Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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II
LA FAMIGLIA
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LEZIONE VI

19. Che cos'è la famiglia?

La famiglia è la prima società umana istituita da Dio nel Paradiso terrestre e restaurata da Gesù Cristo nel Nuovo Testamentoa.
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20. Quali leggi regolano la famiglia?

Le leggi che regolano la famiglia, alcune sono di diritto naturale, come l'unione indissolubile tra l'uomo e la donna; altre sono di legge positivo-evangelica, per es.: il matrimonio [,] che per i cristiania non può separarsi dal sacramento.
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21. Come nasce la famiglia?

La famiglia nasce dal contratto matrimoniale che, per i cristiani, è sacramento.
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Pio XII: «La famiglia è la prima ed essenziale cellula della società» (Summi Pontificatus, 1939a).
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LEONE XIII: «La famiglia contiene il germe della civile società; e in gran parte la sorte di questa si va maturando fra le domestiche pareti» (Sapientiae christianae, 1890a).
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Pio XI: «II matrimonio non fu istituito né restaurato dagli uomini, ma da Dio autore della natura, e da Gesù Cristo Redentore della medesima natura fu presidiato da leggi e confermato e nobilitato» (Casti connubii, 1930a).
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LEONE XIII: «Questa società, secondo l'esigenza del diritto naturale, si fonda principalmente sopra l'unione indissolubile dell'uomo e della donna, ed ha come il suo compimento negli scambievoli doveri e diritti tra i padri ed i figli» (Quod apostolici muneris, 1878a).
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GIOVANNI XXIII: «Dobbiamo proclamare solennemente che la vita umana va trasmessa attraverso la famiglia, fondata sul matrimonio uno e indissolubile, elevato per i cristiani alla dignità di Sacramento. «È della più alta importanza che le nuove generazioni vengano educate con adeguata formazione culturale, nonché religiosa, come è dovere e diritto dei genitori, a un profondo senso di responsabilità in tutte le manifestazioni della loro vita e perciò anche in ordine alla creazione di una famiglia e alla procreazione ed educazione dei figli. I quali devono essere formati a una vita di fede e a una profonda fiducia nella Divina Provvidenza perché siano pronti ad affrontare fatiche e sacrifici nell'adempimento di una missione tanto nobile e spesso ardua quale è quella di collaborare con Dio nella trasmissione della vita umana e nell'educazione della prole» (Mater et Magistra, 1961)a.
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La Bibbia tramanda ai secoli l'istituzione della famiglia. - «II Signore Dio mandò ad Adamo un profondo sonno, e, mentre era addormentato, gli tolse una costola che sostituì con la carne. E con la costola che aveva tolta ad Adamo, il Signore Dio formò la donna e la condusse ad Adamo. E Adamo disse:a Ecco finalmente l'osso delle mie ossa, la carne della mia carne. Questa sarà chiamata "Virago", perché è stata tratta dall'uomo. Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie e i due saranno una sola carne» (Gen. 2, 21-24).
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LEZIONE VII

22. La famiglia è vera società?

Sì, la famiglia è vera società, perché ha tutti gli elementi richiesti per costituirla, cioè: 1. l'autorità legittima che risiede nel padre o in chi ne tiene le veci; 2. veri membri, che sono i genitori e i figli; 3. il fine proprioa, cioè la procreazione e l'educazione dei figli; 4, la convivenza e i doveri reciproci.
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23. Quanti sono i gradi della società domestica?

I gradi della società domestica sono: 1. la società coniugale, che è l'unione fra l'uomo e la donna; 2. la società familiare, quando nascono i figlia; 3. la società erile, quando vi si aggiungono i dipendenti, per es.: le persone di servizio.
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LEONE XIII: «La famiglia è vera società, retta da potere proprio, qual è il paterno. Entro i limiti determinati dal fine suo, la famiglia ha dunque, per la scelta e l'uso dei mezzi necessari alla sua conservazione e alla sua legittima indipendenza, diritti uguali almeno a quelli della società civile. Diciamo almeno uguali, perché essendo il domestico consorzio logicamente e storicamente anteriore al civile, anteriori altresì e più naturali ne debbono essere i diritti ed i doveri» (Rerum novarum, 1891a).
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Pio XII: «Perché la famiglia è elemento organico della società, ogni attentato a suo danno è un attentato contro l'umanità. Dio ha posto nel cuore dell'uomo e della donna, come un istinto innato, l'amore coniugale, l'amore paterno, e materno; l'amore filiale. Pretendere quindi di svellere o paralizzare questo triplice amore costituisce una profanazione che fa orrore e che fatalmente conduce a rovina la patria e l'umanità» (Discorso ai delegati della U.I. degli Organismi Familiari: 20 sett. 1949).
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Gesù santifica le nozze assistendo ad un banchetto nuziale. - «Tre giorni dopo c'era un banchetto nuziale in Cana di Galilea, e v'era la madre di Gesù. E alle nozze fu invitato Gesù coi suoi discepoli. Ed essendo venuto a mancare il vino, dice a Gesù la madre: Non hanno più vino. E Gesù a lei: Che ho da far con te, o donna? L'ora mia non è ancora venuta. Dice la sua madre ai servitori: Fate tutto quello che vi dirà. Or c'erano sei idrie di pietra, preparate per la purificazione dei Giudei, le quali contenevano da due a tre metrete ciascuna. Gesù disse loro: Empite d'acqua le idrie. E le empirono fino all'orlo. E disse ad essi: Ora attingete e portate al maestro di tavola. E portarono. Or come ebbe il maestro di tavola assaggiata l'acqua mutata in vino, che non sapeva donde venisse (ma lo sapevano i servitori che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: Tutti da principio pongono il vino migliore, e quando già son brilli danno l'inferiore; mentre tu hai serbato il migliore fino ad ora. Così Gesù fece il primo dei suoi miracoli in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui» (Gv. 2, 1-11).
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LEZIONE VIII

24. Che cos'è il matrimonio?

Il matrimonio è l'unione indissolubile dell'uomo e della donna. Per i non cristiani è il più nobile contratto naturale; per i cristiani è vero e proprio sacramento.
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25. Come dev'essere la preparazione al matrimonio?

La preparazione al matrimonio deve essere prossima e remota.
La preparazione remota consiste nel rendersi degni e capaci di conseguire il fine del matrimonio.
Questa preparazione richiede: capacità di formare, reggere e sostentare una famiglia; rettitudine d'intenzione; purezza di spirito e di corpoa.
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26. Che cosa richiede la preparazione prossima al matrimonio?

La preparazione prossima richiede? la conoscenza reciproca degli sposi: l'istruzione sui futuri doveri; una vita veramente cristiana; gli sponsali celebrati innanzi al Parroco.
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LEONE XIII: «Nel matrimonio cristiano il contratto non può scompagnarsi dal sacramento e perciò non può sussistere un vero e legittimo contratto che non sia al tempo stesso sacramento. Poiché fu il matrimonio che da Cristo Signore venne arricchito della dignità di sacramento; ora il matrimonio è lo stesso contratto quando sia fatto secondo le norme volute... Niente è più contrario alla verità di questo, che il sacramento sia un cotale ornamento aggiunto od una proprietà estrinseca la quale si possa ad arbitrio degli uomini disgiungere o separare dal contratto» (Arcanum, 1880a).
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LEONE XIII: «Avendo il matrimonio Dio per suo autore, ed essendo 77 stato fin da principio quasi una figura dell'incarnazione del Verbo di Dio, perciò si trova in esso un non so che di sacro e di religioso, non avventizio, ma ingenito, non dagli uomini ricevuto ma da natura innestato. Chiamiamo in testimonio i monumenti dell'antichità, ed i costumi e le usanze dei popoli, che meglio eransi avvicinati alla civiltà, e che avevano progredito in una più esatta cognizione del diritto e della equità; nelle menti dei quali si sa che era impressa, come preconcetta ed innata questa nozione, che cioè quando pensavano al matrimonio, sorgeva in essi spontaneamente l'idea di una cosa congiunta con la religione e con la santità» (Arcanum, 1880a).
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Pio XI: «Anche col solo lume della ragione, massime chi voglia investigare gli antichi monumenti della storia e interrogare la costante coscienza dei popoli, e consultare le istituzioni e i costumi di tutte le genti, si può dedurre chiaramente essere inerente allo stesso matrimonio qualche cosa di sacro e di religioso» (Casti connubii, 1930a).
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L'Annunciazione. - «Sei mesi dopo l'Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea detta Nazareth, ad una vergine sposata ad un uomo della casa di David, di nome Giuseppe, e la vergine si chiamava Maria. Ed entrato da lei l'Angelo disse: Salute, o piena di grazia; il Signore è teco! Benedetta tu fra le donne! Ed essa turbata a queste parole pensava che specie di saluto fosse quello. E l'Angelo disse: Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio; ecco, tu concepirai nel seno e darai alla luce un figlio e gli porrai nome Gesù.
Questi sarà grande e sarà chiamato figlio dell'Altissimo: e il Signore Dio gli darà il trono di David suo padre: e regnerà in eterno sulla casa di Giacobbe; e il suo regno non avrà mai fine. Allora disse Maria all'Angelo: Come avverrà questo se io non conosco uomo? E l'Angelo rispose: Lo Spirito Santo discenderà in te e la potenza dell'Altissimo ti adombrerà, per questo il Santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta tua parente, ha concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia, ed è già nel sesto mese, lei che era detta sterile; che niente è impossibile davanti a Dio. E Maria disse: Ecco l'ancella del Signore: si faccia di me secondo la tua parola. E l'Angelo si partì da lei» (Le. 1, 26-38).
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LEZIONE IX

27. Come si celebra il matrimonio?

Il matrimonio, sia come contratto naturale che come sacramento, si celebra mediante il consenso degli sposi.
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28. In qual modo i cristiani prestano il consenso?

I cristiani prestano il consenso nella forma stabilita dalla Chiesa.
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29. Quali autorità regolano il matrimonio presso i cristiani?

La Chiesa è l'unica autorità che regola il matrimonio presso i cristiani; lo Stato ne regola gli effetti civilia.
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30. Quali sono i beni del matrimonio?

I beni principali del matrimonio sono: la prole, la fedeltà, il sacramento. Altri beni preziosi sono: il mutuo aiuto, l'affetto vicendevole, il rimedio alla concupiscenza.
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Pio XI: «Le leggi divine che regolano il matrimonio non possono andare soggette a nessun giudizio umano e a veruna contraria convenzione nemmeno degli stessi coniugi... Ogni particolare matrimonio... non può cominciare ad esistere se non dal libero consenso di ambedue gli sposi. Senonché questa libertà a ciò soltanto si estende: che i contraenti vogliano realmente contrarre matrimonio e contrario con questa determinata persona; ma la natura del matrimonio è assolutamente sottratta alla libertà umana, in modo che una volta che abbia contratto matrimonio, resta soggetto alle sue leggi e alle sue proprietà essenziali» (Casti connubii, 1930a).
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LEONE XIII: «Mostrandosi il matrimonio per sua medesima natura cosa del tutto sacra, è ben giusto che venga regolato e moderato non dal potere dei principi, ma dall'autorità divina della Chiesa, la quale sola ha il magistero delle cose sacre» (Arcanum, 1880a).
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Pio XI: «Tutti questi, dice S. Agostino, sono i beni per i quali le nozze sono buone: la prole, la fede, il Sacramento» (Casti connubii, 1930a).
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Pio XI: «Sia nello stesso matrimonio, sia nell'uso del diritto matrimoniale si conte[n]gono anche fini secondari come sono il mutuo aiuto e l'affetto vicendevole da fomentare e la quiete della concupiscenza, fini che ai coniugi non è proibito di volere, purché sia sempre rispettata la natura intrinseca dell'atto, e per conseguenza la sua subordinazione al fine principale» (Casti connubii, 1930a).
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La santità delle nozze: Tobia e Sara. - Camminando in compagnia dell'Arcangelo Raffaele verso la casa di Raguele, venne consigliato dal celeste accompagnatore a prendere in sposa la cugina Sara, figlia di Raguele.
«Ho sentito dire - rispose Tobia - che fu sposa sette volte e che i suoi mariti son morti e ho sentito dire che il demonio li ha uccisi. Temo che mi avvenga lo stesso, e di far discendere con tristezza la canìzie dei miei genitori nel sepolcro, essendo io l'unico loro figlio».
- No, - soggiunse l'angelo - ascoltami ed io ti insegnerò chi sono
quelli sopra i quali ha potere il demonio.
E gli disse che sono coloro, i quali, datisi in preda alle passioni, scacciano Iddio da sé e dalle loro menti, ed entrano nello stato matrimoniale con fini perversi.
- Ma tu - lo avvertì - non farai così, ma prenderai la tua sposa
nel timor di Dio, mosso dal desiderio di ottener insieme con la prole la
benedizione del Signore, promessa alla stirpe di Abramo.
Tobia seguì il consiglio dell'Angelo, e veramente nel contrarre matrimonio con Sara non ebbe altro fine, come dimostra la preghiera che egli fece in tale circostanza.
«Signore, tu sai come io prendo questa mia parente per mia moglie, non per principio di passione, ma per solo amore di una discendenza nella quale si benedica il tuo nome nei secoli dei secoli» (Tob. 7-9a).
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LEZIONE X

31. Quali sono le proprietà del matrimonio?

Le proprietà essenziali del matrimonio sono: 1. l'unità cioè l'unione di un solo uomo con una sola donna; 2. l'indissolubilità per cui il matrimonio, vero e perfetto, in quanto al vincolo non può essere sciolto.
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32. È sempre illecita la separazione fra i coniugi?a

Per alcuni casi gravi, per es. in alcune necessità familiari, malattie, incompatibilità di carattere, ecc. può rendersi lecita la separazione temporanea od anche perpetua in quanto alla convivenza.
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33. La legge civile può sciogliere il matrimonio?

Né la legge civile, né lo stesso consenso dei due coniugi può sciogliere il vero matrimonio, perché il divorzio è contrario alla legge naturale ea divina.
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Pio XI: «La matrimoniale fede pertanto richiede in primo luogo l'unità assoluta del matrimonio... Non vi è tuttavia dubbio alcuno che la legge evangelica abbia ristabilito pienamente l'antica e perfetta unità, abrogando ogni dispensa» (Casti connubii, 1930a).
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Pio XI: «L'altro bene proprio del matrimonio cristiano, che abbiamo chiamato con la parola di Agostino Sacramento, designa l'indissolubilità del vincolo ed insieme la elevazione e consacrazione, fatta da Cristo, del contratto in segno efficace di grazia» (Casti connubii, 1930a).
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LEONE XIII: «Gesù Cristo ai Giudei ed agli Apostoli attestò che il matrimonio per la medesima sua istituzione deve essere tra due solamente, ossia tra l'uomo e la donna; che di due si forma una sola carne; e che il vincolo nuziale per volere di Dio è sì intimamente e fortemente unito, che niuno tra gli uomini può romperlo e scioglierlo. Starà congiunto (l'uomo) con la moglie sua e i due saranno una sola carne. Pertanto non sono più due, ma una carne sola. Ciò dunque che Iddio ha congiunto, l'uomo non separi» (Mt. 19, 8) (Arcanum, 1880a).
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LEONE XIII: «Se il convivere insieme non sembri potersi sopportare più a lungo, allora la Chiesa permette che l'uno trascorra i suoi giorni separato dall'altro, e con cure e rimedi da apprestarsi secondo che richiede la condizione dei coniugi, si studia di alleggerire i danni della separazione, né avviene mai che ella non si adoperi o che disperi di ridur gli animi alla concordia» (Arcanum, 1880a).
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Eccellenza del matrimonio cristiano nel pensiero di Tertulliano. - «Come descriverò io la felicità di una unione conchiusa sotto gli auspici della Chiesa, confermata dal Sacrificio della Messa, e santificata dalla benedizione del Sacerdote? Di un matrimonio annunziato dagli Angeli e dichiarato valido dal cielo?
Due cristiani sono legati sotto un medesimo giogo, avendo la medesima speranza da conseguire, i medesimi voti da compiere, i medesimi doveri da soddisfare! Essi sono l'uno per l'altro fratello e sorella, si aiutano scambievolmente nell'unione in un medesimo spirito e d'una medesima carne. Pregano insieme, insieme digiunano, si istruiscono, s'incoraggiano, si sostengono scambievolmente...
Gesù Cristo che li sente se ne rallegra, poiché in qualunque luogo due o tre si trovano adunati in suo nome, ivi Egli si trova in mezzo a loro».
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LEZIONE XI

34. La condizione dei coniugi, non è talvolta pesante e quasi insopportabile?

I matrimoni contratti con seria preparazione danno generalmente una vita coniugale serena e pacifica. Nei casia difficili, vi è sempre il ricorso alla preghiera e la consolazione nell'affetto vicendevole.
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35. Quali sono i vantaggi dell'indissolubilità del matrimonio?

I vantaggi dell'indissolubilità del matrimonio sono: 1. la sicurezza che godono i coniugi; 2. la fedeltà e l'aiuto scambievole; 3. la tranquillità nell'ordinea domestico e sociale; 4. soprattutto, la figliuolanza e la buona educazione di essa.
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36. Quali sono i danni del divorzio?

I danni del divorzio sono: 1. l'instabilità e l'incertezza nella vita dei coniugi; 2. la limitazione delle nascite; 3. la mancanza di educazione dei figli; 4. disordini familiari e lea infedeltà; 5. le rovine sociali.
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LEONE XIII: «Ordina la famiglia a vita cristiana, le singole membra piano piano si avvezzeranno ad amare la religione e la pietà, ad aborrire le false e perniciose dottrine, a seguir la virtù, a rispettare i maggiori, e a raffinare quel sentimento di egoismo che tanto degrada e snerva la natura umana» (Inscrutabili Dei consilio, 1878a).
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Pio XI: Vantaggi derivanti dall'indissolubilità del matrimonio... 1) «I coniugi nella fermezza del vincolo hanno quel contrassegno certo di perennità, come di natura sua è voluto dalla generosa donazione di tutta la persona e dall'intima unione dei cuori...»; 2) «Ivi inoltre è un saldo baluardo a difesa della castità fedele, contro gli interni ed esteriori eccitamenti all'infedeltà, se mai sopravvengono; esclusa ogni ansietà o timore che o per qualche disgrazia o per la vecchiaia l'altro coniuge non si abbia ad allontanare, sottentra invece una tranquilla sicurezza...»; 3) «Ad assicurare similmente la dignità dei coniugi ed il vicendevole aiuto, soccorre nel modo più opportuno il pensiero del vincolo indissolubile...»; 4) «Provvede alla cura e alla educazione dei figli»; 5) «All'onestà della vita in genere ed all'integrità dei costumi immensamente conferisce la fermezza inconcussa dei matrimoni...»; 6) «Dalla severa osservanza di tale ordinamento viene assicurata la felicità e la salvezza della cosa pubblica» (Casti connubii, 1930a).
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LEONE XIII: «Per i divorzi si rendono mutabili i maritaggi, si sminuisce la mutua benevolenza; si danno perniciosi eccitamenti all'infedeltà; si arreca pregiudizio al benessere e all'educazione dei figli; si porge occasione allo scioglimento delle società domestiche; si diffondono i semi delle discordie tra le diverse famiglie; è scemata ed abbassata la dignità delle donne, le quali dopo aver servito alla libidine degli uomini, corrono rischio di rimaner derelitte. E poiché a distruggere le famiglie e abbattere la potenza dei regni niente ha maggior forza che la corruzione dei costumi, è agevole a conoscere che alla prosperità delle famiglie e delle nazioni sono funestissimi i divorzi i quali nascono da depravate consuetudini, e come ne attesta l'esperienza, aprono l'adito ad una sempre maggiore corruttela del pubblico e privato costume» (Arcanum, 1880a).
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Gesù Cristo condanna il divorzio. - «Or Gesù, finiti questi discorsi, si partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea di là dal Giordano. E lo seguì molta gente ed egli curò i loro malati.
E si accostarono a lui dei Farisei per tentarlo, e gli dissero: È lecito all'uomo ripudiare, per un motivo qualsiasi, la propria moglie? Ed egli rispose loro: Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina? E disse: Per questo l'uomo lascerà il padre e la madre e si unirà con la moglie, e i due saranno una sola carne. Dunque, non son più due, ma una sola carne. Ciò che Dio ha congiunto l'uomo non lo divida. Ma perché dunque, gli replicarono, Mosé comandò di dare il libello del ripudio e di mandarla via? E Gesù: Per la durezza del vostro cuore, Mosé vi permise di ripudiare le vostre mogli; ma da principio non fu così. Però io vi dico: chi rimanda la propria moglie, eccetto in caso di fornicazione, e ne prende un'altra è adultero, e chi sposa la ripudiata è adultero» (Mt. 19, 1-9).
Fedele al comando di Cristo, la Chiesa ha sempre custodito intatta la legge sul divorzio anche quando le passioni umane si scagliarono furibonde contro di essa. Si ricordi l'apostolica fermezza di Nicolo I contro re Lotario; di Innocenzo III contro Filippo Augusto di Francia; di Pio VII contro Napoleone I, già nel fulgore della sua potenza: e si ricordi soprattutto che i Papi Clemente VII e Paolo III, piuttosto che legittimare il divorzio dello scostumato Enrico VIII, lasciarono che l'Inghilterra - già chiamata «l'Isola dei Santi» - consumasse il suo scisma da Roma.
Così è: la Chiesa può modificare le leggi stabilite da lei stessa, ma non può arrogarsi alcuna potestà sulle leggi stabilite da Dio.
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LEZIONE XII

37. La famiglia è società perfetta ed indipendente?

La famiglia non è società perfetta né indipendente, perché ha bisogno dello Stato e della Chiesa.
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38. Di quali sussidi ha bisogno la famiglia nella sua missione?

La famiglia ha bisogno: 1. della società civile che, per mezzo della scuola e dell'avviamento al lavoro, completa l'opera dei genitori; 2. della parrocchia, che completa l'istruzionea religiosa, la formazione morale e la santificazione della famiglia; 3. di un ambiente sociale ispirato a principi di libertà, giustizia e religioneb.
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39. I genitori hanno diritto all'educazione dei figli?

I genitori hanno il diritto inalienabile e il dovere grave di educare i figli. E sia il diritto come il dovere sono regolati dalla legge naturale e dalla legge divino-positiva, perché i figli appartengono sia ai genitori sia a Dioa.
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40. I figli sono liberi nella scelta dello stato?

I figli sono liberi nella scelta dello stato; devono procedere, però, con prudenza, consiglio e preghiera.
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LEONE XIIIa: «Entro i limiti determinati dal fine suo, la famiglia ha dunque, per la scelta e l'uso dei mezzi necessari alla sua conservazione e alla sua legittima indipendenza, diritti uguali almeno a quelli della società civile. Diciamo almeno uguali perché essendo il domestico consorzio logicamente e storicamente anteriore al civile, anteriori e altresì più naturali ne debbono essere i diritti e i doveri. Che se l'uomo, se la sua famiglia, entrando a far parte della società civile, trovassero nello Stato non aiuto, ma offesa, non tutela, ma diminuzione dei propri diritti, la civile convivenza sarebbe piuttosto da fuggire, che da desiderare. È dunque grande e pernicioso errore voler che lo Stato possa intervenire a suo talento nel santuario della famiglia. Certo, se qualche famiglia si trovi per avventura in sì gravi strettezze e da se stessa non le sia affatto possibile uscirne è giusto in tali frangenti l'intervento dei pubblici poteri... Similmente in caso di gravi disordini nelle relazioni scambievoli tra i membri di una famiglia intervenga lo Stato e renda a ciascuno il suo... Qui però deve arrestarsi lo Stato: andare più oltre non consente la natura. La patria potestà non può lo Stato annientarla, né assorbirla...» (Rerum novarum, 1891b).
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Pio XI: «La famiglia è società imperfetta, perché non ha in sé tutti i mezzi per il proprio perfezionamento... e raggiunge appunto nella società civile la sua conveniente perfezione temporale» (Divini illius Magistri, 1929a).
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Pio XI: «La famiglia è società imperfetta, perché non ha tutti i mezzi per il proprio perfezionamento, laddove la società civile è società perfetta, avendo in sé tutti i mezzi al fine, onde, per questo rispetto, cioè in ordine al bene comune, essa ha preminenza sulla famiglia, la quale raggiunge appunto nella società civile la sua conveniente perfezione temporale. La terza società, nella quale l'uomo nasce, mediante il Battesimo, alla vita divina, è la Chiesa, società di ordine soprannaturale e universale, società perfetta, perché ha in sé tutti i mezzi al suo fine che è la salvezza eterna degli uomini, e pertanto suprema nel suo ordine. Per conseguenza l'educazione, la quale riguarda tutto l'uomo individualmente e socialmente, nell'ordine della natura e in quello della grazia, appartiene a tutte tre queste società necessarie, in misura proporzionata, corrispondente, secondo il presente ordine di provvidenza stabilito da Dio, alla coordinazione dei loro rispettivi fini» (Divini illius Magistri, 1929a).
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La Chiesa ha sempre inculcato ai genitori il dovere di educare i figli. - Con un linguaggio rozzo ed efficace San Bernardino da Siena redarguisce le folle assembrate nelle meravigliose piazze toscane:
«O, se tu padre e madre non hai cura de' tuoi figliuoli, chi credi che n'abbia cura? Se tu non cerchi che eglino piglino ogni buono costumo, chi credi che '1 cerchi? Se tu no '1 meni alla predica, dove s'impara tanto bene, chi credi che vel meni? Se tu no '1 fa ubidiente, che ti ritema, chi credi che '1 faccia ubidiente? Se tu il vedi fare le cattive usanze e non te ne curi, chi credi che se ne levi? Se tu il vedi ghiottone e non te ne curi, chi credi che gliel dica?
Se tu il vedi scostumato e non te ne curi, come andarà il suo fatto? Se tu vedi che egli piglia cattive compagnie e di persone viziose (e per questo tu n'hai di cotali amicizie e il diavolo te ne porterà) e tu non te ne curi et cetera, et ceterone, oh quanto va male a questo modo! Non fare! Filii tibi sunt? erudi illos (Eccli. 7, 25). Hai figli? Fa' che coi doni della sua Provvidenza, che non lascia mai diventino buoni, acostumati, riverenti in amor di Dio e in timore, e così vivrai molto consolato di tali figli» (Banchi L., Le prediche volgari di S. Bernardino da Siena).
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LEZIONE XIII

41. Quali sono gli errori principali circa il matrimonio?

Gli errori principali circa il matrimonio sono tre: 1. che il matrimonio sia un semplice contratto naturale e da regolarsi dallo Stato; 2. che sia lecito il divorzio; 3. che possa favorirsi la emancipazione sociale ed economica dellaa donna.
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42. Quali sono gli errori moderni circa il fine del matrimonio?

Gli errori moderni circa il fine del matrimonio sono tre: 1. che si possano vietare le nozze e rendere sterili i cosiddetti tarati; 2. il «controllo delle nascite», per cui si possa sopprimere la prole non ancora nata o nata difettosaa; 3. che sia lecita la progressiva disgregazione della famiglia.
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43. La limitazione delle nascite è lecita?

La limitazione delle nascite è illecita perché contraria al fine del matrimonio, alla legge di Dio, alla continenza coniugale e agli stessi interessi della famiglia.
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Pio XI: «Alcuni insegnano che il matrimonio è cosa affatto profana e meramente civile e in nessun modo da commettersi alla società religiosa cioè alla Chiesa di Cristo ma soltanto alla società civile; e soggiungono inoltre che il nodo nuziale deve essere affrancato da ogni legame d'indissolubilità, col tollerare non solo ma col sancire per via di legge le separazioni ossia i divorzi dei coniugi... come prima cosa e principale stabiliscono che l'atto civile sia da ritenersi quale vero contratto nuziale (lo chiamano comunemente matrimonio civile); l'atto religioso sia poi un mero aggiunto» (Casti connubii, 1930a).
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Pio XI: «... Quegli stessi maestri di errori... scalzano altresì la fedele ed onesta soggezione della moglie al marito. E... molti di essi affermano...: i diritti tra i coniugi essere tutti uguali, e che essendo essi violati con la servitù di una parte, bandiscono superbamente come già fatta o da procurarsi una certa emancipazione della donna... e la chiamano emancipazione, sociale, economica, fisiologica...» (Casti connubii, 1930a).
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Pio XI: «... nessuna ragione potrà mai aver forza a rendere scusabile la diretta uccisione dell'innocente. Perché qui si tratta appunto di questo. E sia che essa s'infligga alla madre, sia che si cagioni alla prole, è sempre contro il comando di Dio e la voce stessa della natura: Non ammazzare» (Casti connubii, 1930a).
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Pio XII: «Le innegabili difficoltà che una bella corona di figli porta con sé, soprattutto nei nostri tempi di vita cara ed in famiglie poco agiate, esigono coraggio, sacrificio, talvolta eroismo. Ma come l'amarezza salutare della mirra, così questa asprezza temporanea dei doveri coniugali innanzi tutto preserva gli sposi da una grave colpa funesta, fonte di rovina per le famiglie e per la nazione. Inoltre queste stesse difficoltà, coraggiosamente affrontate, assicurano loro la conservazione della grazia sacramentale e una abbondanza di soccorsi divini.
«Finalmente esse allontanano dal focolare domestico gli elementi avvelenati di disgregazione, quali sono l'egoismo, la costante ricerca del benessere, la falsa e viziata educazione di una prole volontariamente ristretta.
«Quanti esempi intorno a voi, vi faranno invece vedere una sorgente anche naturale di letizia e di mutuo incoraggiamento negli sforzi compiuti dai genitori per procurare il cibo quotidiano ad una cara e numerosa figliolanza venuta alla luce sotto lo sguardo di Dio nel nido familiare» (Agli sposi novelli).
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Dio benedice le famiglie numerose. - Contrariamente a quanto in genere si crede, Iddio si compiace spesso di ricompensare la fecondità del vincolo matrimoniale, oltre che coi doni della sua Provvidenza, che non lascia mai deluso chi si abbandona fiduciosamente in lei, anche col concedere ai genitori qualche figlio che fa grande il loro nome nei secoli. Per esempio:
S. Bernardo crebbe in mezzo a numerosi fratelli, Leonardo da Vinci ne ebbe undici, Beniamino Franklin fu diciottesimo della sua famiglia, Bossuet crebbe in mezzo a sette fratelli, S. Ignazio di Loiola fu l'undicesimo della sua famiglia e Santa Caterina da Siena la penultima di venticinque tra fratelli e sorelle.
E l'elenco potrebbe continuare se la brevità imposta da queste pagine non lo vietasse. Mentre la sterilità non voluta da Dio genera amarezze e sventure, la fecondità del nido familiare è causa di gioia e benedizione di Dio.
119
LEZIONE XIV

44. Quali sono i doveri dei coniugi?

I doveri dei coniugi sono i seguenti: 1. amore, fedeltà e aiuto vicendevolea; 2. istruzione e formazione fisica, morale e civile dei figli; 3. disinteresse e cooperazione ai disegni di Dio circa la sistemazione dei figli stessib.
120
45. Quali sono gli elementi per la formazione di una famiglia ben ordinata?

Gli elementi per la formazione di una famiglia ben ordinata sono quattro: 1. la pratica della vita cristiana; 2. la prudente autorità del padre e la sollecitudine della madre; 3. la docilità da parte dei figli; 4. l'illuminato e costante sforzo di tutti i membri pera la elevazione materiale e morale della famiglia.
121
46. Quali sono i bisogni della famiglia?

La famiglia ha bisogno: 1. di spazio per ragione di morale, di igiene, di decoro; 2. di lavoro e sostentamento, in patria o ina paese straniero; 3. del «bonum familiae», costituito dalla casa, dalla discreta proprietà, dal risparmio.
122
LEONE XIII: «È necessario che essi (gli sposi) medesimi abbiano sempre l'animo talmente disposto, che comprendano, l'uno dover all'altro un amore grandissimo, una fede costante, un sollecito e continuo aiuto. Il marito è principe della famiglia e il capo della moglie, la quale pertanto... dev'essere soggetta ed obbediente al marito, non a guisa di ancella bensì di compagna; cioè in tal modo, che la soggezione ch'essa a lui rende, non sia disgiunta dal decoro né dalla dignità. In esso poi che governa, ed in lei che obbedisce rendendo entrambi immagine l'uno di Cristo, l'altra della Chiesa, sia la carità divina perpetua moderatrice dei loro doveri» (Arcanum, 1880a).
123
Pio XI: «Poiché non di rado l'esatta osservanza della legge divina e l'onestà del matrimonio sono esposte a gravi difficoltà, quando i coniugi soffrono per mancanza di mezzi e grande penuria di beni temporali bisognerà certamente, nel miglior modo possibile, venire in aiuto delle loro necessità. Ed in primo luogo, dovrà con ogni sforzo procurarsi... che cioè nella società civile le condizioni economiche e sociali siano così ordinate, che ogni padre di famiglia possa meritare e lucrare quanto è necessario al sostentamento proprio, della moglie e dei figli secondo le diverse condizioni sociali e locali...» (Casti connubii, 1930a).
124
GIOVANNI XXIII: «In ordine al lavoro, riprendendo un motivo ricorrente nella Enciclica Leoniana, Pio XII ribadisce che esso è simultaneamente un dovere e un diritto dei singoli esseri umani. Di conseguenza spetta ad essi in prima istanza, regolare i loro vicendevoli rapporti di lavoro. Solo nel caso in cui gli interessati non adempiano o non possano adempiere il loro compito rientra nell'ufficio dello Stato d'intervenire nel campo della divisione e della distribuzione del lavoro, secondo la forma e la misura che richiede il bene comune rettamente inteso.
«Per quanto riguarda la famiglia, il Sommo Pontefice afferma che la proprietà privata dei beni materiali va pure considerata come spazio vitale della famiglia; e cioè un mezzo idoneo ad assicurare al padre di famiglia la sana libertà di cui ha bisogno per poter adempiere i doveri assegnatigli dal Creatore, concernenti il benessere fisico, spirituale, religioso della famiglia. Ciò comporta per la famiglia anche il diritto di emigrare. Su questo punto il Nostro Predecessore rileva che quando gli Stati, sia quelli che permettono di emigrare come quelli che accolgono nuovi elementi, si adoperino ad eliminare tutto ciò che potrebbe essere d'impedimento al nascere e allo svolgersi di una vera fiducia tra loro, ne conseguirà un reciproco vantaggio, e si contribuirà insieme all'incremento del benessere umano e al progresso della cultura» (Mater et Magistra, 1961a).
125
Le virtù familiari nell'insegnamento di S. Paolo. - «Le donne siano soggette ai loro mariti come al Signore, perché l'uomo è capo della donna come Cristo è capo della Chiesa» (Ef. 5, 22-23).
126
«Voi uomini amate le vostre mogli, come anche Cristo amò la Chiesa, dando se stesso per lei, per santificarla purificandola... Così appunto i mariti devono amare le loro mogli, come i propri corpi; chi ama la sua moglie ama se stesso» (Ef. 5, 25-28).
127
«Figlioli, obbedite ai vostri genitori nel Signore; ciò è giusto: "Onora tuo padre e tua madre" è il primo comandamento accompagnato da promessa: "Affinché tu sia felice e viva lungamente sulla terra". E voi, padri, non irritate i vostri figlioli, ma allevateli nella disciplina e negli ammonimenti del Signore» (Ef. 6, 1-4).
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LEZIONE XV

47. Che cos'è la società erile?

La società erile è l'unione tra padroni e persone di servizio conviventi in famiglia, per migliorare moralmente e materialmente le rispettive condizioni.
129
48. Quali sono i doveri dei padroni verso le persone di servizio?

I doveri dei padroni verso le persone di servizio sono specialmente tre: 1. il dovere economicoa che impone una retribuzione giusta e decorosa, e un orariob di lavoro conveniente; 2. il dovere sociale che impone le assicurazioni necessarie, l'assistenza morale e il trattamento cristiano; 3. il dovere morale costituito dal buon esempio, dalla libertà religiosa e la difesa dai pericoli.
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49. Quali sono i doveri delle persone di servizio verso i padroni?

I doveri delle persone di servizio verso i padroni sono tre: 1. il dovere economico, che comanda di prestare la propria opera con cosciente collaborazione; 2. il dovere sociale costituito dalla dipendenza e soggezione in quello che fu pattuito; 3. il dovere morale che consiste nel rispetto e nell'amore verso la famiglia che ospita.
131
Pio XIIa: «Conviene che da una parte e dall'altra, fra chi comanda e chi serve, si tenga il proprio posto, si compia il proprio dovere: posto e dovere, nella loro diversità, promananti da ciò che come vincolo, risulta comune fra padroni e domestici» (Discorso del 5 agosto 1942 agli sposi novelli).
132
Pio XII: «Padrona e serva sono due nomi differenti; ma la natura umana è la medesima in tutte e due, anche se l'una è in questa terra, almeno apparentemente, più felice e fortunata dell'altra. Ambedue sono serve davanti a Dio Creatore; perché dunque si dimentica che la minore è serva di Dio nel suo spirito prima ancora che serva degli uomini nel suo lavoro?» (ibid.).
133
Pio XII: «Se rettitudine e benevolenza vogliono essere nei padroni rispetto ai domestici, non hanno forse questi, dal canto loro, doveri propri e speciali verso i padroni? Non sono virtù anche per essi la giustizia e l'umanità? Si comporterebbero forse giustamente e umanamente quei servitori o quelle domestiche che mancassero alle leggi dell'onestà e defraudassero i loro padroni, che manifestassero i segreti della famiglia presso cui dimorano, che della famiglia stessa sparlassero con rischio di danno, che non curassero quanto loro viene affidato, di guisa che nascesse detrimento? quei servitori o quelle domestiche, che non attendessero al loro lavoro o lo compissero con trascuratezza, o che, pur adempiendo, né più né meno, quel che è debito del loro servizio, si appartassero tanto dalla convivenza familiare da non sentire né mostrar nulla di un cuore umanamente delicato e propenso a dedizione di sé nelle circostanze e nelle ore di malattia, di stanchezza, di sventura, di lutto dei padroni e dei loro figli? Se poi fossero irriverenti (non vorremmo dire insolenti), freddi in ogni loro contegno, indifferenti a tutto ciò che concerne la casa; se con le parole, con le mormorazioni, con le maniere di trattare, divenissero fra gli altri domestici, o forse ancora tra i figli, seminatori di malcontento, di cattivo spirito o (che Dio non permetta) di scetticismo, di empita, di impurità, di malcostume; con qual nome tali servitori o domestiche, disonore della loro classe, pur tanto benemerita, sarebbero da chiamare?» (ibid.).
134
Doveria dei servi e dei padroni. - «Servi, obbedite a quelli che secondo la carne vi sono padroni con rispetto e timore, nella semplicità del vostro cuore, come a Cristo, servendo non all'occhio quasi per piacere agli uomini, ma come servi di Cristo facendo di cuore la volontà di Dio, e servendo con affezione, come se si trattasse del Signore e non di uomini, ben sapendo che ciascuno, servo o libero che sia, riceverà dal Signore la ricompensa di ciò che avrà fatto di bene.
E voi, o padroni, fate altrettanto riguardo ad essi, astenendovi dalle minacce, ben sapendo che il padrone loro e vostro è nei cieli e che davanti ad esso non ci sono preferenze personali» (Ef. 6, 5-9).
135

(59)

a V: società... Testamento - I-IV: società, istituita da Dio e consacrata da Gesù Cristo nel Vangelo.

(60)

a V: c'è una virgola non opportuna.

(62-65)

a V: la data.

(62-65)

a V: la data.

(62-65)

a V: la data.

(62-65)

a V: la data.

(66)

a IV: tutto il numero.

(67)

a V: apre nuovamente virgolette che poi non chiude.

(68)

a V: 2. veri... proprio -1: 2. vari membri, che sono'specialmente i genitori e i figli; 3. fine e mezzi propri.

(69)

a V: quando nascono i figli - I-IV: allorché sono nati dei figli.

(70)

a V: 1891.

(74)

a V: Questa... corpo - I-IV: cioè: nella rettitudine d'intenzione; nella purezza di spirito e di corpo; nella capacità di formare, reggere e sostentare una famiglia.

(75)

a V: due punti.

(76-78)

a V: la data.

(76-78)

a V: la data.

(76-78)

a V: la data.

(82)

a V: autorità... civili - I-IV: Autorità che regola il Matrimonio presso i fedeli; lo Stato ne regola gli effetti civili e le conseguenze esteriori.

(84-87)

a V: la data.

(84-87)

a V: la data.

(84-87)

a V: la data.

(84-87)

a V: la data.

(88)

a Citazione errata: è invece Tob 6-8.

(90)

a V: È... coniugi? - IV: Ma è sempre illecita la separazione dei coniugi?

(91)

a IV: naturale e.

(92-95)

a V: la data.

(92-95)

a V: la data.

(92-95)

a V: la data.

(92-95)

a V: la data.

(97)

a V: Nei casi - IV: Tuttavia, nei casi.

(98)

a V: la tranquillità nell'ordine - I-IV: la tranquillità e l'ordine.

(99)

a IV: le - I-III: la.

(100-102)

a V: la data.

(100-102)

a V: la data.

(100-102)

a V: la data.

(105)

a V: istituzione.

b IV-V: 1. della società... religione - I-III: 1. della Chiesa, che, per mezzo della Parrocchia, completa l'istruzione religiosa, la formazione morale e la santificazione dell'anima; 2. ha bisogno della società civile che, per mezzo della scuola, dei collegi e dell'avviamento al lavoro, completa l'opera dei genitori; 3. di un ambiente sociale ispirato a principi di libertà, giustizia, religione, prima nel Comune, poi nella Nazione.

(106)

a V: istituzione.

(108)

a V: inverte i numeri 108 e 109.

b V: 1891.

(109-110)

a V: la data.

(109-110)

a V: la data.

(112)

a II: sociale... della - I: sociale, economica, fisiologica della.

(113)

a V: 2. il «controllo... difettosa.

(115-117)

a V: la data.

(115-117)

a V: la data.

(115-117)

a V: la data.

(120)

a V: amore... vicendevole - I-IV: amore, rispetto e pazienza vicendevole.

b V: circa la sistemazione dei figli stessi - I-IV: circa la loro sistemazione.

(121)

a V: tutti i membri per - I-IV: tutti per.

(122)

a V: o in paese - I-IV: o almeno in paese.

(123-124)

a V: la data.

(123-124)

a V: la data.

(125)

a IV: tutto il numero.

(130)

a V: economico - I-IV: economico.

b V: orario... conveniente - I-IV: orario conveniente.

(132)

a V: omette di Pio XII: «Devesi curare che i vantaggi spirituali e materiali della famiglia vengano partecipati anche dai domestici».

(135)

a V: Dover.