Siamo giunti all'offertorio, un tema di grande importanza per la vita paolina. E' il momento del "Fiat" perché le braccia stesse del sacerdote stese in alto con l'ostia e con il calice santo segnano l'indirizzo preciso: l'Istituzione, persone, case, iniziative, speranze, tutto con la patena è posto sulla via diritta e ascensionale del cielo.
Nel calice del Primo Maestro e di ogni sacerdote di San Paolo viene sempre posta tutta l'opera paolina e ognuno dei membri vi si inserisce consapevolmente ogni giorno quando esprime la visione sintetica e ideale della sua vita.
«Signore io vi offro, in unione con tutti i sacerdoti che oggi celebrano la Santa Messa, Gesù Ostia e me stesso piccola vittima» per i nove motivi che vengono elencati nella preghiera dell'offertorio paolino e che esprimo tutta l'urgenza dell'apostolato delle edizioni e la dedizione con cui ognuno deve esercitarla traendone l'impulso e l'intelligenza ai piedi dell'altare.
Incominciamo la giornata qui davanti a Dio. Incominciare la giornata col Signore per viverla sotto l’occhio di Dio e terminarla con Dio è gran segreto di letizia e di benedizioni. La parte principale della funzione del mattino è l’ascoltare la Santa Messa.
Tutto viene da Dio e tutto deve ritornare a Dio. Qui davanti al Signore noi, in primo luogo, veniamo a prendere e cioè a prendere la sua luce, prendere la sua grazia, prendere la sua benedizione perché a nostra volta possiamo dare agli uomini la luce e la benedizione, la salvezza.
"In occasione dell'ottantesimo genetliaco del Primo Maestro il S. Padre Paolo VI ha inviato, un venerato Autografo, che Sua Em. il Card. Ildebrando Antoniutti, Prefetto della S. Congregazione dei Religiosi ha letto, dopo la Messa celebrata dal Primo Maestro, nel Santuario della Regina Apostolorum, il 4 aprile alle ore 10,30. Il Santuario era gremito dai nostri, dalle nostre suore, dalle varie rappresentanze della Famiglia paolina e da altre Personalità religiose e laiche. "San Paolo" marso-aprile 1964.
Quello che impressiona in primo luogo sono i locali destinati all’apostolato sia perché sono più ampli e sia perché sono più rumorosi.
Tuttavia la parte principale, dopo quello che riguarda la pietà, cioè la chiesa, viene lo studio e per gli studi, specialmente lo studio dei chierici di teologia. Infatti qui si devono formare gli scrittori dei libri e dei periodici, che poi vengono passati alle tipografie, qui si devono formare i commentatori e coloro che devono parlare, un giorno, alla radio e alla televisione.
Nel profondo raccoglimento della chiesa, il Primo Maestro ritempra le sue energie. All’altare del Maestro Divino nutre se stesso di Dio, per nutrire di Dio i suoi figli. E mentre questi ancora riposano, egli offre a Dio il suo e i loro cuori, i desideri, i pensieri, gli affanni, le fatiche che la nuova giornata serba per ognuno.
Quattro del mattino. Al di là di queste 10, 30, 100 finestre si dorme ancora, ma c’è chi apre la giornata precedendo tutti i suoi figli nella preghiera e nel lavoro. È Don Giacomo Alberione, il fondatore della Pia Società San Paolo e delle diverse Famiglie Paoline, chiamato affettuosamente il Primo Maestro.
Nella Cripta del Santuario Regina Apostolorum le Pie Discepole hanno vegliato tutta la notte vigile ascolto davanti al Santissimo Sacramento.
La messa che il Primo Maestro si accinge a celebrare sarà come un anello di congiunzione tra la notte e il giorno che sta per cominciare.
Il 20 agosto 1914, alla presenza di pochi ragazzi, Don Alberione benediceva la prima macchina da stampa; si trattava di una vecchia Marinoni, destinata a stampare la Gazzetta d’Alba. Era il primo giorno di vita della Pia Società San Paolo.
Il piccolo seme, fecondato dalla grazia di Dio, è diventato un albero forte e robusto, i cui rami si protendono in tutto il mondo. Quel gesto di benedizione, il Primo Maestro l’ha ripetuto da allora centinaia, migliaia di volte, in Italia e all’estero, sotto tutte le latitudini.
Macchine sempre più celeri, tipografie sempre più moderne, sono state messe continuamente al servizio dell’apostolato. L’esiguo numero di ragazzi che assisteva a quella prima funzione è diventato una legione di sacerdoti e di discepoli. Essi studiano e lavorano per diffondere il messaggio divino, per portare agli uomini Gesù Maestro, Via Verità e Vita.
«La decisione della sua vita avverrà nella notte tra l'800 e il 900. I problemi che il nuovo secolo ereditava dal vecchio erano tali da far tremare l'umanità. Leone XIII lanciò allora questa esortazione: "Cominciate il secolo XX in preghiera!".
Nel vetusto Duomo di Alba il giovane Alberione, sedicenne, vi si trattenne quattro ore, meravigliandosi in seguito di tanta costanza, e condensò la sua preghiera in un proposito: "Signore, che io possa fare qualcosa per gli uomini del nuovo secolo".
Sette anni dopo, il 29 giugno del 1907, nella stessa cattedrale, sarà consacrato sacerdote.»
Benedici, o Gesù, i figli e le figlie che tu hai chiamato nella Famiglia Paolina: benedici le Suore Pastorelle, le Suore Regina Apostolorum, le Pie Discepole di Gesù Maestro, le Figlie di San Paolo; benedici, o Gesù, i sacerdoti, i discepoli, i chierici, gli aspiranti, i benefattori e i Cooperatori della Pia Società San Paolo. Benedici ancora le Annunziatine, i Gabrielini e tutti i membri dell’Istituto Gesù Sacerdote.