Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XLIII
SAN PAOLO
Febbraio-Marzo 1968
Roma Casa Generalizia,

AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)

S. GIUSEPPE 1968

I Sacerdoti, Discepoli, Chierici, Novizi, aspiranti e tutti i membri della Famiglia Paolina, augurano al loro venerato Fondatore e Superiore Generale, lieto e santo onomastico.
Insieme pregano S. Giuseppe perché lo conservi ancora a lungo in mezzo a loro.
Lo ringraziano per la sua assistenza in questo periodo di preparazione al Capitolo; per la sua costante preghiera; per le sofferenze che ogni giorno offre a Dio per loro.
Confermano la loro devozione, riconoscenza e fedeltà alle direttive.
Si impegnano a dare il loro contributo per la buona riuscita del Capitolo, conservando intatti gli ideali paolini che ci ha comunicato nel nome di Dio.


AGGIORNAMENTO E REVISIONE
DELLE COSTITUZIONI E CAPITOLO GENERALE

Sono già stati pubblicati il «San Paolo» n. 4 e n. 5, con il questionario indicativo e le direttive generali per l'aggiornamento delle Costituzioni.
Il Consiglio Generalizio ha ora costituito una Commissione che dovrà prendere in considerazione i suggerimenti proposti e preparare il materiale di discussione che verrà sottoposto al Capitolo Generale che si celebrerà nell'aprile del 1969.
La Commissione è costituita dai seguenti membri:
D. Rolfo Mariano - Presidente
D. Poggi Cipriano
D. Lamera Atanasio
D. Perino Marcello
D. Pierini Salesio
Fratel Grossetti Paolo

Essi sono affiancati da sette consultori, uno per Provincia:
Per la Provincia Argentina: D. Zambelli Giuseppe
Per la Provincia Brasiliana: D. Bosio Bernardo
Per la Provincia Giapponese: D. Kuwajima Luca
Per la Provincia Indiana: D. Anselmo Poovathanikunnel
Per la Provincia Italiana: D. Zilli Gabriele
Per la Provincia Spagnola: D. Perez Timoteo
Per la Provincia degli Stati Uniti: D. Vittoria Teodoro.
Il compito dei Consultori è quello di rappresentare il pensiero della Provincia. Essi dovranno comunicare con la Commissione, la quale a sua volta potrà richiedere il loro intervento su questioni particolari, sia per scritto, sia di presenza, se lo crederà necessario.
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Il lavoro della Commissione inizierà con il 1.o maggio 1968, termine ultimo per presentare i propri suggerimenti, sia personali che della comunità.
Per rendere più libera l'espressione di ogni membro, le proposte debbono essere inviate direttamente a D. Rolfo Mariano - Casa degli Scrittori - Via S. Francesco, 52, - 00041 - ALBANO (Roma).
Esse debbono essere firmate, ma il nome del proponente sarà tenuto segreto.
Nel mese di settembre prossimo, saranno indette le consultazioni per eleggere i membri che dovranno partecipare al Capitolo Generale.
Per rendere più ampia la partecipazione dei membri al Capitolo, anche le Regioni eleggeranno due rappresentanti: un Sacerdote e un Discepolo, con gli stessi diritti delle Province. Si è tuttavia creduto bene, unire qualche casa direttamente dipendente dalla Casa Generalizia al corpo elettorale delle Regioni meno numerose, in questo modo:
Alla Regione Colombiana si è unita la casa di Caracas (Venezuela).
Alla Regione Filippina si è unita la casa di Homebush (Australia).
Alla Regione Anglo-Irlandese le case di Apelaçao (Portogallo); Arpajon (Francia); Remscheid (Germania).
Le Regioni Canadese, Messicana, Congolese eleggono i rappresentanti tra i membri delle loro case.
La Commissione, terminato il suo lavoro, invierà ai membri capitolari e ai Consultori il risultato. Così potrà avere nuovi suggerimenti, proposte, emendamenti.
Si pensa in questa maniera che quando il Capitolo Generale si riunirà, il materiale di aggiornamento sarà stato già abbondantemente discusso e sarà quindi possibile giungere a delle conclusioni, senza troppe lungaggini.

Quali criteri seguire per l'aggiornamento?
Premesso che noi paolini siamo nati in questo secolo, che in alcune cose abbiamo anticipato le direttive del Concilio Vaticano II, che abbiamo vivente il Fondatore, riporto qui le norme pubblicate sul libro "Rinnovamento della vita Religiosa" a cura del Vescovo di Anagni:
a) Il rinnovamento e aggiornamento si fonda in ultima analisi in ciò che è la regola suprema della vita religiosa, cioè la sequela Christi che il Vangelo propone (n. 2, a);
b) Venga realizzato nella fedeltà allo spirito e agli ideali propri dei Fondatori e alle sane tradizioni degli Istituti, attraverso le quali sono determinati ed espressi il loro carattere speciale e il loro compito nella Chiesa; infatti il conservare tale varietà di spirito è un bene per la Chiesa (n. 2, b);
c) Il rinnovamento, perciò, comporta il continuo ritorno sia "alle fonti di qualsivoglia vita cristiana", sia "alla ispirazione primitiva degli Istituti" (n. 2, inizio);
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d) L'aggiornamento, ossia l'adattamento alle condizioni cambiate dei tempi, importa innanzi tutto che, a seconda di quanto è richiesto dai tempi presenti, «tutti gli Istituti partecipino alla vita della Chiesa e secondo l'indole loro facciano propri e sostengano (...) le sue iniziative e gli scopi che essa si propone» (n. 2, c). Perciò i membri vengano convenientemente istruiti «sulle condizioni dei tempi e degli uomini e sui bisogni della Chiesa» (n. 2, d);
e) Tale rinnovamento e aggiornamento si fondi più nell'intimo rinnovamento spirituale che nella moltiplicazione delle leggi (n. 2, e, e n. 4, fine). Si abbia perciò la massima cura di quegli elementi costitutivi intimi della vita religiosa comune a qualsiasi forma di essa, specialmente lo spirito di orazione e la preghiera stessa, attingendoli dalle "fonti genuine della spiritualità" (nn. 5 e 6);
f) Incida largamente sul modo «di vivere, di pregare e di agire» e secondo i criteri fissati sia sottoposta ad esame anche la forma di regime. Sia perciò convenientemente riveduta la stessa legislazione interna degli Istituti (n. 3);
g) Perché tutto ciò proceda rettamente, non deve essere realizzato secondo il piacere di ciascuno, ma «sotto l'influsso dello Spirito Santo e la guida della Chiesa" (n. 2), "con la collaborazione di tutti i membri dell'Istituto» (n. 4).

A conclusione riporto due esortazioni del S. Padre rivolte a due Congregazioni Religiose che si apprestavano a compiere il loro rinnovamento.
Il 24 settembre 1967, rivolgendosi ai Padri Capitolari della Congregazione del Ss.mo Redentore, il S. Padre così si esprimeva:
«Né dovete lasciarvi trascinare da un inconsulto desiderio di novità, che tutto affidi all'arbitrio. Nel rinnovamento di qualsiasi aspetto disciplinare, occorre - come prescrive il Concilio - riconoscere e conservare fedelmente lo spirito e le intenzioni particolari dei fondatori, che nel loro insieme costituiscono il patrimonio di qualsiasi istituzione. (Decr. Perf. Caritatis n. 2).
Si tratta piuttosto di un'opera di rinnovamento, che rimuova quanto di devio, inutile o superato può essersi infiltrato nei vostri regolamenti cosicché il volto della vostra Congregazione, senza macchia e senza ruga, risplenda del primitivo fulgore e rivesta quella sacra forma ed immagine, che il vostro Padre Legislatore volle impressa. In tal modo la
lettera delle vostre regole potrà cambiare, mentre lo spirito rimarrà integro».
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Il 22 gennaio 1968, così parlava ai Capitolari della Società del Verbo Divino:
«In rapporto a ciò, è necessario che siate guidati nel vostro lavoro da due propositi principalmente, il primo dei quali si riferisce al ristabilimento delle cose pristine (pristinorum restaurano), onde rifulga nella vostra Società quella bellezza originaria che il vostro fondatore e legislatore ebbe in mente e volle realizzata.
Anzitutto perciò abbiate a cuore di ripensare il significato della dottrina spirituale e della sua pratica attuazione, che fu propria e particolare del vostro fondatore Arnoldo Janssen.

Occorre poi che riconsideriate il fine principale del vostro Istituto, che si rivolge all'incremento delle missioni e alla promozione dell'educazione cattolica dell'intelligenza, il cui fondamento deve però essere sempre quella consacrazione per la quale vi siete votati a Dio e a Cristo. Perciò l'attività apostolica deve sempre ottemperare alle esigenze di tale vostra consacrazione e religiosità, conforme a quel detto: «Cercate anzitutto il Regno di Dio». Riguardo a ciò non cambiate le vostre costituzioni, perché se questo esimio bene spirituale venisse rimosso dal suo posto, facilmente ne conseguirebbe un grave detrimento, poiché è necessario che la consacrazione rimanga come la forza che spinge gli animi verso tutte le attività e quindi anche verso tutti gli aspetti del vostro apostolato, non escluso il lavoro missionario.
Mossi perciò dallo spirito del vostro padre fondatore, rinnovatevi per quanto concerne l'amore per la Chiesa: amatela, riguardando la sua forma autentica, quale è stata proclamata dal primo e secondo Concilio Vaticano.

L'altro proposito verso cui dovete principalmente rivolgere le vostre sollecitudini è questo: di conformare la vostra disciplina religiosa alle condizioni del tempo attuale, soprattutto per quanto riguarda la formazione culturale e lo svolgimento dell' apostolato missionario.
Se ciò indubbiamente richiede che venga eliminato quanto può essere divenuto meno opportuno o superato, ci si deve però guardare da cambiamenti radicali e indiscriminati. Un tale modo di procedere dovrebbe definirsi distruzione e non rinnovamento».

SAC. DAMASO ZANONI

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SAN GIUSEPPE PROTETTORE DELLA COMMISSIONE

La Commissione per l'aggiornamento e la revisione delle Costituzioni, viene messa sotto la protezione di San Giuseppe.
San Giuseppe è stato Protettore della Sacra Famiglia.
San Giuseppe è Protettore della Chiesa Universale.
San Giuseppe è stato Protettore del Concilio Vaticano II.
La protezione di San Giuseppe in primo luogo interessa i Discepoli del Divin Maestro. Questi hanno due parti nell'apostolato: tecnica e diffusione, mediante gli strumenti della comunicazione sociale (stampa, cinema, radio, televisione, dischi, e simili).
Il Sacerdote Paolino compie due uffici: il ministero e la redazione scritta, entrambi sotto la protezione di San Giuseppe.
Tutti i Pontefici, da Pio IX a Paolo VI, in varie maniere hanno parlato e scritto sulla protezione di San Giuseppe.
È utile leggere il libro: «San Giuseppe nella Scrittura e nella vita della Chiesa» di Adelmo Marrani (Edizioni Paoline).

La missione di san Giuseppe:
«... Un Angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua Sposa, perché colui che in lei è stato concepito è opera dello Spirito Santo. Essa darà alla luce un figlio e tu gli porrai nome Gesù... ».
«...Un Angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe, e gli disse: Alzati, prendi il Bambino e sua Madre, fuggi in Egitto e restaci finché non t'avviserò, perché Erode cercherà il Bambino, per farlo morire».
«Morto Erode, ecco un Angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe, in Egitto, e gli disse: «Alzati, prendi il Bambino e sua Madre, e va' nella terra d'Israele...».
Gesù, a dodici anni, si fermò fra i Dottori nel Tempio. Trovatolo, Maria gli disse: «...tuo padre ed io, addolorati, andavamo in cerca di te». «Poi scese con essi, venne a Nazaret e stava loro sottomesso».
San Giuseppe sempre capo della Sacra Famiglia.
Le tre sante Persone di Nazaret vivevano in povertà, castità e obbedienza. Nella loro vita operavano in silenziosità e si santificavano nella preghiera e nel lavoro.
Scriveva Papa Giovanni XXIII: «Con Gesù e con la Madre sua Maria, se ne veniva innanzi San Giuseppe, anche lui, per prendere finalmente il suo posto, che la Provvidenza, nell'ampia visione dei secoli e nello sviluppo meraviglioso del Corpo Mistico, gli aveva affidato».
«Quando Maria e Giuseppe si diedero la mano per l'unione coniugale si strinsero assieme per Cristo» (O. Hoplan).
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Per quattordici secoli, nella cristianità si fece silenzio su San Giuseppe; ora, da sei secoli San Giuseppe è tanto conosciuto, predicato, invocato.
a) Il primo intervento ufficiale della Chiesa, risale all'anno 1481, quando il Pontefice Sisto IV istituì la festa di San Giuseppe e la inserì nel Breviario e nel Messale.
b) Il Concilio di Trento (1545-1563), contribuì ad estenderla a tutto il mondo cattolico con la liturgia.
c) Il Papa Clemente XI, col Decreto del 4 febbraio 1714, stabilì che si festeggiasse San Giuseppe con Messa ed Ufficio propri.
d) Innocenzo XI (1676-1689), concesse ai Carmelitani (di Spagna e d'Italia) l'Ufficio e la Messa propria del Patrocinio di San Giuseppe, nel 1680.
e) Pio VII, nel 1809, approvò la festa del Patrocinio per la diocesi di Roma.
f) Pio IX (1846-1878) estese a tutta la Chiesa, il 10 dicembre 1847, la festa del Patrocinio di San Giuseppe, determinandola nella terza domenica dopo Pasqua.
Nel 1867 era stata presentata all'approvazione del futuro Concilio Vaticano una supplica perché venisse costituito San Giuseppe a «primo Patrono e principale Custode della Chiesa cattolica».
L'8 dicembre 1870, il Pontefice Pio IX proclamò San Giuseppe Patrono della Chiesa Universale.
g) Papa Leone XIII, che fu il «Teologo di San Giuseppe» per gli otto Documenti da lui emanati sulla Sacra Famiglia di Nazaret, promulgò la magistrale Enciclica «Quamquam pluries» (1889) sul fondamento teologico del Patrocinio di San Giuseppe; riassunta nella fervida preghiera: «A te, o beato Giuseppe... stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio... ».
h) San Pio X, il 18 marzo 1809, approvò le Litanie di San Giuseppe, composte dal Cardinal Lépicier, su incarico del Papa stesso. San Giuseppe viene invocato «Spes aegrotantium» e «Patrone morientium».
i) Benedetto XV, nel Motu Proprio «Bonum Sane» (1920), di fronte ai pericoli del comunismo incipiente, propone San Giuseppe a Patrono e modello degli operai.
l) Pio XI, nell'Enciclica «Divini Redemptoris» pose «la grande azione della Chiesa Cattolica contro il comunismo ateo mondiale, sotto l'egida del potente Protettore della Chiesa; San Giuseppe».
m) Pio XII, nel 1955, istituì la festa liturgica di «San Giuseppe Artigiano» il primo giorno di maggio.
n) Giovanni XXIII elesse San Giuseppe Patrono del Concilio Ecumenico Vaticano II e introdusse nel Canone della Messa il nome di San Giuseppe, subito dopo quello di Maria, nel «Communicantes».
o) Il Papa Paolo VI, in vari discorsi ha messo in evidenza le virtù ed il patrocinio di San Giuseppe.

Vi è la «Pia Unione del Transito di San Giuseppe», per aiutare i moribondi, specialmente coloro che muoiono di morte violenta o improvvisa.

Sono numerosi gli Istituti Religiosi che hanno un culto particolare a San Giuseppe: i Carmelitani, i Giuseppini, i Certosini, i Domenicani, i Servi di Maria, i Francescani, i Vallombrosani, gli Agostiniani, i Gesuiti, l'Ordine della Visitazione, i Preti della Missione e molti altri maschili e femminili.
«La potenza della protezione di San Giuseppe è grande».

Nel 1964, dal 7 al 12 settembre, si è tenuta a Roma, la II Settimana Giuseppina, col tema «San Giuseppe nella vita spirituale».
Nel 1965 (8-11 settembre) il «Movimento Giuseppino Italiano» ha celebrato a Roma la III Settimana Giuseppina.
Questa organizzazione italiana prepara con rinnovato fervore i trionfali festeggiamenti che nel 1970 verranno tributati a San Giuseppe nel centenario della sua proclamazione a «Patrono della Chiesa Universale», venendo incontro al desiderio degli operai.

SAC. G. ALBERIONE

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