Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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APPENDICE

Il quaderno ms di Don Alberione conteneva alcuni capitoli che non sono poi stati introdotti nel libretto stampato. Li riportiamo qui per amore di completezza, nell’ordine in cui erano collocati nel manoscritto.
La maggior parte – 11 capitoli – riguardavano la
Teologia del Padre (via purgativa), e trovavano posto tra il capitolo Giudizio e il capitolo Confessione (DFst 34). Un altro capitolo, dal titolo La vita data dallo Spirito Santo, concerneva la Teologia dello Spirito (via unitiva), e precedeva il capitolo La Chiesa Militante (DFst 68).
È stato anche dato un titolo, riportato tra parentesi quadre, ai capitoli che nel manoscritto erano senza titolo.
I tre punti in cui è diviso ogni capitolo sono segnati nel ms con numeri romani. Per uniformità al resto del libro, li abbiamo sostituiti con numeri arabici.
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[DFms 29] Fine del mondo

1. Alla fine vi sarà una rinnovazione: «erunt coeli novi et terra nova»;1 «omnis creatura ingemiscit usque adhuc expectans».2 Un cielo che sarà regno perfetto, una terra riordinata. Un corpo che avrà le doti del corpo glorioso: splendore, sottigliezza, agilità, impassibilità.
2. Rivelazione ed esaltazione della Provvidenza e Giustizia divina; della Sapienza e Misericordia di Gesù Cristo; della santità e grandezza degli Apostoli, dei martiri, dei Buoni. Umiliazione e castigo dei ribelli, dei superbi, dei disobbedienti, degli ipocriti, degli ostinati, ecc.
3. Prendiamo: norma di condotta per guidarci individualmente nelle sofferenze corporali, nei sopprusi dei tristi, ecc.; norma di condotta nel giudicare dei fatti storici, nelle relazioni sociali, civili e internazionali; norma per giudicare della missione della Chiesa. Là sarà l’epilogo della Creazione, Redenzione, Santificazione del mondo.
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[DFms 30] [Il peccato è triplice male]

Il peccato è triplice male.
Rispetto a Dio:
Ribellione temeraria al Supremo Signore.
Ingratitudine nera alla Somma Bontà.
Stolta sfida alla sua Giustizia.
Crudeltà come attentato alla Vita Divina e rinnovazione della Passione di Gesù Cristo.
Rispetto a noi:
Pel passato toglie meriti e abiti buoni.
Pel presente: merita l’inferno, chiude il cielo, distacca dalla grazia.
Pel futuro: riempie di rimorsi, toglie la possibilità di meritare, attira morte e castighi.
Rispetto al prossimo:
Sempre impedisce grazie, spesso scandolezza.3
Pel chiamato all’apostolato danneggia tante anime.
Si riflette sull’eternità intera.
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[DFms 31] [L’eternità]

1. L’eternità è: interminabilis vitae tota simul et perfecta possessio.4 Nessun calcolo umano potrà mai dirci che cosa essa sia. «Vitam aeternam, ignem aeternum».5
2. Sulle anime trapassate produce: ai beati la massima tranquillità sulla loro sorte, ed inoltre tutta l’eternità dei godimenti è concentrata in ogni istante; ai dannati la massima disperazione ed inoltre tutta l’eternità pesa con tutti i tormenti sul punto presente: tota simul;6 es. della palla di piombo sulla tavola levigata.
3. Sulle anime nostre deve produrre: grande sollecitudine, «nulla nimia securitas ubi periclitatur aeternitas»;7 l’eternità ce la fabbrichiamo noi «ibit homo in domum aeternitatis suae»;8 la vita è preparazione all’eternità ed il saggio è colui che anche a costo di gravi dolori si salva, stolto chi ridendo si danna.
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[DFms 32] Propositi

1. Alla meditazione sulla fine del mondo seguono le prime risoluzioni. In esse si impiega il tempo conveniente secondo la difficoltà e importanza speciale.
a) La prima è l’abbandono del peccato, la conversione, la confessione con disposizioni profonde.
b) La seconda riguarda la scelta dello stato (se ancora non fatta) secondo le viste di Dio ed i vantaggi eterni nostri.
c) La terza è la determinazione speciale a compiere bene la volontà di Dio e provvedere all’eternità nello speciale stato scelto, abbracciato.
2. Occorre qui a) sentire la volontà di Dio, b) considerare le cose al lume dell’eternità.
È necessario che taccia del tutto la voce esterna delle ricchezze, onori, piaceri; tanto che il cuore si senta indifferente a tutto [ciò] che è mondo, vita, egoismo.
3. Date queste disposizioni, tre sono i mezzi:
a) preghiera umile, costante, fiduciosa;
b) pensare innanzi al tabernacolo ed al sepolcro aperto;
c) consigliarsi bene, con persona dotta, pia, prudente.
Sarà tanto il frutto quanto santi questi propositi: cioè rettamente scelti, profondamente sentiti, accompagnati dalla divina misericordia.
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[DFms 33] [Il peccato è la rovina]

1. Il peccato è la rovina. Negli angeli un solo peccato, di pensiero soltanto, ha rovinato parte grande di Angeli. Non ebbe perdono; né l’avrà. Dio non ebbe riguardo alla loro grandezza! Segni questi dell’enormità dell’offesa di Dio.
2. Ha rovinato i progenitori. Dio aveva fatto con Adamo promesse per lui e pei figli: ed ha dato loro doni, integrità, grazia, immortalità, felicità.
Il peccato fu superbia, fu inganno, causò rovina a loro, a tutti i loro figli: rovine spirituali, intellettuali, morali, pubbliche, private, infinite.
3. Il peccato è rovina in noi. Unica, volontaria, spirituale rovina.
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[DFms 34] [Tre elementi per il peccato]

Al peccato si richiedono tre elementi: l’intelligenza, la volontà, la materia. Perché il peccato sia grave, l’avvertenza della mente ed il consenso della volontà devono essere pieni; ed inoltre la materia sia grave. Diversamente il peccato è veniale.
Occorre essere ugualmente lontani dallo scrupolo che è una falsa convinzione e dalla lassezza che è temerità, nel giudicare del peccato.
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[DFms 35] [Che cos’è in particolare il peccato]

1. Il peccato in particolare è: volontaria trasgressione della legge di Dio. Volontaria e cioè: procede da intelligenza e volontà. Trasgressione, ciò che inchiude ribellione a Dio Creatore e Padrone e come tale è somma superbia, a Dio Redentore amorosissimo e come tale è somma ingratitudine, a Dio Giudice e quindi è somma follia.
2. Il peccato è il vero disastro perché pel passato toglie i meriti, i buoni abiti, l’educazione; pel presente toglie la grazia, chiude il cielo, apre l’inferno; per l’avvenire attira disgrazie, croci, rimorsi, morte; tutto il creato diviene nemico, dispone a ricadere, fa vivere sull’orlo dell’inferno.
3. Il peccato dev’essere odiato di un odio: sommo! Piuttosto la morte; universale, specie però quello cui siamo più disposti; soprannaturale nei motivi e nel principio; efficace, che cioè fa ricorrere ai mezzi, fuga dei pericoli e assidua preghiera.
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[DFms 36] Misericordia

1. Caduto Adamo il Padre rivela in lontananza il Riparatore; caduto il peccatore rimane la confessione, la misericordia.
Portare la misericordia all’uomo è la ragione della incarnazione: adombrata nella dramma ricercata, nella pecorella ritrovata, nel figlio prodigo.
2. Perché partito dalla casa paterna? Era junior! Desiderio di libertà.
Come si ingolfò nel male? - Lontano dal padre - vivendo «luxuriose»9 - dissipò tutto.
Come ritorna al padre? Abbandonato dagli amici, ridotto all’estremo, medita, si fida del padre.
Come è accolto? È prevenuto,10 riceve quanto prima aveva, di più ancora.
3. In qualunque stato sia l’anima, speri! Chi fu peccatore, sovrabbondando la grazia, può salire con la penitenza, molto in alto.
Grave responsabilità di chi non approfitta della misericordia.
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[DFms 37] [L’inferno]

1. L’inferno è la rovina eterna, consumazione della rovina del peccato. Rovina del piano divino della Creazione, della Redenzione, della Santificazione. Rovina o fallimento della vita, di tutti i mezzi di salvarci: e di ogni speranza. «Melius si natus non fuisset».11 «Nos insensati... ergo erravimus».12
2. Infatti l’inferno è privazione della vista di Dio, ogni male, ogni tormento. Dio è conosciuto solo tanto che basti per soffrire; così i suoi benefici, le grazie, la felicità che dà agli eletti, l’errore commesso disobbedendo; la volontà ha solo male, nessun bene; il cuore, la fantasia, i sensi tutti ogni tormento: «Locus tormentorum».13
L’inferno è proporzionato alla gravità, ostinazione e numero dei peccati.
3. Cosa deve operare in noi il pensiero dell’inferno: a) orrore sommo, il più grande, al peccato; b) orrore ai pericoli del peccato, con l’attaccamento alla preghiera e l’abnegazione dei sensi; c) zelo nell’arrestare le anime che camminano verso l’inferno: specialmente negli scritti.
[DFms 38] [pagina bianca]
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[DFms 39] [L’esame di coscienza]

1. L’esame di coscienza è un’inchiesta sullo stato dell’anima: attitudini, grazie, pericoli, doveri, peccati, lotta, meriti, vittorie. E l’orologio dell’anima. Ci dà lo stato di sanità e di malattia, più ancora ed insieme alle colpe singole.
2. È necessario così che: vi possono essere delle indisposizioni che ci scusano da tutte le pratiche di pietà, ma non dall’esame di coscienza. Tanto per evitare il peccato ed i pericoli, quanto per progredire e studiare i mezzi a riuscirvi.
3. L’esame di coscienza è generale e particolare. Il generale si fa ogni sera, ogni confessione, ogni ritiro mensile, ogni corso di Esercizi Spirituali. Il particolare si fa al mattino come preventivo, lungo il giorno ed a sera una volta bene. Poi occorre che l’abitudine di farlo spesso si radichi così che divenga abituale la riflessione su di noi e sulle nostre azioni, pensieri, sentimenti. Esso deve essere preceduto da preghiera, seguito dal dolore, proposito, soddisfazione, a modo di una confessione fra l’anima ed il Signore.
[DFms 40] [pagina bianca]
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[DFms 41] Confessione

1. La confessione è la riparazione generale. Essa ha due aspetti: il passato che cancella nella parte cattiva, cioè il peccato; il futuro per cui è il rimedio per eccellenza a prevenire la colpa.
2. La confessione: apre il cielo, chiude l’inferno, restituisce i meriti perduti per la colpa, ritorna14 la pace del cuore, dà la grazia, esercita l’uomo nell’umiltà, lo rende prudente, gli dà la grazia sacramentale e la miglior garanzia di fronte al giudizio finale.
3. Deve essere fatta: con la debita frequenza, con dolore essendo conversione, con sincerità, con costanza. Nella confessione si trova pure d’ordinario la miglior guida, tanto per l’inizio della vita spirituale che pel suo sviluppo.
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[DFms 42] [Il direttore spirituale]

Se si ama realmente far profitto del tempo di formazione, occorre il Direttore Spirituale:
a) A lui occorre manifestare totalmente: vita scorsa, difetti, virtù, inclinazioni, preferenze, attitudini, pietà, attrattive, doni del Signore, grado di istruzione, ostacoli, salute, circostanze di vita, ecc. ecc.
b) Mettere nelle sue mani la volontà con costanza, ripetizione di atti, sciogliendo le difficoltà che ostacolano la formazione; e con la preghiera ottenendo di fare con prontezza, facilità, diletto15 quanto il Direttore indicherà.

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[DFms 88] La vita data dallo Spirito Santo16
Le vite a) Che è la vita: naturale

 
vegetativa
animale
razionale
Angelica
Divina

La vita umano-divina di Gesù Cristo.

La vita cristiana b) questa è creata dallo Spirito Santo:
in Gesù Cristo: «Spiritus Sanctus superveniet... ductus a Spiritu...
Descendit Spiritus...»17
in noi: nel Battesimo, seconda vita: «renatus ex aqua et Spiritu Sancto...»18
nella cresima
nella Eucarestia, ecc.
 
La creazione e sviluppo c) Rispettare questa vita umano-divina.
Svilupparla.
Pregare. 
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APPENDICE

Il quaderno ms di Don Alberione conteneva alcuni capitoli che non sono poi stati introdotti nel libretto stampato. Li riportiamo qui per amore di completezza, nell’ordine in cui erano collocati nel manoscritto.
La maggior parte – 11 capitoli – riguardavano la
Teologia del Padre (via purgativa), e trovavano posto tra il capitolo Giudizio e il capitolo Confessione (DFst 34). Un altro capitolo, dal titolo La vita data dallo Spirito Santo, concerneva la Teologia dello Spirito (via unitiva), e precedeva il capitolo La Chiesa Militante (DFst 68).
È stato anche dato un titolo, riportato tra parentesi quadre, ai capitoli che nel manoscritto erano senza titolo.
I tre punti in cui è diviso ogni capitolo sono segnati nel ms con numeri romani. Per uniformità al resto del libro, li abbiamo sostituiti con numeri arabici.
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1 «Vi saranno cieli nuovi e terra nuova». La frase non è alla lettera ma a senso. Cf Is 66,22 e Ap 21,1.

2 Citazione abbreviata, tolta da Rm 8,22: «Omnis creatura ingemiscit et parturit usque adhuc... expectans... - Tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto... gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli».

3 «Scandolezza» sta per “scandalizza”.

4 La definizione proviene dal filosofo Boezio (De Consolatione, Prosa 6; PL 63, 858A) e fu assunta da S. Tommaso, Summa Theologiae, 1ª, q. 10, a. 1: «L’eternità è il possesso intero, perfetto e simultaneo di una vita interminabile».

5 Vedi Mt 25,46: «Ibunt... justi... in vitam aeternam - I giusti andranno alla vita eterna» e Mt 25,41: «Discedite a me maledicti, in ignem aeternum - Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno».

6 «Tutta nello stesso momento».

7 «Nessuna sicurezza è troppa dove è in pericolo l’eternità». Frase in uso nell’ascetica.

8 Qo 12,5: «L’uomo se ne andrà nella sua dimora eterna».

9 «Vivendo in maniera dissoluta».

10 «Prevenuto»: cioè “preceduto”, “anticipato”.

11 Cf Mt 26,24 e passi paralleli: «Melius erat» ecc.: «Sarebbe stato meglio se non fosse mai nato».

12 Sap 5,4 e 6: «Noi stolti... dunque abbiamo errato».

13 «Luogo di tormenti». Cf Lc 16,28.

14 «Ritorna»: cioè “fa ritornare”, “restituisce”.

15 Per questa espressione, che traduce la formula «prompte, faciliter, delectabiliter», vedi nota 10 di DFst 81.

16 Capitolo concernente la Via Unitiva (DFms 88). Cf pagina del DFms, Allegato n. 7, p. 280.

17 Completiamo le frasi: «Spiritus Sanctus superveniet in te - Lo Spirito Santo scenderà su di te» (Lc 1,35). «Tunc Iesus ductus est in desertum a Spiritu - Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto» (Mt 4,1). «Descendit Spiritus Sanctus corporali specie sicut columba in ipsum - Scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea come di colomba» (Lc 3,22).

18 «Nisi quis renatus fuerit ex aqua et Spiritu Sancto... - Se uno non nasce da acqua e da Spirito non può entrare nel regno di Dio» (Gv 3,5).