Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

II.
ESPERIENZE E ORIENTAMENTI

Giovinezza: le vocazioni

Nel periodo delle vacanze estive (dal 1909 al 1918), faceva gli Esercizi Spirituali presso qualche Istituto religioso. Nei tempi liberi cercava di avvicinare i Superiori per conoscere le vie tenute nel reclutamento e formazione delle persone. Notò assai la necessità di preferire giovani, anziché adulti già formati altrove, e per altri ministeri.
36
È una vera ricchezza quanto stabilito nelle Costituzioni (art. 21, 178):1 l’uso di accogliere, ordinariamente, aspiranti giovani. La vita vissuta per parecchi anni, prima della professione, prepara il giovane a prendere la decisione con piena coscienza.
37
La vita paolina ha in realtà poche mortificazioni esterne, ma richiede tutta una continuità di sacrifici: gli apostolati sono in realtà una grave fatica. Si richiede abitudine al sacrificio e generosa dedizione.
38
In quel periodo2 prese più intima conoscenza di San Basilio, San Benedetto, San Francesco d’Assisi, San Giovanni Battista [de] La Salle,3 che avevano moltissime vocazioni maschili di laici. Dunque il Signore ha sparse nel mondo molte anime generose, che chiama a sé, alla perfezione, accanto al sacerdozio. Chi farà la carità di aprire loro la porta ed indirizzarle a speciale santità? Si potrà di questi giovani, figli della divina predilezione, far giardini di gigli, rose e viole?4
39
E perché, inoltre, non si potranno ancora associare ad un apostolato? Come un giorno sorsero Istituti in cui il Sacerdote religioso trovava la via aperta alle opere di zelo e cura d’anime, oggi bisogna dare al Fratello laico una partecipazione allo zelo del Sacerdote, dare a lui un quasi sacerdozio!
40
Sacerdote che scrive, lavoro tecnico che fa il Fratello moltiplicatore e diffusore. Va bene questo: «Vos autem gens sancta, regale sacerdotium»!5 Intimamente collegati nella vita religiosa, Sacerdote e Fratello, uniti nel medesimo apostolato, per prepararsi la corona celeste.
41
Ecco i Discepoli!6 La predicazione con i mezzi moderni del Sacerdote si libera da una schiavitù con operai comuni e si moltiplica indefinitivamente; l’opera del Discepolo che eleva, letifica, moltiplica la sua attività; Dio glorificato, il Vangelo annunziato, le anime illuminate.
42
La condotta di Dio
La Provvidenza operò secondo il suo ordinario metodo divino: fortiter et suaviter:7 preparare e far convergere le vie secondo il suo fine, illuminare e circondare degli aiuti necessari, far attendere l’ora sua nella pace, iniziare sempre da un presepio, agire così naturalmente da non poter facilmente distinguere la grazia dalla natura, ma, certo, [impiegando] entrambi.
43
D’altra parte non vi è da forzare la mano di Dio, basta vigilare, lasciarsi guidare, nei vari doveri cercare di impegnarvi mente, volontà, cuore, forze fisiche...
44
L’uomo ha sempre tante imperfezioni, difetti, errori, insufficienze e dubbi sul suo operare da dover tutto rimettere nelle mani della Divina Misericordia e lasciarsi guidare. Egli mai forzò la mano alla Provvidenza; attendeva il segno di Dio.
45
Per le Suore Pastorelle egli cominciò a pregare dal 1908, ma tale Congregazione cominciò dopo trent’anni.8
46
Veramente egli non usò prendere annotazioni, non sapendo cosa dire di molte cose; sentendo insieme ripugnanza a farlo ed umiliazione per tutte le parti; lascierebbe più volentieri tutto nelle mani di Dio, sapendo che tutto Egli svelerà nel giudizio universale, alla sua gloria.
8
Avveniva talvolta che occorresse una maturazione serena, calma delle cose da farsi. Il Signore disponeva un breve periodo di letto: dopo essersi chiuso in camera per una o due giornate, ne usciva rinfrancato, presentava al Direttore spirituale i progetti (correggeva, accresceva, secondo il caso), se occorreva all’Autorità ecclesiastica, e si metteva mano alle iniziative. Non sempre il momento era maturo; ma il Signore faceva conoscere le cose lasciando al suo servo il lavoro, anche gli errori... e poi interveniva Lui a redimere gli errori ed i falli, ed operare al suo posto.9
47
Il grave turbamento e la romanità
L’istituzione nasceva nel 191410 tra profondi rivolgimenti. Alla fine di luglio, [egli] aveva appena preso l’impegno di acquisto della tipografia, che avvennero le prime dichiarazioni di guerra; cui seguì una conflagrazione mondiale.11 Francesco Giuseppe non aveva accolto l’invito e la preghiera di Pio X12 per la pace.
48
Due correnti del clero erano durate sino al 1900:14 l’una fedele alle direttive della Santa Sede; l’altra imbevuta del liberalismo di Mazzini, Cavour, Minghetti...15
Una parte ancora ferma sugli antichi metodi di vita e di pastorale, ed assente rispetto ai nuovi bisogni; l’altra parte preoccupata dell’avanzarsi del socialismo e convinta della necessità di scuotere il giogo della dominante massoneria, con sistemi, organizzazioni, azione aggiornate. E, come facilmente avviene, alcuni sopravalutando l’azione deprezzavano l’orazione, con la conseguente condanna dell’americanismo.16
49
Poi, la pastorale prese un orientamento conforme all’esempio ed all’opera di Pio X, seguendo vie costruttive. Pio X appariva e si presentava in una luce affascinante: il nuovo Gesù Cristo visibile fra le moltitudini.
Per un certo periodo nulla vi era di buono nella cultura se non veniva dalla Francia; poi tutti si erano rivolti agli studiosi tedeschi.17
50
Un grave turbamento e disorientamento era venuto, per il precipitoso estendersi del modernismo:18 nella letteratura, nell’arte, nella disciplina ecclesiastica, nel giornalismo, teologia, filosofia, storia, Scrittura, ecc. Molti, specialmente del giovane clero, si sviarono. L’opera vigile e risoluta di Pio X aveva illuminato e richiamato gli uomini di buona volontà.
51
Altro punto: le nuove scoperte avevano rivoluzionato molte cose.
Sotto l’aspetto sociale gravi mali turbavano tutto il sistema di produzione, distribuzione e consumo della ricchezza. I principii liberali ereditati dalla rivoluzione francese li avevano aggravati;19 per reazione il socialismo penetrava largamente portando il materialismo e la lotta di classe; Leone XIII aveva indicati i rimedi in varie encicliche;20 specialmente insisteva sopra la vera democrazia cristiana.21 Anche per questo, tra il clero nuove divisioni:22 un precipitarsi verso l’azione economica di molti senza sufficiente avvedutezza; ed una marcata resistenza all’indirizzo della Santa Sede.23
52
In materia politica si viveva allora il caso di coscienza24 tra il non expedit25 e la convinzione di molti che sentivano (come più tardi si è espresso Pio X) la necessità di tutelare i supremi beni delle anime e della patria. Anche qui divisione, discussioni, prese di posizione assai diverse.
53
E già si affacciavano nuovi mezzi di travaso del pensiero: la stampa, potenziata da organismi sempre più forti; il cinema, dapprima riguardato con diffidenza, prendeva proporzioni sempre più vaste; la scuola diveniva il campo su cui increduli e cattolici si disputavano le anime; la radio e la televisione ben presto sarebbero nate già adulte.
54
Di qui un susseguirsi di atti da parte della Santa Sede che invitavano i cattolici ad essere all’altezza dei nuovi compiti; mentre si notavano molti indolenti, e spiriti inconsiderati; cattolici e clero consapevoli ed operanti secondo le direttive papali.26
55
Queste cose ed esperienze, meditate innanzi al Santissimo Sacramento, maturarono la persuasione: sempre, solo ed in tutto, la romanità. Tutto era stato scuola ed orientamento.
56
Non vi è salute fuori di essa; non occorrono altre prove per dimostrare che il Papa è il gran faro acceso da Gesù all’umanità, per ogni secolo. I primi membri facevano un quarto voto, [di] «obbedienza al Papa quanto all’apostolato», messo a servizio del Vicario di Gesù Cristo.27
57
La Provvidenza dispose28 per questo una lunga preparazione. Il lavoro fatto per l’Università Cattolica di Milano (1905-1906) per raccogliere contributi al Comitato promotore per fondarla.29
58
Corsi di conferenze sociali, studi sociali negli anni di Teologia e successivi, i congressi di indole sociale cui dovette prendere parte per disposizione dei superiori, la cooperazione ad organizzazioni ed opere sociali,30 le relazioni con uomini di Azione Cattolica tra cui il Cardinal Maffi,31 il Professor Toniolo, il Conte Paganuzzi, il Ragionier Rezzara.
59
Più impegnativo fu il periodo dopo lo scioglimento dell’Opera dei Congressi.32 Pio X vi sostituì l’Unione Popolare fra i Cattolici,33 su l’esempio della Germania. Le ragioni erano gravi; essa non fu ben accolta, in generale; si dovette lavorare su tanti buoni sfiduciati, e tanti avversari irreducibili.
60
Tanto si scrisse su la Gazzetta d’Alba;34 durante gli anni 1911-1914 si dovettero percorrere in buona parte le parrocchie della diocesi per stabilirla, per conferenze, per sciogliere difficoltà. Si era quasi soli: due persone guidate dal Vescovo.35
61
Quando Pio X, ottimo conoscitore dei tempi e guidato da Dio, portò un lenimento al non expedit,36 [egli] lavorò specialmente per le elezioni dei candidati sostenuti dai cattolici, per diversi anni e con buoni risultati. I quali risultati culminarono nelle elezioni in cui il Partito Popolare37 ebbe una magnifica affermazione e costituì alla Camera un centro che fu un forte muro contro la massoneria38 ed il socialismo; finché si arrivò al fascismo.39
62
Azione e preghiera orientarono verso un lavoro sociale cristiano che tende a sanare Governi, scuola, leggi, famiglia, relazioni tra le classi, ed internazionali. Perché il Cristo, Via, Verità e Vita, regni nel mondo! La Famiglia Paolina ha qui un largo compito e responsabilità.
63
Universalità
San Paolo: il santo dell’universalità. L’ammirazione e la divozione cominciarono specialmente dallo studio e dalla meditazione della Lettera ai Romani. Da allora la personalità, la santità, il cuore, l’intimità con Gesù, la sua opera nella Dogmatica e nella Morale, l’impronta lasciata nell’organizzazione della Chiesa, il suo zelo per tutti i popoli, furono soggetti di meditazione. Gli parve veramente l’Apostolo: dunque ogni apostolo ed ogni apostolato potevano prendere da Lui.
A San Paolo venne consacrata la Famiglia.40 A San Paolo va attribuita anche la guarigione del P.M.41
64
La Famiglia Paolina ha una larga apertura verso tutto il mondo, in tutto l’apostolato: studi, apostolato, pietà, azione, edizioni. Le edizioni per tutte le categorie di persone; tutte le questioni ed i fatti giudicati al lume del Vangelo; le aspirazioni sono quelle del Cuore di Gesù nella Messa; nell’unico apostolato «per far conoscere Gesù Cristo» [cf Gv 17,3], illuminare e sostenere ogni apostolato ed ogni opera di bene, portare nel cuore tutti i popoli; far sentire la presenza della Chiesa in ogni problema: spirito di adattamento e comprensione per tutte le necessità pubbliche e private, tutto il culto, il diritto, il connubio della giustizia e della carità.
65
Per cinque anni, lesse due volte ogni giorno un tratto della Storia universale della Chiesa del Rohrbacher;42 per altri cinque anni quella dell’Hergenröther;43 per otto anni, nei tempi liberi, lettura della Storia universale del Cantù,44 estendendosi alla storia della Letteratura universale, dell’Arte, della Guerra, della Navigazione, della Musica in specie, del Diritto, delle Religioni, della Filosofia.
66
Anche l’ufficio di bibliotecario in Seminario giovò assai. La biblioteca era abbastanza fornita di edizioni vecchie, pochissimo di nuove; ma si ottennero disponibilità di denaro e si arrivò a fornirne molte, come si arrivò a provvedere tutte le migliori riviste ed enciclopedie e dizionari di scienze cattoliche. La lettura della Civiltà Cattolica45 continuata dal 1906 ad oggi, poi L’Osservatore Romano, Atti della Santa Sede, Encicliche (da Leone XIII) furono un nutrimento continuo.
67
Dal Canonico Chiesa aveva appreso a trasformare tutto in oggetto di meditazione e di preghiera presso il Maestro divino: per adorare, ringraziare, propiziare, chiedere.
68
Per un certo ordine nelle edizioni: primo, per servizio al Clero, ai bambini, ai giovani, alle masse e coloro che sopra le masse esercitano maggior influenza, come i maestri; quindi alle missioni, alle questioni sociali, agli intellettuali, ecc.
69
Edizioni in spirito paolino, espresso nelle parole di San Paolo che, dopo aver indicato ciò che è essenziale: «vivere in Cristo» [cf 2Tm 3,12], aggiunge ai Filippesi: «De cetero, Fratres, quæcumque sunt vera, quæcumque pudica, quæcumque iusta, quæcumque sancta, quæcumque amabilia, quæcumque bonæ famæ, si qua virtus, si qua laus disciplinæ, hæc cogitate. Quæ didicistis et accepistis, et audistis et vidistis in me, hæc cogitate: et Deus pacis erit vobiscum» (Fil 4,7.8.9).46
70

Grande giovamento [gli recò] la lettura dei libri di Guglielmo Durando, Gavanti, Barin, Destefani, Guéranger, Caronti, Schuster, Veneroni, Eisenhofer, Lefèbvre;47 così pure giovarono i periodici Ephemerides Liturgicæ 48 e la Rivista liturgica (Finalpia).49 Impressione particolare [rice-vette da] l’opera di Pio X per il canto sacro,50 per il breviario, per l’insegnamento della liturgia.

71

Dovette far scuola di liturgia alcuni anni. Fatto poi maestro di cerimonie, sacrestano in seminario, cerimoniere del Vescovo, con l’incarico di preparare il libro delle cerimonie, gustò sempre meglio la preghiera della Chiesa e con la Chiesa.

72
Quei doveri portarono al desiderio di avere chiese adatte per le belle funzioni liturgiche. Un giorno ebbe una confidenza del Vescovo: «Un tempo predicavo di preferenza il dogma; poi di preferenza la morale; oggi sento più utile esporre le preghiere liturgiche, con gli insegnamenti dogmatici e morali che vi sono connessi». È stato un indirizzo per lui.
73
Conseguenze:
Nella Famiglia Paolina si tenne in gran conto il canto gregoriano e la musica sacra; per tempo si pose mano al messalino,51 che si preparava nella scuola; poi il bollettino liturgico,52 La vita in Cristo e nella Chiesa, le Pie Discepole53 con finalità liturgica, il tutto considerando la liturgia nel suo senso pieno e realistico.
Il Divin Maestro sacramentato abita in 150 cappelle della Famiglia Paolina.54
74
Tre chiese principali
[Sono state erette] al Divin Maestro,55 alla Regina Apostolorum56 e a San Paolo,57 secondo le tre principali divozioni.58
75
Gli era stata affidata la scuola di Arte sacra. Perciò [ne seguì] la lettura di testi, le visite ad opere, le discussioni su riviste sopra il principio: «L’arte per la vita, per la verità, per il bene».59
Per tempo si era iscritto come membro alla società Amici dell’arte cristiana.60
76
Le tre chiese sono costruite secondo i principii pubblicati diversi anni prima negli Appunti di Teologia pastorale.61
Di ciascuna dette lo schizzo all’Architetto per elaborarne il disegno, con programma generale del lavoro, perché la chiesa abbia unità e svolgimento di tema in ogni parte: architettura, scultura, pittura, vetrate, suppellettili. Soprattutto [perché] corrisponda al fine per cui è costruita una chiesa paolina.
77
Catechismo
Sempre azione esteriore ed azione interiore della grazia. Per sei anni, chierico, fu catechista in Duomo e nella parrocchia dei Santi Cosma e Damiano. Prima venne avviato nello studio della pedagogia dai Fratelli delle Scuole Cristiane (allora erano in Alba); poi (1910-14) dovette studiare i metodi catechistici, l’organizzazione catechistica nelle parrocchie, la formazione spirituale, intellettuale e pedagogica dei catechisti. [Seguì] il lavoro catechistico per tre anni nell’oratorio maschile, le scuole di religione agli alunni del liceo pubblico, la partecipazione a congressi catechistici, ecc. Tutti passi che la gentile ed amorosa Provvidenza dispose; e che nonostante la nostra miseria ed incorrispondenza «attingit a fine usque ad finem fortiter suaviterque disponens omnia» [cf Sap 8,1].62
78
Atti della Santa Sede sul catechismo, buoni testi catechistici, lavoro per formare i catechisti, proiezioni catechistiche, quadri murali, attrezzatura catechistica: tutto aveva servito nelle mani di Dio.
79
Soprattutto quando dal Vescovo venne chiamato nella commissione catechistica diocesana, composta di tre Sacerdoti, per la elaborazione dei testi di classe e dei programmi catechistici diocesani, fece del catechismo uno studio e apostolato particolare.
80
Sempre si considerò l’opera catechistica come la prima e fondamentale: «Andate, predicate, insegnate» [Mt 28,19; Mc 16,15].63 Ora in Italia ed all’estero, il lavoro catechistico della Famiglia Paolina si fa sempre più largo ed intenso.
81
Spirito pastorale
Questa ricchezza, alla Famiglia Paolina, è maturata ed arrivata come le altre: per un’azione e luce di Gesù-Ostia e per gli uffici affidatigli e compiuti dall’obbedienza. In tre parrocchie specialmente esercitò il ministero pastorale;64 in molte si trovò per predicazioni, confessioni, conferenze, azione cattolica.65 Ebbe contatti vari ed esperienze di anime e di ministeri. Sentiva sempre più vivo: «Andate, predicate, insegnate, battezzate».66 Fu allora che pensò a formare le collaboratrici dei Pastori: le Suore Pastorelle (1908).67
82
Per due anni, in conferenze settimanali, con dodici sacerdoti, studiò i mezzi di una buona e aggiornata cura d’anime. Su questo interrogò ed ebbe suggerimenti scritti (che trasmetteva ai chierici e giovani sacerdoti) da una quindicina di Vicari Foranei. Ne risultò il libro (1913) Appunti di Teologia pastorale.68 Il Card. Richelmy nella prefazione69 osserva che in esso sono indicati i mezzi più adatti al tempo presente.
83
Per il carattere pastorale nell’apostolato paolino, molto prese da due grandi maestri: Swoboda, Cura d’anime nelle grandi città70 e Krieg, Teologia pastorale,71 volumi 4, che lesse e rilesse per due anni.
84
Mise sotto la protezione di Maria Regina degli Apostoli il ministero, e la medesima cosa insegnò ai chierici e giovani sacerdoti.
85
Insistette sopra la catechesi e la predicazione a viva voce ed a mettervi accanto la parola di Dio scritta (scuola di eloquenza 1912-1915); tenendo presenti tutte le categorie di persone, specialmente le masse.
86
Sale, luce, città: animazione cristiana della cultura
«Voi siete sale, voi siete luce, voi siete città posta sul monte...» rispetto al mondo. È il pensiero del Divino Maestro [cf Mt 5,13-14].
Dare in primo luogo la dottrina che salva. Penetrare tutto il pensiero e sapere umano col Vangelo. Non parlare solo di religione, ma di tutto parlare cristianamente; in modo simile ad una università cattolica che, se è completa, ha la Teologia, [la] Filosofia, le Lettere, la Medicina, l’Economia politica, le Scienze naturali, ecc., ma tutto dato cristianamente e tutto ordinato al cattolicesimo.
87
Così la Sociologia, la Pedagogia, la Geologia, la Statistica, l’Arte, l’Igiene, la Geografia, la Storia, ogni progresso umano, ecc. secondo la ragione subordinata alla fede: dovrà dare la Famiglia Paolina.72
88
Dal 1895 al 1915 vi erano state molte deviazioni73 in materia sociale, teologica, ascetica, così da scuotere le basi di ogni verità e della Chiesa; anzi tentarne la distruzione. Il Santo del Fogazzaro74 era stato un esempio impressionante; per i più, chi non lo lodava era un retrogrado, ma poi era stato condannato.
89
Tutto gli fu scuola. La prima cura nella Famiglia Paolina sarà la santità della vita, la seconda la santità della dottrina.
90
Dovette per quattro mesi, nell’anno 1904, organizzare un’accademia sopra San Tommaso d’Aquino. Fissare gli argomenti e guidare i chierici nello svolgerli. Tema generale: la base tomistica del pensiero in mezzo al caos delle idee.
Il suo discorso commemorativo: il venticinquesimo dell’enciclica Æterni Patris sopra la Filosofia.75
91
Ne ebbe vantaggio spirituale e guida. Nessuna santità dove non vi è la verità, o almeno l’amore alla verità; la santità della mente è la prima parte. Nessun orientamento senza la Logica; nessuna veduta larga senza la Metafisica; nessuna via sicura, se non nella Chiesa.
92
Spirito paolino
La Famiglia Paolina aspira a vivere integralmente il Vangelo di Gesù Cristo, Via, Verità e Vita, nello spirito di San Paolo, sotto lo sguardo della Regina Apostolorum.
93
In essa non vi sono molte particolarità, né divozioni singolari, né soverchie formalità; ma si cerca la vita in Cristo-Maestro e nella Chiesa. Lo spirito di San Paolo si rileva dalla sua vita, dalle sue lettere, dal suo apostolato. Egli è sempre vivo nella Dogmatica, nella Morale, nel culto, nell’organizzazione della Chiesa.76
94
Segreto di grandezza è modellarsi su Dio, vivendo in Cristo. Perciò sempre [sia] chiaro il pensiero di vivere ed operare nella Chiesa e per la Chiesa; di inserirsi come olivi selvatici nella vitale oliva,77 Cristo-Eucaristia; di pensare e nutrirsi di ogni frase del Vangelo, secondo lo spirito di San Paolo.
95
Perciò fondamentali articoli delle Costituzioni78 sono:
96
154 «La pietà venga specialmente e di continuo nutrita con lo studio di Gesù Cristo Divino Maestro, che è Via, Verità e Vita; in modo che tutti sul Suo divino esempio crescano in sapienza, in grazia e virtù, venerando Dio con profonda religione in spirito e verità, e amandolo sinceramente con la mente, con la volontà, col cuore e con le opere».
97
177 «Nell’apprendere e nell’insegnare le varie materie, bisogna far sì che gli studi siano sempre ordinati e coltivati in modo tale che Gesù Cristo nostro Divino Maestro, che è Via, Verità e Vita, sia da noi sempre più intimamente conosciuto e Cristo si formi pienamente nella mente, nella volontà e nel cuore; così diventeremo esperti maestri delle anime, perché prima siamo stati umili e diligenti discepoli di Cristo».
98
224 «La dottrina che si deve comunicare nelle edizioni, è quella che riguarda la fede, i costumi ed il culto, ricavata dalle pure fonti della Sacra Scrittura, della Tradizione e del Magistero della Chiesa».
99
Tutto l’uomo in Gesù Cristo, per un totale amore a Dio: intelligenza, volontà, cuore, forze fisiche. Tutto: natura, grazia, vocazione, per l’apostolato. Carro che corre poggiato sulle quattro ruote: santità, studio, apostolato, povertà.79
100

1 Costituzioni della Pia Società San Paolo, Roma 1950:
Art. 21: «Essendo intenzione della Società di formarsi i membri come è stabilito nell’articolo 178, per regola non si devono ammettere aspiranti che abbiano già ricevuti gli Ordini, restando pure fermo il prescritto degli articoli 18,8 e 19,1».
Art. 178: «La Società si prepara i futuri membri fin dalla loro tenera età nelle sue case di studio, in cui gli aspiranti sono istruiti con ogni cura in ordine alla loro vocazione. Perciò la Società deve avere case proprie per gli studi classici o medi».

2 È difficile determinare con esattezza tale periodo. Potrebbe trattarsi del tempo in cui l’A. faceva i suoi Esercizi spirituali presso qualche Istituto religioso, dal 1909 al 1918 (cf AD 36). Ma non è da escludere che si tratti dei primi anni di vita sacerdotale (1907-1910), o anche del lavoro svolto nell’oratorio maschile, quando l’A. «dovette studiare i metodi catechistici» (cf AD 78), ossia nel 1910-1914.

3 Notissimi santi Fondatori: S. Basilio (circa 330-379), S. Benedetto (480-547), S. Francesco d’Assisi (1181/2-1226), S. Ignazio di Loyola (1491-1556) e S. Giovanni Battista de La Salle (1651-1719), fondatore quest’ultimo dei Fratelli delle Scuole Cristiane.

4 Gigli, rose, viole...: fiori simbolici di virtù evangeliche, ricordati ogni giorno nelle orazioni della comunità. Cf le “Invocazioni”: «O Maria, fate fiorire in questa Casa i gigli di purezza...; le rose di carità...; le viole dell’umiltà...» (Preghiere della Pia Società San Paolo, 1922, p. 6).

5 «Ma voi siete... la nazione santa, il sacerdozio regale». L’espressione testuale è: «Vos autem genus electum, regale sacerdotium, gens sancta...» (1 Pt 2,9).

6 Cf Costituzioni, cit., art. 6: «La Pia Società San Paolo è costituita da due classi di membri, chierici e laici, i quali, distinti per divina istituzione, ma associati nell’unità della stessa Società, devono tendere al medesimo fine secondo la propria vocazione, le attitudini e la propria condizione. I laici hanno il nome di Discepoli».

7 «Con forza e soavità» (cf Sap 8,1).

8 Le Suore Pastorelle, o più esattamente le Suore di Gesù Buon Pastore, fanno risalire i loro inizi al 1936; di fatto però soltanto il 7.10.1938 aprirono una loro prima casa a Genzano di Roma (diocesi di Albano Laziale).

1 Il paragrafo contrassegnato con il n. 8 nell’edizione del 1971, e qui collocato da Giuseppe Barbero, viene riportato al suo luogo originale, dopo il n. 46.

9 «Ed operare al suo posto»: aggiunta manoscritta.

10 Don Alberione iniziò a gettare le fondamenta della futura Pia Società San Paolo il 14 luglio, presentando al Vescovo Mons. Giuseppe F. Re uno schema del progetto di fondazione. Il 20 luglio il Vescovo diede la sua approvazione verbale e di massima. Il 24 luglio veniva affittato un tratto della casa di Vittoria Degiacomi, ad Alba, in Piazza Cherasca. Il 26 luglio vennero acquistate le prime macchine da stampa. Nei giorni successivi furono accolti i primi giovani e, con una breve funzione religiosa, venne consacrato come giorno di fondazione il 20 agosto 1914, festa di S. Bernardo di Chiaravalle e data della morte del papa S. Pio X.

11 In seguito all’attentato di Sarajevo (uccisione della coppia arciducale di Asburgo), l’Austria dichiarò guerra alla Serbia il 28.7.1914. Entrarono subito in conflitto, nei due schieramenti opposti, Germania e Russia, seguite dalle altre nazioni europee.

12 Francesco Giuseppe, imperatore d’Austria (1830-1916).

14 Si veda più sotto, AD 50-55.

15 Uomini politici italiani, protagonisti del “Risorgimento” nazionale: Giuseppe Mazzini (1805-1872), Camillo Benso conte di Cavour (1810-1861) e Marco Minghetti (1818-1886).

16 Cf LEONE XIII, lettera Testem benevolentiæ all’Arcivescovo di Baltimora, del 22.1.1899.

17 In un frammento manoscritto dell’A. troviamo la seguente redazione, che potrebbe essere la prima stesura dei paragrafi 48-62: «A Leone XIII, grande costruttore, era successo il pontefice della pratica...» (cf AD 50, 60-62).
«Le scoperte che rivoluzionavano la produzione. Il cinema, la radio, la televisione si trovavano appena nell’infanzia o alla nascita, mentre l’organizzazione, la stampa, la scuola erano le vere forze introdotte nelle Costituzioni o formatesi nelle abitudini di vita» (cf AD 54).
«Ricchezze provenienti dalle circostanze...» (cf AD 48).
«Clero fedele alle direttive della S. Sede e non pochi sacerdoti imbevuti del liberalismo... Clero ancora fermo nei metodi pastorali e impaziente di usare sistemi, associazioni, opere aggiornate e la pastorale stava subendo un notevole ringiovanimento e, come avviene in tali casi, alcuni troppo entusiasti dell’azione, senza l’orazione, per cui la condanna dell’americanismo, altri fedeli alle vie giuste» (cf AD 49).
«Gravissimo turbamento nelle menti, nelle stampe, nella vita e [...] negli spiriti si ebbe dal modernismo, che particolarmente mise profonde radici nel giovane clero e tra i chierici» (cf AD 51).

18 Il modernismo, vasto movimento filosofico-teologico dell’inizio del XX secolo, venne condannato dal Sant’Uffizio col decreto Lamentabili, del 3.7.1907, e da Pio X con l’enciclica Pascendi dominici gregis, dell’8.9.1907. Se si tiene presente che Don Alberione venne ordinato sacerdote il 29.6.1907, è facile comprendere l’influsso che questa condanna ebbe su di lui e sui suoi progetti di apostolato.

19 Si deve intendere: i principii liberali avevano aggravato i mali che turbavano il sistema economico; il liberalismo (o “capitalismo”) economico provocò per reazione il socialismo, ovvero il comunismo.

20 Celebre la enc. Rerum Novarum sulla questione sociale, del 1891.

21 Cf LEONE XIII, enc. Graves de communi re, 18.1.1901.

22 Testimoni di questo impegno politico furono, p.es., due sacerdoti: Romolo Murri (1870-1944) e Luigi Sturzo (1871-1959). Il primo fu condannato come modernista, il secondo non subì condanne. Entrambi sono considerati i padri della Democrazia Cristiana in Italia.

23 Esponenti dell’ala estremista, filosocialista, furono Ernesto Buonaiuti (1881-1946) e altri sacerdoti del cosiddetto “gruppo radicale romano”.

24 Su questo argomento, cf Domenico MASSÈ, Il caso di coscienza del Risorgimento italiano dalle origini alla Conciliazione, Società Apostolato Stampa, Alba 1946.

25 Il “Non expedit” (=non è conveniente) era il divieto, fatto da Pio IX ai cattolici italiani sin dal 13.10.1874, di partecipare alla vita politica, sia come eletti che come elettori, in conseguenza del sopruso commesso dal governo d’Italia contro lo Stato Pontificio, con l’occupazione di Roma (20.9.1870).

26 Su queste “direttive papali”, cf Documenti pontifici sulla stampa (1878-1963), Tip. Poliglotta Vaticana, s.d.; Documenti pontifici sulla radio e sulla televisione (1929-1962), Tip. Poliglotta Vaticana, s.d.; E. BARAGLI S.J., Cinema cattolico: documenti della Santa Sede sul cinema, Città Nuova, Roma 1965.

27 Quest’ultima frase è stata aggiunta manualmente dall’A. nel ds.

28 Così nel ms. Nel ds invece il verbo è al presente (dispone), ma riteniamo sia un errore di digitazione.

29 L’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano nacque ufficialmente il 7.12.1921 e ottenne il riconoscimento giuridico dallo Stato Italiano il 2.10.1924.

30 Su tutta questa materia si consulti G. BARBERO, cit., pp. 184-194.

30 Il Card. Pietro Maffi (1858-1931), Arcivescovo di Pisa, fu grande estimatore e consigliere di Don Alberione. – Per il Toniolo e il Paganuzzi, cf sopra (AD 14 e 20). Niccolò Rezzara (1848-1915) fu un noto organizzatore cattolico.

32 L’Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici in Italia fu l’organizzazione principale dei cattolici italiani impegnati nel sociale. Sorta nel 1874, fu sciolta da Pio X il 30.7.1904.

33 L’Unione Popolare fu un’associazione formatasi in Italia, dopo lo scioglimento dell’Opera dei Congressi, per raccogliere i cattolici di tutte le classi sociali intorno ad un solo centro di dottrina, di propaganda e di organizzazione sociale. Cf la lettera Il fermo proposito, di Pio X, dell’11.6.1905. – In Germania l’Unione Popolare si chiamava “Volksverein” (cf AD 17, nota 13).

34 Cf A. DAMINO, Bibliografia di Don Giacomo Alberione, Edizioni dell’Archivio Storico Generale della Famiglia Paolina, Roma 19943, p. 187: «In realtà [iniziando dall’annata del 1911] gli scritti riguardanti l’Unione Popolare abbondano, ma nessuno di essi è firmato con un nome proprio; per cui quel “si scrisse” resta indeterminato. È probabile tuttavia che la maggior parte di questi scritti si debbano alla penna del Teol. Francesco Chiesa, presidente della sezione diocesana dell’Unione. Nel periodo burrascoso del primo dopoguerra, la Gazzetta, battagliera e polemica, prese decisamente posizione in difesa dei valori religiosi e in favore del Partito Popolare. Del Direttore, e cioè di Don Alberione, devono essere certi vivaci corsivi o stelloncini e vari brevi articoli di fondo, sebbene la sua firma non compaia mai».

35 Le due persone erano: il Can. Chiesa e Don Alberione. Il Canonico scrisse un opuscoletto intitolato L’Unione Popolare spiegata ai contadini, stampato presso la Tipografia Albese (già Paganelli) nel 1908 e diffuso a 10 centesimi la copia. Una seconda edizione di questo opuscoletto fu fatta nel 1912. Per ulteriori notizie sul lavoro compiuto in diocesi da Don Alberione a favore dell’Unione Popolare, cf il periodico La Settimana Sociale (che iniziò le sue pubblicazioni a Firenze il 19.1.1908); nel n. del 25.11.1911 a p. 5, vi è una lunga lista di paesi dell’Albese nei quali i due Teologi Chiesa e Alberione tennero conferenze sull’Unione Popolare; non vi è il testo di queste conferenze, ma si può ritenere che avessero come base l’opuscolo citato del Can. Francesco Chiesa.

36 Pio X, con la citata enc. Il fermo proposito del 1905, autorizzò i Vescovi italiani a concedere deroghe al “Non expedit” e a permettere ai cattolici di partecipare alla vita politica. Si ebbero i primi cattolici deputati. Non si vollero ancora i primi deputati cattolici, perché non si voleva, allora, un partito politico di cattolici.

37 Il Partito Popolare Italiano fu fondato a Roma da un gruppo guidato dal già citato Don Luigi Sturzo (1871-1959), mediante un “Appello al Paese” sottoscritto il 18.1.1919.

38 Il giudizio negativo di G. Alberione seminarista e sacerdote sulla Massoneria si ispirava all’enciclica Humanum genus di LEONE XIII, del 20.4.1884, e all’istruzione del Sant’Uffizio Ad gravissima avertenda del 10.5.1884. – Cf R. F. ESPOSITO, La Massoneria e l’Italia dal 1800 ai nostri giorni, Edizioni Paoline, Roma 1969.

39 Movimento politico, fondato a Milano nel marzo del 1919 da Benito Mussolini (1883-1945), e divenuto nel 1922 partito unico: Partito Nazionale Fascista.

40 Due congregazioni della Famiglia Paolina hanno San Paolo come speciale patrono, la Società San Paolo e la Pia Società Figlie di San Paolo. La loro spiritualità è basata sulle Lettere di San Paolo e sulla vita apostolica come risulta dagli Atti degli Apostoli. Anche gli altri Istituti della Famiglia Paolina hanno dell’Apostolo Paolo lo spirito e la devozione.

41 P.M. = Primo Maestro. «L’Abate Serafini Mauro O.S.B. (1859-1925) Segretario (dal 1918) della Sacra Congregazione dei Religiosi, aveva suggerito il termine “Maestro” come qualifica propria del Superiore Generale della erigenda Pia Società di San Paolo. In realtà nel decreto di monsignor Giuseppe Francesco Re, del 12 marzo 1927, si trova il titolo di “Primo Maestro” della Pia Società di San Paolo, riferito al Fondatore della medesima. Il titolo “Primo Maestro” divenne in seguito familiare, e sostituì quello di “Signor Teologo”» (cf G. BARBERO, Nel XIX Centenario del martirio di S. Paolo: Il Sacerdote Giacomo Alberione e gli Istituti Paolini, in Palestra del Clero, 46 [1967] 246-261). Successivamente (il 28.7.1929), il Fondatore stesso invitò i membri della Famiglia Paolina a chiamarlo col nome di “Primo Maestro”. – La “guarigione” cui allude qui il Fondatore avvenne nel 1923.

42 René-François ROHRBACHER (1789-1856) pubblicò a Nancy nel 1842-49 un’ampia Histoire de l’Eglise catholique, in 29 volumi, che venne continuata poi da Chantrel e Chamard; in Italia uscì nel 1876 e venne poi continuata da P. Balan e da C. Bonacina fino a Leone XIII incluso.

43 Joseph HERGENRÖTHER (1824-1890), cardinale dal 1879, pubblicò il suo importante Handbuch der allgemeinen Kirchengeschichte a Würzburg nel 1876-80; venne tradotto in italiano da E. Rosa e pubblicato a Firenze nel 1907-11.

44 Cesare CANTÙ (1804-1895), storico, letterato, patriota e uomo politico, pubblicò la sua Storia universale, in 35 volumi, nel 1883-91.

45 La Civiltà Cattolica è la nota rivista quindicinale dei Gesuiti italiani, che esce dal 6.4.1850. L’Osservatore Romano, quotidiano politico religioso che esce dall’1.7.1861, è il giornale ufficioso della Santa Sede. Gli “Atti della S. Sede” sono probabilmente gli Acta Sanctæ Sedis, ai quali succedettero nel 1909 gli Acta Apostolicæ Sedis, Commentarium officiale, che vengono pubblicati tuttora come organo ufficiale della Santa Sede.

46 «In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri. Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello che dovete fare. E il Dio della pace sarà con voi!». La citazione esatta è Fil 4,8-9. Nel v. 9 Don Alberione, forse citando a memoria, modifica qualche parola. Il testo esatto è: «Quæ et didicistis et accepistis et audistis et vidistis in me, hæc agite...».

47 Guglielmo Durando (1230 circa-1296) fu Vescovo di Mende, canonista e liturgista. Liturgisti furono pure Bartolomeo Gavanti (1569-1638), Luigi Rodolfo Barin (1883-1933), Gaspare Destefani (1884-1952), Prospère Guéranger (1805-1875), Emanuele Caronti (1882-1966), Alfredo Ildefonso Schuster (1880-1954, ora Beato), Pietro Veneroni (1862-1935), Ludwig Eisenhofer (1871-1941) e Gaspare Lefèbvre (1880-1966).

48 Le Ephemerides Liturgicæ erano una rivista di liturgia fondata a Roma da Calcedonio Mancini nel 1887.

49 La Rivista Liturgica venne pubblicata a cura dei Benedettini del monastero di Praglia (comune di Teolo, Padova) e del monastero di Finalpia (comune di Finale Ligure, Savona) per iniziativa di Emanuele Caronti, a partire dal 1914. Essa si propose un programma di soda divulgazione liturgica e divenne poi l’organo ufficiale del movimento liturgico in Italia.

50 Cf PIO X, motu proprio Tra le sollecitudini, del 22.11.1903.

51 Il primo messalino, con testi latini e traduzione italiana, venne pubblicato ad Alba (Cuneo) nel 1935; fu redatto da quattro paolini: A.G. Colasanto, G.B. Chiesa, A.B. Nosetti e A.B. Segato.

52 Il Bollettino Parrocchiale Liturgico iniziò le pubblicazioni nel 1932.

53 Le Pie Discepole del Divin Maestro sono la seconda Congregazione femminile fondata da Don Alberione. Hanno tra i loro apostolati primari il vivere e far vivere la liturgia. Dal 1952 pubblicano il mensile La vita in Cristo e nella Chiesa, una rivista liturgica destinata agli operatori pastorali.

54 La statistica si riferisce naturalmente agli ultimi mesi del 1953.

55 Ideata fin dal 1915, quando Don Alberione si era aggregato a Don Giuseppe Rosa (1875-1929), questa chiesa venne costruita vent’anni dopo in Alba, Borgo Piave, dove sorse la casa delle Figlie di San Paolo, da loro considerata come Casa Madre. La chiesa fu benedetta il 25.10.1936 dal Vescovo Mons. Luigi Maria Grassi e successivamente è divenuta chiesa parrocchiale. Altra grande chiesa a Gesù Maestro sorse a Roma, in Via Portuense, ancora per iniziativa di Don Alberione.

56 Questa chiesa sorge a Roma, al centro degli edifici paolini tra le attuali vie Alessandro Severo e Antonino Pio. Promessa a Maria Ss. come voto per la sua protezione materna durante la guerra del 1939-1945, fu iniziata nel 1945 e consacrata il 30.11.1954. È Santuario e Basilica minore, centro di unione spirituale dei membri della Famiglia Paolina. – Cf Storia e arte del Santuario Regina Apostolorum, di Umberto MUZZIN SSP e collaboratori, Roma 1969, e Il Santuario basilica Regina Apostolorum, di G.B. PEREGO SSP, Roma 1985.

57 La chiesa di San Paolo sorse ad Alba (Cuneo) al centro degli edifici che costituiscono la Casa Madre della Società San Paolo. Fu aperta al culto nell’ottobre 1928. – Cf Il tempio di San Paolo in Alba, Storia e arte, a cura di G. CINAGLIA ed E. FORNASARI SSP, Alba 1988.

58 Cf Ut perfectus sit homo Dei, II, 243-244.

59 Riferimento implicito alla dibattuta questione sul principio «L’arte per l’arte» sostenuto dagli intellettuali tardo-romantici.

60 Nel 1913, a Milano, per opera della Società “Amici dell’Arte Cristiana”, sorse una rivista intitolata Arte Cristiana. L’ispiratore e fondatore di essa fu Mons. Celso Costantini, poi Cardinale (1876-1958). La rivista si proponeva di fomentare l’amore per l’arte sacra in genere, e specialmente per l’arte liturgica.

61 Cf Appunti di Teologia pastorale. Prima edizione dattiloscritta, ad impressione fotostatica, Alba 1912. Alle pp. 469-481 vi è un capitolo dedicato alla Costruzione di chiese (cf AD 83).

62 «Si estende ai confini del mondo, e tutto dispone con soavità e con forza» (cf antifona al Magnificat nei vespri del 17 dicembre).

63 Cf G. BARBERO, Don Giacomo Alberione catechista e compilatore di catechismi, in R.F. ESPOSITO, La Teologia della pubblicistica secondo l’insegnamento di Don Giacomo Alberione, Edizioni Paoline, Roma 1970, pp. 203-207, e anche in Sussidi per la Catechesi, gen.-feb. 1972.

64 Le parrocchie cui allude sono probabilmente: quella di S. Bernardo a Narzole, dove Don Alberione fu vicecurato nel 1908; quella di S. Pietro in Vincoli a Benevello; quella dei Ss. Cosma e Damiano ad Alba. Ma potrebbe anche trattarsi del Duomo (cf AD 104ss) oppure della parrocchia di Guarene (cf M.L. RICCI, Madre M. Scolastica Rivata, Roma 1996, p. 28).

65 Cf G. BARBERO, Storia della pastorale: pastorale pratica e pastorale teorica del sacerdote Giacomo Alberione (1884-1971), in Palestra del Clero 52 (1973) 311-317.

66 Cf Mt 28,19; Mc 16,15.

67 La realizzazione concreta di tale congregazione cominciò solo nel 1936, e si compì nel 1938 (cf AD 46 e nota relativa).

68 La prima edizione dattilografata e fotostatica di questi “appunti” reca la data del 1° agosto 1912. La seconda edizione (prima a stampa) uscì a Torino nel 1915, coi tipi di Pietro Marietti (cf AD 77).

69 Nella seconda edizione, del 1915, a p. VII, si trova la citata parola di lode e di incoraggiamento del Card. Agostino Richelmy (1850-1923), Arcivescovo di Torino. La prefazione del Cardinale reca la data del 2.2.1913.

70 Enrico SWOBODA, Teologo (1861-1923). La versione italiana del suo libro La Cura d’anime nelle grandi città, venne pubblicata a Roma nel 1912.

71 Cornelio KRIEG (1838-1911).

72 Un primo tentativo di attuare questo vasto programma fu compiuto da Don Alberione negli anni Trenta, incaricando un gruppo di chierici e giovani sacerdoti paolini di preparare libri di testo per le scuole ginnasiali e liceali, su tutte le materie dei programmi scolastici: Letteratura, Scienze, Storia, ecc. Suggerì il metodo e ne seguiva l’esecuzione. Lo sforzo maggiore fu tuttavia quello di avviare, negli anni ’50, la enciclopedia su Gesù Maestro. Cf più avanti, AD 185-200, e CISP 1195ss.

73 Cf AD 49s.

74 Antonio FOGAZZARO (1842-1911), romanziere, pubblicò Il Santo nel 1905; il decreto di condanna è del 5.4.1906. – Su questo tema cf L. CARONTI, Fogazzaro, Subiaco e “Il Santo”, Edizioni Paoline, Alba 1989.

75 Cf LEONE XIII, enc. Æterni Patris, sullo studio di S. Tommaso d’Aquino, del 4.8.1879, in Acta I (1878-1879) 255ss.

76 Cf sopra, AD 64.

77 Cf Rm 11,24.

78 Costituzioni della Pia Società San Paolo, ed. 1950.

79 Cf J. M. GALAVIZ H., El carro paulino, Mexico 1992; vers. it.: Il “carro” paolino, Ed. Archivio Storico Generale della F.P., Roma 1993.