Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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IV
LA CHIESA
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LEZIONE XXIV

75a Che cos'è la Chiesa?

La Chiesa è la società istituita da Gesù Cristo. Essa comprende i veri cristiani che professano la medesima fede, partecipano agli stessi sacramenti e vivono sotto l'ubbidienza dei legittimi Pastori, e specialmente del Papa.
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76. Perché Gesù Cristo ha istituito la Chiesa?

Gesù Cristo ha istituito la Chiesa perché continuasse la sua missione di comunicare la vita soprannaturale, per condurre le anime all'eterna felicità.
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77. Qual è la natura intima della Chiesa?

La Chiesaa è un organismo soprannaturale, in quanto costituisce il mistico corpo di Gesù Cristo. Il capo invisibile è il Cristo stesso; le membra sono i fedeli uniti a Lui per mezzo della grazia; l'anima è lo Spirito Santo che tutta la santifica e la regge.
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LEONE XIII: «La Chiesa non è una fortuita unione o comunanza di cristiani, ma una società con eccellente organamento da Dio costituito, il cui fine diretto e prossimo è la pace e la santificazione delle anime: e perché essa sola tiene da Dio i mezzi a tale scopo necessari, ha le sue leggi e i suoi doveri ben determinati e certi, e segue nel governo dei popoli cristiani un metodo e una via consentanea alla sua natura» (Sapientiae christianae, 1890a).
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LEONE XIII: «Come Gesù Cristo discese in terra onde gli uomini abbiano la vita e ne abbondino, così la Chiesa ha per scopo l'eterna salute delle anime, e quindi per l'intima natura sua abbraccia tutto il genere umano, non circoscritta da alcun limite né di luoghi né di tempi» (Immortale Dei, 1885a).
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Il sogno di Nabucodonosor. - II re Nabucodonosor ebbe un sogno misterioso e non se ne poteva ricordare. Preoccupato, fece chiamare tutti i sapienti del suo regno, ma questi non seppero ridirgli il sogno né glielo seppero interpretare. Sdegnato, il re ordinò che i sapienti fossero tutti uccisi. La sentenza reale stava per essere eseguita quando si presentò al re il profeta Daniele dicendo di voler esporre il sogno e interpretarlo.
«Tu, o re - disse - nel tuo letto cominciasti a pensare a quello che dovrà avvenire in futuro e colui che svela i misteri ti fa saper le cose che avverranno. E a me è stato svelato questo arcano, non per una sapienza che io abbia superiore a qualunque altro vivente, ma perché il re ne sappia il significato, e tu riconosca i pensieri della tua mente. Tu, o re, stavi a guardare, ed ecco una specie di grande statua: questa grande statua, di sublime altezza, ti stava davanti, e ne era terribile lo sguardo. Il capo di questa statua era d'oro finissimo, il petto e le braccia eran d'argento, il ventre e le coscie di bronzo; le gambe di ferro e i piedi parte erano di ferro e parte di creta. Mentre stavi a guardare, una pietra, senza opera di mani, si staccò dal monte, percosse la statua nei piedi di ferro e di creta, e li ruppe. Allora andarono in frantumi tanto il ferro che la creta e il bronzo, l'argento e l'oro furono ridotti come pula d'aia estiva, dispersa dal vento. Così nulla rimase di essi; ma la pietra, che avea dato il colpo alla statua, diventò un gran monte e riempì tutta quanta la terra. Questo è il sogno, ed ora ne daremo dinanzi a te spiegazione, o re.
Tu sei il re dei re, e il Dio del cielo ti ha dato regno, fortezza, impero e gloria; ha assoggettato al tuo potere tutti i luoghi dove abitano i figli degli uomini, le bestie del campo, gli uccelli dell'aria; tutto ha posto sotto il tuo dominio: tu sei dunque il capo d'oro. Dopo di te sorgerà un altro regno, ma inferiore al tuo, d'argento (impero persiano), poi un terzo regno, di bronzo (impero greco) che dominerà su tutta la terra. Il quarto regno (impero romano) sarà come il ferro: come il ferro spezza e doma ogni cosa, così spezzerà, e stritolerà tutte queste cose...
«Or nel tempo di quei regni, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto in eterno; il regno di lui non passerà ad altro popolo, ma stritolerà e consumerà tutti questi regni, ed esso durerà in eterno; infatti, come hai veduto, la pietra staccata dal monte senza opera d'uomo, spezzò la creta, il ferro, il bronzo, l'argento e l'oro» (Dan. 2, 29-45).
Il regno che durerà in eterno, così ben descritto da Daniele, è la Chiesa di cui Gesù disse: «Le porte dell'inferno - cioè della morte e del male - non prevarranno contro di essa» (Mat. 28, 19-20).
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LEZIONE XXV

78. Quali sono le membra vive della Chiesa?

Le membra vive della Chiesa sono di tre specie: i giusti, viventi sulla terra (Chiesa militante), le anime già salve, ma trattenute ancora in luogo d'espiazione (Chiesa purgante), i beati del cielo (Chiesa trionfante).
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79. La Chiesa militante è società del tutto soprannaturale?

La Chiesa militante è soprannaturale nel suo principio, nella sua costituzione, nei suoi mezzi e nel suo fine. Essa però è costituita da uomini soggetti alle necessità della vita e aventi diritti e doveri.
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80. Quanti elementi entrano nella Chiesa?

Nella Chiesa entra un elemento divino sempre uguale e immutabile, per es.a la dottrina; ed un elemento umano che è mutabile e perfezionabile, ad es.b i metodi di insegnamento, i membri stessi della Chiesa.
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81. Perché la Chiesa si interessa anche di cose materiali?

La Chiesa si occupa essenzialmente dei beni eterni; tuttavia per tutelare questi, interviene anche in quelle cose di ordine temporale che hanno attinenza con la sua missione spirituale, e le sue necessità di esistenza e di attività.
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LEONE XIII: «A cagione del fine a cui mira e dei mezzi che adopera per conseguirlo (la Chiesa) ha carattere soprannaturale e spirituale, epperò va distinta ed è diversa dalla civile, e, quel che è più, è società nel suo genere e giuridicamente perfetta, avendo per volontà e grazia del suo fondatore in sé e per se medesima tutto ciò che fa di bisogno al suo essere ed operare» (Immortale Dei, 1885a).
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Pio XI: «La Chiesa non disgiunge la giusta cura dei beni temporali dalla sollecitudine degli eterni. Se quelli subordina a questi... è lungi dal disinteressarsi delle cose umane e dal nuocere ai progressi civili e ai vantaggi materiali, che anzi li sostiene e li promuove nella più ragionevole ed efficace maniera» (Divini Redemptoris, 1937a).
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Pio XII: «È inoppugnabile competenza della Chiesa, in quel lato dell'ordine sociale, dove si accosta ed entra a toccare il campo morale, il giudicare se le basi di un dato ordinamento sociale siano in accordo con l'ordine immutabile, che Dio Creatore e Redentore ha manifestato per mezzo del diritto naturale e della rivelazione» (Messaggio per il 50° della «Rerum novarum» 1941a).
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Venti secoli di storia attestano i benefici sociali della Chiesa Cattolica. - Spesso si sente dire: «La Chiesa nuoce al progresso civile, i preti sono inutili alla società». Contro queste facili accuse sta la storia di venti secoli di cristianesimo.
Furono infatti i figli più illustri di questa Chiesa che fondarono i primi ospedali, gli asili, i lazzaretti, i lebbrosari; che dissodarono terreni incolti, prosciugarono paludi e crearono intorno alle gloriose abbazie paesi, cantieri, empori commerciali e città. Furono santi vescovi, preti, monaci che stabilirono rifugi sui valichi alpini a salvezza dei viandanti, che patrocinarono la tregua di Dio nei secoli di ferro; che fondarono ordini religiosi per la redenzione degli schiavi, che eressero monti di pietà; che stabilirono confraternite a beneficio dei condannati a morte e a sollievo di carcerati.
I nomi eroici di S. Basilio, di S. Gregorio, di S. Leone Magno, di S. Benedetto, di S. Bernardo, di S. Francesco, di San Giovanni di Dio, di S. Camillo de Lellis, di S. Carlo Borromeo, di S. Vincenzo de' Paoli, di S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, di S. Giovanni Bosco, di P. Flanagan e di innumerevoli altri, onorarono la civiltà assai più di quelli appartenenti a ogni altra categoria sociale.
Soltanto là dove la Chiesa non ha ancora potuto estendere la sua azione benefica troviamo schiavitù e poligamia, come tra i musulmani, infanticidio, come in Cina, cannibalismo, come nelle foreste australiane. E soltanto là dove lo spirito cristiano è andato affievolendosi, troviamo i sintomi certi di una civiltà che tramonta.
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LEZIONE XXVI

82. Quali sono i poteri della Chiesa?

I poteri essenziali della Chiesa sono tre: dottrinale, giuridico e liturgico. Essa genera, educa, forma con questi poteri l'uomo retto, il cittadino saggio, il cristiano perfettoa.
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83. Quali sono le caratteristiche della missione della Chiesa?

Le caratteristiche della missione della Chiesa sono: Yuniversalità riguardo ai tempi, ai luoghi e ai popoli, la indefettibilità, pur dovendo sostenere persecuzioni aspre e continuea; la infallibilità in materia di fede e di costumi.
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84. La Chiesa compie anche una missione temporale?

Sì. La Chiesa è promotrice del sapere umano e di ogni progressoa civile; la grande benefattrice dei poveri e dei deboli; la ispiratrice di un ordinamento economico, sociale, politico, internazionale conforme a carità, giustizia e verità.
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Pio XIIa: «La Chiesa Cattolica, di cui l'Urbe è il centro, è soprannazionale per la sua stessa essenza. Ciò ha un duplice senso, uno negativo ed uno positivo. La Chiesa è madre, Sancta Mater Ecclesia, una vera madre, la madre di tutte le nazioni e di tutti i popoli, non meno che di tutti i singoli uomini, e precisamente perché madre, non appartiene né può appartenere esclusivamente a questo o a quel popolo, e neanche ad un popolo più e ad un altro meno, ma a tutti egualmente. È madre, e quindi non è né può essere straniera in alcun luogo; essa vive, o almeno per la sua natura deve vivere, in tutti i popoli. Inoltre, mentre la madre col suo sposo e i suoi figli forma una famiglia, la Chiesa in virtù di una unione incomparabilmente più stretta, costituisce, più e meglio che una famiglia, il corpo mistico di Cristo» (Discorso per il primo Concistoro, 24 dicembre 1945a).
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Pio XII: «Soprannazionale perché abbraccia con un medesimo amore tutte le nazioni e tutti i popoli, la Chiesa è anche tale, come abbiamo già accennato, perché in nessun luogo è straniera. Essa vive e si sviluppa in tutti i paesi del mondo e tutti i paesi del mondo contribuiscono alla sua vita e al suo sviluppo» (Discorso per il primo Concistoro, 24 dicembre 1945a).
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Pio XII: «La Chiesa può dirsi la società di coloro che, sotto l'influsso soprannaturale della grazia., nella perfezione della loro dignità personale di figli di Dio, e nello sviluppo armonico di tutte le inclinazioni e le energie umane edificano la potente armatura della convivenza umana» (Discorso per il primo Concistoro, 21 febbraio 1946a).
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Pio XI: «... La Chiesa, Sposa immacolata di Cristo, genera, nutre ed educa le anime nella vita divina della grazia, con i suoi sacramenti e il suo insegnamento. Perciò a buon diritto afferma S. Agostino: Non avrà Dio per padre chi avrà rifiutato di avere la Chiesa per madre».
Pertanto, nell'obbietto proprio della sua missione educativa, cioè «nella fede e nella istituzione dei costumi, Dio stesso ha fatto la Chiesa partecipe del divino magistero, e, per beneficio divino, immune da errore; ond'è degli uomini maestra suprema e sicurissima, e le è insito inviolabile diritto e libertà di magistero» (Divini illius Magistri, 1929a).
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LEONE XIII: «La Chiesa, opera immortale del misericordioso Iddio, sebbene per natura sua abbia direttamente in mira la salute delle anime e l'eterna felicità del cielo, tuttavia ancora nell'ordine temporale reca tali e tanti vantaggi, che più e maggiori non potrebbe se fosse destinata direttamente e sovra ogni cosa a procacciare la prosperità della vita presente. Infatti dovunque potè mettere il piede, cambiò immediatamente l'aspetto delle cose, ed i costumi dei popoli informò a virtù dinanzi sconosciute ed a civiltà nuova; per la quale, coloro che l'accolsero, andarono sopra gli altri per mitezza d'indole, per equità e per splendore d'imprese. Con tutto ciò è assai vieta quell'oltraggiosa accusa, che alla Chiesa si muove, di essere nemica degli interessi civili, ed incapace affatto di promuovere quelle condizioni di benessere e di gloria, cui a buon diritto e per naturale tendenza aspira ogni ben ordinata società» (Immortale Dei, 1885a).
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L'oscurantismo della Chiesa Cattolica. - «I Padri della Chiesa - da Origene a Sant'Agostino, a Cassiodoro - furono maestri potenti che immagazzinarono nei loro scritti quasi tutto il sapere antico. Nella notte della barbarie medioevale le abbazie benedettine furono fari di cultura e di civiltà a tutte le genti d'Europa. Le prime scuole in Occidente sorsero intorno agli episcopi e ai chiostri. Delle cinquantadue università anteriori al 1400, ben trenta furono create dalla Chiesa e tutte le altre ne ebbero favori. L'età d'oro della «Scolastica» fiorì per opera dei Vescovi, ecclesiastici e frati. L'Umanesimo fu patrocinato da due Papi: Nicolo V e Pio II. Il secolo d'oro del Rinascimento prende il suo nome dai Papi Giulio II e Leone X, e il Papato fu il più splendido mecenate dell'arte. Gesuiti, Barnabiti, Scolopi, Fratelli delle Scuole Cristiane, Rosminani, Salesiani, fondarono scuole, collegi ed istituti per l'istruzione classica, elementare, professionale della gioventù...».
Qualche altro nome che suffraga la tesi:
«Alberto Magno e Ruggero Bacone, i due precursori della moderna scienza sperimentale, furono frati. Tommaso d'Aquino, il più grande ragionatore della cristianità, fu domenicano, filosofo e santo. Vescovo fu Sant'Anselmo d'Aosta, il fondatore della Scolastica. Canonico fu Copernico, il genio organizzatore della cosmologia moderna. Vescovi furono i due sommi letterati francesi Bossuet e Fènélon.
«E per limitarci alla moderna Italia, furono sacerdoti il padre della storia ecclesiastica Cesare Baronio, il padre della storia italiana, Ludovico Antonio Muratori, il matematico Castelli, i due poeti Parini e Zanella, il principe dei naturalisti italiani, Spallanzani, il principe dei paleografi italiani, Angelo Mai, il principe dei poliglotti italiani, Mezzofanti, uno scienziato universale come Valperga di Caluso, i due principi degli orientalisti italiani Gorresio e Amedeo Peyron, il principe dei geologi italiani Antonio Stoppani; pedagogisti principi come Assarotti, Raineri, Ferrante Aporti, Giovanni Bosco; il più illustre filosofo moderno Rosmini e il più illustre astronomo moderno Angelo Secchi, il vulcanologo Mercalli, il sismologo Alfani, un giurista principe come Pietro Gasparri, un musicista principe come Lorenzo Perosi, un esploratore e geografo come Alberto De Agostini e via... via. Tutti uomini o scienziati di fama mondiale, scelti fra moltissimi altri» (Silvio Solerò, Luce vera).
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LEZIONE XXVII

85. La Chiesa può vivere in qualunque regime?

Sì. La Chiesa può vivere e operare in qualsiasi forma di governo che rispetti la libertàa, la verità, la giustizia ed i diritti della persona umana.
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86. La Chiesa e lo Stato sono società perfette?

Sì. La Chiesa e lo Stato sono società perfette, avendo tutti i mezzi per il conseguimento del rispettivo fine.
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87. La Chiesa e lo Stato sono società supreme?

Sì. La Chiesa si occupa della salvezza eterna degli uomini, lo Stato del bene comune temporale; ambedue sono società supreme nel loro ordine. Però, avendo la Chiesa un fine superiore, ha anche una certa potestà indiretta sulle cose di ordine temporale, civile e politico in quantoa queste sono connesse col suo fine spirituale.
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88. Fra la Chiesa e lo Stato vi può essere collaborazione?

Sì, fra la Chiesa e lo Stato è possibile la collaborazione, anzi è necessaria, avendo essi in comune gli stessi sudditi. Le buone relazioni tra Chiesa e Stato sono un grande vantaggio per i popolia.
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Pio XI: «La terza società, nella quale nasce l'uomo mediante il Battesimo, alla vita divina della grazia, è la Chiesa, società di ordine soprannaturale e universale, società perfetta, perché ha in sé tutti i mezzi al suo fine, che è la salvezza eterna degli uomini, e pertanto suprema nel suo ordine» (Divini illius Magistri, 1929a).
231
Pio XI: «La società civile è società perfetta avendo in sé tutti i mezzi al fine proprio, che è il bene comune temporale» (Divini illius Magistri, 1929a).
232
LEONE XIII: «II governo dell'umana famiglia Iddio lo volle ripartito tra due potestà, che sono la ecclesiastica e la civile, l'una delle quali sovraintendesse alle cose divine, l'altra alle terrene. Ambedue sono supreme ciascuna nel suo ordine; hanno ambedue i loro propri limiti entro cui contenersi, segnati dalla natura e dal fine prossimo di ciascuna...» (Immortale Dei, 1885a).
233
LEONE XIII: «La qualità poi e la portata di siffatte relazioni non si può altrimenti stabilire, che ponendo mente, come si è detto, alla natura delle due autorità, e facendo ragione dell'eccellenza e nobiltà dei rispettivi fini, essendo l'una direttamente e principalmente preposta alla cura delle cose temporali, l'altra all'acquisto dei beni soprannaturali ed eterni» (Immortale Dei, 1885a).
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Pio XI: «Possano le due supreme potestà, senza nessuno scambievole detrimento dei propri diritti e poteri sovrani, congiungersi ed associarsi con mutua concordia a parti amichevoli, per il bene comune dell'una e dell'altra società» (Casti connubii, 1930a).
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Il tributo a Cesare. - «Essi, spiandolo, gli mandarono insidiatori, i quali si fingessero giusti, per sorprenderlo in fallo nella sua conversazione e poterlo così dare in mano delle autorità e in balìa del preside. Costoro lo interrogarono: "Maestro, sappiamo che tu parli e insegni rettamente e non guardi in viso a nessuno, ma insegni la via di Dio con verità. È lecito a noi pagare il tributo a Cesare, o no?". Egli, conoscendo la loro astuzia, rispose loro: "Perché mi tentate? Mostratemi un danaro. Di chi è l'immagine e l'iscrizione?". Gli risposero: "Di Cesare". "Rendete dunque - soggiunse loro - a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio". E così in nessuna parola potevano trovare un pretesto, davanti al popolo, e ammirati della sua risposta stettero zitti» (Le. 20, 20-26).
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LEZIONE XXVIIIa

89. Quali sono i sistemi errati circa le relazioni tra la Chiesa e lo Stato?

I sistemi errati circa le relazioni tra la Chiesa e lo Stato sono i seguenti: 1. Stato sovrano e Chiesa subordinata, come propugna il totalitarismo; 2. libera Chiesa in libero Stato, come propugna il sistema liberale, che vuole separazione assoluta fra Chiesa e Stato; 3. assurda pretesa da parte dello Stato, perché la Chiesa tolleri disposizioni ed ingerenze contrarie alla sua divina natura.
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90. La collaborazione fra Chiesa e Stato com'è regolata?

La collaborazione fra Chiesa e Stato è regolata nella maggior parte dei casi, da appositi patti che si dicono concordati o convenzionia.
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91a. Per meglio comprendere queste relazioni, quali considerazioni sono necessarie?

Sono necessarie quattro considerazioni: 1. che tanto la Chiesa come lo Stato esercitano il loro potere sopra le medesime persone umaneb; 2. che vi sono sfere di azione del tutto riservate allo Stato; 3. che vi sono sfere di azione del tutto riservate alla Chiesa; 4. che vi sono sfere di azione e giurisdizione miste.
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92a Quali sono le materie più importanti di giurisdizione mista?

Le materie più importanti di giurisdizione mista riguardano: 1. la celebrazione e le conseguenze del matrimonio; 2. l'educazione e l'istruzione della gioventù; 3. il diritto della Chiesa a ricevere, possedere e usare i beni materiali necessari al suo sostentamento; 4. il liberob esercizio del ministero pastorale.
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LEONE XIII: «Molti vogliono la separazione assoluta della Chiesa dallo Stato, cosicché in tutto il vivere sociale, istituzioni, costumi, leggi, pubbliche cariche, educazione della gioventù, si debba provvedere come se la Chiesa non esistesse: lasciato al più ai cittadini il diritto di adempiere privatamente, se loro piaccia, i doveri religiosi. Contro costoro valgono tutti quegli argomenti, coi quali confutammo in generale la separazione della Chiesa dallo Stato, con questa grande incoerenza di più, che la Chiesa sarebbe riverita dai privati e disconosciuta dallo Stato...».
«... Altri ammettono di fatto la Chiesa, e non potrebbero non ammetterla; non le riconoscono però la natura e i diritti di società perfetta con vero potere di far leggi, giudicare, punire, ma solamente la facoltà di esortare, persuadere, governare, chi spontaneamente e volontariamente le si assoggetta. Con tali idee snaturano l'essenziale concetto di questa divina società, ne restringono e assottigliano l'autorità, il magistero, l'influenza, esagerando nel tempo stesso la natura e le prerogative dello Stato, fino a sottoporre alla potestà e giurisdizione di lui la Chiesa, come qualsivoglia delle particolari associazioni civili. A confutazione di costoro servono gli argomenti adoperati già dagli apologisti, e che furono ricordati da Noi specialmente nell'Enciclica Immortale Dei, dai quali rilevasi che quanto appartiene all'essenza e ai diritti di legittima suprema e perfetta società, tutto compete alla Chiesa per istituzione divina».
«Vi sono molti infine che la separazione tra Stato e Chiesa non approvano; credono nondimeno spediente in pratica che, condiscendendo ai tempi, la Chiesa si pieghi e si porga a quelle maggiori larghezze, applicate dalla moderata politica al governo dei popoli. E non dicono male, se intendono parlare di ragionevoli condiscendenze, conciliabili con la verità e la giustizia: cioè che in vista di qualche gran bene, di cui si abbia speranza certa, la Chiesa si mostri indulgente e conceda ai tempi quanto può nei limiti dei suoi doveri. Ma non è così ove trattisi di cose e dottrine introdotte da corruttela di costumi e da false opinioni. Non v'ha circostanze di tempo, in cui possa farsi a meno di religione, di verità, di giustizia; e poiché alla tutela della Chiesa ha Iddio affidato queste cose grandissime e santissime, volere che essa, dissimulando, lasci in pace il falso e l'ingiusto, ovvero che sia connivente a ciò che fa danno alla religione, è pretenzione assurda» (Libertas, 1888a).
241
LEONE XIII: «Si danno talora dei casi nei quali si apre un'altra via di concordia ad assicurare la libertà di entrambe (le potestà), così allorché i reggitori civili ed il Romano Pontefice si mettono d'accordo sopra qualche punto particolare. Nelle quali circostanze la Chiesa offre prove splendidissime di bontà materna recando tutto quel più, che per lei si può in opera di arrendevolezza ed indulgenza» (Immortale Dei, 1885a).
242
LEONE XIII: «L'una autorità è direttamente e principalmente preposta alla cura delle cose temporali, l'altra all'acquisto dei beni soprannaturali ed eterni» (Immortale Dei, 1885a).
243
LEONE XIII: «Poiché uno e medesimo è il soggetto di ambedue le potestà, e potendo una medesima cosa, quantunque sotto ragione ed aspetto differente, appartenere alla giurisdizione dell'una e dell'altra, la divina Provvidenza che le ha stabilite ambedue, deve pure averle ordinate convenientemente tra loro» (Immortale Dei, 1885a).
244
LEONE XIII: «La Chiesa non ignora né disconfessa che il sacramento del matrimonio, essendo indirizzato anche alla conservazione e all'incremento della società umana, ha una stretta relazione con le stesse cose umane, che derivano bensì dal matrimonio, ma appartengono all'ordine civile: delle quali cose a ragione giudicano e dispongono i reggitori dello Stato» (Arcanum, 1880a).
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Gregorio XVI e lo Zar di Russia. - Verso la prima metà del dicembre 1845, un inviato speciale annunziava al pontefice Gregorio XVI la prossima venuta in Vaticano di Nicola I, Zar di Russia.
Quale motivo poteva condurre il «papa slavo» al palazzo del Papa latino?
Gregorio XVI sentì subito di dover compiere un grave dovere. E poiché non si era mai accinto a nessuna grave impresa senza aver molto pregato, si determinò a questa dopo lunghe orazioni.
Il 13 dicembre, alle undici e venti, lo Zar saliva le scale del palazzo vaticano, accompagnato da scarso seguito. Quando si apri la porta del salone attiguo alla sala del trono, il Papa si presentò in tutta la maestà del Vicario di Cristo.
Poteva egli permettere che il persecutore dei suoi figli tornasse sui propri passi senza aver sentito il grido minaccioso del Pastore di un gregge dilaniato? Avrebbe incoraggiato con la tolleranza l'audacia del persecutore. Perciò, dopo aver ripetuto all'autocrate, con dignità e fermezza, i dolori della Polonia, i patimenti e le lacrime dei cattolici oppressi:
«Principe, - gli disse - la politica è fatta per il tempo, la religione è fatta per l'eternità.
«Verrà il giorno in cui ci presenteremo entrambi al tribunale di Dio, per rendergli conto del nostro operato. Io, assai più avanti negli anni, sarò certamente il primo, ma non oserei sostenere gli sguardi del mio giudice, se non prendessi oggi la difesa della religione che voi opprimete.
«Principe, Dio ha creato i re perché fossero i padri e non i tiranni dei popoli che loro obbediscono».
A chi dopo l'udienza domandò a Gregorio XVI che cosa avesse detto all'Imperatore di Russia, il Papa rispose: «Gli dissi quanto mi venne suggerito dallo Spirito Santo».
«E che non avesse parlato invano - commenta il Card. Wiseman - lo disse il mutato aspetto del visitatore imperiale al ritorno dall'udienza. Era entrato col sembiante fermo e regale, grande com'era, con fattezze di statua dall'imponente struttura e dal portamento marziale... Tornò a passare col capo scoperto, squallido e smorto, gli omeri curvi, quasi che in un'ora fosse stato tormentato da una lunga febbre. Non attese che la carrozza venisse appiè dello Scalone, ma si precipitò nel cortile esterno e corse via come se fuggisse il teatro di una sconfitta. Era l'aquila tratta fuor dal suo nido colle penne malconce, coll'occhio rintuzzato, da una potenza fino allora negletta» (Wiseman, Ricordi degli ultimi quattro Papi).
246
LEZIONE XXIX

93. La Chiesa può interessarsi di questioni politiche?

La Chiesa s'interessa di questioni politiche solo quando il mutar delle leggi o di regimi, recasse danno alla fede, alla morale, alla persona umana e impedisse l'esercizio della sua stessa missione.
247
94. La Chiesa può rimanere indifferente alle leggi dello Stato?

La Chiesa rispetta il potere civile quando questo agisce nella sfera della propria competenza; interviene quando oltrepassa questa competenza e viola i suoia diritti naturali e positivi.
248
95. Quali sono le conseguenze di un disaccordo tra Chiesa e Stato?

Le conseguenze di un disaccordo tra Chiesa e Stato sono: 1. separazione assoluta tra i due poteri e quindi la persecuzionea contro la Chiesa; 2. grave pregiudizio morale e spesso anche economico per le popolazioni; 3. turbamenti penosi nelleb coscienze.
249
Pio XI: «Non vuole dunque né deve la Chiesa, senza giusta causa, ingerirsi nella direzione delle cose puramente umane; ma neanche permettere e tollerare che il potere politico ne prenda pretesto, con leggi o disposizioni ingiuste, a ledere i beni di ordine superiore ed offendere la divina costituzione di lei o a violare i diritti di Dio stesso nella civile società (Ubi arcano, 1922a).
250
LEONE XIII: «Poste a fondamento degli Stati queste (false) massime: 1) la religione cattolica sarà messa alla pari e anche più in basso dei culti acattolici; 2) non si terrà alcun conto delle leggi ecclesiastiche...; 3) le verrà negata (alla Chiesa) ogni ingerenza nel pubblico insegnamento...; 4) anche nelle materie miste lo Stato disporrà a sua posta con piena padronanza, senza punto badare alle sante leggi della Chiesa. Quindi si arrogherà di sottomettere alla sua giurisdizione il matrimonio cristiano, anche in ciò che tocca il vincolo, la sua unità e stabilità; disporrà pure della proprietà ecclesiastica non riconoscendo alla Chiesa il diritto di possedere; 5) la Chiesa insomma, non più avuta in conto di società perfetta e giuridica, non sarà per lo Stato altro che un'associazione simile alle tante altre che sono e vivono in esso: e se punto gode diritti ed azione legittima si dirà che ne gode per concessione e beneplacito dello Stato; 6) se poi trattasi di Stato in cui la Chiesa ha la sua posizione legalmente riconosciuta, e tra i due poteri è stabilito solennemente un accordo, si comincia col proclamare e volere la separazione della Chiesa dallo Stato, e così coll'intendimento di potere impunemente violare la fede data, e disporre a piacimento di tutti senza impacci; 7) e non potendo la Chiesa rassegnarsi a questo, perché non può fallire ai sacrosanti e gravissimi suoi doveri, e reclamando essa il pieno e leale adempimento dei patti sanciti, sovente fra la ecclesiastica e la civile potestà ne nascono conflitti: i quali per ordinario riescono a questo, che la meno fornita di mezzi umani rimane sopraffatta dalla più forte» (Immortale Dei, 1885a).
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Il secolare martirio dell'Irlanda. - Un esempio tipico delle conseguenze di un disaccordo tra Chiesa e potere civile ce lo offre l'Irlanda. Questo estremo lembo di terra europea, convertita al cristianesimo da S. Patrizio, lottò per circa tre secoli a causa di quella fede che per ogni irlandese è una seconda natura.
Al tempo di Enrico VIII il parlamento decretò la separazione della Chiesa d'Irlanda da quella di Roma e il popolo, con la maggioranza del Clero, si trincerò in una resistenza che costò ai cattolici la confisca dei beni. La burrasca rincrudì con l'avvento al trono di Elisabetta, la quale si sforzò di introdurre in Irlanda l'anglicanesimo, nominando Vescovi anglicani, e di vincere la costanza dei cattolici con la violenza. Molti colsero allora la palma del martirio.
Da quel punto comincia per l'Irlanda una persecuzione di sterminio talmente furiosa da non trovare riscontri nella storia. Espropriazioni, allontanamento dai pubblici uffici, arresto delle industrie, ostruzione del commercio, tutto fu tentato per allontanare l'Irlanda dalla Chiesa di Roma. Ma la vecchia anima irlandese non defezionò.
Le vessazioni aumentarono durante il secolo XVIII. I cattolici dovevano mantenere se stessi e il clero, e, per soprappiù pagare alla chiesa dello Stato i cosiddetti jura stolae. Costretti a coltivare per lo straniero spogliatore la terra dei loro avi, soggetti a padroni che non comparivano mai in mezzo ai coloni avendo abbandonato costoro a intermediari spietati, ridotti a dover vivere con trentacinque centesimi al giorno, resistettero incrollabili alla fame, alle spogliazioni, alle stragi, dando «il più straordinario spettacolo che un popolo abbia mai offerto» - dice Agostino Thierry - fino a che l'opera infaticabile di O'Connell non permise all'Irlanda il trionfo da ogni oppressione.
252
LEZIONE XXX

96. Quali sono i diritti della Chiesa rispetto alla verità?

La Chiesa ha il diritto: 1. di predicare la dottrina cristiana ina ogni nazione, anche se infedele; 2. di definire i dogmi e di usare la libertà di parola, servendosi dei mezzi che il progresso mette a disposizione della verità; 3. di combattere, con le istituzioni e la vigilanza, gli errori, da qualunque parte essi vengano.
253
97. Quali sono i diritti della Chiesa rispetto al governo dei fedeli?

Rispetto al governo dei fedeli la Chiesa ha i seguenti diritti: 1. diritto all'assistenzaa e all'attività della Gerarchia cattolica; 2. all'organizzazione centrale e periferica dei fedeli; 3. alla formazione, al mantenimento e alla libertà propria dei Ministri di Dio.
254
98. Quali sono i diritti della Chiesa rispetto al culto?

Rispetto al culto la Chiesa ha i seguenti diritti: 1. diritto all'amministrazione dei sacramenti e alla celebrazione del culto pubblicoa; 2. ad usare con libertà dei luoghi sacri, delle chiese e dei mezzi necessari, perché il culto pubblico sia più solenne e più utileb per le anime.
255
Pio XI: «Lo Stato deve lasciare alla Chiesa la piena libertà di compiere la sua divina e del tutto spirituale missione per contribuire con ciò stesso potentemente a salvare i popoli dalla terribile tormenta dell'ora presente» (Divini Redemptoris, 1937a).
256
LEONE XIII: «Siccome il fine, al quale tende la Chiesa è nobilissimo sopra ogni altro, cosi la potestà di essa va sopra tutte le altre, e non deve essere né reputata inferiore ai poteri dello Stato, né a lui in qualsiasi modo sottoposta.
«... È del pari un gran torto che si fa alla Chiesa ed una grande sconsideratezza pretendere che nell'adempimento dei suoi doveri abbia essa Chiesa da sottostare alla potestà civile. In questa guisa si viene a rovesciare l'ordine, mettendo avanti alle cose soprannaturali le naturali» (Immortale Dei, 1885a).
257
Pio XI: «La Chiesa ha il dovere di provvedere all'anima dell'uomo e di amministrare i sacramenti, e avuto riguardo a ciò, nessun altro per qualsiasi ragione può penetrare in questo santuario. Perciò la Chiesa ha il diritto di opporsi a chi con arbitraria intenzione ed ingiusta usurpazione volesse invadere il suo dominio. La Chiesa ha il dovere di insegnare i precetti evangelici. La Chiesa ha il diritto di proprietà, essendo una società di uomini e non di angeli, sui beni dati ad essa dalla pietà dei fedeli per provvedere ai sioi bisogni materiali e il di ritto di godere i suoi legittimi possessi per il compimento della sua missione, per l'esercizio del culto esterno, per l'erezione di templi, per opere di carità confidate ad essa e per vivere e perpetuare la sua opera fino alla fine dei tempi» (Allocuzione a un pellegrinaggio di Milano).
258
Il magistero autoritativo della Chiesa. - Gesù avvicinandosi parlò loro così: «Mi è stato dato ogni potere, in cielo e in terra. Andate dunque ad ammaestrare tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo» (Mt. 28, 18-20).
«Ti scongiuro davanti a Dio e a Gesù Cristo che ha da venire a giudicare i vivi e i morti, per la sua venuta e per il suo regno: predica la parola, insisti a tempo opportuno ed anche non opportuno, riprendi, esorta, sgrida con tutta la pazienza e dottrina..., veglia sopra tutte le cose, sopporta le afflizioni; fai opera di evangelista, adempi i doveri del tuo ministero» (2 Tim. 4, 1-5).
259
LEZIONE XXXI

99. Di quali mezzi deve oggi particolarmente servirsi la Chiesa?

La Chiesa nelle attuali circostanze particolarmente tende: 1. all'organizzazione dell'Azione Cattolica in mezzo ai fedeli; 2. alla creazione di nuovia Istituti religiosi che corrispondono ai bisogni dei tempi; 3. a servirsi dei mezzib che il progresso mette a disposizione della verità e del benessere umano, come la stampa, il cinema, la radio, la televisione, ecc.c
260
100. Quali sono i caratteri essenziali per distinguere la vera
dalle false Chiese?


Le note caratteristiche della vera Chiesa di Gesù Cristo sono quattro: 1. unità di fede, di regime e di comunione; 2. santità, in quanto ha in sé tuttia i mezzi di santificazione e possiede realmente molti membri santi; 3. cattolicità perché ha diritto ad estendersi in tutto il mondo e realmente si estende in ogni parte della terra; 4. apostolicità perché la Chiesa attuale si collega realmente, attraverso i secoli, con gli Apostoli.
261
101. Questi caratteri come si possono riassumere?

Questi caratteri si possono riassumere in una sola parola: romanità o unione col Romano Pontefice.
262
BENEDETTO XV: «Facciamo appello a tutti gli uomini e popoli della terra perché aderiscano di mente e di cuore alla Chiesa Cattolica, e, per la Chiesa, a Cristo Redentore del genere umano; cosicché possiamo rivolgere con tutta verità quelle parole di S. Paolo agli Efesini: «Ma adesso in Cristo Gesù, voi, che eravate una volta lontani, siete diventati vicini, mercé del Sangue di Cristo» (Pacem Dei munus, 1920a).
263
Pio XI: «II Vicario del Divin Pastore non può non ripetere e non far Sua la parola, che nella energica semplicità dice tutto l'ardore del desiderio divino: et Mas oportel me adducere (Gv. 10, 7) «bisogna che io le adduca»; non può non allietarsi nella soave profezia nella quale esultava il Divin Cuore: et vocem meam audient et fiet unum ovile et unus pastor; «udranno la mia voce e si farà un solo ovile e un solo pastore» (Ubi arcano Dei, 1922a).
264
Pio XII: «La Chiesa Madre cattolica romana, rimasta fedele alla costituzione ricevuta dal divino suo Fondatore, che anche oggi sta ferma nella solidità della pietra, sulla quale la volontà di lui la edificò, possiede nel primato di Pietro e dei suoi legittimi Successori la sicurezza, garantita dalle promesse divine, di custodire e di trasmettere integra ed inviolata, attraverso secoli e millenni, sino alla fine dei tempi, tutta la somma di verità e di grazia che nella missione redentrice di Cristo è contenuta» (Al Sacro Collegio in risposta agli auguri onomastici, 1944a).
265
Un solo Gregge, un solo Pastore. - In quel tempo disse Gesù ai Farisei: «Io sono il buon Pastore. Il buon Pastore da la vita per le sue pecorelle. Il mercenario invece e chi non è pastore, a cui non appartengono le pecore, vede venire il lupo, lascia le pecore e fugge, e il lupo le azzanna e disperde. Il mercenario fugge perché è mercenario, e non gli importa delle pecore. Io sono il buon Pastore, e conosco le mie e le mie conoscono me; come il Padre conosce me ed io conosco il Padre; e per le mie pecorelle do la vita. Ed ho delle altre pecorelle che non sono di questo ovile, anche queste bisogna che raduni, e daranno ascolto alla mia voce, e si avrà un solo ovile e un solo pastore» (Gv. 10, 11-16).
266
LEZIONE XXXII

102. Quali sono i nostri doveri in particolare?

I nostri doveri sono i seguenti: 1. credere alla dottrina della Chiesa in fatto di fede e di costumi; 2. avere grande riverenza pera ciò che riguarda gli altri suoi insegnamenti; 3. sottomissione a tutte le sue leggi e prescrizioni; 4. pratica assidua del culto cattolico; 5. cooperazione di apostolato alla gerarchia cattolica.
267
103. In che consiste il «Primato» del Romano Pontefice?

II Primato del Romano Pontefice consiste: 1. nell'autorità di giurisdizione, oltre che di onore, sopra tutti i Vescovi, Sacerdoti e fedeli; 2. nella prerogativa di infallibilità che Gesù Cristo ha concesso alla Chiesa; 3. nella fonte di vita dalla quale i membri della Chiesa devono attingere vitalità soprannaturale, come tralci dalla vitea.
268
104. In qual modo il Papa governa la Chiesa?

Il Papa governa la Chiesa non già al modo dei governi civili, ma: 1. per mezzo delle Congregazioni Romane, che presiedono alla purezza della dottrina, alla disciplina del clero e dei fedeli, al culto e alla sacra liturgia, agli istituti religiosi, alla morale e a tutte le opere d'interesse generale della Chiesa. Sono pure da ricordarsi i tribunali ecclesiastici per le cause contenziose e disciplinari; 2. per mezzo dei Vescovi e degli altri Ministri di culto; 3a col farsi per tutti Via, Verità e Vita.
269
Pio XII: «Fra Cristo e Pietro vive dal dì della promessa presso Cesarea di Filippo e dell'adempimento sul mare di Tiberiade un vincolo misterioso ma eminentemente reale, occorso una volta nel tempo, ma che affonda le sue radici negli eterni consigli dell'Onnipotente. «Se è vero che Cristo nella pienezza della sua potenza divina dispone delle più svariate forme d'illuminazione e di santificazione, nelle quali è realmente con quelli che lo confessano; non è men vero che Egli ha voluto affidare a Pietro e ai suoi Successori la guida e il governo della Chiesa universale e i tesori di verità e di grazia della sua opera redentrice. Le parole di Cristo a Pietro non lasciano alcun dubbio sul loro senso; così hanno riconosciuto e creduto l'Occidente e l'Oriente in tempo non sospetto e con mirabile armonia» (Al Sacro Collegio in risposta agli auguri onomastici, 1944a).
270
Il Primato di Pietro nella narrazione evangelica.
Preparazione del Primato. - Agli inizi della vita pubblica di Gesù, Andrea presenta al Redentore suo fratello Simone; e Gesù fissando bene lo sguardo sul nuovo arrivato dice: «Tu sei Simone, figlio di Giona: tu sarai chiamato Cefa (roccia) che vuoi dire Pietro» (Gv. 1, 42).
271
Promessa del Primato. - Dopo un anno e mezzo di predicazione Gesù si trova con i suoi discepoli nel territorio di Cesarea di Filippo. Ad un tratto, Gesù chiede agli Apostoli:
«La gente che dice mai che sia il Figlio dell'uomo?». Ed essi risposero: «Chi Giovanni il Battista, chi Elia, chi Geremia, o uno dei profeti». Dice loro Gesù: «E voi che dite che io sia?». Rispose Simon Pietro e disse: «Tu sei il Cristo, Figlio del Dio vivente». E Gesù gli replicò: «Te beato, o Simone, figlio di Giona, perché non la carne né il sangue te l'ha rivelato; ma il Padre mio che è nei cieli. Ed io dico che tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte dell'inferno non prevarranno contro di lei. E a te darò le chiavi del regno dei cieli: e qualunque cosa avrai legata sulla terra, sarà legata anche nei cieli; e qualunque cosa avrai sciolta sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli» (Mt. 16, 13-19).
272
Conferimento del Primato. - Passato l'uragano della Passione che aveva percosso e disperso il gregge, Gesù risorto appare sul lago di Tiberiade e chiamato a sé Pietro gli dice: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di questi? Gli rispose: Certo Signore tu lo sai che io ti amo. Gesù gli dice: Pasci i miei agnelli. Per la seconda volta gli chiese: Simone di Giovanni, mi ami tu? Pietro gli rispose: Sì, o Signore, tu lo sai che io ti amo. E Gesù a lui: Pasci i miei agnelli. Per la terza volta gli chiese: Simone di Giovanni, mi ami tu? Si contristò Pietro che per la terza volta gli avesse chiesto: Mi ami tu? e rispose: Signore, tu sai tutto, tu lo sai che io ti amo. Gesù gli disse: Pasci le mie pecorelle» (Gv. 21, 15-17).
273
LEZIONE XXXIII

105. Come possono i laici collaborare con la Chiesa?a
I laici collaborano alla missione della Chiesa: 1. con una vita santa; 2. con l'apostolato della preghiera, dell'esempio e del sacrificio; 3. con le opere, come l'apostolato dell'edizione, dell'insegnamento, delle opere caritative, delle organizzazioni cattoliche; 4. con la penetrazione nella società dei principi cristiani e cattolici.
274
106. È obbligo cooperare alla missione della Chiesa?

La cooperazione alla missione della Chiesa è obbligatoria per tutti i cristiani: 1. per un dovere sociale; 2. per dovere di carità; 3. per imitarea N.S. Gesù Cristo che acquistò la Chiesa col suo Sangue preziosissimo.
275
107. Qual è oggi la necessità fondamentale nella Chiesa?

Prima e massima necessità della Chiesa è quella di avere oggi un numero sufficiente: 1. di Sacerdoti in tutto il mondo, per il ministero pastorale; 2. di religiosi che si dedicano a opere di carità generale; 3. di religiose che penetrino ovunque e avvicinino le popolazioni ai Pastori. I mezzi sono: la preghiera, i contributi spirituali e anche i soccorsi materiali, giacché si tratta di reclutamento, formazione e assistenzaa.
276
Pio XII: «Tanto al numero che ai bisogni delle anime è impari il numero e l'opera dei ministri di Dio! Tanto urgente sentono i sacri pastori e i parroci, particolarmente nelle grandi città, il bisogno di aiuto di fedeli collaboratori nel molteplice, arduo, immenso lavoro che li opprime a pascere e vigilare la moltitudine sempre crescente del loro gregge! A tutte le pecorelle loro affidate vorrebbe accostarsi il loro zelo, tutte raggiungere le smarrite, tutte illuminarle e ricondurle al divino Pastore delle anime; ma non pochi compartimenti della vita sociale restano pressoché impervii all'azione sacerdotale, aperti invece a quella dei laici» (Discorso all'Azione Cattolica).
277
GIOVANNI XXIII: «Nell'educazione sociale un compito importante spetta alle Associazioni e alle organizzazioni di Apostolato dei Laici, specialmente a quelle che si propongono come obiettivo specifico la vivificazione cristiana dell'uno e dell'altro settore dell'ordine temporale. Infatti non pochi membri di quelle Associazioni possono far tesoro delle loro quotidiane esperienze per educare sempre meglio se stessi e per contribuire all'educazione sociale dei giovani. «Dall'istruzione e dall'educazione occorre passare all'azione. È un compito che spetta soprattutto ai Nostri figli del laicato, essendo essi, in virtù del loro stato di vita, abitualmente impegnati nello svolgimento di attività e nella creazione di istituzioni a contenuto e finalità temporali.
«Nell'attuazione di un compito tanto nobile, è necessario che i Nostri figli non soltanto siano professionalmente competenti e svolgano le attività temporali secondo le leggi ad esse immanenti per il raggiungimento efficace dei rispettivi fini; ma è altresì indispensabile che nello svolgimento di dette attività si muovano nell'ambito dei principi e delle direttive della dottrina sociale cristiana, in attitudine di sincera fiducia e sempre in rapporto di filiale obbedienza verso l'Autorità ecclesiastica» (Mater et Magistra, 1961)a.
278
GIOVANNI XXIII: «Ma non possiamo concludere senza ricordare un'altra verità che è insieme una sublime realtà: e cioè che noi siamo membri vivi del Corpo Mistico di Cristo, che è la sua Chiesa... «Invitiamo con paterna insistenza tutti i Nostri figli, appartenenti sia al clero che al laicato, ad essere profondamente consapevoli di tanta dignità e grandezza per il fatto che sono inseriti nel Cristo come tralci nella vite: Ego sum vitis, vos palmites (Gv. 15, 5) e che sono chiamati a vivere perciò della Sua stessa vita. Per cui quando si svolgono le proprie attività, anche se di natura temporale, in unione con Gesù Divino Redentore, ogni lavoro diviene come una continuazione del Suo lavoro, penetrato di virtù redentiva: Qui manet in me, et ego in eo, hic fert fructum multum (cfr. ib.). Diviene cioè un lavoro con il quale mentre si realizza il proprio perfezionamento soprannaturale, si contribuisce ad estendere e diffondere sugli altri i frutti della Redenzione, e si lievita del fermento evangelico la civiltà in cui si vive e si opera» (Mater et Magistra, 1961)a.
279
Il sistema di assistenza attuato dalla Chiesa nei primi secoli. - Fin dai primi tempi ogni comunità cristiana provvedeva all'assistenza dei poveri, dei ciechi, degli infermi, delle vedove e dei fanciulli con le pubbliche elemosine dei fedeli.
«E la moltitudine dei credenti formava un solo cuore ed un'anima sola, né c'era chi dicesse suo quello che possedeva, ma tutto era tra loro comune.
Gli Apostoli con grande efficacia rendevan testimonianza della risurrezione di Gesù Cristo Signor nostro, e grazia grande era in tutti loro, e non c'era alcun bisogno tra essi: perché tutti quelli che possedevan terreni o case li vendevano e ne portavano il prezzo deponendolo ai piedi degli Apostoli, che lo distribuivano a ciascuno, secondo il suo bisogno.
Cosi Giuseppe, dagli Apostoli soprannominato Barnaba, che vuoi dire figlio di consolazione, levita, oriundo di Cipro, avendo un podere, lo vendette e portò il prezzo ai piedi degli Apostoli» (Atti 4, 32-37).
280

(204)

a IV: 75 - I-III: 76.

(206)

a IV: La Chiesa - I-III: Nella sua natura intima la Chiesa.

(207-208)

a V: la data.

(207-208)

a V: la data.

(212)

a IV: per es. - I-III: come per es.

b IV: ad es. - I-III: come ad es.

(214-216)

a V: la data.

(214-216)

a V: la data.

(214-216)

a V: la data.

(218)

a V: il cristiano perfetto. - I-IV: il vero umanista, il cristiano perfetto, il beato in cielo.

(219)

a IV: pur dovendo... continue - I-III: pur conservando l'onore di essere perseguitata da tutte le persone non rette.

(220)

a IV: è promotrice... progresso - I-III: è anche l'altrice di tutto il sapere umano; promotrice di ogni progresso.

(221-222) a V: la data.

(221-222) a V: la data.

(223)

a V: la data - I-III: tutto il numero era posto prima del 221.

(224-225)

a V: la data.

(224-225)

a V: la data.

(227)

a V: la libertà - IV: la sua libertà.

(229)

a V: si occupa... in quanto - I-IV: si occupa delle cose divine; lo Stato delle cose terrene, ed ambedue sono supreme nel proprio ordine. Però, essendo la Chiesa di natura superiore ha anche una potestà indiretta sulle cose di ordine temporale (civile e politico) in quanto.

(230)

a V: necessaria... popoli - I-IV: necessaria, perché corrisponde ai disegni provvidenziali di Dio creatore ed è a vantaggio dell'umanità.

(231-235)

a V: la data.

(231-235)

a V: la data.

(231-235)

a V: la data.

(231-235)

a V: la data.

(231-235)

a V: la data.

(237)

a IV: fonde la lez. 29 con la lez. 28 eliminando con alcune domande anche qualche lettura (come ad es. At 5,25-29, che contiene l'affermazione degli Apostoli dinanzi al Sinedrio: «Bisogna obbedire a Dio prima che agli uomini») e anche questo brano di Pio XI all'Azione Cattolica: «La Chiesa di Gesù Cristo non ha mai contestato i diritti e i doveri dello Stato sulla educazione dei suoi cittadini; infatti, Noi stessi li abbiamo richiamati e proclamati nella nostra recente lettera enciclica sulla educazione cristiana della gioventù. Tali diritti e doveri sono innegabili finché rimangono entro i limiti della competenza propria dello Stato».

(238)

a IV: regolata... convenzioni - I-III: regolata dai diritti di Dio e delle anime; oggi, in particolare, anche da appositi patti che si dicono Concordati.

(239)

a I-IV: il 239 e il 240 appartenevano alla lez. 29; apparteneva alla lez. 28 la seguente domanda (n. 92) che è stata eliminata: Qua! è il sistema migliore nelle relazioni fra Chiesa e Stato? Il sistema migliore è espresso nelle due seguenti formule: collaborazione fra Stato e Chiesa e moderata subordinazione dello Stato rispetto alla Chiesa; relazioni simili a quelle esistenti tra il corpo e l'anima.

b V: sopra le medesime persone umane - 1-IV: sopra la persona umana.

(240)

a I-IV: prima del 240 c'era una formula che è stata eliminata: 94. Nelle materie di giurisdizione mista è possibile l'accordo? Sì, anche nelle materie di giurisdizione mista è possibile l'accordo che, praticamente, è dettato dalla subordinazione dei fini delle due società.

b V: riguardano... libero - I-IV: riguardano: la celebrazione e le conseguenze del matrimonio, l'educazione e l'istruzione della gioventù, in cui la Chiesa ha una sopreminenza; il diritto che ha la Chiesa di ricevere, possedere e usare i beni materiali necessari al suo ministero; il libero.

(241-245)

a V: la data.

(241-245)

a V: la data.

(241-245)

a V: la data.

(241-245)

a V: la data.

(241-245)

a V: la data.

(248)

a IV: oltrepassa... i suoi - I-III: oltrepassa la sua competenza e viola (quindi) i suoi.

(249)

a IV: quindi la persecuzione - I-III: anche persecuzione.

b IV: turbamenti penosi nelle - I-III: perturbamenti penosi alle.

(250-251)

a V: la data.

(250-251)

a V: la data.

(253)

a IV: cristiana in - I-III: cristiana (il Vangelo) in.

(254)

a IV: assistenza - I-III: esistenza [che era corretto, mentre il primo termine è un grave errore tipografico!].

(255)

a IV: amministrazione... pubblico -I-III: amministrazione dei Sacramenti e alla celebrazione dei Sacramentali.

b IV: solenne e più utile - I-III: solenne, più degno cioè della Maestà di Dio e più utile.

(256-257)

a V: la data.

(256-257)

a V: la data.

(260)

a V: di nuovi - I-IV: di quei nuovi.

b V: dei mezzi - I-IV: di quei mezzi.

c V: umano, come... ecc. - I-IV: umano...

(261)

a V: santità... tutti - I-IV: santità perché ha tutti i mezzi.

(263-265)

a V: la data.

(263-265)

a V: la data.

(263-265)

a V: la data.

(267)

a V: riverenza per - I-IV: riverenza anche per.

(268)

a IV: quale... vite -I-III: quale devono attingere vitalità soprannaturale, come tralci dalla vite, tutti i membri della Chiesa.

(269)

a IV: 3. - I-11I: 1.

(270)

a V: la data.

(274)

a IV: Come... Chiesa? - I-III: Come possono collaborare i laici alla Chiesa?

(275)

a V: carità... imitare - I-1V: carità; 3. per raggiungere la gloria di Dio; 4. per imitare.

(276)

a IV: della Chiesa... assistenza - I-III: della Chiesa oggi è quella di avere [1.] un numero sufficiente di Sacerdoti per tutta la terra; 2. religiosi sempre più numerosi e applicati a opere di carità generale nella Chiesa; 3. un grandissimo numero di religiose che penetrino e ovunque avvicinino le popolazioni ai Pastori. 1 mezzi sono: la preghiera, i contributi spirituali e i soccorsi materiali; giacché si tratta di reclutamento, formazione e assistenza nel Ministero.

(278-279)

a IV: tutti e due i numeri.

(278-279)

a IV: tutti e due i numeri.