Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XII - n. 32
S. PAOLO
Alba, 8 febbraio 1937

[Consigli e comunicazioni]

Carissimi in San Paolo,
L'Apostolato nostro è fruttuoso a misura della santità ed innocenza con cui si compie. Ma vi sono dei punti di delicatezza che specialmente ci rendono degni ed efficaci secondo la preghiera: munda cor meum ac labia mea omnipotens Deus, qui labia Isaiae prophetae calculo mundasti ignito: ita me tua grata miseratione dignare mundare ut sanctum evangelium tuum digne valeam nuntiare. Amen.
Per le Messe solenni: Iube, domne, benedicere. Dominus sit in corde tuo et in labiis tuis; ut digne et competenter annunties evangelium suum. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sanctis.
I due requisiti di delicatezza sono: Leggere con animo umile, puro, devoto ogni giorno almeno alcuni versetti della Sacra Scrittura. Aborrire da ogni giornale, periodico, libro non del tutto adatto per un apostolo della stampa. Questa delicatezza la dobbiamo esigere anche dai nostri alunni; ed è un segno di vocazione; chi ne manca non è atto per questo apostolato, se assolutamente non si corregge. Vi sono ragioni che persuadono ad usare qualche periodico non del tutto nostro? Ebbene, le leggi della Chiesa e il nostro bene morale esigono che prima ne chiediamo la licenza; licenza però che per chiedersi occorre siamo ben sicuri noi medesimi per la profondità di studi e per il vero spirito nostro: prima santi poi apostoli.
La sintesi ha vari gradi: la sintesi, ad esempio, di una scienza sola, la sintesi di varie scienze assieme: ma la migliore sintesi è quella che si eleva sino ad abbracciare con le verità, la vita e l'opera della santificazione, il tempo e l'eternità, il creato ed il Creatore. I Nostri sempre crescano e riducano ad unità: in modo di conoscere, di migliorarsi, santificarsi. Crescano pari passo nell'Apostolato poiché esso è la professione stessa che dà la ragione dell'esistenza specifica. Crescano unificando le forze: lo studio è orientato dall'apostolato, mentre è sollievo e formazione dello zelo; la pietà è nutrita dallo studio ed è facilitata dall'apostolato; la formazione alla povertà è pietà, virtù, apostolato, criterio di vita pratica.
Quando si alterna così lo studio, con la pietà, l'apostolato, la povertà, tutto il tempo verrà dato a Dio: tutte le energie incanalate verso Dio; tutto il giovane si forma; la percentuale di riuscita sarà più alta; maggiormente la formazione si modella su la natura (la famigliare), su Gesù Cristo, su la Chiesa stessa. La natura è gran Maestra; l'arte è figlia di essa, e nipote a Dio. Perché gli studi diano una maggior gloria a Dio e più profonda pace agli uomini, occorre l'unificazione in sintesi pratica.
Necessaria è l'indagine per la ricerca; necessaria la critica per la interpretazione; necessaria l'applicazione per la prova della verità dogmatica, morale, per nutrimento dello spirito liturgico. Il fine degli studi non si limita al sapere: questo è mezzo. Studiamo per una convinzione ed una cultura sufficienti individualmente: studiamo per adempiere il nostro ufficio lux mundi.
Lo studio ci fa conoscere Dio nelle opere della Creazione, Redenzione, Santificazione. L'ossequio a Dio diviene così più sapiente, più largo, più pio. Tutta la scienza ci porterà a meglio credere, meglio sperare, meglio amare, meglio pregare, meglio vivere. È come una santa scala per la quale si ascende a Dio. Sant'Agostino scriveva, in generale, dopo la meditazione, l'adorazione, la contemplazione. Gli studi per essere completi esigono la sintesi, onde la scienza e la fede ci portino al desiderio di vedere Dio, là dove tutto si illumina della sua luce: là è semplice ed è ridotto alla massima unità. La imperfezione è la divisione; la unità è la perfezione. Gli uomini colti si trovano come smarriti in tante scienze ed in tanti particolari perché finiti, limitati; Dio è il tutto, è il sapere, è la verità; Dio è scientiarum Dominus, ed in Lui tutto si riduce all'unità; a dir meglio Egli è la infinita luce, che a noi arriva in piccoli raggi. Lo spirito però vivifica ogni briciolo di verità, in ogni verità vi è una strada per l'ascesa a Dio.
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Il lume degli occhi ci offre i particolari; per essi opera il lume della ragione; questa mostra ragionevole il nostro atto o lume di fede; per questo poi arriveremo al lume della gloria.
Che dire degli studi nostri?
Parrocchia Gesù Buon Pastore. Come ufficio straordinario ed affatto eccezionale, la Pia Società S.Paolo ha accettato in Roma (periferia) la cura d'anime della nuova Parrocchia Gesù Buon Pastore.
In Roma per l'aumento rapido della popolazione fu dato all'opera pontificia per la preservazione della fede, anche il compito di provvedere nuove Chiese per i quartieri in formazione. Gli istituti religiosi hanno risposto docilmente al desiderio del Santo Padre assumendo la cura di buon numero di parrocchie.
La Parrocchia a Gesù Buon Pastore comprende il territorio ove ha sede la Pia Società San Paolo; conta circa 7.000 anime; si estende oltre la zona detta delle Tre Fontane, località del martirio di San Paolo.
Intanto la famiglia di Suore che attenderanno a varie opere nelle parrocchie hanno anche loro un'occasione di imparare a formarsi.
D. Bonaventura Baricalla ha incominciato la cura d'anime in questa, forse la più povera, parrocchia di Roma.
Alessandria D'Egitto. - Anche sul territorio africano viene offerto il Santo Sacrificio della Messa in una Cappella Paolina: Deo gratias! Deo gratias.
In Gesù Cristo, Via, Verità, Vita.

Aff.mo M. ALBERIONE


Ricevo: Circa l'idea di Don Costa di mandare a Roma degli studenti delle varie nazionalità, sono perfettamente d'accordo, anzi fu una delle prime idee che avemmo tutti e due appena giunti in Giappone.
L'idea di Don Robaldo del Vangelo col Catechismo è molto bella; per questo ambiente stiamo ancora riflettendo se sia molto o no utile e come realizzarla. Comunque amerei averne una copia sia pure in polacco.
Ci benedica tanto, tanto. Le baciano la mano i suoi Giapponesi.
D. Paolo Marcellino
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