Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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In morte di D. Marsigli Vittorino M. Pascasio

La morte di D. Marsigli Vittorino ci è giunta di sorpresa, quando cioè le fasi più pericolose della difficile operazione sembravano superate; quando vinto un primo collasso e superata una prima polmonite, le notizie, man mano che i giorni passavano, si andavano diffondendo sempre più rassicuranti.
Poi, improvviso, il 10 sera, nuovo aggravamento e nuove preoccupazioni per i medici e raddoppiata cura del personale di assistenza, senza tuttavia perdere mai la fiducia che tutto si sarebbe risolto per il meglio.
Il giorno 11 pomeriggio, l'organismo appare particolarmente stanco e insensibile ai rimedi: non vi sono più reazioni alla nuova polmonite che si è sviluppata.
Nella mattinata aveva ricevuto l'assoluzione. Gli si amministra l'Estrema Unzione con l'indulgenza plenaria e verso le 16,30 dell'11 settembre si avviava verso la celeste Gerusalemme per festeggiare con i Santi, il Nome Santissimo di Maria.
La sua morte ci è giunta inaspettata: ma lui era molto ben preparato. Direi quasi che l'aveva prevista.
Egli infatti era reduce dal corso di Esercizi Spirituali di un mese, durante il quale il pensiero dominante fu la morte e la preparazione alla morte.
All'inizio del mese, scrive della morte per ringraziare il Signore di averlo liberato in passato da tanti gravi pericoli; poi per ammirare la morte in D. Costa, in D. Federico, in Edel Quinn, in Santa Maria Goretti. Finalmente, scrive della morte, per mettersi nelle mani del Signore, per fare la sua volontà in una donazione totale. E accetta di farsi fare l'operazione, non escludendo che questa possa essere il mezzo della chiamata di Dio. Morte quindi prevista, preparata con un mese di Esercizi Spirituali, dopo una vita di attività sacerdotale che si svolge in un crescendo continuo di opere e di realizzazioni che lo portano dall'Italia alla Spagna, al Cile, al Messico.
D. Marsigli Vittorino Pascasio era nato a Gaggio Montano in provincia di Bologna il 4 settembre 1914.
Entrò in Congregazione nella casa di Alba a 10 anni nel 1924. Fece il noviziato nel 1930 e la prima professione il 4 gennaio 1931. Per la sua giovane età dovette tardare l'Ordinazione Sacerdotale di un anno, avvenuta il 24 settembre 1938.
Da allora il suo cammino di Sacerdote paolino, tutto dedito al servizio di Dio nell'ambito della Congregazione, fu sempre più intenso di opere e generoso nelle responsabilità.
Appena ordinato Sacerdote fu eletto Maestro degli Immacolatini in Alba e vi rimase fino all'ottobre del 1941.
Poi viene inviato a Bilbao in Spagna e vi rimane dal 42 al 46 come insegnante.
Dal 46 al 49 lo troviamo come vice superiore a Zalla, e dal 50 al 53 D. Marsigli è Superiore nella casa di Santiago del Cile. La casa era appena agli inizi, ed egli ancora una volta, come aveva fatto a Bilbao ed a Zalla, deve incominciare con la soddisfazione del pioniere, ma con le privazioni e le sofferenze che sono proprie di chi deve dar vita alle opere. In questa città diede incremento alla libreria, e poi, con l'istinto degli uomini che seguono un chiaro disegno di Dio, acquista un terreno in periferia della città.
Oggi, a coronamento dell'opera di D. Vittorino, su quel terreno è stato costruito un moderno vocazionario che accoglie le generose vocazioni cilene.
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Dal 55 al 59, dopo la sosta di qualche mese in città di Messico, D. Marsigli viene inviato a Leon per aprirvi una nuova casa.
Qui incomincia una nuova vita di sacrifici e di privazioni. Ma D. Vittorino non se ne preoccupa. Vive per l'apostolato e per le vocazioni e scriverà di essere in possesso di un gran «diletto spirituale».
In Leon apre una libreria che diventa centro di diffusione e raccoglie le prime vocazioni.
Poi a D. Vittorino viene richiesto un grande sacrificio, forse il più grande della sua vita: lasciare Leon, passare la libreria alle Figlie di San Paolo, ritornare a città di Messico dove le vocazioni si sviluppano, ed è richiesta un'istruzione superiore, ed egli è da tutti conosciuto come dotato di una particolare abilità nell'insegnamento per la sua scienza e la chiarezza nel comunicarla.
D. Vittorino è particolarmente legato a Leon: vi ha sofferto, vi ha pregato, vi ha realizzato, e già stava pregustando la gioia di iniziare il vocazionario: ma dinnanzi all'obbedienza, sa compiere la sua rinuncia e si reca a Messico per dedicarsi all'insegnamento e all'organizzazione della libreria.
E' a questo punto che riceve l'invito di venire in Italia per il corso straordinario degli Esercizi Spirituali. Doveva essere una pausa alla sua generosa attività e il richiamo per una sempre maggiore interiorizzazione. E' stata invece la chiamata che Dio ha rivolto al suo servo fedele.
Questi brevi accenni sulla vita di D. Vittorino dimostrano con abbondanza l'entità del suo Sacerdozio nella generosa corrispondenza alla vocazione paolina e come abbia messo a servizio di Dio i suoi molti talenti. Ma nella sua vita vi è ancora qualche cosa di meglio.
E il caro D. Vittorino perdonerà se mi sono permesso di penetrare nello scrigno segreto della sua vita interiore, per trarne qualche perla che dimostra la finezza della sua vita intima di unione con Dio.
In un libretto di appunti intimi, la prima pagina porta questa intestazione:
ECCO TUA MADRE! Figlio, servo, collaboratore.
Sacerdoti di Cristo, non siamo tali che per essere servi umili di Maria, nel donarle dei figli.
Collaboratori di Maria nella distribuzione della redenzione.
Figli suoi come altri Cristo.
Nella seconda pagina si legge:
SONO UN ALTRO CRISTO
Tutte le mie azioni siano di Cristo - offerte con l'anima di Cristo.
Sono strumento ragionevole di Cristo: debbo identificarmi con tutti i suoi sentimenti.
Sono un altro Cristo per i miei poteri: debbo essere un altro Cristo per le mie virtù.
Se sono un altro Cristo, debbo vivere come Lui, per la gloria del Padre e per la redenzione del mondo.
Nella terza pagina vi è un programma:
DEBBO POSSEDERE L'ANIMA DI CRISTO:
durante la Messa
nella distribuzione della Comunione
al confessionale
nella predicazione
nello scrivere
nel consigliare
nel preparar la predica
durante il breviario
durante la visita
nella meditazione
nell'esame di coscienza
nella preghiera
nel far scuola
nella compostezza esemplare.
In queste tre paginette vi è il programma della sua vita sacerdotale, programma che chiama «il piccolo segreto» alla cui fedeltà vi sono alternative di maggior o minor fervore, ma la conclusione di una giornata ci esprime chiaramente quanto fosse fervoroso il suo lavoro spirituale. Egli scrive:
Mi pare di avvertire un lavoro lento, ma efficace della grazia. Grazie mio buon Gesù, mia buona Mamma.
E' nella città di Leon in cerca di casa: ad un certo punto, esclama: Sento un contento spirituale che non mi so spiegare. Giornata tranquilla. Sarà grazia di Dio? E qualche giorno dopo ritorna sulla stessa disposizione: giornata regolare. Contento interiore.
Il mese di maggio del 1955 lo formula così: Grazie: Vocazioni - Trovar casa - Libreria - Vita, angelica.
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Fioretto: Levata alle 5,30 - Rosario- intero -Astinenza - Lettura spirituale.
Il giorno 6 luglio scorso scriveva: Confessione generale. Sii benedetto, buon Signore. Che generoso perdonatore sei tu!
Proposito: neppure ci ho pensato, ma credo si vada sempre più maturando: «Pietas fundamentum totius vitae religiosae». Vita interiore come mezzo del nostro apostolato. Efficace pratica delle quattro ore di preghiera. Ti benedico, ti ringrazio Signore, che nonostante la mia povera vita, sono ancora in cammino. Spingimi ancora, o Signore, perché entri in pieno nei tuoi disegni.
Il giorno 11 luglio ha lunghi riferimenti sulla morte. Conchiude con queste parole: Ti ringrazio che non ci sono rimasto le volte che ci potevo rimanere:
con la motoretta in Cile
con la chevrolet in Acaubay
con la peritonite
con lo scontro della Popocatepelt Invidio Padre Costa. Che morte edificantissima! Disse: «vale la pena di essere religioso, fosse anche solo per ben prepararsi a morire».
12 luglio: Messa per il P. Costa. Impressionanti quelle parole! Che musica! E quando la canteranno per me? Sarà presto? Sarà tardi? Dio mi liberò già quattro volte; saranno richiami perché mi decida ad una donazione totale? Ma quante volte il Signore mi libererà da incidenti mortali? Non potrei anche restar vittima?' Non potrebbe sopravvenire qualche complicazione? Cancro?
Il 17 luglio scrive: Questa settimana mi pare più piena della precedente. Sono più raccolto. Gusto la preghiera.
18 luglio: Sto leggendo la vita di D. Federico. Lessi la malattia e morte. Ben scritta. Invidio. Commovente!
19 luglio: Ho continuato a leggere la biografia di D. Muzzarelli. La sua donazione a tutti, il suo amore alla Congregazione, la sua fedeltà al Primo Maestro senza riserve.
Sono stato a consulto con il medico nella clinica Regina Apostolorum. Di nuovo parole gravi. Malattia di andamento cronico, grave, quanto meno curata, meno curabile. Che sia il principio della fine?... Dio mio, vittima con Te. Mi spaventa ciò che ho scritto, ma l'ho dovuto scrivere.
21 luglio: Oggi il medico, in vista degli esami di laboratorio mi ha ricantato: una potente ulcera al duodeno e della forma peggiore: a trifoglio. Il rischio di una perforazione o di una emoraggia interna è più sì che no. Mi decido per l'operazione. Poi sono venuto a casa a piedi e finalmente mi sono ricordato di offrire tutto al Signore. Grazie mio Dio, poiché sento che mi infondete coraggio e buon umore. Mi pare che senza sfumature questo è tutto, o Signore, quello che vi so offrire. E se fosse la mia fine? Che mi parta da questo mondo nella tua grazia, nel tuo amore, in un crescendo di donazione generosa, gioiosa.
28 luglio: Ieri mi sono confessato. Alle volte dopo cena, passeggiando, avevo la mania di guardare le stelle. Le guardavo, le guardavo e pensavo... (qui vi sono delle riflessioni molto intime che ometto e chiude) : Solamente Iddio e il diavolo si dispulano seriamente il dominio assoluto di me... Dunque...
Già in camera continuai la lettura di Edel Quinn. Arrivai alla morte... Che meraviglia. Che olocausto totale nella più bella semplicità. Dedizione assoluta e incantevole semplicità. Ho sentito una attrazione formidabile per Edel... Sentimenti delicati, gli stessi che sentii dinnanzi alla tomba di Maria Goretti. Che donazione completa senza essere religiosa di convento! Che estasi di dedizione a Dio e alle anime nella sua semplicità incantevole e nella sua allegria sorridente.
Oggi ultimo giorno degli Esercizi:
I miei propositi possono esser questi:
Preghiera per quattro ore.
Inflessibile sullo studio.
Organizzare la propaganda.
Bontà amabile e sorridente.
Donazione totale, senza riserve.
30 luglio. Qui abbiamo il suo canto finale: Sono rimasto in casa scherzando allegramente con il Superiore sulla operazione da fare, poi leggendo. Parlando con... mi ha sommamente edificato la sua semplicità... Chiesi al Signore: Scorticami pure, o Signore. Scorticami, purché sia tuo e ti sia utile. Anch'io vorrei essere e voglio essere così... almeno in spirito.
Signore, fammi soffrire gioiosamente, o meglio allegramente. Con un sorriso di bonaria semplicità... per Te.
Sono le ultime parole del suo taccuino.
Dinanzi a queste perle, a questa intima preparazione e santa disposizione d'animo, alla donazione totale di se stesso a Dio, nella sofferenza e nel dolore, dobbiamo dire che la morte di D. Pascasio è la morte del giusto.

D. ZANONI DAMASO


AVVERTENZA
Per le Case che ricevono il nuovo personale

Pensiamo sia utile ricordare, che sono a carico della casa che riceve il nuovo personale: le spese per' il viaggio e inerenti al viaggio, gli abiti speciali, la spedizione del bagaglio, ecc. E' quindi bene che il Superiore appena è a conoscenza del personale che gli è stato assegnato, mandi il denaro necessario, specificando anche quale mezzo di trasporto è da preferirsi.

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