Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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RISPOSTA AGLI AUGURI ONOMASTICI
Roma, 18 marzo 1965 3
L'ossequio di quanto avete letto va in primo luogo a Gesù Maestro, perché quello che avete fatto è secondo la vostra missione; è veramente «l'associazione della donna al ministero sacerdotale».
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Credo che comprenderete sempre di più la vostra missione e la dignità che risulta dalla vostra vocazione.
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Tutto va rivolto a Dio, cioè alla gloria del Signore, perché - ricordiamolo sempre - il fine ultimo è la gloria di Dio, e il fine intermedio è Gesù Cristo Via Verità e Vita.
Riconoscenza quindi al Signore.
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Dai risultati che avete letto vedo che c'è veramente un progresso continuo, qualche volta anche moltiplicato. Questo indica che, siete sulla buona via, che la Congregazione piace al Signore; e che, proprio perché Gli piace, la colma di ogni grazia.
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La prima grazia sono le vocazioni: vocazioni buone, scelte; e anche numerose. Sarebbe anche bello e consolante sapere, insieme agli altri totali, quello delle nuove professe dell'anno 1964, quello delle aspiranti e novizie che ci sono nelle varie Nazioni.
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Questo indica che il Signore vi manda il personale: e vi manda anime sempre più preparate, anime sempre più belle, scelte fra tante.
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Tra le tante lettere ricevute oggi, una Maestra riportava l'espressione del Vescovo: «Quello che la Famiglia Paolina compie e compirà nella Chiesa, è veramente provvidenziale per questo tempo».
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Noi siamo come un fiume che procede e va avanti, e va a gettarsi nel mare. Tutti gli uomini e tutti noi siamo come un fiume umano. Siamo inseriti in questo fiume dell'umanità: tre miliardi e duecento milioni di uomini che come tante gocce fanno parte di questo fiume. Siamo inseriti così: quindi dobbiamo portare quel contributo che ci è possibile e che è secondo la nostra vocazione.
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C'è da commuoversi a pensare al resoconto che avete letto ora, tanto più che ciò che avete fatto è frutto di tanti sacrifici in tutti i campi, e ora aggiungerete piano piano il lavoro per i dischi.
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Portate sempre due disposizioni: l'umiltà e la fede. Se ci sono l'umiltà e la fede, allora si progredisce: sia ognuna spiritualmente, sia l'Istituto nel suo complesso e nell'apostolato.
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Io ringrazio il Signore di tutto ciò che mi avete presentato e vi assicuro le mie preghiere, aggiungendo una piccola considerazione.
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Il più grande santo dopo la Vergine è San Giuseppe. E come mai egli è giunto a tale santità? come mai è tanto amato e pregato? Egli è il padre putativo di Gesù, lo sposo della Vergine, l'esemplare di tutti gli uomini, il protettore universale della Chiesa. L'Uomo più silenzioso e più umile è salito alla più alta santità e gloria. Perché? Perché non sono le cose esteriori, ma le disposizioni dell'anima e del cuore che attirano le grazie. Quando siamo veramente umili, cioè riconosciamo che siamo nulla, anzi abbiamo ancora tanti debiti con Dio; e d'altra parte abbiamo fede nel Signore, allora Egli opera.
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Abbiate fede nel Signore: avendo chiamato ognuna di voi, e avendo chiamato la Congregazione all'azione attuale nel tempo attuale, vi darà le grazie necessarie. Abbiate la sicurezza che Dio è con voi e che dà le grazie a ciascuna in particolare e a tutte.
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Vi ringrazio di tutto. Come devo dirvelo?... domani mattina vi metterò tutte nel calice, con tutte le vostre intenzioni; e voi mettete le mie intenzioni nella Comunione che farete e nella Messa che sentirete.
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Avete sempre uno specchio e un esempio di umiltà e di fede: la Prima Maestra Tecla. Con la sua fede e la sua umiltà è arrivata ad una santità distinta. E nello stesso tempo: quante persone ha formato nella sua semplicità, nella sua umiltà, con la sua fede!
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Vivete così! Vi ha tracciata la via: camminate così.
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Qualche volta nasce qua e là un certo pessimismo. Quando comincia lo scoraggiamento, il pessimismo, si perde terreno. Lo scoraggiamento è il più brutto diavolo! Sempre ottimiste! Non un ottimismo vuoto: ma un ottimismo ben fondato. Dio è il fondamento! Dio! E chi può allora dubitare?
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Ora vi do la benedizione e vi ringrazio di tutto, specialmente di quanto avete fatto per la Bibbia.
Primo Maestro
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3 Stampato in RA 3(1965)3. Il testo è introdotto dalle seguenti espressioni: «Il Primo Maestro segui tutto... Chiuse la bella festa la sua parola calda, paterna, che scese nei nostri cuori confortante e benedicente. La riportiamo per intero perché possiate beneficiare tutte». C'è la registrazione.