Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

1962
17. LA VOCAZIONE DELLA PASTORELLA17
1. Amare la vocazione è amare la volontà del Signore perché la vocazione è di volontà di Dio. E' Dio che l'ha impressa nell'anima; egli, creando le anime, le destina ad un corpo perché vi sia una persona umana e ad ogni persona affida una missione.
~
2. Per tutti la meta è il paradiso, ma chi vi arriva per una via e chi per un'altra. Alle persone che sono destinate alla vita religiosa il Signore, creandole, dà particolari attitudini, qualità, inclinazioni naturali e nel santo battesimo infonde particolari doni di grazia. Così la volontà di Dio si manifesta e si compie nella creazione, nel battesimo e, successivamente, nelle varie grazie che il Signore semina nella fanciullezza, nella giovinezza e alle volte anche più avanti, quando si è giunti ad una certa maturità. La vocazione è dunque volontà di Dio, perciò amare la vocazione è amare la volontà di Dio.
~
3. Ora qualche considerazione.
La vocazione alla vita religiosa e alla vita apostolica, questa duplice vocazione, ci porta a vivere come Maria, come Gesù, come Giuseppe, cioè a vivere la vita più perfetta e più santa che si sia vissuta sulla terra.
~
4. A Nazaret i tre gigli purissimi, Maria, Gesù e Giuseppe vergini, adorni di ogni virtù sono chiamati ad una missione sublime.
- Vivere come Maria. Una giovane quale aspirazione più grande può avere di quella di passare la sua vita nell'ufficio che aveva Maria?
Abbiamo nel Vangelo una donna che, udito l'insegnamento di Gesù, gridò esultante: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte», (Lc 11,27). Sì, veramente beata Maria, perché credette alle divine promesse, perché credette che Dio avrebbe effettuato il prodigio: divenire Madre del Figlio di Dio e rimanere vergine. «Si compì in te quel che e stato detto dal Signore».
~
5. Vivere come Maria, essa è l'Immacolata, la Vergine santissima dotata di una fede profonda, di una speranza ferma, di una carità ardente, di una prudenza costante, di un amore profondo alla santità e alla giustizia, dotata di perseveranza, di moderazione, di fortezza, di umiltà, di obbedienza, di pazienza. Dove trovare una creatura più perfetta?
Maria è il prodigio del creato, è il prodigio di grazia in terra e di gloria in cielo.
~
6. La vita della suora è la più simile a Maria, la più umile che si possa immaginare. La donna viene così elevata. Maria era stata predetta nel Genesi «Porrò inimicizia fra te, serpente, e la donna», la donna per eccellenza, Maria, «fra il suo figlio e il tuo seme: ella ti schiaccerà il capo» (Gn 3,15). Ecco, la suora schiaccia il capo al serpente della disonestà, dell'avarizia, dell'orgoglio; schiaccia il capo al serpente che è nel mondo il quale «totus in maligno positus est», è tutto impastato nel male.
~
7. Ogni volta che la suora combatte le tentazioni vince il demonio e schiaccia la testa al serpente istigatore. E quanti peccati fa evitare nel mondo col suo apostolato, con l'istruzione, col catechismo, con l'assistenza alla gioventù, col buon esempio, con la preghiera!
~
8. Il diavolo oggi insidia le suore più che in altri tempi perché le teme: teme che si moltiplichino perché anche là, dove il sacerdote si ferma o ha un limite, ecco interviene la suora la quale opera accanto al sacerdote stesso e talvolta così profondamente ed efficacemente che viene ascoltata con venerazione. Le parole della suora vengono ascoltate sempre con venerazione, se hanno stima di lei.
~
9. Vi sono suore che sanno dire parole semplici ma di una grande efficacia, arrivano fino in fondo all'anima e decidono di una vita. Per la sua parola semplice e suadente, una vita che poteva essere una vita di famiglia, diviene una vita tutta spesa per Dio e per 1e anime nella vita religiosa. Che stima e che fiducia hanno tutti della loro suora! La vedono così buona, così paziente, continuamente disposta per i loro bisogni, tutta dedita ai loro bambini! E Dio opera nelle anime per mezzo suo.
~
10. Il mondo deve avere suore che dappertutto ricordino che vi è un paradiso, che vi è un'eternità. Anche tacendo possono ammonire e insegnare; il loro abito lo dice e con la loro vita dimostrano che vi è un cielo e un'eternità.
Vivere come Maria la quale salì il calvario e offrì la vittima Gesù al Padre celeste, offrì il proprio dolore e la spada che le trafiggeva l'anima per la salute del mondo. La suora si offre in questo senso: tutta mi dono, offro e consacro per la mia santificazione e per la salvezza delle anime.
~
11. Più suore, più suore nel mondo! Il demonio insidia le anime. E non pensate che dimentichi voi. Va continuamente in cerca di anime per insinuare parole che disturbano, per eccitare le passioni e tentare al male.
Maria è madre del Verbo incarnato, cioè del Figlio di Dio incarnato; è madre quindi delle anime che si salvano. La suora diviene madre delle anime alle quali porta la grazia per mezzo del suo apostolato.
~
12. Vivere come Maria la quale ebbe la grazia di vivere sempre con Gesù. Anche la suora deve vivere con Gesù. Maria ebbe la grazia di vedere i suoi esempi e godere la sua intimità. La suora ovunque va trova un tabernacolo, trova Gesù. E se anche per disavventura in qualche posto, per distanza o altri motivi, dovesse rimanere senza la comunione, essa vive con Gesù sempre perché lo porta nel suo cuore.
~
13. La pastorella vive come Gesù buon Pastore: la sua vocazione è quella.
Gesù volle nascere a Betlemme, volle vivere a Nazaret soggetto a Maria e a Giuseppe, volle darsi a un lavoro faticoso. Si preparò così al ministero pubblico che iniziò con quaranta giorni di digiuno e di penitenza, col vincere le tentazioni, col battesimo di Giovanni.
~
14. Il suo apostolato pastorale fu intensissimo e, in quei tre anni e più, attirava a sé le anime con la sua bontà, fino al punto che il popolo, guadagnato dalla sua amabilità, lo seguiva dimenticando persino il cibo. E quale compassione aveva per i peccatori! Indicò la via della santità e della perfezione, incitò tutti a seguirlo e si offerse vittima al Padre celeste per la salvezza degli uomini.
~
15. La vita della pastorella deve immedesimarsi con quella di Gesù buon Pastore fino a immolarsi, per salire poi fino al cielo, dove il pastore divino è attorniato dalle sue pecorelle.
Vivere come Gesù, parlare come Gesù, pregare come Gesù, sacrificarsi come Gesù; cercare di operare il maggior bene e poi vivere nascoste nella santa umiltà. Vivere nascoste e comparire solo quando c'è un bene da fare.
Senza guardare a ciò che dicono gli uomini, la pastorella cammina diritta per la strada assegnatale dalla divina Provvidenza. Gesù volle accanto a sé Maria, la divina Pastora, e vuole accanto a sé la pastorella.
~
16. La vita della pastorella ha tante somiglianze con la vita di san Giuseppe: la verginità è comune; la povertà, il lavoro, la preghiera sono comuni, la semplicità, l'umiltà, lo spirito di obbedienza, pure sono comuni.
San Giuseppe visse nel silenzio! Le cose del mondo non attirano la pastorella; anche lei vive nel silenzio e sa essere presente quando c'è il bene da fare.
San Giuseppe è padre dei vergini, è protettore della Chiesa universale e la suora opera nella Chiesa col suo apostolato.
~
17. San Giuseppe è protettore dei morenti e quante volte bisogna invocarlo al letto dei malati!
E' da tutti invocato, ma specialmente dai poveri, dagli emarginati, dagli infelici, dagli infermi, dai lavoratori, ai quali è anche dato come protettore.
~
18. Alla suora quale parte è riservata? Per il suo apostolato essa non si rivolge alle persone dotte e ai sapienti della terra. San Giuseppe è il santo degli umili e Gesù si rivolse in primo luogo agli umili, perciò anche la suora si rivolge prima di tutto alle masse costituite dai contadini, dagli operai, da coloro che lavorano per lo più manualmente, ma anche intellettualmente e moralmente. Cerchiamo sempre quelli che sono più disposti a sentire la parola di Dio, quelli che hanno il cuore più puro, più semplice, come i bambini, gli infermi, i lavoratori, i poveri. Questi corrisponderanno di più alle esortazioni della suora.
~
19. La vita della pastorella è quella che si avvicina di più alla vita di Maria divina Pastora, di Gesù buon Pastore, di san Giuseppe che fu cooperatore della redenzione, aiutò Maria e Gesù e visse in intimità con loro.
Oh, la bellezza del vostro stato, della vostra missione! Altri si occupano di scuola, bene! Altre suore hanno la cura dei corpi negli ospedali, vi sono suore occupate in tante cose.
~
20. Voi avete la cura delle anime, siete mandate per le anime nelle opere parrocchiali, tanto che non potete prendere stabilmente ospedali o scuole, eccetto nel caso che siano opere parrocchiali.
Siete per le anime! L'opera è diretta alle anime e fare un'opera vuol dire cooperare ai ministri di Dio, ai pastori di anime.
~
21. Tutta spirituale la vostra missione! Per questo qualche volta è meno apprezzata in certe regioni o in certi paesi, ma l'apprezza Dio. Il mondo ha un giudizio falso, il giudizio vero è quello che dà Dio.
Ecco allora: stimare sempre più la vocazione e la stima si dimostra con la corrispondenza.
~
22. Essendo la vostra istituzione al principio, ha bisogno di anime fervorose, ha bisogno di maggior unità; non dissensi o dispareri, ma unione di vita, di sentimenti di aspirazioni allora l'istituto progredisce. Chi fa progredire è il Signore, si dice, ma lui lo fa per mezzo nostro, se progrediremo noi. Dobbiamo progredire noi, dovete progredire voi che costituite la vostra congregazione. Come un corpo è tanto perfetto in quanto ha le sue membra perfette, così la congregazione sarà tanto più perfetta in quanto avrà membri più perfetti e santi.
~
23. Il Signore vi ha amato tanto, vi ha amato tanto! Andate dunque avanti con semplicità ma con grande riconoscenza e grande impegno nel corrispondere a questa bella vocazione.

Albano Laziale (Roma)
marzo 1962

~

17 Albano Laziale (Roma), marzo 1962