Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XXII

S. PAOLO
Luglio 1947

Carissimi,
Penso sia bene fare un numero speciale del San Paolo: per dare idea precisa ai Nostri su le Pie Discepole del Divin Maestro, mostrandone il fine, i doveri, i diritti, gli uffici; indicare il trattamento spirituale, economico e prudenziale da usarsi con esse; quanto e come contare sul loro apostolato di vita interiore e preghiera per il frutto del nostro ministero.
Poiché, come avete lavorato e sofferto per la loro istituzione, così possiate vedere per qual via più potete trarre vantaggio dalla loro presenza nella Chiesa e nella Famiglia di San Paolo.
1. Nella mente del Primo Maestro le Pie Discepole risalgono fino al 1908: ed allora erano vedute come la corrente copiosa, che scende dal Tabernacolo, sulle cui sponde s'ergevano e fruttificavano gli alberi sampaolini, che Iddio fece grandi.
Nella volontà e nel proposito entrarono nel 1919, in un'ora molto oscura e pericolosa per le nostre famiglie bambine; si promise a Dio ed al Divin Maestro questo cenacolo di anime totalmente dedicate al Maestro Divino e al Sacerdozio e alla pietà, onde le Famiglie sampaoline sorte per l'apostolato da compiersi con i mezzi più celeri e ubertosi, avessero vita, sviluppo, approvazione, sistemazione.
Nel fatto le Pie Discepole ebbero origine nel 1923 al 10 febbraio; nel 1925 vestirono l'abito azzurro; poi, uniformandosi alle disposizioni di Roma, vennero su di numero e di opere nello spirito proprio, ma nel nome giuridico, nell'abito canonico, nel fine universale delle Figlie di San Paolo; accanto a loro, con loro, negli stessi doveri e negli stessi diritti; conservando nella vita domestica il loro nome, e nell'adorazione il loro abito, e nell'apostolato le loro attività particolari, come mezzo del fine speciale universale.
Il 25 Marzo 1947 un ven. rescritto della Santa Sede concedeva a Mons. Vescovo di Alba la licenza e il potere di erigerle in Congregazione religiosa sui pleni juris; ciò che Mons. Vescovo fece col suo ven. Decreto Virginis Ecclesiae il 3 aprile 1947.
Così quel Giovedì santo, giorno natale dell'Eucarestia e del Sacerdozio e della Liturgia, nasceva con vita giuridica nuova piena e propria questa bella Famiglia religiosa dedicata all'Eucarestia, al Sacerdozio, alla Liturgia.
In essa sono entrate tutte e solo quelle che erano, tra le Figlie, le Pie Discepole.
Il Padre Angelico d'Alessandria O.M.C. è incaricato dalla S. Sede per la retta applicazione del Rescritto pontificio e del Decreto vescovile.
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2. Il fine speciale delle Pie Discepole è la devozione alla Persona di Gesù Cristo, nostro Divino Maestro, nel mistero eucaristico; ossia l'onore, il servizio, l'amore al Divin Maestro vivente e presente nel SS.mo Sacramento dell'Eucarestia.
Esse quindi come loro apostolato:
a) fanno quotidianamente, a turni continuati giorno e notte, due ore di adorazione al SS.mo Sacramento; in riparazione dei peccati che si commettono con i mezzi moderni del male, e in propiziazione per i mezzi moderni di apostolato, quali la stampa, il cinema, la radio.
Questa è la prima e principale parte del loro apostolato; in essa onorano la Persona di Gesù nell'Eucarestia.
b) Prestano la loro opera di servizio nelle case religiose, specialmente come contributo alle vocazioni; pregano quindi per le vocazioni, e danno aiuto al Sacerdote nel suo ministero, lo assistono infermo, lo suffragano defunto.
Questa è la seconda parte del loro apostolato: in essa onorano Gesù Cristo come Capo della Chiesa e della sacra Gerarchia.
c) preparano paramenti sacri per le chiese, e oggetti religiosi per la pietà dei fedeli, nel senso artistico e nello spirito liturgico.
Questa è la terza parte del loro apostolato, e nello stesso tempo il loro bonum familiae: in essa onorano Gesù Cristo nella sua Chiesa, che è il suo Corpo Mistico, e nella Liturgia.
Tutta la vita delle Pie Discepole è riparazione e preghiera, silenzio e semplicità, lavoro e carità: e per sì nobile fine sono ordinati per loro studi appropriati e abbondanti.
3. Come si chiamano le Pie Discepole nelle case nostre:
Occorre: 1) Il nulla osta scritto dell'Ordinario del luogo; 2) che le Suore possano avere una abitazione decorosa e completamente separata; che vi sia posto per almeno cinque persone; e abbiano comoda o propria la chiesa o la cappella. 3) Le Suore ordinariamente cominciano a venire in due, ma occorre che possano essere almeno in quattro.
Il viaggio delle Suore è a carico delle Case che le richiede.
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4. Quali doveri hanno le Suore.
Il loro primo e principale dovere, la loro prima e principale cooperazione, sono le due ore di visita quotidiana, per i bisogni della Casa. Questo dovere preceda, si trovi sempre tempo a compierlo, in ore non affaticate.
Le Suore addette alle case religiose, spendono la loro attività al bene della casa e delle vocazioni; con sollecitudine materna, così che le case abbiano ordine, tranquillità, contento, pace; curano e provvedono la biancheria, così che la pulizia sia in onore; curano e provvedono alla cucina, così che la salute ne abbia fonte; s'adoperano per la beneficenza; hanno cura degli arredamenti della chiesa.
Non entrano nelle camere; ma seguono maternamente ogni necessità della casa e dei singoli, nello spirito con cui la Madonna aveva cura di Gesù, e nello spirito delle Pie Donne che lo seguivano con Lei.
5. Quali doveri hanno le nostre case.
Le Suore dipendono dalla propria Superiora locale, nelle cose disciplinari interne; e dal Superiore della casa nelle cose che riguardano il servizio della casa; esse non dipendono dai singoli, ma debbono rispettare profondamente i singoli sacerdoti e religiosi ed essere da ognuno rispettate, in ogni modo e dappertutto, come le virgines Christi e le ancillae Domini.
Le Suore siano libere ed indipendenti nei locali del loro apostolato, e non sia lecito ad alcuno di introdursi a piacimento in questi locali, eccetto al Superiore per le necessità della casa e colla debita prudenza.
Le Suore non siano sovraccaricate di orario, di lavoro, di fatiche materiali: ma possano avere il loro tempo di sollievo e di riposo; non siano lasciate negli impicci per le spese ordinarie, ma si dia l'occorrente, senza obbligarle a ricorrere a mezzi che loro non sono possibili.
Le Suore abbiano un abbondante servizio religioso e cioè: comodità per la Messa; possibilità di fare la, visita col Tabernacolo aperto; due ore settimanali di dottrina, la quale comprenda catechismo, liturgia, economia domestica; tre volte la settimana la meditazione del Sacerdote.
Le Suore abbiano ancora una conveniente retribuzione, la quale comprenda un conveniente alloggio, il vitto, le cure mediche e, farmaceutiche ordinarie, l'abito di lavoro ed uno stipendio per ognuna di almeno 1200 lire mensili, in Italia.
Alle spese straordinarie di vesti provvedono da sé: nei casi di infermità si provvede caso per caso al meglio.
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6. È molto opportuno che le Suore addette alle Case sampaoline abbiano solo questo ministero e siano solo tante quante ne occorre alla casa.
Per compiere altri ministeri è opportuno ché abbiano casa separata. Si può tuttavia nelle necessità, venire ad accordi fraterni, chiari, equi.
7. Le Pie Discepole non fanno più e non devono più fare la propaganda, la quale è riservata alle Figlie di S. Paolo. Queste hanno piede libero, dove prima compivano il medesimo apostolato le Pie Discepole.
Chiarisco però: dove la Case non poterono ancora fare il passaggio alle Pie Discepole si può continuare questo apostolato;
dove le Case sono passate alle Pie Discepole, questo apostolato si lascia gradatamente, effettivamente, fino a che le Figlie lo abbiano loro assunto;
non è propaganda il distribuire foglietti o immagini per aver beneficenza, per esempio al mercato;
ed, è plausibile che le Pie Discepole aiutino i Sacerdoti, quando questi sono soli, per la giornata del Vangelo, nelle città, dove hanno solo casa le Pie Discepole, e le Figlie non possono intervenire loro.
8. In Alba, dove ebbe culla tutta la Famiglia sampaolina, le Pie Discepole stanno costruendo la loro Casa. Madre; è una necessità per il loro nido, la loro formazione, il loro sviluppo; è bene che tutte le case di S. Paolo, poiché tutte hanno avuto bene dalle Pie Discepole, diano loro una mano e un aiuto generoso; è un dovere di gratitudine e credo anche di equità. La Casa Madre precede.
Iddio ha mostrato di gradire che le Pie Discepole siano state costituite a sé e che a ciò la Prima Maestra e le Figlie le abbiano aiutate, ed ha sorriso alla Pia Società delle Figlie di S. Paolo.
I nostri Sacerdoti e religiosi coltivino le più belle vocazioni per queste due Famiglie.
La Suora Pia Discepola è una candela accesa perennemente davanti al Maestro Divino per il ministero del Sacerdote; per la Parrocchia.
Poiché da tutte le nostre case si chiedono Pie Discepole, curate al confessionale e nella stampa e coi vari mezzi questa bellissima e santissima e fruttuosissima vocazione.
9. Le Pie Discepole hanno il loro proprio governo; per esso sono unite alla Chiesa e al Divin Maestro in modo nuovo, in grado nuovo, con titolo nuovo.
La Superiora generale risiede in Alba, e si chiama la Madre Maestra.
Indirizzate a Lei le domande.
10. Leggete il primo capitolo degli Atti che è sempre tanto eloquente!
Le nostre case siano sempre cenacoli di verginità, di purezza, di carità, di operosità silenziosa, di servizio piacevole al Maestro Divino, e agli occhi della Madonna.

M.o GIACCARDO, Vicario

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