Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XII - n. 32bis
S. PAOLO
[Roma, festa del Patrocinio di S.Giuseppe, 1937]

[Intenzioni per i Discepoli]

Sia benedetto il Salvatore nostro Gesù Cristo! per le grandi promesse che in ogni momento ci riempiono di gioia e ci fanno esultare nello Spirito Santo: «Voi che avete lasciato tutto e mi avete seguito riceverete il centuplo e possederete la vita eterna». Deo gratias! In ogni tempo: «Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto», si canti da un capo all'altro della terra, così come in cielo.
Rispondiamoci spiritualmente al mattino, a mezzodì, alla sera, nella S.Messa e nel breviario: «Sanctus, sanctus, sanctus», in unione di intendimenti e di cuore, ovunque siamo sparsi nelle varie località.
Anche sul territorio africano da qualche mese, viene offerta l'Ostia di pace, in una cappella Paolina; «hoc sacrificium sit tibi acceptabile, mihique et omnibus sit te miserante propitiabile».
La Pentecoste compie il Natale: «Sic Deus dilexit mundum ut Filum suum unigenitum daret»; e compie la Pasqua: «Pascha nostrum immolatus est Christus».
Nella Pentecoste è la Comunicazione dello Spirito Santo, in cui ognuno di noi è sublimato per l'inabitazione di Dio vivo.
In questo periodo io prego tutti i Fratelli e figli di San Paolo a voler unirsi a me nelle intenzioni per i nostri cari Discepoli:
Per la loro vocazione;
Per la loro formazione;
Per il loro progresso continuo.
Carissimi, «da mihi liberos» ci chiede la Congregazione, nostro ambiente e forma di santificazione.
La Congregazione nostra deve avere molti figli laici, Discepoli. Questo punto non è superato ancora: perciò è un'umiliazione, un compito, una preghiera.
Sono da cercarsi presso le Famiglie buone, presso i RR. Parroci, così presso i buoni insegnanti elementari e complementari e avviamento al lavoro, tra i circoli d'Azione Cattolica, tra il piccolo clero.
La scarsità dei Discepoli si riflette sopra tutte le altre parti della Congregazione, specialmente sopra l'Apostolato, su gli studi, su lo spirito, su la povertà.
Possiamo dedicarci a questo compito come ossequio a San Paolo nell'anno centenario della conversione.
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Un carattere schietto e docile, una viva pietà, un'attitudine intellettuale e fisica ai compiti del Discepolo sono gli ordinari segni di vocazione.
Spesso si incontrano giovanetti che avrebbero desiderato rendersi sacerdoti; ma, forse, mentre non hanno sufficiente intelligenza per studi sacerdotali, si trovano atti alla vita del Discepolo.
Si escludono però i giovanetti che non possono comprendere la vita e voti religiosi e l'apostolato, gli spostati, i caratteri strani, indolenti, instabili.
Il Signore li ha preparati: a noi il chiederli e cooperare a Dio: «cooperatores enim Dei sumus»; S. Paolo aveva un gran dono per distinguere e chiamare i suoi cooperatori.
La Congregazione deve avere in sé i mezzi per la santificazione dei suoi figli e del suo apostolato; ora i Discepoli entrano in questa santificazione dell'apostolato come parte vitale.
I cooperatori, entrano anch'essi a collaborare.
Dio benedirà il lavoro per i Discepoli.
Chi sono i Discepoli?
La loro posizione nella Pia Società San Paolo non è quella dei semplici coadiutori per esempio fra i Gesuiti o i Cappuccini; neppure è quella dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Tra di noi hanno una via di mezzo. I Discepoli condividono il medesimo apostolato e la medesima maniera di attendere alla propria perfezione; godono dei medesimi diritti e privilegi, essenziali; conducono la medesima vita religiosa.
I Discepoli in alcune materie precedono; in altre affiancano, in altre seguono.
Essi sono Discepoli; quindi in continua formazione e cammino secondo le ascensioni spirituali di spirito e di apostolato dei Sacerdoti. Si sostengano in tale cammino; diversamente il loro regresso è immediato e fatale; si sostengano e nel cammino ne avremo vicendevole vantaggio.
Essi sono discepoli, associati cioè in una e medesima missione. In intima unione di spirito e di intendimenti devono restare con i sacerdoti che fanno la redazione, giacché è unico l'apostolato.
Essi sono Discepoli; abbiano la direzione spirituale che consiste in una istruzione appropriata, graduale, continua, in una guida morale, affettuosa e forte, in un complesso di pratiche devote, appropriate, come sempre si è inteso.
Essi precedono nello spirito di preghiera umile, vigile, riparativo, preventivo.
Essi precedono nella regolare osservanza e nell'apostolato tecnico. Essi divengano i maestri nel lavoro tecnico e siano in questo pars maior, il nerbo; ma in affettuosa e intelligente cooperazione.
Precedono pure in certe forme di propaganda. Il Discepolo ha delle attitudini, energie, mentalità proprie: conviene studiarle, guidarle, elevarle. Ad essi il debito onore; ma al loro posto; poiché molte cose né competono, né convengono.
La cura per la vocazione dei Discepoli è più difficile su alcuni punti che quella degli aspiranti al sacerdozio. Il Discepolo ha bisogno di una pietà fatta di pratiche che colpiscano anche la fantasia, l'occhio, l'udito i sensi in generale.
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Il Discepolo ha bisogno di sentire il cuore del Direttore Spirituale, che sempre semini la gioia soprannaturale, la virtù della speranza, l'umiltà schietta, la generosità nel divino servizio.
Il Discepolo non metta amore a giuochi rumorosi e troppo assorbenti.
La sua osservanza sia molto regolare, l'attaccamento all'orario sia costante, l'affezione al loro ufficio d'apostolato sia viva. Poiché in questo avranno consolazione, sollievo e merito.
La loro istruzione catechistica sia su le cose comuni, ma precisa ed approfondita; così l'istruzione sulla vita religiosa, i voti, la osservanza.
L'assistenza come l'ammaestramento tecnico venga fatta dai professi anziani ai professi giovani; dai professi giovani ai novizi ed aspiranti. Quella dei Sacerdoti è piuttosto direzione morale in senso largo verso di loro.
Nelle case ove il gruppo Discepoli abbia raggiunto un certo numero, i professi formano tra di loro un consiglio a cui sempre presiede ed assiste il Maestro-Sacerdote, e le cui trattazioni sono da lui proposte, ma esse si rivolgano su la parte disciplinare, culturale, spirituale dei discepoli; sul loro apostolato, su la ricerca e formazione dei Discepoli. Vengono i loro desiderata sottoposti al Superiore della Casa ove si trovano.
La ricreazione
Faccio mie le parole di San Paolo; «State sempre allegri nel Signore, lo ripeto, state allegri... La pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodisca i vostri cuori e le vostre menti in Gesù Cristo». (Filipp. IV).
I giovani specialmente, tutti, però in generale, hanno bisogno di un certo sollievo, di ricreazioni, di vacanze. Quanto più si troverà il sollievo nel variare l'occupazione, con altre opere utili, tanto maggior bene si avrà e saranno più santificate le ore della vita che è così breve. È grande sapienza utilizzare e valorizzare in carità ogni momento di tempo per l'eternità. Il nostro apostolato presenta tante occasioni di valorizzare il tempo in carità, pur facendo la ricreazione.
Si notino però queste cose:
Le ricreazioni siano bene assistite, specialmente dopo il pranzo e dopo la cena.
In ricreazione, o si attenda a qualche opera d'apostolato utile, o si faccia vera ricreazione, in giuochi che importano moto. Non si facciano giuochi che abbassano lo spirito e la dignità, o stancano la mente, e che sono usati di preferenza tra le gente volgare.
Non si permettano quei giuochi che prendono l'anima ed il cuore del giovane: specialmente quando sono sfide in generale o importano grossolanità, mani addosso ecc.: tutti ricreazione; nessuna passione del giuoco. Le ricreazioni devono ricreare, in modo che la mente sia, poi, più libera e pronta allo studio, preghiera, apostolato... Che dire invece di certe ricreazioni e vacanze che per i discorsi fatti o per la tensione del cuore al giuoco, lasciano l'anima più staccata dal Signore e dalle opere di sua volontà? Si possono paragonare alle vacanze ove il demonio attende le anime deboli: oppure alle domeniche che lasciano per il lunedì stanchezza fisica e avvilimento morale.
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Viviamo la vera pace, i giovani esplodano nella gioia innocente dell'età... «Gaudebit cor vestrum et gaudium nemo tollet a vobis... - Non quomodo pacem mundus dat, ego do vobis...».
S.Paolo dice:
«La pace di Cristo abiti nei vostri cuori; (la pace) cui siete stati chiamati formando un sol corpo; e siatene grati. La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente, in ogni sapienza, ammaestrandovi ed esortandovi a vicenda, fra salmi, inni e cantici spirituali, dolcemente a Dio cantando nei vostri cuori; e qualunque cosa facciate, o con parole o con opere, tutto fate nel nome del Signore, rendendo sempre grazie a Dio Padre per mezzo di Lui» (Col. III, 15-17).
Siate ripieni di Spirito Santo, trattenendovi con salmi, inni e canti spirituali, cantando e salmeggiando di cuore al Signore, rendendo sempre grazie per tutto nel nome del Signore nostro Gesù Cristo (Ef. V, 19-20).
Spesso in ricreazione hanno principio o manifestazione quelle amicizie particolari che sono la peste nelle comunità.
La ricreazione non sia mai un effondersi senza misura. Sia sempre la volontà, illuminata dalla fede, quella che guida tutte le parole, gli atti, i movimenti «Est modus in rebus - sunt certi denique fines - quos ultra citraque - nequit consistere rectum».
Pensiamo che vi è modo e modo: un modo di ricreazione che si addice al soldato ed un modo che si addice al religioso ed al sacerdote: «Sic decet omnino clericos in sorte Domini vocatos, vitam moresque suos omnes componere, ut habitu, gestu, incessu, sermone aliisque omnibus rebus nihil nisi grave, moderatum ac religione plenum prae se ferant (Con. Trid., Sess. XXII - C.1).
Sta per spuntare il mese della serenità, della gioia, delle grazie, della luce in Maria, nostra Madre, Maestra, Regina. E nel mese di Maria la novena e la festività della Regina Immacolata Maria. Leggiamo di Maria, imitiamo Maria, amiamo Maria, cantiamo a Maria!... «Et in electis meis mitte radices...». Che si eviti il peccato! Che Maria trovi fra tutti un'aiuola di gigli, di rose, di viole, di margherite.
Benediciamo il Signore, benediciamo Maria. Benediciamoci a vicenda.
In Cristo Gesù, Via, Verità, Vita.

aff.mo M. Alberione


Roma, festa del Patrocinio di S. Giuseppe, 1937
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