Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XXXIX
SAN PAOLO
Roma Casa Generalizia,
MARZO-APRILE 1964

AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)

DATA MEMORANDA:

80° GENETLIACO DEL PRIMO MAESTRO

In occasione dell'ottantesimo genetliaco del Primo Maestro il S. Padre Paolo VI ha inviato, un venerato Autografo, che Sua Em. il Card. Ildebrando Antoniutti, Prefetto della S. Congregazione dei Religiosi ha letto, dopo la Messa celebrata dal Primo Maestro, nel Santuario della Regina Apostolorum, il 4 aprile alle ore 10,30. Il Santuario era gremito dai nostri, dalle nostre suore, dalle varie rappresentanze della Famiglia paolina e da altre Personalità religiose e laiche.
Citiamo per ordine i vari documenti e riportiamo le parole pronunziate per l'occasione dagli autorevoli oratori.

Lettera del Papa

Dilecto Filio
JACOBO JOSEPHO ALBERIONE
Moderatori Generali
Piae Societatis a Sancto Paulo

octogesimus natalis, quem mox acturus es, expectatam et gratam Nobis praebet causam tibi, dilecte Fili, declarandi bene in te sentientis animi Nostri affectum. Is plane panditur festivis omnibus et votis, quibus ex invalescente more colendum huiusmodi diem laetionem tibi facimus.
Salutaribus autem precationibus gratulationes Nostrae accedunt ob ea omnia, quibus, aetatis tuae adhuc emenso spatio, fecundum sacerdotium tuum reddidisti, ex una stirpe compluribus constitutis religiosis familiis, in gloriam Evangelii et in emolumentum christianae humanitatis cultus strenue elaborantibus, itemque multiplicibus inceptis longo lateque propagatis et valida incrementa adhuc assecutis.
Enimvero S. Pauli Apostoli concepto spiritu et afflatu, praeclaro auso, numquam satis probando, ea quae hodierna aetas progignit technicarum disciplinarum subsidia, Divini Magistri suavi imperio atque veritatis salutiferae usui subicere contendis. Deus autem manifesto generosis inceptionibus tuis arrisit et affuit; nam a te iacta haud sine cum lacrimis semina auream in messem creverunt.
Tibi, dilecte Fili, caelestem gratiam, qùae in te vacua non fuit, ditiore affluentem vena precamur, ut ea quae in rem deduxisti consolides et prospero auctu amplifices. Largiatur igitur tibi fons omnium bonorum novam sapientiae lucem ac numquam fracti roboris fortitudinem, ut diu vivas, sollers vivas ad profectum tuorum et gaudium fidei (cfr. Phil. 1,25).
Haec dum paterna voluntate moti percupimus, tibi sodalibusquetuis utriusque sexus, quibus moderaris, et multiplicibus operibus, quibus vacatis, Apostolicam Benedictionem peramanter impertimus.
Ex Aedibus Vaticanis, die XXII mensis Martii anno MCMLXIV, Pontificatus Nostri primo.

PAULUS P. P. VI.

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Diamo una nostra traduzione:

Al diletto figlio Giacomo Giuseppe Alberione
Superiore Generale della Pia Società San Paolo

L'ottantesimo compleanno che stai per compiere ci offre l'occasione gradita e desiderata per esprimerti, figlio diletto, la nostra benevolenza nei tuoi riguardi. La manifestiamo con lieti auguri e voti, per mezzo dei quali, come è consuetudine, ti rendiamo più gioioso un tale giorno.
Alle preghiere salutari si aggiungano i nostri rallegramenti per tutto quanto hai compiuto finora, rendendo fecondo il tuo Sacerdozio con le numerose famiglie religiose sorte da un ceppo unico, che attivamente spendono le loro fatiche per la gloria del Vangelo e per il perfezionamento del mondo cristiano, e con le molteplici iniziative estese ampiamente da molto tempo, che hanno conseguito vigoroso incremento.
Imbevuto dello spirito di san Paolo Apostolo, con magnifico ardimento, che non sarà mai abbastanza lodato, ti adoperi per sottomettere al soave governo del Maestro Divino e al servizio della verità salvatrice, i mezzi tecnici che il mondo moderno produce.
Dio ha favorito e benedetto, in modo evidente, le tue iniziative generose, poiché il seme che hai gettato, non senza lacrime, è divenuto una messe biondeggiante.
Diletto figlio, Noi eleviamo suppliche perché la grazia celeste che in te non è stata inutile, affluisca ancora più abbondante, così che possa consolidare e sviluppare sempre più quanto hai realizzato. La fonte di ogni bene ti conceda nuova luce di sapienza, fortezza e costante vigoria, perché viva a lungo e industrioso, a vantaggio dei tuoi e per il gaudio della fede (cfr. Filipp. l, 25).
Mentre desideriamo ardentemente tutto questo, con paterna volontà, impartiamo, con caldo affetto, a te e ai tuoi figli di ambo i sessi, che dirigi, e alle opere molteplici a cui vi dedicate, l'apostolica benedizione.
Dal Vaticano, 22 Marzo 1964. Anno l° del Nostro Pontificato.

PAOLO VI PAPA


Accompagnava l'Autografo Pontificio la seguente lettera del Segretario di Stato di Sua Santità:

Segreteria di Stato di Sua Santità
Dal Vaticano, 27/3/1964; Prot. N. 20389

Reverendissimo Signore,
Ho il piacere di rimettere alla Signoria Vostra Rev.ma il venerato Autografo che l'AugustoPontefice si è benevolmente degnato di indirizzarLe nella lieta circostanza dell'80° genetliaco.
Mentre compio l'onorifico incarico, mi permetto di aggiungere ai paterni voti di Sua Santità quelli miei personali.
Con sensi di religioso ossequio mi confermo

della Signoria Vostra. Rev.ma dev.mo nel Signore
A. G . Cardo Cicognani

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Discorso di E. Em. il Cardinale Ildebrando Antoniutti:

Ci troviamo riuniti sotto le volte maestose di questo Tempio che è l'espressione autentica dello spirito dinamico e religioso della vostra Famiglia paolina, per associarci in spirito al vostro ven.mo Primo Maestro che compie oggi felicemente 1'80° genetliaco della sua religiosa e feconda esistenza.
Egli non voleva questa manifestazione, ma non si può impedire al cuore dei figli di manifestare il loro amore filiale, la loro pietà, la loro riconoscenza e nel medesimo tempo la promessa di continuare sempre con nuovo vigore e generosità il cammino da lui così preziosamènte tracciato.
Tutte le diverse famiglie che hanno avuto origine dal suo cuore apostolico si trovano oggi riunite in spirito in questo Tempio. E sono un omaggio non soltanto a lui, ma sono un omaggio alla Chiesa che egli ha servito con tanta
dedizione, con tanto amore e con tanta generosità.
Mentre ci felicitiamo cordialmente con il vostro venerato Don Alberione, esprimiamo la nostra soddisfazione a tutti i membri della Pia Società S. Paolo, a tutti i membri delle diverse altre famiglie che formano un tutto così compatto e così promettente, per dire la nostra riconoscenza, per quanto hanno fatto sotto la sua direzione e per quanto faranno ancora animati sempre dello spirito di san Paolo, che è uno spirito di lavoro, uno spirito di sacrificio, uno spirito di unione con la Chiesa, che è uno spirito soprattutto di vita mistica, di vita interiore che deve compenetrare i vostri spiriti e le vostre anime nel compimento di tutti i vostri doveri.
Da questa manifestazione non poteva restare assente la Sacra Congregazione dei Religiosi che ha sempre seguito con il più vivo interesse e con la più lieta soddisfazione la marcia ascendente della Pia Società S. Paolo e che ha avvalorato con le sue approvazioni quanto è stato fatto per dare gloria a Dio, per dare incremento alle opere buone e per estendere sempre più la santa Chiesa nel mondo.
Ma non poteva stare assente, in questa circostanza, il Sommo Pontefice Paolo VI, così intimamente unito alla vostra Famiglia per tanti preziosi ricordi personali; ma soprattutto per la conoscenza. che Egli ha di quanto è stato compiuto nel corso di questi cinquant'anni al servizio di Dio e della Chiesa, per voi.
Il Santo Padre in questa lieta occasione, associandosi a tutta la numerosa e carissima Famiglia di S. Paolo, ha mandato una lettera autografa al ven.do Don Alberione, per esprimergli il suoi sentimenti e per dirgli la soddisfazione sua per quanto di bene è stato compiuto in questi cinquant'anni.
La vostra Società infatti, sbocciata al tramonto del Pontificato del S. Pontefice Pio X, trova oggi la sua robusta consistenza sotto gli auspici promettentissimi del Pontificato di Paolo VI che nel nome stesso indica una unione e una affettuosità tutta particolare per la vostra Società.
Ho dunque il grande onore di leggervi, prima in latino e poi in italiano, le parole che il Santo Padre dirige al veneratissimo vostro Fondatore in questa solenne e fausta circostanza.

Dopo il predetto discorso seguì la lettura dell'Autografo Pontificio con la traduzione, come già pubblicato.
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La risposta del Primo Maestro:

In questo momento mi sento carico di debiti verso Dio e verso gli uomini; perciò:
1) A Dio: Agimus tibi gratias, omnipotens Deus, pro universis beneficiis tuis: quis vivis et regnas in saecula saeculorum.
a) Signore, ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano, sacerdote, conservato e sopportato per 80 anni;
b) per aver per primo fatta la professione religiosa paolina, secondo la Santa Sede;
c) per aver, dall'anno 1900, praticato e predicato la divozione a Gesù Maestro Via e Verità e Vita, alla Regina Apostolorum, a san Paolo Apostolo;
d) per l'inizio della Famiglia Paolina, 50 anni or sono, 20 agosto 1914.
Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto.
2) Alla Santa Sede:
a) Nel primo decennio del nostro secolo, periodo acuto del modernismo, mi sentii unitissimo al Papa, con profonda divozione, legandomi con speciale impegno.
Ho seguito l'insegnamento e l'azione di Leone XIII, S. Pio X, Benedetto XV, Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII; così ora seguo quello di S. S. Paolo VI, che si degnò dell'augusto autografo.
b) Sono confuso innanzi all'atto di vostra Eminenza Reverendissima, Signor Cardinale Ildebrando Antoniutti, Prefetto della Sacra Congregazione dei Religiosi, per essere venuto personalmente e spontaneamente, aver portato e letto l'autografo. Permetta che io La consideri più padre, prima ancora che superiore: cui professo, insieme alla Famiglia Paolina, piena docilità. Del resto ho sempre trovato presso la Santa Sede luce, compatimento negli errori e sostegno nelle incertezze.
3) Ai Fratelli e Sorelle:
Nel 1914, inizio della Famiglia Paolina, anime generose ed a conoscenza di ciò che si doveva fare, hanno offerto la loro vita, ed il Signore le ha gradite. Giovanetti e giovanette che, orientate, sono vissute di fede e dedizione, che in parte vivono ed ancora bene operano; e, tra quelli già arrivati al premio, nomino Don Giaccardo (Primo Vicario) e Suor Tecla Merlo (Prima Maestra). Dio ha fatto ciò che voleva si facesse; nonostante che io sia stato inutile servo, invece di essere costruttore.

Non conosco il numero di quante persone si compone oggi la Famiglia Paolina; ma posso attestare che si corrisponde, in generale, con gioia e costanza, tanto al primo articolo delle Costituzioni, verso la perfezione; ed ugualmente al secondo articolo che riguarda l'apostolato.
Pensiero di guida: l'azione è alimentata dall'orazione.
Principi direttivi sono: lo spirito pastorale, l'apostolato liturgico, i mezzi delle comunicazioni sociali per dare il messaggio della salvezza. Tutti si sentono servitori della Chiesa secondo il nostro voto di fedeltà al Papa.
Riguardo alla mia povera persona: il Signore, anche qui, ha seguito il suo stile, che è divino: «Dio scelse le cose ignobili del mondo e le spregevoli, e quelle che non sono, per distruggere quelle che sono: affinché nessuna carne possa gloriarsi davanti a Dio» (1 Cor.)
Il Salmo dice: «Dopo gli 80 anni il tempo è un travaglio, passa veloce e noi ci dileguiamo»; ma aggiungiamo: per la Divina Misericordia si va al di là; dove s'incomincia veramente a vivere in eterno.
Eminenza, di nuovo: grazie! Oggi ci avete portato un giorno di particolare letizia. Ma prego, aggiunga bontà a bontà, con una paterna larga benedizione: a noi qui presenti e a tutta la Famiglia Paolina.
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Parole del Vicario, D. Damaso Zanoni, nell'atto della benedizione della nuova casa del Vocazionario di Roma:

Eminenza Reverendissima, Amatissimo Padre,
Signori ingegneri e tecnici, Confratelli,

oggi, tutta la Famiglia Paolina, qui rappresentata dalle Figlie di S. Paolo, Pie Discepole del Divin Maestro, Pastorelle, Istituto Regina Apostolorurn, Istituti di Gesù Sacerdote, Annunziatine, Gabrielini, Cooperatori, ha l'animo devotamente rivolto al Divino Maestro per ringraziarlo di aver condotto il nostro amato Padre, fino a questo memorando giorno che corona l'ottantesimo anno della sua vita.
Noi tutti ringraziamo il Signore per questo dono prezioso, perché con la presenza del Primo Maestro in mezzo a noi, meglio sentiamo la presenza di Dio che amorevolmente ci segue e paternamente ci guida; più facile è il nostro cammino, perché lui, buon Pastore, precede il suo gregge; più sicura è la nostra attività, perché è da lui che riceviamo il consiglio, la direttiva, lo stimolo ad agire.
I suoi figli e le sue figlie, sparsi in tutte le parti del mondo sono ormai migliaia: ma tutti lo conoscono personalmente; con tutti ha parlato; ognuno possiede almeno un suo scritto.
Noi ringraziamo il Signore per questa presenza: limpida, attiva, giovanile. Egli ha ottant'anni: ma è il primo che si alza al mattino; che compie la preghiera più assidua, che predica e scrive come nessun altro dei suoi figli. Egli è instancabile nel lavoro; inesauribile nelle iniziative, sollecito per ogni necessità. Egli sente i bisogni generali della Chiesa e della Congregazione. Ma si cura quotidianamente anche della salute degli ammalati, che visita frequentemente.
Ottant'anni spesi per seguire il disegno di Dio, senza riserve e senza riposo, con un amore incondizionato alla Chiesa fino a richiedere ai suoi religiosi il quarto voto di fedeltà al Sommo Pontefice; con un elenco di opere sorte dal nulla - chiese, vocazionari, fondazioni di periodici, lancio di edizioni, produzione di film - che hanno in sé una eloquenza tale da superare ogni elogio.
La Famiglia Paolina, ma soprattutto noi suoi figli, ci sentiamo orgogliosi di un padre così luminosamente guidato da Dio, che stimiamo e amiamo con profondo affetto; ci sentiamo onorati per una vocazione così moderna e di così grandi possibilità che egli ci insegna a seguire con entusiasmo sempre generoso.
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Pochi mesi fa, una personalità illustre del mondo cattolico, ammirando la persona e l'opera del nostro Fondatore così si esprimeva: «La Pia Società S. Paolo, è il grande miracolo dei nostri giorni». La presenza graditissima di S. Em. il Cardo Antoniutti, Prefetto della Sacra Congregazione dei Religiosi, ma soprattutto la lettera Pontificia che S. Em. ha letto questa mattina, ci conferma che la stima e la benevolenza verso la persona e l'opera del Primo Maestro, ha varcato i confini modesti della nostra famiglia, ed è benevolmente considerata anche presso i nostri venerati Superiori.

In una circostanza come questa, amatissimo Padre, si usa presentare doni e propositi. Abbiamo solo qualche cosa.
Il vocazionario di Roma, ha dedicato a lei questa casa che con opera veramente intelligente e con finezza di artisti, l'Architetto Ing. Edoardo Cherubini, e i Costruttori Ing. Molinari e Giannini con i loro solerti assistenti, ci presentano quasi finita, e ai quali va tutta la nostra sincera riconoscenza. Speriamo fra breve di poterle presentare, Primo Maestro, quel terreno che tanto le sta a cuore per lo sviluppo della Congregazione. Le Figlie di S. Paolo offrono un calice d'oro e un paramentale prezioso. Mi permetto questa preferenza per ricordare la Prima Maestra, di santa e venerata memoria, la grande collaboratrice del Primo Maestro, che questi doni aveva voluti e preparati con generosissimo affetto.
Ma il nostro vero dono, e son certo che è il più gradito, è quello da lei suggerito per questo cinquantesimo della Congregazione: "migliorare la pietà in ordine alla santità".
Lei ci ha sempre insegnato che l'anima di ogni apostolato è la vita interiore intessuta di preghiera; che il vero apostolato si svolge soprattutto all'altare o ai piedi dell'altare.
L'adorazione perpetua delle Pie Discepole ne è la testimonianza continua.
Lei ci ha detto che se i mezzi del nostro
apostolato tecnico, le nostre rotative che moltiplicano in milioni di esemplari i veicoli della parola di Dio hanno bisogno per muoversi di forza motrice, ci ha pure confermato che per trasformare questa attività in vero apostolato occorre la grazia e la vita interiore, e che la vera energia ci è data dalla preghiera.
Noi la ringraziamo per averci insegnato con la parola e più ancora con l'esempio questa via maestra e sicura, e offriamo l'impegno per quest'anno e per tutta la nostra vita, di migliorare sempre di più la nostra pietà, per essere apostoli di vita interiore sempre protesi verso la santità.
Grazie, Primo Maestro, per tutto quello che ha fatto per noi. Noi le confermiamo la nostra fedeltà e il nostro amore e preghiamo: «Signore, vivificalo e allietalo; conservalo ancora a lungo in mezzo a noi; perché ci diriga, ci illumini, ci santifichi».
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Telegrammi:

Città del Vaticano
Cordialmente unito nella gioia, preghiere, voti a tutti figli et figlie della cara Famiglia paolina auguro felice operosa santa internamente ed esternamente intera quinta primavera.
dev.mo sempre

Cardinale Arcadio Larraona


Città del Vaticano
Partecipando alla letizia dei suoi figli nella Pia Società S. Paolo alcuni dei quali presso questo Governatorato Vaticano offrono zelante e apprezzata collaborazione questa Pontificia Commissione desidera farle pervenire in occasione del felice compimento del suo ottantesimo anno di vita i voti di personale prosperità invocando sulla paternità vostra e sulle fiorenti opere affidate alla sua guida le più elette benedizioni e consolazioni divine.

Cardinale Di Jorio


Città del Vaticano
Affido Angelo risurrezione presentare vostra paternità reverendissima fervidi auguri occasione Santa Pasqua et prossimo suo ottantesimo compleanno.

Angelo Dell'Acqua, Sostituto


Città del Vaticano
Uniscomi gioia Comunità paoline occasione suo genetliaco formulando auguri vivissimi et ricordo preghiere.

Palazzini
Segretario S. C. del Concilio


Città del Vaticano
Unito preghiera mio clero porgo vivissime felicitazioni ottantesimo et auguri filiali lunga operosa vita

Mancini Ausiliare - Ostia


Città del Vaticano
Per vostro ottantesimo Deo gratias per rinnovellata gioventù in gloria divina preghiere voti filiali.

Bergamaschi Vescovo


Molte altre lettere e telegrammi sono giunti, che non riportiamo per ragioni ovvie. Ringraziamo tutti; per tutti il cuore del Padre ha un pensiero di riconoscenza, una preghiera, una benedizione.

A complemento della gioia dell'80° genetliaco, e quale nuovo attestato di stima verso la persona del Primo Maestro, il S. Padre Paolo VI, il giorno 10 aprile, riceveva in privata udienza il nostro Fondatore, e gli faceva dono di un prezioso artistico calice, e per ricordare il fausto avvenimento.
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