Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

GIORNO II
LA SACRA BIBBIA È ISPIRATA

GIOSUÈ

Degno continuatore dell'opera di Mosè, introdusse finalmente il popolo nella Terra Promessa.
Si chiamava Osee, ed era figlio di Nun, della tribù di Efraim. Mosè lo designò tra gli esploratori della Terra Promessa, mutandogli il nome in quello di «Giosuè» che vuol dire: «Il Signore è la salvezza», e sta bene a colui che doveva introdurre Israele nella Terra Promessa ed essere la figura di Gesù Cristo che introduce le anime in cielo.
Fu da Dio indicato a Mosè quale suo successore. Il grande condottiero, presso a morire, lo presentò al popolo, incoraggiandolo con queste confortanti parole: «Fatti animo e sii forte, perché tu introdurrai questo popolo nella terra che il Signore giurò di dare ai tuoi padri; tu la dividerai a sorte. Il Signore che è la vostra guida, e colui che ti accompagna, non ti lascierà, non ti abbandonerà, non temer dunque e non perderti d'animo».
Morto Mosè, apparve il Signore al nuovo capo di Israele e gli disse: «Mosè, mio servo, è morto: levati, passa questo Giordano, tu, con tutto il tuo popolo, e va nel paese che io darò ai figli d'Israele. Ogni luogo calcato dalla pianta del vostro piede lo darò a voi... Nessuno potrà resistervi... Come fui con Mosè, sarò con te, non ti lascierò, non ti abbandonerò...».
Giosuè obbedì, sicuro della protezione divina. Con un prodigio grandioso passò con tutto il popolo il Giordano, gettando il terrore nei Cananei. Passò quindi di
25
vittoria in vittoria e più nessuno poté resistere alla spada di Giosuè. In sei anni egli vinse e mandò a morte trentun re e s'impadronì della Terra Promessa.
Divise fra le tribù la terra conquistata, tirando a sorte il territorio che a ciascuna doveva toccare. Dopo aver governato il popolo per diciott'anni, Giosuè, vistosi vicino alla sua fine, radunò in Sichem i principali della nazione e fece loro giurare di restar fedeli al Dio dei loro padri.
Poscia se ne morì in pace, in età di 110 anni, pare nel 1442 av. C. A lui comunemente si attribuisce il libro che porta il suo nome.

IL LIBRO DI GIOSUÈ

Si può dire la continuazione dei libri di Mosè; molti Padri, anzi, lo considerano come un tutto con quelli, essendo il completamento del Pentateuco. Narra la conquista e la divisione della terra promessa.
Morto Mosè ed eletto Giosuè a suo successore, questi pieno di fiducia nell'aiuto di Dio, fece uscire il popolo dagli accampamenti. Passato miracolosamente il Giordano e ringraziato il Signore, gli Ebrei si accamparono in Galgala, ad oriente di Gerico.
Era questa una città ben fortificata: ma il Signore la diede miracolosamente nelle mani d'Israele, facendone cadere le mura. Vien narrato a questo punto l'episodio di Ascan, lapidato con tutta la sua famiglia per essersi impossessato di oggetti, trasgredendo l'ordine di Giosuè.
Fu quindi conquistata la città di Ai; ed in altra battaglia (memoranda per la miracolosa fermata del sole) furon vinti ed uccisi cinque re Cananei. Ed i Gabaoniti invece, che con inganno si fecero risparmiare, furon condannati a servire per sempre il popolo ebraico.
Conquistarono quindi la Palestina meridionale e settentrionale. Giosuè aveva così vinto trentun re; ma la occupazione non era ancora completa. Il Signore ordinò tuttavia a Giosuè di far le divisioni, nominando i paesi da occuparsi. Fu determinata perciò la parte spettante ad ogni tribù, con i loro confini e città. Soltanto la tribù sacerdotale di Levi, quella incaricata del servizio del Signore, non ebbe territorio particolare, ma alcune città coi loro sobborghi per potervi abitare. Quindi le
26
tribù che avevano avuto il loro possesso al di là del Giordano e che avevano aiutato i fratelli nella conquista, tornarono al loro territorio.
Giosuè aveva compiuta la sua missione. Si ritirò nei suoi possessi; quindi presso a morire, convocò tutti i capi d'Israele, dando loro le ultime raccomandazioni. Radunò poi tutto il popolo, al quale ricordò tutti i benefizi che il Signore aveva fatto a Israele, dalla vocazione di Abramo fino alle ultime conquiste, ed esortò tutti ad essere fedeli al loro Dio. Il libro termina col racconto della morte di Giosuè.
Lo scopo del libro di Giosuè è di dimostrare la fedeltà di Dio alle promesse fatte. Iddio che si era obbligato coi Patriarchi di dare ai loro discendenti la Terra Promessa come loro abitazione, mantenne la parola: la Palestina infatti fu conquistata e divisa fra le 12 tribù d'Israele.

CONSIDERAZIONE II

La Sacra Bibbia è ispirata

«Omnis Scriptura divinitus inspirata».
(2Tm 3,16).1


Tutti i settantadue libri che compongono la S. Bibbia hanno per autore Dio: «Deum habent auctorem». Eppure noi sappiamo con certezza l'autore umano della maggior parte dei libri della S. Scrittura.
Chi non sa che il Pentateuco appartiene a Mosè? che di moltissimi Salmi è autore Davide? Nel Nuovo Testamento poi sappiamo con certezza che dei quattro Vangeli son autori: San Matteo, San Marco, San Luca e San Giovanni. Nessuno può ignorare la provenienza delle lettere
27
degli Apostoli che la Chiesa da secoli attribuisce a S. Paolo, a S. Giacomo, a S. Pietro, a S. Giovanni e a S. Giuda.
Qui si presenta una difficoltà.
Come è possibile allora che la Bibbia sia Libro divino, mentre i libri che la compongono sono stati scritti da uomini?
La difficoltà si scioglie facilmente.
La Bibbia ha due autori: un autore primario, e questi è Dio, e tanti autori secondari, e questi sono quelli che Dio scelse nei vari tempi, luoghi e circostanze, per manifestare la sua parola al mondo. Sono come strumenti intelligenti e liberi, o segretari e scrivani di Dio, ai quali, per così dire, Egli si degnò di ispirare la lettera da mandarsi all'umanità.
Alcune applicazioni chiariranno meglio come la Bibbia abbia due autori.
a) I libri che oggi si stampano nel mondo sono di un numero immenso. Quotidianamente, migliaia e migliaia di uomini lavorano a stampare e diffondere libri di ogni specie e formato; libri che trattano dei soggetti più svariati: commercio, agricoltura, matematica, musica, ecc. Tutti soggetti umani e terreni. Ma ve n'è uno che tratta di cose soprannaturali e divine: la Bibbia; essa giustamente è detta il Libro per eccellenza, il Libro divino. Tutto ciò che la Bibbia contiene è divino, e fu scritto per divina ispirazione. Ciò è confermato da S. Pietro con le parole: «I Santi uomini di Dio parlavano ispirati dallo Spirito Santo» (2Pt 1,21).
È di questo Libro divino che Dio s'interessa specialmente, essendone Egli stesso l'autore primario.
28
b) Avrete già tante volte considerato come generalmente accanto ai quattro Evangelisti, si pone un simbolo: un leone alato, ad esempio, si pone accanto a S. Marco, un'aquila accanto a S. Giovanni ecc. Che cosa vogliono indicare tali simboli? Vogliono indicare appunto la Virtù superiore che li assisteva mentre essi scrivevano il loro Vangelo.
c) Sovente si sente dire: all'altare vi è il sacerdote tale che celebra la S. Messa; oppure: il Sacerdote tal altro ha terminato di celebrare; e frasi simili, per dire che chi apparentemente celebra la Santa Messa è un uomo. Ma però noi sappiamo che chi veramente opera il miracolo strepitoso della Transustanziazione, cioè chi realmente cambia il pane e il vino, in Corpo e Sangue di Gesù Cristo, è Dio stesso, per mezzo del Suo ministro il Sacerdote.
Come nella S. Messa vi sono cose accidentali, ad es.: le cerimonie; e cose essenziali, quali le parole della Consacrazione; così si può dire della S. Scrittura: in essa vi sono cose accidentali, come lo stile, la lingua ecc.; e cose essenziali, come il pensiero e il significato delle frasi.
Le prime, cioè le cose accidentali appartengono e sono proprie di ogni autore sacro. Qual diversità di stile vi è, per es., tra il Vangelo di S. Matteo e quello di S. Luca! Questi, essendo medico e studioso, ha uno stile elegante e piano; S. Matteo invece, semplice gabelliere, ha uno stile assai meno elegante. Così un Isaia erudito e dotto userà un linguaggio sublime; invece un Amos, semplice pastore, avrà uno stile umile e rude.
Ma tutto ciò non impedisce che Dio sia l'autore primario di tutti i 72 Libri della S. Scrittura.
E ciò è di fede. Infatti, ecco quanto dice
29
il Papa Leone XIII, nella sua Enciclica «Providentissimus Deus»2 del 18 Novembre 1893: «La Chiesa ritiene come sacri i libri della Bibbia, non perché compilati per sola industria umana, siano stati approvati di poi dalla sua autorità, né soltanto perché contengono la rivelazione senza errore; ma perché, scritti sotto la ispirazione dello Spirito Santo hanno per autore Dio... E Dio, con soprannaturale virtù, così eccitò e mosse gli scrittori sacri a scrivere e li assistette mentre scrivevano, perché rettamente concepissero nella loro intelligenza e fedelmente, colla loro volontà, volessero esprimere, e in modo adatto in realtà esprimessero, tutte e sole quelle cose che Egli comandava. Altrimenti Egli non sarebbe l'autore di tutta quanta la Sacra Scrittura».
Lo Spirito Santo, nell'ispirare i Sacri Scrittori, esercitò una triplice funzione: illuminò le loro menti circa quello che dovevano scrivere; mosse la loro volontà affinché si decidessero a scrivere e li assisté mentre scrivevano.
1. Illuminò gli Agiografi sulle cose che dovevano scrivere affinché scrivessero tutto e solo quello che era secondo i suoi divini disegni.
Molte cose di cui l'Agiografo si sentiva ispirato a scrivere, già le poteva sapere, ed anzi, può darsi benissimo il caso che, circa quel fatto particolare, l'Agiografo sappia molto di più di quanto si sente ispirato. San Giovanni infatti al termine del suo Vangelo dice: «Ci sono poi altre cose che ha fatto Gesù le quali, se fossero scritte ad una ad una, credo che il mondo non potrebbe contenere i libri che dovrebbero scriversi» (Gv 21,25).
30
Altre volte poi il Sacro Autore ignora le cose che deve scrivere o le conosce in confuso; lo Spirito Santo allora gliele rivela e chiarisce. Tutti i Profeti, ad esempio, ignoravano quelle cose che predissero, eppure, a distanza di secoli e secoli, le cose da loro predette si avverarono alla lettera. Come si potrebbe spiegare il fatto di Isaia il quale descrisse più di settecento anni prima i più piccoli particolari della vita e morte del Redentore, senza ammettere l'intervento da parte di Dio?
2. Lo Spirito Santo mosse la volontà dell'Agiografo, e cioè, fece sì che si decidesse a scrivere. Più di duecento volte nella S. Bibbia si legge che Dio comandò espressamente di scrivere.
Nell'Esodo, leggiamo che il Signore disse a Mosè: «Questo fatto, perché sia ricordato, scrivilo nel Libro» (Es 17,14). E ad Isaia: «Prendi un libro grande e scrivici a caratteri d'uomo» (Is 8,1). Di qui vediamo come il Signore mosse veramente la volontà degli Agiografi a scrivere.
3. Lo Spirito Santo guidò ed assistette l'Agiografo mentre scriveva, affinché non cadesse in errore e scrivesse solo e tutto quello che era volere di Dio.
Quante cose desidereremmo sapere, ad esempio, intorno alla vita privata e pubblica di Gesù, della S. Madonna, di S. Giuseppe! Eppure, sebbene gli Evangelisti le sapessero, tuttavia non le scrissero! E perché questo? Per il semplice fatto che lo Spirito Santo non le ispirò loro. È certo però che tutte le cose contenute nella S. Bibbia
31
sono state scritte per divina ispirazione: e ciò è di fede. Infatti, ecco quanto dice il Concilio Vaticano I:3 «Se alcuno negherà che i Libri della S. Scrittura, tutti interi; colle loro parti... non siano divinamente ispirati, sia scomunicato».
S. Gregorio Nazianzeno dice anzi che l'ispirazione divina si estende fino agli accenti e alla più piccola linea: «Usque ad apicem et lineam».
Quindi siamo sicuri che nella Bibbia non vi sono errori di sorta, non solo contro la fede e la morale, ma anche contro la scienza e la storia, perché questo sarebbe sconveniente a Dio che è la Verità per essenza.
I Razionalisti che tempo fa alzarono orgogliosi la voce contro la S. Scrittura, dicendo di avervi finalmente scoperto un errore contro la scienza, oggi chinano il capo e dicono umiliati a se stessi: Iddio aveva ragione. E così sarà fino alla fine dei secoli, poiché il Signore non si contraddirà giammai.

* * *

Ne segue: a) che leggendo la S. Bibbia, dobbiamo aver per essa il massimo rispetto e venerazione e considerarla come realmente lo è, Libro divino, avente Dio stesso per autore.
b) In secondo luogo, sapendo che tutti i libri della S. Scrittura sono scritti per divina ispirazione e sotto l'assistenza dello Spirito Santo, dobbiamo leggerli con tutta tranquillità, sicuri di non trovare in essi errori di sorta, ma di avere un cibo sostanzioso per l'anima nostra.
Il credere che nella Bibbia vi siano errori, dipende dal credere vero ciò che invece è semplice ipotesi; come avvenne dei razionalisti, i quali proclamarono scienza ciò che scienza non era.
32
c) In terzo luogo dobbiamo leggere la Bibbia con immenso affetto e devozione, come un figlio, lontano dalla casa paterna, legge la lettera del padre suo. La Bibbia, infatti, come abbiam considerato ieri, è una lettera del Padre Celeste, inviata ai suoi figli, gli uomini.
Leggiamola! In essa noi troveremo la via del Cielo.

ESEMPIO. - S. Gabriele dell'Addolorata e la Sacra Scrittura.- Il P. Germano di S. Stanislao, ci dice che S. Gabriele dell'Addolorata aveva gran venerazione per le parole della S. Scrittura, venerazione che traspariva anche all'esterno.
La leggeva e la sentiva leggere con molto suo piacere e a capo scoperto, e talora ginocchioni. Si faceva pascolo delle sue grandi sentenze, e specialmente di quelle che più si accostavano al suo spirito. Se le era trascritte su cartoline volanti, perché fossero comode a tenersi nel Breviario e sul leggìo nel tempo della divina salmodia in coro; ed aveva pregato altri religiosi di molto spirito e periti nella Sacra Scrittura che gli riunissero copie di siffatte sentenze, e secondo le occasioni le andava ruminando con molto profitto; perché il suo cuore si elevava in santi pensieri, accendevasi di santi affetti e concepiva santi propositi.
Impariamo ad aver anche noi gran rispetto e venerazione per la S. Scrittura.

FIORETTO. - Recitar il terzo mistero glorioso affinché la Bibbia sia amata, letta e vissuta.

CANTICO DEI TRE GIOVANETTI [#]

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri,
degno di lode e di gloria è il tuo nome nei secoli.
Perché tu sei giusto in tutto quello che hai fatto a noi;
tutte le tue opere sono veraci,
le tue vie sono rette e tutti i tuoi giudizi son veraci.
Hai agito secondo verità in tutto ciò che hai riversato su di noi
e sopra la città santa dei nostri padri, sopra Gerusalemme,
33
perché conforme a giusto giudizio
hai fatto tutto questo per le nostre colpe.
Sì, abbiamo peccato,
abbiamo commesso l'iniquità, allontanandoci da te;
abbiamo peccato gravemente in tutto,
non abbiamo obbedito ai tuoi precetti;
non li abbiamo osservati,
né abbiamo operato come ci avevi comandato,
perché tutto ci andasse bene!
E ora tutto quello che ci hai inviato e tutto quanto ci hai fatto,
lo hai fatto secondo un giudizio verace.
Ci hai dato in mano dei nostri nemici,
senza legge e peggiori degli empi,
d'un re ingiusto e il più scellerato sopra tutta la terra.
Ora noi non possiamo aprir bocca,
vergogna e obbrobrio sono toccati ai tuoi servi
e a quelli che ti adorano!
Oh, non ci abbandonare per sempre a motivo del tuo nome
e non rompere la tua alleanza!
Non ritirare da noi la tua misericordia
a motivo di Abramo, tuo amico,
di Isacco, tuo servo, e d'Israele, tuo santo,
ai quali hai parlato dicendo di moltiplicare la loro discendenza,
come gli astri del cielo e come la rena che è sul lido del mare.
Ah, Signore, siamo diventati i più piccoli
nei confronti di tutte le genti,
siamo umiliati oggi sopra tutta la terra, a causa dei nostri peccati.
Non c'è nell'ora attuale
né principe né profeta né capo,
né olocausto né sacrificio,
né oblazione né incenso,
né un luogo dove offrirli davanti a te per trovar misericordia!
Ma per la contrizione dell'animo e l'umiliazione dello spirito,
possiamo trovare accoglienza,
come con olocausti di arieti e di tori
e come con migliaia di pingui agnelli.
Tale sia la nostra offerta al tuo cospetto in quest'ora,
da compiere presso di te,
perché non c'è vergogna per coloro che confidano in te!
Ora noi ti seguiamo con tutto il cuore,
ti temiamo e cerchiamo il tuo volto:
non ci ricoprire di confusione!
Ma agisci con noi secondo la tua benignità
e secondo la ricchezza della tua misericordia!
Liberaci per la tua mirabile potenza
e da' gloria al tuo nome, Signore!
Retrocedano invece confusi quanti fanno il male ai tuoi servi;
sian ricoperti di infamia, resi impotenti e la loro forza venga spezzata.
Conoscano che tu, Signore, sei l'unico Dio,
glorioso sopra tutta la terra!

(Dn 3,26-45).


34
LETTURA

Ultime raccomandazioni di Giosuè

Era passato molto tempo dacché il Signore aveva data la pace ad Israele ed erano state assoggettate tutte le nazioni d'intorno, quando Giosuè già vecchio e di età molto avanzata, convocato tutto Israele coi seniori, i principi, i capi e i magistrati, disse loro: «Io sono già vecchio e molto in là cogli anni: voi vedete quanto il Signore Dio vostro ha fatto a tutte le nazioni all'intorno, e come, dopo avere egli stesso combattuto per voi, vi ha divisa a sorte tutta la terra, dalla parte orientale del Giordano fino al Mar Grande. Vi restano tuttora molte nazioni; ma il Signore Dio vostro le disperderà, le toglierà dal vostro cospetto e così possederete, com'Egli vi ha promesso, il paese; dato però che siate saldi e diligenti nell'osservare tutte le cose che sono scritte nel libro della legge di Mosè senza deviare né a destra, né a sinistra, senza giurare, entrati che siate dalle nazioni che saran tra di voi, nel nome dei loro dèi, senza servirli, senza adorarli; dato che stiate uniti al Signore Dio vostro, come avete fatto fino ad oggi. Allora il Signore Dio sterminerà dal vostro cospetto nazioni grandi e fortissime, e nessuno potrà resistervi: uno solo di voi metterà in fuga mille nemici, perché il Signore Dio vostro combatterà per voi, come ha promesso. Voi pensate sopratutto ad amare il Signore Dio vostro. Se però vorrete seguire gli errori di queste genti che abitan fra voi, se volete con loro contrarre matrimoni e alleanze, sappiate fin da ora che il Signore Dio vostro non le sterminerà dinanzi a voi, e che esse saran per voi una fossa, un laccio, un intoppo al vostro fianco, una spina negli occhi vostri, fino a che Egli non vi tolga e non vi disperda da questa ottima terra che vi ha data.
Ecco, io oggi entro nella via di tutta la terra; riconoscete con tutto l'animo che di tutte le parole che il Signore promise di compiere in favor vostro non n'è rimasta una sola senza effetto. Ma come ha eseguite coi fatti tutte le sue promesse, e tutto è andato a seconda, così vi farà piombare addosso tutti i mali da lui minacciati, finché non vi abbia levati e dispersi da quest'ottima terra che vi ha data. Appena, servendo agli
35
dèi stranieri e adorandoli, avrete violato il patto che il Signore Dio vostro ha fatto con voi, d'un tratto il furore del Signore sorgerà contro di voi, e sarete levati da questa ottima terra che Egli vi ha data».

(Gs 23,1-16).


PREGHIERA DI GIUDITTA

Adonai, Signore, tu sei grande, magnifico nella tua possanza, nessuno può superarti. A te obbediscono tutte le creature, perché parlasti e furon fatte, mandasti il tuo spirito e furon create: nessuno può resistere alla tua voce. Si scuoteranno dai fondamenti i monti e i mari, le pietre qual cera si struggeranno davanti alla tua faccia; ma quelli che ti temono saranno grandi dinanzi a te in tutto.

(Gdt 16,13-15).4


36

1 «Tutta la Scrittura è ispirata da Dio».

2 Cf. questo paragrafo con le pagine 17 e 109.

3 Indetto da Pio IX, il Concilio Vaticano I (Dicembre 1869 - Luglio 1870), oltre al dogma dell'infallibilità del Romano Pontefice in materia di fede e costumi, sancì l'autorità dottrinale della Bibbia. Don Alberione ne cita qui la costituzione dogmatica Dei Filius, che afferma: «Se qualcuno non accetterà come sacri e canonici i libri interi della sacra Scrittura, in tutte le loro parti, come li ha accreditati il santo Concilio Tridentino, o negherà che siano divinamente ispirati: sia anatema» (can. 4, parte II, Della Rivelazione).

4 LS indica “Giud. XV, 16-19”, ma si tratta del cap. 16 (non 15), come indicato correttamente a p. 94. Inoltre questa citazione fa riferimento alla Vulgata e nelle attuali traduzioni corrisponde ai vv. 13-15.