Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XXIX
SAN PAOLO
LUGLIO-AGOSTO - 1954
ROMA - Casa Generalizia

AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)

NEL QUARANTENNIO
Saluto ai visitatori dell'Esposizione Paolina - Alba: agosto-settembre

La Famiglia Paolina saluta e ringrazia i benevoli Amici e Visitatori di questa piccola mostra.
Essa fu allestita per varie ragioni; tra cui quella di presentare come un tangibile resoconto ai Cooperatori che l'hanno aiutata ed aiutano nel suo difficile compito: «Dare la dottrina di Gesù Cristo con i mezzi moderni e più celeri».
Le vostre preghiere, le vostre offerte, il vostro lavoro non sono stati inutili; messi a servizio del Vangelo, per la Divina Bontà, hanno dato dei frutti: vedeteli, osservateli, vi sono posti dinnanzi almeno in qualche misura. Constatate come le vocazioni mandate a San Paolo, e curate con amore, hanno operato ed operano in molte nazioni.
Alba porta nel suo stemma, divise da una croce, le iniziali dei quattro Evangelisti: A corrisponde ad Angelo, simbolo di S. Matteo; L corrisponde a Leone, simbolo di S. Marco; B corrisponde a Bue, simbolo di S. Luca; il secondo A corrisponde ad Aquila, simbolo di San Giovanni. Nella facciata del bel Duomo albese sono scolpite le quattro figure.
Alba è principio del giorno, che si avanza, e che raggiungerà il suo splendente meriggio. L'opera di evangelizzazione della Famiglia Paolina qui ebbe la sua Alba, o principio: essa sta progredendo; e con la stampa, il cinema, la radio, la televisione, serve la Chiesa nell'opera affidatale dal Maestro Divino: «andate ed ammaestrate le nazioni». L'ammaestramento è evangelizzazione, secondo il precetto di San Paolo al suo discepolo: «Opus fac evangelistae», compisci il tuo dovere di portare il Vangelo; ripeti il felice annunzio di salvezza, di pace e di giustizia che Gesù Cristo portò agli uomini di buona volontà.
San Paolo Apostolo è il nostro Padre, Maestro, Protettore. Egli ha fatto tutto. Questa si chiama Opera di San Paolo; il senso non è come quello inteso quando si dice: la tale persona è di Torino, cioè nacque a Torino. Il significato, invece, nel nostro caso, è quello inteso come quando si dice: il giovane tale è di Pietro, cioè è figlio di Pietro. Così S. Paolo scrive ai Corinti: «In Christo Jesu per Evangelium ego vos genui». La vita della Famiglia Paolina viene dall'Eucarestia; ma comunicata da San Paolo.
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La «Gazzetta d'Alba» ha pubblicato per il quarantennio 20 agosto 1914-1954:
Il 20 agosto del 1914 con un'ora di adorazione al SS. Sacramento e la benedizione della minuscola tipografia si iniziava la Famiglia Paolina, sotto il titolo di «Scuola tipografica piccolo operaio». Pochi ambienti, pochi giovani, piccola cappella. La preparazione era stata lunga in attesa che nella luce di Dio ogni cosa si chiarisse e concretasse, e la Divina Provvidenza disponesse i mezzi.
Sempre si mossero natura e grazia in un'azione così sapientemente e soavemente combinate dal Signore da non poter spesso distinguere le due parti. Cognizioni di cose e persone, luce divina, consiglio del Direttore Spirituale, consenso ed incoraggiamento dell'Ordinario.
La Chiesa dedica questo giorno alla memoria di S. Bernardo, Dottore. Quest'uomo aveva dominato il suo secolo politico e religioso; aveva saputo conciliare la più alta contemplazione al più movimentato apostolato; fu scrittore mellifluo ed audace sino a richiamare i Potenti della terra e farsi maestro del Papa. Era perciò questo nome di buon auspicio, rispetto al programma che si doveva svolgere.
Pochi momenti dopo la funzione giungeva in Alba la notizia: «È morto il Papa Pio X». Nella persuasione che si trattava della morte di un autentico e grande santo, che un giorno avrebbe avuto la sua esaltazione, la piccola iniziativa veniva messa anche sotto la sua protezione. Un pontificato-miracoloso, dalla elezione alla immolazione, era stato quello di Pio X. Ed il giorno seguente la «Gazzetta d'Alba», sebbene in termini un po' vaghi, pubblicava questa convinzione e fiducia.
Il Vescovo sapiente e giusto, Giuseppe Francesco Re, che per tanti anni governò la Chiesa Albese, portò, per così esprimersi, sulle sue braccia, la piccola opera, per parecchi anni; finché nel 1927, per le sue lettere e testimonianze, da Roma, venne canonicamente approvata. Fu il Vescovo provvidenziale.
Il Clero Albese nella quasi totalità vide con simpatia l'iniziativa cui mandò incoraggiamenti, belle vocazioni e molti aiuti di denaro.
È cosa giusta ricordare gli allora Vicari Foranei, molti altri parroci, ottimi Sacerdoti e cooperatori secolari: fra tutti il pio e dotto Canonico Francesco Chiesa. La Famiglia Paolina esprime loro la sua riconoscenza; e li ha fatti tutti partecipi del frutto delle 2400 SS. Messe che ogni anno si applicano per i Benefattori.
La riconoscenza più viva va a Gesù, Maestro Divino, nel suo Sacramento di luce e di amore; alla Regina Apostolorum Madre nostra e di ogni apostolato; a S. Paolo Apostolo, che è il vero Fondatore dell'Istituzione. Infatti egli ne è il Padre, Maestro, esemplare, protettore. Egli si è fatta questa famiglia con un intervento così fisico e spirituale che neppure ora, a rifletterci, si può intendere bene; e tanto meno spiegare.
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Tutto è suo. Di Lui, il più completo interprete del Maestro Divino, che applicò il Vangelo alle nazioni e chiamò le nazioni a Cristo. Di Lui, la cui presenza nella teologia, nella morale, nell'organizzazione della Chiesa, nelle adattabilità dell'apostolato e dei suoi mezzi ai tempi è vivissima e sostanziale; e rimarrà tale sino alla fine dei secoli. Tutto mosse, tutto illuminò, tutto nutrì; ne fu la guida, l'economo, la difesa, il sostegno; ovunque la Famiglia Paolina si è stabilita. Meritava la prima Chiesa e la bella gloria che lo riproduce nel suo apostolato e nella sua paternità rispetto ai paolini.
Non è avvenuto come quando si elegge un protettore per una persona, o istituzione. Non è che noi lo abbiamo eletto; è, invece, San Paolo che ha eletto noi. La Famiglia Paolina deve essere San Paolo oggi vivente, secondo la mente del Maestro Divino; operante sotto lo sguardo e con la grazia di Maria Regina Apostolorum.
Arrivata quest'ora - QUARANTESIMO ANNO - avvicinandosi il gran momento del rendiconto, resto pensoso ed umiliato per quanto il Signore più si attendeva; e che non è stato fatto! A qualcuno può fare meraviglia questa espressione? Non lo dovrebbe! La Divina Bontà ha accumulato nella Famiglia Paolina tale ricchezza di grazie ed ha aperte strade così larghe che, molto più, può e deve operare.
Principale grazia: Sacerdoti degnissimi per intelligenza, dedizione, fedeltà; Discepoli che si protendono verso nuove iniziative; Suore: Figlie di San Paolo, Pie Discepole, Pastorelle piene di zelo ed operanti in tante direzioni.
E tuttavia ognuno di noi deve camminare sino all'estremo delle forze; sino a poter dire «consummatum est». E molto si otterrà! a misura della santità di ognuno.

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Dobbiamo perciò spesso ripetere il Magnificat ed il Gloria in excelsis Deo.
Nel medesimo tempo ricordare le parole con cui prega la Chiesa: «O Signore che mostri la tua onnipotenza specialmente col perdonare e col largheggiare in bontà, moltiplica sopra di noi la tua misericordia, affinché quanti anelano alle tue promesse, tu li renda partecipi dei beni celesti».
Quando furono raccolti i primi giovanetti, nel 1914, in una piccola casa ed una minuscola tipografia, avvenne un fatto curioso, quasi un allarme: «Si porta via lavoro e pane ai tipografi». Furono fatti ricorsi alle Autorità. La autorità ecclesiastica rispose: «Rispettate la libertà di tutti». L'autorità civile rispose: «È cosa nata-morta... la vigileremo, alle prime illegalità, sarà chiusa». Bisognava, dunque, nascere ancora più piccoli, e neppur far sentire un vagito... Allora si coperse tutto sotto il titolo «Scuola Tipografica piccolo operaio». Un presepio. Si deve sempre e solo considerarci piccoli operai di Dio; come si è fatto rispetto al mondo intero ed ai colossali mezzi di cui dispongono i falsi maestri, nemici di Gesù Cristo e della Chiesa.
S. Paolo ammonisce i suoi figli e le sue figlie così: «Né chi pianta, né chi irriga conta qualcosa: solo Colui che dà la vita e l'incremento».
La Famiglia Paolina ha stabilito circa 150 tabernacoli. La Famiglia Paolina ha nelle sue Case circa 5.000 persone.
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La Famiglia Paolina vive ed opera in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Inghilterra, Irlanda, Svizzera, Germania, Polonia; opera in Giappone, Isole Filippine, India; opera in Canadà, Stati Uniti d'America, Messico, Venezuela, Colombia, Brasile, Cile, Argentina, Cuba, Australia. Dalla Cina i Paolini, come tutti i religiosi missionari, sono stati espulsi; ma affrettano con la preghiera l'ora di ritornarvi più preparati ancora.
Dalla stampa sono passati al cinema, alla radio, alla televisione.
Sono andati come gli Apostoli senza provviste e senza denari; ma ricchi di un cuore apostolico, fatto secondo il cuore del loro Padre S. Paolo.

Mi protendo in avanti


Nulla è da cambiare; non vi è che da purificare, migliorare, realizzare con nuove forme.
È bene ricordare:
«In momenti di particolari difficoltà per la Famiglia Paolina, il Sac. Alberione, riesaminando tutta la sua condotta, se vi fossero impedimenti all'azione della grazia da parte sua, parve che il Divin Maestro volesse rassicurare l'Istituto incominciato da pochi anni. Nel sogno, avuto successivamente, gli parve di avere una risposta. Gesù Maestro infatti diceva: NON TEMETE, IO SONO CON VOI. DI QUI VOGLIO ILLUMINARE. ABBIATE IL DOLORE DEI PECCATI.
Ne parlò col Direttore Spirituale notando in quale luce la figura del Maestro fosse avvolta. Gli rispose: Sta sereno; sogno o altro, ciò che è detto è santo; fanne come un programma pratico di vita e di luce per Te e per tutti i Membri.
Nella divozione a Gesù Maestro sta tutto: dogma, morale, culto; in questa devozione v'è Gesù Cristo integrale; per questa divozione l'uomo viene tutto preso, innestato in Gesù Cristo. La pietà è piena ed il religioso, come il Sacerdote crescono così in sapienza (studio e sapienza celeste), età (virilità e virtù), e grazia (santità) fino alla pienezza e perfetta età di Gesù Cristo; fino a sostituirsi Lui nell'uomo e all'uomo: vivo ego, iam non ego; vivit vero in me Christus. In questa divozione convengono tutte le divozioni alla persona di Gesù Cristo Uomo-Dio.
Come egli intese nel complesso delle circostanze tali espressioni:
a) Né i socialisti, né i fascisti, né il mondo, né il precipitarsi in un momento di panico dei creditori, né il naufragio, né satana, né le passioni, né la vostra insufficienza in ogni parte... vi spaventi, ma assicuratevi di lasciarmi stare con voi, non cacciatemi col peccato. Io sono con voi, cioè con la vostra famiglia, che ho voluta, che è mia, che alimento, di cui faccio parte, come capo. Non tentennate! Se anche sono molte le difficoltà; ma che io possa stare sempre con voi! Non peccati!!
b) Di qui voglio illuminare. Cioè che io sono la luce vostra e che mi servirò di voi per illuminare; vi dò questa missione e voglio che la compiate. La luce in cui era avvolto il Divin Maestro, la forza di voce sul voglio e da qui e l'indicazione prolungata con la mano sul Tabernacolo furono così intesi: un invito a tutto prendere da Lui, Maestro Divino abitante nel Tabernacolo; che questa è la sua volontà, che dalla (allora) minacciata Famiglia doveva partire gran luce... Perciò, egli credette di sacrificare la grammatica al senso, scrivendo Ab hinc. Ognuno pensi che è trasmettitore di luce, altoparlante di Gesù, segretario degli evangelisti, di San Paolo, di San Pietro...
c) Il dolore dei peccati significa un abituale riconoscimento dei nostri peccati, dei difetti, insufficienze. Distinguere ciò che è di Dio da quello che è nostro: a Dio tutto l'onore, a noi il disprezzo. Quindi venne la preghiera della fede «Patto o segreto di riuscita».

Conclusione


So con quanta solennità si celebra il quarantennio. È felice occasione per ringraziare il Signore; per riparare le incorrispondenze alla sua grazia; per riprendere vigore ed energia e nuova dedizione: Sempre sui passi di S. Paolo.

Sac. Alberione

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