria ricevuta dalla stessa Vergine Maria. A maggior ragione supera tutte le grazie gratis date o carismi, come la profezia, la conoscenza dei segreti dei cuori, il dono dei miracoli o delle lingue, ecc., perché tutti questi doni sono inferiori alla grazia santificante, come insegna S. Tommaso (5).

Nel privilegio della divina maternità si fonda il cosiddetto principio della cooperazione, in virtù del quale Gesù Cristo associò intimamente la Vergine a tutta la sua missione redentrice e santificatrice Tutto quello che egli ci meritò con un merito di rigorosa giustizia - de condigno ex toto rigore iustitiae - ci fu meritato, con titolo diverso, anche da Maria (6).
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2. - Ufficio di Maria SS.ma nella nostra santificazione

Sulla questione nulla è più sintetico, più preciso e, nello stesso tempo, più pratico, dell'argomentazione che S. Luigi Grignon de Montfort ci ha lasciata nel suo prezioso volumetto Il segreto di Maria (7) Ne offriamo al lettore una sintesi, servendoci spesso delle sue stesse parole.
1. Necessità di santificarsi per mezzo di Maria.
a) E' volontà di Dio che ci santifichiamo.
b) Per santificarsi occorre praticare la virtù.
c) Per praticare la virtù abbiamo bisogno della grazia di Dio.
d) Per trovare la grazia di Dio occorre trovare Maria.

2. Perché quest'ordine?
a) Perché soltanto Maria ha trovato grazia presso Dio per sé e per tutti gli altri uomini. Né i patriarchi, né i profeti, né i santi della legge antica, poterono trovarla in questa forma.
b) Perché Maria diede l'essere e la vita all'autore della grazia: ella è la Mater gratiae .
c) Perché Dio Padre, dal quale proviene ogni dono perfetto e ogni grazia come da fonte primario, dando a Maria il suo divin Figlio, le diede tutte le grazie.
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d) Perché Dio l'ha scelta come tesoriera, amministratrice e dispensatrice di tutte le grazie; e, conforme al potere che ha ricevuto, ella distribuisce a chi vuole, come vuole, quando vuole e nella misura che vuole le grazie dell'eterno Padre, le virtù di Gesù Cristo e i doni dello Spirito Santo.
e) Perché come nell'ordine della natura il bambino deve avere un padre e una madre, così nell'ordine della grazia, per avere Dio per padre, è necessario avere Maria per madre.

f) Perché come Maria ha formato il capo dei predestinati, Gesù Cristo, così a lei spetta il compito di formare i membri di questo capo, i cristiani. Le madri non formano delle teste senza membra né delle membra senza testa. Chi vuole essere membro di Gesù Cristo, pieno di grazia e di verità, deve lasciarsi formare da Maria che possiede pienamente la grazia di Gesù e con generosità la comunica alle vere membra di Gesù e ai santi.
g) Perché lo Spirito Santo, che ha eletto Maria per sua sposa, e in lei, per mezzo di lei e da lei ha dato vita al suo capolavoro, il Verbo incarnato, la considera ancora tale e continua a produrre tutti i giorni in lei e per mezzo di lei i predestinati in modo reale, anche se misterioso.

h) Perché come dice S. Agostino, in questo mondo i predestinati sono raccolti nel seno di Maria, e non vengono alla luce se non quando questa buona madre li ha portati alla vita eterna. Di conseguenza, come il bambino riceve tutto il suo alimento dalla madre, che glielo somministra in proporzione delle sue capacità, così i predestinati ricevono tutto il loro alimento spirituale e tutta la loro forza da Maria .

1) Perché lo scultore che deve fare una statua o un ritratto può seguire una duplice via: scolpire un masso duro e informe oppure preparare uno stampo. Il primo procedimento è lungo, difficile, soggetto a molti pericoli: un colpo falso di scalpello o di martello è sufficiente, a volte, per rovinare tutto. Il secondo è breve, facile, piacevole
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e progredisce senza fatica, quando lo stampo è perfetto e rappresenta al naturale la figura, e la materia è malleabile.
Ora, il grande modello di Dio, preparato dallo Spirito Santo per formare al naturale un Dio-Uomo, mediante la unione ipostatica, e per formare un uomo-Dio mediante la grazia, è Maria. A questo stampo non manca nessun lineamento della divinità; chiunque viene posto in esso e si lascia plasmare, riceve impressa la figura di Gesù Cristo, vero Dio, in modo soave e proporzionato alla debolezza umana, senza gravi fatiche; in modo sicuro, senza timore di illusioni, giacché il demonio non avrà mai accesso dove si trova Maria; in modo santo e immacolato, cioè senza la minima macchia di colpa.

Quale differenza tra l'anima che cerca di riprodurre in sé l'immagine di Cristo attraverso le vie ordinarie e che, come lo scultore, confida nelle proprie capacità e nel proprio lavoro, e l'anima malleabile, docile che, diffidando di sé si rifugia in Maria e si abbandona all'azione dello Spirito Santo! Quante macchie, quanti difetti, quante debolezze, quante illusioni, quanto di naturale e di umano nella prima! Quanta purezza, quanta santità e quanta somiglianza con Cristo nella seconda!

1) Perché Maria è il paradiso di Dio e il suo mondo ineffabile nel quale il Figlio di Dio entrò per compiere meraviglie, per custodirlo e per trovare in esso le sue compiacenze. Egli ha creato un mondo per l'uomo in cammino verso la patria: la terra; ha creato un mondo per l'uomo beato: il cielo; ma per sé ha creato un paradiso e lo ha chiamato Maria. Perciò ella è il tempio della SS. Trinità e il sacrario del Dio vivo. Felice l'anima alla quale lo Spirito Santo rivela il segreto di Maria e le apre questo giardino chiuso perché vi entri, questa fonte sigillata perché vi attinga l'acqua viva della grazia e ne beva a grandi sorsi. Quest'anima troverà in Maria Dio solo, senza le creature; ma un Dio infinitamente santo, sublime, fatto condiscendente e alla portata della propria debolezza. Dio è ovunque e lo si può trovare ovunque; ma in nessun luogo la creatura può sentirlo più vicino a sé e più alla portata della propria debolezza come in Maria. Altrove
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egli è il pane dei forti e degli angeli, in Maria è il pane dei piccoli (8).

m) Infine, nessuno creda, come han fatto certi pseudoilluminati che Maria, perché creatura, costituisca un impedimento all'unione con il Creatore. Non è più Maria che vive, ma Cristo solo, Dio solo che vive in lei. La sua trasformazione in Dio supera quella di S. Paolo e quella degli altri santi, assai più di quanto il cielo non disti dalla terra. Quanto più un'anima rimane unita a Maria, tanto più intimamente si trova unita a Dio, che abita in lei. Chi trova Maria trova Gesù in lei, e Dio in Gesù. Non esiste una via più sicura e rapida per trovare Dio come quella che passa per Maria. Nei disegni della divina sapienza, dice san Tommaso, Dio di regola si comunica agli uomini, nell'ordine della grazia, solo per mezzo di Maria. Per salire e unirsi a lui è necessario valersi dello stesso mezzo di cui si valse lui per scendere fino a noi per farsi uomo e comunicarci le sue grazie. Questo mezzo ha un nome dolcissimo: Maria.

Per entrare nei piani di Dio è necessario, quindi, nutrire una filiale devozione a Maria. Ella ci condurrà a Gesù e riprodurrà nelle nostre anime l'immagine di lui, base ed essenza della nostra perfezione e santità.
Ecco come dimostra tale verità S. Luigi Grignon de Montfort (9), per il quale una fervida devozione a Maria rappresenta uno dei mezzi principali per realizzare l'unione con nostro Signore . Egli afferma che questa devozione è la via più facile , più breve , più perfetta e più sicura.
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Via facile : è il sentiero che Gesù ha tracciato venendo a noi, e nel quale non c'è ostacolo per giungere a lui. La unzione dello Spirito Santo la rende facile e lieve.
Via breve : sia perché non ci si smarrisce, sia perché vi ci si cammina con più gioia e speditezza e, di conseguenza, con più sveltezza. Nel seno di Maria le anime giovani diventano mature per luce, santità, esperienza e sapienza, e noi giungiamo in pochi anni fino alla pienezza della età di Gesù Cristo.

Via perfetta : perché Maria è la più santa e la più perfetta di tutte le creature, e perché Gesù Cristo, che è venuto nella maniera più perfetta, si è servito di questa via.
Via sicura : perché missione propria di Maria è di condurci con sicurezza a suo Figlio, come quella di Gesù Cristo è di condurci con sicurezza al Padre celeste. La dolce Madre di Gesù, additandoci la via ripete sempre ai suoi veri devoti le parole che pronunciò alle nozze di Cana: «Fate tutto quello che vi dirà» (Giov. 2, 5).
Tuttavia per ottenere questi salutari effetti è necessaria una vera devozione a Maria.

3. - La vera devozione a Maria

In questo paragrafo esporremo ancora la dottrina di S. Luigi Grignon de Montfort, contenuta nel Trattato della vera devozione alla SS. Vergine : un piccolo capolavoro che non dovrebbe mancare a nessun devoto di Maria.
Dopo un primo capitolo, dedicato alla necessità della devozione a Maria per la salvezza e la santificazione, e dopo un secondo capitolo su alcune verità fondamentali riguardanti tale devozione. S. Luigi descrive nel terzo i caratteri della vera e della falsa devozione.
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1. Caratteri della falsa devozione a Maria. - Il santo segnala diverse specie di falsi devoti di Maria:
a) I devoti critici : persone orgogliose e presuntuose che criticano le pratiche semplici di devozione a Maria definendole con leggerezza antiteologiche ed esagerate...
b) I devoti scrupolosi : coloro che temono di disonorare il Figlio onorando la Madre; e non avvertono che non si onora mai tanto Gesù Cristo come quando si onora Maria, alla quale ci si rivolge unicamente perché costituisce la via più sicura e più breve per trovare Gesù.

c) I devoti esteriori : coloro che fanno consistere tutta la loro devozione a Maria, in alcune pratiche esteriori. Si caricano di medaglie e di scapolari, si iscrivono a tutte le confraternite, assistono a tutte le processioni, recitano distrattamente interminabili preghiere... ma non fanno nulla per emendare la loro vita, per frenare le loro passioni e per imitare le virtù di Maria. Amano soltanto l'aspetto sensibile della devozione, senza gustarne la sostanza; e se viene a mancare il sentimento credono di non fare più nulla, si scoraggiano, abbandonano tutto o agiscono solo per abitudine.

d) I devoti presuntuosi : sono quei peccatori che si rifugiano nella devozione a Maria per vivere tranquillamente nei loro vizi e nei loro peccati. Pensano che Dio perdonerà loro, che non moriranno senza confessione e che non si danneranno, perché recitano la corona o portano lo scapolare, o hanno dato il nome ad una confraternita della Vergine, ecc. E non si accorgono di fare un gravissimo torto a Maria, quasi che Ella sia disposta ad autorizzare il male e a collaborare alla crocifissione del Figlio, salvando a tutti i costi coloro che vogliono vivere nel peccato.

e) I devoti incostanti : sono coloro che per leggerezza cambiano le pratiche di devozione o le abbandonano totalmente alla più lieve tentazione, alla più insignificante contrarietà o aridità. Fanno parte di tutte le confraternite ma ben presto lasciano di compiere i doveri e le pratiche che queste prescrivono.
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f) I devoti ipocriti : sono coloro che fanno parte delle confraternite e vestono la divisa di Maria allo scopo di essere ritenuti buoni.
g) I devoti interessati : sono coloro che ricorrono a Maria per vincere una lite, per guarire da un'infermità o per chiedere qualche altro bene temporale. Se non ci fossero questi motivi, si dimenticherebbero di lei.

2. Caratteri della vera devozione a Maria. - Dopo aver ricordate e condannate le false devozioni, S. Luigi Grignon de Montfort esamina i caratteri della vera devozione. I principali sono cinque:
a) Devozione interiore : nata dallo spirito e dal cuore. Proviene dalla stima che abbiamo della Vergine, dall'alta idea che ci formiamo delle sue grandezze, dall'amore sincero e intimo che le professiamo.

b) Devozione tenera : piena di fiducia nella Vergine, come quella di un bambino per la sua mamma. Essa ci fa ricorrere a Maria in tutte le necessità materiali e spirituali, in tutti i tempi, in tutti i luoghi, con grande semplicità e fiducia; nei dubbi, perché ci illumini; negli errori, perché ci conceda di ritornare sulla retta via, nelle tentazioni, perché ci sostenga; nelle debolezze, perché ci fortifichi; nelle cadute, perché ci sollevi; negli scoraggiamenti, perché ci infonda nuovo coraggio; negli scrupoli, perché li dissipi; nelle croci e nei travagli della vita, perché ci consoli.

c) Devozione santa : basata sulla fuga del peccato e sull'imitazione delle virtù di Maria: la sua umiltà profonda, la sua fede viva, la sua obbedienza pronta, la sua orazione continua, la sua mortificazione completa, la sua purezza divina, la sua carità ardente, la sua pazienza eroica, la sua dolcezza angelica, e la sua sapienza celeste.

d) Devozione costante : che consolida l'anima nel bene e fa sì che non abbandoni facilmente le pratiche di devozione; le infonde il coraggio per opporsi agli assalti del demonio, del mondo e della carne; le fa evitare la melanconia, lo scrupolo o la timidezza; le dà forza contro lo scoraggiamento. Non è detto che tale anima sarà
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immunizzata contro le cadute e non subirà mai variazioni in quello che concerne la parte sensibile della devozione; ma se avrà la disgrazia di commettere il peccato si rialzerà subito, tenendo la mano alla sua buona madre; e se mancherà la devozione sensibile, non se ne angustierà perché il vero devoto di Maria vive della fede in Gesù e nella sua santa madre, e non delle impressioni sensibili.

e) Devozione disinteressata : non serve a Maria per interesse, ma unicamente perché ella merita d'esser servita. Non ama Maria per i favori che da lei riceve o spera di ricevere, ma perché ella è degna di tutto il nostro amore. Il suo affetto, la sua dedizione rimangono costanti nella aridità come nel fervore, sul Calvario come alle nozze di Cana. Quanto sono accetti agli occhi di Dio e di Maria questi devoti che nei loro servigi non cercano mai se stessi!

4. - Principali devozioni mariane

Con queste disposizioni dobbiamo praticare le devozioni mariane, scegliendo quelle che ci ispirano più intensa pietà, sono più conformi ai doveri del nostro stato e stimolano maggiormente il nostro slancio verso la Madre di Dio. Le principali devozioni sono:

a) Il santo Rosario : devozione mariana per eccellenza, pegno e garanzia delle più feconde benedizioni divine, al quale Maria ha vincolato in questi ultimi tempi - a Lourdes e a Fatima in modo speciale - la salvezza del mondo. Nessun devoto di Maria dovrebbe omettere, anche per un solo giorno, la recita di almeno una terza parte di Rosario.
b) I cinque primi sabati , ai quali la Vergine ha legato una promessa analoga a quella dei primi venerdì in onore del S. Cuore di Gesù.
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Ecco le parole ch'ella rivolse a Lucia, la fortunata veggente di Fatima, il 10 dicembre 1925: «Guarda, figlia mia, il mio cuore trafitto da spine, che gli uomini ad ogni istante vi configgono con le loro bestemmie e ingratitudini. Tu, almeno, procura di consolarlo e fa' sapere che prometto di assistere nell'ora della morte, con le grazie necessarie per la salvezza eterna, tutti coloro che nei primi sabati di cinque mesi consecutivi, si confessano, ricevono la comunione, recitano la terza parte del rosario e mi fanno compagnia per un quarto d'ora meditando i quindici misteri del rosario con l'intenzione riparatrice» (10).

c) L'Ave Maria e l'Angelus, la pia e frequente recita delle quali riempie di gioia Maria, perché le ricordano il momento dell'Annunciazione e il suo titolo supremo di Madre di Dio, le Litanie lauretane nelle quali si succedono i titoli e le grandezze di Maria e si implora la sua protezione; la Salve Regina , bellissima preghiera piena di soavità e di tenerezza; il Sub tuum praesidium e il O Domina mea , formule che stillano amore, fiducia e dedizione totale a Maria, il Ricordatevi di S. Bernardo che, senza dubbio, ricrea Maria a motivo della fiducia totale nella sua materna misericordia che con essa le manifestiamo; e, soprattutto, il Magnificat cantico sublime che lo Spirito Santo fece sgorgare dal cuore di Maria per esaltare le meraviglie che l'Altissimo operò in lei «perché ha rivolto i suoi sguardi alla umiltà della sua serva».

d) Il Piccolo Ufficio della SS. Vergine , vero breviario delle anime innamorate di Maria, nel quale si esaltano le sue grandezze con le incomparabili formule della liturgia ufficiale della Chiesa.
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e) Lo Scapolario e la Medaglia della Vergine, che costituiscono come uno scudo protettore e un pegno della speciale benedizione di Maria per coloro che li portano con spirito di filiale devozione e con l'intento di meglio praticare le sue virtù. Tra gli scapolari eccelle, a motivo della sua antichità e venerazione, quello della Vergine del Carmelo, al quale Maria vincolò una speciale promessa di salvezza; e tra le medaglie si è ormai imposta ovunque quella cosiddetta Miracolosa che la SS. Vergine ispirò all'umile Figlia della Carità, S. Caterina Labouré.
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(1) S. Luigi M. Grignon de Monfort , Trattato della vera devozione c. 4, a. 5, par. 4.

(2) «Humanitas Christi ex hoc quod est unita Deo, et beatitudo creata ex hoc quod est fruitio Dei et Beata Virgo ex hoc quod est Mater Dei, habent quandam dignitatem infinitam, ex bono infinito quod est Deus» (I, 25, 6 ad 4).
(3) «Sola (B. V. Maria) ad fines Deitatis propria operatione naturali attigit dum Deum concipit peperit ac genuit et lacte proprio pavit» (Caietanus , In II-II 103, 4 ad 2).

(4) Cf. P. Hugon , Marie pleine de grâce, 5, ed., pag. 63.
(5) Cf. P. Garrigou-Lagrange , La Madre del Salvatore, p. 1, c. 1, a. 2, Cf. III, 111, 5.
(6) Quale sia la natura del merito di Maria in relazione a noi, è una questione ancora discussa tra i teologi. Alcuni ammettono soltanto un merito di convenienza (de congruo); altri sostengono che si tratta di un merito stretto, non secondo tutto il rigore della giustizia, ma per una certa proporzionalità (de condigno ex condignitate). A noi pare che questi ultimi abbiano ragione.

(7) Edizioni Paoline, Roma, 3 ed.

(8) Da qui si vede come il modo migliore per praticare lo spirito di infanzia spirituale tanto inculcato da S. Teresa del Bambino Gesù sia di abbandonarsi totalmente tra le braccia di Maria, come un figlio tra le braccia di sua madre.
(9) Trattato della vera devozione alla SS. Vergine c. 5, a. 5.

(10) Dal Manuale Ufficiale del Pellegrino di Fatima, edito sotto il patrocinio del Vescovo di Leiria, il 13 maggio 1939.