Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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5. PURITÀ DI MARIA*

Oggi incomincia la novena a Maria Regina degli Apostoli: in questa novena chiediamo la grazia che gli Esercizi che si fanno in quest'anno siano fruttuosi al massimo, per ottenere quanto desidera lo spirito della Chiesa alla Congregazione. La festa si celebrerà il 29 [maggio].
Purità di Maria: questa festa si celebra il 16 ottobre ed è una delle feste per la Chiesa universale. La Chiesa non intende celebrare in tal giorno la purezza di Maria in generale, ossia la sua esenzione dal peccato originale e da ogni colpa attuale, ma intende onorare Maria in ordine alla castità. Maria è giglio purissimo, Immacolata, e come scrive S. Ambrogio, «un vaso celeste»1. Maria è la stessa purezza: il suo cuore fu così nitido e terso da attirare su di sé lo sguardo del Signore e determinò di sceglierla per Madre. La purezza di Maria è purezza miracolosa, purezza esemplare, purezza tanto accetta al cuore di Dio, che ella può ottenere tale virtù a tutti coloro che gliela chiedono.
Col nome di purezza s'intende purità di mente, di cuore, di parole, di opere, purità del corpo, dell'anima, dello spirito. Questa virtù è necessaria perché solo chi sa conservare intatto il suo giglio potrà salvarsi: «niente di impuro entra nel regno dei cieli»2, dice la sacra Scrittura; e S. Giovanni Crisostomo afferma che dobbiamo essere puri come angeli perché destinati a vivere con essi; e S. Ambrogio asserisce3 che chi conserva la castità è un angelo, mentre chi la perde è un demonio4.
La virtù della purezza merita speciale considerazione perché
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virtù assai difficile e tanto combattuta dal demonio e dal mondo. Tre sono le concupiscenze: concupiscenza della carne, concupiscenza degli occhi e superbia della vita, ma quella che produce maggior strage è la concupiscentia carnis. La purezza è virtù eroica, perché portiamo sempre con noi il corpo e non basta fuggire il mondo per evitare le tentazioni: ovunque è possibile peccare contro la virtù angelica; il saper vincere costantemente è quindi vero eroismo. Vincere la concupiscenza è la più insigne delle vittorie e conservare la purezza si ha il merito e la gloria stessa del martirio.
È virtù abbastanza rara, virtù che rende simili agli angeli, e in certo qual modo si può dire che un giovane casto è più prezioso agli occhi di Dio che gli angeli stessi. Gli angeli infatti sono puri per natura, per bontà di Dio, mentre l'uomo che sa mantenersi casto anche in mezzo alle molteplici difficoltà ne ha grandissimo merito. La castità rende l'uomo felice, procura la pace, la gioia, l'onore, la reputazione, la santità, la bellezza, la grazia, una vita lunga, una quieta e santa morte: Dio in vita, in morte e nell'eternità. «Qual frutto più squisito, qual nutrimento più dolce della purità di cuore?»5. Per quali motivi la Chiesa ci fa celebrare la festa della purità di Maria? Ecco:
1. Perché la purezza di Maria fu miracolosa e singolare. Domanda S. Bernardo: «Qual purezza può paragonarsi a quella di colei che fu fatta degna d'essere sacrario dello Spirito Santo e tempio del Figlio di Dio?»6. Maria è la castissima sposa di S. Giuseppe, è la purissima, l'immacolata Madre, l'agnella senza macchia, la sua purezza è quindi tutta miracolosa e singolare.
2. Perché Maria è modello di purità. La Vergine Immacolata, purissima nell'anima, castissima nel corpo è modello alle vergini, alle spose, alle madri; modello di purezza nei pensieri sempre alti e rivolti a Dio, nel cuore e sentimenti tutti del Signore, nelle parole, circospetta e prudentissima nelle opere, nel tratto, nel comportamento, in tutta la persona. Maria è il modello propostoci dalla Chiesa che ci vuole simili a questa Vergine Immacolata.
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3. Perché chi confida in Maria e le chiede la grazia di conservare la purezza è certissimo di ottenerla e di essere salvo. S. Luigi fece voto di castità a nove anni e la conservò perché divoto della Madonna. Così numerosissime altre anime posero la loro purezza sotto la protezione di Maria e riportarono vittoria. È sottinteso però che non è tutto, occorre affidarsi a Maria, ma bisogna anche mettere le condizioni dovute da parte nostra, specialmente l'umiltà. «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili»7. Togliamo gli impedimenti, e Maria ci darà abbondanti grazie.

Frutti da ricavare:
1) La purezza è virtù delicatissima. Come il giglio si guasta appena si tocca e lo specchio si appanna ad un po' di fiato, così si può perdere la purezza per un solo pensiero e sentimento cattivo acconsentito, perché su questa virtù da parte della materia non vi è venialità.
Bisogna quindi essere delicatissimi e prendere tutti i mezzi per non perderla. Primo e principale mezzo è la vigilanza: vigilanza sulla mente, sul cuore, sugli occhi, sull'udito, su tutta la persona: sempre vigilare!
Non è stando chiusi tra quattro mura che si vincono le tentazioni, ma vigilando costantemente su tutte le nostre azioni e su tutti i nostri sensi. Infatti, fatto miracoloso, quante anime che pur essendo a contatto col mondo vedono cose e non ne hanno impressione, perché esse posseggono la vera virtù.
Nulla dunque importa essere dentro o fuori, ciò che importa è fare la volontà di Dio, fidarci della divina grazia, quindi molta tranquillità su questo punto.
2) Preghiera. Chiedere incessantemente questa grazia, mettere la nostra purezza sotto la protezione di Maria.
3) Fiducia vera in Dio: confidare nell'aiuto del Signore e diffidare totalmente di noi, sapendo che non si può essere casti se Dio non lo concede.
Pregare, dare il cuore alla Madonna, confidare e vigilare: così hanno fatto i santi, così facciamo ancor noi.
Per tutti noi è una fedeltà di professione e quindi ha un merito specialissimo.
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* Dattiloscritto, carta vergata, fogli 2 (31x21), con data del 20 maggio 1938, giorno di inizio della novena alla Regina degli Apostoli. La meditazione è stata inserita nel volume: Alberione G., Maria nostra speranza. Le Feste di Maria, vol. II, Roma-Alba, Figlie di San Paolo, 1939, pp. 245-252. Nella stampa ci sono alcune aggiunte rispetto al dattiloscritto.

1 Cf De virginibus, 2, 2, 6.

2 Ap 21,27.

3 Originale: asseriscono.

4 Cf S. Ambrogio, De Abraham, 2, 17.18.

5 Cf S. Ambrogio, Commento al Vangelo di Luca, 1,24-28.

6 S. Bernardo, Ser. 4,6 per l'Assunzione, in SBO, V, 248.

7 Gc 4,6.