Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XXXIX
SAN PAOLO
Roma Casa Generalizia,
GIUGNO 1964

AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)

NTRODOTTA LA CAUSA PER LA BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE
DEL SERVO DI DIO FRATEL ANDREA M. BORELLO

La sera del 31 maggio, anno corrente, solennità di Maria SS. Regina, nel Tempio San Paolo, di Casa Madre ad Alba, con l'intervento di Mons. Vescovo Carlo Stoppa e dei Membri del S. Tribunale, si è aperto il Processo Ordinario informativo per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Fratel Andrea M. Borello, Discepolo del Divin Maestro, defunto a 32 anni di età nella Casa di Cura di Sanfrè, dopo circa 12 anni di vita paolina.
Per la circostanza, oltre le Autorità religiose della Diocesi, erano presenti il Rev.mo Primo Maestro e una larga rappresentanza di Sacerdoti e Discepoli, convenuti da tutte le Case di Italia. Presenti in gran numero le Suore Figlie di S. Paolo e le Suore Pie Discepole di Gesù Maestro.
Erano pure presenti, oltre la Sorella del Servo di Dio con la Famiglia, folti gruppi di fedeli di Mango (paese nativo di Fr. Borello) e di Castagnole Lanze (ove trascorse la sua giovinezza), guidati dai rispettivi Parroci e Sindaci, col Gonfalone del Comune. La grande Chiesa di S. Paolo era al completo.
Terminati gli Atti per la costituzione del Sacro Tribunale, e per l'apertura della Causa, prendeva la parola S. E. Mons. Vescovo per illustrare la vita del nuovo Servo di Dio. Concludeva il Primo Maestro, ringraziando Mons. Vescovo, le Autorità religiose e civili, e quanti erano intervenuti per testimoniare con la loro presenza la fama di santità di Fr. Borello e la fiducia nella sua intercessione presso il Signore.

Svolgimento

Nell'ordine in cui si è svolta la cerimonia, riportiamo:
1) La domanda del Rev.mo Primo Maestro;
2) La risposta di Mons. Vescovo;
3) Il discorso di Mons. Vescovo;
4) La conclusione del Rev. Primo Maestro;
5) Alcuni telegrammi di adesione.
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Eccellenza Reverendissima
Mons. CARLO STOPPA
Vescovo di Alba

È piaciuto alla Divina Provvidenza riservare a Lei, Ecc.za Rev.ma, secondo successore di Mons. Francesco Giuseppe Re, che vide nascere in Alba, nel 1914, la Famiglia Paolina, il delicato e gradito compito di presentare nella Chiesa i primi frutti di santità che il Divino Maestro volle donare alla Pia Società S. Paolo, a gloria del Padre celeste, e per il suo trionfo nel mondo.
Nel Suo zelo illuminato e lungimirante, con il Processo ordinario del Servo di Dio Don Timoteo Giaccardo, Ella ha voluto presentare un «Modello» a tutti i Sacerdoti paolini; con il Processo ordinario del Servo di Dio Maggiorino Vigolungo, primo fiore dell'Istituto, Ella ha inteso presentare un «Modello» agli Aspiranti paolini, a tutti i Chierichetti delle Parrocchie, a tutti i giovani aspiranti alla vita sacerdotale e religiosa nella Chiesa. Con il Processo informativo del Servo di Dio Can. Francesco Chiesa, oltre che porre sul candelabro una gloria del Clero diocesano albese, Ella ha voluto presentare un «Modello» a tutti i membri dell'Istituto «Gesù Sacerdote».
La Famiglia Paolina, con tutti i Cooperatori, Benefattori, e Amici, dopo aver reso grazie al Signore per questi doni, desidera esprimere ancora una volta a Vostra Eccellenza, a mezzo della mia povera persona, un grazie più sentito e profondo. Ella non ci poteva fare un regalo più prezioso, un bene maggiore. I Santi sono la prima ragione d'essere di ogni Congregazione, sono il miglior collaudo del suo spirito, delle sue Costituzioni, del suo sistema pedagogico-formativo. Per tutto ripetiamo di cuore: «Agimus Tibi gratias, omnipotens Deus».

Ma in questa ricorrenza del 50° anniversario di fondazione dell'Istituto, dopo aver molto pregato e pensato, credo di dover presentare a Vostra Eccellenza, facendomi eco di tante altre insistenti richieste e formulazioni di voti pervenutemi attraverso vie diverse, sia dentro sia fuori dell'Istituto, l'umile preghiera di voler ancora avviare il processo di Beatificazione e Canonizzazione di un nostro Discepolo del Divino Maestro: Fratel Andrea Maria Borello, la cui memoria è in benedizione e in venerazione sempre crescente presso i Fratelli, presso i Cooperatori e presso quanti, in qualche modo, lo hanno conosciuto. Con questi intendimenti, il 4 novembre 1959, provvedevo all'esumazione dei resti mortali del caro Fratello, trasferendoli dal cimitero di Sanfré al cimitero di Alba per riporli in un loculo nella cappella mortuaria della Famiglia Paolina.
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Per giudizio unanime, Fratel Andrea Maria Borello merita di essere glorificato e proposto come esempio a tutti coloro che si consacrano all'apostolato dei mezzi della comunicazione sociale, ma in modo particolare ai Fratelli Discepoli della Pia Società S. Paolo che sono come la spina dorsale della Congregazione e che hanno una parte importante nell'apostolato delle edizioni.
Fino dall'inizio dell'Istituto avevo fatto pregare perché tra essi fiorissero dei veri Santi: servi fedeli del Padre celeste, riparatori delle offese che si fanno a Gesù Maestro - particolarmente con i mezzi della tecnica -, ricchi di grazia e di Spirito Santo.
Nella luce di san Giuseppe, Fratel Andrea Maria Borello si fece premura di informare tutta la sua vita di una intensa pietà riparatrice, di un abituale raccoglimento e silenziosità, di una serena docilità nella partecipazione generosa all'apostolato mediante la tecnica e la propaganda, di una costante tensione verso la perfezione paolina.
Confidando che l'Eccellenza Vostra vorrà, come sempre, considerare nella preghiera, davanti al Signore, questa richiesta che ho confidato al suo cuore di Padre e di Pastore, La prego di voler benedire con me tutti i Figli e le Figlie della Famiglia Paolina perché sempre si cammini nella via indicata e voluta dal Maestro Divino con lo spirito di san Paolo apostolo.
Baciando il sacro anello, mi professo


umil.mo e dev.mo
Sac. Giacomo Alberione
Sup. Gen.


Roma, 4 aprile 1964
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Rev.mo Padre
D. GIACOMO ALBERIONE
Superiore Generale della Pia Società S. Paolo
ROMA

Il Suo invito a voler considerare nella luce del Maestro Divino la ragione e l'opportunità di avviare il Processo ordinario informativo per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Fratel Andrea M. Borello, Discepolo del Divin Maestro, Religioso Professo della Pia Società S. Paolo, mi ha riempito l'animo di gaudio. Non solo la Sua richiesta non mi ha sorpreso, ma la attendevo da tempo.
Dal giorno che la Divina Provvidenza, nei suoi imperscrutabili disegni di sapienza e di amore, volle chiamarmi dalla Diocesi di Sarsina a reggere la Diocesi di Alba, ove ha sede la Casa Madre della Pia Società S. Paolo, delle Figlie di S. Paolo e delle Pie Discepole del Divin Maestro, più volte, entro e fuori dell'Istituto, ho sentito parlare delle virtù e degli esempi di Fratel Andrea M. Borello. Ho potuto così rendermi personalmente conto di quanto sia vivo il suo ricordo, la sua memoria, la fama della sua santità non solo nel!: animo dei Sacerdoti e dei Fratelli Discepoli Paolini,ma anche dei fedeli della Diocesi, particolarmente nelle Vicarie ove egli trascorse gli anni della sua giovinezza, santificandoli con esempi di profonda vita cristiana. Sono quindi tanto più lieto di aderire alla Sua richiesta, Venerato Padre Don Alberione, in quanto personalmente ho conosciuto e conosco la fama di santità sempre crescente che circonda la persona di Fratel Andrea M. Borello e la sua santa vita, tutta consumata nella fedeltà e nel nascondimento della vita comune, nell'impegno per la sua santificazione e, infine, eroicamente offerta per l'Apostolato delle Edizioni, per le Vocazioni, per il miglior sviluppo della Congregazione che Egli ha amato più di se stesso.
Benedictus Dominus! Sia benedetto il Maestro Divino che, dopo aver effuso nell' anima di questo suo Discepolo prediletto tesori di grazia, avendo trovato in lui un servo fedele e prudente, vuole avviarlo alla suprema glorificazione che la Chiesa riserva ai suoi Santi. La mia gioia di Pastore e di Vescovo è tanto più viva e sentita in quanto Fratel Andrea M. Borello è un figliuolo della nostra Diocesi. Egli conferma quanto meritevoli di stima e di lode siano i Sacerdoti di questa veneranda Chiesa Albese che, nel silenzio umile, ma nel più fervido zelo pastorale, hanno creato un ambiente così profondamente cristiano nelle popolazioni loro affidate da ottenere veri frutti di santità.
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Penso poi che non poteva esserci circostanza più opportuna per l'avvio di questo Processo Ordinario sulla fama di santità e sulle virtù eroiche di Fratel Andrea M. Borello. Infatti ricorre quest'anno il cinquantesimo di fondazione di vita della Pia Società San Paolo. Il nuovo Servo di Dio rivela ancora una volta ai Paolini e a tutti i fedeli della Chiesa quanto il Signore abbia ricolmato di grazie e di benedizioni la Famiglia Paolina. I Santi sono il "signum magnum" delle predilezioni divine e, nel medesimo tempo, dell' ottima corrispondenza alle grazie in questi primi cinquant'anni dell'Istituto.
Quale soave monito e forte invito proviene da questa nuova Casa a tutti i suoi figli, Veneratissimo Padre, in quest'anno d'oro della loro Famiglia. Essi infatti sono invitati alla luce di questo «Modello di vita Paolina», non solo a rallegrarsi, ma a voler tesoreggiare per sé, a sentire la responsabilità di custodire e di trasfondere nelle future vocazioni quel patrimonio di spirito buono e di tradizioni di famiglia che sono scaturite con la grazia della fondazione elargite dal Maestro Divino alla Sua umile Persona.
Solo così essi potranno essere sicuri di compiere la loro missione nella Chiesa e di condurre tutte le genti alla Cattedra di Gesù Cristo Maestro, Via, Verità e Vita.
Oltre però la ricorrenza del 50° di vita della Pia Società S. Paolo, questa nuova Causa ai Beatificazione di Fratel Andrea M. Borello bene si inquadra nello spirito e nelle decisioni del Concilio Ecumenico Vaticano II. Dopo la avvenuta proclamazione del Decreto sui mezzi di comunicazione sociale, sono quanto mai necessarie delle "guide" che precedano; degli «esempi» che trascinino; dei «maestri» che insegnino con la testimonianza della loro vita quanto si può operare con i mezzi moderni offerti dalla tecnica, per la gloria di Dio, per il trionfo della Chiesa e per la propria santificazione.
Il Servo di Dio Fratel Andrea M. Borello, che ha consumato tutta la sua vita nell'Apostolato delle Edizioni, collaborando intimamente con i Sacerdoti Paolini al Magistero della Chiesa, è modello e richiamo potente ai giovani dei tempi nuovi.
Piaccia al Signore di voler portare a compimento questa Causa che noi con animo fidente avviamo a gloria della SS. Trinità. A questo fine unisco le mie preghiere alle Sue, Veneratissimo Padre, mentre di cuore imparto a Lei e a tutti i membri della Famiglia Paolina e alle loro opere di apostolato, l'invocata Benedizione.


+ Carlo Stoppa
Vescovo di Alba

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Un Discepolo del Divin Maestro
FRATEL ANDREA M. BORELLO

In 50 anni la Famiglia Paolina ha allargato i suoi rami in ogni parte della terra ed ha offerto alla Chiesa delle anime elette.
Una di queste è Fratel Andrea M. Borello, Discepolo del Divin Maestro, modello di pietà, modello di obbedienza, modello di osservanza religiosa, modello di apostolato, modello di spirito paolino.
Tutta la sua vita fu un servizio a Dio, prestato per il trionfo del Divin Maestro, nella persona dei Fratelli Sacerdoti. Servizio sempre nutrito di fede, profumato di umiltà, vivificato dalla carità più eroica, fino al sacrificio della sua vita.
La breve storia del giovane Riccardo Borello (poi Fr. Andrea M. Borello) Discepolo del Divin Maestro, si può compendiare nelle parole dette da Gesù ai suoi discepoli: «Discite a me, quia mitis sum et humilis corde: imparate da me che sono mite ed umile di cuore». Per questo possiamo essere certi che si compiranno per lui anche le altre parole dette da Gesù e registrate da san Luca nel suo Vangelo: «Chi si umilia sarà esaltato» (XIV, 11). - Non furono molti i suoi anni terreni, ma pienamente vissuti. Nacque a Mango, il giorno 8 marzo 1916. Ricevette il santo Battesimo il giorno 16 dello stesso mese e gli fu posto il nome di Riccardo. Rimasto orfano del padre, deceduto nella guerra del 1915-1918, ricevette la prima educazione dalla madre, donna di fede e di pietà cristiana. A 9 anni si trasferì con la famiglia a Castagnole Lanze, e qui dimorò per circa 10 anni; nel gennaio del 1933 gli moriva la madre: a 17 anni era orfano.
Pur nell'immenso dolore, egli accettò con fede, dalle mani di Dio, la dura prova, e con il suo abbandono alla volontà di Dio consolò la sorella ed edificò tutto il paese.
I 20 anni trascorsi nel mondo, furono una vera preparazione alla sua vita religiosa. Amava la Chiesa, seguiva con amore le sacre funzioni, vi assisteva con serietà, con raccoglimento. Si distingueva tra i coetanei per l'amore allo studio del catechismo. Amava ripetere in famiglia e ai compagni le prediche udite in chiesa. Era di buon esempio per la sua devozione nella preghiera e nella frequenza ai sacramenti. Partecipò con entusiasmo all'Azione cattolica in Parrocchia: interveniva regolarmente alle adunanze dei giovani cattolici, collaborava attivamente ad ogni iniziativa promossa dal parroco.
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Nella Pia Società S. Paolo

È sempre il Divino Maestro che chiama: «Non siete stati voi a scegliere me, ma sono stato io a eleggere voi» Felice chi comprende il valore di questa chiamata, espressione di una predilezione da parte di Dio, e risponde con prontezza e generosità alla voce del Maestro. Dio chiamò Fr. Andrea M. Borello attraverso la lettura della vita del Servo di Dio Maggiorino Vigolungo, primo fiore dell'Apostolato delle Edizioni. A 20 anni il giovane Riccardo Borello, 1'8 luglio 1936, entrava nella Casa Madre della Pia Società S. Paolo ad Alba, come Aspirante Discepolo del Divin Maestro.
Incomincia così il secondo periodo della vita del Servo di Dio, seguendo il programma della Pia Soc. S. Paolo: a) rendere gloria a Dio, santificandosi con l'osservanza dei tre voti di obbedienza, castità e povertà; b) applicarsi con tutte le forze alla salvezza delle anime per mezzo dell'apostolato delle edizioni, cioè con i mezzi di comunicazione sociale, stampa, cinema, radio e televisione.
L'Apostolato delle Edizioni è la stessa predicazione orale di Gesù Maestro, adattata e potenziata secondo le esigenze e i mezzi dell'ora presente. Vuol mettere a disposizione della Chiesa i grandi complessi giornalistici editoriali, le stazioni radio, gli studi cinematografici, gli impianti televisivi, affinché il messaggio del Vangelo, le parole di Gesù e del Suo Vicario in terra, il Papa, arrivino a tutte le genti. «Dobbiamo salvare gli uomini di oggi con i mezzi di oggi», ha scritto il Teol. Alberione, Fondatore e Primo Maestro della Pia Società S. Paolo.
Per questo grande apostolato la Pia Società S. Paolo comprende Sacerdoti e Discepoli. Essi sono intimamente uniti nella vita, e questi ultimi cooperano all'opera di magistero dei Sacerdoti, dedicandosi prevalentemente alla tecnica e alla propaganda.
Fin dai primi giorni della sua entrata nell'Istituto, Fr. Andrea M. Borello, abbracciò con tutto l'entusiasmo e con piena responsabilità i doveri della nuova vita: pietà, studio, apostolato, povertà. «Sono venuto per lavorare per il Signore e farmi più buono», dichiarava al Sacerdote che lo accoglieva in Congregazione. I Superiori, ammirati del suo impegno e del suo buon spirito, lo destinarono per il servizio di apostolato al complesso reparto della Cartiera. Sempre pronto e generoso ad ogni fatica e ad ogni richiesta di prestazione, anche straordinaria, si fece presto ben volere da tutti. Soprattutto edificava quanti lavoravano con lui per lo spirito di fede con cui si dedicava ad ogni servizio. L'ideale che un giorno era brillato ai suoi occhi, andava man mano delineandosi, attraverso le meditazioni, le istruzioni, le conversazioni con i suoi maestri, e soprattutto ai piedi del Tabernacolo, dove attingeva l'altissima lezione della umiltà e della carità, due note che distinsero tutta la sua vita.
Si preparava all'apostolato, coltivando la devozione a Maria, Regina degli Apostoli, e la devozione a S. Paolo.
Da quest'ultimo imparò lo spirito con cui nella Congregazione si deve svolgere tutto l'apostolato e compiere con gioia tutti i sacrifici che esso richiede.
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Le date della vita religiosa più attese, più care, più solenni

Come premio nel progresso della vita paolina, a solo un anno dalla sua entrata nell'Istituto, il 19 marzo 1937, festa di san Giuseppe, modello dei Discepoli del Divin Maestro, Riccardo Borello fu ammesso alla vestizione della sacra divisa dei Discepoli della Pia Società San Paolo. L'abito religioso fu per lui un impegno solenne per un più preciso programma di vita al quale fu fedele fino alla morte: vita di pietà riparatrice, abituale raccoglimento e silenziosità, docile e attiva partecipazione all'apostolato, costante tensione verso la perfezione paolina. Per l'anno di noviziato dovette trasferirsi a Roma. Il cuore del giovane Paolino, come un giorno quello dell'apostolo S. Paolo, fu felice di raggiungere la città eterna: vi arrivò il 6 aprile del 1937. Avrebbe finalmente potuto vedere il Papa, i luoghi sacri a S. Paolo; avrebbe potuto visitare le catacombe, le Basiliche e baciare i luoghi santificati dal sangue di tanti Martiri.
Il Noviziato è una scuola che addestra al servizio di Dio, è uno studio delle proprie inclinazioni interiori, è una conoscenza approfondita delle regole e dello spirito dell'Istituto, è una prova di quella vita che comincerà con la professione dei voti religiosi, è l'anno della vera formazione religiosa. Il novizio Riccardo Borello trascorse con ottimo profitto nella pietà, nello studio, nella formazione all'apostolato e nella povertà il suo anno di noviziato, e così, il 7 aprile del 1938, emetteva i sacri voti nella Società S. Paolo, assumendo il nome nuovo di Fr. Andrea M. Borello, a significare che con la professione religiosa aveva iniziato una nuova vita. Ripetendo la formula della sua consacrazione: «Offro, dono, consacro tutto me stesso a Dio nella Pia Società S. Paolo», Fr. Andrea M. Borello comprese così profondamente la grandezza della sua vocazione da soffrire intensamente in cuor suo ogni volta che vedeva qualche Fratello lasciare la Congregazione per ritornare nel mondo.

Ritorno da Roma

Ritornato da Roma ad Alba, in Casa Madre, Fr. Andrea riprese il suo posto in cartiera e vi rimase finché l'obbedienza gli affidò un nuovo incarico che egli accettò volentieri, anche se si trattava di un lavoro umile e per il quale mancava di ogni esperienza. Egli sarebbe stato il calzolaio di tutta la Casa Madre. Quel giorno il Servo di Dio dovette certamente pensare a S. Teobaldo, calzolaio venerato come comprotettore della cattedrale della Diocesi di Alba.
Gesù ebbe a dire un giorno ai suoi Apostoli: «Beati pedes evangelizantium pacem, evangelizantium bona». Il Servo di Dio, ricordando queste parole, doveva partecipare nell'intimo della sua anima a questa promessa di beatitudine, mentre all'umile desco del suo nuovo lavoro faticava a preparare i calzari a tutti i Fratelli.
Quanto umile il servizio di Fr. Borello, altrettanto grande la generosità sua e l'amore nel compierlo. Lavorò finché le forze non lo abbandonarono, non risparmiandosi mai. Poté sul letto di morte godere la consolazione di non aver mai rifiutato nulla al Signore; di aver donato tutto, con semplicità, con retta intenzione, così da poter attendere con fiducia il premio promesso al servo fedele.
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Consacrazione perpetua

Dopo sei anni di vita religiosa, venne finalmente per Fr. Andrea M. Borella l'ora di consacrarsi in perpetuo al Divin Maestro. Con la professione dei voti religiosi perpetui - 20 marzo 1944 - egli diveniva definitivamente e per sempre membro della Pia Società S. Paolo.
Fin dai primi giorni della. sua vita religiosa, Fr. Andrea M. Borello aveva concepito il proposito: «Voglio farmi santo». Al termine della vita poteva confidare a un Fratello: «Non credevo fosse così facile farsi santi».
Fratel Borello non fece nulla di straordinario, ma visse in piena fedeltà gli impegni e gli obblighi della sua professione religiosa. Seppe corrispondere alle grazie di Dio, seppe corrispondere alla vocazione che Dio gli aveva donato.
La fede gli fece vedere la sua vocazione in una luce soprannaturale, fece brillare nella sua anima tutta la bellezza dell'apostolato paolino nel posto di lavoro che l'obbedienza gli assegnava.
Anche Fr. Borello incontrò difficoltà e ostacoli nella sua vita, poiché per tutti la vita è combattimento, ma la fede sempre gli indicò dove attingere la forza, e come poter superare tutto con merito.
Considerando la vita di Fr. Borello, il pensiero corre alla figura del primo fra tutti i santi, alla figura del grande e silenzioso S. Giuseppe, primo Discepolo del Divin Maestro. San Giuseppe fu l'uomo dalla fede profonda, che in tutto si lasciò guidare dalla Provvidenza Divina. Ugualmente si può dire del suo devoto, Fr. Andrea M. Borello.
Una delle caratteristiche della vita religiosa del Servo di Dio è stata anche lo spirito di povertà: povertà dignitosa, come conviene a un religioso che conosce la propria nobiltà, e gli esempi di Gesù Divino Maestro. Povertà che insegna a usare e conservare anche gli strumenti del lavoro come cose sacre per l'apostolato. Il Maestro Divino Gesù non disdegnò di maneggiare per tanti anni gli umili attrezzi del mestiere di falegname, nella piccola casetta del suo padre putativo, S. Giuseppe. Per Fr. Borello era sacro ogni strumento, ogni oggetto di apostolato, senza distinzione fra le grandi macchine della cartiera o gli umili arnesi del calzolaio: tutto. era strumento per la gloria di Dio e la salvezza delle anime; tutto era mezzo di espiazione e di santificazione.
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L'offerta, il sacrificio, il premio

Verso la metà del mese di luglio 1948, il Servo di Dio fu colto da febbre violenta e costretto a letto; per meglio provvedere alle sue cure, i Superiori lo trasferirono alla Casa di cura della Pia Società S. Paolo, sita sulle colline di Sanfré. Ma quivi fu breve la sua permanenza: il male diagnosticato fu: tisi galoppante. E fu presto ridotto in fin di vita. Con il permesso del suo direttore spirituale, dopo ripetuta richiesta, egli aveva ottenuto di offrire la sua vita per la Congregazione, ma in modo particolare per i Fratelli Discepoli: il Signore aveva accettato la sua offerta. Gli ultimi giorni furono una degna conclusione della sua santa vita. Edificò quanti lo avvicinarono; non ebbe un lamento; sul suo volto sofferente, ma sereno, luminoso, si leggeva il perfetto abbandono di tutta la sua anima alla volontà di Dio.
Anche nelle piccole cose dimostrava il suo spirito di sacrificio: sempre docile al medico, all'infermiere, sempre riconoscente per ogni servizio, per l'assistenza religiosa, per i Sacramenti ricevuti. Rinnovando, sulle soglie dell'eternità, la sua generosa, totale offerta, rendeva sereno la sua anima a Dio il 4 settembre 1948.
Il medico che l'assisteva ebbe ad esclamare: «Qui si muore sorridendo».
In punto di morte. ciò che forma la vera consolazione è solo l'aver servito il Signore, l'essere vissuti per il fine per il quale Egli ci ha creati e sottoposti alla prova; il premio è per coloro che sono stati fedeli: «Et si fidelis perseveraveris, centuplum accipies et vitam aeternam possidebis». Fratel Andrea M. Borello era stato «fedele».

***

"In memoria erit iustus".
La memoria di Fr. Andrea M. Borello è in benedizione. Tutta la sua vita, per unanime testimonianza, è stata esemplare: vita nascosta, umile, silenziosa, vissuta tra le occupazioni più comuni e ordinarie, ma tutta in servizio a Dio, nella persona dei Fratelli, tutta indirizzata al «Mihi vivere Christus» vivente nel tabernacolo. Il Divin Maestro eucaristico è il motore di tutto il dinamismo della Famiglia Paolina, e fu il motore di tutta la vita del Servo di Dio, snodatasi, giorno per giorno, nel compimento eroico dei suoi doveri.
Gesù Divino Maestro fece un giorno una grande promessa: "Se uno mi serve, il Padre mio lo onorerà" (Gv. XII, 26).
Poiché Fr. Andrea M. Borello, per tutta la vita, con tutte le sue. forze e con tutto il suo cuore, ha servito il Divino Maestro, noi possiamo essere certi che il Padre Celeste già lo abbia onorato nella gloria dei cieli. Ma noi ci raccogliamo devoti a supplicare Dio che voglia onorarlo anche qui in terra, nella gloria degli altari, a esempio e consolazione dei Discepoli, di tutti i membri della grande Famiglia Paolina. a esaltazione della Chiesa Cattolica.
Questa nostra solenne funzione, per la costituzione del Sacro Tribunale e per l'inizio della Causa di Beatificazione e di Canonizzazione del Servo di Dio, Andrea M. Borello, dice la nostra fiducia e la nostra supplica perché il desiderio e l'aspettativa divengano una realtà.
Lo Spirito Santo nel libro dei Proverbi dice: «Il sentiero dei giusti è come una luce che brilla e va crescendo fino al giorno perfetto» (IV, 18). Così è e così sia per il nuovo Servo di Dio che tutti insieme ora preghiamo.

+ Carlo Stoppa
Vescovo di Alba

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Eccellenza,
Rev.mi Componenti il Sacro Tribunale,
Fratelli carissimi,
Fedeli della Diocesi,
Cooperatori Paolini.

Mi faccio qui portavoce di tutti quelli che da molti anni hanno atteso e preparato con preghiere e sacrifici quest'ora di gloria per Fratel Andrea M. Borello, Discepolo del Divin Maestro. Giorno di gioia e di grazia per noi e per tutti.
E sono particolarmente lieto, in rappresentanza dei Consiglieri Generali dell'Istituto, e dei molti che avrebbero desiderato partecipare di presenza per rendere con la loro persona solenne testimonianza delle virtù eroiche di Fratel Andrea M. Borello, della sua fama di santità, della sua valida intercessione presso Dio. Inoltre: ringrazio a nome di tutti, Voi, Eccellenza Reverendissima, per tutto il bene che avete fatto e che desiderate alla Famiglia Paolina; ed i membri del Sacro Tribunale da Voi costituito, che lavoreranno con intelligenza e amore nello spirito e nelle direttive della santa Chiesa per il migliore esito della Causa ora aperta.
Il Divin Maestro che ha detto: «Chi si umilia sarà esaltato» confidiamo che Egli glorificherà questo suo umile e fedele Discepolo, che, ancora poche ore prima di morire, supplicava il Vicario Generale dell'Istituto a ottenergli dal Signore l'umiltà.
Desidero inoltre rallegrarmi con i cari Discepoli del Divin Maestro che, in Fratel Andrea M. Borello, da oggi Servo di Dio, hanno solenne conferma che: la loro vocazione è da Dio; che la loro vita, così come è presentata nelle Costituzioni, piace al Divin Maestro; e, se vissuta con fedeltà e amore, porta sicuramente alle vette della più luminosa santità.
Questo è tutto! Agli occhi di Dio non contano le posizioni o i titoli; vale il compimento della volontà del Padre Celeste, nel servizio fedele che Egli ci chiede giorno per giorno: «Chi fa la volontà del Padre mio, questi è mia madre, mio fratello e mia sorella».
Sempre ricordare San Giuseppe! Egli è il primo Discepolo del Divin Maestro e loro modello. A fianco di Gesù Sacerdote, cooperò con Lui nella preghiera, nell'umile fatica quotidiana, all'Opera di Redenzione, al Magistero di Gesù Cristo. Ed è il primo dei Santi, dopo la SS. Vergine Maria.
Un altro calzolaio: S. Teobaldo. In Duomo la grande ed artistica Cappella (a sinistra di chi entra) è a Lui dedicata. Veniva da Mondovì, si stabilì ad Alba, continuando il suo mestiere, e servendo e curando la pulizia del Duomo. Aveva voluto essere sepolto nel posto riservato alla spazzatura... ma Dio, con miracoli, lo glorificò.
Nei secoli si distinsero in Alba, tra il Clero, le persone colte, ricche, costituite in autorità... Ma la più alta gloria all'umile calzolaio: «exaltavit humiles».
Spesso è da ripetersi l'avviso di Dio nella Sacra Scrittura: «I vostri pensieri non sono i miei pensieri; le vostre vie non sono le mie vie».
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In servizio il Servo di Dio Fr. Borello ha calzato i piedi di molti Fratelli; e nel farlo compiva continui e grandi passi, e tutti lo pensiamo ornato di una bella corona in cielo.
Immenso privilegio del Discepolo, che con la sua attività nella tecnica e nella diffusione, forma col Sacerdote che scrive un solo apostolato: dignità e santità.
Affidiamo insieme da questo momento a Fratel Andrea M. Borello una grande intenzione: le Vocazioni dei Discepoli, per le quali egli offerse la sua vita al Signore.
Egli ottenga a tutti e a ciascuno la grazia di comprendere, di seguire e di vivere con entusiasmo la preziosa grande vocazione, per la quale, in intima unione con i Sacerdoti Paolini, compiono nella Chiesa l'Opera di Magistero. E sia benedetta Casa Madre che ha formato i primi frutti di santità paolina. Essi sono la più valida testimonianza del buon spirito di questo primo cinquantennio dell'Istituto.
Sentendomi al termine dei miei giorni, avrei avuto un rimorso grave se non avessimo aperta questa Causa di Beatificazione: Fratel Andrea M. Borello lo meritava; ed era mio dovere presentare a tutti, specialmente alla Famiglia Paolina, un esempio insigne di santità; e l'alta missione del Discepolo Paolino; nella sua vocazione.
Tutti assieme: ringraziamo. Alcune giaculatorie che potete ripetere:
Sia benedetto Dio Padre per le grazie concesse a Fratel Borello;
Sia benedetto Gesù Maestro Via e Verità e Vita;
Sia benedetto lo Spirito Santo Paraclito;
Sia benedetta la Regina Apostolorum;
Siano benedetti S. Giuseppe e S. Paolo Apostolo.

Telegrammi di adesione

Commozione vivissima plaudiamo et compartecipiamo in spirito introduzione causa esaltazione Fratel Borello assicurando preghiere ringraziamenti e supplica Spirito Santo stop Intercessione Fratel Borello chiediamo grazia nostro infermo stop - Paolini Roma.

Riconoscenti a Dio inizio causa beatificazione Fratel Andrea Maria Borello Discepolo Divino Maestro partecipiamo toto corde pregando per felice esito causa et finale glorificazione Servo di Dio Sacerdoti Discepoli Aspiranti San Paolo Film.

Comunità paolina Firenze plaude et aderisce per causa beatificazione Fratel Andrea Borello et supplica Spirito Santo abbondante luce divina - Don Stevezzoli.
br>Sacerdoti Discepoli Aspiranti Casa di Catania et specie Fratelli testimoni esemplari virtù Fratel Andrea Borello fanno voti et pregano Maestro Divino per felice esito causa beatificazione - Perazzo.

Uniti preghiera con gioia partecipiamo apertura processo beatificazione Fratel Borello auguriamo felice esito bene Congregazione - Superiore Fratelli di Bari.

Confermiamo gioiosa adesione per causa beatificazione Fratel Borello preghiamo per sollecito felice esito - Paolini Modena.

Vocazionario Vicenza partecipa gioia preghiera apertura causa Fratel Borello Superiore.
Superiori et Novizi pregano voti per felice esito causa Fratel Borello - Boano (Ostia).
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