Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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La salma di D. G. Timoteo Giaccardo trasferita nella sottocripta della Regina Apostolorum


La Chiesa dispone che prima di concludere il Processo Apostolico per la Causa di Beatificazione dei Servi di Dio, si proceda alla ricognizione canonica delle loro salme.
È un atto materno con il quale la Chiesa prende in speciale consegna i corpi dei santi.
In conformità a questa legge della Chiesa, espletate tutte le pratiche presso le competenti Autorità civili e religiose, si decise per la fine di maggio di provvedere alla esumazione, traslazione, ricognizione e tumulazione privilegiata del nostro primo Servo di Dio, Don Giuseppe Timoteo Giaccardo.
La mattina del 31 maggio, al cimitero del Verano, nella Cappella dei Trapassati, alla presenza del Medico dell'Ufficio di Igiene, rimossa la lapide dal loculo di proprietà della Congregazione, veniva estumulata la cassa contenente i resti mortali di D. Giaccardo.
La cassa di legno era quasi totalmente sfasciata e la cassa di zinco in più parti corrosa. Si dovette provvedere una nuova cassa di zinco onde poter trasportare la salma.
A mezzogiorno il carro funebre, seguito da un gruppo di Confratelli, lasciava il Campo Verano per raggiungere il sottocripta del Santuario Regina degli Apostoli, in Via Alessandro Severo 58.
Quivi la bara fu presa a spalla dai Fratelli di varie nazioni i quali, al canto del Magnificat, la trasportarono attraversando i cortili, nel nuovo sottocripta appositamente preparato.
Erano le 13 e qualche minuto; l'intera Comunità Romana era presente a rendere il suo festoso benvenuto a Don Giaccardo, Fondatore e primo Superiore della Casa di Roma, divenuta sede del Consiglio Generali-zio e dello Studentato Teologico Internazionale.
Nel pomeriggio, dello stesso giorno, alle 17,30, alla presenza dei Membri del Sacro Tribunale del Vicariato, del Perito Medico, Dott. Osvaldo Zacchi, e di tutti i Superiori Maggiori, Provinciali e Regionali della Congregazione, il Primo Maestro, con voce commossa, impartiva l'assoluzione alla bara prima che gli operai procedessero ai lavori di apertura.
Tagliato lo zinco, attraverso i vari indumenti, si poté intravvedere il corpo del Servo di Dio che si delineava - parzialmente - in discreto stato di conservazione.
Espletate da parte del Cancelliere del Sacro Tribunale le formalità prescritte dalla prassi, i Medici iniziarono subito i lavori per la ricognizione della Salma e per il trattamento della medesima onde assicurarne la conservazione.
Mercoledì mattina, 1° giugno, nel sottocripta davanti alla Salma del Servo di Dio celebrò la santa Messa il Primo Maestro. Assistevano assieme ai Superiori e Fratelli delle Case di Roma, le Superiore delle varie Congregazioni femminili paoline. Alla fine della santa Messa, egli dettò a tutti la meditazione, illustrando l'intensa pietà eucaristica di Don Giaccardo e il suo esempio di vita paolina.
Venerdì 3 giugno, verso mezzogiorno, ultimati i lavori dei Medici, la Salma fu rivestita di paramenti sacerdotali e ricomposta in una nuova robusta cassa di zinco, il cui coperchio aveva una larga finestra di vetro.
Il primo a visitare la Salma rivestita dei suoi paramenti fu il Primo Maestro. Egli recitò con i presenti un Requiem e un Gloria.
La Salma fu poi esposta nel sottocripta perché tutti potessero visitarla e soffermarsi in preghiera.
La mattina di sabato ricelebrava nel sottocripta la santa Messa il Primo Maestro, presenti i Fratelli della Casa di Roma
Nel pomeriggio verso le 18, nuovamente presenti i Membri del Sacro Tribunale, letto il Verbale della ricognizione canonica, si procedeva alla chiusura della nuova cassa contenente i resti mortali del Servo di Dio.
Domenica pomeriggio alle 15,30 avevano inizio i solenni funerali. Furono un trionfo solenne. La Bara preceduta dalle bandiere di tutte le Nazioni dove operano i Paolini, fu portata a spalla in cripta, gremita come non mai. Erano presenti oltre 1700 persone. Nella mattinata erano giunti anche tutti i Sacerdoti delle varie Case d'Italia che dovevano partecipare ai santi Esercizi.
Fu eseguita la Liturgia del giorno, festa della SS.ma Trinità.
Che altro di meglio si poteva fare, che ringraziare la Trinità Divina, del grande «Dono» fatto alla Famiglia Paolina nella persona di Don Giaccardo?
Terminato il solenne rito, tutti, al canto del Magnificat, riaccompagnarono la Salma nel sottocripta per esservi tumulata.
Il Fondatore e primo Superiore della Casa di Roma è ritornato nella sua Casa, per essere anche sensibilmente con i Suoi Fratelli e donare loro in eredità il suo spirito di vero Paolino.
Egli ripete a tutti il suo testamento: «Che si viva in carità! E magnificheremo il Cristo Maestro nella sua Chiesa».
Don Lamera
Promotore della causa di canonizzazione
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