Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XI N. 12 — 16 Giugno 1929 — C. C. Postale

UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO-STAMPA
PRESSO PIA SOCIETÀ S. PAOLO

Opus fac evangelistae (II Tim. IV, 5)



San Paolo ringrazia i Filippesi per la loro generosità

«...Ho ricevuto tutto e sono nell'abbondanza; sono del tutto provvisto, avendo ricevuto da Epafrodito quello che mi avete mandato... Ora il mio Dio compia tutti i vostri desideri, secondo le sue ricchezze colla gloria in Gesù Cristo» (Fil. IV,18-19).
Saluti e benedizioni di S Paolo

«Salutatemi a uno a uno i santi (i cristiani) in Cristo Gesù. Vi salutano i fratelli che sono con me. Vi salutano tutti i santi... La grazia di Gesù Cristo sia con lo spirito vostro» (Filipp. IV,21-23).

ALBA — Pia Società San Paolo — ALBA
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S. Giuda Taddeo, figlio di Cleofe e di Maria, sorella della B. Vergine, fu chiamato da Gesù Cristo all’Apostolato col fratello S. Giacomo il minore. Predicò nella Palestina, nella Siria e nella Mesopotamia; subì il martirio a Suanir, nella Persia, con S. Simone, altro suo fratello. Il suo corpo si venera nella Basilica Vaticana.

S. Giacomo il Maggiore era figlio di Zebedeo fratello di S. Giovanni; predicò il Vangelo in Palestina. Morì di spada sotto Erode. Fu il primo Apostolo martire. Le sue reliquie trasportate in Spagna furono poste nel celebre Santuario che da Lui prese il nome di S. Giacomo in Compostella.

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È una grazia grande l'essere zelatore dell'opera delle Messe. Al giudizio del Signore conosceremo i meriti fattici e quelli che potevam farci.
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OPERA DELLE DUEMILA SS. MESSE

LA SANTA MESSA

Vogliamo ottenere dal Signore il perdono dei nostri peccati? Ascoltiamo la S. Messa.
Vogliamo ottenere dal Signore grazie spirituali e temporali? Ascoltiamo la S. Messa.
Vogliamo suffragare le anime care passate da questa vita? Ascoltiamo e facciamo celebrare per loro Ss. Messe.
Vogliamo che i nostri interessi procedano bene, che i nostri raccolti siano abbondanti, che la nostra famiglia cresca buona, virtuosa? Ascoltiamo e facciamo celebrare Ss. Messe.
La Messa è la preghiera più eccellente, è la preghiera più potente per ottenere grazie perchè in essa è Gesù Cristo stesso che prega per noi, che prende i bisogni nostri e li presenta al Padre Celeste e prende i doni del Padre Celeste e li dispensa a noi.
Non a tutti però è data comodità di ascoltare sovente la S.ta Messa e quindi molti vengono privati di questa potentissima sorgente di grazie: per costoro e per quanti lo desiderano la Pia Società S. Paolo celebra ogni anno due mila messe: per godere di tutte le due mila messe basta fare alla Società stessa una unica offerta in vita di L. 10. Si possono inscrivere anche famiglie intere con una sola offerta.
Chi desidera farsi zelatore od avere spiegazioni, può rivolgersi alla Direzione della Pia Società S. Paolo - Alba.
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UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO - STAMPA

Opus fac Evangelistae (II Tim. IV, 5)



NOVE GIORNI DI SOLENNI FUNZIONI

NEL TEMPIO DI SAN PAOLO
29 GIUGNO — 7 LUGLIO 1929

Il 30 Giugno è il giorno in cui festeggiamo il nostro caro Padre S. Paolo. È la «nostra Festa», la festa di tutta la Casa, la Festa patronale dell'«Unione Cooperatori Apostolato Stampa».
A S. Paolo dedichiamo tutto il mese di Giugno, per crescere nella divozione verso di Lui e nell'imitarlo specialmente nelle opere di zelo.

Ora s'avvicina la sua Festa. Tante grazie abbiamo chiesto al Signore per mezzo del suo Apostolo; ora è il tempo di accrescere nella fiducia, aumentare la fede, avere più confidenza. È la festa del Padre; ad ognuno Egli ha già pensato nel suo cuore grande, per ciascuno dei suoi figli ha già preparato le grazie di cui abbisogna.
Veniamo a pregarLo durante questa novena di funzioni speciali in suo onore. Coloro che possono vengano volentieri, non se ne partiranno certo a mani vuote. Quelli poi che non potessero, per la distanza od altri motivi, Lo preghino anche dalle loro case: S. Paolo benedirà ugualmente, ed esaudirà le loro preghiere.
* * *

Il Tempio che colla grazia di Dio e col vostro aiuto, fedelissimi Cooperatori, si è edificato, è da otto mesi aperto al culto.

Quante preghiere, quante confessioni, SS. Comunioni si sono già fatte! Quante SS. Messe celebrate; quante visite, rosari, meditazioni, buoni propositi e risoluzioni prese ai piedi di S. Paolo! Quante ore di Adorazione, quante benedizioni!
Tutto per la maggior gloria di Dio, la dilatazione del suo Regno nel mondo e nelle anime.
Ed il bene cresce ogni giorno. Ogni giorno sono nuovi Amici che vengono a pregare S. Paolo; ogni giorno le funzioni si fanno più belle e più frequentate, le Comunioni più numerose. E di tutto questo: Deo gratias! Sì Deo gratias, e tanti Deo gratias di cuore, al Divin Maestro che dà l’incremento, che feconda la Sua Opera.
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DIFFUSIONE DELLA BIBBIA

L'esercito della salvezza!

L'Esercito della salvezza è una setta protestante che in questi ultimi tempi sembra aver preso nuovi vigori per i grandi mezzi finanziari di cui dispone. Questo esercito fu fondato da William Booth e vuol essere una nuova religione per predicare la salvezza. Non è fondato da Gesù Cristo, quantunque i componenti si dicano cristiani; essa e una delle infinite edizioni di religione di cui sono maestri i protestanti.
I salutisti, come si chiamano, combattono accanitamente la religione cattolica ricorrendo sovente anche alla calunnia.
Per loro, niente Battesimo, niente Confessione, niente Eucaristia. Negano i Santi, ma poi essi se li forgiano a modo loro scegliendoli tra i migliori campioni protestanti. Nel loro decreto di abolizione è compresa anche Maria Santissima.
È loro proprio il motto «odio al Papa». Ammettere il Papa, dicono, è contrario alla parola di Dio. Di Religione Cristiana i salutisti ormai non hanno più nulla.
Essi si mettono sulle piazze e per le vie a predicare ed a vendere i loro libri e foglietti; e sotto veste di agnelli sono lupi rapaci. Col pretesto di predicare la Vera Religione, il Vangelo, la Bibbia, inoculano il veleno dell'eresia e dell'errore.
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Occorre combattere contro questo esercito, che non è di salvezza, ma di dannazione, di rovina di tante anime!
Diceva benissimo il Rev.mo Mons. Vicario della Diocesi di Bari, una delle più bersagliate da questa nuova setta: «Non perdiamoci in parole, in recriminazioni inutili, ma opponiamo stampa a stampa; facciamo opere, biblioteche, giornale diocesano, diffusione di libri buoni».
A Voi quindi, o Cooperatori, raccomandiamo la diffusione della «Bibbia delle Famiglie». Già lo sapete: è la Bibbia che venne compilata appositamente a questo scopo, come dice il titolo, per le famiglie.
È tradotta in italiano, con note, in due volumi : il primo di pagine 650, del Vecchio Testamento; il secondo di pagine 280, del Nuovo Testamento. il primo volume costa L. 10, il secondo L. 5; si spedisce franco di porto a Lire 15.
È la Bibbia che deve entrare in ogni famiglia non solo dei nostri Cooperatori, ma in tutte le famiglie cristiane, per istruire di nuovo nella Santa Religione, e poi per combattere questo lavoro notevole che i Protestanti compiono con questo esercito della salvezza.
«I figli delle tenebre sono più prudenti dei figli della luce», dice il Signore; ed essi infatti ci rubano le armi, le contraffanno, mettono in esse il veleno e le rivoltano contro di noi.
Ma essi non hanno con sé la Grazia di Dio che feconda le opere dei figli della luce. Preghiamo e lavoriamo.
Diciamo ancora una cosa, che sarà pure di vostro incoraggiamento: Quanto si ricaverà da questa diffusione così fatta, servirà a coprire le spese incontrate nell'erezione del Tempio a S. Paolo, e più precisamente, per le artistiche vetrate che in esso si ammirano. Il Tempio a S. Paolo è vostro; per Voi si prega, per i vostri bisogni spirituali e temporali che tanto ci raccomandate; e si prega notte e giorno.
Siamo persuasi che, sull'esempio di chi già tanto lavora in questo nuovo Apostolato sì fecondo di bene, tutti, potendolo, presterete la vostra opera colla preghiera e coll'azione.
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LA NOSTRA CARTIERA


La fabbricazione della carta importa un lavoro lungo, paziente, complicato, assai delicato e difficile.
Diamo una descrizione sommaria del macchinario della nostra cartiera, onde i nostri Amici possano avere un’idea generale sulla lavorazione della carta.
Ed in primo luogo, gli elementi necessari: Acqua pura, cellulosa (legno dolce lavorato chimicamente), pasta legno ricavata dal pioppo dolce del Canada, ritagli di carta e cartaccia (di qualunque tipo e colore, purché pulita), colla o resina vegetale, albume, cenere o caolina, diversi colori: azzurro, rosso, arancio a base di anilina e resistenti alla luce, ecc.
Per la lavorazione poi, queste sono le macchine principali:
La molazza, formata da tre grandi pietre, così disposte: una orizzontalmente e due perpendicolarmente, giranti attorno ad un perno, sulla pietra orizzontale. Questa macchina ha lo scopo di triturare e raffinare la pasta.
Dopo questo lavoro, la pasta passa all'olandese mescolatrice, macchina provveduta di ruote a palette per la mescolanza ed omogeneità dell'impasto.
Dalla mescolatrice posta ad un livello superiore, la pasta scende nei Tini, o grandi recipienti muniti di Agitatori, ad asse verticale coll'ufficio di tenere in movimento e mescolare più intimamente la pasta.
Per ottenere poi la carta uniforme, si hanno i Regolatori, per regolare la quantità della pasta in relazione alla quantità della carta ed alla velocità della macchina.
Il Sablier, per togliere dalla pasta le particelle metalliche, le pietruzze, i pezzetti di cartone ed altre sostanze pesanti. Attraverso al Depuratore, termina poscia il purgamento da ogni materia dannosa.
Macchina continua. È la macchina più grande, lunga una sessantina di metri, risultante di diversi ordigni con funzioni diverse, ma così collega da formare una macchina sola. Le sue parti principali sono: La tela metallica su cui le fibre si sovrappongono e si feltrano, e la pasta diventa carta. Essa è tessuta come una tela qualunque a filo d'ottone o di bronzo. Oltre un movimento in avanti, è animata da un moto orizzontale di va e vieni, allo scopo di distribuire uniformemente la pasta e di dirigere le fibre in tutte le direzioni. Il carrello e l’apparecchio bordatore, per regolare la larghezza dell’espansione della pasta sulla rete metallica a seconda dei formati. I regoli o fermaschiuma consistenti in due o tre lame di ottone o di bronzo poste normalmente alla direzione del movimento e rasentando col loro orlo inferiore la tela, per pulire la pasta. — Affinché, la carta risulti solida, resistente, uniforme, si impartisce alla tela una serie di piccole frequenti scosse mediante apparecchi appositi. Per estrarre l'acqua dallo strato di pasta formatosi sulla tela, vi sono le così dette pompe ed il cilindro sgocciolatore. Attraverso alla pressa di due cilindri passa poi il foglio per essere liberato completamente da ogni rimanenza di acqua. Il rullo guida è per far camminare per suo verso la tela. I Cilindri per l'asciugamento a vapore : la carta esce dall’ultima pressa con un contenuto d'acqua non inferiore al 50%; contenuto che va ridotto al 3,2%, corrispondente allo stato igrometrico naturale della carta.
Non essendo sufficienti per questo i mezzi meccanici, si ricorre all'azione del calore, procedendo per gradi, senza oltrepassare certi limiti di temperatura. Ed ecco il metodo di far passare la carta sopra un sistema di cilindri essiccatori ad asse orizzontale, scaldati.
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a vapore. Entro questi grandi cilindri di ghisa, entra il vapore che li deve scaldare, e sulla loro superficie si distende il foglio di carta in modo perfetto senza increspature o pieghe e senza che alcuna bolla d'aria entri tra carta ed il cilindro.
Calandra, è formata da una serie di cilindri disposti in senso verticale attraverso i quali passa la carta per prendere la sua lucidezza.
Coltelli longitudinali, servono per tagliare gli orli della carta e per conservarle il formato longitudinale.
La Verny per tagliare la carta uscita in rotoli, in grandi formati; ridotti poi nella loro quadratura minore dal Tagliacarta.
In un fabbricato vicino alla cartiera, è impiantata una grande Caldaia tubolare tipo Babcock per lo sviluppo del vapore occorrente per l'asciugamento della carta, come s'è visto, attraverso ai cilindri essiccatori.
Per il funzionamento di tutte queste macchine occorre una grande quantità di energia elettrica. Per la nostra cartiera, occorrerà la forza motrice di 200 HP.
La produzione giornaliera della carta, varia secondo la grandezza e la perfezione delle macchine usate.
La nostra cartiera avrà una produzione media di quintali 40 al giorno.
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Speriamo coll'aiuto del Signore, di presto inaugurare il funzionamento Affidiamo la cosa a S. Paolo affinché tutto si compia nel miglior modo possibile, per la maggior gloria di Dio e la salvezza delle anime.
Cooperatori fedelissimi, innalzate anche Voi a questo scopo una preghiera al Signore.

Necessita e utilità della cartiera

Si sente sempre di più il bisogno della cartiera per lo straordinario consumo di carta nella nostra tipografia. Consumo che importa spese molto alte alla Pia Società S. Paolo.
In Inghilterra, negli Stati Uniti, in Francia, nell'Olanda, nell'Italia stessa, ogni società per la stampa, si può dire, ha la sua cartiera per la produzione della carta che consuma. Per la stampa di un giornale protestante inglese è impiantata una cartiera che produce 600 quintali di carta al giorno. E si sa che più spesso i proprietari dei grandi quotidiani, sono comproprietari ed azionisti delle Cartiere; così è presto visto il grande vantaggio: i giornali comperano la carta da se stessi. Ed ecco il successo. Carta a buon prezzo, reclame alta, scrivono ciò che alletta la passione del lettore più che quanto lo eleva; così il diavolo aiuta i suoi, e il male si diffonde.
Abbiamo tanto da imparare, se non si vuole essere costretti a chiudere la cassa, quando già è vuota.
Le spese di carta attualmente nella Pia Società S. Paolo sono molto alte: le più alte fra tutte. È vero che si pubblica poco; che essa è un minimo granellino, nella quasi infinità di quotidiane pubblicazioni; che si prega ogni giorno perchè ovunque si diffondano le iniziative dell'apostolato stampa; ma è pur vero, verissimo, che una macchina per produzione della carta, oggi diviene tanto utile all'apostolato stampa quanto il forno ad una famiglia numerosa: intendo dire quanto il forno alla «Piccola Casa della Divina Provvidenza», o Cottolengo, di Torino. Sarebbe cattivo sistema di amministrazione, dai tetti in giù, e non fare la volontà di Dio, dai tetti in su, pensare diversamente. Ora per dovere che abbiamo tutti di fare la volontà di Dio; e per il dovere che abbiamo di amministrare con prudenza anche umana ogni cosa e specialmente ciò che è dato dai Cooperatori dell'Apostolato, ecco che si è iniziata la costruzione di una minima cartiera, nella Pia Società S. Paolo.
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Un rimorso troppo grave avremmo sentito nel non corrispondere alla Divina Volontà. Come un Parroco avrebbe sommo rimorso se mancasse del pulpito, dei confessionali, dei banchi in Chiesa, ecc. così, se chi chiamato da Dio all'apostolato stampa, non pensasse alla cartiera. Il Parroco è vero, può predicare senza pulpito, vero e proprio, confessare senza confessionale, adunare la popolazione in chiesa senza banchi; ma chi non vede quanto di vantaggio sia pel Parroco l'avere il confessionale, il pulpito, i banchi in Chiesa? Così all'Apostolato Stampa occorrono macchine da stampa, da comporre, per fare gli inchiostri, per produrre clichès, caratteri, stereotipie ecc. ecc. E ancora di più macchine per la carta, essendo questa ancor più utile e necessaria all'Apostolato Stampa che non la stereotipia, la fotografia, la zincotipia, ecc. ecc.
Ma il macchinario per la cartiera costa denari!? Oh, sì! e molti. Si tratta di una spesa che è grave per chi è così piccolo; e sarebbe anche impossibile, alla Pia Società S. Paolo; ma è Dio, il Divin Maestro, la Regina degli Apostoli, S. Paolo che vogliono! e fanno ciò che vogliono; se noi, inutili Loro servitori, Li lasciamo fare, ci lasciamo da Loro guidare. Perciò, o Cooperatori fedelissimi e carissimi, chiediamo a Dio perdono se forse già troppo avessimo tardato ad assecondare la Divina Volontà per mancanza di fede o neghittosità a intraprendere ciò che ci dà un po' di noia a pensarci. Arrendiamoci al Divino Volere onde al Giudizio possiamo essere tranquilli. Servi inutili lo siamo sempre, ma che almeno non siamo servi infedeli, capricciosi, ostinati a fare il comodo nostro, più che il Volere del Padrone e Signore Nostro amabilissimo.
Cooperatori fedelissimi e carissimi, abbiamo un briciolo di fede ed un po' di amor di Dio nel cuore; pensiamo all'eternità.
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VITA E VIAGGI
DI SAN PAOLO APOSTOLO

(Continuazione)


CAPITOLO XIII

Primo scisma nella Chiesa — Paolo e Barnaba a Gerusalemme — I giudaizzanti vorrebbero circoncidere Tito — Pietro convoca il Concilio — Sua parlata — Lettera sinodica diretta ai fratelli di Antiochia — Paolo viene confermato Apostolo delle genti — Torna in Antiochia. (Anno di Cristo 49).

In questo Concilio parimenti fu rinnovato ai gentili il precetto di astenersi dalla fornicazione, a fine di associarli più agevolmente agli ebrei nell'osservare la purezza dei costumi, ordinata dalla legge di Mosé, e perfezionata dal Vangelo.
Dopo ciò Paolo e Barnaba narrarono i prodigi ed i miracoli operati da Dio per loro mezzo fra i gentili; e finalmente Giacomo, vescovo di Gerusalemme, confermando con l'autorità dei profeti la sentenza di Pietro, soggiunse doversi scrivere agli incirconcisi che si astengano dalle immondezze degli idoli, dalla fornicazione, e dal mangiare le carni soffocate, e dal sangue. La quale ultima proibizione fatta da Dio a Noè, venne rinnovata da Mosè nel Levitico, per infondere negli uomini avversione allo spargimento del sangue umano; e per mettere, diciamo così, una barriera tra la nazione giudaica e le nazioni pagane, presso alle quali era usanza sacrificare agli idoli animali e uomini, e nutrirsi dipoi delle carni e del sangue delle offerte vittime.
Questo definito, piacque e parve agli Apostoli e a tutta l'adunanza di rimandare in Antiochia insieme a Paolo ed a Barnaba, ancora Sila e Giuda, soprannominato Barnaba, uomini primari tra i fratelli, affinché facessero noto ai cristiani antiocheni le risoluzioni prese nel Concilio: e loro consegnarono la seguente sinodica lettera:
«Gli Apostoli, gli anziani ed i fedeli di Gerusalemme, ai fratelli convertiti dal gentilesimo che dimorano in Antiochia, nella Siria, e nella Cilicia, salute.
«Perciocché abbiamo udito che alcuni fra noi vennero a voi, ai quali non abbiamo dato commissione, vi hanno arrecato turbamento sovvertendo l'anime vostre; è sembrato bene a noi qui radunati nello stesso spirito di eleggere persone dotte, e mandarle a voi insieme con i nostri carissimi Paolo e Barnaba, uomini che hanno esposta la loro vita pel nome del Signor nostro Gesù Cristo. Vi mandiamo dunque Sila e Giuda, i quali vi faranno intendere le medesime cose a viva voce. Imperocché è piaciuto allo Spirito Santo ed a Noi di non imporvi altra gravezza se non quella che è pur di necessità, vale a dire di astenervi da quanto sarà stato sacrificato agli idoli, dal sangue, dalle carni soffocate, e dalla fornicazione, dalle quali cose farete bene di guardarvi. State sani».
Tale è la prima lettera sinodica che gli Apostoli da Gerusalemme inviarono ai primi fedeli.
Prima però di partire Paolo conferì con Pietro, ed espose ancora pubblicamente la dottrina da lui predicata ai gentili: non perchè avesse bisogno di assicurarsi sopra ciò che egli annunciava, né che la sua dottrina avesse bisogno della conferma di alcuno, avendola appresa dallo stesso Gesù Cristo, ma solo per rendere omaggio al Principe degli Apostoli, e per assicurare i cristiani che dalla fede di lui non discordava la sua. Allora si conobbe con gioia essere stato Paolo destinato da Dio, a bandire il Vangelo in modo speciale ai gentili, come Pietro generalmente a tutti. Dopo ciò in segno di esultanza e di amistà Pietro, Giacomo e Giovanni diedero a Paolo ed a Barnaba le loro destre, raccomandando loro di esortare i fratelli convertiti alla fede, a soccorrere la Chiesa di Gerusalemme vessata ed impoverita dalle crudeli persecuzioni. Fatto questo, cordialmente abbracciatisi, Paolo con i compagni partironsi da Gerusalemme per annunciare ai cristiani di Antiochia le decisioni del Concilio.
Ritornata la deputazione in Antiochia, e adunatasi la cristianità nella chiesa, fu letta ad alta voce la lettera degli Apostoli; e quei buoni fedeli, specialmente gentili, vedendo risolta la grande questione, e rigettata la sentenza di Corinto, pieni di giubilo glorificarono il Signore. Ad accrescere la comune allegrezza contribuirono molto Giuda e Sila; perocchè avendo il dono di profezia, predicarono e dissero ai fedeli molte buone cose confermandoli nella fede di Cristo, nella concordia e nei buoni proponimenti. Ristabilita così la calma in quella Chiesa, Giuda solo fece ritorno a Gerusalemme, parendo a Sila miglior partito fermarsi quivi per divenire compagno di Paolo e di Barnaba.

CAPITOLO XIV

Pietro in Antiochia — Ripreso da Paolo — Separazione di Paolo da Barnaba — Viaggi di Paolo e di Sila in Cilicia — Paolo in Licaonia — Timoteo al ministero apostolico — Notizie di Timoteo.

Tornato Giuda in Gerusalemme, tenne informato il Principe degli Apostoli del meraviglioso progresso venuto col Vangelo in Antiochia. Di che Pietro volle vedere da se medesimo quella Chiesa, nella quale aveva già per sette anni esercitato il supremo Pontificato. Portatosi dunque colà, avvenne tal notevole fatto (sebbene tralasciato da S. Luca), nondimeno riportato da Paolo stesso
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nella lettera ai Galati, vale a dire l'avviso di lui a Pietro, per mancanza degna di riprensione.
Ecco il fatto.
Gli Apostoli, sotto la presidenza di Pietro, avevano pubblicato nel Concilio l'abrogazione della legge mosaica riguardo alla circoncisione, permettendo solo l'osservanza di alcuni risguardi rituali, e tra questi l'astinenza dalle carni degl'immondi animali: cose opportune nel clima orientale. Ciò non bastando, per guadagnare gli ebrei alla fede, seguivano indistintamente molte altre cerimonie legali, benché dichiarate non obbligatorie. Quindi Paolo, per non irritare gli ebrei, circoncise Timoteo, il quale essendo nato da padre gentile, non sarebbe stato altrimenti veduto di buon occhio dai circoncisi. Pietro, al contrario, per l'amore che nutriva ai connazionali, portò più oltre i suoi riguardi.
Era esso venuto, come abbiamo detto, in Antiochia, e volendo far vedere ai gentili convertiti come non fossero tenuti ad osservare la legge cerimoniale di Mosè, non ebbe difficoltà di porsi a mensa con essi loro, gustando ogni sorta di cibo. Ma quando sopraggiunsero da Gerusalemme alcuni ebrei convertiti, allora Pietro, per una certa prudenza, temendo di offenderli e di porgere ad essi occasione di discordia, o di scandalo, credette bene di ritrarsi provvisoriamente dalla mensa coi fratelli gentili, non riflettendo alle conseguenze che dal suo modo di agire avrebbero dedotte i fedeli, cioè che l'osservanza delle cerimonie legali fosse dunque necessaria all’eterna salute.
A tal vista Paolo, di natura più penetrante, considerò la cosa sotto altro aspetto; e sebbene conoscesse non trattarsi quivi né di dottrina dogmatica, né di suprema autorità, pur nondimeno, come patrono speciale destinato da Dio ai gentili, stimò non doversi approvare l'artificioso procedere, poco convenevole alla sincerità del Vangelo. Quindi con santa libertà in pubblica adunanza così prese a dirgli fraternamente: «Se tu, che sei giudeo, vivi da gentile e non da giudeo, perchè conduci i gentili a giudaizzare?» La quale avvertenza, franca e rispettosa, venne benignamente accettata dal Principe degli Apostoli con atto divoto: e siccome il mancamento di pura inavvertenza non implicava né la morale, né la fede, ma solo la disciplina, non infirmava punto la supremazia del Sommo Pontefice sopra la Chiesa, come alcuni moderni hanno preteso nelle loro maligne supposizioni.

(Continua).



Date alla Chiesa
un sacerdote della Buona Stampa

Mio Dio, vi ho dato un Sacerdote!

— Signor Curato!
— Agostino!
— C'è la castellana che vorrebbe parlarle.
— Bene; vengo subito... (Il buon curato scende).
— Oh, Signora!
— Disturbo, Signor Curato?
— Affatto. Cosa c'è?
— Qualche minuto soltanto, Signor Curato... Ecco: ha mica qualche aspirante al Sacerdozio?
— Sicuro! il piccolo Raimondo che mi serve puntualmente la Messa. Eccolo là, signora!
— Entrerà presto in collegio?
— In ottobre.
— I parenti sono poveri. Chi pagherà la retta?
— L'opera delle vocazioni da una parte, io dall'altra...
— No, sono io!
— ?...
— Ma ad una condizione; che né il ragazzo, né i genitori sappiano mai nulla. Io m'incarico di tutto, fino al sacerdozio. Lei farà il resto. Ecco tutto. Accetta, Signor Curato?
— Senza dubbio, ma...
— Lei mi prometta che mai...
— Oh, certo!
— Benissimo. Io la lascio. Grazie. Son contenta. A rivederla!
Mise ancora un dito sulle labbra e la buona donna scomparve.
Il Curato dovè passare tutta la giornata, prima di riaversi dalla gioia.
*

Raimondo entra in Collegio, fa buoni studi, cresce in pietà e scienza, e, non avendo mai avuto altro ideale che l'Altare, diventa Religioso.
Egli sa tutto, all’infuori d'una cosa: il nome della sua benefattrice e del suo benefattore. Il Curato della sua parrocchia nativa è sempre lì, al lavoro, a seminar del bene.
Il giovane Raimondo riceve i Sacri Ordini, il Suddiaconato, il Diaconato. In attesa della sua Ordinazione Sacerdotale, si prepara una gran festa... La festa arriva. Comincia laggiù, nella Cattedrale, con la consacrazione d'un Sacerdote, e termina qui, in una piccola Chiesina di campagna, con una Prima Messa.
Dal giorno in cui il piccolo chierichetto ha lasciato il suo Santuario, fino all'altro, giocondissimo, in cui ne sale l'Altare per celebrarvi i Sacri Misteri, dodici anni son trascorsi!
*

Nel suo banco, la giovane Castellana d'una volta, assiste, alla prima Messa del suo protetto... Due occhi, che brillano chiari e calmi di gioia; due lagrime, che brillano come diamanti! Prega, guarda, ammira, sogna: Com'è grande un Sacerdote!... Il mio Sacerdote!...
Il vecchio Curato assiste all'Altare il giovine Celebrante, tra una benefattrice ignorata e un Sacerdote che continua ad ignorare.
La gioia dell'una e la riconoscenza dell'altro,
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egli li porta in quegli istanti nell'anima, mentre segue la misteriosa unione della Carità.
E lui, il Sacerdote Raimondo, mentre le sue mani consacrate prendono sull'Altare la prima ostia, mentre eleva lo sguardo al Cielo, donde scenderà il Cristo alla sua parola, egli, fuor di sé, solleva il cuore fino a Dio:
— Signore, per Colei che mi ha fatto Sacerdote, gradite quest'offerta e spargete su essa le vostre benedizioni!
Lei o lui?... Non sa nulla. Ma è sempre un'anima! Quell’anima è là?... È sempre là per Colui che conosce il fondo dei cuori!
Il seguito si sa. Lo conosce bene qualunque Sacerdote.
Dopo l'ora benedetta della prima Messa, segue una gioia meno piena, perchè trasformata dalla responsabilità, ma quante consolazioni! È una mano che semina il perdono... È un cuore che svela al dolore la consolazione... Sono delle labbra che insegnano, che consigliano, che correggono... È una potenza sacerdotale che battezza, che assolve, che consacra, che unisce, che... consola chi si prepara a morire!
Tutta una vita di sacrifizio; lo sguardo è tutto in Dio e nelle anime, nelle anime e in Dio, sempre. Fino alla morte!
Il segreto di queste parole, dei loro effetti, dei loro meriti, delle loro conquiste, appartiene a Dio.
* * *

La buona Castellana è morta. Piangono specialmente i poveri.
Giunta al tribunale supremo, ella porta sulle spalle umane il peso schiacciante della sua natura...
— Che cosa hai fatto? — dice Iddio.
— Signore! — dice in tono supplichevole — Signore, vi ho dato un Sacerdote!
È così grande, nella bilancia delle buone opere, il peso di un Sacerdote, che la bilancia s'inchina rapidamente, davanti ai suoi occhi, verso la sentenza dell'Amore.
Ella se ne meraviglia e canta: «Signore, voi siete buono, infinitamente misericordioso!» Il Cielo la confonde nell'immensità della sua gioia, quand'ecco giungere Raimondo. Mille anime accorrono esultanti, e si slanciano verso di lui, beate! Ella ne vede il numero ingigantirsi intorno a lui; come un'immensa corona vivente. Tutte le devono qualcosa della loro salvezza, molti l'ultimo perdono...
Allora essa comprende.
E verso di essa scende lo sguardo — sguardo infinitamente dolce — di Gesù, e la voce del Sacerdote Sommo sussurra a quel cuore beato la parola della ricompensa eterna.
«Tu mi hai dato questo Sacerdote. In lui, tutti questi eletti sono tua opera. Quest'opera non avrà fine, e, col mio amore, essa sarà la tua felicità eterna!»
E nel Paradiso, dove tutte le azioni generose sono pubblicate, migliaia di anime, che la rivelazione del Divin Maestro ha riunite, formano intorno ad essa una corona, nel mezzo della quale, risplende come una perla il carattere incancellabile d'un Sacerdote!

INDULGENZE DEL MESE

29 Giugno: S.S. Pietro e Paolo Ap. — 30 Commemorazione di S. Paolo.
Una speciale indulgenza plenaria viene concessa ogni volta che i Membri e Cooperatori faranno un'ora di adorazione davanti al SS. Sacramento e pregheranno secondo i fini della Pia Società.
Indulgenza plenaria in articulo mortis ai Membri e Cooperatori, che confessati e comunicati, o almeno contriti diranno divotamente colle labbra o col cuore il Santo Nome di Gesù ed accetteranno pazientemente la morte dalle mani del Signore in pena dei propri peccati.
Parziale di cento giorno da lucrarsi dai Membri e Cooperatori, ogni qualvolta diranno, con cuore contrito, qualche preghiera secondo il fine della Pia Società San Paolo, o presteranno un qualche aiuto: lavoro, elemosina, offerte ecc.

UNIONE DI PREGHIERE

Per tutte le persone che si raccomandano offriamo al Signore tutto il bene e le azioni che si fanno in Casa, e le raccomandiamo alle preghiere dei Cooperatori.
Il Tempio a S. Paolo che abbisogna ancora di molte grazie — S. S. Pio XI — L'Apostolato della Buona Stampa — L'incremento della Pia Società S. Paolo — La diffusione del culto al Divin Maestro, alla Regina degli Apostoli, a San Paolo Apostolo, ecc. — L'Opera delle Vocazioni religiose all'Apostolato-Stampa — L'Opera delle 2000 SS. Messe — La diffusione del S. Vangelo e della Sacra Bibbia — L'Apostolato del libro — L'Opera dei Bollettini Parrocchiali — I Cooperatori, Scrittori, Collaboratori, ecc. — L'Associazione Generale Biblioteche — I Centri di Diffusione — I Periodici settimanali e mensili.
Due Cooperatrici per salute e condizioni finanziarie — Una Cooperatrice per due conversioni ed altre grazie spirituali e temp. — Due persone per guarigione — Due guarigioni — Una grazia — Un Cooperatore per bisogni spirit. e temp. per sé ed il proprio figlio — Due grazie importanti — Una conversione — Bisogni spirit. e temp. — Un Cooperatore che si raccomanda tanto — Una famiglia per bisogni spirit. e temp.
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MARIA REGINA DEGLI APOSTOLI

(Continuazione)



LE RAGIONI DEL TITOLO: Maria è Regina degli Apostoli, perchè Madre di Gesù Cristo luce del mondo.

Si deve riempire la mente della conoscenza di Maria, e mediteremo le ragioni del gran titolo: si deve riempire il cuore di confidenza in Maria, e lo spirito di devozione a Maria, e ne mediteremo la pratica.
Gesù Cristo è il fondamento della Chiesa, «la pietra angolare», «il Capo»: e Maria primieramente fu onorata e venerata nelle Chiese come Madre di Dio. Gli Apostoli sono «le colonne della Chiesa», i primogeniti: e Maria primieramente fu invocata nella Chiesa, come Maestra, come Madre, come Regina degli Apostoli. Nella sua sostanza la divozione alla Regina degli Apostoli è dunque primogenita, prima nella Chiesa. Il titolo venne dopo: la consacrazione del titolo seguì il fatto.
Con quanto senso di opportunità oggi il titolo e la divozione ritornano in sommo onore!
Questa divozione dobbiamo noi acquistare: la Regina degli Apostoli è la nostra Madonna. Acquistarla e praticarla come S. Paolo: che meglio di tutti con frase sintetica dichiarò la figliale schiavitù di Gesù Cristo, e la provvidenza Mariana nella Redenzione: come S. Giovanni, l'Apostolo della Madonna, l'esempio tra gli Apostoli della filiale schiavitù verso Maria SS.ma. Fino a questo punto dobbiamo essere divoti di Maria: schiavi come Gesù Cristo.
E questo è il fondamento teologico del titolo e dell'ufficio di Maria Regina degli Apostoli: il motivo del primo onore reso a Lei: perchè è Madre di Gesù Salvatore del mondo, perchè Gesù Cristo venne a noi per Lei.

Maria è madre di Gesù Cristo fonte di ogni bene

L'Apostolo del Padre Celeste, «l'Apostolo della nostra religione», è Gesù Cristo. Gli altri Apostoli sono i suoi ministri: Maria è la sua Madre.
Da Gesù è venuto al mondo tutto il bene: «come per Adamo siamo stati tutti perduti, per mezzo di Gesù Cristo siamo stati salvati».
Gesù Cristo l'ha dato al mondo Maria: Ella è l'aurora che ha portato il sole della giustizia, ossia dell'ordine e della santità e della salvezza. Gesù Cristo ci ha illuminati, ci ha insegnato la verità: il mondo giaceva nelle tenebre e nelle ombre di morte: per noi esseri intelligenti, noi che tendiamo con forza alla perfezione della conoscenza, l'apostolato della verità è d'ineffabile valore, d'inestimabile prezzo.
Gesù Cristo ci ha illuminati: Gesù è di più: egli è la luce: «luce vera che illumina ogni uomo, che viene in questo mondo»: egli è «la verità»: egli è la sapienza incarnata.
Maria è la Madre di Gesù: «Ella effuse al mondo questo lume di eternità». Ella è la depositaria della verità, la sede della sapienza.
Il Vangelo è come il lievito, «che la massaia pone in tre staia di farina e tutta la fa fermentare»: il Vangelo riordinò, riformò la vita: educò gli uomini «a vivere una vita celeste»; le famiglie sono state consolidate, restaurate nell'amore; la società, l'umano consorzio fu «instaurato tutto in Gesù Cristo» e la vita delle nazioni fu penetrata di civiltà cristiana, e vi furono seminati i mezzi per acquistarla e goderne i meravigliosi benefici.
Ed ecco Gesù Cristo, il Divin Maestro, l'Apostolo d'ogni bene, «il tutto in tutte le cose» ce lo ha dato Maria; come madre, che chiedeva la salvezza, che lo ricevette per il suo consenso, e che fu incaricata di prepararlo per il bene del mondo infermo: Ella la causa della nostra letizia e della fonte del bene: Ella la salute del mondo infermo: Ella la causa della nostra letizia! La Provvidenza che dispensò l'economia dei tempi, tutti li ordinò a Maria, perchè ogni cosa venisse fondata e avesse il principio di nuova vita di bene nel frutto benedetto di Maria! O Maria, arca dell'alleanza dell'uomo con Dio! O Maria, Regina degli Apostoli!
E vi è di più: perchè l'uomo fu creato per conoscere Dio come Egli è, colla fede nella vita presente, colla visione a faccia a faccia nell'altra vita: l'uomo fu creato per amare Dio non solo come Creatore e Signore, ma come amico e come Padre: per amarlo sempre, per possederlo, e bearsi in Lui!
Questa è la vita soprannaturale, è la santità; questo è il frutto della grazia: che fa noi figli di Dio, partecipi della natura divina, liberi dal peccato, eredi del Paradiso.
Onesta è la redenzione; la giustificazione, e il premio soprannaturale: questo è venuto a fare Gesù, il resto segue come conseguenza: questo fa la Chiesa: il resto è lo splendore di questo bene.
La grazia tutti la prendiamo dalla «pienezza di Gesù Cristo, come il tralcio prende la vita dalla vite» egli solo è «la vita»: noi siamo vivi nello
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spirito per Lui; noi meritiamo per Lui; noi vinciamo il demonio per Lui: i Sacramenti, il Vangelo, la Chiesa, li ha dati agli uomini Lui: e Lui fu affidato a Maria e ce lo ha dato Maria, preparato Maria, generato Maria: Maria ci è Madre; tanti sono apostoli nostri; Maria è madre di grazia anche agli Apostoli. Gli Apostoli ci predicano Gesù, e ci comunicano il bene di Gesù Cristo: Maria ci diede Gesù, e mise in Gesù C. tutto il bene: Ella la mistica rosa dell'infinito amore, Ella il vaso del nostro onore, Ella la madre della grazia divina, Ella la Regina degli Apostoli.

II. Maria è quindi il canale di tutto il bene.

Di ogni bene di sapienza, di ogni bene di virtù, di ogni bene di grazia.
Le fa dire la S. Chiesa: « Ecco il Signore mio, tutto ha affidato a me; e non vi è più alcuna cosa che non sia in mia potestà, o che non abbia Iddio consegnato a me».
Maria è la madre del buon Consiglio: la SS.ma Trinità ha affidato a Maria il Consiglio suo in cui deliberò di salvare il mondo: Maria è quindi la Mediatrice, Signora e Regina di tutte le grazie.
Maria e la radice: una pianta senza le radici si dissecca: un ramo staccato dal benefico alimento della radice inaridisce e si corrompe. L'alimentazione e la vegetazione della pianta è basata sul cibo linfatico della radice: Maria è la radice della vita spirituale: e nella vita spirituale altro alimento non si riceve che per mezzo di questa radice.
È la voce dei Padri della Chiesa, i segretari della rivelazione, i notari delle verità depositato da Dio nella Chiesa: «Nessuno, esclama S. Germano, consegue la salute, se non per mezzo tuo, o santissima. Nessuno è liberato dal male, se non per mezzo tuo, o immacolatissima. Nessuno riceve perdono, se non per mezzo tuo, o castissima; a nessuno è data grazia di misericordia, se non per mezzo tuo, o onoratissima Maria».
Maria è il collo: è un'altra bella figura dei Santi Padri, e propria di S. Bernardo.
Per il collo passa l'alimento, per il collo passa la respirazione dei polmoni; per il collo vanno al cervello le sensazioni periferiche; e per il collo comunicano alle membra gli ordini del capo, e le immagini agiscono sugli organi. Dio è il capo, Maria è il collo, noi siamo le membra.
Ogni dono celeste viene a noi per mezzo di Maria: non è vi altra via: tutta l'intercessione dei Santi è presso Maria. Ecco S. Bernardo che raccoglie il testimonio di tutti i padri e ci predica questo decreto di amore e questo mistero di grandezza: «Veneriamo Maria, perchè questa è la volontà di Dio, che ha voluto che tutto noi riceviamo da Maria: questa è la volontà di Dio, ma per noi ».

III. Siamo sudditi di Maria.

Oh! benedetto il frutto del tuo seno, o Maria! benedetti i sudditi di Maria, benedetti i figliuoli di Maria. Non mancheranno di nulla, non difetteranno delle cose più delicate, avranno in abbondanza regale quanto di consiglio, di bontà, di grazia, di aiuto occorre per stare proprio bene, per camminare proprio spediti alla santità, alla maturità della vocazione, al termine del corso segnato dalla misericordia di Dio alla loro vita!
Se speranza vi è in noi, se grazia vi è in noi, se principio di salvezza vi è in noi, sappiamolo, che ci viene da Maria ». (S. Bernardo).
Se uno vuole o aspetta grazie, e non si rivolge a Maria, ha un desiderio vano: «vuol volar senz'ali ».
Questo per tutti! Questo specialmente, particolarmente per le anime chiamate a fare del bene ai fratelli, ad essere apostoli: questi sono i più vicini a Gesù, i figli primogeniti, la luce e il sale del mondo. Maria ci ha dato «l'Apostolo» di Dio, Gesù Cristo, è tutta interessata: e li conserva e li difende, e li rende fecondi a generare Gesù nei cuori, padri di molte anime.
Ci vuol quindi fiducia in Maria, schiavitù figliale a Maria: oh! è necessaria la schiavitù figliale! per avere una fiducia estrema, perchè non manchi nulla di nostro per essere tutti suoi, perchè non deviamo in nulla dal suo spirito, e dal suo ordine, nulla distogliamo del suo tesoro.
Esaminiamoci sulla nostra divozione a Maria: è necessaria per maturare apostoli, esser di Maria Regina degli Apostoli: tener Maria quale è.
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NELLA PIA SOCIETÀ S. PAOLO
Dalle nostre Case

ALBA

CHIUSURA DEL MESE DI MAGGIO. - Il mese che abbiamo dedicato a Maria Regina degli Apostoli, lo chiudemmo l'ultima domenica di Maggio. L'avevamo trascorso tutto nel meditare le grandezze, la bontà e le cure più che materne della nostra buona Mamma e Regina. Ed in quel giorno Le abbiamo offerto tutto il bene operato durante il mese in suo onore: il mazzo dei «fioretti», i rosari, le preghiere, le mortificazioni in suo onore. Ella è la buona Mamma che conosce i suoi figli ancor piccoli, e quindi accetta sempre volentieri quanto Le si offre, anche se è poca cosa; e se le nostre preghiere furono un po' meschine, se i nostri fioretti furono qualche volta un po' appassiti, li abbiamo presentati ugualmente a Lei con umiltà ed Essa li ha certo profumati e li ha presentati al suo Divin Figlio Gesù, pregando e chiedendo grazie per noi e pei bisogni di tutti i nostri Cooperatori.
Chiuse il mese la processione in cui si portò in trionfo, attraverso ai cortili dei vari caseggiati, il quadro della Regina degli Apostoli. Ella passò benedicente, in mezzo ai suoi novelli apostoli, tra canti devoti e preghiere fervorose, e sparse una pioggia di grazie sulle iniziative della Casa, sullo studio e sull'Apostolato.
Si degni ora la S. Madonna di far fruttificare i propositi generosi fatti in quel giorno.

LA PROCESSIONE DEL CORPUS DOMINI. - Si svolse nell'interno, attraverso i cortili. Fu addobbato con quanto di più bello vi è in Casa, il passaggio cosparso di fiori, drappi, quadri, festoni, ecc.; era una gara tra i giovani per ornar nel miglior modo possibile il luogo dove doveva passare il Divin Maestro. Lungo il percorso furono disposti gli attrezzi dell'Apostolato, i libri dello studio ecc., si voleva che Gesù benedicesse tutti e tutto.
Caratteristica e magnifica si svolse la processione, che, incominciata dopo i Vespri alle ore 19 terminò alle ore 21. Furono eretti due altari: uno sul piano della cartiera sulla quale sventolavano la bandiera pontificia ed il tricolore, l'altro nel cortile dei Discepoli, ove Gesù si trovò come in un giardino di fiori, e dove erano spiegate al vento le bandierine di tutte le Nazioni, per indicare che si chiedeva la benedizione del Signore non solo su di noi, ma sui Cooperatori ed amici vicini e lontani e sugli uomini tutti. Da questi due altarini fu impartita la benedizione.
Dopo cantici eucaristici, si intonò il Te Deum, e si terminò colla benedizione solenne in Chiesa.

IL MESE DI GIUGNO A S. PAOLO. - Abbiamo incominciato il mese di Giugno che noi dedichiamo in modo speciale al nostro Padre S. Paolo. In questo mese dobbiamo accumulare, fare una provvista, come ben ci disse il nostro Sig. Teologo nella meditazione di apertura, per tutto l'anno della divozione a S. Paolo. E quindi: leggere S. Paolo, la sua vita, le sue epistole, il libro «Un mese a S. Paolo»; meditare San Paolo, i suoi esempi, i suoi insegnamenti, la sua dottrina, il suo cuore; pregare S. Paolo, in modo speciale recitando la sua coroncina e le preghiere per la Buona Stampa e per ottenere la pazienza; imitarlo in qualche sua virtù: nella carità, pazienza, zelo, amore al Signore, ecc.; in una parola: «impaolinarci», renderci paolini; mettendo in pratica quanto ci dice nelle sue lettere: «Imitatores mei estote, sicut et ego Cristi» imitate me, come io imito Gesù Cristo.

LE DIVOZIONI DEL MESE

Lunedì: La Fede di S. Paolo. La vita spirituale, di cui S. Paolo è maestro, poggia sulla fede. Quella fede operativa che ci porta non solo a credere, ma ad agire praticamente secondo gli insegnamenti del S. Vangelo. La fede che ci fa vivere in unione con Dio in tutte le nostre cose, avendo sempre di mira la sottomissione alla Sua santa volontà. E S. Paolo era tanto conforme nelle sue azioni alla volontà del Signore che diceva: «Mihi vivere, Christus est» — La mia vita è come la vita di Gesù. Chiediamo a S. Paolo questa che è la prima grazia che ci deve ottenere: la fede ferma come l'aveva Lui.
Martedì: Anime Purganti. Nel Purgatorio si va per cose che noi chiamiamo piccole, ma agli occhi del Signore non sono piccole. Quindi, somma delicatezza di coscienza, «Qui spernit modica, paulatim decidet» — Chi disprezza le cose piccole, poco alla volta cade nelle cose gravi. Mentre preghiamo il riposo eterno alle Anime dei nostri cari, pensiamo a noi e cerchiamo di evitare quei difetti, quelle venialità che possono portare anche noi in quel carcere di fuoco.
Mercoledì: S. Giuseppe. Suo spirito di mortificazione. S. Giuseppe l'esercitò in tutta la sua vita, nell'umile mestiere del falegname per mantenere la Sacra Famiglia. A Betlemme, in Egitto, a Nazaret. Nel mondo non si vuol sentire a parlare di mortificazione; eppure è questa la via
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regia, la via che ha tenuto N. Signor Gesù Cristo per primo e poi tutti i Santi. Il Paradiso si guadagna colla mortificazione: «Regnum Dei vim patitur et violenti rapiunt illud» — Solamente coloro che si mortificano si guadagnano il premio. Mortifichiamo le nostre passioni, le nostre cattive inclinazioni, facciamo il bene nell'umiltà e nel nascondimento come S. Giuseppe.
Giovedì: Divozione all'Angelo Custode. L'Angelo Custode ci sta continuamente al fianco per difenderci dai pericoli dell'anima e del corpo. Tanti Santi lo vedevano e parlavano famigliarmente con Lui. Raccomandiamogli i nostri bisogni: Egli è un amico che vuole unicamente il nostro vero bene, prega per noi, intercede per noi. Non offendiamo il Signore alla Sua presenza, ma facciamo il bene che Egli scrive a caratteri d'oro nel libro della Vita.
Venerdì: Festa del Sacratissimo Cuore di Gesù. La Chiesa ci presenta Gesù col Cuore trafitto dalla lancia. Sono i nostri peccati che hanno trafitto quel Cuore che tanto ci ama. Dobbiamo starcene davanti a Lui a capo chino con sentimenti di dolore dei nostri peccati, di riparazione e di fede in quel Cuore sempre pronto a riceverci ravveduti per aprirci i tesori delle sue grazie.
Sabato: Divozione a Maria Regina degli Apostoli. Impariamo a meditare sotto la guida di Maria SS. Chi fa bene la meditazione, schiva il peccato non solo, ma fa progressi notevoli nella pratica delle virtù. È impossibile meditare e restare col peccato sulla coscienza.

BARI

Si vanno costituendo Biblioteche e Depositi-Rivendite di libri buoni ed oggetti religiosi. Una nuova biblioteca e un deposito a Bibritto. Lo zelante Arciprete di questa cittadina spera molto da questa forma di Apostolato anche per avere un aiuto dal provento della vendita, per l'erigenda Casa di salute.
A Matera, deposito e biblioteca. L'Istituto Argenta di Lecce iniziò la biblioteca per il Liceo. Circolo di Montrone rifornisce la sua biblioteca con un buon numero di libri.
Qui a Bari il Rev.mo Mons. Vicario, coadiuvato dal Seminario, diffondono tanti libri nostri, di vite di Santi, cultura ed apologetica. Il Rev.mo Mons. Alvigini, Assistente Ecclesiastico, invita tutti gli studenti del Circolo a procurarsi il Prontuario dell'Azione Cattolica del Marrotta, ed il piccolo sillabario del cristianesimo dell'Olgiati.
Il Rev.mo Parroco di S. Ferdinando, durante la benedizione delle case, parlò a tutti della nostra opera, in modo speciale raccomandando il foglietto religioso in ogni famiglia.
Il Signore benedica tutti coloro che ci aiutano nel vasto campo dell'Apostolato-Stampa, e dia incremento e sviluppo sempre maggiore alle loro iniziative.

VERONA

A San Paolo - Con vivo piacere abbiamo appreso che la nostra esortazione, come fioretto a chiusa del mese di Maggio, ebbe la sua pratica applicazione Domenica scorsa, 26 corr., nella Chiesa parrocchiale di S. Paolo C. M. mercè lo zelo del benemerito Padre Redento dei Carmelitani Scalzi di Tombetta, predicatore del mese Mariano, presente il Reverendissimo Arciprete ed una folla di popolo. Furono dati al fuoco nella pubblica Chiesa tutti i libri irreligiosi ed immorali raccolti in tale circostanza, dopo una poderosa predica del R.mo Padre, ciò che attirò l’ammirazione dei presenti.
Quello che si compì in altre città, sì in Italia che all'estero, vedemmo riprodotto nella nostra Chiesa di S. Paolo, in memoria di quanto l'Apostolo ha operato in Efeso, come lo dimostra un dipinto a fresco a lato dell'Altar maggiore. Benissimo! Certi fatti restano più impressi nella mente che le parole.
Ora dobbiamo sostituire ai libri cattivi bruciati, altrettanti buoni, che facilmente si possono trovare nella filiale della Pia Opera di S. Paolo - Via S. Cosimo, 1 VERONA.

ROMA

Le Beatificazioni Romane chiamano ai piedi del Papa e dei nuovi beati tanta moltitudine di fedeli: ma una gran parte dei cari Cooperatori non possono parteciparvi: in queste Domeniche noi ci portiamo a San Pietro anche in rappresentanza dei cari Cooperatori e a nome loro preghiamo i gloriosi beati e per loro pure riceviamo la Benedizione del Santo Padre. È un dolce dovere: è una dolce unione dei cuori.
Nei giorni di San Pietro e di San Paolo in modo particolare li ricorderemo alla Tomba dei santi Apostoli, affinché più cresca in tutti l'amore al Papa e la dolce speranza di essere ascritti tra quelli che San Paolo ha registrato nel libro della vita.
La nuova casa, sempre tra nuove difficoltà, cresce ed è arrivata al soffitto del piano terreno. Le difficoltà sono a tutti noi motivo di avere più fiducia, di dare più preghiera e anche con quanto aiuto di mezzi si può. Si costruisce molto forte, e speriamo che a molti servirà per glorificare Iddio, e per dare aiuto alle anime. Speriamo che parecchi cari amici, che nei solenni giorni di quest'anno santo ci chiesero ospitalità e non la poterono avere, saranno con gaudio comune ospitati in una prossima volta, come in quanto può fa la casa di Alba. La muratura che si dovette fare in questo piano costa 200 lire il m3. Chiediamo quindi per i cari giovani e per le anime: e chiediamo specialmente Rosari ed Esami di coscienza: se per cooperare, o amici, voi diventate più buoni, il Signore, che è santo e inesauribile nei suoi doni, consolerà Voi e noi con miracoli di divina Provvidenza.
Il Rev.mo Parroco D. Sottimano ha portato L. 50; la Signora Intorticia ha portato L. 15.
Forse buone madri e buone giovani potrebbero incaricarsi di esitare a un prezzo conveniente libri religiosi o di buona lettura, che forniremo loro: e sarebbe gran bella cosa che la casa per l'Apostolato della Stampa sia fatta con i mezzi della Stampa Buona.
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Regina degli Apostoli! La festa della nostra cara Madonna si è celebrata il giorno della SS.ma Trinità e fu bella oltre che per i motivi intimi e giocondità di famiglia, specialmente per il soave ricordo che lascia alla casa la cerimonia della Vestizione delle Figlie di San Paolo, le quali assunsero le benedette divise loro concesse dalla Santa Chiesa Madre, mentre da anni erano in Casa e professavano la vita religiosa e i santi voti. È la seconda volta che la pia funzione si celebra da noi, e questa volta ricevettero l'abito la M. Amalia Peyrolo; Caterina Carbone; Pia Conterno.
Il P. Don Francesco O. S. B. di San Paolo ci tenne la funzione eucaristica del mattino, mentre il P. Don Basilio ci fotografò a sera.
Dal pozzo è zampillata l'acqua, che preghiamo salga in vita eterna. In casa si celebra il mese a San Paolo e la salute è buona in tutti. L'Angelo della Famiglia entra in sempre più largo numero, e se vi è chi rifiuta, sono la gran parte quelli che ne sono grati e che ricevono del bene! Anche questa forma di apostolato però ha bisogno di molta preghiera e di molta grazia!
Unione di preghiere: Un giovane che si rifiuta di ricevere i Sacramenti; un figlio scapestrato.
Duemila SS. Messe: Concetta Marenza, Francesco Cocc; Sbraga Mariano, Sbraga Loreta.

UN MODO GENTILE

di aiutare la Pia Società S. Paolo e le sue opere è di mandarle elemosine di SS. Messe con offerte maggiori della prescritta. E la Pia Società S. Paolo è riconoscente a quanti invece di L. 5 hanno mandate elemosine da L. 7, 15, 20 da:
Alba, Govone, Cumiana, Noceto, Fragneto Monforte, Dueville, Radiano, S. Damiano, Grinzane, Pocapaglia, Ceresole, Cercemaggiore, Cortemilia, Roccaforte, Mondovì, Corneliano, Mercato Saraceno, Fossano, S. Martino Alfieri, Monticello, Gorzegno, Lesegno, Albaretto, Saronno, Vezza, Priocca, Travo, Torre Bormida.
Ci sono pervenuti nel mese scorso i corsi di SS. Messe Gregoriane per le seguenti persone:
Sig.ra Vigolungo — per def. Repetto — per Servetti Agnese — per Beniamino Canoni — per def. G. Chiarlone — per def. Sac. D. Borio — per def. Stef. Cordero— per P. Bussolino — per Carminati Ricciuti già Moccia.
I corsi di SS. Messe sono tutti in via di celebrazione.

UNIONE DI SUFFRAGI

Pereghiamo per
CORDERO STEFANO

Uomo retto e di vecchio stampo, sempre calmo e sorridente; tra i più assidui alle funzioni di Chiesa ed ai SS. Sacramenti. Modello di padre cristiano, seppe coll'esempio e colla parola, educare la numerosa famiglia, alla Religione, al lavoro, alla carità fraterna.
Cooperatore zelantissimo, fu uno dei primi che conobbe ed amò sempre sinceramente la Pia Società S. Paolo, alla quale ha dato un Chierico ed una Suora. In cima alle sue aspirazioni, aveva messo il trionfo della Buona Stampa, e per questo dedicò anima e corpo, non risparmiando né tempo né fatica.
Il Signore lo volle chiamare a Sé proprio mentre si trovava in Alba a breve distanza da San Paolo, dopo d'aver ricevuto l'ultima assoluzione e l'Olio Santo dalle mani del Direttore, Signor Teologo Alberione.

MAGLIO MADDALENA

Zelatrice dell'Opera delle 2000 SS. Messe; il giorno 9 Maggio spirava santamente come visse, per andare a ricevere il premio preparatole dal Signore.

LA SIGNORA PAOLINA

Altra attiva Zelatrice dell'Opera delle 2000 SS. Messe. Appena conobbe le Figlie di S. Paolo, a Torino, subito s'entusiasmò del nuovo apostolato, e spese i suoi ultimi anni per il trionfo della Buona Stampa.

Preghiamo e raccomandiamo alle preghiere dei nostri Amici questi Cooperatori, assieme a tutti gli altri che già passarono all'Eternità. Mentre noi preghiamo per loro, essi pregano per noi, e chiedono al Signore tutte le grazie di cui tanto abbisogniamo per poter trovarci uniti tutti un bel giorno in Cielo.
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CENTRI DI DIFFUSIONE
DI LIBRI BUONI ED OGGETTI RELIGIOSI

PROGRESSI NOTEVOLI

Grazie al Signore la nostra iniziativa Centri di Diffusione va facendo breccia giorno per giorno portando ovunque frutti superiori ad ogni aspettativa e con soddisfazione di quanto hanno voluto esperimentare questo nuovo e ideale mezzo di apostolato.
A quanti sono in dubbio e titubanti se devono incominciare, diciamo: affrettatevi: ogni giorno che passa è una occasione perduta e l'indecisione di oggi può essere amaramente scontata in seguito. Invece come sarà contento colui che potrà asserire di avere contribuito all'istruzione e formazione religiosa di tante povere menti che vagano nell'oscurità delle tenebre dell'ignoranza.
La stagione estiva in cui cessano i grandi lavori, le preoccupazioni assillanti e le persone cercano il riposo e ristoro nei dolci ozi e tra la solitaria quiete, si presenta come il tempo più adatto per offrire a tutti letture edificanti che sollevano alle bellezze del cielo e fanno gustare quelle dolci intimità che vengono da una coscienza pura e da un cuore innocente.
In questo tempo da tutti si legge, e si legge appassionatamente senza alcun ritegno: giovani, fanciulli, uomini, vecchi, signorine, ecc. sono affascinati da questa mania. Ma cosa si legge? Purtroppo, bisogna dirlo, che la stampa perversa si moltiplica spaventosamente e che i più leggono e divorano romanzacci luridi, immorali, passionali, frivoli, scandalosi che uccidono l'anima, degradano la dignità umana e inducono al suicidio.
Non è un caso, ma è la storia quotidiana, triste e dolorosa, di coloro che dopo la lettura di uno di questi romanzi assassini e galeotti si tolgono miseramente la vita.
Per questo, per impedire tanto male, rivolgiamo viva preghiera ai nostri gentili lettori e cooperatori, che comodamente e senza grande disturbo potrebbero interessarsi della vendita dei nostri libri, ad aprire una rivendita di romanzi, avventure, racconti.
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Dateci francobolli usati, per la Buona Stampa!

Sono cose inutili che si buttano via colla cartaccia. Ma servono per la Buona Stampa.
Raccomandiamo vivamente questa forma di elemosina che non costa nulla e che non richiede altro che una piccola attenzione a staccare dalle buste e cartoline, che si buttano via, i francobolli timbrati, raccogliendoli in una scatola o in una cassettina; per farli poi recapitare alla Pia Società S. Paolo.
Anzi, chi avesse carte vecchie in cassoni dimenticati, sui solai ecc., potrebbe farle passare e staccarne i francobolli: quanto più sono vecchi tanto meglio!
Preghiamo soltanto di staccarli con un margine di carta, per non guastarli.
Accettiamo anche con riconoscenza fogli di stagnola (quella che si usa ad avvolgere il cioccolato ecc.), cartoline illustrate usate, orologi rotti: tutte cose inutili, che invece possono diventare cose molto utili per la Buona Stampa.
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Volete conoscere la vita prodigiosa del
Beato D. Giovanni Bosco?

Mandate subito un vaglia di lire 5 alla PIA SOCIETÀ SAN PAOLO - ALBA e riceverete franco di porto un bellissimo libro di oltre 370 pagine, con bella copertina illustrata, che ne racconta con stile popolare ed attraentissimo la vita.
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Teol. Alberione G. Dir. Responsabile - ALBA
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Borsa di Studio Beato Don Bosco

D. Bosco, il nuovo Beato! L'Apostolo della gioventù, il santo delle vocazioni. Chi meglio di lui curò le vocazioni? Per guadagnare il cuore dei giovani ed indirizzarli a Dio, pose in opera tutte le sue industrie di un amore tenero e pieno di sollecitudine.
Pieno il cuore di quell'amore che faceva esclamare a S. Paolo: «Mi sopraspendo per le anime vostre» non badò a sacrifizi, mise in opera ogni industria, pur di guadagnare al Signore un maggior numero di anime — «Da mihi animas, caetera tolle»: era il suo motto. Dammi, o Signore, anime da condurre a Te, tutto il resto poco importa.
Ed oggi abbiamo assistito alla sua gloria ed al suo trionfo. È quindi in un trasporto di gioia e di riconoscenza che diamo in questo mese l'annunzio della fondazione di una nuova Borsa di Studio «Beato D. Bosco».
È l'ottima Signora Bertrando Orsola che desidera un altro sacerdote pieno di amore verso il Signore e di zelo per le anime, quanto il Beato D. Bosco. Ed il santo dei giovani non mancherà certo di assistere in modo particolarissimo la buona Benefattrice ed il suo Sacerdote.
Il Divin Maestro renda il centuplo su questa terra ed una corona fulgentissima di meriti nell'eternità.

Borsa di Studio Sacro Cuore di Gesù (2a)

E un'altra zelante Cooperatrice, divotissima del Sacratissimo Cuore di Gesù che ci manda L. 3000 per fondare una seconda Borsa di studio «Sacro Cuore di Gesù».
Ella così ci scrive: ... «Desiderando ardentemente di mantenere un Chierico per avere anche io un Sacerdote Missionario della Buona Stampa, il quale preghi per me e per la mia famiglia, invio L. 3000 per fondare una seconda Borsa di Studio «Sacro Cuore».
Coll'aiuto del Signore spero di mandare, col tempo il rimanente; se non potessi, spero che altri buoni Cooperatori la completeranno.
È da tanto tempo che desidero fondare una Borsa di Studio intitolata «Sacro Cuore di Gesù», affinché abbia pietà e misericordia dei peccati miei e di quelli di tutto il mondo. Raccomando caldamente al Sacro Cuore il ravvedimento di una persona a me tanto cara...».
Il Sacro Cuore benedirà certamente le sante intenzioni della nostra buona Cooperatrice. Che cosa desidera di più il Cuore Sacratissimo di Gesù, se non la conversione nostra e del prossimo? Preghiamo pure S. Paolo il quale, appunto perchè fu convertito dal Cuore di Gesù, ottenga queste grazie sì grandi e sì belle.

I PELLEGRINAGGI A SAN PAOLO

Tanti Cooperatori nostri, vengono a S. Paolo per le loro divozioni, a gruppi di tre, sette, otto persone, ecc. Bellissima ed utilissima usanza! Il Divin Maestro ha detto:
«Dove sono due o più persone radunate assieme che pregano in mio nome, io sono in mezzo a loro». Le preghiere avranno più efficacia, si otterranno più grazie.
In occasione delle
Feste e della Novena, invitiamo tutti quelli che possono, venire ad accompagnare a San Paolo, amici, parenti, ecc.
Ci auguriamo che siano numerose le SS. Comunioni, frequentate le funzioni, specialmente le SS. Messe, e più che tutto, tante e tante siano le grazie che l'Apostolo S. Paolo concederà in questi giorni a tutti i suoi divoti.
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