Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XXV

SAN PAOLO
APRILE 1950

ROMA - Casa Generalizia

CONFIDENZE

Riassumo qui alcuni pensieri espressi nel ringraziare le Famiglie Paoline per gli auguri e le offerte inviate in occasione della Festa di S. Giuseppe.

1.

Chiedere a S. Giuseppe che nelle Case e in tutto l'Istituto vi sia tra Superiori ed educandi un'intimità, famigliarità e cooperazione simili a quella che vi fu tra Gesù e S. Giuseppe.
Tra l'Educatore-Sacerdote e l'educando deve intercorrere un'amicizia tutta santa, una unione di intenti e di cooperazione, un'alleanza di forze per la formazione migliore. Da una parte il padre che con ogni cura vuole crescere il figlio in sapienza, età e grazia, sino a formarne un buon Religioso, un santo Sacerdote; dall'altra parte il figlio che, soggetto al padre, tutto apprende, tutto asseconda, tutto confida; sempre docile, sempre pio, per seguire la sua santissima e bellissima vocazione.
L'amicizia modellata su quella tra il Maestro Divino ed i suoi educandi, i futuri apostoli: «Voi siete miei amici, se farete quello che vi comando. Non vi chiamerò già servi, perché il servo non sa ciò che fa il suo padrone: ma vi ho chiamati amici, perché quanto ho inteso dal padre mio l'ho manifestato a voi» (Giov. 14,15). Amicizia che forma, eleva, fa dei fratelli: poiché in religione un giorno il padre ed il figlio si designeranno col nome di fratelli. Un'amicizia che non si comprende, ma si intuisce vivendola; in questo gioverebbe tanto leggere almeno uno dei due libri: «Gesù formatore degli apostoli», o: «Gesù maestro dei suoi novizi». La pedagogia divina di questo Maestro è quella da seguirsi. Anche qualche libro del prof. Nosengo servirebbe mirabilmente di guida.
L'amicizia di cui parla la Sacra Scrittura; che è prezioso tesoro. Amicizia quale si strinse tra Davide e Gionata: due anime che si confidavano, si sostenevano, si incoraggiavano.
S. Giovanni Bosco era solito salutare così il giovane che veniva a lui: «amico». Perciò richiamò quel sacrestano che aveva trattato male un biricchino di D. Bosco: «Non sai che è mio amico?» Prendere l'atteggiamento di superiore, ingerisce il timone; il comportamento di familiare e dignitosa intimità forma l'amicizia Santa.
L'educazione nostra vuole trasformare dei giovanetti buoni in Religiosi che cercano la vita perfetta e l'apostolato e, piacendo a Dio, la pienezza dell'apostolato che è redazione e ministero sacerdotale.
L'educazione non è semplice istruzione, o cura della disciplina, o avviamento ad una professione: è formazione di una mentalità paolina, di una volontà paolina, di uno spirito veramente paolino. È la formazione di tutto un essere nuovo.
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S. Giuseppe rappresenta sulla terra verso il Verbo incarnato la paternità di Dio Padre. Egli era pieno di rispetto, stima e amore verso il Figlio putativo; conosceva pure il suo ufficio verso di Lui. E Gesù da parte sua aveva per S. Giuseppe riverenza profonda, amore devoto, fiducia serena, docilità costante. S. Giuseppe, con Maria, doveva preparare al mondo il Maestro unico, il Sacerdote, l'Ostia; e Gesù con perfetta dedizione mirava al pieno compimento del volere del Padre suo: fine unico, quindi, cooperazione cordiale.
Intimità. Non parlo di confessione o direzione riservata al Confessore. Parlo dell'accordo intimo, cooperativo, sincero; parlo dell'amicizia intesa secondo parola ed esempi scritturali; parlo nella lettera e nello spirito delle Costituzioni (art. 141) e del Can. 530. È direzione morale; è comunicazione frequente tra Educatore ed Educando; è vita famigliare; è sorgente di molte e molte consolazioni; assicura una percentuale più alta di riuscite.
Illuminare, incoraggiare, richiamare, allietare i singoli. La predica generale è necessaria; la cura particolare ne garantisce meglio il frutto. Non si lasci mancare un tale aiuto.
Quando si hanno pensieri giusti, la vita prende il suo cammino diritto, in piena coscienza.
Per questo, si capisce, il Sacerdote sia via, verità e vita. È bene penetrare diversi punti dell'Enciclica «Illius Divini Magistri».
La confidenza, però, non si impone, né si pretende: è cosa che si guadagna mostrandosi buoni, premurosi, sempre operando «fortiter et suaviter». L'educando nullo modo inducto vi aut metu vel importunis precibus, si sentirà spinto ad aprirsi da se stesso nullatenus invitatus. Questa premura si mostri per la salute, per gli studi, le difficoltà di apostolato, di vita comune, di scoraggiamenti, ecc. Gode stima e confidenza chi cura davvero il bene degli educandi, anche con sacrificio. L'egoismo è un respingitore. Illuminare le anime! Accenderle di fiamma divina verso Gesù e Maria, cogliendo le belle occasioni, specialmente le feste liturgiche ed i Ritiri mensili che sono i giorni in cui Gesù parla alle anime e le anime sentono Gesù.
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2.

Altro pensiero. Tutti sapete quanto mi stia a cuore la Chiesa alla Regina degli Apostoli. E voi siete stati felici nell'interpretare il desiderio del Primo Maestro: avete con grande zelo, tutti, dai piccolini ai più anziani, raccolte offerte, in questo tempo.
La Chiesa in costruzione si innalza con spese in comune tra la Società S. Paolo e le Figlie di S. Paolo. A chi servirà? A tutti, come centro di continuate preghiere. Servirà alla Casa Generalizia, servirà al vocazionario di Roma. Quando si sono costruite S. Paolo e il Divin Maestro, tutti con gran fervore vi hanno collaborato.
Chi vi contribuisce può fiduciosamente aspettarsi le grazie di Maria; ricordi i grandi meriti che acquista. Sopratutto grazie per le vocazioni.
Mobilitare tutte le forze dei figli per la Madre.
Si continui ovunque a cantare, prima o dopo la Benedizione eucaristica, l'antifona Domus mea, seguita dal Magnificat.
Si offra quanto possibile. Le coscienze e le idee saranno sempre più giuste e rette; le volontà saranno sempre più generose; i cuori sempre più conformi ai Cuori di Gesù e di Maria.

3.

Ricerca e formazioni dei chiamati, compresi i giovani dai 15 ai 23 anni.
Certamente il Signore manda alla sua Chiesa un sufficiente numero di vocazioni. Che nessuno fallisca per causa nostra!
Lo spirito del mondo è contrario a Gesù Cristo. Esso è guidato dal maligno. Lo spirito del mondo è contrario alla vita religiosa. Gesù attestava dei suoi Apostoli: «Questi non sono del mondo, come neppur io sono del mondo». È una grande battaglia vinta quando si arriva alla Professione e all'Ordinazione. Ma anche dopo continua la lotta, poiché vi sono le lotte contro la perseveranza. E come vincere, camminare sicuri, nonostante la umana fragilità?
Bello il quadro di Gesù fanciulletto che si appoggia alla destra sul braccio di Maria e alla sinistra sul braccio di S. Giuseppe. Ecco l'insegnamento per noi: divozione fiduciosa a Maria ed a San Giuseppe: specialmente nell'età giovanile.
Prima di iniziare l'Istituto Paolino vidi come in un quadro il complesso del suo inizio e lo sviluppo di persone ed opere. Cosa entusiasmante. Ma notai pure ombre che gettarono nell'animo una certa tristezza; e dovetti molto lottare e pregare per vincere la tentazione di desistere dall'opera. Le ombre rappresentavano quelli che dopo molte cure si sarebbero voltati indietro: dopo aver messo mano all'aratro.
Se tutti, sempre, ovunque, si appoggiassero a Maria ed a Giuseppe, non vi sarebbero le defezioni; e non avremmo la grave pena di pensare alla responsabilità, innanzi a Dio, di ognuno di noi, Maestri ed Educandi.
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Occorre, in primo luogo, reclutare le vocazioni. Ognuno può qualcosa.
Ripeto quanto già scritto nel Maggio 1948:
«Cercare vocazioni:
1) Tra gli Universitari, i liceisti, i giovani del ginnasio superiore.
2) Tra i Seminaristi di filosofia, teologia, studi accademici, i giovani maestri, ecc.
3) Tra i giovanotti delle Associazioni cattoliche, delle Officine, dei contadini.
I mezzi sono molti: preghiera, relazioni private, amicizie, parentele, le Suore, conferenze, esercizi spirituali, e mille sante industrie.
Ovunque vi è una nostra Casa o Libreria; ovunque vi è un parlatorio, ovunque si vada per ragione di ufficio o di ministero, di apostolato. di salute; ogni volta che parliamo con un Parroco, un Assistente delle Associazioni cattoliche, un parente, una persona che comprende... Chi ha amore alla Chiesa, all'Istituto, alle anime capisce, parla, agisce, illumina, prende occasione, scioglie difficoltà, apre la strada».

***

Nel giorno di S. Giuseppe ho pregato per tutti e singoli i Sacerdoti, i Chierici, i Discepoli, le Figlie di S. Paolo, le Pie Discepole, le Suore Pastorelle, i Benefattori, i Cooperatori.
Tutti ringrazio dei molti doni, delle preghiere, degli auguri.
Di particolare, quest'anno: quasi tutti avete notato che si offriva a S. Giuseppe perché servisse alla Chiesa, alla Regina degli Apostoli. Si è notato che le preghiere servivano al cinema e alla radio.
Gratissimi gli auguri dal Giappone: Professi, Catecumeni, alunni, alunne, quattordici Novizi.
Oltre alle offerte elencate nel Bollettino «Unione Cooperatori», noto: i quindici camici di tela d'Olanda con pizzo di cantù; trenta cotte con pizzo di cantù; molti amitti e purificatoi, sempre nel medesimo stile, ecc.
Il Divin Maestro, la Regina degli Apostoli e S. Giuseppe ricompensino largamente.

SAC. ALBERIONE

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I NOSTRI STUDI

Le nostre Costituzioni, nella loro redazione definitiva, sono assai più esplicite e abbondanti anche per quanto riguarda gli studi: lo sviluppo, dalla prima classe del Ginnasio sino agli studi accademici e pastorali, lo spirito, il fine particolare, il modo, tanto per la scuola che per l'applicazione, i saggi e le prove da darsi. E' necessario che i nostri Insegnanti prendano attenta visione degli articoli 175-202, li meditino, ne approfondiscano comprensione e spirito, e specialmente cooperino, per quanto possono, perché vengano fedelmente seguiti e applicati. Si considerino pure gli articoli: 221, 233, 234. Rileggiamo assieme un articolo:

ARTICOLO 187

Esso riguarda le scuole medie: non nel senso che a questa espressione viene dato ora in Italia, dopo la famosa Carta della scuola, ma nel senso di tutte quelle scuole che stanno tra le elementari e le superiori di specializzazione, e cioè: per l'Italia, le scuole ginnasiali e liceali; per l'Estero: le corrispondenti a queste.
Il suddetto articolo richiede che gli studi siano così ben disposti, da rendere possibile agli alunni il raggiungimento di un duplice scopo: 1. Ut alumni valeant ex eis haurire solidam mentis informationem et expeditam erudìtionem, 2. necnon aptitudinem exprimendi litteris et verbis quae didicerint, prout id requirit apostolatus noster. Alla fine indica il mezzo: Quae omnia attinguntur maxime per studia humanarum litterarum et scientiarum naturalium.
Naturalmente, i giovani studenti raggiungeranno il duplice scopo se saranno ben guidati, regolati e sorretti da chi ha la responsabilità della loro formazione intellettuale.

Cognizioni vaste e pratiche

I nostri programmi di studio seguono in genere i programmi governativi, con le necessarie peculiarità dell'Istituto: hanno perciò la vastità d'insegnamento comprovato da lunga esperienza. Il minor numero giornaliero di ore di scuola è compensato dalla più lunga durata dell'anno scolastico, e dalla minor durata delle vacanze entro l'anno: per questo motivo i programmi possono venire ampiamente sviluppati come nelle scuole pubbliche.
Il programma, però, e il libro di testo, devono essere completati, approfonditi, resi vivi dall'insegnante, il quale non deve mai accontentarsi della semplice lettura del testo di scuola, ma deve saperlo integrare e allargare con l'esperienza propria, con gli studi fatti, con opportune applicazioni, frutto di accurata e coscienziosa preparazione alla scuola.
Per rendere completamente utile il nostro insegnamento, per completarlo in mille modi, non si insisterà mai abbastanza su questo punto: accurata e cosciente preparazione alla scuola.
La lezione non dovrà essere tenuta in astratto, ma a giovani, anzi a quei giovani, di quella data età, di quella data levatura intellettuale, di quel carattere o fisionomia particolare. Nella preparazione alla scuola dovranno quindi essere tenuti presenti i giovani della nostra classe, così come sono, non come si vorrebbe che fossero o come dovrebbero essere. Toccherà all'Insegnante portarli al punto cui devono arrivare; ma ciò sarà possibile solo prendendoli dal punto in cui si trovano.
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Nella scuola, senza divagare, senza distrarre gli scolari con curiosità inutili, si possono far entrare moltissime cognizioni utili, le quali potranno servire nella vita e non si apprenderanno forse mai dai libri di testo: cognizioni che sono frutto delle scuole avute, di letture fatte, di esperienza viva, accumulata giorno per giorno.
Un'altra cosa su cui è bene insistere, è la praticità dell'insegnamento.
Una nota caratteristica che gli estranei rilevano nella nostra vita di Paolini, è l'aderenza alla vita, la praticità nostra. E' una felice realtà di cui dobbiamo ringraziare il buon Dio e i nostri Superiori.
Cooperare a continuarla,, a infonderla nei giovani nostri, è grande carità.
E' cosa possibile in tutte le materie. Fin dal primo studio del latino possono essere fatte imparare parole, frasi, brani che saranno utili in seguito ed in cui sono applicate le regole che si vengono studiando; la matematica ha infinite applicazioni che possono venire a poco a poco accennate con frutto; la storia e la geografia sono ricchissime di esperienze e insegnamenti quotidiani; le lingue estere possono essere vivificate, rese interessanti e piacevoli col fraseggiare pratico e quotidiano, fatto imparare e richiesto sin dalle prime lezioni; e ciò senza parlare dell'insegnamento della lingua patria la cui importanza e praticità è conosciuta da ognuno.

Esercitazioni scritte e orali

La missione nostra non è di formare degli intellettuali puri, capaci a passare la loro vita sui libri o a fare i topi di biblioteca: i Paolini devono essere apostoli, e apostoli delle edizioni: cioè apostoli dello scritto e della parola. E' necessario quindi che i nostri giovani siano, fin dai primi anni, indirizzati a saper manifestare ciò che gradatamente vanno imparando.
Una volta si tenevano delle «accademie» in cui rappresentanti di ciascuna classe davano saggio di ciò che avevano imparato o che erano capaci di fare. Quel modo si è mostrato poco pratico per la non partecipazione dei più, per la noia che ingerivano negl'invitati i componimenti in lingue sconosciute e perché molte volte il debutto era preparato più dall'Insegnante che dal debuttante.
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Tuttavia l'idea era buona e deve trovare la sua esplicazione nell'ambito stesso della scuola, sia con i compiti di scuola, sia all'infuori e al disopra di essi, con opportune gare e prove per le quali alle volte potrebbero venir unite le diverse sezioni della medesima classe e invitato il Superiore della Casa e il Prefetto degli studi.
Non è possibile scendere molto ai particolari per amore di brevità, ma è utile ricordare che è bene staccarsi, p. es., nell'assegnazione dei temi, dalle solite raccolte stereotipate e rendersi più aderenti alla realtà; che sarebbe buonissimo ogni tanto un piccolo dialogo in lingua estera tra due o più alunni, più che non la recita di brevi frasi comuni; che oltre alle traduzioni sarebbe ottima cosa assegnare qualche tema da svolgersi ili lingua latina, e pretendere che in quarta Ginnasio incomincino ad esprimersi, in classe, in lingua latina; che anche qualche compito scritto, riassuntivo e sintetico, di storia e di geografia, specie nel Ginnasio superiore, sarebbe quanto mai utile; che sarebbe pure ottima cosa la declamazione, in classe, di qualche brano studiato a memoria o di un proprio componimento.
In sostanza: si miri a far usare praticamente agli studenti quanto hanno imparato in teoria e l'insegnamento sia volto, per quanto si può, alla vita pratico-pastorale. Perciò prima dell'ordinazione gli alunni presentino un lavoro-saggio di redazione, giudicato sufficiente. Il Sacerdote ha infatti nell'apostolato la parte di redazione come propria.

D. Fedele Pasquero

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ROMANA EDITRICE FILMS
DISTRIBUZIONE

Sono stati ridotti e messi in circolazione i seguenti films:
Cuore - Signorinette - Abuna Messias - Vent'anni dopo - Le nuove avventure di Tarzan - Lourdes - Ultima Cena - Arcobaleno sul fiume - Buona notte, amore - Sulle rive dell'Udson - Pantere rosse - La legge di Bufalo Bill - Il contesto di Brooklyn - Mamma - Una avventura di Salvator Rosa - Gli ultimi Filibustieri - L'antro della morte - Uomini del West.
E i cortometraggi: A caccia insieme - Iubilaeum - Le Isole di Cenere e diversi topolini. - Tonnara.

Sono in preparazione: Il Canto della Vita - Pastor Angelicus - Guerra alla guerra - Il ribelle della montagna - Il Figliuol Prodigo - Piccoli Naufraghi - Un giorno nella vita - Porta del Cielo - La grande conquista.
Continua ad uscire quindicinalmente il CINESPORT, che suscita ovunque grande interesse.

PRODUZIONE

È al montaggio il primo cortometraggio sulla PREGHIERA e sono in corso di ripresa gli altri due, e allo studio tre cortometraggi riguardanti la SS.MA VERGINE.

REGINA APOSTOLORUM

In questi giorni sono arrivati da varie Case libri per la Chiesa in costruzione. Maggio è il tempo in cui si fanno maggiori ossequi ed offerte alla Madonna: ne arriveranno perciò anche di più.
Nei lavori si prosegue sempre. Si sta chiudendo la cupola esterna. Rimarranno da costruire il cupolino e da elevarsi la Croce: speriamo sia fatto entro Giugno prossimo. Così entro l'Anno Santo, a Dio piacendo, sarà illuminata la Croce, «spes unica»: Nos autem gloriavi oportet in cruce Domini nostri Jesu Christi, in quo est salus, vita et resurrectio nostra: in quo liberati et salvati sumus.

«REGOLAMENTO DELL'ASPIRANTE ALL'APOSTOLATO STAMPA»

Già si vede qualche frutto da quando venne pubblicato. In quasi tutte le Case è spiegato e applicato con intelligenza e amore.
Per la lingua spagnola è in corso la traduzione. Qualche buon Sacerdote che ha cura dei giovani pensi anche alle altre lingue, facendo un buon servizio alla Congregazione.

ANNIVERSARI DEI FRATELLI DEFUNTI

APRILE
26-1931: Ch.Bernardi V. Stefano
16-1934: Fra Rossi Giuseppe Ignazio
21-1935: Ch. Vanzo Giuseppe Saverio
11-1941: Ch. Petrucci Ortensio Urbano
26-1941: D. Santacaterina F. Luigi
12-1942: Ch. Banfo Sergio Severino
MAGGIO
5-1930: Ch. Nov. Gambino Giuseppe
10-1934: Formento Arm. Ilario

INTENZIONI DI PREGHIERE

1. Santuario alla Regina degli Apostoli.
2. La radio in Giappone.
3. Apostolato della sofferenza.
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