Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

Anno XLII
SAN PAOLO
Agosto-Settembre 1967
Roma Casa Generalizia,

AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)

AGGIORNAMENTO E REVISIONE DELLE COSTITUZIONI

Ai Reverendissimi Superiori Provinciali, ai Delegati Regionali,
ai Superiori delle Case, a tutti i Sacerdoti
e a tutti i Professi Perpetui della Pia Società San Paolo

Roma, 25 settembre 1967


Carissimi,

Per attuare, anche nel nostro Istituto, il così detto «aggiornamento» della vita religiosa e la revisione delle nostre Costituzioni, dovrà essere a suo tempo celebrato un Capitolo Generale che non sarà solo ordinario, ma anche speciale (cfr. Motu proprio «Ecclesiae sanctae», II, n. 3).
A tale fine è necessario, prima di tutto, aver ben presente ciò che il Concilio Ecumenico Vaticano II e la Santa Sede hanno stabilito. Giova pertanto rammentare, tra le altre, le seguenti deliberazioni conciliari e post-conciliari:

1. «Stabilire le norme dell'aggiornamento e fissarne le leggi, come pure determinare un sufficiente e prudente periodo di prova, è compito che spetta soltanto alle competenti autorità, soprattutto ai Capitoli generali, salva restando, quando sia necessaria, l'approvazione della Santa Sede o degli Ordinari dei luoghi, a norma del diritto» (Decreto «Perfectae caritatis» n. 4).

2. «La parte principale nel rinnovamento e adattamento della vita religiosa spetta agli Istituti stessi, i quali lo faranno specialmente mediante i Capitoli generali» (M. P. «Ecclesiae sanctae», II, n. 1).

3. «Per promuovere il rinnovamento e l'adattamento nei singoli Istituti, si riunirà, entro due o tre anni al massimo, uno SPECIALE CAPITOLO GENERALE, ordinario o straordinario. Questo capitolo si potrà tenere in due periodi distinti, con un intervallo di tempo in genere non di più di un anno, se il Capitolo stesso avrà così deciso a suffragio segreto» (l. c., n. 3).
Per noi dovendosi celebrare il capitolo ordinario nei primi mesi del 1969, in tale data sarà pure celebrato il Capitolo generale speciale.

4. Tutti i membri vanno, in qualche modo, consultati. «I Superiori, in tutto ciò che riguarda le sorti dell'intero Istituto, consultino ed ascoltino come si conviene i propri sudditi» («Perfectae caritatis», n. 4).

5. «Il Consiglio generale, nel preparare questo Capitolo (speciale) provveda convenientemente ad un'ampia e libera consultazione dei membri e ne coordini opportunamente i risultati, come sussidio e direttiva del Capitolo stesso. Tutto questo si potrà fare, ad esempio, consultando i Capitoli conventuali e provinciali, costituendo delle Commissioni, proponendo questionari, ecc.» (M. P. «Ecclesiae sanctae», II, n. 4)
~
Spetta pertanto al Consiglio generale preparare il Capitolo speciale, provvedendo ad una ampia e libera consultazione di tutti i membri dell'Istituto e coordinando tutto il materiale che sarà frutto di tale consultazione, affinché l'opera del Capitolo sia aiutata e diretta. In conseguenza di ciò, ho creduto opportuno inviare un questionario, affinché tutti i Paolini possano liberamente rispondere. Naturalmente tale questionario è solo indicativo, essendo ognuno libero di aggiungere o proporre anche altre questioni. I Provinciali e i Delegati regionali potranno organizzare la consultazione dei membri o attraverso ai Capitoli locali o in altro modo.
Affinché la consultazione di tutti i professi sia fatta in modo adeguato e utile, si dovrebbe aver presente.

1) È necessaria la cooperazione di tutti i Superiori e sudditi: a) per «rinnovare in se stessi la vita religiosa»; b) per «preparare lo spirito dei Capitoli»; c) «per lo svolgimento dei medesimi»; d) «per osservare fedelmente le leggi e le norme emanate dai Capitoli stessi» (M.P. «Ecclesiae sanctae», II, n. 2).

2) Nell'esaminare e nel rispondere ai quesiti del questionario, è necessario conoscere: a) i documenti conciliari, specialmente le Costituzioni «Sacrosanctum Concilium» e «Lumen gentium» (cap. V e VI), i Decreti «Christus Dominus», «Perfectae caritatis», «Optatam totius», «Presbyterorum Ordinis», «Ad gentes»; b) i Documenti posteriori della S. Sede, specialmente il Motu Proprio «Ecclesiae sanctae» e le Istruzioni circa l'ordinamento della sacra Liturgia.
Tra le molte e ottime cose contenute in questi Documenti, giova notare:
a) «Essendo la vita religiosa innanzi tutto ordinata a far sì che i suoi membri seguano Cristo e si uniscano a Dio con la professione dei consigli evangelici, bisogna tener presente che le migliori forme di aggiornamento non potranno avere successo, se non saranno animate da un rinnovamento spirituale, al quale spetta sempre il primo posto anche nelle opere esterne di apostolato» («Perfectae caritatis», n. 2, e).
b) «Essendo norma fondamentale della vita religiosa il seguire Cristo come viene insegnato dal Vangelo, questa norma deve essere considerata da tutti gli Istituti come la loro regola suprema» («Perfectae caritatis», n. 2, a).
c) «Si riconoscano e si conservino lo spirito e le finalità dei FONDATORI, come pure le sane TRADIZIONI, poiché tutto ciò costituisce il patrimonio di ciascun Istituto» («Perfectae caritatis», n. 2,a e M. P. «Ecclesiae sanctae», II, n. 12,a).
d) «Dalle Costituzioni sia tolto quanto ormai è superato, o quanto risulta mutevole secondo gli usi di un determinato tempo, oppure è legato ad usi unicamente locali. Quelle norme invece che sono connesse al tempo presente, alle condizioni fisiche e psichiche dei membri, come pure a circostanze particolari, siano raccolte in codici supplementari, chiamati «direttori», libri di usanze o con altri nomi» (M. P. «Ecclesiae sanctae», II, n. 14).

3) «Il compito dei Capitoli non si esaurisce soltanto nella emanazione delle leggi, ma essi devono inoltre incrementare la vitalità spirituale e apostolica» (M. P. «Ecclesiae Sanctae», II, n. 1).
La presente lettera circolare ha solo lo scopo di indire la consultazione di tutti i membri della Pia Società San Paolo, così come è voluta dal Concilio Ecumenico Vaticano II. A suo tempo, sarà poi comunicata la data da cui avrà inizio il prossimo Capitolo generale ordinario e speciale.

SAC. G. ALBERIONE

~
QUESTIONARIO

Citazioni:
L.G. = Cost. «Lumen gentium». S.L. = Cost. «De Sacra Liturgia». P.C. = Decreto «Perfectae Caritatis». O.T. = Decreto «Optatam totius». CD. = Decreto «Christus Dominus». E.S. = Motu Proprio «Ecclesiae Sanctae». Const. = Costituzioni.

1. Il fine della Società
1. La nostra Società, sull'esempio della Chiesa che esamina se stessa in un modo nuovo, quale coscienza di sé deve acquistare, secondo i Documenti del Concilio Vaticano II, specialmente L.G., cc. V e VII, e P.C.?
2. Come bisognerà servirsi, oggi, dei mezzi essenziali richiesti dal fine speciale della nostra Congregazione?
3. Per rispondere a quanto prescrive E.S., II, 12, come dev'essere ordinato il testo della nostra legislazione, considerando i princìpi evangelici e teologici della vita religiosa, nonché le circostanze di tempo, luogo e persone?

2. La vita della Società

I - La formazione dei membri
4. Le condizioni per la preparazione (es. le Scuole Apostoliche) e per l'entrata in Società (età, maturità psicologica, studi...) devono essere in qualche modo modificate?
5. L'inizio, la durata, la struttura del noviziato, nonché la durata e le modalità della professione temporanea devono essere mutati?
6. L'ufficio del Maestro dei novizi dev'essere regolato diversamente?
7. C'è qualcosa da osservare circa l'attuale struttura delle case di formazione? In qual maniera i giovani vi possono essere preparati meglio a quella vita religiosa, apostolica e fraterna che, in seguito, dovrà essere vissuta nelle varie case?
8. C'è qualcosa da cambiare nell'ufficio del Maestro spirituale degli studenti e nel ruolo che gl'insegnanti hanno nella loro formazione?
9. Come può essere attuato quanto prescrive E.S., II, 36, circa la formazione dei giovani, la quale, «affinché non sia soltanto teorica, sarà completata pure da esercitazioni pratiche nelle opere e negli uffici, in forma di tirocinio, secondo le caratteristiche e condizioni proprie di ciascuna Religione, perchè i membri possano essere inseriti gradualmente in quella vita che successivamente dovranno condurre»?

II - I Discepoli del Divin Maestro
10. Qual è la caratteristica propria della vocazione dei Discepoli in rapporto alla Chiesa e agli uomini del nostro tempo?
11. C'è qualcosa da modificare riguardo all'Ufficio della B.V.M. che, secondo le nostre Costituzioni, i Discepoli devono recitare?
12. Quali mezzi pratici sembra opportuno proporre affinché ai nostri Discepoli sia data quella formazione teologica, spirituale, umana, tecnica,
adeguata alla loro condizione di oggi nella Chiesa? (Cfr. E.S., II, 35).
13. Ferma restando la fondamentale struttura clericale della nostra Società, quale modo si deve trovare «per poter dare gradualmente ai membri, chiamati conversi, cooperatori e con altro nome, il voto attivo in determinati atti della comunità e nelle elezioni, e, in certi uffici, anche quello passivo»? (E.S., II, 27).
~
III - La vita religiosa
14. Secondo il Decreto «Perfectae caritatis», come dev'essere rinnovato il nostro modo di vita:
a) circa il voto di castità (P.C., 12);
b) circa il voto di obbedienza (P.C., 14);
c) circa il voto di povertà: «ricercando e inculcando, secondo le proprie caratteristiche, anche nuove forme, che rendano più efficaci l'esercizio e la testimonianza della povertà nel tempo odierno»? (E.S., II, 23; P.C., 13).
15. Cosa bisogna fare circa quanto prescrive E.S., II, 22, affinché «i Religiosi attendano più degli altri fedeli, alle opere di penitenza e di mortificazione... assumendone anche delle nuove, in relazione al modo di vivere odierno»?
16. Come devono essere considerati i particolari problemi della vita religiosa di quei nostri membri che, per ragione di apostolato o per altro motivo, devono vivere da soli o quasi? Cosa c'è da dire riguardo alle case piccole?

IV - Il governo della Società
17. C'è qualcosa da cambiare nel modo di designare i vari Superiori?
a) Circa la durata dell'ufficio;
b) circa la composizione dei collegi vocali;
c) circa la composizione e l'intervallo dei Capitoli generali, provinciali, locali?
18. In qual maniera i predetti Capitoli possono attuare quanto prescrive il n. 14 della P.C.: «I Capitoli e i Consigli eseguiscano fedelmente i compiti che sono stati loro affidati dal governo, e tutti a loro modo siano l'espressione della partecipazione e delle sollecitudini di tutti i membri per il bene della intera comunità»?
19. C'è qualcosa da cambiare nell'ufficio e nel modo di designare i Consiglieri, specie provinciali e locali?
20. Quali devono essere i limiti, la composizione e l'ufficio del Consiglio locale?
21. Dev'essere accresciuto il potere dei Superiori provinciali?
22. C'è qualcosa da modificare nell'ufficio di quei religiosi chiamati ad aiutare il Superiore provinciale e locale, specialmente del Vicario provinciale e del Vicario locale?

3. L'Apostolato
23. Data la varietà degli Istituti religiosi, nonché la peculiarità del nostro apostolato, quali opere apostoliche, secondo voi, dovrebbero avere la priorità? E in qual maniera tali opere prioritarie possono essere attuate dalle Case, dalle Province e dalla Società?
24. In base a tale priorità e alle necessità urgenti di alcune regioni, come si può provvedere a una più conveniente distribuzione e a un migliore coordinamento delle nostre forze attuali?
25. Quali problemi di vita religiosa e apostolica sono postulati dalle relazioni intercorrenti fra le opere di apostolato della nostra Società e le Conferenze Episcopali delle varie nazioni? (CD. nn. 33-35 e E.S., I, 22-41).
26. In qual maniera l'apostolato che si esercita nelle Missioni può rispondere a quanto esige il Decreto «Ad gentes» e alle norme per la sua attuazione di E.S., III?
~
4. La Sacra Liturgia
27. Come dev'essere adattato il modo di pregare alle diverse condizioni dei membri e delle case? (Cfr. P.C., n. 3).
28. Riguardo alle preghiere e agli esercizi extraliturgici? (Cfr. E.S., II, 21).
29. Riguardo all'orazione mentale?

5. Gli studi
30. Come dev'essere adattata alla nostra «Ratio studiorum» la decentralizzazione richiesta dal decreto O.T., n. 1? Quali elementi comuni vi devono rimanere? Quale opportuno esperimento può essere concesso?
31. Come dev'essere concepita la concentrazione dei nostri studi per ottenere una migliore formazione e una maggiore specializzazione degli studenti?
32. Quando si attua la concentrazione con «la fraterna collaborazione tra più Istituti» (E.S., II, 37), come può essere conservato ciò che è a noi proprio?
33. Come dev'essere attuato quanto prescrive il Decreto O.T. n. 17 circa il rinnovamento dei metodi didattici, affinché l'insegnamento dottrinale tenda a «una vera formazione interiore» degli alunni?
34. In applicazione del Decreto O.T., nn. 14-16, come devono essere ordinati i corsi scolastici e come devono essere programmate le materie di studio?
35. Come devono essere applicate le norme nn. 19-21 del Decreto O.T. riguardanti la formazione pastorale?

NORME PRATICHE PER LE RISPOSTE
1. Per ogni risposta a ogni singola questione si usi un foglio separato, scrivendo solo su una facciata e non sul retro.
2. Le risposte siano dattiloscritte.
3. Si usi, per quanto possibile, la lingua latina; in caso contrario sono ammesse le lingue inglese, spagnola, francese, italiana.
4. Ordine da osservare nelle risposte:
a) Numero delle domande (1, 2, 3,...);
b) Nome della Provincia o della Delegazione regionale, o della casa immediatamente soggetta alla casa generalizia.
c) Nome del religioso.
5. La risposta non deve superare le cinque righe dattiloscritte; i motivi addotti le dieci righe.
6. Le risposte devono pervenire alla Casa Generalizia (Via Alessandro Severo, 58 - ROMA 00145) entro il 1.o maggio 1968.

PER LE VOCAZIONI
Come si fa in qualche altro Istituto religioso, è bene che in tutte le case della Famiglia Paolina si introduca «L'ora di Adorazione per la ricerca e la formazione delle vocazioni». E' bene che si faccia due volte all'anno. Come guida si possono usare i libretti stampati nel Vocazionario di Roma: Ecce venio ut faciam voluntatem tuam, e Azione liturgica per tutte le vocazioni.
~