Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Questi esercizi spirituali devono servire a dare uno sguardo al passato, sì, per ognuna, ma in modo particolare per l'istituto, il quale quest'anno ha una data particolare (a). Uno sguardo al passato e uno sguardo al futuro.
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Riguardo al passato e sino al presente: chi può enumerare le grazie che l'istituto ha ricevuto? Solo il Signore lo sa, solo Gesù buon Pastore. Quando andate in chiesa e <lo> guardate il tabernacolo dove ci sta il buon Pastore, e allora: "Signore, comprendeteci". In questo senso 'comprendere', cioè che noi comprendiamo tutte le grazie che abbiamo ricevute. La storia dell'istituto è un susseguirsi di grazie.
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Ora è anche <un se> un susseguirsi di grazie per ognuna, particolarmente [per] chi è entrata nell'istituto nei primissimi tempi ed è entrata con fede, cioè non vedendo niente e pensando soltanto a quello che viene detto. Perciò un senso di riconoscenza in tutto il corso <del> dei giorni di esercizi spirituali. Riconoscenza per le vicende storiche in cui Gesù buon Pastore [vi] <ha> ha guidato.
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Poi la formazione delle costituzioni adattate al vostro istituto. E' <un> stato un lavoro intimo, silenzioso, ma era sempre il Signore che guidava.
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Poi come <si> sono aumentate le vocazioni e come si van formando sempre meglio le vocazioni. Il vostro spirito viene dallo Spirito Santo. Ricordare Maria: è lei che stava nel cenacolo [e] che guidava gli apostoli nella preghiera in quei dieci giorni, nove giorni in attesa dello Spirito Santo. Maria che guidava gli apostoli. Voi dovete essere Marie che guidate, in certo senso, non col comando, ma con la preghiera, con l'esempio, con le attività.
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Oh, guardare al futuro! Quanti passi ci sono ancor da fare! Quanto più il Signore <vuò ha> vuole affidar a voi e quanto di più è necessario perché, arrivati a venticinque anni, eh, bisogna anche capire molte cose in più, e guardare di lì avanti. Guardar di più avanti pensando in umiltà: ci mancano tante cose, per ognuna e tuttavia per il complesso <dell> dell'istituto. Il progresso.
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Non si pensi ad istituti che prendono <la> il lavoro nelle parrocchie o <come> gli asili al modo ordinario, altrimenti non occorreva [il vostro istituto] nella Chiesa. Ci son tante suore che operano così: un po' nei catechismi, un poco nelle parrocchie dove fanno... /Voi/ (a) non siete le suore degli asili soltanto. <Le suore dell'> Sì, l'asilo: l'asilo in quanto serve a un punto di stabilità: <dover> dover avere una casa e <una> una vita sufficiente <e cioè> per la parte economica.
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Ma nello stesso tempo <la casa ci sta> d'accanto all'asilo ci sta la casa religiosa. Non siete le suore che vanno in parrocchia e quando vi confrontano: "Eh, ci son mancate le suore che attendevano all'asilo <attend> erano in parrocchia... Ci son mancate, adesso potete mandarci..." "Oh, ma non sapete che cosa noi possiamo mandarvi: Sono le pastorelle! (a), e cioè quelle che condividono l'ansietà, il ministero, l'attività apostolica del parroco".
Maria accanto agli apostoli non solo ha ottenuto lo Spirito Santo, ma ha potuto per qualche tempo ancora, vivente, [esser] guida degli apostoli. "/Giovanni/ (b) ecco tua madre" [Gv 19,27]. Parroco, ecco tua madre!
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Si ha da comprendere assai di più la vostra missione: come Maria accanto agli apostoli. Si pensa che sia vissuta una ventina di anni Maria <dopo l'ascensio> dopo l'Ascensione di Gesù al cielo. Quindi in quella ventina di anni si muoveva la Chiesa: <i par> i pastori erano gli apostoli. E hanno cominciato anche ad eleggere un apostolo e cioè un pastore: gli undici hanno eletto Mattia. [E] Maria [ha guidato] con la preghiera, con l'incoraggiare col dir buone parole, [e] prima con l'ottener lo Spirito Santo.
Devo dire: santificare i pastori.
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Ecco: entrare nello spirito. Quando si va in una parrocchia si pensa <a quei che son pa> a quelli che son passati all'eternità che han bisogno di suffragi e [a] quelli che sono nella fanciullezza, i bambinetti anche, e fino ai morenti. L'accompagnamento!
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Santificare il pastore, come Maria! "Ma noi siamo nello stato di essere soltanto suore, donne: come facciamo?". Fate così: santificate il parroco con la preghiera e con l'esempio, con la riverenza e poi dopo unendovi nelle intenzioni e nelle attività. Ora, ecco, si dice pastorelle e cioè che condividono la pastorale. Prima ancora del 1914 già era stata scritta la vita pastorale (a) sia come periodico (che usciva già prima del 1914) e sia come libro di pastorale (b). Oh!
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Allora non potete essere accomunate: e soltanto con lo spirito andiamo a sostituire <le tali> le tali suore del tale istituto. Affatto! Siete Maria accanto a Gesù: Gesù redentore, lei la corredentrice. Maria è <re> regina apostoli e dei confessori, dei vergini. E' tanto diverso!
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E adesso si dovrà comprender sempre di più e introdurre uno studio particolare della pastorale. Perché lo spirito pastorale nelle edizioni cioè nei libri e nei periodici? E perché si è dovuto tante volte <combia> cambiare: lo spirito pastorale nella liturgia, lo spirito pastorale in quello che è necessario per la Chiesa e cioè i pastori, quindi le Apostoline.
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Ma voi che siete proprio accanto ai pastori così: che vi sentiate intime con il pastore e nello stesso tempo comportarvi come Maria riguardo ai pastori, cioè riguardo ai dodici. Oh.
Adesso per questo si richiedono due cose. Prima, che in ogni casa ci sia una profonda unione: siete tre, siete quattro. Profonda unione: la madre sappia esser madre e le figlie sappiano esser figlie.
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In qualche luogo si è capito, anzi nella maggior parte dei posti si è capito l'ufficio della pastorella. L'avete capito voi <e non capite> e non tutte, ma la maggior parte. Questi esercizi devono farvi vedere il futuro, cioè il progresso, non tanto di case e di numero di persone, ma di spirito pastorale.
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Primo: si richiede l'intimità, perché diversamente ricorrete in più pericoli. Correte più pericoli voi! Perché quelle suore fanno l'asilo e poi, finito, vanno a casa e non pensano più e si trovano lì in famiglia... Ma la pastorella, quando ha finito il suo lavoro, non ha finito. Ha ancora da pregare per la parrocchia e specialmente per il pastore della parrocchia. Ha ancora da esaminare cosa si può fare in quella parrocchia.
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Però bisogna che ci sia l'intimità e che la madre sappia di tanto in tanto guidar la meditazione, così da potere dare l'indirizzo e formare <lo s> l'unione in casa.
Eh, ci saranno delle cose... Non che si deva giudicare il pastore, <e quel> e quando si comincia a criticarlo non <ci> si può più far l'unione, non si può più far la pastorella. Quando si comincia a giudicarlo...
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E Pietro aveva rinnegato Gesù. E Maria lo ha rigettato? No! Lo ha venerato come colui che Gesù aveva eletto come pastore universale della Chiesa. Quindi: intimità nella casa. E la madre deve esser madre e le figlie devono essere figlie.
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Poi si richiede oltre a questo, questa unione, si richiede molta virtù in ognuna, altrimenti dopo ci entra qualche cosa di umano, tanto più che avete alle volte da fare con persone giovani. E poi se il noviziato e stato ben fatto eh, ha irrobustito lo spirito. Se lo spirito non è robusto, corre rischio, eh, allora di perdersi se non è forte.
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Quindi il vostro noviziato deve fortificarvi talmente che viviate in mezzo anche ai pericoli ed essere forti. Sapere dove c'è il pericolo per evitarlo e sapere dove c'è bisogno anche qualche volta, a questo riguardo. Tuttavia, non posso dir altro perché vi sono ancora delle giovani che <non> certamente non hanno ancora in questo momento la grazia di capire.
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La vostra vocazione è difficile (a). A mandar delle suore, un gruppo in un paese non è difficile. Ma fare le pastorelle è difficile. Quindi le aspiranti e poi il postulato, l'aspirandato, [il] noviziato e il tempo di professione temporanea per cui si dà la prova di essere di vero spirito pastorale! Oh.
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Se si ha da benedire il Signore, per cui la congregazione va estendendosi, - eh, quante vocazioni già abbiamo, supponiamo, nel Brasile, sì - , ci vuole uno spirito più profondo e una virtù più profonda. Quindi due cose di base: la unione intima, la madre che non si faccia <sentir madre sup> sentir superiora, ma madre; e le figlie <non si> non si considerino delle suddite, ma delle figlie. Questo salva da tanti rischi. E non solo salva, ma soprattutto diviene uno spirito costruttivo nell'intimo della casa, cioè la vita sempre più pastorale e di pastorelle secondo le costituzioni; questa unione di case <e posta> e questa unione delle case con la casa madre.
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In secondo luogo ci vuole <più fo> più virtù. Ci vuole più virtù. Eh, <fanno la pa> fanno in tanti istituti la professione, sono suore di clausura, e anche che son giovani lì son custodite: son custodite dalle regole, son custodite <dal> dai portoni chiusi e dalle inferriate. [Ma voi] <non> siete invece un po' allo sbaraglio.
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Poi anche molte altre suore, che non son di clausura, <ma> non hanno quell'attività apostolica a cui siete chiamate voi, e quindi sono sempre guardate in qualche maniera. E anche se le Figlie di san Paolo vanno in giro a diffondere, ma poi si riuniscono a casa. Poi hanno il sabato e la domenica per/ (a) ricostituirsi spiritualmente.
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Voi: la domenica è ancor più impegnata per voi. Anzi è la giornata - diciamo - <di> veramente di domenica, cioè del giorno del Signore <e della> e della unione tra il Signore e le anime. In questo dunque due cose: l'unione in casa e la maggiore fortezza spirituale.
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Questa fortezza però viene in terzo luogo, ma prima ci dev'essere la prudenza, secondo la giustizia, poi c'è la fortezza e quindi la temperanza. Temperare. E vuol dire: non allo sbaraglio. Non una morale che va diffondendosi un po' dappertutto: dobbiamo veder tutto, sentir tutto... non ci son pericoli, anzi bisogna saper tutto il male...
Questa dottrina oh, no dottrina, questa falsa dottrina... Nella enciclica <Virginitas> Sacra Virginitas, Pio XII ha due pagine che sono ricche di sapienza e cioè: ci vuole sempre la prudenza.
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Sempre governare l'anima nostra. I nostri sensi: e gli occhi, e l'udito, e il tatto, anche l'odorato, quanto più poi la lingua e il tatto. E il governo della mente, dei pensieri, il governo del cuore, il governo della volontà.
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Con questi principi così sbagliati non si forma più la coscienza. <In certi> In certi ambienti non la coscienza, ma la morale del caso, delle circostanze, dell'ambiente, della convenienza, del galateo, si direbbe anche, ecc. Il galateo va prima con Gesù, anche se si dovesse essere un po' sgarbati con gli uomini. Galateo prima <di> verso Gesù!
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Oh, per questo avviarvi a una vita pastorale vera, perché è proprio la condivisione dell'ufficio del parroco e del vescovo. Vi dovete diventare maestre di catechismo <con la> con la psicologia <con la pre> con le altre scienze affini, oltre che ci vuole lo studio <dei> del catechismo: del dogma, della morale, della liturgia, cioè del culto. E lì c'è tanto da fare! E in questo l'aiuto al parroco. Sì!
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E occorrerà non solamente essere buone catechiste, ma <diven> formare scuole di catechismo, voglio dire scuole per formare le catechiste. Arrivare lì! Per questo ci vuole una dottrina teologica un po' più ampia, e una dottrina morale un po' più ampia, e una liturgia un po' più ampia. Conoscenza! Perché? Formare le catechiste in una diocesi, formare le catechiste in ogni parrocchia, sì.
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La pastorale <del bam> per il bambino. In questo anno hanno dato lo sviluppo molto grande alla pastorale del turismo, cioè di queste colonie, per esempio: colonie al mare, colonie ai monti, varie colonie. E si è molto sviluppato questo argomento e continua a esser pubblicato. Ora: parte /per/ (a) voi importante lì dentro!
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Come formare le giovani che in generale vengono al catechismo, ma rendere il catechismo così adatto e così attraente che a dodici anni non vi abbandonino. E poi vengono assorbite dai divertimenti e dai pericoli del tempo. Allora, come tenervi /legata/ (a) la gioventù femminile?
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Qui la pastorale si sviluppa molto largamente, molto largamente. Perché vi sono suore che sono dedicate agli ospedali, ma le mandano tutte a far due, tre anni per infermiere. E' <la loro pro> la loro missione. Voi qui: potervi legare la gioventù, perché poi quando si lega <la ver> la gioventù a voi, indirettamente si fa il bene alla gioventù maschile.
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Dovete /arrivare/ (a) a predicare! A predicare agli uomini. E' un'esagerazione? Maria predicava lei ai dodici quando Gesù è salito al cielo e si son trovati smarriti e stavan ancora guardando in aria, e si sentivano soli... Ma c'era Maria. C'era Maria!
Perché vedo che nelle adunanze e nelle settimane catechistiche che hanno fatto le Figlie vanno più uomini che donne alle conferenze, proprio anche al catechismo. In qualche luogo dove spiegano il catechismo, eh, lo sentono volentieri <non dal> non tanto dal parroco quanto dalla suora.
394
La pastorale per il malato; la pastorale, sì, del turismo - questo detto - ; la pastorale per lo scolaro [e] gli ambienti in cui si /trova/ (a). La pastorale quindi anche /per gli/ (b) uomini, ma in modo particolare per i poveri, per gli operai.
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Vedete, è un continuo lottare contro il clero: dolorosamente molto contro l'episcopato e poi contro i sacerdoti - così - che sono nelle parrocchie.
Chi sta da cuscinetto fra questo complesso di uomini e il parroco? Cuscinetto? La suora! Ah, voi direte che siete ancor giovani, <non> non tutte giovanissime no. Ma, a poco a poco gli anni passano e viene il tempo (a).
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La pastorale va guardata in senso generale. Proprio leggere i libri di pastorale che sono scritti: e ce ne sono dei libri che sono un po' arretrati, [ma] ci sono dei libri che sono già più aggiornati al tempo presente. Cosa si fa leggere in quella parrocchia? <Si leggo> Tutti leggono soltanto... che cosa? Periodici comunisti o socialisti?
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Ci sia la biblioteca ad esempio. Si venga a fondare <e sia> e si costituisca. [Si] costituisca e che operi per mezzo di qualche giovane. Cominciar ad avviare un po' le giovani alle opere di zelo, perché allora troverete anche più facilmente le vocazioni per voi. D'altra parte la lettura ha una parte importantissima, perché la stampa è la parola di Dio data in una maniera adatta e - secondo gli ambienti dove va - accanto alla parola del prete.
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E se oggi <vanno più ai catechi> non vanno più ai catechismi parrocchiali, cioè alla domenica sera... Si facevano generalmente le funzioni: vespro, predica, cioè catechismo ragionato, catechismo per adulti, poi la benedizione. Ma oggi in quante parrocchie non si fa più; e in quante parrocchie, ancor dove si fa, è ridotto l'uditorio, la partecipazione.
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La pastorale della domenica come diviene? Armarvi della donna forte. Non sentiranno più <il padr> il pastore, il prete, sentiranno voi. E' una missione che dovete sempre più non solo considerare, ma soprattutto viverla. Viverla, perché tutta la Famiglia Paolina è ordinata alla pastorale: chi in una parte, chi un'altra. Lo spirito di san Paolo, specialmente per le letture, quindi i libri, i periodici, la diffusione della bibbia, ecc.
400
Poi pastorale delle vocazioni. Il lavoro sulle vocazioni: come aiutare il bambino, come aiutare la bambina... Quando già c'è quell'occhio illuminato da Dio, questo figliuolo, questa figliuola può essere consecrata a Dio. Accudire, cioè cercare di avvicinare di più e dare quell'alimento che è necessario perché la vocazione non solo si conservi, ma s'irrobustisca e poi sia corrisposta a suo tempo.
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E poi entrare nel campo della donna, Eh, non soltanto perché ora tante donne lavorano fuori di casa, nelle fabbriche e [in] altri posti, ma anche come ha da regolarsi la madre.
Vi è <un complesso> un complesso di cose su quel punto che è necessario che vi allarghiate un po' nell'istruzione e nello stesso tempo sempre accompagnate in tutto dalla fortezza. Oh! A poco a poco, sì, fino a condividere la attività della Chiesa come membra vive ed operanti nella Chiesa: l'azione dei vescovi, l'azione dei parroci.
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E poi abbiamo da suscitare sempre di più l'apostolato dei laici. Che la gioventù si formi anche più forte, onde poi abbiamo nelle parrocchie, nelle diocesi, nella Chiesa un apostolato dei laici forte, sempre più largo. E su questo apostolato la Chiesa conta molto.
Al Concilio Ecumenico Vaticano II si dà uno sviluppo notevole su questo punto. E l'argomento principale che vien trattato al Concilio Ecumenico e che sarà più svolto è il pastorale! E' il vostro argomento, in cui voi avete interessamento perché condividete l'azione dei pastori nella Chiesa.
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Ora ho fatto qualche accenno di qualche cosa, ma <è so> questo è perché vi /allarghiate/ (a) col pensiero. Guardate in avanti nella vostra vita. Pensare che siamo all'abicì. Siamo all'alfabeto. Allora bisogna passare in seconda, in terza, in quinta, eh! (b).
404
Avanti, con coraggio, sì! Grande è la vostra missione. Deve entusiasmare <tutti i> tutti i cuori. Se sapessero e capissero le giovani la bellezza del vostro apostolato, la bellezza della vostra missione! E poi quando si entra non si vorrebbe perdere un minuto perché tutto è prezioso. Dappertutto imparare! E non solo imparare, ma ricevere e fare quello che viene detto. Oh.
405
Quindi dopo tanto che si è fatto per diffonder lo spirito pastorale, ecco si è conchiuso che il Papa ha messo dopo gli studi teologici, ai nuovi sacerdoti, un anno di pastorale. Così! Ma nello spirito di qualche altra nazione, per esempio gli Stati Uniti di America (America del Nord), si può dire che più studiano la pastorale che la teologia. La teologia la studiano pressappoco come metà, rispetto all'altra metà della pastorale: cioè non solamente sapere, ma saper come far entrare e cioè come diffondere le verità, predicare; e come guidare le anime, e come santificarle.
406
Perché... non possiamo solamente conoscere la dottrina e la morale e la liturgia; ma far vivere nella mente degli uomini i principi della vita cristiana <dogma> come fede e come morale; e poi la pratica della liturgia particolarmente nell'accostarsi ai sacramenti e nel capire la messa, nel confessarsi e comunicarsi frequentemente. Che grande cosa avete!
407
Io credo che davanti alla grande missione ci sentiamo piccoli piccoli (a). Non può esser diverso. Piccoli, ma fede insieme. Il Signore che ha fatto tutto quel che ha fatto, farà di più per voi, sempre di più, a misura della vostra fede. Umiltà e fede.
408
Hanno già fatto qualche anno di pastorale, ma <hanno pe> hanno solamente cominciato. Eh, si credono già di far molto bene e persino a giudicare e condannare. E allora non si è capito cosa sia lo spirito [di] pastorella. Dobbiamo sempre meglio capirlo e sempre meglio sentirlo e seguirlo, sì.
409
Avanti dunque e guardando il futuro. E con questo ci vuole anche il crescere delle vocazioni, perché le opere si fanno con le persone. E se l'istituto ha un numero maggiore di persone potrà allargarsi e fare.
410
Oh, <ci> occorrerebbero in tutte le parrocchie un gruppetto di suore. Ma suore formate bene, vere pastorelle! Quale progresso nella Chiesa di Dio! Più moralità, più coscienza, più spirito cristiano! (a). Vedete che divengono materialisti: solamente la terra, il guadagno, il piacere.
411
Portare questo spirito (a) che è lo spirito di Gesù Cristo, che è lo spirito di Gesù buon Pastore.
Dunque: umiltà e fede per quel che tutto vuole e tutto si aspetta Gesù da questo istituto: Gesù!

Ariccia (Roma)
26 agosto 1963

412

* Cf. Meditazione n. V.
361 (a) La congregazione ricorda e celebra il XXV di fondazione.
(1) Ariccia (Roma), 26 agosto 1963

367 (a) R: noi.

368 (a) In tono scandito.
(b) V: Omette.

371 (a) Rivista mensile per il clero, fondata da G. Alberione in Alba (Cuneo). Controversa la data tra il 1913 e il 1916.
(b) ALBERIONE, Appunti di Teologia pastorale, Torino Lit. Viretto, 1912. Cf. Dam, pag. 15.

381 (a) In tono sentito.

384 (a) R: di.

391 (a) R: a.

392 (a) R: legate.

394 (a) R: venire.

395 (a) R: trovano.
(b) R: gli.

396 (a) In tono allegro.

404 (a) R: allargate.
(b) R: in tono lieto.

408 (a) In tono sentito.

411 (a) In tono profondo.

412 (a) In tono profondo e grave.