Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Un'aberrazione, opera di Satana, vorrebbe far credere le verità, le virtù, il culto della Chiesa o come cose superate; o quanto mai fatte per le donnicciuole e per i conventi. La verità è ben diversa. Le grandi idee, le nobili virtù, i sacramenti meglio si adattano alle grandi intelligenze dell'uomo, specialmente se istruito anche nelle scienze civili. Oggi, più che nei tempi passati, vi sono necessità da una parte, e facilitazioni dall'altra. Se si trascurasse un tale lavoro, avremmo un abisso tra scienza e fede; mentre la prima sta a base della seconda.
La massa più scristianizzata oggi è la cosidetta massa colta; ed è essa che esercita il maggior influsso nel mondo; purtroppo, spesso, oggi, influsso rovinoso. La profonda crisi della cultura odierna sta in questo: gli uomini sono spinti verso conquiste sempre più vaste nel mondo delle cose sensibili, il che è gran bene. Ma d'altra parte, a questo progresso materiale non sempre si accompagna quel «supplemento d'anima» che, secondo il Bergson, si richiede per nobilitare le tendenze umane e conservare l'armonia naturale delle proporzioni nell'uomo. Di conseguenza la cultura resta abbassata e soffocata da egoismi e da interessi materiali. L'incontro degli spiriti, delle anime, dei popoli suppone una convergenza verso verità e morale oggettivi. La cultura invece oggi si fraziona per il soggettivismo che l'accompagna. Quindi una ricerca disperata di un fine impreciso, mai raggiunto; che non appaga la mente né il cuore e non unisce i popoli; né rende sicuro il cammino verso l'eternità.
Solo in Cristo e nella Chiesa vi sono la via, la verità e la vita per l'individuo e la società: per il tempo e l'eternità. Solo nella Chiesa e nel Cristo si uniscono i popoli perché trovano l'unica verità, l'unica morale, l'unico culto. L'unità delle menti, delle volontà e dei cuori frutterà la convivenza pacifica e progressiva nell'elevazione degli uomini.
Il giudizio finale è l'epilogo della storia sociale; come il giudizio particolare è l'epilogo della vita individuale.
Uniti gli uomini in Dio Padre sulla terra: per essere uniti in Cielo, nel possesso eterno e felice nel Sommo Bene, eterna felicità.
Vi è obbligo di cooperare a questa unità con la diffusione della dottrina, della morale, del culto cattolico.
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L'incontro della Chiesa e della civiltà è l'incontro del regno di Dio con il mondo. Il bene comune della Chiesa è la vita eterna; il bene comune della civiltà è la retta vita terrena di un popolo o di un raggruppamento di popoli.
Il bene comune della Chiesa si ottiene con la fede, la moralità, l'uso dei mezzi di grazia. Il bene comune della società si raggiunge con le verità e le virtù naturali. Si noti, però, che tra l'ordine soprannaturale e l'ordine naturale non v'è alcuna rottura o contraddizione; anzi vi è la massima ed intima coesione ed armonia.

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Nella storia moderna dei popoli troviamo diverse forme di civiltà. Uscendo un poco dalla ristretta cerchia quotidiana, sfogliando l'atlante generale, o sorvolando le terre sull'aereo, vediamo innanzi a noi le parti del mondo che la civiltà cristiano-cattolica deve ancora conquistare. È necessaria una esatta e profonda conoscenza della psicologia propria di ogni civiltà per arrivare a dare il Cristo a tutti.
Vivere la nostra vita cristiana e religiosa è gran mezzo per esercitare un benefico influsso nella società. Ma questo per l'apostolato paolino non basta. Occorre lavorare assiduamente per far penetrare il lievito inestimabile del cristianesimo nella vita sociale e nella vita culturale. Oggi non è lecito stare sulle difensive; occorre passare all'attacco con umile audacia. La verità, la virtù, il culto cristiano hanno un'ulteriore apologia e ragione di essere. Essi, poi, sono penetrati da una forza soprannaturale, per cui il Paolino sempre può parlare con fiducia e sicurezza.
Il Paolino, stando nell'altezza della sua missione, diviene il missionario universale, su l'esempio del suo maestro, esemplare e protettore S. Paolo.
Fare cristiani il pensiero, il cuore, la vita: ovunque. Preparare il terreno perché sia buono ed ottimo; quindi seminare a piene mani: semen est verbum Dei; e vigilare perché nelle tenebre l'uomo nemico non getti la zizzania.
In quest'opera camminiamo con i tempi; onde siamo attuali con gli uomini attuali. E tali si è quando si sta nella nave di Pietro: Navicula autem erat Petri. Il Papa in ogni tempo sta a capo del popolo e dei Pastori. Stare sempre con Lui significa vivere sempre aggiornati. Non pericolose avventure intellettuali! Il fervore è progresso; il progresso è carità; quando tutto mira alla gloria di Dio ed alla salute delle anime.
Le Costituzioni segnano la via giusta (art. 221-235). Tra essi specialmente considerare gli articoli 222 e 226; interpretandoli con intelligente zelo e spirito paolino.

Sac. Alberione

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Il «S. Paolo» sia letto da tutti, gli articoli e indirizzi principali siano scelti come soggetti di meditazione e riletti come lettura spirituale. In ogni Casa venga conservato e rilegato diligentemente. Nelle visite canoniche che si fanno dovrà essere presentato, poiché in molte parti forma il Direttorio pratico.

RITIRO MENSILE

Per le Case di formazione e per il gruppo dei Discepoli (quando è numeroso) è molto, molto meglio che i Ritiri Mensili siano predicati dal rispettivo Maestro. E' la più bella occasione per dire le cose pratiche: tenendo conto dei bisogni notati nel mese che finisce; invitando a pregare e riflettere; tracciando il programma spirituale e disciplinare per il mese che incomincia.
Si da più formazione in un devoto e istruttivo Ritiro Mensile, che non in parecchie Meditazioni ed esortazioni.
II Maestro si valga di questo grande mezzo di formazione; faccia lui prediche ed esortazioni; discenda alla pratica di ogni giorno; incoraggi e lasci in tutti questa persuasione, che: Maestro e Alunni sono degli alleati per la loro santificazione e la corrispondenza alla vocazione. Alleanza e cooperazione di preghiere, di sforzi, di opere e di parole. Essa stabilisce una intima unione tra Maestro e Alunni.

INTENZIONI DI PREGHIERE

1. Santuario Regina Apostolorum.
2. Collana di libri per intellettuali.
3. Lettura costante e pia del S. Vangelo.
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I NOSTRI STUDI

Nella Congregazione il progresso nell'apostolato è tangibile: molto si è già riusciti a fare e più ancora si ha in animo di arrivare a compiere. La difficoltà maggiore si trova nella parte della redazione: si ha paura a scrivere, si teme di scrivere, si trova difficoltà. Eppure, dopo tanti anni di studio, bisognerebbe anche essere capaci a compiere questa parte così importante del nostro apostolato, e con relativa facilità.
Le nostre Costituzioni, art. 178, dicono: Congregatio sibi praeparat futuros sodales a iuvenili aetate in propriis domibus studiorum, in quibus adspirantes omni cum cura ad suam vocationem apte instituantur.
E' forse tempo che prestiamo maggior attenzione a questo articolo, specie a quell'omni cum cura ad suam vocationem apte instituantur.

IL NOSTRO DOVERE

Parliamo dei nostri doveri di Insegnanti, di fronte alle Costituzioni.
Come regola generale, nei nostri Vocazionari ci si presentano giovani venuti dai posti più diversi, con istruzione quanto mai varia, Poco valgono le assicurazioni di buona intelligenza, di studi fatti bene, delle stesse pagelle scolastiche: sono così relative quelle note, e tanto soggettive!... Si può dire che il giovane che ci si presenta è materiale grezzo: da dirozzare, istruire, incanalare. Un fatto che abbiamo potuto constatare anno per anno, da due decenni a questa parte, è questo: ogni anno i giovani arrivavano meno preparati, sino a non conoscere le nozioni più elementari di grammatica, a non sapersi districare nelle quattro operazioni.
Eppure da questi giovani noi dobbiamo ricavare non solo delle mediocrità, ma dei bravi studenti, fondati e ferrati nelle singole materie; dei Chierici sicuri su quanto hanno studiato; dei Sacerdoti che sappiano far tesoro delle ricchezze contenute nelle varie discipline; dei bravi scrittori che possano con facilità toccare e trattare gli argomenti più disparati.
Di qui due cose necessarie

1 - Prendersi a cuore le scuole


Non c'è da farsi illusioni: fare scuola non è sempre cosa piacevole. Astrazione fatta dalla difficoltà intrinseca alla materia d'insegnamento, vi sono intelligenze da dirozzare, sforzo per rendere facile e utile la spiegazione, lavori da corregere; vi è l'orario da seguire che, volere o no, comprime la nostra libertà...
Ma l'insegnamento è grande missione, grande merito. La scuola, più che altra cosa, è fucina di formazione, donde si può ricavare tanto bene.
Guardare alla scuola come a compito arduo ma sublime, alle volte duro ma meritorio; essere entusiasti della propria missione di insegnanti: quanto bene si può fare!
Alle volte ci si lamenta che i giovani non stanno attenti, non seguono, non si impegnano, non prendono la scuola con serietà... Domandiamoci: La prendiamo sul serio noi insegnanti? Vi ci prepariamo bene, anche negli esempi, nel modo di spiegare, nella vivezza e novità della presentazione? Mostriamo un vero interessamento al progresso di ciascun giovane? Forse, prima che pretendere dagli scolari, dovremmo pretendere di più da noi.
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2 -Sentire la responsabilità


Mansione delicata, quella dell'insegnamento, pregna di responsabilità!
Di fronte ai giovani: i quali hanno insito un rispetto particolare per la scuola, come al mezzo principale dello sviluppo della propria intelligenza e della propria personalità, per cui ricevono e assimilano con molta più facilità ciò che viene loro impartito nella scuola che in qualunque altra sede, e guardano all'insegnante con interesse maggiore che a qualunque altra persona. Motivo, questo, che deve rendere l'insegnante attento a quanto dice e a quanto fa, sia nella scuola che negli inevitabili contatti con i giovani.
Responsabilità poi che riguarda ancora la materia propria dell'insegnamento: molte cose, se i giovani non le imparano quando devono, non le impareranno più. E se non le imparassero perché noi non le diciamo o non le facciamo rilevare o perché le nostre spiegazioni non sono sufficientemente chiare e complete?... Ci caricheremmo di notevole responsabilità.
Di fronte alla Congregazione: ci si pensi o no, la scuola influisce moltissimo sulla formazione intellettuale e morale dei giovani; e questi giovani saranno - e dovranno essere! se no è meglio eliminarli subito! - i Paolini di domani. Non vale lamentarci delle deficienze, segnalare gli abusi, rilevare le manchevolezze. Si senta tutta la responsabilità per una formazione completa, per quanto dipende da noi!
E nella scuola, per quanto la mira prima e principale sia la formazione intellettuale, non possiamo dimenticare che siamo dinanzi a giovani aspiranti alla vita religiosa. Ebbene: la Congregazione nostra ha bisogno di intelligenze belle, di menti elette, dalle cognizioni profonde e vaste; e nel medesimo tempo di anime pure, forti, limpide, adamantine, dagli orizzonti larghi quanto la nostra vocazione e i confini del regno di Dio: i giovani avranno bisogno di un corredo di cognizioni ben fornito, completo, profondo, vasto. Molta parte di tale formazione spetta agli insegnanti i quali in classe, nel modo di tenere la lezione, nelle spiegazioni, nel modo di presentare e far rilevare certi punti, nello stesso trovare gli esempi, hanno responsabilità grande e assai meritoria.
Di fronte alle vocazioni: non solo a quelle presenti, già dinanzi a noi, sui banchi della scuola, ma a quelle future. Se il tono dei nostri studi è basso, se le scuole sono trascurate, l'orario non osservato, se ogni scusa è buona per esimersi dalla scuola, ecc, i giovani lo notano, ne parlano, ne scrivono: la Congregazione ci perde nella sua estimazione, molti genitori non mandano più...: le vocazioni diminuiscono in quantità e qualità e la Congregazione tutta ne risente nei suoi membri e nelle opere e sviluppo di apostolato.
Tutti concordi, quindi, cerchiamo di elevare il tono degli studi nostri: scuole ben fatte, spiegazioni adatte e chiarissime, lavori corretti, i singoli giovani curati, sorretti, guidati, spinti: ne avremo gran merito in Paradiso, e forse il buon Maestro ci darà anche su questa terra la gioia di constatare il profitto ottenuto.

D. Fedele Pasquero

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GIUSTI E SAGGI AMMINISTRATORI

I primi debiti e fatture da pagare sono quelli riguardanti una casa Paolina con l'altra; vengono in secondo luogo quelli riguardanti gli estranei.
Allorché si ritarda soverchiamente il pagamento si corrispondano gli interessi per le somme in sospeso.
Per i calendari gli interessi decorrono dal 1 Febbraio.
Per le pellicole della R. E. F. dal 1 del secondo mese dopo il noleggio. P. es. dal 1.o Marzo decorrono gli interessi dei noleggi di Gennaio. - Per i libri, dopo sei mesi dalla fattura.
Fiducia in Dio, apostolato intenso, beneficenza, contabilità saggia: quattro mezzi necessari perché la parte economica si svolga rettamente.
Sul modo di fare i conti:
Nel calcolare il costo dei libri tenere conto non solo di carta, composizione, stampa e brossura o legatura, ma anche dei diritti d'autore e degli interessi sulla somma investita per tutto il tempo che si prevede il libro resterà in magazzino, e fino all'incasso totale. P. es., se si prevede che un libro sia venduto in tre anni e finito di pagare entro il quarto anno, calcolare gli interessi interi per due anni.
Progettando di comperare un autoveicolo per la propaganda, calcolare nelle spese gli interessi fino a pagamento completo, le spese previste per riparazioni, manutenzione e rifornimento di olio e benzina, più l'ammortizzazione in base ad almeno il 20% all'anno. Per la controparte in attivo calcolare solo il profitto netto sulle entrate previste nella propaganda fatta col medesimo in base al venti per cento (il venticinque per cento se la massima parte dei libri diffusi è in conto cambio). Se non rimane un margine di attivo, non conviene fare la spesa.
Si ricordino i Superiori e gli Economi locali che per le spese straordinarie devono richiedere il parere della Curia Generalizia.

L'Economo Generale

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PER LE AMMISSIONI

Ripetiamo ciò che fu già pubblicato nel Febbraio scorso:


E' assolutamente necessario che sia fatta pervenire al Primo Maestro una dettagliata relazione sui candidati, almeno due mesi prima. Essa deve contenere il giudizio riassuntivo che su ciascuno ha dato il Consiglio della Casa cui essi appartengono.
Tale giudizio deve riguardare: spirito religioso; studio; apostolato; amore alla Congregazione; stato di salute; carattere morale; applicazione ai propri doveri; difficoltà o meno da parte dei genitori o tutori. - Il tutto sia poi alla fine riassunto da uno di questi giudizi: Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo.
D'ora in avanti, se tale relazione non arriverà in tempo, il Consiglio Generalizio non si assumerà la responsabilità dell'ammissione dei candidati, finché non sia giunta la relazione di cui sopra


UN PASSO DA FARSI

è questo: per i libri, anche se scritti dai nostri, pagare i diritti di Autore; oppure il lavoro di traduzione.
Le Case dell'estero che intendono fare traduzioni dei libri stampati in Italia, chiedano prima il permesso alla Casa che lo ha stampato in Italia, perché molte volte gli autori si riservano i diritti sulle traduzioni estere.

COMUNICAZIONI

Gli iscritti all'Unione Cooperatori cominciano a partecipare al frutto delle 2400 SS. Messe annuali il giorno in cui arrivano alla Casa Generalizia i loro nomi e le rispettive offerte, secondo la percentuale stabilita e nota.
Tempo per l'adempimento delle intenzioni di Messe.
a) Se non fu fissato alcun tempo,
tenuto conto del numero maggiore o minore di Messe richieste, si deve celebrarle entro un tempo relativamente breve (can. 834, § 2, n. 2).
b) Se il dante espressamente lascia al sacerdote il diritto di fissare la data della celebrazione, con sua comodità può il sacerdote dire la Messa entro lo spazio di un anno (can. 834, § 3).
La trasmissione degli stipendi di Messe.
a)
Coloro che hanno delle Messe da far celebrare, di cui possono liberamente disporre, possono lecitamente trasmetterle a un sacerdote di proprio gradimento, ben conosciuto personalmente come persona superiore a ogni sospetto oppure raccomandato dal suo Ordinario (can. 838).
Perciò non si possono trasmettere di seconda mano stipendi a laici, per es. librai. - Il vescovo non può proibire senza indulto apostolico particolare che si faccia la trasmissione a sacerdoti estranei alla diocesi.
b) Quanto alla somma di stipendio da trasmettere, si deve distinguere fra le Messe manuali e le Messe fondate.
Gli stipendi delle Messe manuali si devono trasmettere integralmente; si può trattenere qualche cosa quando il dante lo permise espressamente oppure quando si è assolutamente sicuri che la parte eccedente la tassa diocesana è stata data proprio in considerazione della persona (can. 840, § 1).
Non si può trattenere nulla neppure per uno scopo pio. E poiché si deve in materia evitare ogni apparenza di commercio e d'affare (can. 827), gli stipendi non possono essere trasformati (per così dire) in altre cose (libri, merce, ecc.), ma devono trasmettersi nelle loro «propria specie».
Prescrizioni per assicurare l'esecuzione coscienziosa delle intenzioni di Messe.
a) Ogni sacerdote
deve segnare accuratamente le intenzioni di Messe ricevute e di quelle già soddisfatte (can. 844, § 2).
Similmente gli Ordinari dei luoghi e i superiori religiosi che affidano ai loro sudditi, o ad altri, Messe da celebrare, devono diligentemente annotare nei loro registri subito le Messe ricevute con la rispettiva elemosina (can. 844 § 1). - Eguale obbligazione hanno i rettori delle chiese e degli altri luoghi pii, dove si è soliti ricevere elemosine di Messe (can. 843).
b) Il diritto e il dovere di vigilare sull'adempimento delle intenzioni delle Messe nelle chiese secolari spetta all'Ordinario del luogo, nelle chiese dei religiosi al loro superiore (can. 842).
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SLITTAMENTI

Mi sono segnalati da qualche parte degli slittamenti verso una specie di commercio di oggetti religiosi, o una gestione tipografica nella forma industriale.
Le nostre Costituzioni, lo spirito religioso, le disposizioni della Chiesa sono chiare per tutti.
Nelle vetrine e nella esposizione interna delle Librerie sono i nostri libri, che devono occupare il primissimo posto; come alla stampa degli iscritti dei Nostri si deve dare una ragionevole, ma decisa precedenza.
Stiamo alla via tracciata dalla Chiesa; è la via di Dio. E per questa via arriveranno grazie e benedizioni.
Sempre: la nostra redazione; la nostra tecnica; la nostra propaganda. Vi possono essere eccezioni; ma eccezioni che sono realmente tali, e vengono convogliate nella via dell'apostolato direttamente od indirettamente.


SANTUARIO REGINA APOSTOLORUM

La seconda cupola va rapidamente restringendosi ed elevandosi, per venire poi chiusa con la Croce. È bene che in ogni Casa, prima o dopo la Benedizione del SS. Sacramento, si faccia come a Roma: si canta l'Antifona Domus mea, seguita dal Magnificat, per ottenere la grazia del compimento del voto.

S. GIUSEPPE

Egli è in modo particolare modello e protettore dei nostri cari Discepoli. Perciò la sua festa è loro festa.
Si sono, perciò, fissate in tale giorno, da qualche tempo: le vestizioni e ammissioni al Postulato, l'entrata al Noviziato, le Professioni temporanee e perpetue. Diamo un elenco, per quanto non del tutto completo, per varie cause, delle ammissioni per il 19 Marzo corrente:

Vestizione e ammissione al postulato
A Roma: Bassan Danilo - Brandi Vito - Caporaletti Ermanno - Cecconi Agostino - Cristiani Salvatore - Maruccio Luigi - Massi Eddo - Melis Luciano - Saraceno Pasquale.
Ad Alba: Amendola Giuseppe - Basso Decimo - Baù Angelo - Beltrame Lorenzo - Cristofori Vittorio - Evangelista Dino - Imbruglia Gioacchino - Molino Agostino - Morsiani Paolo - Munari Tommaso - Papalini Mario - Sarotto Carlo - Contarini Francesco.
A Catania: Parrotta Pancrazio - Lanza Giuseppe - Pannuzzo Paolo.
A Sacile: Ferrari Angelo - Mecenero Francesco -Libralato Silvio - Toppan Aldo.
A Bogotà: Julio César Beltràn, - Pedro Sepùlveda - Reinaldo Puerta - José Ancisar Megia.
A Nanking: Ou Francesco.

Noviziato
Di Roma: Chiera Giovanni - Cioccoletta Ugo - Cipolla Calogero - Magrini Nello - Romito Enrico - Torti Giuseppe.
Di Alba: Bellini Giuliano - Borille Lino - Giombani Domenico - Le Perna Rosario - Melotto Germano - Morani Luigi - Pezzato Miradio - Scapin Fortunato - Fermo Ivano.
Di Catania: Bosco Vito - Daniele Giovanni - Nicotra Augusto.
Di Bari: Cosimo Mazzocola - Leonardo Pezzulli.
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Prima professione
Cappelletto Riccardo - Carosi Silvio - Casella Sebastiano - Costa Giovanni - Epaminonda Giuseppe - Fontana Pietro - Giubergia Andrea - Granata Antoni - Lorenzini Antonio - Maffia Antonio - Moro Egidio - Otello Gugliermo - Pavesi Matteo - Pizzacalla Alfonso - Selva Giorgio - Romiti Carlo - Treccani Giovanni - Zammataro Francesco.
A Nanking: Ou Giovanni.

Professione biennale
Rosso Giovanni - Antico Gabriele - Calufetti Ermenegildo - Kucich Gaetano - Piombini Corrado - Zanchin Gilberto - Hsu G. Timoteo - Bellini Tarcisio e Gori Agostino - Putti Paolo - Perazzolo Luigi.

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L'Istituto accompagna in questa via ascendente, con i più caldi voti e la preghiera, i cari Fratelli.
Che siano perseveranti, che siano santi, che siano lieti!
Che sappiano zelare buone e numerose vocazioni!
Che raccolgano abbondanti frutti nel loro prezioso e nobile apostolato!
Che S. Giuseppe, cooperatore nell'opera della Redenzione, li renda sapienti e generosi cooperatori nel ministero della Divina Parola.
Che sempre possiedano i due segreti della loro santità e dell'apostolato: la pietà e la docilità.
È già stato scritto: In questa bellissima missione possono trovare posto e spendere bene tutte le loro energie intellettuali, spirituali e fisiche giovani di buona volontà. Tutta la parte tecnica della tipografia e tutta la parte di propaganda libraria, cinematografia, giornalaia presentano per loro un ottimo e vario campo di apostolato.
Ripetere nelle officine, nei campi, nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle associazioni cattoliche l'invito: Andate anche voi nella mia vigna: vi darò la meritata mercede.
Fu pubblicato: Particolari relazioni vi sono tra S. Giuseppe e i Fratelli Discepoli. Come S. Giuseppe, essi compiono un lavoro faticoso, per cooperare all'avvento del Regno di Dio; hanno una via di santificazione simile alla sua; trovano la loro gioia nello spirito di pietà, nell'umile conformità al volere di Dio, nella silenziosità operosa. Associano la vita contemplativa alla vita attiva. Il loro apostolato è largo, moderno, soddisfacente. Trascorrono la vita presso il Tabernacolo, come S. Giuseppe accanto a Gesù.
S. Giuseppe ottenga a tanti giovani il desiderio della vita perfetta, che si pratica nell'obbedienza, castità, povertà religiosa.

PRIMO MAESTRO

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