Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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13. I Domenica dopo l’Epifania

Disco 7/A
AR-107.77
ciclo natalizio
DOMENICA I° DOPO L’EPIFANIA
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 8’ 22”



[musica 0:36] Domenica prima dopo l’Epifania [0:39 musica]
[0:51] In questo giorno la Chiesa ci propone la Famiglia di Nazaret a modello di pace, di preghiera, di virtù, di lavoro; invita a pregare perchè le famiglie si fondano santamente, col sacramento del Matrimonio, che la generazione e l’educazione dei figli siano conformate alle leggi divine, che tutti i membri si amino, rispettino, cooperino ad accrescere i beni comuni, morali e materiali.
[1:36] Introito: il padre del Giusto esulti contento, si rallegrino tuo padre e tua madre, gioisca Colei che ti ha dato alla luce.
[1:52] Quanto è amabile la tua dimora, o Signore degli eserciti! L’anima mia desidera ardentemente la casa del Signore.
[2:02] Preghiera: O Signore Gesù Cristo che sottomesso a Maria ed a Giuseppe, consecrasti la vita domestica con ineffabili virtù; fà che noi, con il loro aiuto, imitiamo gli esempi dello tua Santa Famiglia e ne conseguiamo la compagnia in Cielo.
[2:29] La vera felicità di una famiglia dipende dallo spirito di fede e di sincero amore tra i membri. Sono questi gli insegnamenti di San Paolo nell’Epistola: “Siccome Dio vi ha eletti suoi figli, santi e prediletti, abbiate i suoi sentimenti di misericordia, di benegnità, di umiltà, di modestia, di pazienza. Sopportatevi a vicenda e perdonatevi scambievolmente, se uno ha di che lagnarsi d’un altro: come il Signore ha perdonato, così fate anche voi. Ma soprattutto abbiate la carità, che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un solo corpo, trionfi nei vostri cuori e siatene grati. La parola di Cristo abiti in voi con tutti i suoi tesori di sapienza. Istruitevi ed esortatevi fra di voi con salmi, inni e cantici spirituali, cantando dolcemente a Dio nei vostri cuori. Qualunque cosa diciate o facciate, fate tutto nel nome del Signore Gesù Cristo, rendendo per mezzo di Lui, grazia a Dio Padre”.
[4:08] Il Vangelo mostra la premura di Maria e Giuseppe per Gesù; e la docilità e santità del Figlio. Gesù che compie i voleri del suo Padre Celeste e i voleri dei Parenti. Ecco il Vangelo...
[4:26 musica]
[4:45-6:16 – Lc 2,42-52] Or quando Gesù fu a dodici anni, essendo essi andati a Gerusalemme, secondo l’usanza della festa. Al ritorno passati i giorni della solennità, il fanciullo Gesù rimase in Gerusalemme, ne se ne avvidero i suoi genitori. Supponendo che fosse nella comitiva, fecero una giornata di cammino; poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti. Ma non avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme, a cercarlo. E avvenne che dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto fra i dottori ad ascoltarli e interrogarli, mentre gli uditori stupivano della sua sapienza e delle sue risposte. E vedendolo, ne fecero le meraviglie; e la madre gli disse: «Figlio, perchè ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo!» Ed egli rispose loro: «E perchè cercarmi? Non sapevate che io devo occuparmi di ciò che spetta al Padre mio?» Ed essi non intesero le parole dette da Lui. E se ne andò con loro, e tornò a Nazaret e stava loro soggetto. Però sua madre serbava in cuor suo tutte questa cose. E Gesù cresceva in sapienza, in età e in grazia dinanzi a Dio e agli uomini.
[6:17 musica]
[6:38] Stabilendo la festa della Sacra Famiglia Leone XIII indicò i frutti da ricavare: “I padri di famiglia hanno in San Giuseppe un modello ammirabile della vigilanza e della sollecitudine paterna; le madri hanno nella Vergine un esempio insigne d’amore, di rispetto modesto e di sottomissione; i figli hanno in Gesù, sottomesso ai suoi genitori, un divino esempio di obbedienza; i nobili apprenderanno da questa famiglia di sangue reale la moderazione nella prosperità e la dignità nelle afflizioni; i ricchi impareranno a stimare più la virtù che la ricchezza; gli operai e tutti quelli che soffrono per una condizione povera, avranno motivo e occasione di rallegrarsi della loro sorte, invece di rattristarsene, perché, con la Sacra Famiglia hanno comuni le fatiche e le cure della vita quotidiana”.
[7:58] Preghiera: Signore, nell’offrirti il sacrificio di propiziazione ti preghiamo per l’intercessione della Vergine Madre di Dio e di San Giuseppe, di stabilire le nostre famiglie nella tua pace e nella tua grazia.
[8:18 musica 8:22]

01. Domenica I di Avvento

Disco 1/A
AR-101.65
ciclo natalizio - 1a parte.
VANGELI festivi commentati
I° DOMENICA DI AVVENTO
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 8’ 20”

[musica 0:20] Domenica Prima di Avvento [0:22]
[0:37] Oggi ha inizio l’anno liturgico. La prima parte si chiama Avvento. È la preparazione al Santo Natale.
Quattro sono le Domeniche dell’Avvento; oggi la prima.
Avviciniamoci al Natale con i sentimenti con cui l’umanità, per migliaia di anni, attese il Messia promesso da Dio ad Abramo.
Preghiamo con la Chiesa. A te, mio Dio ho innalzato i miei occhi. Tu sei la mia speranza. So che nessuno mai potrà deridermi, perché, alla resa dei conti, i tuoi amici non saranno giammai delusi.
[1:33] Signore, insegnami la strada per giungere fino a te. Suscita, o Signore, la tua potenza venendo in mezzo a noi, perché il peccato regna nel mondo. Tu nostro unico protettore vieni ad aiutarci. Tu nostro unico salvatore vieni a salvarci, tu che sei Dio assieme al Padre e allo Spirito Santo.
[2:07] A Natale Gesù nasce misticamente nelle nostre anime. Si celebrerà l’anniversario della sua nascita temporale. E Gesù tornerà alla finir del mondo por prendere i suoi eletti ed introdurli al Cielo e per condannare i colpevoli alle fiamme.
Tutta la Messa ci prepara a questo doppio Avvento: il primo di misericordia, il secondo di giustizia. La prima venuta è stata in umiltà, in una grotta, semplice bambino, ignorato dal mondo. Fu il Maestro, il Salvatore. Alla fine del mondo, invece, vi sarà la seconda venuta. Ed allora tutte le genti vedranno il Figlio dell’uomo venire con grande maestà, potenza e gloria sopra le nubi; sarà il Giudice.
[musica 3:18] Sentiamo il tratto del Vangelo ...
[3:22 musica]
[3:37-5:04 - Lc 21,25-22] In quel tempo: “Gesù disse ai suoi Discepoli vi saranno dei segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra costernazione delle genti spaventate dal rimbombo del mare e dai flutti, gli uomini tramortiranno dalla paura nell’aspettazione delle cose imminenti a tutta la terra. Poiché le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. E allora vedranno il Figlio dell’uomo venire con grande potenza e gloria sopra le nubi. Or quando cominceranno ad avvenira tali cose alzate il vostro capo e guardate in alto, perché la redenzione vostra è vicina”. E disse loro una similitudine: “Osservate il fico e tutte le altre piante; quando le vedete germogliare, voi sapete che l’estate è vicina. Così dunque, quando vedrete accadere tali cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità vi dico che non passerà questa generazione avanti che tutto ciò si adempia. Cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
[5:05 musica]
[5:32] L’accoglienza che noi facciamo a Gesù nella sua prima venuta per redimerci, prelude a quella che egli farà a noi quando verrà a giudicarci.
Come prepararsi al Natale? S. Paolo nell’Epistola della Messa ce lo insegna: [Rm 13,11-14] “Fratelli, è tempo ormai di svegliarci. Siamo ora più vicini alla salvezza che non ai primi tempi della nostra fede. La notte è ormai finita; non più dunque azioni malvage. Il giorno s’appressa: viviamo luminosamente. Camminiamo diritti come in pieno giorno. Quindi, bando ad ogni genere di impurità e di libertinaggio. Via ogni discordia ed ogni astiosità, ma sforzatevi a divenire simili a Gesù Cristo”.
[6:45] La liturgia commenta: “Coloro che aspettano la tua venuta nel mondo, o Signore, non saranno delusi. Signore, insegnaci la strada da seguire per giungere finora te”.
[7:00. musica che continua in sottofondo]
[7:15] Preghiera: “Suscita, o Signore, la tua potenza e vieni, affinché dai pericoli che ne incombono per i nostri peccati, possiamo essere sottratti dalla tua mano liberatrice.
O Dio mostraci la tua misericordia e vieni affinché siamo salvi nella tua seconda venuta ed introdotti nel tuo eterno e felice regno”.
[7:49 musica 8:20]

29. Domenica in Albis e Ottava di Pasqua

Disco 15/A
AR-115.93
ciclo pasquale
DOMENICA IN ALBIS
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 34”



[musica 0:16] Domenica in Albis [0:17 musica]
[0:23] Il Tempo Pasquale si prolunga sino alla Pentecoste. Segna il trionfo di Gesù Cristo sopra il peccato. Gesù rimase ancora per quaranta giorni in terra per confermare nella fede gli Apostoli, istruirli, prepararli a ricevere lo Spirito Santo e mettere le basi della Chiesa. Poi salì al cielo.
[052] Il principale frutto da ricavarsi nell’odierna liturgia è la fede. Fede è credere ciò che non si vede. La fede è dono dello Spirito Santo. Le verità di fede sono più vere e reali di quanto si vede o risulta dai nostri ragionamenti. La fede la prima virtù, fondamento della Speranza, della Carità e di altre virtù. Ed essa è virtù dal tutto necessaria per la salvezza.
[1:31] San Giovanni nell’Epistola la presenta: “Cari fratelli, quelli che vivono della vita di Dio sono più forti del male del mondo; la loro forza è la loro fede. Come potrebbero altrimenti affrontare il male di questo mondo se non fossero certi che il Cristo è il Figlio di Dio? Il Cristo ci ha fatto salvi per mezzo dell’acqua del suo Battesimo, del sangue della croce e dei doni dello Spirito. L’acqua dal Battesimo di per sè non sarebbe sufficiente, ci vuole il sangue assieme all’acqua; e lo Spirito Santo che è Verità ce ne dà la garanzia. Sono le tre garanzie della nostra salvezza: l’Acqua, il Sangue, lo Spirito; tutte e tre sono inseparabili.
[2:33] Se siamo disposti ad accettare garanzia dagli uomini, la garanzia di Dio vale molto di più. Ora Iddio si è fatto garante per il Suo Figliuolo: credere al Figlio di Dio è dunque prestar fede alla testimonianza di Dio nel proprio cuore; così, come rifiutare di credere è trattare Dio da bugiardo, rifiutando la sua testimonianza per il Figliuolo”.
[2:47] Ancora San Giovanni lo conferma nel Vangelo. Sentiamolo...
[2:52 musica]
[3:00-5:26 – Gv 20,19-31] In quel tempo: giunta la sera del primo dopo il sabato, essendo chiuse le porte dove erano congregati i discepoli per paura dei Giudei, venne Gesù e stette in mezzo, e disse loro: “Pace a voi”. E detto questo mostrò loro le sue mani e il costato. Si rallegrarono pertanto i discepoli a vedere il Signore. Disse loro di nuovo Gesù: “Pace a voi. Come il Padre mandò me, anch’io mando voi”. E detto questo soffiò sopra di essi e disse: “Ricevete lo Spirito Santo. Saranno rimessi i peccati a chi li rimetterete e saranno ritenuti a chi li riterrete”. Ma Tommaso, uno dei dodici, soprannominato Didimo, non era con essi al venir di Gesù. Gli dissero però gli altri discepoli: “Abbiamo veduto il Signore”. Ma egli: “Se non vedo nelle mani di Lui la fessura dei chiodi, e non metto la mia mano nel suo costato, non credo”. Otto giorni dopo, di nuovo erano i discepoli in casa e Tommaso era con essi. Venne Gesù a porte chiuse e si pose in mezzo e disse loro: “Pace a voi”. Quindi dice a Tommaso: “Metti qua il tuo dito, osserva le mie mani. Accosta la tua mano e mettila nel mio costato, e non essere incredulo, ma credente”. Rispose Tommaso: “Mio Signore e Dio mio!”. E Gesù: “Perché hai veduto, Tommaso, hai creduto; beati coloro che non vedendo e credettero”. Vi sono anche molti prodigi fatti da Gesù in presenza dei suoi discepoli che non sono registrati in questo libro. Questi poi sono stati registrati affinché crediate che Gesù è il Cristo, Figlio di Dio, e affinché credendo abbiate la vita nel nome suo.
[5:26 musica ]
[5:33] Come prepararci alla fede? Si richiedono sincerità e rettitudine di cuore. Gesù pregava: “Ti ringrazio, o Padre, che hai tenute nascoste queste cose ai sapienti e le hai invece rivelate ai piccoli”. Inoltre, si richede istruzione religiosa, secondo la possibilità: catechismi in Parrocchia o in altri ambienti; e letture.
Si richiede ancora preghiera: Signore, dammi la tua luce per vedere, e la grazia di credere.
[6:15] Confessare la fede. Ricordare i martiri, e più spesso gli uomini che la professano con la vita: in famiglia, nella società, negli impegni, uffici e professioni; nel mostrarci praticanti ovunque.
[6:35] E pregare: recitare il credo e l’atto di fede ogni giorno. Signore, accrescete la mia fede.
[6:44] Diffonderla e difenderla. Nelle cresima viene comunicata dallo Spirito Santo una nuova luce e fortezza: lo spirito di apostolato. Questo è compito di ogni cristiano. Significa apostolato laico: il regale sacerdotium di cui parla San Pietro.
[7:09] Preghiera: Ti preghiamo, Signore Dio nostro, a far sì che questi sacrosanti misteri che ci hai dati come aiuto per il nostro rinnovamento, ci siano di medicina ora e sempre. Così sia.
[7:28 musica 7:34]

26. I Domenica di Passione

Disco 13/B
AR-113.90
ciclo pasquale
I DOMENICA DI PASSIONE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 02”



[musica 0:20] Domenica di Passione [0:22 musica]
[0:34] Il tempo di passione dura due settimane ed ha due domeniche; la seconda domenica è chiamata delle palme, la seconda settimana è chiamata santa. Espiazione del peccato per opera di Gesù Cristo. Il Figlio di Dio aveva preso un corpo umano per morire, addossarsi così tutti i peccati dell’umanità, ed offrire al Padre il suo Sangue per saldare i nostri debiti.
[1:11] Nella presente domenica, e sino al venerdì santo, si velano le croci e le icone degli altari. È un segno di tristezza, secondo lo spirito di questo tempo, ed esprime come un velamento della divinità di Gesù che permise tutti i maltrattamenti, umiliazioni, pene nella sua umanità.
[1:42] La Passione ci presenta i più mirabili esempi di virtù di Gesù Cristo. Ed ancora: ci dimostra quanto è grave il peccato se tante pene è costato a Gesù Cristo. Tutti devono associarsi al sacrificio di Gesù Cristo, come vittime secondarie, in detestazione e penitenza del peccato ed in rinnegamento di noi stessi: “abneget semetipsum, tollat crucem suam et sequatur me”.
[2:22] Possiamo salvarci vivendo il Vangelo, seguendo la Chiesa, offrendo il Sacrificio del Calvario.
[2:32] Il Vangelo di oggi rappresenta sempre più serrata la lotta della Sinagoga contro Gesù Cristo; che raggiunge il culmine nella settimana Santa. Sentiamolo...
[2:47 musica]
[3:00-5:26 – Gv 8,46-59] Gesù diceva alla turba dei Giudei: Chi di voi mi potrà convincere di peccato? Se io dico la verità perché non mi credete? Chi è da Dio, ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio. Replicarono i Giudei: Non diciamo con ragione che tu sei un Samaritano e indemoniato? Gesù rispose: Io non sono indemoniato, ma onoro il Padre mio e voi mi vituperate. Ma io non cerco la mia gloria, c’è chi ne prende cura e ne giudica. In verità, vi dico: chi osserva i miei comandamenti non vedrà morte in eterno. Gli dissero allora i Giudei: Or vediamo bene che tu sei posseduto da un demonio. Abramo è morto, così i profeti e tu dici: Chi osserva i miei comandamenti non vedrà morte in eterno. Sei forse tu da più del padre nostro Abramo, che è morto? Ed anche i Profeti sono morti. Chi credi mai di essere? Gesù rispose: Se io glorifico me stesso, la mia gloria è nulla: c’è a glorificarmi il Padre mio, il quale voi dite che è il vostro Dio; ma non lo avete conosciuto. Io sì che lo conosco, e se dicessi di non conoscerlo, sarei, come voi, bugiardo. Ma io lo conosco ed osservo le sue parole. Abramo, padre vostro, sospirò di vedere il mio giorno: lo vide e ne tripudiò. Gli opposero i Giudei: Non hai ancora cinquant’anni e hai veduto Abramo? Gesù rispose loro: In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, io sono. Dettero allora di piglio alle pietre per tirargliele, ma Gesù si nascose, ed uscì dal tempio.
[5:27 musica]
[5:46] Il sacrificio di Gesù ha quattro frutti: un atto di degna adorazione verso il Padre; un ringraziamento e lode degno di valore infinito; una soddisfazione perfetta; una supplica onnipotente. Questo che si è consumato sul Calvario è portato ogni giorno sui nostri altari con gli stessi frutti, mediante il ministero sacerdotale. Ascoltare la Messa almeno ogni domenica con pietà illuminata e fiducia piena.
[6:27] Preghiera: Ti celebrerò, o Signore; con tutto il mio cuore: fa al tuo servo la grazia di vivere per mettere in pratica le tue parole! Donami la vita secondo la tua parola, o Signore. Così sia.
[6:47 musica 7:02]

14. II Domenica dopo l’Epifania

Disco 7/B
AR-107.78
ciclo natalizio
DOMENICA II° DOPO L’EPIFANIA
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 51”



[musica 0:16] Domenica seconda dopo l’Epifania [0:20 musica]
[0:30] La Chiesa oggi insegna che il matrimonio è voluto da Dio e santificato da un sacramento, figura dall’unione di Gesù con la Chiesa sua sposa. Conferisce la grazia di santamente convivere, indissolubilmente uniti, educare cristianamente i figli. La vocazione allo stato coniugale è la più comune; la preparazione è una giovinezza pura; occorrono preghiera, consiglio, intenzione retta.
[1:12 ] Introito: Tutta la terra ti adori e ti canti, o Dio: inneggi al tuo nome o Altissimo!
Innalza a Dio voci di giubilo, o terra tutta quanta: cantate salmi al suo nome, e date gloria alla sua lode.
[1:36] La convivenza tra i coniugi esige sempre amore, rispetto vicendevole, vita sinceramente cristiana. È l’Epistola che insegna queste virtù. San Paolo scrive così ai romani: “Fratelli, secondo la grazia che ci fu data, abbiamo doni diversi: chi ha la profezia la usi secondo la verità fede; chi deve servire, serva; chi deve insegnare, insegni; chi dove esortare, esorti; chi dona lo faccia con semplicità; chi presiede sia diligente; chi fa opere di misericordia, con gioia. La vostra carità non sia finta. Odiate il male e appassionatevi per il bene. Amatevi con amore fraterno, preferendo gli altri a voi stessi. Siate zelanti nel fare il bene: si tratta di servire Dio. Siate lieti nella speranza, pazienti nella tribolazione, assidui nella preghiera. Provvedete ai vari bisogni dei fratelli; praticate l’ospitalità. Benedite chi vi perseguita: benedite e non maledite. Rallegratevi con chi gode e piangete con chi piange, avendo gli stessi sentimenti l’uno per l’altro. Non aspirate a cose alte, e amate gli umili”.
[3:31] Nel Santo Vangelo rileviamo: l’intervento di Maria alle nozze di Cana; ed ella pure era sposata a Giuseppe; Gesù Cristo accettò l’invito a quelle nozze, conducendo anche i suoi primi discepoli; vi fece il primo miracolo, cambiando l’acqua in vino. Ciò indica quale sia la dignità del matrimonio o quale santità nel celebrarlo e viverlo.
[4:04 musica]
[4:20-5:49 – Gv 2,1-11] In quel tempo c’era un banchetto nuziale in Cana di Galilea, e v’era la Madre di Gesù. Alle nozze fu invitato Gesù coi suoi discepoli. Ed essendo venuto a mancare il vino, dice a Gesù la Madre: «Non hanno più vino». E Gesù a lei: «Che ho da far con te, o Donna? L’ora mia non è ancor venuta!». Dice la sua Madre ai servitori: «Fate tutto quello che vi dirà». Or c’erano lì sei idrie di pietra, preparate per le abluzioni dei Giudei, le quali contevenano da due a tre metrete ciascuna. Gesù disse loro: «Empite d’acqua le idrie». E le empirono fino all’orlo, e disse ad essi: «Ora attingete e portate al maestro di tavola». E portarono. Or com’ebbe il maestro di tavola assaggiata l’acqua mutata in vino, che non sapeva donde venisse, ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua, chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti da principio pongono il vino migliore, e quando son già brilli, danno l’inferiore: ma tu hai serbato il migliore fino ad ora». Così Gesù fece il primo dei suoi miracoli in Cana di Galilea e manifestò la sua gloria. E i suoi discepoli credettero in lui.
[5:50 musica]
[5:58] Invitare Gesù Cristo alle nozze significa: primo) prepararsi degnamente, secondo le leggi naturali e divine, volendo corrispondere ad una missione che viene da Dio; secondo) portarvi un corredo di virtù che si associano come e prima ricchezza; terzo) celebrare la solennità in grazia di Dio; quarto) avere coscienza degli impegni che si assumono; quinto) vivere poi il matrimonio con mentalità superiore, cioè fare assieme il cammino verso il Cielo e preparare alla vita temporale ed eterna la figliuolanza. Così fu la santa unione tra Maria e San Giuseppe.
[6:57] Dice il Signore ai servi: “Empite d’acqua le anfore e portatene al capo il banchetto”. Allorché questi ebbe gustata l’acqua mutata in vino disse allo sposo: “Hai serbato il vino migliore fino ad ora”.
E questo è il primo miracolo che Gesù fece alla presenza dei discepoli.
[7:25] Preghiera: Cresca in noi; o Signore, la potenza della tua grazia, affinché nutrendoci del divino sacramento, possiamo prepararci a ricevere il premio eterno. Così sia.
[7:42 musica 7:51]

02. Domenica II di Avvento

Disco 1/B
AR-101.66
ciclo natalizio - 2a parte
VANGELI festivi commentati
II° Domenica di Avvento
a cura di D. Giacomo Alberione
Durata: 8’ 34”


[musica 0:15] Domenica seconda di Avvento [0:17 musica]
[0:29] Il Figlio di Dio incarnandosi, si presentò nel Presepio come un piccolo e comune bambino, nato in una grotta in estrema povertà, che dovrà andare in esilio per sfuggire l’invidia di Erode che lo cercava, per farlo morire. Ma la Chiesa, nell’odierna liturgia, ce lo presenta quale veramente egli è: Dio e Uomo, il Messia, il Salvatore, il Maestro che con i miracoli conferma il suo messaggio di salvezza. La salvezza a tutta la umanità, a ogni nazione e a ogni tempo. Il miracolo, il fatto sensibile, superiore a tutte le forze della natura, cioè tale che può solo venire da Dio padrone della natura. Gesù aggiungerà più tardi, che verrà ucciso e che il terzo giorno risorgerà: cosi avvenne. Ma già prima Nicodemo, un principale dei giudei e fariseo, andato a Gesù di notte, gli parlò così: “Rabbi, sappiamo che ci sei mandato da Dio come Maestro, perché nessuno può fare i miracoli che tu fai”.
[2:07] Introito della Messa: “Popolo di Dio, ascolta. Il Signore sta per venire a salvare il mondo. Vi parlerà lui e i vostri cuori saranno pieni di gioia. Signore, ascolta la nostra preghiera e sii la nostra guida come un giorno tu lo fosti per il popolo eletto”.
[2:40 musica sottofondo] Preghiera: “Risveglia, Signore, il nostro amore per te e preparaci a ricevere il tuo Figliuolo. Noi vorremmo che la sua venuta trasformasse i nostri cuori, così sapremmo servirti veramente come tuoi figliuoli. Te lo domandiamo per l’intercessione di Cristo nostro Signore”.
[3:11 musica]
[3:21] Ascoltiamo il Vangelo di oggi:
[3:26-4:50 - Mt 11,2-10] In quel tempo Giovanni avendo udite nella prigione le opere del Cristo, mandò due dei suoi discepoli a dirgli: Sei tu quello che ha da venire o dobbiamo aspettare un altro. Gesù rispose loro: «Andate a riferire a Giovanni quel che udite e vedete, i chiechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella; ed è beato chi non si sarà scandalizzato di me». Partiti quelli, Gesù cominciò a parlare di Giovanni alle turbe, e a dire: «Che siete andati a vedere nel deserto ? Una canna agitata dal vento? Ma che siete andati a vedere? Un uomo vestito mollemente? Ecco, quelli che portano delle morbide vesti stanno alle corti . Ma che siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, io mando innanzi a te il mio angelo, per preparare la tua via innanzi a te”».
[4:51 musica]
[5:20] Prepararsi all’incontro con Gesù nel giorno di Natale. Condizioni: Fede e Carità. Di Fede ci parla S. Paolo nell’epistola della Messa: “Fratelli, tutto quello che è stato scritto è stato scritto per nostro ammaestramento affinché, mediante la pazienza e la consolazione delle Scritture, noi conserviamo la speranza”.
[5,57] Carita. L’umanità é una famiglia: tutti creati dal Padre Celeste, e tutti redenti dal medesimo sangue di Gesù. Amarsi senza distinzione di razza o di nazione, né di classe, né di opinioni. S. Paolo nell’epistola aggiunge: “Il Signore vi aiuti a rimanere uniti fra di voi nello Spirito di Gesù Cristo per cantare con un cuore solo e con una sola voce la gloria del Padre. Siate tutti accondiscendenti gli uni con gli altri per amore di Dio, così come Gesù, è stato accondiscendente con voi. Egli è stato accondiscendente con gli ebrei per non smentire il Signore, ma realizzare le promesse fatte ai loro antenati. Però è stato ancor più accondiscendente con i gentili, venendo ad essi per pura bontà. Ragione dippiù per questi di ringraziarlo perché, dice bene la Bibbia: “benedico il Signore per la conversione dei gentili e canterò il suo nome”. Ed altrove: “Gentili, rallegratevi insieme al popolo di Dio”. Ed ancora: “Il mondo intero lodi il Signore e tutti vivano in gioia e pace, secondo la medesima fede”.
[7:51 musica]
[7:58 musica in sottofondo] Preghiera: “Eccita, o Signore, i nostri cuori a preparare la via al tuo Unigenito affinché, mediante la sua venuta, possiamo servirli con cuore puro”. E tu, o Gesù, Salvatore del mondo, diffondi la tua luce, tutti gli uomini ti riconoscano come la via e la verità e la vita.
[8:28 musica 8:34]

07. Natale II [2 Messa dell’aurora]

Disco 4/A
AR-103.71
ciclo natalizio
FESTIVITÀ DEL S. NATALE 2ª Messa
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 6’ 08”



[musica 0:17] Festività del santo Natale [0:20 musica]
[0:40] Le due Messe: quella dell’aurora e quella del giorno si completano a vicenda. Si descrive il Verbo eterno del Padre che si fa uomo e dà all’uomo il potere di diventare figlio di Dio.
[1:00] Introito: Ci è nato un pargolo e ci fu largito un figlio che ha sulle sue spalle il principato e che sarà chiamato col nome di Angelo del gran Consiglio. Cantate al Signore un nuovo cantico, perché ha operato maraviglie.
[1:26] Preghiera: Concedi, o Dio onnipotente, che la nuova nascita del tuo Unigenito nel mondo ci liberi dall’antica schiavitù che ci tiene sotto il giogo del peccato.
Dio amò tanto il mondo fino a mandare al mondo il suo diletto Figlio come Salvatore. San Paolo nelle Epistole delle due Messe ci descrive la duplice missione del nato Gesù: come Redentore e come Maestro.
[2:10] Infatti dice nella prima scrivendo a Tito: “Carissimo, apparve la bontà e l’amore del Salvatore verso gli uomini. Dio ci salvò non per le opere di giustizia fatte da noi, ma per la sua misericordia, mediante il battesimo di rigenerazione ed il rinnovamento dello Spirito Santo che Egli copiosamente diffuse su noi per Gesù Cristo Salvatore nostro”.
[2:50] Poi nella seconda, scrivendo agli Ebrei dice: “Dio dopo aver parlato molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi tempi Dio ci ha parlato attraverso il suo Figlio”.
[3:12] Il peccato procede sempre dell’errore; così i progenitori furono ingannati dal demonio, credendo alle sue promesse. La Redenzione è, nella sua prima parte, far conoscere la verità, la verità che salva.
[3:40 musica]
[3:47] Ecco il Vangelo della prima delle due messe, quello dell’Aurora.
[3:54 musica]
[4:10-5:00 – Lc 2,15-20] E quando gli angeli li ebbero lasciati per tornare in cielo. I pastori dicevano: «andiamo dunque fino a Betlem e vediamo qual’è questo avvenimento cheil Signore ci ha fatto conoscere». Allora si avviarono in fretta e trovarono Maria con Giuseppe e il bambino adagiato nella mangiatoia. E dopo aver veduto fecero conoscere quanto era stato loro detto del bambino. Sicché tutti quelli che li udivano si meravigliavano di quanto veniva raccontato loro dai pastori. Maria custodiva tutte queste cose e le meditava in cuor suo. I pastori intanto, se ritornarono glorificando e lodando Iddio per tutto quello che avevano udito e visto, conforme a quanto era stato loro detto.
[5:00 musica] [6:08]

23. II Domenica di Quaresima

Disco 12/B
AR-112.87
ciclo pasquale
II DOMENICA DI QUARESIMA
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 35”



[musica 0:18] Domenica Seconda di Quaresima [0:21 musica]
[0:37] La Chiesa oggi ci mostra Gesù Cristo come Maestro dell’umanità, quale venne presentato dal Padre Celeste. Egli è infatti Maestro di natura, come Verbo del Padre; Maestro di missione, Maestro nel suo esercizio. Così Nicodemo lo salutò: “Rabbi, sappiamo che sei stato mandato a noi come Maestro”.
[1:10] San Paolo fu il fedele Apostolo di Gesù Cristo: “Io vi ho insegnato quanto ho imparato dal Signore”, dice. Gesù Cristo fu il diretto Maestro di San Paolo, mediante rivelazioni: e quanto aveva preso insegnava nelle sue predicazioni e nelle sue lettere. L’Epistola di oggi ne è un saggio. Così scriveva ai Tessalonicesi: “Vi prego e vi supplico nel nome di Cristo: continuate a camminare per la strada che io vi ho tracciato per piacere a Dio, anzi andate ancor più avanti. Ricordate i santi principî che vi ho insegnato per mandato di Cristo Gesù: è volontà di Dio che ci facciamo santi.”.
[2:10] Il centro del testo odierno del Vangelo sta nelle parole con cui il Padre Celeste autenticò l’insegnamento del Suo Figlio, invitando l’umanità ad ascoltarlo. Eccone il testo...
[2:28 musica]
[2:49-4:08 – Mt 17,1-9] Gesù presi con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello, li condusse sopra un alto monte, in disparte. E si trasfigurò in loro presenza, e il suo viso risplendette come il sole, e le sue vesti divennero bianche come la neve. Ed ecco, apparvero Mosè ed Elia a conversare con lui. E Pietro prese a dire a Gesù: Signore, è un gran piacere per noi lo star qui: se vuoi, ci facciamo tre tende, una per te, una per Mosè ed una per Elia. Mentre egli ancora parlava, ecco dalla nuvola una voce che diceva: Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto, ascoltatelo. Udito ciò, i discepoli caddero bocconi per terra ed ebbero gran timore. Ma Gesù, accostatosi a loro, li toccò e disse: Levatevi, non temete. Ed essi, alzati gli occhi non videro altri che Gesù. E mentre scendevano dal monte, Gesù, comandando, disse loro: Non parlate ad alcuno di questa visione, finché il figlio dell’uomo non sia risuscitato dai morti.
[4:09 musica]
[4:28] La scena è solenne: Gesù si trasfigurò: vesti bianche come la neve, viso splendente come il sole. Aveva detto: “Io sono la luce”. Gesù Cristo è il centro tra il Vecchio e Nuovo Testamento. L’Antico Testamento rappresentato da Elia che personificava la profezia, e Mosè che giustificava la legge. Parlavano con lui. E innanzi a loro rappresentavano il Nuovo Testamento; Pietro che personificava la fede, Giacomo che personificava la speranza, Giovanni che personificava la carità. Allora tutti furono avvolti in una nube luminosa da cui udirono la voce del Padre: “Questi è il mio Figlio diletto, in cui mi sono compiaciuto. Ascoltatelo”.
[5:37] Gesù è Maestro unico in quanto è tutta e solo la Verità. Maestro unico in quanto fu ed è per tutti i tempi e tutti gli uomini. Maestro unico, perché presentò la scienza necessaria alla salvezza eterna e rivelò misteri altissimi. Maestro unico che confermò il suo insegnamento coi miracoli e con la stessa sua risurrezione. Egli ha una proprietà che lo distingue da tutti gli insegnanti: Egli prima ha dato l’esempio; quindi insegnò invitando a seguirlo; e offrì a tutti la grazia e gli aiuti necessari per credere alla sua parola e per praticare le virtù da Lui insegnate.
[6:35] Ora Egli vive nella Chiesa: in essa insegna e la rende infallibile: chi crede si salva.

[4:44] Preghiera: Maestro, sappiamo che sei verace, che dici a tutti ciò che è vero, senza timore degli uomini, porgi orecchio alle nostre suppliche, ascolta la nostra preghiera, o nostro Re e nostro Dio. Noi crediamo! ma tu fortifica la nostra fede. Così sia.
[7:13 musica 7:35]

22. I Domenica di Quaresima

Disco 11/B
AR-111.86
ciclo pasquale
I DOMENICA DI QUARESIMA
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 54”



[musica 0:12] Domenica Prima di Quaresima [0:15 musica]
[0:28] La Quaresima è la preparazione prossima al Tempo di Passione di Gesù Cristo. Per parte nostra occorre una preparazione degna: è un periodo di rinnovamento interiore, di vita cristiana più intensa, di rinsavimento, penitenza dei nostri peccati e di maggior preghiera, onde risorgere a nuova vita con Gesù Cristo nella Pasqua.
[1:01] Introito: Dice il Signore: egli alzerà a me la sua voce ed io lo esaudirò: lo salverò e lo glorificherò, io lo sazierò concedendogli una lunga vita.
[1:18] La Chiesa ci esorta vivamente a santificare questo tempo, secondo l’Epistola di San Paolo. Sono le sue parole: ‘“Ecco il tempo propizio, ecco il giorno della salute”. Gesù Cristo digiunò per quaranta giorni e quaranta notti. La penitenza e la mortificazione sono necessarie a tutti. Penitenza: ma in primo luogo astenendosi dal male e da quello che porta al peccato.
[1:55] “Cari fratelli, - continua san Paolo - vi raccomando di non rendere inutile la grazia che Iddio vi ha donato. Egli un giorno ha detto: “Ti esaudirò al momento opportuno; quando avrai bisogno di essere salvato, allora verrò in tuo aiuto”. Ora, questo momento è arrivato. È adesso che Iddio ci vuole salvi. Fate come noi. Noi ci preoccupiamo di non offender nessuno per non compromettere la nostra azione. Al contrario ci comportiamo dappertutto come rappresentanti del Cristo, con coraggio, malgrado le difficoltà, le preoccupazioni, le battiture, la prigione, le provocazioni, la fatica del giorno e della notte, e le privazioni. Viviamo nella purezza, con conoscenza approfondita del Vangelo, la comprensione, la bontà, la fedeltà allo Spirito Santo, il vero Amore. Proclamiamo la verità, con la forza di cui Dio ci ha forniti. Lottiamo passo passo per il trionfo del bene: nel successo come nell’insuccesso, sia quando ci lodano, come quando c’ingiuriano, che parlino bene o male di noi”.
[3:35] Il peccato è l’unico vero male, nel senso pieno della parola. Temerlo! e fuggirlo.
Vincere le tentazioni. Gesù ci dà una grande lezione per vincere le tentazioni, nel Vangelo di oggi...
[3:55 musica]
[4:11- - Mt 4,1-11] Gesù fu condotto dallo Spirito Santo nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, finalmente ebbe fame. E il tentatore, accostaadosi, disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a queste pietre che diventino pane». Ma Gesù rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo trasportò nella città santa, e avendolo posto sul pinnacolo del tempio gli disse: «Se tu sei il Figlio di Dio, gettati di sotto, poiché sta scritto che agli angeli suoi ha commessa la cura ti te, ti porteranno nelle mani affinché non inciampi il tuo piede in qualche pietra». E Gesù a lui: «Sta anche scritto: “Non tentare il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo menò sopra un monte altissimo e, mostrandogli tutti i regni del mondo e la loro magnificenza, gli disse: «Tutto questo io ti darò se, prostrato, mi adorerai». Allora Gesù rispose: «Va’ via, Satana, ché sta scritto: “Adorerai il Signore Dio tuo e servirai a lui solo!”». Allora il diavolo lo lasciò. ed ecco gli Angeli vennero a servirlo.
[5:51 musica]
[6:03] Il diavolo tentò Gesù prima sopra la carne: la fame; poi sopra l’orgoglio; inoltre sull’avarizia. Ma Gesù vinse pienamente, opponendo ai diabolici inviti, insegnamenti della Scrittura.
Il diavolo eccita direttamente e indirettamente la concupiscenza: carne, ricchezze, onore. La tattica del demonio nel tentare Gesù fu quella usata con Eva: sempre è l’inganno. La Scrittura vince con la Verità: oppone alla menzogna la verità. Ricorrere sempre all’orazione.
[6:56 musica]
[7:11] Preghiera: La partecipazione al tuo sacramento, o Signore, ci ristori e, purificati dalle antiche colpe, ci renda degni della salvezza eterna. Così sia.
[7:25 musica 7:54]

03. III Domenica di Avvento

Disco 2/A
AR-102.67
ciclo natalizio
III° Domenica di Avvento
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 20”



[musica 0:22] Domenica terza di Avvento [0:24 musica]
[0:42] La voce della Chiesa invita alla gioia l’umanità: la salvezza, la luce dopo tante tenebre, errori ed inganni. Viene Gesù che dirà: Io sono la Verità. Desiderare, conoscere, dire la verità.
[1:05] Introito: Siate lieti nel Signore, ve lo ripeto, siate lieti sempre. Mostratevi pieni di bontà agli occhi di tutti, perché viene il Signore. Siate senza preoccupazioni, ma in ogni momento fate conoscere i vostri bisogni a Dio per mezzo della preghiera.
[1:30] O Signore ascolta la nostra orazione. Senza di te noi camminiamo nel buio della notte, ma tu vieni a portarci la luce, che è verità. Lo domandiamo a te che sei Dio, assieme al Padre e allo Spirito Santo.
[1:51] Giovanni Battista è oggi a noi maestro di sincerità, veracità e schiettezza. Egli dice candidamente tutto quello che è; e dice con con tutta schiettezza quello che non è.
[2:06 musica]
[3:36-4:00 – Gv 1,19-28] In quel tempo i Giudei di Gerusalemme mandarono a Giovanni dei sacerdoti e di leviti per domandargli: «Tu chi sei?». Ed Egli confessò: «Non sono io il Cristo». Ed essi gli domandarono: «Chi sei dunque? Sei Elia?» Ed egli: «No». «Sei tu il profeta?» «No», rispose. Allora gli dissero: «E chi sei, per rendere conto a chi ci ha mandato. Che dici mai di te stesso?». Rispose: «Io sono la voce di colui che grida nel deserto: “Raddrizzate la via del Signore” come disse il profeta Isaia». Or quelli che erano stati inviati a lui erano dei farisei, e lo interrogarono dicendo: «Come dunque battezzi, se tu non sei il Cristo, nè Elia, nè il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete. Questi è colui che verrà dopo di me, ed a cui non sono degno di sciogliere il legaccio dei calzari».Questo avvenne in Betania, oltre il Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
[sfuma in musica 4:00 musica]
[4:15] Ogni male procede dall’errore, l’inganno, la falsità, l’ignoranza. Il demonio prese l’atteggiamento di un vago serpe; lusingò i progenitori con promesse bugiarde; ne seguì la rovina in ogni campo: individui, famiglie, società, filosofia, religioni.
Dio ammonì: “Non fare falsa testimonianza”. La verità, la vera sapienza illumina la coscienza, rende l’uomo libero, lo dirige verso il suo destino, lo guida nella rettitudine. Dice S. Paolo: “Verrà il Signore (alla fine del mondo) e metterà in luce tutto ciò che è nelle tenebre e svelerà l’intimo del cuore”.
[5:14] L’ambizione spesso spinge l’uomo a prendere atteggiamenti, vantare qualità, scienza, attitudini, ricchezze, meriti che non ha. La bugia, l’ipocrisia, l’inganno, sono vizi assai frequenti nelle relazioni familiari e sociali. All’opposto il Vangelo, insegna ad amare la sincerità: “Sia il vostro parlare: sì, sì, oppure: no, no. Il più od il meno viene dal nemico”.
[5:53 musica]
[6:13] Preghiera: Signore, illumina le tenebre delle nostre menti, dirigi nella rettitudine i nostri cuori e la nostra lingua, affinché sempre ti onoriamo nella tua verità. Concedici di sempre seguire l’insegnamento della Chiesa; Tu l’hai posta maestra di verità; come così Tu, Gesù, hai detto di te stesso: “Io sono la luce del mondo: chi mi segue non cammina nelle tenebre, ma avrà il lume della vita”. Così sia.
[6:57 musica 7:20]

59. Domenica XXII dopo Pentecoste

Disco 30/A
AR-130.123
ciclo pentecostale
DOMENICA XXII DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 11”



[musica 0:12] Domenica vigesimaseconda dopo Pentecoste [0:16 musica]
[0:21] L’anno liturgico è verso la fine. La Chiesa avverte l’umanità a nome di Gesù Cristo che egli tornerà per giudicare il mondo. Ci esorta a prepararsi al gran giorno: come membri della Chiesa e membri della società civile.
[0:43] Come membri della Chiesa San Paolo invita i fedeli a prepararsi al “giorno di Gesù Cristo”. Migliorare la vita! affinché al suo arrivo Egli ci trovi tutti “puri e irreprensibili”. Il giorno di Gesù Cristo è il giorno del giudizio universale.
[1:08] Scrive ai Filippesi: “Fratelli, sono convinto che colui, il quale incominciò in voi questa opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. [...] E questo io lo chiedo nella preghiera: che la vostra carità abbondi sempre più in conoscenza e in ogni finezza di sentimento, onde possiate discernere ciò che è meglio, affinché siate integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ripieni del frutto di giustizia che si ha per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio”.
[1:58] Come membri della società civile. Farisei associati agli erodiani, si accordano per sollecitare da Gesù Maestro una dichiarazione, qualunque fosse, per farlo condannare. Ecco il testo del Vangelo: (Vangelo)
[2:21 musica]
[2:32-3:41 – Mt 22,15-21] In quel tempo: i Farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere come cogliere Gesù in fallo nelle parole. E gli mandarono i propri discepoli con gli Erodiani, a dirgli: Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo la verità e non ti curi di nessuno, che non guardi in faccia alle persone. Dicci dunque? È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Ma Gesù, conosciuta la loro malizia, disse: Perché mi tentate, ipocriti? Mostratemi la moneta del tributo. Ed essi gli presentarono un denaro. Ed egli domandò loro: Di chi è questa immagine? e l’iscrizione? Gli risposero: Di Cesare. Allora disse loro: Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.
[3:42 musica]
[3:57] La malizia dei Farisei e degli erodiani fu conosciuta da Gesù Cristo. I Farisei non volevano dare al Cesare di Roma il tributo come riconoscimento di sottomissione. Dicevano che era contro la legge mosaica. Invece gli Erodiani lo pagavano ed accusavano come ribelli coloro che vi si rifiutavano. Comunque avesse risposto Gesù Cristo, sembrava loro di poterlo prendere in parola e farlo condannare. Ma Gesù si fece portare la moneta, e sentenziò: “Date a Cesare ciò che è di Cesare”. Poi andò più avanti e si fece giudice degli interlocutori: “Date a Dio quello che è di Dio”.
[5:06] Al potere civile dobbiamo dare quello che esso ha diritto. Dice Sant’Agostino: “Noi siamo la moneta di Dio, coniata con la sua effige. Dio esige ciò che è suo; come Cesare ha diritto di esigere ciò che porta la sua impronta”. Il buon cristiano è anche il miglior cittadino. Nello stesso tempo egli ricorda che l’anima nostra, immagine di Dio, passerà ancora una volta nelle mani di Gesù Giudice. Egli esaminerà se tale immagine è conservata integra e incontaminata. Da Dio è ogni potere: il civile e il religioso. “Non vi è autorità se non da Dio”; e quelle che esistono sono istituite da Dio”.
[6:17 musica]
[6:28] Preghiera: O Gesù Maestro, dalla nascita a Betlemme sino alla condanna della croce, ti sei sottomesso alle due autorità, religiosa e civile: concedici che tutti i fedeli amino, rispettino, cooperino e siano sottomessi ai due poteri, onorando in essi Dio, e ricevendo da Dio il premio. Così sia.
[7:03 musica 7:11]

31. Domenica III dopo Pasqua

Disco 16/A
AR-116.95
ciclo pasquale
DOMENICA III DOPO PASQUA
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 38”



[musica 0:25] Terza Domenica dopo Pasqua [0:28 musica]
[0:44] La Chiesa c’invita ad orientare il nostro spirito verso il cielo; poiché Gesù, con la sua morte e resurrezione, lo ha riaperto. È l’unico vero affare per cui siamo creati; e per cui Gesù Cristo è morto.
[1:06] Introito: Tutta la terra canti a Dio, alleluia. Inneggiate al suo nome, alleluia; celebrate con magnificenza le sue lodi, alleluia.
[1:22] Preghiera: O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità perché possano ritornare sulla via della giustizia, concedi a tutti coloro che dicono di essere cristiani di rigettare tutto ciò che è contrario a questo nome, e di praticare ciò che è conforme.
[1:48] Paradiso! È verità di fede: Credo la Vita Eterna”.
[1:55]La grazia è partecipazione della vita divina alle anime sulla terra; e l’anima, entrando in Cielo, partecipa della gloria e beatitudine di Dio. Il Paradiso soddisfa tutti i legittimi desideri ed aspirazioni, tutte le facoltà umane. È insieme visione, possesso, gaudio di Dio.
[2:31] Paradiso! È un bene incomprensibile, una felicità eterna, un godimento proporzionato ai meriti, un’eredità eterna e sicura, preparata per tutti.
[2:47] San Pietro ci esorta a vivere sempre col cuore rivolto al Cielo: “Cari fratelli, la vita è un viaggio; non vogliate seguire gl’istinti materialistici, che fanno guerra all’anima. Abbiate di fronte ai non credenti una condotta esemplare. Ora vi accusano di essere dei malfattori, ma finiranno di riconoscere il bene che fate; e così riconosceranno Iddio nel giorno che li visiterà con la sua grazia”.
[3:32 musica]
[3:37] Nel Vangelo Gesù annunzia il suo prossimo ritorno al Padre. Sentiamolo...
[3:43 musica]
[3:54-5:35 – Gv 16,12-22] Ancora un poco e non mi vedrete più; e di nuovo un altro poco e mi rivedrete; perché io vò al Padre. Dissero perciò tra loro alcuni dei suoi discepoli: “Che significa ciò che egli dice: Ancora un poco e non mi vedrete più, e poi un altro poco e mi rivedrete, perché vado al Padre? Che cosa significa questo poco di cui parla? non intendiamo quel che Egli dica”. Conobbe pertanto Gesù, che bramavano di interrogarlo, e disse loro: “Voi andate investigando fra di voi perché Io abbia detto ‘ancora un poco e non mi vedrete più; e poi un altro poco e mi rivedrete’. In verità, in verità vi dico che voi piangerete e gemerete laddove il mondo godrà: sarete bensì oppressi dalla tristezza, ma questa si cangierà in gaudio. La donna allorché partorisce è triste, perché è giunta il sua tempo; quando poi ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell’affanno, a motivo dell’allegrezza, perché è nato al mondo un uomo. Anche voi adesso siete nella tristezza; ma vi vedrò di bel nuovo, e gioirà il vostro cuore, e nessuno vi toglierà il vostro gaudio”.
[5:36 musica]
[5:50] Il cristiano segue il “curriculum” di Gesù Cristo che disse: “Io sono uscito dal Padre, sono venuto al mondo, ora lascio il mondo e ritorno al Padre”. Gesù, sicuro della sua ricompensa eterna, perché compiuta tutta da volontà di Dio.
[6:15] In fede ognuno deve pensare di sé: sono uscito dalle mani creatrici di Dio, sono, venuto nel mondo a compiere il volere di Dio; ora lascio il mondo e ritorno a Dio. Ritorneremo al Padre se ora viviamo secondo la volontà di Dio; se conduciano vita conforme al Vangelo arriveremo a lui con i nostri meriti, Paradiso! Gloria proporzionata alla santità dell’anima.
[6:52 musica]
[7:00] Preghiera: Come il cervo anela ai rivi dell’acqua, così l’anima mia anela a te, o mio Dio! L’anima mia ha sete del Dio forte e vivente: quando potrò venire a presentarmi davanti a Dio? Lo spero! Così sia.
[7:25 musica 7:38]

15. III Domenica dopo l’Epifania

Disco 8/A
AR-108.79
ciclo natalizio
DOMENICA III° DOPO L’EPIFANIA
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 8’ 18”



[musica 0:16] Domenica terza dopo l’Epifania [0:20 musica]
[0:30] La Chiesa ci presenta Gesù Cristo che discende dal monte dove aveva annunziate le beatitudini, e confermati i comandamenti di Dio ed indicati i perfezionamenti che il suo Vangelo vi apportava. La folla che lo aveva sentito viene confermata nella sua fede con due strepitosi e pubblici miracoli: la guarigione cioè di un lebbroso e del servo del centurione.
[1:10] Introito: Adorate Dio voi tutti, o Angeli suoi, Sion udì questo, se ne rallegrò ed esaltarono le figlie di Giuda.
Il Signore regna! Esulti la terra, si rallegrino le molte isole.
[1:33] Preghiera: O Dio onnipotente ed eterno, riguarda propizio la nostra debolezza e stendi a nostra difesa il braccio della tua potenza.
[1:49] San Paolo insiste sopra questa verità: Gesù Cristo è salvatore degli Ebrei e dei pagani, senza alcuna distinzione; non per merito degli uni o degli altri, ma per la fede tutti arrivano alla salvezza. Non si può amare alcuni ed odiare altri; Dio non distingue; neppure il cristiano può fare distinzioni. Far del bene a tutti: risulta dall’Epistola: “Fratelli, non lasciatevi guidare dal vostro parere. Non ricambiate mai il male per il male. Industriatevi a fare il bene, non solo dinanzi a Dio, ma anche davanti a tutti gli uomini. Fate quanto è possibile per vivere in pace con tutti. Non vendicatevi da voi stessi, carissimi; ma lasciate fare alla giustizia di Dio; perchè sta scritto: “A me la vendetta, a me l’incarico di fare giustizia”. Anzi “Se il tuo nemico ha fame; dagli da mangiare; se ha sete dagli da bere: così facendo radunerai nella sua anima le scottature del rimorso”. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci col bene il male”.
[3:33 musica]
[3:40] Ed il Vangelo è una conferma:...
[3:43 musica]
[4:02-6:08 – Mt 8,1-13] Gesù, sceso che fu dal monte,lo seguirono molte turbe. Ed ecco un lebbroso accostatosi, gli si prostrò dinanzi dicendo: «Signore, se vuoi, tu puoi mondarmi». E stesa la mano Gesù lo toccò dicendo: «Lo voglio. Sii mondato!». E subito spari la sua lebbra. E Gesù gli disse: «Guardati dal dirlo ad alcuno. Ma va’ mostrati al sacerdote e fa’ l’offerta prescritta da Mosè in testimonianza per essi». Ed entrato che fu in Cafarnao, si accostò a Lui un centurione e lo pregava dicendo: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente». E Gesù a lui: «Io verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispondendo soggiunse: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perchè anch’io, sono uomo sottoposto, ed ho dei soldati sotto di me, e dico a questo: “Va” ed egli va; a quello: “Vieni”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ “ e questo fa». Gesù, udite queste parole, ne restò ammirato e disse a coloro che lo seguivano: «In verità vi dico: non ho trovato tanta fede in Israele. Or vi dico che molti verranno dall’Oriente e dall’Occidente e siederanno con Abramo, Isacco e Giacobbe nel Regno dei cieli, e i figli del regno saranno gettati nelle tenebre esteriori, ove sarà pianto e stridor di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’ e come hai creduto ti avvenga». E in quell’istante il servo fu guarito.
[6:09 musica]
[6:34] Il primo a pregare Gesù è un lebbroso ebreo; il secondo è un centurione pagano; entrambi vengono esauditi.
La Fede è la virtù per cui si crede alle verità rivelate da Dio, e proposte ed insegnate dalla Chiesa.
È virtù del tutto necessaria per salvarsi. Conoscere è credere che Dio esiste e premia i buoni e castiga i cattivi; che in Dio vi sono tre persone Padre, Figliuolo e Spirito Santo; inoltre il mistero della Redenzione operata da Gesù Cristo con l’Incarnazione, Passione Morte e Resurrezione del Figlio di Dio Incarnato. Vi sono poi le altre verità da conoscersi di precetto, ad esempio i Sacramenti, il Padre nostro, il Credo.
Ecco i doveri: credere, professare la fede, vivere o morire secondo la fede.
[7:47 musica]
[7:55] Preghiera: O Signore che ci hai fatto partecipare a sì eccelso Sacramento, degnati di renderci veramente capaci della sua grazia. Così sia.
[8:09 musica 8:18]

30. Domenica II dopo Pasqua

Disco 15/B
AR-115.94
ciclo pasquale
DOMENICA II DOPO PASQUA
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 09”



[musica 0:18] Seconda Domenica dopo Pasqua [0:20 musica]
[0:34] È la celebrazione della Misericordia di Dio e dell’ufficio dei ministri della misericordia che sono: il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti. Gesù Cristo è il Buon Pastore.
[0:52] Introito: Della misericordia del Signore è piena la terra.
[0:59] Preghiera: O Dio, che con le sofferenze del tuo Figlio hai rialzato il mondo decaduto, concedi ai fedeli una perenne letizia e, dopo averli liberati dal pericolo della morte eterna, fa’ loro godere l’eterna felicità.
[1:23] Gesù Cristo è il Buon Pastore, Egli, conferendo a Pietro il primato disse: Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Gesù Cristo si era lasciato condurre come l’agnello al Macello; e San Giovanni Battista ne dà il perché: “Ecco l’agnello di Dio, che toglie il peccato dal mondo”.
[1:53] Nell’Epistola San Pietro lo spiega: “Cari fratelli, Gesù Cristo, sacrificandosi per noi, si è fatto come modello che noi dobbiamo imitare. Non ha mai commesso nessun peccato. Non ha mai pronunciato parola cattiva.
[2:18] Non rispondeva mai ingiuria ad ingiuria, colpo a colpo, maledizione a maledizione, lasciando al Padre il compito di fare giustizia. Sulla croce ha preso sopra di Sé i nostri peccati, affinché noi non avessimo a morire in peccato; e per contro potessimo vivere di una vita eterna. Le Sue ferite hanno sanato le nostre piaghe. Eravate come delle pecorelle sperdute: ora avete ritrovato il Pastore e custode delle vostre anime.”
[3:01 musica]
[3:06] Poi nelVangelo Gesù si dichiara Buon Pastore e ne spiega lo ragioni...
[3:11 musica]
[3:20-4:29 – Gv 10,11-16] In quel tempo: disse Gesù ai Farisei: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la vita per le sue pecore. Il mercenario invece, e chi non è pastore, cui non appartengono le pecore, vede venire il lupo, e lascia le pecore e fugge, e il lupo rapisce e disperde le pecore. Il mercenario fugge perché è mercenario e non gl’importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore, e queste conoscono me; come il Padre conosce me ed io il Padre; Io do la vita per le mie pecore. E ho delle altre pecorelle le quali non sono di quest’ovile; anche quelle va d’uopo che io raduni, e ascolteranno la mia voce, e sarà un solo ovile e un solo pastore”.
[4:30 musica]
[4:49] Riflessione. Gesù è Pastore Buono che custodisce e dà la vita per il gregge.
Gesù è il Pastore Buono perché conosce i bisogni di ciascuna pecorella; ed esse conoscono lui.
Gesù è il Pastore Buono, perché pensa a tutte le pecorelle, anche quelle che ancora non lo seguono.
Gesù è il Pastore Buono che vuole attirare a Sé le pecorelle sbandate e fare di tutte un solo ovile con unico Pastore.
Amare il Papa, pastore universale.
Amare il Vescovo, pastore di una diocesi.
Amare il Pastore di una Parrocchia.
Per il Papa, il Vescovo, il Parroco: preghiera e docilità.
[5:50] Conclusione: Dice il Signore nella Scrittura: “Io pascerò le mia pecorelle, io le farò riposare. Io andrò in cerca delle smarrite, ricondurrò le cacciate, legherò le fratturate, ristorerò le deboli, terrò d’occhio quelle grasse e robuste, e le pascerò con giustizia”. Così sia.
[6:20 musica 7:09]

24. III Domenica di Quaresima

Disco 12/B
AR-112.88
ciclo pasquale
III DOMENICA DI QUARESIMA
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 55”



[musica 0:13] Domenica Terza di Quaresima [0:15 musica]
[0:26] “Beati i mondi di cuori, perchè di essi è il regno dei cieli”. Questi sono i pensieri che oggi la Chiesa vuole che siano meditati.
[0:38] Maria, Giuseppe e Gesù erano i tre purissimi gigli della famiglia di Nazareth. Il Signore ce li propone ad esempio. L’impurità è un vizio capitale. Gli atti esterni sono proibiti dal Sesto comandamento: parole, sguardi, azioni, libri, spettacoli, immagini, eccetera. Gli atti interni sono proibiti dal Nono comandamento: pensieri, fantasie, desideri.
[1:15] L’anima fa sempre il cammino della vita col corpo, ora, lo spirito ha desideri contrari alla carne, la carne ha desideri contrari alla spirito. Perciò sempre si ha da vigilare, perché questo peccato tenta di entrare un pò da tutte le parti; e le tentazioni sono spesso violente e tenaci, specialmente se vi sono già state cadute. San Paolo nell’Epistola ammonisce con parole forti i cristiani: “Cercate di rassomigliare al Signore come veri figli, che somigliano al loro padre; e vivete nell’amore, sull’esempio del Cristo; egli si è sacrificato per noi ed il suo sacrificio è stato gradito al Padre. Non si senta giammai parlare tra di voi di impurità, di gozzoviglie o di avarizia: sono cose che non si confanno ai veri cristiani; né scherzi grossolani, sciocchi o licenziosi, che sono sempre fuor di posto. Discorrete piuttosto di cose buone. Sappiate bene che gli’impuri, i gozzovigliatori e gli avari, i quali in fondo adorano gl’idoli, non troveranno posto nel regno di Cristo e di Dio. Non lasciatevi ingannare dai soliti saccenti. Una volta eravate nella notte, adesso vivete nella luce del Signore; camminate dunque nella luce, ed essa vi guiderà verso tutto quello che è buono, che è giusto, che è vero.”
[3:20] Il peccato impuro è grave, facilmente si cambia in abitudine, attira molti castighi, priva di tante grazie e della pace, avvilisce l’animo, porta all’impenitenza finale. Le ricadute sono peggiori della prima caduta. Il Vangelo ci parla dello spirito immondo...
[3:46 musica]
[3:57-6:08 – Lc 11,14-28] Gesù stava scacciando un demonio ch’era muto. E, cacciato il demonio, il muto parlò, e ne stupirono le turbe. Ma alcuni dissero: Egli scaccia i demoni in nome di Beelzebub, principe dei demoni. Ed altri, per metterlo alla prova, gli chiedevano un segno dal cielo. Ma egli, conosciuti i loro pensieri, disse loro: Ogni regno in se stesso diviso andrà in rovina e una casa cadrà sull’altra. Or, siccome dite che scaccio i demoni in nome di Beelzebub, se anche Satana è discorde in se stesso, come reggerà il suo regno? E se io scaccio i demoni per Beelzebub, in nome di chi li scacciano i vostri figli? Per questo i medesimi saranno i vostri giudici. Ma se col dito di Dio io scaccio i demoni, certo il regno di Dio è giunto fino a voi. Quando il forte armato custodisce l’atrio, è in sicuro tutto quanto possiede. Ma se viene uno più forte di lui e lo vince, gli toglie tutte le armi nelle quali confidava e ne divide le spoglie. Chi non è con me è contro di me e chi non raccoglie meco disperde. Quando lo spirito immondo, è uscito da un uomo, va per luoghi aridi cercando riposo, e, non trovandolo, dice: Ritornerò a casa mia da cui sono uscito. Allora va e prende seco altri sette spiriti peggiori di lui, ed entrati, ci si stabiliscono. E l’ultima condizione di quell’uomo è peggiore della prima. Or avvenne che, mentre egli diceva queste cose, una donna, alzando la voce, in mezzo alla folla, gli disse: Beato il seno che t’ha portato e il petto che hai succhiato. Ed egli aggiunse: Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.
[6:08 musica ]
[6:22] I vergini e le anime delicate passando in mezzo al fango del mondo senza lordarsi. Aspirazioni, pensieri, sentimenti elevati; formarsi attorno ambiente sano; anima tesa verso un progresso costante; custodire il cuore e lo spirito; impegno costante nel dedicarsi al dovere quotidiano. I pericoli sono continui, ma vi sono i mezzi; la fuga delle occasioni, preghiera assidua, devozione a Maria Santissima, uso frequente dei Sacramenti (Confessione, Comunione). Sempre si può fare assegnamento sulla grazia di Dio: “Il Signore è fedele: Egli non permette che l’uomo sia tentato oltre le proprie forze, ma ci conforta per vincere, e dalla stessa lotta si ricava vantaggio”.
[7:28] Preghiera: Quest’offerta, o Signore, cancelli i nostri peccati santifichi i corpi e le anime dei tuoi servi, affinché possano celebrare degnamente questo sacrificio. Così sia.
[7:45 musica 7:55]

04. IV Domenica di Avvento

Disco 2/B
AR-102.68
ciclo natalizio
IV° Domenica di Avvento
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 8’ 25”



[musica 0:45] Domenica quarta di Avvento [0:47 musica]
[1:16] La Chiesa, ci presenta la missione di San Giovanni Battista: preparate le vie del Signore. Cioè le disposizioni del cuore: umiltà, fiducia, vita nuova.
[1:33] Signore, che dal Cielo diffondi la vita e la felicità, lascia che la terra pure ci doni il suo frutto: Gesù, nostro Salvatore.
[1:44] Signore, mostra la tua potenza, venendo in mezzo a noi. Non tardare oltre a venire in nostro aiuto; dal momento che sappiamo bene quanto la tua Misericordia sarà più grande dei nostri peccati. Te lo domandiamo, che sei Dio, insieme al Padre ed allo Spirito Santo.
[2:10 sottofondo musica] San Paolo ci avverte: “Fratelli, consideriamoci semplicemente come degli operai di Cristo, come dei portavoce del Vangelo. Ora quello che si pretende da un portavoce è che sia fedele”.
[2:32] E fedelissimo è stato il Battista nella sua missione.
[2:36 musica]
[2:55-4:00 - Lc 3,1-6] L’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, essendo governatore della Giudea Ponzio Pilato, tetrarca di Galilea Erode, tetrarca dell’Iturea e della Traconitide Filippo suo fratello, e tetrarca di Abilene Lisania, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio fu diretta a Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Ed egli andò per tutta la regione del Giordano, predicando il battesimo di penitenza in remissione dei peccati; come sta scritto nel libro dei sermoni del profeta Isaia: «Voce di colui che grida nel deserto: Preparate la via del Signore; raddrizzate i suoi sentieri. Ogni valle sarà colmata, ogni monte e colle sarà abbassato; e le vie tortuose saran fatte dritte e le scabre appianate, ed ogni uomo vedrà la salvezza di Dio»
[sfuma in musica 4:00 musica ]
[4:22] Disposizioni nostre:
[4:25] Umiltà: S. Gregorio fa notare che non basta una penitenza qualsiasi; ma un dolore ed una riparazione proporzionata alla gravità e al numero dei peccati. È necessaria una buona confessione sacramentale, perché i nostri cuori siano mondati. Il Battista aveva la missione di preparare i cuori a ricevere il Messia, lui, il mandato di Dio, l’angelo annunziatore del Nuovo Testamento. La sua insistente parola è stata: “Fate degni frutti di penitenza”. Significa: riconoscere l’errore, detestarlo dall’intimo del cuore, proposito fermo, accusa sincera. Il battesimo che egli dava preludeva al battesimo di Gesù Cristo che toglie il peccato originale; ed il sacramento della confessione che scancella i peccati attuali. “Raddrizzare i sentieri”.
[5:48] Inoltre fiducia: San Giovanni Battista aggiunge: “Ogni valle sia colmata; ogni monte o colle vengano abbassati”. Ogni anima sfiduciata avrà il dono della speranza cristiana in Gesù Cristo, nostra vita eterna. Ogni orgoglioso imparerà la via dell’umiltà, seguendo l’esempio di Gesù Cristo, e cercando la salvezza nei meriti di Lui. “Non vi è salute fuorché in Gesù Cristo”, perché il cielo era stato chiuso a tutti. Gesù Cristo l’apri con la onnipotente chiave della sua Croce.
[6:41] E inoltre vita nuova: Le vie storte divengano diritte: cioè i vizi si scambino in virtù; le vie scabrose divengano piane, ed il cristiano, per la grazia di Gesù Cristo potrà arrivare ai più alti gradi di eroismi e di santità.
[7:05 musica]
[7:20 musica in sottofondo] Preghiamo: Venga la rugiada dal cielo, e le nubi piovano il giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore. Da Sion esca la legge e la parola di Dio da Gerusalemme ed illumini tutti. Gerusalemme suoni le sue trombe, poiché è vicino il giorno del Signore; ecco che Egli viene a salvarci. È l’atteso, il sospirato delle nazioni; la Vergine ci dia il Salvatore; gli uomini accolgano la salute. È venuta la pienezza dei tempi. Egli camminerà innanzi a noi; Egli c’insegni le sue vie; ci ammaestri nella giustizia; c’insegni la via della prudenza. Così sia.
[8:16 musica 8:25]

60. Domenica XXIII dopo Pentecoste

Disco 30/A
AR-130.124
ciclo pentecostale
DOMENICA XXIII DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 00”



[musica 0:10] Domenica vigesimaterza dopo Pentecoste [0:13 musica]
[0:21] Oggi la liturgia ci fa considerare Gesù Maestro: medico che guarisce una grave infermità da dodici anni ribelle a tutte le cure; poi la risurrezione di una singola persona, una fanciulla, poi il gran giorno della resurrezione finale, ed universale.
[0:48] L’uomo è sempre nelle mani di Dio: vita, morte, resurrezione. Da lui creati, da lui conservati, da lui richiamati a sé, da lui risuscitati nel gran giorno. Solo la volontà dell’uomo può ribellarsi a Dio, ma sempre ritorna nelle sue mani. L’ordine: “Sorgete, o morti, venite al giudizio”. Siamo cittadini del cielo, di là Gesù Cristo verrà a chiamarci, trasformando il corpo a somiglianza sua.
[1:33] Dalla lettera di San Paolo ai Filippesi: “Fratelli, [...] la nostra cittadinanza è nei cieli, di dove attendiamo pure il Salvatore, che è il Signore nostro Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il corpo della nostra bassezza per renderlo conforme al corpo della sua gloria, secondo il potere che egli ha di assoggettare a se stesso tutte le cose. Cosicché, fratelli miei carissimi, mio gaudio e mia corona, guardate di star saldi nel Signore nella maniera che avete imparato, o carissimi. E prego anche te, genuino collega: prenditi cura di loro, perché mi hanno aiutato nel Vangelo, tenacemente lavorando insieme a Clemente e ai restanti miei collaboratori, i quali hanno il loro nome già scritto nel libro della vita”.
[2:49] Il Vangelo narra prima la guarigione dell’emoroissa, poi la resurrezione della figlia di uno dei capi. Sentiamolo: ...
[2:59 musica]
[3:09-4:34 – Mt 9,18-26] In quel tempo: mentre egli diceva loro queste cose, ecco uno dei capi accostarsi, inchinarsi e dire: “Signore, la mia figlia è morta or ora: ma vieni, imponi la tua mano su di lei e vivrà”. E Gesù, alzatosi, lo seguì coi suoi discepoli. Ed ecco una donna, la quale da dodici anni pativa perdite di sangue, accostarsi a lui da tergo e toccargli il lembo della veste. Perché diceva dentro di sé: “Sol ch’io tocchi la sua veste, sarò guarita”. Ma Gesù rivoltosi e miratola disse: “Confida, figliuola: la tua fede ti ha salvata”. E da quell’istante la donna fu liberata. E quando Gesù arrivò alla casa del capo, avendo veduto i suonatori e la turba far strepito, disse: “Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma dorme”. Ed essi lo deridevano. Quando poi fu messa fuori la gente, egli entrò e prese la fanciulla per mano, e quella si alzò. E se ne divulgò la fama per tutto il paese.
[4:35 musica]
[4:47] La resurrezione è la riunione dell’anima al corpo. Opera di potenza e di giustizia. È verità di fede: tutti gli uomini dovranno risorgere con il loro corpo”, così ha definito la Chiesa.
[5:10] La virtù e il vizio sono opera assieme dell’anima e del corpo: avranno perciò assieme il premio o il castigo. San Paolo descrive le doti del corpo glorioso: splendore, impassibilità, immortalità, sottigliezza, agilità.
[5:35] Amare il corpo significa preparargli, con il buon uso e la mortificazione dei sensi la resurrezione gloriosa; resurrezione sull’esempio di Gesù Cristo.
[5:52] Invece soddisfare la carne significa odiare il corpo, preparandogli l’eterno fuoco. Frenare dunque le tre passioni: gola, lussuria, pigrizia.
[6:08] Rispettare il proprio corpo: custodirlo, dirigerlo, santificarlo, secondo i desideri dello spirito.
[6:22] Preghiera: O Gesù gloriosamente risorto; e che siedi ora alla destra del Padre, concedi a noi la grazia di vivere in santità di anima e di corpo. E che il contatto nostro con te nella Comunione, purifichi e conforti tutta la nostra umanità. Così sia.
[6:51 musica 7:00]

08. Natale [3 Messa del giorno]

Disco 4/B
AR-104.72
ciclo natalizio
FESTIVITÀ DEL S. NATALE 3ª Messa
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 54”



[musica - non c’è titolo]
[1:08] Il Vangelo della seconda Messa, quella del giorno, è un quadro completo della missione del Figlio di Dio incarnato.
[1:17 musica]
[1:33-3:16 – Gv 1,11-14] In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui neppure una delle cose create è stata fatta. In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini. E la luce risplende fra le tenebre, ma le tenebre non l’hanno ricevuta. Ci fu un uomo mandato da Dio il cui nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinchè tutti credessero per mezzo suo. Non era lui la luce, ma a testimonianza della luce. La luce quella vera che illumina ogni uomo veniva nel mondo. Era nel mondo, e il mondo fu creato per mezzo di Lui, ma il mondo non lo conobbe. Venne in sua casa e i suoi non lo ricevettero. Ma a quanto lo accolsero, a quelli che credono nel suo nome, diede il potere di diventare figli di Dio, i quali non dal sangue, né da volere di carne, ne da volere di uomo, ma da Dio sono nati. E il verbo si è fatto carne e abitò fra noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito del Padre, pieno di grazia e di verità.
[3:16 musica]
[3:34] Conoscere Gesù Cristo.
In Gesù Cristo vi sono due nature: natura divina e natura umana, sono congiunte in una sola persona: che è la Seconda Persona della santissima Trinità.
[3:53] Gesù Cristo opera come vero Dio e vero Uomo; come unica persona dà valore infinito alle sue preghiere e sofferenze. Come Dio è sempre stato; come uomo cominciò ad essere quando Maria accettò di esserne la Madre-Vergine.
[4:16 musica]
[5:00] Preghiera: “Deh, fa’, o Dio onnipotente che il Salvatore del mondo, oggi nato, come è l’autore della nostra divina rigenerazione, così sia pure il datore della nostra immortalità.
[5:21 musica 7:54]

51. Domenica XIV dopo Pentecoste

Disco 26/A
AR-126.115
ciclo pentecostale
DOMENICA XIV DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 14”



[musica 0:12] Domenica decimaquarta dopo Pentecoste [0:15 musica]
[0:23] Viviamo e siamo cristiani per dono di Dio. Ciascheduno è quello che è e quello che ha. Oggi la Chiesa c’invita a riconoscere, apprezzare e far fruttificare le grazie del Signore, tanto le materiali che le spirituali.
[0:49] Riconoscenza a Dio, come San Paolo c’invita nell’Epistola: “Fratelli, vi dico: camminate secondo lo spirito e non appagherete le voglie della carne. La carne, infatti ha voglie contrarie allo spirito; lo spirito, a sua volta, ha voglie contrarie alla carne. E queste cose si oppongono a vicenda, in modo che voi non fate ciò che vorreste. Però, se vi fate guidare dallo spirito, non siete più sotto la legge mosaica. Le opere poi della carne sono manifeste, e cioè: fornicazione, impurità, lascivia, idolatria, maldicenze, inimicizie, discordie, gelosia, animosità, ambizioni, dissenzioni, scissioni, sentimenti d’invidia, ubriachezze, orgie e cose simili. Circa le quali vi preannuncio, come ho già detto, che quelli che le compiono non erediteranno il regno di Dio. Il frutto invece dello spirito è amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, mitezza, continenza: contro tali cose non vi è legge. Ora, quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifissa la loro carne con le sue passioni e le sue voglie. Se viviamo dello spirito camminiamo anche secondo lo spirito”.
[3:02] È grazia di Dio se, vivendo secondo il vangelo, abbiamo superato i desideri della carne. E sarà grazia anche maggiore se, vivendo cristianamente, porteremo i frutti dello Spirito Santo in noi”.
[3:20] Inoltre il Vangelo ci fa ricordare le premure divine e delicate per le necessità naturali; e anche per queste dobbiamo a Dio ringraziamento.
[3:33 musica]
[3:52-5:48 – Mt 6,24-33] Nessuno può servire a due padroni, sicuramente o odierà l’uno e amerà l’altro, o sarà affezionato al primo e disprezzerà il secondo. Non potete servire a Dio e a mammona. Perciò vi dico: Non siate troppo solleciti per la vita vostra di quel che mangerete, né per il vostro corpo di che vi vestirete. La vita non vale più del cibo, e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli dell’aria: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il vostro Padre celeste li nutre. Or non valete voi più di loro? E chi di voi, con tutto il suo ingegno può aggiungere alla sua statura un sol cubito? E perché darsi tanta pena per il vestito? Guardate come crescono i gigli del campo: non faticano, né filano; eppure vi assicuro che nemmeno Salomone, con tutta la sua gloria, fu mai vestito come uno di loro. Or se Dio riveste in questa maniera l’erba del campo, che oggi è e domani viene gettata nel fuoco, quanto più vestirà voi, gente di poca fede? E non vogliate angustiarvi dicendo: Che mangeremo, che berremo, di che ci vestiremo? Tutte queste cose preoccupano i gentili; ora il Padre vostro sa che avete bisogno di tutto questo. Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date per giunta.
[5:49 musica]
[6:09] La riconoscenza è preziosissima virtù: procede dall’umiltà, suscita in noi amore a Dio.
[6:21] La riconoscenza prima per le grazie spirituali: fede e speranza.
[6:27] Riconoscenza in secondo luogo per beni naturali. E non tanto con le parole quanto con le opere.
[6:42] Preghiera: Cercate che Dio regni nella vostra vita; e tutte le cose vi saranno date in aggiunta.
[6:55] Venite, cantiamo giulivi al Signore; lodiamo, benediciamo, speriamo la misericordia del Padre Celeste. Così sia.
[7:07musica 7:14]

32. Domenica IV dopo Pasqua

Disco 16/B
AR-116.96
ciclo pasquale
DOMENICA IV DOPO PASQUA
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 52”



[musica 0:16] Quarta Domenica dopo Pasqua [0:18 musica]
[0:32] È compiuta la Redenzione dell’umanità. Ora occorre che sia conosciuta, compresa, applicata alle nazioni ed agli individui.
[0:47] Introito: “Cantate al Signore un nuovo canto, alleluia, perché il Signore ha operato meraviglie, alleluia: ha rivelato la sua giustizia agli occhi delle nazioni, alleluia.
[1:06] Preghiera: “O Dio che unisci le anime dei fedeli in una sola volontà, dà ai popoli di amare ciò che comandi e di desiderare ciò che prometti; affinché i nostri cuori, anche in mezzo alle vicende terrene, siano fissi là ove sono le vere gioie.
[1:34] Tra i molti insegnamenti dell’odierna liturgia, scegliamo la temperanza. È la quarta virtù cardinale.
[1:45] Temperanza significa moderazione. È virtù che contiene nei giusti limiti le inclinazioni naturali, le passioni, le attività. Si estende a tutto: lavoro, piacere, desideri, mortificazioni; eccetera, in un giusto equilibrio e discrezione. Particolarmente: riguardo alla gola, castità, ira, orgoglio.
[2:18] Infatti nell’Epistola della Messa San Giacomo fa applicazioni pratiche: “Fratelli, tutto quello che riceviamo di buono ci viene dal Padre Celeste, che risplende come sole senza ombre e senza crepuscoli. Con l’annunzio del Vangelo Egli ha voluto fare di noi dei suoi figliuoli, affinché diventassimo dei prototipi di un mondo nuovo. Sapete, fratelli, quello che è stato detto: “Un uomo deve sapere ascoltare, riflettere prima di parlare, e non lasciarsi trascinare dalla collera”. Non è infatti nell’ira che si riesce a compiere l’opera di Dio. Rigettate dunque ogni impurità e tutto quello che in voi rimane di malizia; nella pace del cuore ascoltate quello che dice il Vangelo, e che vi è stato predicato. È quello che vi renderà salvi”.
[3:37] Anche nel Vangelo Gesù insegna a moderare la tristezza, la curiosità, la precipitazione nel giudicare, e nelle preoccupazioni. Sentiamolo...
[3:50 musica]
[3:59-5:26 – Gv 16,6-14] In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Vado a colui che mi ha mandato: e nessuno di voi mi domanda: Dove vai tu? ma perché vi ho detto tali cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico il vero: è bene per voi che io me ne vada; perché, se io non me ne vò, non verrà a voi il Paraclito; da quando me ne sarò andato, ve lo manderò. E, venendo, egli convincerà il mondo riguardo al peccato, riguardo alla giustizia, e riguardo al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché io vò al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio poi, perché il principe di questo mondo è già condannato. Molte cose ho ancora da dirvi; ma non ne siete capaci adesso. Venuto però che sia quello Spirito di verità, vi insegnerà tutte le verità, Egli infatti non vi parlerà di se stesso; ma dirà tutto ciò che avrà udito, vi annunzierà quello che ha da venire. E mi glorificherà, perché vi annunzierà ciò che riceverà da me.
[5:27 musica ]
[5:42] Temperanza nel cibarsi: una giusta regola, cioè quanto è necessario per lo sviluppo e conservazione della vita a servizio di Dio. Non eccedere: né per la quantità, né per eccessive esigenze nella qualità.
[6:04] Per la castità: osservarla costantemente, secondo il proprio stato; regolare l’interno: pensieri, sentimenti, desideri, fantasie. E regolare l’esterno: udito, vista, lingua, tatto.
[6:27] All’ira opporre la mitezza, moderando la collera e il nervosismo, sopportando i difetti del prossimo, perdonando le offese, usando bontà, pazienza, longanimità con tutti.
[6:46] All’orgoglio opporre l’umiltà. Conoscere noi stessi, stimarci nella giusta misura, ammettere il bene del prossimo, confessare i nostri errori. Specialmente la pratica della carità verso tutti, e dell’obbedienza ai superiori civili e religiosi.
[7:09] La temperanza è un vero cardine che sostiene l’intera vita.
[7:14 musica]
[7:16] Preghiera: Assistici, o Signore Dio nostro, e fa’ che per la grazia del sacramento, ricevuto con fede, siamo purificati dai vizi e liberati da tutti pericoli. Così sia.
[7:36 musica 7:52]

16. Domenica IV dopo l’Epifania

Disco 8/B
AR-108.80
ciclo natalizio
DOMENICA IV° DOPO L’EPIFANIA
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 00”



[musica 0:22] Domenica quarta dopo l’Epifania [0:26 musica]
[0:37] Oggi la Chiesa c’invita alla fiducia in Dio, la speranza di raggiungere il paradiso, per la bontà di Dio e i meriti di Gesù Cristo, mediante le buone opere che dobbiamo e vogliamo fare.
[0:55] Introito: Dice il Signore: “Io ho pensieri di pace e non d’afflizione: voi m’invocherete ed io v’esaudirò. Io farò tornare in patria gli esiliati da tutte le nazioni”.
[1:17] Dalla liturgia: “Dal profondo io grido a te, o Signore, Signor mio, ascoltami”.
[1:26] Preghiera: O Dio che conosci assai bene l’umana fragilità in mezzo a tanti pericoli ai quali non possiamo resistere, donaci la salute dell’anima e del corpo; affinché vinciamo col tuo aiuto ciò che soffriamo per i nostri peccati.
[1:50] La speranza cristiana e virtù infusa con la grazia nel Battesimo, per cui con sicura fiducia attendiamo l’eterna salvezza e i mezzi necessari per conseguirla. È vera speranza quando vi sono due condizioni: che ogni giorno vi sia sufficiente preghiera ad evitare il peccato; e che si compiano i doveri quotidiani.
[2:22] Nell’Epistola San Paolo inculca la carità verso i fratelli, e l’amarli è praticar la religione: “I soli debiti che voi potete avere tra di voi sono quelli dell’amore fraterno; colui che ama i suoi fratelli mette in pratica tutta la religione. In particolare questi comandamenti: “Non commettere adulterio; non ammazzare; non rubare; non dire falsa testimonianza; non acconsentire a cattivi desideri”. Sono i Comandamenti che tutti si riducono a questo: “Ama il tuo prossimo come te stesso!”. Quando si ama non si fa mai danno agli altri.
[3:15] Il Vangelo ci propone l’esempio degli Apostoli che nel pericolo ricorrono a Gesù. Sentiamolo: ...
[3:21 musica]
[3:32-4:08 - Mt 8, 23-27] Essendo Gesù montato in una barca, lo seguirono i suoi discepoli. Ed ecco sollevarsi in mare una burrasca tale, che la barca era coperta dalle onde. Ma Gesù dormiva. E gli si accostarono i discepoli e lo svegliarono gridando: «Signore, salvaci: siamo perduti!». E Gesù disse loro: «Perchè temete, gente di poca fede?» E alzatosi, comandò ai venti e al mare e si fece gran bonaccia. E quella gente ne restò ammirata e diceva: «Chi è mai costui, cui obbediscono i venti e il mare?».
[4:09 musica]
[4:23] La vita nostra è un viaggio attraverso un mare insidioso: scogli, tempeste, venti, ghiacci ed altri pericoli. Vigilare per schivare le occasioni di peccato o deviamenti. Ognuno ha doveri comuni, come l’osservanza dei Comandamenti e le virtù teologali e cardinali. Ma inoltre ciasceduno ha doveri particolari che derivano dalla condizione propria: genitori, figli, sacerdoti, professionisti, operai, eccetera. Pregare per compiere tutta la volontà di Dio. Senza l’aiuto di Dio non potremmo far del bene e con merito in ogni cosa. Perciò è necessario pregare sempre; mai abbandonare la preghiera, né l’uso dei Sacramenti. E nelle maggiori difficoltà alziamo con fiducia gli occhi e la voce a Dio: “Signore, salvaci: periamo!”.
[5:36] Preghiera: “Concedici, o Dio Onnipotente, che l’offerta di questo sacrificiò purifichi sempre e difenda da ogni male la nostra fragilità”.
[5:52] Dice Gesù: “In verità vi dico, tutto quello che chiederete vi sarà dato”; tutto e sempre in ordine alla salvezza eterna. Così sia.
[6:06 musica 7:00]

17. Domenica V dopo l’Epifania

Disco 9/A
AR-109.81
ciclo natalizio
DOMENICA V° DOPO L’EPIFANIA
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 10”



[musica 0:11] Domenica quinta dopo l’Epifania [0:14 musica]
[0:26] La Chiesa ci presenta oggi un completo quadro del mondo morale. Il Signore Gesù Cristo con i suoi ministri opera per la salvezza di tutti; il demonio opera con i suoi seguaci alla rovina di tutti. In fine si separeranno i buoni dai cattivi.
[0:50] Introduzione: Signore, hai benedetto la tua terra; hai liberato Giacobbe dalla schiavitù.
[0:59] Preghiera: Custodisci, Signore, con inesauribile pietà la tua famiglia che si basa solo sulla speranza della grazia celeste, affinché sia sempre munita dalla tua protezione.
[1:18] Gesù Cristo è il buon seminatore; per mezzo dal Papa, dei Vescovi, dei Sacerdoti, getta nel campo del mondo il seme della parola di Dio e di ogni virtù. Ma il demonio astuto, nel mondo, a mezzo di falsi maestri, con la parola, stampa, radio eccetera, semina errori e vizi: la zizzania.
[1:47] Nell’Epistola della Messa San Paolo scrive: “La parola di Cristo abiti in voi con tutti i suoi tesori di sapienza’’. E continua: “Se siete i figli prediletti di Dio, dovete anche sforzarvi di avere i suoi sentimenti: la bontà, la dolcezza, la semplicità, la calma e la fermezza. Sappiate sopportarvi gli uni gli altri, e perdonarvi anche quando credete di avere molte ragioni a vostro vantaggio. Come il Signore ci ha perdonati, così anche voi cercate di perdonarvi. Oltre a tutto questo abbiate la carità, che è la chiave della perfezione, la pace di Gesù canti nei vostri cuori, e vi aiuti a formare un solo corpo. E non dimenticate di ringraziar Dio per questi. Cercate di possedere a fondo la parola di Gesù per formarvi e per incoraggiarvi gli uni gli altri. Di tutto cuore cantate a Dio la vostra riconoscenza: canti ed inni, in parole come in azioni, fate tutto per il Signore Gesù, e ringraziando, per mezzo di Lui, Dio nostro Padre”.
[3:21] Il Vangelo è trasparente ed efficace in tutta la parabola; ed ancor più semplice ed ammonitore nella conclusione. Ecco il testo....
[3:33 musica]
[3:52-4:59 – Mt 13, 24-30] In quel tempo Gesù propose loro questa parabola dicendo: «Il regno dei cieli è simile ad un uomo che seminò del buon seme nel suo campo. Ma nel tempo che gli uomini dormivano, venne il suo nemico, a seminare del loglio nel campo e se ne andò. Come poi il seminato germinò e granì, allora apparve anche i loglio. E i servi del padrone di casa andarono a dirgli: “Signore, non hai seminato buon seme nel tuo campo? Come mai dunque c’è il loglio?”. Ed egli rispose: “Qualche nemico ha fatto questo”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo ad estirparlo?”. Ma egli: “No, chè cogliendo il loglio, non estirpiate anche il grano. Lasciate che l’uno e l’altro crescano fino alla mietitura. E al tempo della messe dirò ai mietitori: Raccogliete prima il loglio e legatelo in fasci per bruciarlo, il grano poi riponetelo nel mio granaio”».
[5:00 musica]
[5:18] Siano prudenti. Gesù Cristo ha conferito alla Chiesa un magistero di predicazione, un’autorità per guidare: un ministero di grazia e misericordia. Il demonio, nemico di Dio, di Gesù Cristo e delle anime è maestro di menzogna pieno di veleno. Fu omicida fin dall’inizio del mondo.
L’uomo è libero nel seguire il maestro che vuole: e si comprende come vivano assieme il buon grano e la zizzania nello stesso campo ed insieme crescano.
Verrà però la mietitura. La zizzania al fuoco. Il buon frumento nel granaio di Dio! Saranno gli Angeli a separare i buoni dai cattivi.
[6:09] Ognuno è libero: l’uomo si sceglie e prepara la propria eternità.
[6:16] La virtù che deve regolare la nostra scelta e la nostra vita è la prudenza. Essa illumina, guida, suggerisce i mezzi a condurre al fine felice. È virtù naturale e soprannaturale. Chiederla a Gesù Cristo: Maestro, illumina e guida i nostri passi!
[6:41 musica]
[6:50] Preghiera: O Dio che hai ammaestrati i cuori dei fedeli con la luce dello Spirito Santo, donaci di gustare nello stesso Spirito la Verità, e di godere sempre della sua consolazione. Così sia.
[7:07 musica 7:10]

52. Domenica XV dopo Pentecoste

Disco 26/B
AR-126.116
ciclo pentecostale
DOMENICA XV DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 6’ 18”



[musica 0:10] Domenica decimaquinta dopo Pentecoste [0:13 musica]
[0:18] La vita è tutta un viaggio: la meta è unica per tutti: il Paradiso. Due sono le necessità: togliere il peccato; e conoscere, amare, servir Dio. La liturgia odierna, specialmente nell’Epistola c’illumina sopra la parte positiva del cristianesimo; i Comandamenti di Dio e della Chiesa.
[00:53] L’Epistola si divide nei seguenti punti:
[0:57] Primo) La nostra salvezza viene dallo Spirito Santo, perciò viviamo secondo la sua voce, non cercando la stima degli uomini, ma piuttosto amando e desiderando il bene di tutti. Se alcuno crede di essere e valere qualcosa, s’inganna, perché siamo un nulla.
[1:27] Secondo) Se qualcheduno ha mancato correggerlo con bontà; ma riflettendo che ognuno di noi può mancare. Ognuno esamini se stesso e, se si trova bene ne lodi il Signore, guardandosi dalla superbia. E amatevi e sopportatevi a vicenda, secondo l’esempio e la parola di Gesù Cristo.
[2:02] Terzo) Chi riceve beni spirituali compensi con beni materiali chi lo ha beneficato: questo secondo la virtù della giustizia.
[2:17] Quarto) Non illudersi: Dio non vuole e non può essere disprezzato. Ognuno mieterà quello che semina durante la vita. Chi vive secondo le concupiscenze, pensi alle pene eterne; chi vive secondo le virtù, perseveri pensando al premio eterno.
[2:47] Quinto ) Non stancarsi mai nel fare il bene: lo si troverà sulle porte dell’eternità. Mentre si ha tempo, fare del bene a tutti; specialmente ai fratelli nella fede.
[3:07] Sentiamo il Vangelo.
[3:08 musica]
[3:31-4:38 – Lc 7,11-16] In quel tempo, avvenne che Gesù andasse ad una città chiamata Naim: e i suoi discepoli e una gran folla andavano con Lui. E quando fu vicino alla porta della città, ecco che era al portato al sepolcro uno che era figlio unico di sua madre, e questa era vedova; e con lei v’era molto popolo della città. E il Signore, vedutala, ne ebbe compassione e le disse: Non piangere! E accostatosi toccò la bara (i portatori si fermarono). Ed egli disse: Giovanetto, te lo dico io, levati! E il morto si alzò a sedere e cominciò a parlare. E lo rese alla madre. E tutti invasi da sbigottimento, glorificarono Dio esclamando: Un grande Profeta è sorto tra a noi, e Dio ha visitato il suo popolo.
[4:39 musica]
[4:57] La fede è fondamento di una vita conforme al Vangelo. Perciò Gesù operava miracoli, volendo persuadere il popolo a credere alla sua parola. I miracoli costituiscono una solida apologia delle verità di fede, quali insegna la Chiesa.
[5:23 musica]
[5:27] Preghiera: Ho aspettato ansiosamente il Signore ed egli s’è rivolto a me ed esaudì la mia preghiera; ha messo sulla mia bocca un nuovo cantico, un inno al nostro Dio. Così sia.
[5:49 musica 6:18]

18. Domenica VI dopo l’Epifania

Disco 9/B
AR-109.82
ciclo natalizio
DOMENICA VI° DOPO L’EPIFANIA
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 15”



[musica 0:27] Domenica sesta dopo l’Epifania [0:30 musica]
[0:40] La Chiesa ci fa conoscere due opere dello Spirito Santo; una più chiara, cioè la Chiesa per il manifesto suo sviluppo; l’altra più interna, in ogni anima, docile all’azione dello Spirito Santo.
[1:01] Introduzione: Vieni, Spirito Creatore / scendi nelle anime dei tuoi fedeli, / infondi la grazia celeste / nei cuori da te creati”.
[1:14] La Chiesa è un vero e reale corpo mistico; ha per capo Gesù Cristo; ha per anima lo Spirito Santo. Questo Spirito illumina la Chiesa, la vivifica; la santifica, la feconda, la sostiene; per cui è infallibile, invincibile, diffusiva.
[1:38] L’anima cristiana che vive in grazia di Dio, è vivificata, fortificata, santificata dallo Spirito Santo. È lo Spirito Santo che la rende figlia, amica e sposa di Dio; che sempre accresce le virtù teologali e cardinali; comunica i doni, i frutti e la beatitudine.
[2:06] L’Epistola di San Paolo spiega l’azione dello Spirito Santo tanto nella Chiesa che nell’interiore dell’anima.
[2:16] “Non mi stanco mai, dice, di ringraziare Iddio nelle mie preghiere per tutti voi, perchè ricordo sempre davanti a Dio nostro Padre la vostra fede operante, la vostra carità operosa e la vostra ferma speranza in Gesù Cristo nostro Signore.
[2:41] Cari fratelli in Cristo, io so con certezza che voi avete optato per lui; non vi ho portato il Vangelo solamente a parole, ma con piena sicurezza; di questo avete potuto rendervi conto durante la mia permanenza tra di voi. E voi da parte vostra avete seguito gli esempi miei e del Signore, accogliendo il Vangelo tra molte tribolazioni, nella gioia dello Spirito Santo, così da diventare modello per tutti i credenti della Macedonia e dell’Acaia. Dappertutto si parla della vostra fede in Dio e non è più necessario che ne parli anch’io.
[3:34] Il Vangelo espone due parabole: la prima istruisce sull’azione dello Spirito Santo nella Chiesa (figurata nel granello di senape); la seconda espone l’azione dello Spirito Santo in un’anima.
[3:51 musica]
[4:04] Ecco il Vangelo....
[4:06-5:03 – Mt 13,31-35] Propose loro un’altra parabola dicendo: «È simile il regno dei cieli ad un chicco di senapa che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è certamente il più piccolo dei semi, ma, cresciuto che sia, è il maggiore di tutti gli erbaggi e diviene albero, tanto che gli uccelli del cielo vanno a posarsi tra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prende e nasconde in tre misure di farina, finché tutto fermenta». Tutte queste cose, Gesù le disse alle turbe in parabole, affinchè s’adempisse quanto era stato detto dal Profeta: «Aprirò la mia bocca in parabole, manifesterò cose occulte fin dalla fondazione del mondo».
[5:04 musica]
[5:16] La Chiesa, come chicco di senapa, è misticamente e veramente nata nel presepio, in una grotta; ma fondata ed organizzata come società perfetta da Gesù Cristo durante il ministero pubblico. Ora è un grande albero che dilata sempre più i suoi rami e salva un sempre più grande numero di anime. Non si ostini il nemico! “Portae inferi non praevalebunt”.
[5:52] La grazia dello Spirito Santo, raffigurata nel lievito, immessa nell’anima di un piccolo bambino, più tardi si svilupperà; si avrà un San Paolo, un San Gregorio VII, un San Francesco Saverio, un San Tommaso d’Aquino, eccetera... Leggere il calendario! ed il maggior numero è taciuto.
[6:20 musica]
[6:33] Preghiera: “Tu sei detto il Paraclito, Tu dono dell’Altissimo Iddio, / Tu fonte viva, fuoco, ardore e spirituale unzione. / Che per te conosciamo il Padre, per te il Figlio; / Te Spirito d’entrambi, crediamo sempre”. Così sia.
[6:56 musica 7:15]

33. Domenica V dopo Pasqua

Disco 17/A
AR-117.97
ciclo pasquale
DOMENICA V DOPO PASQUA
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 6’ 15”



[musica 0:08] Quinta Domenica dopo Pasqua [0:10 musica]
[0:22] È vicina l’Ascensione di Gesù Cristo al Cielo. Sarà celebrate giovedì prossimo. Gesù dà agli Apostoli i supremi ricordi: “Vi lascio: non sgomentatevi: nelle difficoltà pregate e avrete gli aiuti necessari”.
[0:46] Nell’Epistola San Giacomo insegna che occorre veramente vivere la vita cristiana. Dice: “Fratelli, mettete in pratica il Vangelo, e non limitatevi soltanto ad ascoltarlo, se non volete essere delusi. Come se vi guardaste nello specchio, dimenticandovi poi di mettervi in ordine. Mettetevi dunque, davanti alla legge del Vangelo, che è una legge di libertà; state a rimirala a lungo, ma non dimenticatevi in seguito di metterla in pratica, e ne sarete contenti. Al contrario, se voi credete di avere la religione e nel contempo mantenete cattivi propositi, la vostra religione vale nulla. La vera religione, che piace a Dio nostro Padre, è quella di aiutare chiunque che si trova in bisogno di vivere da figlio di Dio”.
[2:06] Troveremo tutti difficoltà nel cammino verso il Cielo, ma vi è un grande mezzo, che è la preghiera. Sentiamo il Vangelo....
[2:16 musica]
[2:23-3:51 – Gv 16,23-30] In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “in verità in verità vi dico: qualunque cosa domanderete al Padre nel nome mio ve la concederà. Fino adesso non avete chiesto nulla nel nome mio: chiedete e otterrete, affinché il vostro gaudio sia compiuto. Ho dette a voi queste cose per vie di parabole, ma venire il tempo in cui non vi parlerò più per via di parabole; ma apertamente vi parlerò intorno al Padre. In quel giorno chiederete nel nome mio, e non vi dico che pregherò io il Padre per voi: poiché lo stesso Padre vi ama, per aver voi amato me e aver creduto che sono partito dal Padre. Partii dal Padre e venni nel mondo, ed ora lascio il mondo e torno al Padre. Gli dicono i suoi discepoli; ecco che ora parli chiaramente e senza parabole. Adesso conosciamo che tu sai tutto, e non hai bisogno che alcuno t’interroghi, per questo crediamo che Tu sei venuto da Dio”.
[3:52 musica]
[4:06] La preghiera è il colloquio del cristiano, figlio di Dio, con il Padre Celeste: per adorarlo, ringraziarlo, riparare le nostre offese, chiedergli la grazia e gli aiuti necessari. Vi è la preghiera liturgica, la preghiera mentale, la preghiera vocale.
[4:30] È necessario pregare: Dio lo vuole e noi ne abbiamo bisogno.
[4:36] Ogni giorno: le preghiere del mattino e della sera; l’esame di coscienza e la meditazione; possibilmente ogni giorno la Messa e la Comunione.
Alla domenica ascoltare la Messa e accostarsi ai sacramenti.
[4:52] Se si offrono al Signore tutte le opere della giornata e si rinnova qualche volta tale offerta, le varie azioni sono trasformate in continua preghiera.
[5:06] Anche il riposo, il sonno, i pasti, i sollievi divengono preghiera.
[5:13] Le disposizioni per ottenere le grazie sono: l’umiltà, la fede, la perseveranza. Dice Gesù Cristo: “In verità, in verità vi dico: qualunque cosa chiederete al Padre in nome mio, ve la concederà”.
[5:32] Chi prega si salva, chi non prega si danna.
[5:36 musica]
[5:43] Preghiera: Benedite, o genti, il Signore nostro Dio e fate echeggiare le sue lodi. Egli pose in salvo la nostra vita e non lasciò vacillare il nostro piede. Sia benedetto il Signore, il quale non ha respinto la mia orazione e non ha rifiutata a me la sua misericordia. Così sia.
[6:11 musica 6:15]

54. Domenica XVII dopo Pentecoste

Disco 27/B
AR-127.118
ciclo pentecostale
DOMENICA XVII DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 30”



[musica 0:09] Domenica decimasettima dopo Pentecoste [0:13 musica]
[0:22] La carità è virtù per cui amiamo Dio come nostro supremo bene e fine, ed amiamo noi stessi e il prossimo in ordine a Dio. È il principale insegnamento della liturgia odierna.
[0:40] L’Epistola insiste sull’amore al prossimo. Ne dà le ragioni: tutti siamo figli del Dio unico, quindi tutti fratelli. Tutti siamo stati redenti da Gesù Cristo e santificati nel medesimo battesimo. Tutti siamo uniti nella stessa fede e formiamo un sol corpo per lo stesso Spirito Santo che abita in ognuno. Tutti compagni di viaggio, sperando il paradiso. Dall’amore fraterno nascono tanti buoni frutti anche in questa vita terrena.
[1:30] Difatti San Paolo scrive: “Fratelli, vi esorto pertanto, io, il prigioniero del Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione a cui siete stati chiamati, con tutta umiltà e mansuetudine, con longanimità, sopportandovi a vicenda nella carità, solleciti di conservare l’unità dello Spirito, mediante quel vincolo che è la pace. Un solo corpo e un solo spirito, così come anche siete stati chiamati a una sola speranza, quella della vostra vocazione. Uno il Signore, una la fede, uno il Battesimo! Uno solo è Iddio e Padre di tutti; egli che è al di sopra di tutti agisce per mezzo di tutti ed è in tutti”.
[2:42] Il Vangelo, invece, insiste sul totale amore a Dio, da cui ha pure principio l’amore al prossimo. Sentiamolo...
[2:53 musica]
[3:03-4:34 – Mt 22,34-46] In quel tempo: si avvicinarono a Gesù dei farisei, e uno di loro, dottore in legge, lo interrogò, per tentarlo: Maestro, qual è il maggior comandamento della legge? E Gesù gli rispose: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la tua mente. Questo è il massimo e primo comandamento: il secondo poi è simile a questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti. Ed essendo adunque adunati i farisei, Gesù li interrogò dicendo: Che vi pare del Cristo? Di chi è figlio? Gli rispondono: Di David. Ed egli a loro: Come dunque David, in spirito, lo chiama Signore, dicendo: Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi? Se dunque David lo chiama Signore, com’è suo figlio? E nessuno poteva replicargli parola; né vi fu chi ardisse, da questo giorno in poi, d’interrogarlo.
[4:35 musica]
[4:45] È amore pieno verso Dio quando è tutto il nostro essere che vive ed opera in Dio: mente, cuore, forze.
[4:57] Amare con la mente: cioè usare l’intelligenza per conoscere, ragionare, operare secondo la ragione che Dio ci ha dato. Amare, dire, vivere la verità. Inoltre conoscere, credere, operare secondo la Rivelazione, il Vangelo, l’insegnamento della Chiesa. Il primo amore a Dio è la prima adesione a Lui che è Verità; come il primo peccato è rifiutare la verità.
[5:40] Amare con tutto il cuore: ordinare tutti i desideri, affetti, intenzioni a Dio. Usare ciò che accresce in noi l’amore al Signore: specialmente i sacramenti, la liturgia, la preghiera. “Mio Dio, vi amo con tutto il cuore e sopra ogni cosa, Voi, Bene infinito ed eterna felicità”.
[6:11] Amare con tutte le forze: conoscere e compiere tutta la volontà di Dio. Questa si conosce dai Comandamenti, dalle disposizioni dei superiori, da quanto Dio dispone e permette.
[6:32] A Dio somma docilità, come suoi figli e creati per fare la sua volontà, come in cielo così in terra.
[6:43] L’ultima parte di questo tratto di Vangelo spiega: conoscere il Padre è conoscere il Figlio Gesù. Amare Gesù Cristo e in Lui amare il Padre.
[6:57] Preghiera: Vieni o Santo Spirito e manda un tuo raggio pieno di luce e di calore alle nostre anime, affinché amiamo Dio ed il prossimo, come insegnò il Divino Maestro Gesù. Così sia.
[7:18 musica 7:30]

53. Domenica XVI dopo Pentecoste

Disco 27/A
AR-127.117
ciclo pentecostale
DOMENICA XVI DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 18”



[musica 0:12] Domenica decimasesta dopo Pentecoste [0:16 musica]
[0:26] Dice il Maestro Divino Gesù: “Siate perfetti come è perfetto il vostro Padre che è nei cieli”. Ogni giorno dunque un po’ di progresso. Gesù Cristo a Nazaret progrediva in sapienza, età e grazia. È un santo insegnamente della liturgia odierna.
[0:56] Crescere dunque nella conoscenza di Dio, nelle virtù cristiane e in grazia presso il Signore e presso gli uomini.
[1:08] Passando gli anni: è un avvicinarsi a Dio, nostro beato fine. L’Epistola di questa Messa è un caldissimo invito alla santità della vita; sono parole uscite dall’intimo di San Paolo: “Fratelli, vi chiedo di non perdervi d’animo a motivo delle mie tribolazioni per voi: sono proprio queste la vostra gloria! È per questo dico, che io piego le mie ginocchia davanti al Padre, da cui ogni paternità in cielo e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati, in virtù del suo Spirito, nell’uomo interiore. Egli faccia sì che Cristo abiti, per mezzo della fede, nei vostri cuori; e che voi siate radicati e fondati nella carità, affinché possiate comprendere con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo superiore ad ogni conoscenza, onde siate riempiti di tutta la pienezza di Dio”.
[2:54] Vi è chi, corrispondendo ai doni di Dio, va perfezionandosi così da meritare la fiducia degli uomini, ed aumento di grazia presso Dio. Può avvenire il contrario: l’indurimento del cuore, l’allontanamento da Dio, l’ostinazione.
[3:20] Nel Vangelo si descrivono tutte e due le condizioni in cui può trovarsi un’anima:
[3:35 musica]
[3:42-5:22 – Lc 14,1-11] In quel tempo: avvenne che essendo entrato Gesù in giorno di sabato in casa di uno dei principali farisei a prendere cibo, questi gli tenevano gli occhi addosso. Ed ecco stargli davanti un idropico. E Gesù prese a dire ai dottori in legge ed ai Farisei: È lecito o no curare di sabato? Ma quelli tacquero. Allora egli, preso per mano quell’uomo, lo guarì e lo rimandò. Indi soggiunse: Chi di voi, se di sabato gli cade l’asino o il bove in un pozzo, non lo tira subito fuori? E a queste sue parole essi non potevano rispondere. Notando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro questa parabola: Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non ti mettere al primo posto, ché forse non sia invitato uno più degno di te, e chi ha invitato te e lui non venga a dirti: Cedigli il posto; e allora tu non cominci a stare con vergogna all’ultimo posto. Ma, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, affinché venendo chi ti ha invitato, ti dica: Amico, sali più in su; e allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Chi difatti s’innalza sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
[5:23 musica]
[5:44] Il tempo ci è dato per un continuo progredire sotto l’aspetto morale, così come vi è un continuo passare del tempo. La grazia battesimale è come un piccolo seme che è destinato a svilupparsi e crescere continuamente: così come in proporzione del crescere delle esperienze, del sapere, della personalità cristiana. Di ogni momento renderemo conto a Dio. Non tanto con le correzioni ed i castighi si educa; molto più giova l’esempio, l’istruzione, la pazienza.
[6:37] L’ammonimento del Divino Maestro: “Chi si umilia sarà esaltato, chi si esalta sarà umiliato”.
[6:47] Preghiera: O Signore, con il celeste sacramento purifica e rinnova le nostre anime e apporta anche l’aiuto dei nostri corpi nel momento presente e nell’avvenire. Così sia.
[7:06 musica 7:18]

55. Domenica XVIII dopo Pentecoste

Disco 28/A
AR-128.119
ciclo pentecostale
DOMENICA XVIII DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 6’ 56”



[musica 0:13] Domenica decimaottava dopo Pentecoste [0:16 musica]
[0:26] Ogni uomo si guardi da due pericoli: da una religione di semplice esteriorità, quasi farisaica; o da timidità, o viltà nel professare e praticare pubblicamente la propria fede. Sono due insegnamenti della domenica presente.
[0:51] San Paolo insegna nell’Epistola a testimoniare pubblicamente la propria fede, il cristiano convinto la testimonierà in primo luogo con la vita pratica ispirata alla fede; ed in secondo luogo, quando occorre, dichiararla e difenderla, a voce e per iscritto, in occasioni particolari. Essere cristiani di forte personalità, innanzi a tutti, nella scuola, in società. Dice Gesù Maestro: “Chi confessa me davanti agli uomini, io lo riconoscerò come fedele mio seguace innanzi al Padre Celeste”. Che sia ognuno irreprensibile al giudizio.
[1:54] Ecco l’Epistola: “Fratelli, io ringrazio sempre il mio Dio per voi a motivo della grazia di Dio che vi è stata concessa in Cristo Gesù, poiché in lui siete diventati ricchi in tutto, in ogni discorso e in ogni scienza, secondo che la testimonianza di Cristo fu confermata in voi; di modo che ormai nessuno dei carismi vi manchi, mentre aspettate la manifestazione del Signor nostro Gesù Cristo, il quale vi confermerà perché siate irreprensibili sino alla fine per il giorno del Signor nostro Gesù Cristo”.
[2:50] Il Vangelo insegna ad evitare ogni ipocrisia, cioè una religione di esteriorità farisaica.
[2:58 musica]
[3:08-4-13 – Mt 9,1-8] In quel tempo, Gesù montato su una barchetta, ripassò il lago e andò nella sua città. Ed ecco gli presentarono un paralitico... [steso su un letto. E vedendo la loro fede, Gesù disse al paralitico:] “Confida, figliolo, ti son rimessi i tuoi peccati”. Subito alcuni scribi dissero dentro di sé: “Costui bestemmia”. E Gesù, visti i loro pensieri, disse: “Perché pensate male nei vostri cuori? Che è più facile dire: ‘Ti son rimessi i tuoi peccati’, o dire: ‘Levati e cammina’? Ora, affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha potestà sulla terra di rimettere i peccati: Levati sù, disse al paralitico, piglia il tuo letto e vattene a casa”. Costui alzatosi se ne andò a casa. E le turbe si intimorirono e glorificarono Dio che aveva dato agli uomini tale potere.
[4:14 musica]
[4:26] In primo luogo vengono al paralitico perdonati i peccati: poiché i peccati sono la causa dei mali. San Giovanni Crisostomo così commenta la risposta data da Gesù agli scribi che non gli riconoscevano la facoltà di perdonare i peccati: “Se non credete alla potestà di rimettere i peccati, credete alla facoltà di conoscere i pensieri; credete alla virtù di sanare i corpi da malattie incurabili. Più facile è sanare i corpi, ma giacché alla maggior meraviglia non credete, ve ne mostrerò una minore, una esterna che cade sotto i sensi. Con ciò prova il potere di perdonare i peccati”.
[5:29] Farisei che si mostrano zelanti dell’onore di Dio; cioè che Dio solo può perdonare il peccato! e, secondo loro, Gesù Cristo avrebbe bestemmiato. Intanto vedono i miracoli, e rimangono ostinati, increduli.
[5:50] Uomini che sanno mostrarsi più zelanti del Papa dei Vescovi e dei Sacerdoti! Uomini che mutano il comportamento, secondo l’ambiente, guidati soltanto la motivi volgari d’interesse: ipocriti!
[6:10] La sincerità è apprezzata da Dio e dagli uomini; l’ipocrisia dispiace a Dio e agli uomini.
[6:19 musica]
[6:22] Preghiera: O Dio, che nel santo sacrificio ci doni te stesso in cambio della nostra offerta, fa’ che noi pratichiamo con una vita degna del cristiano, i tuoi insegnamenti. Così sia.
[6:42 musica 6:56]

48. Domenica XI dopo Pentecoste

Disco 24/B
AR-124.112
ciclo pentecostale
DOMENICA XI DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 6’ 42”



[musica 0:12] Domenica Undecima dopo Pentecoste [0:15 musica]
[0:20] Nella liturgia odierna la Chiesa insegna: Gesù Cristo ha rivelato molte verità, stabilite leggi, istituiti sacramenti... Ma come noi siamo sicuri per credere, accogliere, seguire? Molte sono le prove, ma specialmente i miracoli.
[0:48] Il miracolo è un fatto sensibile, straordinario e divino. Cioè un fatto che si può conoscere coi sensi; opera oltre le forze della natura, esclusivamente possibile a Dio, autore della natura stessa.
[1:12] Il Divino Maestro nei momenti più delicati operava miracoli, ed agli increduli dichiarava: “Se non credete alle mie parole, credete alle mie opere”. Oltre quaranta miracoli nei Vangeli sono narrati nei particolari; i più sono notati globalmente. La verità più difficile ad ammettersi e che, d’altra parte, è la prova più convincente di tutta la missione di Gesù è la sua resurrezione. Gesù Cristo ne diede le prove più sicure; come le ricorda San Paolo nell’Epistola:
“Fratelli, in primo luogo vi trasmisi infatti ciò che anch’io avevo ricevuto, (cioè) che Cristo è morto per i nostri peccati, secondo le Scritture, che fu seppellito, che risuscitò il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Pietro, quindi ai Dodici; poi apparve in una volta sola a più di cinquecento fratelli, dei quali i più rimangono fino ad oggi.
[2:42] Nel Vangelo viene narrato nei particolari uno dei miracoli; sentiamolo...
[2:49 musica]
[3:00-3:58 – Mc 7,31-37] In quel tempo: Partitosi di nuovo dai confini di Tiro, Gesù, per la via di Sidone, tornò verso il mare della Galilea, attraversando il territorio della Decapoli. E gli condussero un sordomuto, e lo supplicavano che gli imponesse le mani. Ed egli, trattolo in disparte dalla folla, gli mise le mani nelle orecchie e con la saliva gli toccò la lingua, e poi, guardando il cielo, sospirò e disse: Effeta, cioè apriti. Subito gli si aprirono gli orecchi e gli si sciolse il nodo della lingua e parlava speditamente. E Gesù ordinò loro di non parlarne ad alcuno; ma quanto più loro lo vietava, tanto più ne parlavano, e ne stupivano oltremodo, esclamando: Egli ha fatto bene ogni cosa; fa che sentano i sordi e parlino i muti.
[3:59 musica]
[4:11] Il popolo vedeva, sentiva, toccava; perciò credeva e seguiva. Nicodemo, fariseo uno dei principali dei giudei, andò di notte a trovare Gesù e gli parlò cosi: “Sappiamo che sei venuto a noi da Dio come Maestro, perché nessuno può fare i prodigi che tu fai, se non fosse Dio con te”. Anche oggi i miracoli continuano, specialmente per intercessione dei santi. Pio Undecimo verso il termine della sua vita disse: “Durante il mio pontificato mi hanno proposti e già ben esaminati, ed io ho controllati, oltre cento veri miracoli”, per la canonizzazione e beatificazione. Sono poi noti in tutto il mondo i miracoli a Lourdes. Chi lo vuole può studiare e recarsi colà. Anche nel tempo presente la luce è sempre viva, ma chi si ostina può chiudere gli occhi. Le prove per conoscere filosoficamente, storicamente, apologeticamente sono chiarissime e convincentissime. Però occorre rettitudine di mente e di cuore cercando la verità; ma non basta: la fede viene solo da Dio. Pregare.
[6:09 musica]
[6:13] Preghiera: “Signore, fa che io veda!”. Riguarda benigno, o Signore, perché mi hai protetto e non hai permesso ai miei nemici di rallegrarsi a mio danno. Signore, t’invoco e tu guarisci l’anima mia. Così sia.
[6:37 musica 6:42]

47. Domenica X dopo Pentecoste

Disco 24/B
AR-124.111
ciclo pentecostale
DOMENICA X DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 06”


[musica 0:12] Domenica Decima dopo Pentecoste [0:13 musica]
[0:23] L’umiltà è la verità, è la giustizia, è l’ordine. La vera umiltà è lo stato di chi prega bene, per cui viene esaudito per la fede. Solo il superbo non può essere esaudito.
[0:44] La sapienza, la carità e la potenza di Dio distribuiscono i suoi doni. La misura dei beni naturali è segnata a ciascuno secondo la missione che Dio a ciascuno ha assegnato. Quanto ai beni soprannaturali sono largiti nel Battesimo, Cresima, preghiera secondo l’apostolato ed il ministero; provengono dalle comunicazioni dello Spirito Santo. Spiega questo San Paolo nella prima lettera ai Corinti: “Fratelli, voi sapete che, quando eravate ancora pagani, venivate trascinati verso gl’idoli muti, secondo che vi si portava. Ma vi sono bensì diversità di carismi, però identico è lo Spirito; e vi sono diversità di ministeri, ma lo stesso è il Signore; e vi sono diversità di operazioni, ma lo stesso è Iddio che opera tutto in tutti.
Tanta varietà di grazia!
Tutto questo però lo compie l’unico e identico Spirito, distribuendo singolarmente a ciascuno come vuole”.
[2:22] Il Vangelo con una breve parabola dice tutta la vera condizione, saggezza potenza dell’umile; e insieme tutta la cecità, il disordine e la rovina del superbo.
[2:37 musica]
[2:52-4:03 – Lc 18,9-14] In quel tempo: Gesù disse questa parabola, per certuni che confidavano in se stessi, come giusti e disprezzavano gli altri: Due uomini ascesero al Tempio a pregare; uno era fariseo, l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, così dentro di sé pregava: O Dio, ti ringrazio di non essere io come gli altri: rapaci, ingiusti, adulteri, come anche questo pubblicano. Io digiuno due volte la settimana, pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, stando da lungi, non ardiva nemmeno alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Vi assicuro che questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro; perché chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
[4:04 musica]
[4:20] Sant’Agostino commenta: “Io - dice il fariseo - sono giusto e tutti gli altri sono peccatori. E la vista del pubblicano gli è occasione di maggior superbia. Dice: io sono diverso da lui per le opere di giustizia; perciò non sono un peccatore. Cercate in queste parole quello che egli domanda al Signore: nulla troverete; egli crede di aver abbastanza meriti e non fa che lodare se stesso. Il pubblicano si tiene lontano: la conoscenza della sua indegnità lo accosta al Signore, lo mette realmente vicino a Dio. Non alza gli occhi al Signore; ma si attira gli sguardi benigni di Dio picchiandosi il petto. “Ed Io vi dico che costui ritornò a casa giustificato a preferenza dell’altro; poiché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”. “Vi sono due categorie di uomini: quelli che si stimano colpevoli di tutte le mancanze: e sono i santi; quelli invece che si credono giusti e buoni: e sono i peccatori”.
[5:59] L’uomo è in realtà: un essere creato, un peccatore, un impotente nell’ordine naturale; e tanto più impotente nell’ordine soprannaturale; il niente assoluto. L’umiltà dunque rispetto a Dio, ai Superiori, agli eguali, agli inferiori e verso noi stessi.
[6:25 musica]
[6:28] Preghiera: Eccomi, o Signore: sono il povero dinanzi al solo Ricco; sono il debole innanzi al solo Potente; sono il figlio prodigo innanzi al Padre offeso. Confido in voi; sono sicuro che non sarò confuso. Così sia.
[6:52 musica 7:06]

56. Domenica XIX dopo Pentecoste

Disco 28/B
AR-128.120
ciclo pentecostale
DOMENICA XIX DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 20”



[musica 0:14] Domenica decimanona dopo Pentecoste [0:16 musica]
[0:26] La Chiesa è società aperta a tutti gli uomini. Rispetto ad essa vi sono tre classi di persone: chi rifiuta ed arriva, anzi, a perseguitarla; chi vi entra, ma non vi entra in stato di grazia; chi vi partecipa e conduce la vita del buon cristiano.
[0:55] Primo) La vita del buon cristiano è descritta nell’Epistola: unione ed imitazione di Gesù Cristo; così come uomo nuovo, conformato al Vangelo, interiormente ed esteriormente. San Paolo dice: “Fratelli, rinnovellatevi nello spirito della vostra mente e rivestitevi dell’uomo nuovo che è stato creato secondo Dio, nella giustizia e nella santità della verità. Proprio per questo, deponendo la menzogna, dite ciascheduno la verità col prossimo, secondo verità, poiché siamo membri gli uni degli altri. Adiratevi, ma non vogliate peccare: il sole non tramonti sopra la vostra collera. Non fate posto al diavolo. Chi era abituato a rubare non rubi più; si affatichi piuttosto, lavorando con le proprie mani, a fare qualche cosa di buono, per avere di che dare a chiunque avesse bisogno”.
[2:23 – Mt 22,2-14] Secondo) Il Vangelo nella sua prima parte parla della nozze che il Padre Celeste ha preparate al Figlio: l’anima sposa Gesù Cristo nella Chiesa. Ma molti rifiutano l’invito: “Gesù parlava ai capi dei sacerdoti ed ai farisei per mezzo di parabole. Il regno dei cieli - diceva - è simile ad un re che volle celebrare lo sposalizio del suo figlio. Mandò i suoi servi a chiamare gl’invitati, ma questi non vollero venire. Mandò altri servi di nuovo: “Dite agli invitati che tutto è pronto: i buoi e gli animali ingrassati sono stati uccisi; venite alle nozze”. Ma alcuni non se ne curarono, andarono per i loro affari. Altri poi presero i servi del re, li coprirono di offese e li uccisero. Udite queste cose il re si sdegnò: mandò i suoi soldati e sterminò quegli omicidi, incendiando le loro città”. Questi non gusteranno la grande cena; da sé medesimi si escludono dal cielo: come verrà escluso colui che non porterà la veste nuziale, cioè la grazia santificante.
[4:12] Molti, invece, accolgono l’invito con gioia. Risulta dalla seconda parte del Vangelo: “Disse poi il re ai servi: “Le nozze erano pronte, ma quelli che erano stati invitati non ne furono degni. Andate dunque ai crocicchi delle strade, e chiamate alle nozze quanti incontrerete”. E, andati per le strade, e i servi radunarono quanti trovarono, buoni e cattivi, e il banchetto fu pieni di convitati. Ma, entrati il re per vederli, vi osservò un uomo che non era in abito da nozze, e gli disse: “Amico, come mai sei entrato qua, tu che non hai la veste nuziale?” Ma colui non rispose. Allora il re disse ai suoi ministri: “Legatelo per le mani e i piedi, e gettatelo fuori nelle tenebre. Ivi sarà pianto e stridore di denti. Poiché molti sono i chiamati e pochi gli eletti”.
[5:40] Commento: La sala fu piena. I sacerdoti troveranno sempre anime preparate da Dio a ricevere la salvezza. Dichiarava San Paolo agli Ebrei: “Poiché non vi mostrate degni della salvezza, noi ci rivolgeremo ai Gentili”.
[6:04] Nulla è più pericoloso al mondo che rigettare il Cristo: significa votarsi alla rovina materiale e morale, dolorosa e ignominiosa: è la fine.
[6:21] Purtroppo nella Chiesa vi sono cristiani che aderiscono al corpo, ma non all’anima: vivono in peccato. La Chiesa Celeste risulterà di soli eletti: “Molti sono, i chiamati, pochi gli eletti”.
[6:44 musica]
[6:46] Preghiera: Anche se dovrò camminare tra le tribolazioni, tu, o Signore, mi darai forza; contro il furore dei miei nemici tu stendi la tua mano; e la tua potenza mi salverà. Così sia.
[7:07 musica 7:20]

50. Domenica XIII dopo Pentecoste

Disco 25/B
AR-125.114
ciclo pentecostale
DOMENICA XIII DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 6’ 06



[musica 0:10] Domenica decimaterza dopo Pentecoste [0:14 musica]
[0:18] Il Signore, creandoci, ci ha predestinati alla vita eterna. Per conseguirla vi sono due condizioni: primo) togliere il peccato originale ed attuale, se c’è; l’originale si toglie col Battesimo, l’attuale con la penitenza; secondo) conoscere, amare, servire Dio.
[0:52] San Paolo scrive ai Tessalonicesi: “Dio vi ha eletti come primizie alla salvezza mediante la fede, la sua grazia e le buone opere”.
[1:07] Nell’Epistola San Paolo ai Galati parla della circoncisione prescritta da Mosè agli Ebrei per la purificazione legale. Per il cristiano il Battesimo toglie del tutto il peccato originale ed infonde la vita della grazia: perché l’unica causa della nostra salvezza è Gesù Cristo.
[1:38] Il Battesimo è necessario a tutti. I genitori hanno obbligo stretto di far battezzare il neonato al più presto, prima era figlio dell’uomo; dopo il Battesimo il bambino è anche figlio di Dio.
[2:02] Ma l’uomo, per la sua debolezza è sollecitato in tante maniere, può cadere in peccato, anche gravemente. E Gesù Cristo ha istituito un secondo Sacramento: la Confessione: che è il mezzo ordinario e più sicuro per ricevere il perdono. Tutti dobbiamo ricorrere al Sacerdote. A proposito e utile la lettura del Vangelo:...
[2:40 musica 2:52]
[2:53-3:58 – Lc 17,11-19] In quel tempo, avvenne che nell’andare a Gerusalemme, passava per mezzo alla Samaria e alla Gallica. E stando per entrare in un certo villaggio, gli andarono incontro dieci lebbrosi che, fermatisi gridarono di lontano: Gesù Maestro, abbi pietà di noi. Ed egli, vedutili, disse loro: Andate, mostratevi ai sacerdoti. E mentre andavano furono mondati. E uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro glorificando ad alta voce Dio, e gli si prostrò dinanzi a ringraziarlo; e questi era un samaritano. E Gesù prese a dire: Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non s’è trovato chi tornasse a rendere gloria a Dio se non questo straniero? E gli disse: Levati e vattene, la tua fede ti ha salvato.
[3:59 musica]
[4:19] La lebbra, malattia grave, travaglia e distrugge l’organismo. Essa è simbolo del male assai più grave dell’anima: il peccato! che dà la morte all’anima.
[3:39] Gesù mandò i dieci lebbrosi: “Andate, mostratevi ai sacerdoti”. Andarono e furono mondati.
[4:53] È umiliazione l’accusa dei peccati, ma è penitenza necessaria. I frutti della confessione sono tanti e grandissimi, quanto cioè importa il salvarci. Mostriamo dunque al sacerdote la nostra lebbra: andando saremo mondati. Non una volta ma quante volte è necessario.
[5:27] Preghiera: Signore, quanto è soave la parola: “Va, ti sono rimessi i tuoi peccati”. Benedetto, o Gesù il tuo sacro Cuore misericordiosissimo! benedetto il tuo preziosissimo Sangue sparso per me. Così sia.
[5:50 musica 6:06]

49. Domenica XII dopo Pentecoste

Disco 25/A
AR-125.113
ciclo pentecostale
DOMENICA XII DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 20”



[musica 0:11] Domenica Decimaseconda dopo Pentecoste [0:14 musica]
[0:23] Tre sono gli insegnamenti che la Chiesa oggi ci presenta: la gloria del Sacerdozio del Nuovo Testamento; i due precetti della carità; e quale sia il vero amore al prossimo.
[0:42] Nella seconda lettera ai Corinti San Paolo dice: “Fratelli, tutta la nostra fiducia noi l’abbiamo per mezzo di Cristo presso Dio; e non perché siamo capaci di pensare qualcosa come da noi stessi; ma la nostra capacità viene da Dio, il quale ci ha resi ministri idonei del Nuovo Testamento; non della lettera ma dello spirito; la lettera infatti uccide, lo spirito vivifica. Perché se il ministero della morte, scolpito nelle pietre con lettere, avvenne nella gloria, tanto che i figli d’Israele non potevano più fissare lo sguardo sulla faccia di Mosè a motivo dello splendore, sia pure non durevole del suo volto, quanto maggiormente non avverrà nella gloria al ministero dello Spirito? Se infatti il ministero della condanna fu gloria, molto maggiormente abbonda di gloria il ministero della giustizia”.
[2:15 – Lc 10,23-37] Il testo del Vangelo ha due parti. Nella prima è ricordato quello che è l’essenza e riassunto della morale cristiana. È scritto infatti: “In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: “Beati gli occhi che vedono quanto vedete voi, perché vi assicuro che molti profeti e re desiderarono vedere quello che vedete voi e non lo videro, udire quello che udite voi e non poterono udire”. Allora un dottore della legge, alzatosi, gli chiese per metterlo alla prova: “Maestro, che cosa debbo fare per ottenere la vita eterna? E Gesù: “Che vi è scritto nella legge? Che vi leggi? “Quello recitò: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze, con tutta la tua intelligenza, e il prossimo tuo come te stesso”. “Hai risposto bene - riprese Gesù: - fa questo e vivrai”.
[3:47] Il peccato separa l’uomo da Dio e dal prossimo; l’amore invece unisce l’uomo a Dio e al prossimo.
[3:59] Dio si deve amare senza limiti, cioè con tutta la mente, il cuore, le forze, l’anima: è il fine e la felicità dell’uomo. Il prossimo si deve amare come amiamo noi stessi, ed in ordine a Dio.
[4:20] Nella seconda parte si spiega in che consiste l’amore fraterno: “Ma colui che volendo giustificarsi, chiese: “Chi è il mio prossimo? E Gesù prese a dire “Un uomo, scendendo da Gerusalemme a Gerico, incontrò dei ladroni che, spogliatolo, lo caricarono di ferite e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso scendeva per la medesima strada un sacerdote: guardò il disgraziato e passò oltre. Così pure un levita, arrivato lì vicino, guardò e tirò diritto. Un viandante Samaritano invece, che passava di lì, vedutolo, ne ebbe pietà. Gli si accostò, gli fasciò le ferite, versandovi su dell’olio e del vino; poi, dopo averlo fatto salire sul suo giumento, lo condusse a un albergo e ne ebbe cura. Il giorno dopo, prese dalla borsa due danari e li diede all’oste, dicendogli: “Abbi cura di lui e quanto spenderai di più te lo renderò al mio ritorno”. Quale di questi tre ti sembra sia stato il prossimo per quell’uomo che s’imbatté nei ladroni?”. Quello rispose: “Colui che ebbe compassione di lui”. “Va, concluse Gesù, e fa’ anche tu come lui”.
[6:25] La conclusione della parabola dice tutto: soccorrere il bisognoso.
[6:34] Preghiera: Signore, tu sazi la terra con i benefici del cielo. Tu fai uscire il pane dalla terra e rallegri con il vino il cuore dell’uomo. L’olio fa brillare la faccia; e il pane sostenta la vita dell’uomo.
[6:58] Signore Gesù che io ami il Padre come tu lo hai amato; e che io ami le anime come tu le hai amate. Così sia.
[7:09 musica 7:20]

51. Domenica XIV dopo Pentecoste

Disco 26/A
AR-126.115
ciclo pentecostale
DOMENICA XIV DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 14”



[musica 0:12] Domenica decimaquarta dopo Pentecoste [0:15 musica]
[0:23] Viviamo e siamo cristiani per dono di Dio. Ciascheduno è quello che è e quello che ha. Oggi la Chiesa c’invita a riconoscere, apprezzare e far fruttificare le grazie del Signore, tanto le materiali che le spirituali.
[0:49] Riconoscenza a Dio, come San Paolo c’invita nell’Epistola: “Fratelli, vi dico: camminate secondo lo spirito e non appagherete le voglie della carne. La carne, infatti ha voglie contrarie allo spirito; lo spirito, a sua volta, ha voglie contrarie alla carne. E queste cose si oppongono a vicenda, in modo che voi non fate ciò che vorreste. Però, se vi fate guidare dallo spirito, non siete più sotto la legge mosaica. Le opere poi della carne sono manifeste, e cioè: fornicazione, impurità, lascivia, idolatria, maldicenze, inimicizie, discordie, gelosia, animosità, ambizioni, dissenzioni, scissioni, sentimenti d’invidia, ubriachezze, orgie e cose simili. Circa le quali vi preannuncio, come ho già detto, che quelli che le compiono non erediteranno il regno di Dio. Il frutto invece dello spirito è amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, mitezza, continenza: contro tali cose non vi è legge. Ora, quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifissa la loro carne con le sue passioni e le sue voglie. Se viviamo dello spirito camminiamo anche secondo lo spirito”.
[3:02] È grazia di Dio se, vivendo secondo il vangelo, abbiamo superato i desideri della carne. E sarà grazia anche maggiore se, vivendo cristianamente, porteremo i frutti dello Spirito Santo in noi”.
[3:20] Inoltre il Vangelo ci fa ricordare le premure divine e delicate per le necessità naturali; e anche per queste dobbiamo a Dio ringraziamento.
[3:33 musica]
[3:52-5:48 – Mt 6,24-33] Nessuno può servire a due padroni, sicuramente o odierà l’uno e amerà l’altro, o sarà affezionato al primo e disprezzerà il secondo. Non potete servire a Dio e a mammona. Perciò vi dico: Non siate troppo solleciti per la vita vostra di quel che mangerete, né per il vostro corpo di che vi vestirete. La vita non vale più del cibo, e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli dell’aria: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il vostro Padre celeste li nutre. Or non valete voi più di loro? E chi di voi, con tutto il suo ingegno può aggiungere alla sua statura un sol cubito? E perché darsi tanta pena per il vestito? Guardate come crescono i gigli del campo: non faticano, né filano; eppure vi assicuro che nemmeno Salomone, con tutta la sua gloria, fu mai vestito come uno di loro. Or se Dio riveste in questa maniera l’erba del campo, che oggi è e domani viene gettata nel fuoco, quanto più vestirà voi, gente di poca fede? E non vogliate angustiarvi dicendo: Che mangeremo, che berremo, di che ci vestiremo? Tutte queste cose preoccupano i gentili; ora il Padre vostro sa che avete bisogno di tutto questo. Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date per giunta.
[5:49 musica]
[6:09] La riconoscenza è preziosissima virtù: procede dall’umiltà, suscita in noi amore a Dio.
[6:21] La riconoscenza prima per le grazie spirituali: fede e speranza.
[6:27] Riconoscenza in secondo luogo per beni naturali. E non tanto con le parole quanto con le opere.
[6:42] Preghiera: Cercate che Dio regni nella vostra vita; e tutte le cose vi saranno date in aggiunta.
[6:55] Venite, cantiamo giulivi al Signore; lodiamo, benediciamo, speriamo la misericordia del Padre Celeste. Così sia.
[7:07musica 7:14]

52. Domenica XV dopo Pentecoste

Disco 26/B
AR-126.116
ciclo pentecostale
DOMENICA XV DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 6’ 18”



[musica 0:10] Domenica decimaquinta dopo Pentecoste [0:13 musica]
[0:18] La vita è tutta un viaggio: la meta è unica per tutti: il Paradiso. Due sono le necessità: togliere il peccato; e conoscere, amare, servir Dio. La liturgia odierna, specialmente nell’Epistola c’illumina sopra la parte positiva del cristianesimo; i Comandamenti di Dio e della Chiesa.
[00:53] L’Epistola si divide nei seguenti punti:
[0:57] Primo) La nostra salvezza viene dallo Spirito Santo, perciò viviamo secondo la sua voce, non cercando la stima degli uomini, ma piuttosto amando e desiderando il bene di tutti. Se alcuno crede di essere e valere qualcosa, s’inganna, perché siamo un nulla.
[1:27] Secondo) Se qualcheduno ha mancato correggerlo con bontà; ma riflettendo che ognuno di noi può mancare. Ognuno esamini se stesso e, se si trova bene ne lodi il Signore, guardandosi dalla superbia. E amatevi e sopportatevi a vicenda, secondo l’esempio e la parola di Gesù Cristo.
[2:02] Terzo) Chi riceve beni spirituali compensi con beni materiali chi lo ha beneficato: questo secondo la virtù della giustizia.
[2:17] Quarto) Non illudersi: Dio non vuole e non può essere disprezzato. Ognuno mieterà quello che semina durante la vita. Chi vive secondo le concupiscenze, pensi alle pene eterne; chi vive secondo le virtù, perseveri pensando al premio eterno.
[2:47] Quinto ) Non stancarsi mai nel fare il bene: lo si troverà sulle porte dell’eternità. Mentre si ha tempo, fare del bene a tutti; specialmente ai fratelli nella fede.
[3:07] Sentiamo il Vangelo.
[3:08 musica]
[3:31-4:38 – Lc 7,11-16] In quel tempo, avvenne che Gesù andasse ad una città chiamata Naim: e i suoi discepoli e una gran folla andavano con Lui. E quando fu vicino alla porta della città, ecco che era al portato al sepolcro uno che era figlio unico di sua madre, e questa era vedova; e con lei v’era molto popolo della città. E il Signore, vedutala, ne ebbe compassione e le disse: Non piangere! E accostatosi toccò la bara (i portatori si fermarono). Ed egli disse: Giovanetto, te lo dico io, levati! E il morto si alzò a sedere e cominciò a parlare. E lo rese alla madre. E tutti invasi da sbigottimento, glorificarono Dio esclamando: Un grande Profeta è sorto tra a noi, e Dio ha visitato il suo popolo.
[4:39 musica]
[4:57] La fede è fondamento di una vita conforme al Vangelo. Perciò Gesù operava miracoli, volendo persuadere il popolo a credere alla sua parola. I miracoli costituiscono una solida apologia delle verità di fede, quali insegna la Chiesa.
[5:23 musica]
[5:27] Preghiera: Ho aspettato ansiosamente il Signore ed egli s’è rivolto a me ed esaudì la mia preghiera; ha messo sulla mia bocca un nuovo cantico, un inno al nostro Dio. Così sia.
[5:49 musica 6:18]

53. Domenica XVI dopo Pentecoste

Disco 27/A
AR-127.117
ciclo pentecostale
DOMENICA XVI DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 18”



[musica 0:12] Domenica decimasesta dopo Pentecoste [0:16 musica]
[0:26] Dice il Maestro Divino Gesù: “Siate perfetti come è perfetto il vostro Padre che è nei cieli”. Ogni giorno dunque un po’ di progresso. Gesù Cristo a Nazaret progrediva in sapienza, età e grazia. È un santo insegnamente della liturgia odierna.
[0:56] Crescere dunque nella conoscenza di Dio, nelle virtù cristiane e in grazia presso il Signore e presso gli uomini.
[1:08] Passando gli anni: è un avvicinarsi a Dio, nostro beato fine. L’Epistola di questa Messa è un caldissimo invito alla santità della vita; sono parole uscite dall’intimo di San Paolo: “Fratelli, vi chiedo di non perdervi d’animo a motivo delle mie tribolazioni per voi: sono proprio queste la vostra gloria! È per questo dico, che io piego le mie ginocchia davanti al Padre, da cui ogni paternità in cielo e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati, in virtù del suo Spirito, nell’uomo interiore. Egli faccia sì che Cristo abiti, per mezzo della fede, nei vostri cuori; e che voi siate radicati e fondati nella carità, affinché possiate comprendere con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo superiore ad ogni conoscenza, onde siate riempiti di tutta la pienezza di Dio”.
[2:54] Vi è chi, corrispondendo ai doni di Dio, va perfezionandosi così da meritare la fiducia degli uomini, ed aumento di grazia presso Dio. Può avvenire il contrario: l’indurimento del cuore, l’allontanamento da Dio, l’ostinazione.
[3:20] Nel Vangelo si descrivono tutte e due le condizioni in cui può trovarsi un’anima:
[3:35 musica]
[3:42-5:22 – Lc 14,1-11] In quel tempo: avvenne che essendo entrato Gesù in giorno di sabato in casa di uno dei principali farisei a prendere cibo, questi gli tenevano gli occhi addosso. Ed ecco stargli davanti un idropico. E Gesù prese a dire ai dottori in legge ed ai Farisei: È lecito o no curare di sabato? Ma quelli tacquero. Allora egli, preso per mano quell’uomo, lo guarì e lo rimandò. Indi soggiunse: Chi di voi, se di sabato gli cade l’asino o il bove in un pozzo, non lo tira subito fuori? E a queste sue parole essi non potevano rispondere. Notando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro questa parabola: Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non ti mettere al primo posto, ché forse non sia invitato uno più degno di te, e chi ha invitato te e lui non venga a dirti: Cedigli il posto; e allora tu non cominci a stare con vergogna all’ultimo posto. Ma, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, affinché venendo chi ti ha invitato, ti dica: Amico, sali più in su; e allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Chi difatti s’innalza sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
[5:23 musica]
[5:44] Il tempo ci è dato per un continuo progredire sotto l’aspetto morale, così come vi è un continuo passare del tempo. La grazia battesimale è come un piccolo seme che è destinato a svilupparsi e crescere continuamente: così come in proporzione del crescere delle esperienze, del sapere, della personalità cristiana. Di ogni momento renderemo conto a Dio. Non tanto con le correzioni ed i castighi si educa; molto più giova l’esempio, l’istruzione, la pazienza.
[6:37] L’ammonimento del Divino Maestro: “Chi si umilia sarà esaltato, chi si esalta sarà umiliato”.
[6:47] Preghiera: O Signore, con il celeste sacramento purifica e rinnova le nostre anime e apporta anche l’aiuto dei nostri corpi nel momento presente e nell’avvenire. Così sia.
[7:06 musica 7:18]

54. Domenica XVII dopo Pentecoste

Disco 27/B
AR-127.118
ciclo pentecostale
DOMENICA XVII DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 30”



[musica 0:09] Domenica decimasettima dopo Pentecoste [0:13 musica]
[0:22] La carità è virtù per cui amiamo Dio come nostro supremo bene e fine, ed amiamo noi stessi e il prossimo in ordine a Dio. È il principale insegnamento della liturgia odierna.
[0:40] L’Epistola insiste sull’amore al prossimo. Ne dà le ragioni: tutti siamo figli del Dio unico, quindi tutti fratelli. Tutti siamo stati redenti da Gesù Cristo e santificati nel medesimo battesimo. Tutti siamo uniti nella stessa fede e formiamo un sol corpo per lo stesso Spirito Santo che abita in ognuno. Tutti compagni di viaggio, sperando il paradiso. Dall’amore fraterno nascono tanti buoni frutti anche in questa vita terrena.
[1:30] Difatti San Paolo scrive: “Fratelli, vi esorto pertanto, io, il prigioniero del Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione a cui siete stati chiamati, con tutta umiltà e mansuetudine, con longanimità, sopportandovi a vicenda nella carità, solleciti di conservare l’unità dello Spirito, mediante quel vincolo che è la pace. Un solo corpo e un solo spirito, così come anche siete stati chiamati a una sola speranza, quella della vostra vocazione. Uno il Signore, una la fede, uno il Battesimo! Uno solo è Iddio e Padre di tutti; egli che è al di sopra di tutti agisce per mezzo di tutti ed è in tutti”.
[2:42] Il Vangelo, invece, insiste sul totale amore a Dio, da cui ha pure principio l’amore al prossimo. Sentiamolo...
[2:53 musica]
[3:03-4:34 – Mt 22,34-46] In quel tempo: si avvicinarono a Gesù dei farisei, e uno di loro, dottore in legge, lo interrogò, per tentarlo: Maestro, qual è il maggior comandamento della legge? E Gesù gli rispose: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la tua mente. Questo è il massimo e primo comandamento: il secondo poi è simile a questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti. Ed essendo adunque adunati i farisei, Gesù li interrogò dicendo: Che vi pare del Cristo? Di chi è figlio? Gli rispondono: Di David. Ed egli a loro: Come dunque David, in spirito, lo chiama Signore, dicendo: Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi? Se dunque David lo chiama Signore, com’è suo figlio? E nessuno poteva replicargli parola; né vi fu chi ardisse, da questo giorno in poi, d’interrogarlo.
[4:35 musica]
[4:45] È amore pieno verso Dio quando è tutto il nostro essere che vive ed opera in Dio: mente, cuore, forze.
[4:57] Amare con la mente: cioè usare l’intelligenza per conoscere, ragionare, operare secondo la ragione che Dio ci ha dato. Amare, dire, vivere la verità. Inoltre conoscere, credere, operare secondo la Rivelazione, il Vangelo, l’insegnamento della Chiesa. Il primo amore a Dio è la prima adesione a Lui che è Verità; come il primo peccato è rifiutare la verità.
[5:40] Amare con tutto il cuore: ordinare tutti i desideri, affetti, intenzioni a Dio. Usare ciò che accresce in noi l’amore al Signore: specialmente i sacramenti, la liturgia, la preghiera. “Mio Dio, vi amo con tutto il cuore e sopra ogni cosa, Voi, Bene infinito ed eterna felicità”.
[6:11] Amare con tutte le forze: conoscere e compiere tutta la volontà di Dio. Questa si conosce dai Comandamenti, dalle disposizioni dei superiori, da quanto Dio dispone e permette.
[6:32] A Dio somma docilità, come suoi figli e creati per fare la sua volontà, come in cielo così in terra.
[6:43] L’ultima parte di questo tratto di Vangelo spiega: conoscere il Padre è conoscere il Figlio Gesù. Amare Gesù Cristo e in Lui amare il Padre.
[6:57] Preghiera: Vieni o Santo Spirito e manda un tuo raggio pieno di luce e di calore alle nostre anime, affinché amiamo Dio ed il prossimo, come insegnò il Divino Maestro Gesù. Così sia.
[7:18 musica 7:30]

55. Domenica XVIII dopo Pentecoste

Disco 28/A
AR-128.119
ciclo pentecostale
DOMENICA XVIII DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 6’ 56”



[musica 0:13] Domenica decimaottava dopo Pentecoste [0:16 musica]
[0:26] Ogni uomo si guardi da due pericoli: da una religione di semplice esteriorità, quasi farisaica; o da timidità, o viltà nel professare e praticare pubblicamente la propria fede. Sono due insegnamenti della domenica presente.
[0:51] San Paolo insegna nell’Epistola a testimoniare pubblicamente la propria fede, il cristiano convinto la testimonierà in primo luogo con la vita pratica ispirata alla fede; ed in secondo luogo, quando occorre, dichiararla e difenderla, a voce e per iscritto, in occasioni particolari. Essere cristiani di forte personalità, innanzi a tutti, nella scuola, in società. Dice Gesù Maestro: “Chi confessa me davanti agli uomini, io lo riconoscerò come fedele mio seguace innanzi al Padre Celeste”. Che sia ognuno irreprensibile al giudizio.
[1:54] Ecco l’Epistola: “Fratelli, io ringrazio sempre il mio Dio per voi a motivo della grazia di Dio che vi è stata concessa in Cristo Gesù, poiché in lui siete diventati ricchi in tutto, in ogni discorso e in ogni scienza, secondo che la testimonianza di Cristo fu confermata in voi; di modo che ormai nessuno dei carismi vi manchi, mentre aspettate la manifestazione del Signor nostro Gesù Cristo, il quale vi confermerà perché siate irreprensibili sino alla fine per il giorno del Signor nostro Gesù Cristo”.
[2:50] Il Vangelo insegna ad evitare ogni ipocrisia, cioè una religione di esteriorità farisaica.
[2:58 musica]
[3:08-4-13 – Mt 9,1-8] In quel tempo, Gesù montato su una barchetta, ripassò il lago e andò nella sua città. Ed ecco gli presentarono un paralitico... [steso su un letto. E vedendo la loro fede, Gesù disse al paralitico:] “Confida, figliolo, ti son rimessi i tuoi peccati”. Subito alcuni scribi dissero dentro di sé: “Costui bestemmia”. E Gesù, visti i loro pensieri, disse: “Perché pensate male nei vostri cuori? Che è più facile dire: ‘Ti son rimessi i tuoi peccati’, o dire: ‘Levati e cammina’? Ora, affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha potestà sulla terra di rimettere i peccati: Levati sù, disse al paralitico, piglia il tuo letto e vattene a casa”. Costui alzatosi se ne andò a casa. E le turbe si intimorirono e glorificarono Dio che aveva dato agli uomini tale potere.
[4:14 musica]
[4:26] In primo luogo vengono al paralitico perdonati i peccati: poiché i peccati sono la causa dei mali. San Giovanni Crisostomo così commenta la risposta data da Gesù agli scribi che non gli riconoscevano la facoltà di perdonare i peccati: “Se non credete alla potestà di rimettere i peccati, credete alla facoltà di conoscere i pensieri; credete alla virtù di sanare i corpi da malattie incurabili. Più facile è sanare i corpi, ma giacché alla maggior meraviglia non credete, ve ne mostrerò una minore, una esterna che cade sotto i sensi. Con ciò prova il potere di perdonare i peccati”.
[5:29] Farisei che si mostrano zelanti dell’onore di Dio; cioè che Dio solo può perdonare il peccato! e, secondo loro, Gesù Cristo avrebbe bestemmiato. Intanto vedono i miracoli, e rimangono ostinati, increduli.
[5:50] Uomini che sanno mostrarsi più zelanti del Papa dei Vescovi e dei Sacerdoti! Uomini che mutano il comportamento, secondo l’ambiente, guidati soltanto la motivi volgari d’interesse: ipocriti!
[6:10] La sincerità è apprezzata da Dio e dagli uomini; l’ipocrisia dispiace a Dio e agli uomini.
[6:19 musica]
[6:22] Preghiera: O Dio, che nel santo sacrificio ci doni te stesso in cambio della nostra offerta, fa’ che noi pratichiamo con una vita degna del cristiano, i tuoi insegnamenti. Così sia.
[6:42 musica 6:56]

56. Domenica XIX dopo Pentecoste

Disco 28/B
AR-128.120
ciclo pentecostale
DOMENICA XIX DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 20”



[musica 0:14] Domenica decimanona dopo Pentecoste [0:16 musica]
[0:26] La Chiesa è società aperta a tutti gli uomini. Rispetto ad essa vi sono tre classi di persone: chi rifiuta ed arriva, anzi, a perseguitarla; chi vi entra, ma non vi entra in stato di grazia; chi vi partecipa e conduce la vita del buon cristiano.
[0:55] Primo) La vita del buon cristiano è descritta nell’Epistola: unione ed imitazione di Gesù Cristo; così come uomo nuovo, conformato al Vangelo, interiormente ed esteriormente. San Paolo dice: “Fratelli, rinnovellatevi nello spirito della vostra mente e rivestitevi dell’uomo nuovo che è stato creato secondo Dio, nella giustizia e nella santità della verità. Proprio per questo, deponendo la menzogna, dite ciascheduno la verità col prossimo, secondo verità, poiché siamo membri gli uni degli altri. Adiratevi, ma non vogliate peccare: il sole non tramonti sopra la vostra collera. Non fate posto al diavolo. Chi era abituato a rubare non rubi più; si affatichi piuttosto, lavorando con le proprie mani, a fare qualche cosa di buono, per avere di che dare a chiunque avesse bisogno”.
[2:23 – Mt 22,2-14] Secondo) Il Vangelo nella sua prima parte parla della nozze che il Padre Celeste ha preparate al Figlio: l’anima sposa Gesù Cristo nella Chiesa. Ma molti rifiutano l’invito: “Gesù parlava ai capi dei sacerdoti ed ai farisei per mezzo di parabole. Il regno dei cieli - diceva - è simile ad un re che volle celebrare lo sposalizio del suo figlio. Mandò i suoi servi a chiamare gl’invitati, ma questi non vollero venire. Mandò altri servi di nuovo: “Dite agli invitati che tutto è pronto: i buoi e gli animali ingrassati sono stati uccisi; venite alle nozze”. Ma alcuni non se ne curarono, andarono per i loro affari. Altri poi presero i servi del re, li coprirono di offese e li uccisero. Udite queste cose il re si sdegnò: mandò i suoi soldati e sterminò quegli omicidi, incendiando le loro città”. Questi non gusteranno la grande cena; da sé medesimi si escludono dal cielo: come verrà escluso colui che non porterà la veste nuziale, cioè la grazia santificante.
[4:12] Molti, invece, accolgono l’invito con gioia. Risulta dalla seconda parte del Vangelo: “Disse poi il re ai servi: “Le nozze erano pronte, ma quelli che erano stati invitati non ne furono degni. Andate dunque ai crocicchi delle strade, e chiamate alle nozze quanti incontrerete”. E, andati per le strade, e i servi radunarono quanti trovarono, buoni e cattivi, e il banchetto fu pieni di convitati. Ma, entrati il re per vederli, vi osservò un uomo che non era in abito da nozze, e gli disse: “Amico, come mai sei entrato qua, tu che non hai la veste nuziale?” Ma colui non rispose. Allora il re disse ai suoi ministri: “Legatelo per le mani e i piedi, e gettatelo fuori nelle tenebre. Ivi sarà pianto e stridore di denti. Poiché molti sono i chiamati e pochi gli eletti”.
[5:40] Commento: La sala fu piena. I sacerdoti troveranno sempre anime preparate da Dio a ricevere la salvezza. Dichiarava San Paolo agli Ebrei: “Poiché non vi mostrate degni della salvezza, noi ci rivolgeremo ai Gentili”.
[6:04] Nulla è più pericoloso al mondo che rigettare il Cristo: significa votarsi alla rovina materiale e morale, dolorosa e ignominiosa: è la fine.
[6:21] Purtroppo nella Chiesa vi sono cristiani che aderiscono al corpo, ma non all’anima: vivono in peccato. La Chiesa Celeste risulterà di soli eletti: “Molti sono, i chiamati, pochi gli eletti”.
[6:44 musica]
[6:46] Preghiera: Anche se dovrò camminare tra le tribolazioni, tu, o Signore, mi darai forza; contro il furore dei miei nemici tu stendi la tua mano; e la tua potenza mi salverà. Così sia.
[7:07 musica 7:20]

59. Domenica XXII dopo Pentecoste

Disco 30/A
AR-130.123
ciclo pentecostale
DOMENICA XXII DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 11”



[musica 0:12] Domenica vigesimaseconda dopo Pentecoste [0:16 musica]
[0:21] L’anno liturgico è verso la fine. La Chiesa avverte l’umanità a nome di Gesù Cristo che egli tornerà per giudicare il mondo. Ci esorta a prepararsi al gran giorno: come membri della Chiesa e membri della società civile.
[0:43] Come membri della Chiesa San Paolo invita i fedeli a prepararsi al “giorno di Gesù Cristo”. Migliorare la vita! affinché al suo arrivo Egli ci trovi tutti “puri e irreprensibili”. Il giorno di Gesù Cristo è il giorno del giudizio universale.
[1:08] Scrive ai Filippesi: “Fratelli, sono convinto che colui, il quale incominciò in voi questa opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. [...] E questo io lo chiedo nella preghiera: che la vostra carità abbondi sempre più in conoscenza e in ogni finezza di sentimento, onde possiate discernere ciò che è meglio, affinché siate integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ripieni del frutto di giustizia che si ha per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio”.
[1:58] Come membri della società civile. Farisei associati agli erodiani, si accordano per sollecitare da Gesù Maestro una dichiarazione, qualunque fosse, per farlo condannare. Ecco il testo del Vangelo: (Vangelo)
[2:21 musica]
[2:32-3:41 – Mt 22,15-21] In quel tempo: i Farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere come cogliere Gesù in fallo nelle parole. E gli mandarono i propri discepoli con gli Erodiani, a dirgli: Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo la verità e non ti curi di nessuno, che non guardi in faccia alle persone. Dicci dunque? È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Ma Gesù, conosciuta la loro malizia, disse: Perché mi tentate, ipocriti? Mostratemi la moneta del tributo. Ed essi gli presentarono un denaro. Ed egli domandò loro: Di chi è questa immagine? e l’iscrizione? Gli risposero: Di Cesare. Allora disse loro: Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.
[3:42 musica]
[3:57] La malizia dei Farisei e degli erodiani fu conosciuta da Gesù Cristo. I Farisei non volevano dare al Cesare di Roma il tributo come riconoscimento di sottomissione. Dicevano che era contro la legge mosaica. Invece gli Erodiani lo pagavano ed accusavano come ribelli coloro che vi si rifiutavano. Comunque avesse risposto Gesù Cristo, sembrava loro di poterlo prendere in parola e farlo condannare. Ma Gesù si fece portare la moneta, e sentenziò: “Date a Cesare ciò che è di Cesare”. Poi andò più avanti e si fece giudice degli interlocutori: “Date a Dio quello che è di Dio”.
[5:06] Al potere civile dobbiamo dare quello che esso ha diritto. Dice Sant’Agostino: “Noi siamo la moneta di Dio, coniata con la sua effige. Dio esige ciò che è suo; come Cesare ha diritto di esigere ciò che porta la sua impronta”. Il buon cristiano è anche il miglior cittadino. Nello stesso tempo egli ricorda che l’anima nostra, immagine di Dio, passerà ancora una volta nelle mani di Gesù Giudice. Egli esaminerà se tale immagine è conservata integra e incontaminata. Da Dio è ogni potere: il civile e il religioso. “Non vi è autorità se non da Dio”; e quelle che esistono sono istituite da Dio”.
[6:17 musica]
[6:28] Preghiera: O Gesù Maestro, dalla nascita a Betlemme sino alla condanna della croce, ti sei sottomesso alle due autorità, religiosa e civile: concedici che tutti i fedeli amino, rispettino, cooperino e siano sottomessi ai due poteri, onorando in essi Dio, e ricevendo da Dio il premio. Così sia.
[7:03 musica 7:11]

58. Domenica XXI dopo Pentecoste

Disco 29/B
AR-129.122
ciclo pentecostale
DOMENICA XXI DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 33”



[musica 0:13] Domenica vigesimaprima dopo Pentecoste [0:16 musica]
[0:20] È scritto: “Vestitevi dell’armatura di Dio per vincere le insidie di satana”. Inoltre recitiamo nel “Padre nostro”: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Sono i due insegnamenti della presente domenica.
[0:47] Primo) La vita dell’uomo è tutta un combattimento. Ogni uomo, ed in particolare il cristiano, deve sempre lottare: contro le proprie passioni, il demonio, lo spirito del mondo.
[1:07] Per vincere è necessario fuggire le occasioni; ed insieme adoperare le armi di Dio, contro il potere di Satana. Queste armi sono indicate nell’Epistola e sono riassunte nella parola “preghiera”. Deh! Signore, che non siamo tentati; ma se tentati, non abbiamo da cadere.
[1:40] L’esortazione di Paolo è chiara e forte:
[1:45] “Fratelli, rafforzatevi nel Signore e nella virtù della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, onde possiate resistere alle macchinazioni del diavolo; poiché la nostra lotta non è contro il sangue e la carne, ma contro i Principati, contro le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro gli spiriti del male dimoranti nei luoghi oscuri. Prendete perciò l’armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno maligno, e tenere fortemente il campo, facendo tutti gli sforzi. State dunque ben saldi, recinti i vostri fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e calzati i piedi di prontezza per annunziare il Vangelo della pace, imbracciando per ogni occasione lo scudo della fede, col quale potrete respingere tutti i dardi infuocati del nemico. Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio”.
[3:26] Secondo) Il perdono dei nostri peccati è condizionato al nostro perdono concesso a chi ci avesse offeso. Dio ascolta la nostra preghiera se prima ci riconciliamo col fratello. La parabola del Vangelo è trasparente. Sentiamolo...
[3:52 musica]
[4:05-6:11 – Mt 18,23-35] In quel tempo: disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è simile ad un re il quale volle fare i conti con i suoi servi. Ed avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che era debitore di diecimila talenti. E siccome egli non aveva da pagare, il padrone comandò che fosse venduto lui e la moglie e quanto aveva e si saldasse il debito. Ma il servo gettatoglisi ai piedi lo scongiurava col dire: Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto. E il padrone, mosso a compassione di quel servo, lo lasciò andare condonandogli il debito. Ma, uscito di lì, quel servo trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento danari; e presolo per la gola lo strangolava dicendo: Paga quanto mi devi. E il conservo gettatoglisi ai piedi, si raccomandava dicendo: Abbi pazienza con me e ti soddisferò di tutto. Ma costui non volle, anzi andò a farlo mettere in prigione fino a che non avesse pagato. Ora i conservi vedendo quello che accadeva, grandemente contristati, andarono a riferirlo al padrone. Allora il padrone chiamò quel servitore e gli disse: Servo iniquo, io ti ho condonato tutto quel debito perché ti raccomandasti e non dovevi anche tu aver pietà di un tuo conservo, come io l’ho avuta di te? E sdegnato lo consegnò ai manigoldi, fino a che non avesse pagato tutto il debito. Così anche il Padre mio farà a voi, se di cuore ognuno di voi non perdona al proprio fratello”.
[6:12 musica]
[6:26] San Girolamo dice: “Mostrarsi implacabili per un’ingiuria ricevuta e rifiutare il perdono, per una parola amara, non è forse giudicare noi stessi degni del castigo?” ...
[6:45] Dio perdonerà a noi nella misura che perdoniamo al prossimo: “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
[6:56 musica]
[7:00] Preghiera: Cuore Divino di Gesù, vittima dei peccatori, anch’io voglio offrire le mie sofferenze per chi mi ha disgustato, affinché possa ottenere per me il condono delle pene meritate con i miei peccati. Così sia.
[7:25 musica 7:33]

60. Domenica XXIII dopo Pentecoste

Disco 30/A
AR-130.124
ciclo pentecostale
DOMENICA XXIII DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 00”



[musica 0:10] Domenica vigesimaterza dopo Pentecoste [0:13 musica]
[0:21] Oggi la liturgia ci fa considerare Gesù Maestro: medico che guarisce una grave infermità da dodici anni ribelle a tutte le cure; poi la risurrezione di una singola persona, una fanciulla, poi il gran giorno della resurrezione finale, ed universale.
[0:48] L’uomo è sempre nelle mani di Dio: vita, morte, resurrezione. Da lui creati, da lui conservati, da lui richiamati a sé, da lui risuscitati nel gran giorno. Solo la volontà dell’uomo può ribellarsi a Dio, ma sempre ritorna nelle sue mani. L’ordine: “Sorgete, o morti, venite al giudizio”. Siamo cittadini del cielo, di là Gesù Cristo verrà a chiamarci, trasformando il corpo a somiglianza sua.
[1:33] Dalla lettera di San Paolo ai Filippesi: “Fratelli, [...] la nostra cittadinanza è nei cieli, di dove attendiamo pure il Salvatore, che è il Signore nostro Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il corpo della nostra bassezza per renderlo conforme al corpo della sua gloria, secondo il potere che egli ha di assoggettare a se stesso tutte le cose. Cosicché, fratelli miei carissimi, mio gaudio e mia corona, guardate di star saldi nel Signore nella maniera che avete imparato, o carissimi. E prego anche te, genuino collega: prenditi cura di loro, perché mi hanno aiutato nel Vangelo, tenacemente lavorando insieme a Clemente e ai restanti miei collaboratori, i quali hanno il loro nome già scritto nel libro della vita”.
[2:49] Il Vangelo narra prima la guarigione dell’emoroissa, poi la resurrezione della figlia di uno dei capi. Sentiamolo: ...
[2:59 musica]
[3:09-4:34 – Mt 9,18-26] In quel tempo: mentre egli diceva loro queste cose, ecco uno dei capi accostarsi, inchinarsi e dire: “Signore, la mia figlia è morta or ora: ma vieni, imponi la tua mano su di lei e vivrà”. E Gesù, alzatosi, lo seguì coi suoi discepoli. Ed ecco una donna, la quale da dodici anni pativa perdite di sangue, accostarsi a lui da tergo e toccargli il lembo della veste. Perché diceva dentro di sé: “Sol ch’io tocchi la sua veste, sarò guarita”. Ma Gesù rivoltosi e miratola disse: “Confida, figliuola: la tua fede ti ha salvata”. E da quell’istante la donna fu liberata. E quando Gesù arrivò alla casa del capo, avendo veduto i suonatori e la turba far strepito, disse: “Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma dorme”. Ed essi lo deridevano. Quando poi fu messa fuori la gente, egli entrò e prese la fanciulla per mano, e quella si alzò. E se ne divulgò la fama per tutto il paese.
[4:35 musica]
[4:47] La resurrezione è la riunione dell’anima al corpo. Opera di potenza e di giustizia. È verità di fede: tutti gli uomini dovranno risorgere con il loro corpo”, così ha definito la Chiesa.
[5:10] La virtù e il vizio sono opera assieme dell’anima e del corpo: avranno perciò assieme il premio o il castigo. San Paolo descrive le doti del corpo glorioso: splendore, impassibilità, immortalità, sottigliezza, agilità.
[5:35] Amare il corpo significa preparargli, con il buon uso e la mortificazione dei sensi la resurrezione gloriosa; resurrezione sull’esempio di Gesù Cristo.
[5:52] Invece soddisfare la carne significa odiare il corpo, preparandogli l’eterno fuoco. Frenare dunque le tre passioni: gola, lussuria, pigrizia.
[6:08] Rispettare il proprio corpo: custodirlo, dirigerlo, santificarlo, secondo i desideri dello spirito.
[6:22] Preghiera: O Gesù gloriosamente risorto; e che siedi ora alla destra del Padre, concedi a noi la grazia di vivere in santità di anima e di corpo. E che il contatto nostro con te nella Comunione, purifichi e conforti tutta la nostra umanità. Così sia.
[6:51 musica 7:00]

57. Domenica XX dopo Pentecoste

Disco 29/A
AR-129.121
ciclo pentecostale
DOMENICA XX DOPO PENTECOSTE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 14”



[musica 0:14] Domenica Ventesima dopo Pentecoste [0:18 musica]
[0:27] Due specialmente sono gl’insegnamenti pratici della liturgia della Messa: utilizzare il tempo a raccogliere maggiori meriti per l’eternità; e perfezionare la nostra fede.
[0:48] L’uomo saggio ha cura anche dei minuti del tempo. Due persone possono accompagnarsi tutta la giornata, avere le medesime occupazioni, uguali aiuti, e trovarsi alla sera tra loro con notevole diversità di meriti. Così tanto più dopo un anno.
[1:15] Operare con diligenza, od operare con negligenza. Dice il Signore; “Perfezionatosi in breve, compì una lunga carriera: consummatus in brevi, explevit tempora multa”.
[1:38] Questo insegna San Paolo nell’Epistola; egli che viveva una vita intensa di lavoro e di amore: “Fratelli, osservate dunque attentamente il modo come camminate: non da stolti, ma da uomini saggi, sfruttando bene i1 tempo, poiché i giorni sono cattivi. Non siate perciò inconsiderati, ma sappiate intendere qual è la volontà del Signore. E non inebriatevi di vino, nel quale è dissolutezza; lasciatevi invece riempire di Spirito, trattenendovi tra di voi con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e salmodiando nei vostri cuori al Signore, rendendo continuamente grazie a Dio e Padre nostro per tutte le cose, nel nome del Signor nostro Gesù Cristo. Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo”.
[3:01] Considerando il Vangelo della Messa, dovremo esaminare la nostra fede: se perfetta, o se imperfetta. Sentiamolo...
[3:11 musica]
[3:21-4:37 – Gv 4,46-54] In quel tempo: c’era un regio ufficiale il cui figlio era ammalato in Cafarnao. Ed avendo egli sentito dire che Gesù dalla Giudea era venuto in Galilea, andò a trovarlo e lo pregò di recarsi a guarire il suo figlio, che era moribondo. E Gesù gli disse: “Se non vedete segni e prodigi, non credete”. E l’ufficiale regio: “Signore, vieni, prima che muoia il mio figliolo”. Gesù gli disse: “Va’, il tuo figlio vive”. Quell’uomo prestò fede alle parole dettegli da Gesù e parti. E avanti che arrivasse a casa gli corsero incontro i servi con la notizia che il suo figliolo viveva. Domandò loro pertanto in che ora avesse cominciato a star meglio. E quelli gli risposero: “Ieri alla settima ora lo lasciò la febbre”. Allora il padre notò essere quella appunto l’ora in cui Gesù gli aveva detto: “il tuo figlio vive”, e credette lui con tutta la famiglia.
[4:37 musica]
[4:57] San Gregorio Magno riflette: “Costui che chiedeva la guarigione del figlio, senza dubbio già credeva. Infatti era venuto a cercare Gesù Cristo. Ma la sua fede era difettosa; richiedeva infatti la presenza corporale di Gesù al letto del figliuolo alla guarigione. Dio invece, con la sua presenza spirituale, e con la sua potenza, si trova ovunque, e ovunque può operare con la sua volontà. Gesù era invisibilmente vicino al figlio che stava in pericolo di vita. Ma il Signore gli prova che si trova già nella casa ove vien pregato di recarsi. Dio con la parola creò il mondo, Gesù Cristo col comandamento guarisce, di lontano l’infermo”.
[6:06] La fede è perfetta quando si fida di Dio, e non chiede prodigi o altre prove.
[6:17] È perfetta quando ammette indistintamente e si piega a tutte le verità del Credo, od insegnate dalla Chiesa nel suo magistero. È perfetta quando è pronta, senza dispute inutili. È perfetta quando si mostra con le opere; poiché la legge del credere è ancora la legge del pregare e dell’operare. Vana è la fede senza le opere.
[6:53 musica]
[6:55] Preghiera: Signore, ricordati della parola data al tuo servo, sulla quale mi hai fatto sperare; essa mi ha dato forza nella miseria. Così sia.
[7:11 musica 7:14]

25. IV Domenica di Quaresima

Disco 13/A
AR-113.89
ciclo pasquale
IV DOMENICA DI QUARESIMA
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 40”



[musica 0:30] Domenica Quarta di Quaresima [0:32 musica]
[0:50] Si è arrivati a metà quaresima. La Chiesa c’invita alla letizia: per questo viene chiamata la domenica “laetare”. Così comincia l’introito. Riconoscenza per tutti i beni ricevuti da Dio: dalla creazione ad oggi. In modo particolare ringraziamo il Signore del gran dono: l’Eucaristia.
[1:20] La riconoscenza piace tanto al Signore. “Grati estote”: siate riconoscenti, avverte San Paolo. La riconoscenza nasce dall’umiltà, alimenta l’amore a Dio; a Dio dà gloria; per noi tutti attira nuove grazie. Dio ci ha creati, Gesù Cristo ci ha redenti, siamo fatti cristiani nel battesimo, la vita nostra è un’ininterrotta catena di grazie generali e particolari.
[1:58] La Pasqua si avvicina, ci prepara una nuova vita. Un particolare ringraziamento: l’istituzione della Chiesa, di cui ci parla San Paolo nell’Epistola: “Cari fratelli, siate fermi per non ricadere sotto il giogo delle pratiche puramente esteriori e delle azioni formalistiche. Avete letto nella Bibbia la storia di Abramo e dei suoi due figli. Può servirvi da paragone per capire meglio. Il primo figlio, Ismaele, era nato da una schiava; l’altro, Isacco, dalla legittima moglie. E quest’ultimo per un miracolo, in seguito alla promessa di Dio e della grande fede di Abramo: non così invece per Ismaele. Le due madri rappresentano le due religioni. La schiava è simbolo della religione giudaica, che è rimasta asservita alla lettera della legge. La legittima moglie è simbolo della Chiesa, i cui figli servono Dio in ispirito e libertà.
[3:26] Gran turba seguiva Gesù Cristo; ed egli salì sopra un monte. Il Vangelo fa notare che era vicina la Pasqua, la grande festa dei giudei. Ma una nuova Gesù voleva darci: l’Eucaristia. Ed intanto presentava una figura di quello che avrebbe dato: dando alle turbe un pane materiale miracoloso. Compì il miracolo con grandiosità per farlo notare. Dice il Vangelo...
[4:00 musica ]
[4:11-6:06 – Gv 6,1-15] Gesù andò al di là del mare di Galilea, cioè di Tiberiade; lo seguiva gran folla, perché vedeva i prodigi fatti da lui sugl’infermi. Salì pertanto Gesù sopra un monte ed ivi si pose i sedere con i suoi discepoli. Ed era vicina la Pasqua, la solennità dei Giudei. Or avendo Gesù alzati gli occhi e vedendo la gran turba che veniva a lui, disse a Filippo: Dove compreremo il pane per sfamare questa gente? Ma ciò diceva per metterlo alla prova; egli però sapeva quanto stava per fare. Gli rispose Filippo: Duecento danari di pane non bastano neanche a darne un pezzetto per uno. Gli disse uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che è questo per tanta gente? Ma Gesù disse: Fateli sedere. C’era lì molta erba. Si misero pertanto a sedere in numero di circa cinque mila. Allora Gesù prese i pani, e, rese le grazie, li distribuì alla gente seduta; e così pure fece dei pesci, finché ne vollero. E, saziati che furono, disse ai suoi discepoli: Raccogliete gli avanzi, che non vadano a male. Li raccolsero adunque; e riempirono dodici canestri dei pezzi che erano avanzati a coloro che avevan mangiato di quei cinque pani d’orzo. Or quegli uomini, visto il prodigio fatto da Gesù, dicevano: Questo è davvero il profeta che deve venire al mondo. Ma Gesù, accortosi che stavano per venire a rapirlo per farlo re, fuggì di nuovo solo sul monte.
[6:06 musica ]
[6:24] Pasqua. Vi è il duplice precetto: confessione e Comunione ben fatte. La Chiesa imbandisce ogni giorno la mensa eucaristica, come una madre prepara al mattino il cibo per i figli. I figli accorrono tutti. Ed i cristiani? Almeno una volta all’anno è il minimo, perché è di precetto. Ma i buoni cristiani pensano: una volta al mese, una volta alla settimana. Vi sono poi molte anime fervorose che si nutrono del cibo eucaristico ogni giorno.
[7:09] Preghiera: Concedici, o Dio misericordioso, di trattare con sincero rispetto i tuoi santi Misteri, con i quali siamo continuamente nutriti, e di riceverli sempre con animo fedele. Così sia.
[7:28 musica 7:40 ]


35. Domenica dopo l’Ascensione

Disco 18/A
AR-118.99
ciclo pasquale
DOMENICA DOPO L’ASCENSIONE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 6’ 39”



[musica 0:09] Domenica fra l’Ottava dell’Ascensione [0:11 musica]
[0:28] Gesù Cristo prima di salire al Cielo aveva promesso lo Spirito Santo. Apostoli, discepoli, pie donne e fratelli, secondo l’ordine di Gesù, si riunirono con Maria nel Cenacolo e “perseverarono unanimi nella preghiera”. Fu la prima e la più grande novena.
[0:54] Leone Decimoterzo la restaurò.
[0:59] Sugli Apostoli e Maria discese lo Spirito Santo sotto forma di globi di fuoco. Invece ai cristiani si comunica con la sacra unzione della Cresima. La Cresima perfeziona in un certo senso il Battesimo. Nel Battesimo è generato il cristiano che riceve la fede, nella cresima invece si forma il soldato e l’apostolo di Gesù Cristo per vivere coraggiosamente la fede, e difenderla e diffonderla.
[1:40] Come vivere la fede si ha nell’Epistola della Messa: “Carissimi - dice l’Apostolo Pietro -; siate prudenti e vegliate nella preghiera. Soprattutto abbiate continuamente tra di voi il vicendevole amore; perché la carità copre un gran numero di peccati. Praticate l’ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorazioni. Ciasceduno metta a servizio degli altri fratelli le grazie ricevute, come buoni dispensatori della multiforme grazia di Dio. Se uno parla, parli come chi espone gli oracoli di Dio; se uno comanda, sappia che lo fa per un potere concesso da Dio, affinché il Signore sia glorificato in tutto, per nostro Signore Gesù Cristo”.
[2:48] Come difendere e come diffondere la fede è spiegato nel Vangelo.
[2:54 musica]
[3:11-4:08 – Gv 15,26-27; 16,1-4] In quel tempo: Gesù disse ai suoi Discepoli: “Quando sarà venuto il Consolatore, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e voi pure mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin da principio. V’ho detto questo affinché non vi scandalizziate. Vi scacceranno dalle sinagoghe, anzi è per venire l’ora in cui chi vi uccide crederà di onorare Dio. E così vi tratteranno perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma questo ve l’ho detto, affinché quando avverrà vi rammentiate che ve ne ho parlato”.
[4:09 musica]
[4:27] La Cresima è Sacramento che imprime il carattere; perciò si riceve una volta sola.
[4:35] Lo Spirito Santo abita nel cresimato, e guida il cristiano docile alle sue ispirazioni. Dice San Giovanni Evangelista: “Per la sacra unzione della Cresima Egli vi insegna tutte le cose ed è verace, e non ha menzogna. State saldi e seguite quanto vi ha insegnato”.
[5:07] La Cresima viene ordinariamente conferita dal Vescovo, con l’unzione del Sacro Crisma; in alcuni casi anche dal sacerdote. Occorre una buona preparazione per riceverla: istruzione, buona vita, buona confessione.
[5:32] Il cresimato dovrà allinearsi decisamente con i cristiani praticanti, edificare in famiglia e in società col buon esempio; resistere ad ogni forma di mali e di errori, ricordando l’avviso di San Pietro: “Siate prudenti”.
[5:55 musica]
[5:57] Preghiera: O Dio, che hai ammaestrati i cuori dei fedeli con la luce dello Spirito Santo, donaci di gustare nello stesso Spirito la verità e di godere sempre della sua consolazione. Così sia.
[6:18 musica 6:39]

10. Ottava di Natale (1° gennaio)

Disco 5/B
AR-105.74
ciclo natalizio
CIRCONCISIONE DI GESÙ
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 6’30”



[musica 0:37] Circoncisione di Gesù [0:40 musica]
[0:53] Anno nuovo e nuovo dono di Dio. La Chiesa lo prega ed augura lieto e santo a tutti i fedeli. Ci raccoglie ancora attorno al presepio di Gesù e ci invita a considerarne le virtù e seguirle; ed invoca l’intercessione di Maria.
[1:19] Introito: Ci è nato un pargolo e ci fu largito un figlio che ha sulle sue spalle il principato e sarà chiamato col nome di Angelo del gran Consiglio.
[1:33 musica]
[1:43] Preghiera: O Dio, che per la feconda verginità della Beata Vergine Maria hai procurato al genere umano il prezzo dell’eterna salvezza; concedici, te ne preghiamo, di sentire l’intercessione di Colei che offrì in dono l’Autore della vita, nostro Signore Gesù Cristo.
[2:07] Osservare ed imparare:
Gesù è Maestro: insegna facendo: la povertà, l’umiltà, la pazienza. È giudice: fa conoscere chi è suo discepolo e chi non lo è; chi vuole la sua parte di gloria e chi la rifiuta con ostinazione. La vita di Gesù è il codice del cristiano. Nel giorno del giudizio riconoscerà e premierà chi l’avrà imitato in vita.
[2:43] L’Epistola c’istruisce. San Paolo scriveva a Tito suo discepolo: “Carissimo, la grazia di Dio si è mostrata capace di salvare tutti gli uomini, insegnandoci a rinunziare all’empietà ed ai desideri mondani e a vivere con temperanza, giustizia e pietà in questo mondo. Ora, nella speranza, siamo in attesa del ritorno glorioso del gran Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo; Egli diede se stesso per noi, per riscattarci da ogni peccato e fare di noi il suo popolo eletto, zelante nelle opere buone. Così insegna ed esorta nel Signore nostro Gesù Cristo”.
[3:32 musica]
[3:34] Gesù Cristo pur santissimo e Dio stesso si sottopone alla legge mosaica.
Ecco il Vangelo...
[3:42 musica]
[3:54-4:04 – Lc 2,21] Quando furono compiuti gli otto giorni, gli fu messo nome Gesù, com’era stato chiamato dall’Angelo prima che fosse concepito nel seno materno.
[4:05 musica]
[4:16] Gloriarsi del nome di Gesù, e più ancora professarlo innanzi a tutti con l’imitazione nella vita quotidiana.
[4:28] Tre sono le concupiscenza che allontanano l’uomo da Gesù Cristo e lo trascinano spesso fuori della via della salvezza.
La concupiscenza della carne che si manifesta nella pigrizia, golosità, lussuria. Gesù Cristo invece inizia la sua esistenza con il disagio, la mortificazione, la sofferenza.
La concupiscenza del denaro che fa dimenticare le ricchezze della grazia del cielo. Gesù invece è nato nell’estrema povertà e privazione.
La concupiscenza dell’orgoglio umano; superbia, causa e principio di ogni rovina. Gesù è Dio, ma si presenta Bambino, bisognoso di tutto; chiama per primi a sé i pastori e riceve da loro elemosine.
[5:33] Esame e propositi: orientarci per iniziare bene il nuovo anno e santificarlo: in abnegazione, modestia, umiltà.
[5:46 musica]
[5:54] Preghiera: Dopo aver ricevuto i doni e le nostre preghiere, purificaci, o Signore, per mezzo del Santo Sacrificio e, clemente, esaudiscici.
Questa Comunione, o Signore, ci purifichi dalla colpa e, per intercessione della beata Vergine Maria Madre di Dio, ci renda partecipi del celeste rimedio. Così sia.
[6:25 musica 6:30]

38. Solennità del “Corpus Domini”

Disco 19/B
AR-119.102
ciclo pentecostale
SOLENNITÀ DI CORPUS DOMINI
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 6’ 30”



[musica 0:11] Corpus Domini [0:13 musica]
[0:24] La vita terrena di Gesù stava per chiudersi; due amori dominavano il Suo Cuore: il Padre e l’umanità. Risolse il problema: salire al Cielo e rimanere con gli uomini in stato eucaristico; partire e rimanere: “Vobiscum sum usque ad finem saeculi: sarò con voi sino al termine del tempo”.
[0:58] Introito: Li ha nutriti col fiore del frumento, alleluia; li ha saziati col miele tratto dalla rupe, alleluia.
[1:11] Preghiera: O Dio, che in questo mirabile Sacramento ci hai lasciato il ricordo della tua Passione, concedici di venerare i sacri misteri del tuo Corpo e del tuo Sangue con tanta fede, così da sentire sempre in noi gli effetti della tua Redenzione.
[1:38] L’Eucarestia è Sacramento in quanto, sotto lo specie del pane e del vino, contiene realmente il Corpo, il Sangue, l’Anima, la Divinità di Gesù, per nutrimento delle anime.
[1:55] Invece, in quanto sacrificio, è la Messa: nella consacrazione del pane e del vino, il sacrificio del calvario è rinnovato sui nostri altari.
[2:10] L’Istituzione dell’Eucarestia avvenne nel giovedì della settimana Santa: “Gesù, preso il pane, rese le grazie, lo spezzò e lo distribuì agli Apostoli, dicendo: “Questo è il mio Corpo che sarà sacrificato per voi; fate questo in memoria di me”. E prese pure il calice, dopo aver cenato, dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue che è sparso per voi”.
[2:51] Nel Vangelo di oggi Gesù annunzia alla turba che aveva mangiato il pane miracoloso, l’istituzione dell’Eucarestia: ...
[3:01 musica]
[3:03-3:52 – Gv 6,56-59] In quel tempo, disse Gesù alle turbe dei Giudei: “La mia carne è veramente cibo, il mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue vive in me e io in lui. Come il Padre che mandò me è vivo, e io vivo per il Padre, così chi mangia la mia carne vive per me. Questo è il pane che discende dal cielo; non averrà come per i padri vostri che mangiarono la manna e sono morti. perchéChi mangia di questo pane vivrà in eterno”.
[3:53 musica]
[4:10] I nostri doveri eucaristici sono: Ascoltare con pietà e fede illuminata la Santa Messa, almeno alla Domenica e feste di precettò. Comunicarsi almeno a Pasqua, di precetto per tutti; mentre tutti possono comunicarsi spesso, ed anche ogni giorno, se l’anima è in stato di grazia ed ha retta intenzione. Visitare Gesù-Ostia che viene conservato nelle Chiese per essere adorato e portato agli infermi. L’Adorazione è una delle più utili pratiche di pietà, dopo la Messa e la Comunione. I fini generali della Visita al Santissimo Sacramento sono specialmente quattro: adorazione, ringraziamento, propiziazione, supplica. Si possono anche compiere atti di fede, speranza, carità; o considerare le parole del Divino Maestro: “Io sono Via e la Verità e la Vita”.
[5:26] Disposizione fondamentale è la fede sulle parole di Gesù Cristo: “La mia carne è veramente cibo, il mio sangue è veramente bevanda; colui che mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me ed io in lui”.
[5:45 musica]
[5:47] Preghiera: Concedici, o Signore di essere ripieni dell’eterno godimento della tua divinità, il quale è raffigurato dalla Comunione del tuo prezioso Corpo e Sangue. Così sia.
[6:05 musica 6:30]


Trascrizione del file: 0000-00-00_ottava dell'Epifania.mp3
durata 26.32

Don Giacomo Alberione - ai Discepoli

Ottava dell'Epifania



Abbiamo considerato i Pastori che vanno a Betlemme e trovano là il Bambino con la Madre, il Bambino avvolto in panni e posto nel Presepio e lo adorarono e offrirono i loro doni. Poi arrivarono i Magi dall'Oriente, guidati dalla stella, e anch’essi si prostrarono davanti al Bambino lo adorarono e offersero in omaggio i loro doni.
In questi giorni dell'Ottava dell'Epifania si continua a chiedere nell'Oremus, si continua a chiedere questa grazia, che noi che già abbiamo avuto la fede, – cioè abbiamo creduto in Gesù Cristo, Vero Dio e Vero Uomo, il Salvatore del Mondo, il Maestro dell'umanità, – noi allora chiediamo questa grazia di aver avuto la fede, ma anche di arrivare alla contemplazione, cioè alla visione di Dio in Paradiso, quando l'anima nostra, separata dal corpo arriverà alla beata visione: tutti coloro che avran creduto bene e saranno vissuti secondo la fede.
Ecco, insistiamo sopra queste tre virtù: fede speranza e carità; ma specialmente qualche pensiero stamattina sopra la fede.
Come prima cosa bisogna pensare che la fede è credere ciò che non si vede. Ciò che si vede, non si crede per fede, ma si conosce. Perché se c'è stato un fatto sotto i nostri occhi, quello non ci è stato riferito, ma lo abbiamo veduto.
Ora la fede consiste nel credere quello che non si vede. Non vediamo ancora il Paradiso, ma lo crediamo, ecco. Non vediamo nell'Ostia Gesù Dio-Uomo, ma noi lo crediamo, lo crediamo sopra la parola di Gesù Cristo, sopra la Rivelazione e sopra la Chiesa che ce lo insegna.
Si vorrebbe ragionare dappertutto. Certo bisogna studiare, studiare anche che la nostra fede è un atto ragionevole, razionale, cioè in quanto si studia, ma poi si piega la testa, la volontà a credere.
Altro è conoscere, altro è fede.
Uno può essere un professorone di teologia ed aver poca fede, e averne quasi niente, come dice san Francesco di Sales: ecco certe persone che sono di poca istruzione, gente del popolo, che non ha fatto grandi studi e alle volte ha più fede che coloro che hanno fatto i grandi studi.
La fede è un dono di Dio. Infuso questo dono, questa virtù infusa nell'anima nostra al giorno del Battesimo, con la vita della grazia, insieme alle altre due virtù speranza e carità.
Ma questa fede è necessario che poi venga accettata, quando si arriva ad una certa età, cioè quando si arriva all'uso di ragione. L'atto di fede allora è volontario. Prima il bambino possedeva la virtù, ma non la esercitava. Quando invece siano andati al catechismo, oppure ancora prima le nostre mamme, i nostri genitori ci hanno istruito e noi abbiam creduto con la grazia di Dio: quindi prima possedevamo la fede, poi, per la grazia di Dio, l'esercizio della fede.
Oh, allora questa fede è la radice, è la radice di ogni giustificazione e santità. E perciò dalla fede deriverà la speranza e deriverà la carità e poi deriveranno tutte le altre virtù, e deriverà tutta la vita. Cioè chi ha fede profonda vive cristianamente e chi ha una fede quasi smorta, quasi così debole che appena appena forse c’e in fondo un qualche sentimento più o meno, e allora la fede non ha poi influenza nella vita; ma se è profonda ha influenza nella vita.
Credere che noi veniamo da Dio e dobbiam tornare a Dio: “Credo in Dio, creatore del cielo e della terra” e l'ultimo articolo: “et vitam aeternam”, e la vita eterna. Son venuto da Dio e devo andare a Dio: ecco tutto. Da questo momento, dal momento in cui siamo usciti dalle mani di Dio creatrici, dobbiamo poi ritornare a quel Dio. Prima siamo entrati senza meriti, ma dopo, per arrivare alla vita eterna, dobbiamo arrivare con dei meriti. In mezzo c'è il cammino, c'è il cammino.
E allora quale è il cammino? “In Gesù Cristo suo Figliolo, nostro Signore”. E cioè: seguendo il Vangelo; e non solamente volendo vivere il Vangelo, ma vogliamo anche usare, profittare della sua grazia, della Redenzione; Egli che ci ha meritato tutto quello che è necessario per la Vita eterna, cominciano dall'assoluzione del peccato originale, e dall'assoluzione dei peccati attuali. E in Lui la grazia: “Non son venuto a cercare i giusti, ma i peccatori a penitenza”; “Chi crederà sarà salvo e chi non crederà si perderà”.
Occorre pensare che il capire, il conoscere le cose della religione non è ancora virtù. La virtù, quella che salva, è poi il dono, cioè credere intimamente, credere intimamente, e credere perché Dio lo ha rivelato e la Chiesa ce lo propone, e la Chiesa ce lo propone.
Dice san Giovanni della Croce: “Vale più un atto di fede vera che non mille visioni”, uno avesse anche molte apparizioni della Vergine, o di qualche santo o di Gesù stesso. Perché lì lo si vede Dio, la si vede la Vergine. Ma la fede è credere ciò che non si crede. Quindi un atto di fede sincero vale più che mille visioni. Quindi non aspirare a cose che non si avvereranno forse; ma [pensare] che, se anche si avverassero, un atto di fede vale immensamente di più, per l'eternità.
“In Gesù Cristo, suo Figliolo unico”, il quale ha voluto venire a salvare l'umanità per la misericordia del Padre Celeste, mandato. E come ha Redento il mondo? e come ci ha insegnato la via del Cielo? Nato dalla Vergine per opera dello Spirito Santo, il quale compì la sua missione sulla terra, predicò il Vangelo, morì sulla Croce, Resuscitò, salì al Cielo, siede alla destra del Padre.
Ecco, questa è la Via che ha seguito: “Exivi a Patre meo”, “sono uscito dal Padre”, dice Gesù, “veni in mundum”, “son venuto nel mondo; di nuovo lascio il mondo e ritorno al Padre”, “et vado ad Patrem”. Così noi: lo stesso.
Solamente [pensiamo] se noi facciamo la Via che Lui ha tracciato, oppure se facciamo un'altra strada. Perché la strada finalmente ha un termine. E dove immette la strada che noi facciamo? Secondo la strada che prendiamo: o la strada comoda o la strada un po' più difficile, cioè l'abnegazione, moderare le nostre passioni, tenerle a freno, ecc.
“Iterum relinquo mundum et vado ad Patrem”. Può essere che si tardi un po', può essere che la vita sia un po' più lunga; e abbiamo considerato e fatto i suffragi per alcuni sacerdoti nostri, i quali sono passati all'eternità ancora in buona età. Ora ecco, la Via è stata tracciata da Gesù e quella è sicura. Ma quella che conduce alla perdizione? Vivere in Gesù Cristo, cioè seguire i suoi esempi, approfittare della sua grazia, grazia che ha acquistato morendo sulla croce.
E però Gesù non voleva stare perpetuamente sulla terra, ma voleva e doveva tornare al Padre. E ci ha messo la Chiesa. Ci ha messo la Chiesa, la quale è lei che ci guida, ci predica la Verità, ci insegna la Via della salvezza e ci dà i Sacramenti, cioè ci applica la grazia per mezzo del Battesimo, della Penitenza, della Comunione, dei Sacramenti in sostanza, e poi anche dei sacramentali.
La Chiesa cattolica crediamo. Crediamo che nella Chiesa vive lo Spirito Santo, il quale santifica le anime e illumina la Chiesa, la dirige. E allora abbiamo la Chiesa cattolica, la remissione dei peccati, poi alla fine la risurrezione della carne, la vita eterna. Ecco.
Ecco il concetto fondamentale: sono creato da Dio per fare la sua volontà; facendo la sua volontà [avrò] la vita eterna. La [sua] volontà è che seguiamo Gesù Cristo e viviamo secondo la Chiesa: vita in Cristo in Ecclesia. Occorre che pensiamo così, che viviamo secondo il disegno di Dio, secondo l'esempio che ci ha dato Gesù Cristo e con la sua grazia.
Oh, qui sta il fondamento: che abbiamo un'anima da salvare; che quest'anima è uscita dalle mani di Dio e che un giorno renderà conto: “Verrà a giudicare i vivi ed i morti”, i buoni e i cattivi, il Signore, e darà a ciascheduno quello che ciascheduno avrà meritato.
Questo è il punto fondamentale: non sono per rimanere sulla terra o per fare qualche cosa di grande che riempia gli occhi o godersi la vita o salire dei bei posti distinti, no! Bisogna che noi passiamo per quella Via per cui [= che] il Signore ci ha assegnato, ci ha indicato, e in generale la Vita in Cristo e nella Chiesa.
Poi, venendo ai particolari: il Signore ha voluto che noi ci umiliassimo, cioè che siamo guidati. Per aver l'assoluzione ci vuole il sacerdote; anche il Papa deve confessarsi per aver l'assoluzione; tutti dobbiamo fare l'atto di umiltà e lasciarci guidare in particolare. Perché in generale [dobbiamo vivere] in Cristo e nella Chiesa; ma noi non andiamo in generale, non siamo delle idee astratte, siamo persone concrete, dobbiamo lasciarci guidare; persone che ragionano sempre; ma alfine, dopo aver pensato, la decisione è [presa da] il confessore o il direttore spirituale: “Cammina così!”. E “qui vos audit me audit, qui vos spernit me spernit”, “chi vi ascolta sarà salvo e chi non vi ascolta si perde”.
Quante volte già, se si fa un po' di attenzione o almeno se si son letti alcuni discorsi del Papa, specialmente nel primo anno della sua elezione, [egli ha detto]: “La mia vita è stata nell'obbedienza e nella pazienza; ho camminato così: ho fatto sempre ciò che mi dicevano”. Ecco, questa è la Via vera: in Cristo et in Ecclesia, ma non in generale, in particolare, perché siamo persone concrete, determinate.
Quindi, ad esempio, quello che è nella famiglia paolina non è mica venuto per capriccio, è venuto in obbedienza. Ora si possono fare anche tanti sbaglietti, ma in sostanza la via è buona e quindi sappiamo di essere nel volere di Dio.
Allora conservarsi nell'umiltà, nell'umiltà in due maniere: primo: noi dipendiamo da Dio e solo se assecondiamo Dio saremo salvi. Il Signore ha delle volontà su ciascheduno di noi; l'ultima sua volontà sarà: “Euge, serve bone et fidelis”, “Avanti servo buono e fedele, entra nel gaudio del tuo Signore”, l'ultima volontà. Ma se si è fatta prima la volontà di Dio, quella sarebbe l'ultima volontà che facciamo e allora entriamo, “intra in gaudium Domini tui”; ma se uno vive secondo la propria volontà o secondo i propri capricci, o secondo le proprie passioni, che cosa sarà? Ecco, in primo luogo questo.
In secondo luogo questo: non solo essere disposti a fare il volere di Dio, ma pregare, pregare, pregare. Perché non avremmo la forza senza la grazia di Dio, non avremmo il dono della grazia, cioè della vita spirituale, della vita soprannaturale. E ci vuole la vita soprannaturale per entrare in Paradiso.
E poi in terzo luogo, oltre che pregare: ricevere bene i santi sacramenti; preghiera quotidiana, oggi, per vivere bene la giornata di oggi; e così di giorno in giorno camminare nella volontà di Dio.
Perché tanti si disorientano? Perché non hanno il principio fondamentale: “Venuti da Dio, dobbiamo tornare a Dio”. E, volere o non volere, torneremo a Dio per essere giudicati.
Si muore una volta, ma dopo la morte c'è il giudizio particolare “ut referat unusquisque propria corporis sive bonum sive malum”. Perché ognuno si può scapricciare sulla terra, far come vuole, ma finalmente Iddio ci aspetta al momento “ut referat unusquisque propria corporis sive bonum sive malum”, “perché ciascheduno renda conto di quello che avrà fatto, o di bene o di male”. E se siamo stati contro la volontà di Dio, è male; e se siamo stati secondo la volontà di Dio, quell'obbedienza fatta in vita ci assicura l'ultima obbedienza nella sentenza finale, buona, santa, beatificante.
Oh, chiedere quindi aumento di fede, aumento di fede in questi principi fondamentali.
Dopo aver la speranza, viene la carità, perché allora si orienta la vita verso Dio e questa è la carità verso Dio. Orientare la vita al cielo vuol dire che si considera Dio come sommo bene, eterna felicità: ecco la carità, se noi orientiamo la vita per arrivare a quel posto.
Dunque, siccome la Chiesa in questi giorni continua a farci chiedere la grazia di possedere la fede e dopo la fede la visione di Dio, ecco, questi giorni sono adatti per chiedere aumento di fede.
E quindi chi avrà creduto vedrà, chi avrà creduto vedrà. E chi non avrà creduto? Sarà nelle tenebre, tenebre eterne; perché è già allo scuro, qua, delle cose divine, di se stesso: non conoscer noi stessi, per che cosa siamo e cosa dobbiamo fare. Ma chi crede sarà salvo, eternamente salvo.
Preghiamo dunque durante la Messa il Signore che aumenti in noi la fede: “Adauge nobis fidem”, “Che io creda sempre di più”.
Sia lodato Gesù Cristo.

11. Festa del SS. Nome di Gesù

Disco 6/A
AR-106.75
ciclo natalizio
FESTA DEL NOME DI GESÙ
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 31”



[musica 0:15] Festa del nome di Gesù [0:17 musica]
[0:33] L’onomastico di ogni uomo, e specialmente di persone care e sante, viene ricordato e festeggiato. Quanto più è degno di celebrazione e venerazione quello di Gesù! San Paolo ricorda che il Padre Celeste “donavit illi nomen quod est super omne nomen”.
[1:00 musica]
[1.09] È nome dato da Dio. È nome che gli viene dal suo uffizio, è nome innato, non inventato da un angelo, né da uomo.
[1:23] Introito: Nel nome di Gesù Cristo tutti si devono prostrare in cielo, in terra, nell’inferno, ed ogni lingua deve confessare che il Signore Gesù Cristo è nella gloria di Dio Padre.
[1:45] Preghiera: O Dio che hai costituito il tuo Figlio unigenito Salvatore del genere umano ed hai voluto che fosse chiamato Gesù, concedici propizio, di godere nel Cielo la visione di Colui del quale in terra veneriamo il santo Nome.
[2:10] Gesù significa Salvatore del genere umano. Nome grande ed eterno: poiché in Gesù Cristo sono raccolte tutte le ricchezze di sapienza, di grazia, di misericordia.
È nome potente: i demoni credono e tremano.
È nome misericordioso: perdona a chiunque umilmente si rivolge a Lui.
S. Pietro, dopo aver guarito lo storpio, esalta il potere misericordioso di Gesù.
[2:52] Dicono infatti gli Atti degli Apostoli: “In quei giorni Pietro, ripieno di Spirito Santo, dichiarò: “Capi del popolo ed anziani, ascoltatemi. Giacché oggi siamo interrogati sul beneficio fatto ad uno storpio per sapere in qual modo questi sia guarito, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo l’Israele, che in nome del Signor nostro Gesù Cristo Nazareno, da voi crocifisso e risuscitato da Dio, per mezzo di lui che ora è sano dinanzi a voi, quest’uomo. Gesù è la pietra che fu scartata da voi, costruttori, e che è divenuta la pietra angolare. In nessun altro c’è salvezza.
[3:55] Il nome di Gesù fu imposto l’ottavo giorno dalla nascita. Ascoltiamo il Vangelo....
[4:02 musica]
[4:20-4:30 – Lc 2,21] Quando furono compiuti gli otto giorni, gli fu messo nome Gesù, com’era stato chiamato dall’Angelo prima che fosse concepito nel seno materno.
[4:31 musica]
[4:50] San Bernardo commenta: “Il nome di Gesù è melodia all’orecchio, cantico sulle labbra, giubilo al cuore”. Nome che viene dalla Scrittura paragonato all’olio. L’olio serve a tre uffici: illuminare, nutrire, medicare.
[5:17] È luce: la predicazione degli Apostoli che esaltavano Gesù ha diffuso una gran luce nel mondo intero.
[5:29] È cibo: può trovarsi forse un cibo migliore che Gesù Cristo Eucaristico?
Ripara le forze perdute, allieta l’anima, ringiovanisce le forze, infonde affetti santi, porta le virtù.
[5:49] È medicina: chi è afflitto ricorra a Gesù. Ed ecco svanire il dubbio o lo sconforto; ritornerà il sereno delle spirito.
[6:02] Preghiera: Ti celebrerò, o Signore mio Dio, con tutto il mio cuore, glorificherò in eterno il tuo nome, poiché tu, o Signore, sei buono e benigno e molto misericordioso verso tutti coloro che t’invocano.
[6:24 musica]
[6:39] “Niun canto è più soave, niun suono più giocondo, niun pensiero più dolce che Gesù, Tu Figliuolo di Dio.
[6:48 musica 7:31]

Preparazione alla festa dell'Immacolata
(1957)


…ha cominciato a preparare colei che doveva essere Madre del Figliuolo di Dio, sì. Il Signore, voleva che il suo Figliuolo, il Figliuolo di Dio, al momento dell’Incarnazione fosse posto in un Tabernacolo degno, in un Tabernacolo che non avesse mai avuto qualche cosa di meno che santo, che cioè non fosse mai stato abitato dal diavolo, dal peccato. Quindi ogni cosa che si riferisce al peccato, ecco, non si può mai applicare a Maria: è immacolata, “tota pulchra”, tutta bella. Ecco.
Allora noi, celebrando il grande avvenimento, celebrando il privilegio di Maria Immacolata, dobbiamo pensare: ricevere Gesù nella Comunione, il Figlio di Dio incarnato! Oh! Prepararsi con la Madonna, prepararsi con la mondezza del cuore, la mondezza della mente, la mondezza del corpo, la mondezza della volontà, sì; affinché, quando Gesù viene deposto sopra nostra lingua, noi lo riceviamo con la innocenza, con cuore mondo, cuore mondo!
Pensiamo come Maria ricevette il bambino Gesù e là nel presepe lo depose sopra la paglia, nella greppia, con quale riverenza, rispetto e amore!
Ecco va tanto bene nella preparazione alla Comunione ricordare l’Immacolata Concezione. Se Iddio Padre volle intervenire con un privilegio così grande rispetto a Maria per preparare il suo cuore a ricevere il Figlio di Dio, il suo Figlio, quando si sarebbe incarnato, anche noi dobbiamo preparare un cuore puro, santo, alla Comunione. Va tanto bene la pratica: dal mezzodì fino al momento della Comunione del giorno seguente pensare così: «Domani devo fare la Comunione, bisogna che il mio cuore quest’oggi sia immacolato, se non voglio commettere neppure la minima mancanza volontaria» – sì, dei difetti involontari sempre ne abbiamo – «ma voglio preservare il mio cuore anche dalle macchie più piccole volontarie, cioè non voglio acconsentire a nessun atto, a nessun pensiero e a nessun sentimento che sia anche soltanto una venialità».
Pensare come Maria Santissima preparò i pannolini per avvolgere il bambino Gesù appena nato. Allora da mezzodì fino al momento della Comunione, immacolati perché abbiamo da ricevere Gesù. E poi dalla Comunione fino a mezzodì, un continuato ringraziamento in questo senso: «Gesù è in me, non voglio disgustarlo, non voglio trattare male il mio ospite divino», ecco.
Oh! E allora evitare, anche qui, le offese a Gesù sebbene piccole, ma quelle che sono volontarie – parliamo sempre di cose volontarie –.
Così la giornata è eucaristica, perché dal mezzodì fino all’indomani mattina, è una preparazione a ricevere Gesù, e dal mattino, dalla Comunione, fino al mezzodì, è un ringraziamento a Gesù venuto, Gesù che sta nel nostro cuore, Gesù che sta prima sacramentalmente e poi sta spiritualmente, sta, abita in noi, come Dio. Sì.
Considerare sacro il petto, il cuore, come si considera sacro il Tabernacolo. Vedo che c’è grande diligenza, qui, a tenere pulito l’Altare – non solo l’Altare, ma anche la chiesa –, a tenere bene in ordine il Tabernacolo, a osservare anche tutte le prescrizioni liturgiche della chiesa. Ma il nostro cuore è un Tabernacolo migliore che quello di pietra che sta sull’Altare – che è quello di legno, quando il Tabernacolo è di legno, e fosse anche d’oro –: il nostro cuore è un cuore vivo. L’uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio. Ecco. E allora, tanto più di diligenza, a conservare il cuore immacolato! Però mai crearsi degli scrupoli; la delicatezza è tutt’altra cosa che lo scrupolo. Oh!
Questo anche per un’altra ragione, e cioè perché la suora è consecrata a Dio, appartiene a Dio.
Fare i voti, vuol dire tre cose.
Primo: separarsi dalla comune degli uomini, dalla comune. E questo vuol dire quanto disse il Signore: «Exi de cognatione tua et de finibus tuis», sì, «esci dalla tua parentela, esci dal tuo paese, e vieni al luogo che io ti mostrerò». Sì. Quindi una separazione dal mondo, ecco.
Queste sono le anime che il Signore ha creato per sé; sono le anime che devono fare un ufficio tutto diverso dagli uffici ordinari, dai mestieri, dagli impieghi che hanno le persone ordinarie; di modo ché la vocazione importa una separazione; ma separarsi davvero con i sentimenti, con i pensieri, con l’attività.
Separazione: Gesù diceva degli Apostoli: «Et hi de mundo non sunt», «non sono mondani questi», «sicut et ego de mundo non sum», «come anch’io non sono mondano, non son del mondo».
Ecco, bisogna proprio che entri bene nell’anima che noi abbiamo fatto una separazione. E «lasciate che i morti seppelliscano i loro morti», nel pensiero e nel senso che Gesù dava a queste parole, quando esortava quel tale a non recarsi in famiglia a seppellire il padre che era defunto.
Poi la professione implica la consecrazione a Gesù. Il che significa che dopo apparteniamo a Gesù. Ci possono essere tanti calici da consecrare, e possono essere adoperati per un uso comune, anche magari per bere a tavola. Ma quando un calice vien consecrato, è profanazione usarlo per uso comune come bere a tavola, perché è di Gesù, è sacro! Così, consecrati a Dio, non possiamo più impegnarci nelle cose comuni. I nostri interessi sono quelli di Gesù, cioè che noi ci santifichiamo e che salviamo – con l’Apostolato – anime. Siamo suoi, consecrati a lui. E non è una consecrazione, [la] professione, come quella che si fa alla Madonna quando si recita quella formula di consecrazione: qui è una donazione completa! una donazione che è anche irrevocabile, perpetua: «Sono di Gesù».
Lo può dire ogni cristiano in qualche senso, ma il religioso o la religiosa in un senso molto più ampio: «Sono di Gesù!». E se una cosa appartiene a Gesù, noi bisogna che la rispettiamo. Quindi rispettare i propri occhi, il proprio udito, la propria lingua! Non possono mai venir usati a peccare i sensi: sono di Gesù. E «nessuno mi tocchi! nessuno mi tocchi! sono di Gesù», consecrati a Lui.
Poi la professione implica ancora un sacrificio, un’offerta. «Sono di Dio, Dio può adoperarmi in quello che vuole. Io non ho più volontà, ho offerto tutto a Lui. E quindi vado immolando la mia vita un po’ per giorno, un po’ per giorno per il Signore». Perché ogni giorno che passa, ecco, si abbrevia la nostra vita. «Oggi vado morendo un po’»: “quotidie morimur”. Moriamo a quel tempo che viene già consumato, viene già passato. Ecco. E se dovevamo vivere, supponiamo, centomila giorni – per dire un numero –, uno di meno allora.
Offrire tutto il consumarsi della nostra salute, del nostro tempo al Signore! Ma anche accettare tutto quel che il Signore dispone a nostro riguardo e impegnarsi in opere buone, in opere sante! Perché siamo di Dio.
Il sacrificio. È chiaro che dopo il sacrificio di Gesù sul Calvario e dopo il martirio, la professione fatta bene è il maggior sacrificio. È l’atto più meritorio. Ma viverla, questa professione! Viverla!
Ecco perché noi religiosi dobbiamo prepararci all’Immacolata con un sentimento più profondo che non i semplici cristiani. Perché? Perché, da prima, ci comunichiamo spesso; quindi bisogna che rendiamo il Tabernacolo del nostro cuore sempre più santo, sempre più accogliente rispetto alla Comunione, rispetto a Gesù; e, d’altra parte, ché noi sentiamo di essere totalmente di Dio, perché separati dal mondo, come ha voluto Iddio, offerti a Gesù come ha voluto il Signore e destinati a sacrificarci e a diventare come vittime di amore – e anche l’accettazione della morte è compresa –, vittime di amore per Gesù.
Quando si parla di anime vittime, alle volte si dicono delle cose un po’ inesatte; meglio: si scrivono delle cose un po’ inesatte in certi libri. Ma noi abbiam da comprendere bene il senso: le anime consecrate a Dio sono tutte vittime, se intendono bene la professione, se intendono bene la professione.
Perché Gesù dopo, ha diritto di disporre di noi, che ci siamo consecrati a lui in una maniera speciale, non solamente come ha diritto di disporre di tutti i cristiani e di tutti gli uomini, ma in modo particolare. Appunto per la professione.
Allora celebriamo santamente la festa dell’Immacolata, leggendo qualche cosa sulla Madonna, dicendo i Rosari meglio, ricordando frequenti giaculatorie, ma soprattutto preparandoci sempre bene alla Comunione.
Questo è il modo di onorare il privilegio dell’Immacolata Concezione. Immacolata perché doveva essere il Tabernacolo di Gesù, immacolati perché dobbiamo diventare il Tabernacolo di Gesù, portar sempre Gesù con noi, nel nostro cuore. Il nostro cuore un Tabernacolo!
Sia lodato Gesù Cristo.

09. Domenica tra l’Ottava di Natale

Disco 5/A
AR-105.73
ciclo natalizio
DOMENICA TRA L’OTTAVA DEL NATALE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 8’ 02”



[musica 0:22] Domenica tra l’Ottava del Natale [0:25 musica]
[0:42 musica sottofondo] Introito della Messa: Mentre un profondo silenzio avvolgeva ogni cosa e la notte era alla metà del suo corso, il tuo Verbo onnipotente, o Signore, discese dal Cielo dal suo trono regale.
[1:02 musica]
[1:08] I doni del Natale. Esso è un mirabile commercio, uno scambio tra la divinità e l’umanità. L’uomo offre al Figlio di Dio la natura umana, il Verbo di Dio la riceve e l’assume in unione personale.
Inoltre Gesù partecipa la sua natura divina all’uomo e rende l’uomo figlio di Dio, secondo il Vangelo. Così diede all’uomo il potere di diventare figlio di Dio. Il cristiano avrà quindi due vite: la vita naturale nella sua nascita, e la vita soprannaturale nella Grazia nel Battesimo.
[2:05] Il Natale ci rende Dio visibile; infatti dice Gesù: “Chi vede me vede il Padre”.
Cristo ha parlato a noi, ci ha lasciato i suoi esempi; Gesù Cristo come uomo è passibile per espiare i nostri peccati, e con le sue sofferenze e con la sua santità ci ha riaperto il Cielo.
[2:34] Dice l’Epistola: Fratelli, per tutto il tempo che l’erede è fanciullo, in nulla differisce dal servo, sebbene sia padrone di tutto; e rimane sotto tutori e i procuratori fino al tempo prestabilito dal padre. Così anche noi, quando eravamo giovani, dovevamo ubbidire a prescrizioni puramente materiali. Ma giunta la pienezza dei tempi, Dio mandò il suo Figliuolo, nato di donna, sottomesso alla legge, per redimere quelli che erano sotto la legge e per donarci l’adozione dei figli. Come tali Dio infuse nei vostri cuori lo Spirito del suo Figlio che invoca: “Padre!” Ora non sei più servo, ma figlio; e se figlio anche erede, per grazia di Dio”.
[3:38] Perciò in Gesù Cristo l’uomo può diventare figlio di Dio: con la fede, col battesimo, con la vita cristiana. Questo Bambino dal presepio offre a tutti la salvezza.
[3:52 musica]
[3:54-5:12 –Lc 2,33-40] In quel tempo Giuseppe e Maria, madre di Gesù, restavano meravigliati delle cose che si dicevano di lui. E Simeone li benedisse, dicendo però a Maria sua madre: «Ecco, Egli è posto a rovina e a risurrezione di molti in Israele e bersaglio di contraddizione; e anche a te una spada trapasserà l’anima, affinchè restino svelati i pensieri di molti cuori». C’era inoltre una profetessa, Anna, figliola di Fanuel, della tribù di Aser, molto avanzata in età, vissuta con suo marito sette anni., Rimasta vedova fino agli ottantaquattro anni, non usciva dal tempio servendo Dio notte e giorno, con preghiere e digiuni. Questa dunque sopraggiunse in quell’ora stessa E dava gloria al signore parlando di lui a quanti aspettavano la redenzione d’Israele. E soddisfatto che ebbero tutto, secondo la legge del Signore, se ne tornarono in Galilea, alla loro città di Nazaret. E il fanciullo cresceva e s’irrobustiva, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era in lui.
[5:13 musica]
[5:34] Uomini che rifiutano Gesù Cristo per ignoranza; e questo fu anche per Saulo: prima persecutore feroce dei cristiani; poi per il richiamo e la luce di Gesù Cristo divenne il più ardente apostolo della Chiesa.
Altri rifiutano Gesù Cristo per orgoglio, altri per sensualità, altri per viltà. La storia della Chiesa è tanto macchiata di sangue, e continua ed anche più ostinata. Pio IX diceva che la Chiesa ha anche un suo proprio carattere: perseguitata.
[6:19] All’opposto, migliaia di martiri, di apostoli, di vergini, di missionari, di innumerevoli cristiani e fedeli pieni di fede, di speranza, di carità; splendidi esempi delle virtù cristiane in ogni tempo, in ogni nazione, in ogni classe sociale. La storia degli amatori di Gesù Cristo non è finita: la serie dei santi continua e si accresce. Oggi schierarsi tra i fedeli di Gesù Cristo con la fede e con la vita.
[6:56 musica]
[7:10 musica sottofondo] Preghiera: Tu, o Bambino Celeste, tu sei il più bello e più santo tra i figli degli uomini; la grazia è cosparsa sulle tue labbra. Attira tutti gli uomini con l’amore e la luce divina, e col tuo calore risveglia gl’indifferenti.
Signore, te ne preghiamo, per il sacrificio che presentiamo alla tua maestà, concedici la grazia di una vita buona che ci assicuri il premio della beata eternità.
Signore, per la virtù di questo sacramento, vengano estirpati i nostri vizi e realizzati i nostri santi desideri.
[8:02 musica 8:04]

27. II Domenica di Passione o delle Palme

Disco 14/A
AR-114.91
ciclo pasquale
DOMENICA DELLE PALME
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 53”



[musica 0:19] Domenica seconda di Passione, delle Palme [0:23 musica]
[0:35] La funzione ha due significati: l’entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme tra gli “osanna” del popolo, e l’uscita di Gesù da Gerusalemme, portando la croce, dopo le grida del popolo “crucifige”. Dall’”osanna” al “crucifige” passano meno di sei giorni: così va il mondo.
[1:05]Antifona della benedizione della palma: Osanna al Messia! Benedetto Colui che viene nel nome dal Signore! O Re d’Israele: osanna nei cieli immensi!
[1:21] Preghiera: O Dio onnipotente ed eterno, che per dare al genere umano esempio di umiltà da imitare, hai deciso l’Incarnazione del Salvatore e la sua Passione in croce; concedici propizio d’imitarlo nella sofferenza, per poter poi partecipare alla sua risurrezione.
[1:50] Ogni persona ha un compito sulla terra, segnato da Dio: alfine, se ben eseguito, il premio eterno. Non hanno valore le creature per sé; non dobbiamo né disprezzarle, né abusarne, ma usarle bene, in quanto servono al fine, senza attaccarci né rifiutarci. Ma non abusarne se impediscono di conseguire il fine; conservare una santa indifferenza, ma giudicarle secondo il fine. Così Gesù che accolse con piena serenità gli “hosanna” e i “crucifige”: tutto serviva alla sua missione di Salvatore.
[2:44] Dalla lettera di San Paolo ai Filippesi: “Fratelli, abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù, il quale, pur essendo Figlio di Dio, non considerò la natura divina come diritto esclusivo ed inalienabile, ma si volle annientare assumendo pure la condizione di schiavo col farsi uomo ed apparire tale. E si umiliò ancora nell’obbedienza fino alla morte, e morte di croce. Per questo Iddio lo esaltò e gli diede un nome superiore ad ogni altro nome, perché nel nome di Gesù tutti si devono prostrare in cielo, in terra e nell’inferno: ogni lingua riconosca che il Signore Gesù partecipa alla gloria del Padre”.
[3:44 musica]
[4:02-5:16 – Mt 21,1-9 vangelo breve] Avvicinandosi a Gerusalemme, arrivato a Bètfage, presso il monte degli Olivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: Andate nel villaggio a voi dirimpetto, e subito troverete un’asina legata con il suo puledro, scioglietela e menatela a me. E se alcuno vi dirà qualche cosa, ditegli che il Signore ne ha bisogno, e subito ve li rilascerà. Or tutto questo avvenne perchè si adempisse quanto fu predetto dal profeta: Dite alla figlia di Sion: Ecco, il tuo re viene a te mansueto, seduto sopra un’asina e un asinello, puledro di una giumenta. I discepoli andarono e fecero come aveva loro comandato Gesù. E menarono l’asina e il puledro, e vi misero sopra i mantelli, e Gesù sopra a sedere. E la gran turba stese i mantelli per la strada, alcuni tagliavano rami dagli alberi e li stendevano per la strada. E le turbe che precedevano e quelle che seguivano gridavano: Osanna al figlio di David! Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
[5:17 musica]
[5:36] Che cos’è che vale? il giudizio di Dio.
Che cos’è che vale? la volontà di Dio.
Che cos’è che vale? il premio eterno.
Che cos’è che vale? quello che serve per l’eternità.
Che cos’è che vale? l’aiuto di Dio.
Che cos’è che vale? la grazia e la santità.
Invece che cos’è che non vale? il giudizio degli uomini.
Che cos’è che non vale? il desiderio della carne.
Che cos’è che non vale? il godimento passeggero.
Che cos’è che non vale? quello che non serve per l’eternità.
Che cos’è che non vale? ciò che trascina al male.
Che cos’è che non vale? quello, che si deve lasciare in punto di morte.
[6:41] Ognuno chieda la fede e la sapienza celeste, che sono doni dello Spirito Santo.
[6:50 musica]
[6:56] Preghiera: Per l’efficacia di questo mistero della Messa, o Signore, siano cancellati i nostri peccati e siano esauditi i nostri giusti desideri. Cosi sia.
[7:13 musica 7:53]

35. Domenica dopo l’Ascensione

Disco 18/A
AR-118.99
ciclo pasquale
DOMENICA DOPO L’ASCENSIONE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 6’ 39”



[musica 0:09] Domenica fra l’Ottava dell’Ascensione [0:11 musica]
[0:28] Gesù Cristo prima di salire al Cielo aveva promesso lo Spirito Santo. Apostoli, discepoli, pie donne e fratelli, secondo l’ordine di Gesù, si riunirono con Maria nel Cenacolo e “perseverarono unanimi nella preghiera”. Fu la prima e la più grande novena.
[0:54] Leone Decimoterzo la restaurò.
[0:59] Sugli Apostoli e Maria discese lo Spirito Santo sotto forma di globi di fuoco. Invece ai cristiani si comunica con la sacra unzione della Cresima. La Cresima perfeziona in un certo senso il Battesimo. Nel Battesimo è generato il cristiano che riceve la fede, nella cresima invece si forma il soldato e l’apostolo di Gesù Cristo per vivere coraggiosamente la fede, e difenderla e diffonderla.
[1:40] Come vivere la fede si ha nell’Epistola della Messa: “Carissimi - dice l’Apostolo Pietro -; siate prudenti e vegliate nella preghiera. Soprattutto abbiate continuamente tra di voi il vicendevole amore; perché la carità copre un gran numero di peccati. Praticate l’ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorazioni. Ciasceduno metta a servizio degli altri fratelli le grazie ricevute, come buoni dispensatori della multiforme grazia di Dio. Se uno parla, parli come chi espone gli oracoli di Dio; se uno comanda, sappia che lo fa per un potere concesso da Dio, affinché il Signore sia glorificato in tutto, per nostro Signore Gesù Cristo”.
[2:48] Come difendere e come diffondere la fede è spiegato nel Vangelo.
[2:54 musica]
[3:11-4:08 – Gv 15,26-27; 16,1-4] In quel tempo: Gesù disse ai suoi Discepoli: “Quando sarà venuto il Consolatore, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e voi pure mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin da principio. V’ho detto questo affinché non vi scandalizziate. Vi scacceranno dalle sinagoghe, anzi è per venire l’ora in cui chi vi uccide crederà di onorare Dio. E così vi tratteranno perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma questo ve l’ho detto, affinché quando avverrà vi rammentiate che ve ne ho parlato”.
[4:09 musica]
[4:27] La Cresima è Sacramento che imprime il carattere; perciò si riceve una volta sola.
[4:35] Lo Spirito Santo abita nel cresimato, e guida il cristiano docile alle sue ispirazioni. Dice San Giovanni Evangelista: “Per la sacra unzione della Cresima Egli vi insegna tutte le cose ed è verace, e non ha menzogna. State saldi e seguite quanto vi ha insegnato”.
[5:07] La Cresima viene ordinariamente conferita dal Vescovo, con l’unzione del Sacro Crisma; in alcuni casi anche dal sacerdote. Occorre una buona preparazione per riceverla: istruzione, buona vita, buona confessione.
[5:32] Il cresimato dovrà allinearsi decisamente con i cristiani praticanti, edificare in famiglia e in società col buon esempio; resistere ad ogni forma di mali e di errori, ricordando l’avviso di San Pietro: “Siate prudenti”.
[5:55 musica]
[5:57] Preghiera: O Dio, che hai ammaestrati i cuori dei fedeli con la luce dello Spirito Santo, donaci di gustare nello stesso Spirito la verità e di godere sempre della sua consolazione. Così sia.
[6:18 musica 6:39]

Trascrizione del file: 0000-00-00_Quaresima e preparazione alla Pasqua (x).mp3
durata 23.34

Don Giacomo Alberione - ai Discepoli

Quaresima e preparazione alla Pasqua



È sempre bene che ci salutiamo con le parole: “Il Signore sia con voi”, e “con noi”.
Siamo nel periodo della Quaresima e dobbiamo santificarla come preparazione alla grande Settimana Santa e poi la Risurrezione e poi il tempo di preparazione a ricevere i doni dello Spirito Santo nella Pentecoste: è un tempo così santo, così pieno di grazie, questo tempo bisogna che santifichiamo bene questo tempo.
Come Quaresima, voi non avete bisogno del digiuno, no. Ma, perché la Quaresima sia santificata, due pensieri: il primo pensiero: la purificazione nostra; e secondo: la santificazione nostra: due pensieri che possono essere di direzione, sì.
La purificazione. Certamente l'attività che voi svolgete è buona; tuttavia vi sono sempre dei difetti, sì, che abbiamo da togliere: quello che può dispiacere al Signore.
La purificazione: fare le cose bene e farle con retta intenzione, sì.
Purificazione. I nostri pensieri sono tutti sempre buoni? e come sono i sentimenti che sono in noi, son tutti buoni? e poi le parole che noi usiamo, diciamo? e poi quello che è da fare nella giornata, sì.
Purificazione: la Messa sentita bene, partecipata bene, la Comunione, quello che è la meditazione.
La purificazione. Siamo pronti, la mattinata, ad entrare nel servizio di Dio a suo tempo? La giornata comincia così bene nel volere di Dio! Se la giornata [è] cominciata bene, quando comincia bene c'è da sperare che tutta la giornata sia fatta, seguita secondo il volere di Dio. E quello che sono poi gli uffici che in una giornata [sono] da compiere: l'apostolato; poi nelle relazioni vicendevoli tra di noi, tra di voi, il modo di comportarsi; poi, quanto all'apostolato, se c'è la rettitudine di pensiero, di intenzioni; e se noi facciamo le cose bene, sì, fare le cose bene; e poi, la stessa ricreazione, lo stesso tavolo, lo stesso riposo che si riprende la sera: tutto sia fatto rettamente.
E per avere il grande esemplare, [pensare] come era e come ha condotto la vita Gesù a Nazareth: preghiera, ma poi faceva tutto bene e sempre progrediva in santità. Pensarlo: che Gesù al mattino [iniziava] con la sua preghiera e poi [andava] al lavoro di falegnameria, fino a 30 anni. Esultare: egli ha fatto le cose bene, “omnia fecit...”.
Possiamo noi ancora perfezionare ciò che giorno per giorno abbiamo da compiere? Sì, se noi continuiamo a fare bene la confessione, a fare bene l'esame di coscienza per la quaresima; per la quaresima [queste] due [cose] sono quello cioè [che è utile] per la purificazione.
Buone confessioni; e che siamo puntuali ogni settimana. Le confessioni che siano accompagnate da buon dolore.
E poi dalla [pratica] quotidiana, cioè l'esame di coscienza: fare già l'esame di coscienza al mattino, come sentiamo il dovere di fare le cose della giornata; e l'esame di coscienza, dopo, l'esame di coscienza verso il mezzogiorno, e nella Visita, e alla sera.
Per la purificazione dunque durante la Quaresima fissarsi specialmente sopra due punti: buone confessioni, buoni esami di coscienza.
Purificazione. Allora riceveremo l'abbondanza delle grazie nella settimana santa, nella Risurrezione di Gesù e lo Spirito Santo a Pentecoste. Primo punto.

Secondo punto la santificazione. Già si è e avete seguita bene la vita consacrata al Signore, consacrata al Signore. E vi sono però sempre dei bisogni e delle necessità per migliorare la vita nostra, la vita nostra, in questi pensieri della santificazione nostra, la vita nostra, come Gesù ha detto: “Io sono la Via”. Guardare e considerare il Vangelo, come Gesù ha operato nella sua vita privata e nella sua vita pubblica e nella sua vita dolorosa [...]; e esaminiamo la nostra vita se ci vogliamo immedesimare a Gesù. Immedesimarci a Gesù, contemplare almeno frequentemente la vita che Gesù ha condotto e di cui ci ha lasciato l'esempio: “Io sono la Via”. Poi Gesù ha aggiunto: “Io sono la Verità”: la verità, quello che egli ha predicato e insegnato.
A questo punto [è] da consigliarsi specialmente in questo tempo la lettura del Vangelo. Quanti libri ci sono in giro! Ma c'è il Libro, ecco, quello che è il Libro, il gran Libro, il Libro di Dio. E se noi cerchiamo di leggere cose varie, se sono da fare, anche, perché dobbiamo anche insegnare agli altri, ma in primo luogo noi leggiamo e consideriamo e meditiamo e cerchiamo di comprendere tutti gli insegnamenti di Gesù.
Il Vangelo si può leggere ogni anno; si può leggere – si può dire – quotidianamente. Poi abbiamo fatto il Vangelo presi [= unendo] tutti e quattro i Vangeli insieme. E tutti i giorni si può fare una meditazione, ma particolarmente conviene nel tempo di quaresima.
Conoscere sempre meglio Gesù, che cosa ci ha dato, che cosa ci ha detto. Bisogna che le parole non siano considerate soltanto come una lettura comune: qui è quel che dice il Figlio di Dio Incarnato! quello ci ha insegnato!
Tante volte si passa un po' con superficialità, ma bisogna mettersi davanti a Gesù nel Tabernacolo, davanti a Gesù, come se parlasse in questo momento: e sono le parole che Egli ha detto. Quindi approfondire la conoscenza di Gesù, la somma Verità.
Questo è poi il riflesso del gaudio eterno, della visione di Dio, della visione di Dio, a misura che noi abbiamo a approfondire la fede, l'insegnamento di Gesù, sì, come Gesù è stato perfetto nella sua vita. E poi egli ci ha insegnato che noi continuiamo a meditare e ad approfondire i punti del Vangelo, cominciando dal discorso che è durato circa tre capitoli [nel vangelo di] san Matteo. Quindi conoscenza sempre più.
E tanti pensieri e tante notizie e tante cose varie, che alle volte fan perdere solamente il tempo e sprechiamo l'intelligenza? No! Dobbiamo conoscere Dio! Conoscere Dio, conoscere Gesù Cristo!
E allora la visione di Dio è in proporzione che noi abbiamo avuto pensieri santi; perché, se [abbiamo avuto] pensieri vani e inutili, allora bisogna considerare quello che sarà al di là. In maniera che noi santificheremo sempre più la mente e lasciam da parte tutti i pensieri che sono inutili o meno buoni.
E poi quello che deve essere aggiunto: “Io sono la Vita”, la grazia, la vita di grazia: somma la visita. Possiamo alle volte fare un po' di meditazione o di esame alla fine della settimana e [chiederci]: “Questa settimana sono cresciuto in grazia, in santità?”. E poi, andando alla confessione, dobbiamo anche fare allora il nostro mea culpa.
Passano i giorni! E facciamoli rendere questi giorni per l'eternità!
La vita: vivere la messa, vita di grazia, la Comunione, l'Adorazione, sì; in particolare poi la confessione e poi tutte le pratiche di carità, sì. Specialmente in primo luogo viene la grazia dai sacramenti, ma poi da tutte le altre pratiche che sono nell'Istituto, sì.
Noi finora siamo sempre cresciuti in grazia e quindi in santità, che ha preparato e abita in noi? L'abbiam molto? Questi giorni, questi anni che si arricchiscano, gli anni e i giorni, arricchiscano di grazia; e quindi [ci ottengano] il possesso di Dio in cielo, l'amore di Dio eterno, la gloria, gloria in excelsis Deo, sì.

Ecco il tempo, quindi, della Quaresima: [tempo di] purificazione e santificazione, contemplando il crocifisso, leggendo il Vangelo; e portare sopra di noi l'esame che: “Sono stato in progresso? sono stato fermo o in retro?”. Ecco. Anno per anno, sì, che noi aumentiamo le ricchezze spirituali, le ricchezze di meriti!
Allora poi possono essere di buona meditazione in quaresima: come la purificazione, poi la santificazione, ecco.
Così la quaresima si passerà bene; e ci prepari per la Settimana Santa e per il tempo pasquale cominciando dalla Risurrezione di Gesù, fino alla discesa dello Spirito Santo sopra gli Apostoli, sino alla Pentecoste.
Arricchirci, dar tanta importanza a questo periodo dell'anno liturgico, grande importanza. Meditarlo il Vangelo, meditare il Messale, la Vita di Gesù, sì, meditare il Vangelo nel complesso. E certe volte si passa un poco superficialmente; ma se noi ci fermiamo e siamo sotto la luce di Dio, quindi ogni volta che lo leggiamo, che lo meditiamo, ci sentiamo più uniti a Gesù Cristo e Gesù Cristo in noi.
Allora i nostri propositi: purificazione e santificazione in questo periodo. Uniamoci tutti assieme per compiere bene e santificare bene la quaresima: purificazione e santificazione.
Adesso, durante la Messa, si possono meditare questi due pensieri, che si possono di nuovo giorno per giorno richiamare alla nostra mente. E concludiamo con l'esame di coscienza alla sera [esaminandoci su] quello che abbiamo fatto di bene, purificandoci, santificandoci.
Sia lodato Gesù Cristo.

Trascrizione da una registrazione della voce di don Giacomo Alberione
(data e luogo non precisati)


Ottava di Pentecoste


Oggi, ancora, siamo nell’ottava della Pentecoste e gli Apostoli hanno pregato per ottenere i doni dello Spirito Santo secondo aveva promesso di Gesù e secondo Gesù aveva loro comandato, cioè di fermarsi a Gerusalemme, perché dopo alcuni giorni sareste battezzati nello Spirito Santo, a differenza di san Giovanni che battezzava con l’acqua.
Essi hanno pregato con Maria. Invocare lo Spirito Santo tutti assieme, noi, e insieme a Maria, la sua grande potenza presso il Signore, grande bontà, misericordia per tutti noi suoi figli. Quindi tanto è felice, commovente la preghiera “Salve Regina, Madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra”.
Ecco la speranza che il Signore ci ha dato, “siam peccatori ma figli tuoi”.
Ecco siamo peccatori ma figli tuoi. E tuttavia confidiamo perché lei è misericordiosa.
Non si deve scoraggiare nessuno, avvicinandosi a Maria; tutti devono prendere coraggio e fiducia, perché una madre quando ha molti figliuoli e tra essi ce n’è uno che soffre di più, è malato, magari grave, che cosa fa? Le sue premure sono per quel figlio malato e magari perde anche le notti per vegliarlo, per essere pronta alle necessità del figlio malato e lascia un po’ da parte quelli che stanno bene.
Così è fatto il cuore di Maria.
La nostra ragione per presentarsi a Maria, confidare in Maria, è questa: di contare molte miserie, raccontare tutte le nostre necessità, i nostri peccati, i nostri difetti; e quando più ci mostriamo miseri, tanto più ella è sollecita per noi. E il motivo…

21. Domenica di Quinquagesima

Disco 11/A
AR-111.85
ciclo pasquale
DOMENICA DI QUINQUAGESIMA
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 17”



[musica 0:18] Domenica di Quinquagesima [0:20 musica]
[0:30] Introito: Sii tu, o Signore, il mio Dio protettore e il mio asilo nell’opera della mia salvezza; perché tu sei la mia fortezza ed il mio rifugio; e per il tuo nome sarai la mia guida e il mio pastore.
[0:50] Studiare a fondo il Vangelo, la missione di Gesù Cristo, l’essenza del Cristianesimo: che è Amore di Dio Padre, Amore del Figlio Incarnato, Amore dello Spirito Santo. L’uomo, diventato cristiano per essere la rinnovata immagine di Dio, ha da vivere ed osservare i due comandamenti: pieno amore a Dio, amore al prossimo in ordine a Dio. Il Paradiso è questo eterno amore che beatifica l’anima, in partecipazione all’eterno amore di Dio.
[1:33] Lo insegna San Paolo nella lettera al Corinti: “Anche se sapessi parlare tutte le lingue del cielo e della terra, se poi non ho imparato ad amare, assomiglierei soltanto ad un organino o ai piatti di una batteria. Quand’anche sapessi parlare a nome di Dio, conoscendone a fondo tutti i segreti; anche se avessi una fede tale da trasportare le montagne, se non son capace di amare, non sarei nulla di nulla. Anche se facessi elemosina di tutto quello che possiedo, se mi lasciassi bruciare vivo, e poi se non so amare, tutto il resto mi servirebbe proprio a niente.
[2:29] La carità è paziente, la carità sa rendersi utile; non è mai gelosa; la carità non si vanta e non cerca di farsi valere; non è superficiale, non cerca il proprio interesse, non si adira; non pensa male, non cerca soddisfazioni nell’ingiustizia, ma solo nella Verità. Per tutto trova una scusa, a tutti presta fiducia, ha speranza in tutto, e tutto accetta.
[3:10] L’amore non si esaurisce mai; le belle parole, quelle sì, si esauriscono. E l’eloquenza? Un giorno si ammutolirà. Il sapere? Sarà scomparso.
Ora vediamo tutte le cose come in uno specchio difettoso, sfocato; più tardi lo vedremo così come sono. Ora non conosco appieno il Signore, più tardi lo vedrò così, come lui vede me”.
[3:46] San Paolo dice di Gesù: “Mi amò, si sacrificò per me”. Gesù andò a Gerusalemme appositamente per morirvi per tutti gli uomini. Ed intanto nel cammino, in atto di compassione e d’amore, guarì un cieco. Sentiamo il Vangelo...
[4:09 musica]
[4:28- – Lc 18,31-43] Gesù, presi in disparte i Dodici, disse loro: «Ecco, noi ascendiamo a Gerusalemme e si adempiranno tutto le cose predette dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo. Egli sarà dato nelle mani dei gentili, sarà schernito e flagellato e coperto di sputi, e dopo averlo flagellato lo uccideranno ma risorgerà il terzo giorno». E quelli nulla compresero di tutte quelle cose, e il senso di esse era loro nascosto e non afferravano quanto veniva loro detto. Ora avvenne che mentre Egli si avvicinava a Gerico, un cieco sta seduto lungo la strada a mendicare. E sentendo passare la folla, domandò che cosa mai fosse. Gli dissero che passava Gesù Nazareno. Allora egli gridò: «Gesù, figlio di David, abbi pietà di me!» E quelli che precedevano gli gridavano di tacere, ma lui a gridar più forte che mai: «Figlio di David, abbi pietà di me!». Allora Gesù fermatosi, comandò che gli fosse menato e quando gli fu vino gli domandò: «Che vuoi che io ti faccia?». E qullo: «Signore, - esclamò - che ci veda!». E Gesù gli disse: «Guarda!... La tua fede ti ha salvato». E subito ci vide e gli andava dietro glorificando Iddio. E tutto il popolo visto ciò, lodò Dio.
[6:09 musica]
[6:20] Inizia in questi giorni l’esercizio della Via Crucis. Ogni stazione ci dà due lezioni: Amare Dio, amare il prossimo. Amare Dio senza misura, amare il prossimo come Gesù amò noi.
[6:41] Preghiera: “Quest’offerta della Messa, te ne preghiamo Signore, cancelli i nostri peccati e santifichi i corpi e le anime dei tuoi servi, per Gesù Cristo nostro Signore. Così sia.
[6:58 musica 7:17]

09. Domenica tra l’Ottava di Natale

Disco 5/A
AR-105.73
ciclo natalizio
DOMENICA TRA L’OTTAVA DEL NATALE
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 8’ 02”



[musica 0:22] Domenica tra l’Ottava del Natale [0:25 musica]
[0:42 musica sottofondo] Introito della Messa: Mentre un profondo silenzio avvolgeva ogni cosa e la notte era alla metà del suo corso, il tuo Verbo onnipotente, o Signore, discese dal Cielo dal suo trono regale.
[1:02 musica]
[1:08] I doni del Natale. Esso è un mirabile commercio, uno scambio tra la divinità e l’umanità. L’uomo offre al Figlio di Dio la natura umana, il Verbo di Dio la riceve e l’assume in unione personale.
Inoltre Gesù partecipa la sua natura divina all’uomo e rende l’uomo figlio di Dio, secondo il Vangelo. Così diede all’uomo il potere di diventare figlio di Dio. Il cristiano avrà quindi due vite: la vita naturale nella sua nascita, e la vita soprannaturale nella Grazia nel Battesimo.
[2:05] Il Natale ci rende Dio visibile; infatti dice Gesù: “Chi vede me vede il Padre”.
Cristo ha parlato a noi, ci ha lasciato i suoi esempi; Gesù Cristo come uomo è passibile per espiare i nostri peccati, e con le sue sofferenze e con la sua santità ci ha riaperto il Cielo.
[2:34] Dice l’Epistola: Fratelli, per tutto il tempo che l’erede è fanciullo, in nulla differisce dal servo, sebbene sia padrone di tutto; e rimane sotto tutori e i procuratori fino al tempo prestabilito dal padre. Così anche noi, quando eravamo giovani, dovevamo ubbidire a prescrizioni puramente materiali. Ma giunta la pienezza dei tempi, Dio mandò il suo Figliuolo, nato di donna, sottomesso alla legge, per redimere quelli che erano sotto la legge e per donarci l’adozione dei figli. Come tali Dio infuse nei vostri cuori lo Spirito del suo Figlio che invoca: “Padre!” Ora non sei più servo, ma figlio; e se figlio anche erede, per grazia di Dio”.
[3:38] Perciò in Gesù Cristo l’uomo può diventare figlio di Dio: con la fede, col battesimo, con la vita cristiana. Questo Bambino dal presepio offre a tutti la salvezza.
[3:52 musica]
[3:54-5:12 –Lc 2,33-40] In quel tempo Giuseppe e Maria, madre di Gesù, restavano meravigliati delle cose che si dicevano di lui. E Simeone li benedisse, dicendo però a Maria sua madre: «Ecco, Egli è posto a rovina e a risurrezione di molti in Israele e bersaglio di contraddizione; e anche a te una spada trapasserà l’anima, affinchè restino svelati i pensieri di molti cuori». C’era inoltre una profetessa, Anna, figliola di Fanuel, della tribù di Aser, molto avanzata in età, vissuta con suo marito sette anni., Rimasta vedova fino agli ottantaquattro anni, non usciva dal tempio servendo Dio notte e giorno, con preghiere e digiuni. Questa dunque sopraggiunse in quell’ora stessa E dava gloria al signore parlando di lui a quanti aspettavano la redenzione d’Israele. E soddisfatto che ebbero tutto, secondo la legge del Signore, se ne tornarono in Galilea, alla loro città di Nazaret. E il fanciullo cresceva e s’irrobustiva, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era in lui.
[5:13 musica]
[5:34] Uomini che rifiutano Gesù Cristo per ignoranza; e questo fu anche per Saulo: prima persecutore feroce dei cristiani; poi per il richiamo e la luce di Gesù Cristo divenne il più ardente apostolo della Chiesa.
Altri rifiutano Gesù Cristo per orgoglio, altri per sensualità, altri per viltà. La storia della Chiesa è tanto macchiata di sangue, e continua ed anche più ostinata. Pio IX diceva che la Chiesa ha anche un suo proprio carattere: perseguitata.
[6:19] All’opposto, migliaia di martiri, di apostoli, di vergini, di missionari, di innumerevoli cristiani e fedeli pieni di fede, di speranza, di carità; splendidi esempi delle virtù cristiane in ogni tempo, in ogni nazione, in ogni classe sociale. La storia degli amatori di Gesù Cristo non è finita: la serie dei santi continua e si accresce. Oggi schierarsi tra i fedeli di Gesù Cristo con la fede e con la vita.
[6:56 musica]
[7:10 musica sottofondo] Preghiera: Tu, o Bambino Celeste, tu sei il più bello e più santo tra i figli degli uomini; la grazia è cosparsa sulle tue labbra. Attira tutti gli uomini con l’amore e la luce divina, e col tuo calore risveglia gl’indifferenti.
Signore, te ne preghiamo, per il sacrificio che presentiamo alla tua maestà, concedici la grazia di una vita buona che ci assicuri il premio della beata eternità.
Signore, per la virtù di questo sacramento, vengano estirpati i nostri vizi e realizzati i nostri santi desideri.
[8:02 musica 8:04]


37. Festa della SS. Trinità (I domenica dopo Pentecoste)

Disco 19/A
AR-119.101
ciclo pentecostale
FESTA DELLA SS. TRINITÀ
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 6’ 29”



[musica 0:10] Domenica della Santissima Trinità [0:12 musica]
[0:27] Nell’Avvento la Chiesa ci ha fatto specialmente pregare il Padre Creatore; quindi ci ha fatto considerare la vita del Figlio di Dio Incarnato; in questo periodo pentecostale lo Spirito Santo. Oggi, invece, c’invita ad adorare, ringraziare, propiziare, supplicare assieme le tre divine Persone: la Santissima Trinità.
[1:01] Introito: Sia benedetta la Santissima Trinità e la sua indivisibile Unità; la loderemo per la sua misericordia usata verso di noi.
[1:18] Preghiera: O Dio, onnipotente ed eterno, che per mezzo della vera fede hai concesso ai tuoi figli di conoscere la gloria dell’eterna tua Trinità e di adorare la grandezza della tua Unità, fa’ che questa fede fermissima ci faccia forti in tutte le avversità della vita.
[1:45] Il primo e più grande mistero della nostra fede è: l’Unità e Trinità di Dio. Gesù Cristo lo ha rivelato; e la Chiesa, nel suo infallibile magistero, ce lo propone a credere. È l’omaggio della mente che Dio ci chiede. A chi lo crede un giorno sarà svelato in Paradiso. “Videbimus sicuti est”: lo vedremo com’è: un Dio solo in tre persone realmente distinte. La Chiesa ci fa oggi ricordare le parole di San Paolo nell’Epistola: “Quale profondità di ricchezze nella sapienza e nella scienza di Dio! Quanto sono incomprensibili i suoi giudizi e imperscrutabili le sue vie! Chi può conoscere il pensiero del Signore? E chi gli è stato consigliere? Non è debitore a nessuno, perché da nessuno ha ricevuto. Da Lui e per Lui ed in Lui son tutte le cose. A Lui gloria nei secoli. Così sia”.
[3:17] Gesù Cristo prima di salire al Cielo, sul monte di Galilea da lui indicato agli Apostoli disse:
[3:25 musica]
[3:28-4:02 – Mt 28,18-20] In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “È dato a me ogni potere, in cielo e in terra. Andate dunque e istruite tutte le genti, battezzando nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, e insegnando loro a osservare tutto quello che io vi ho comandato. Ed ecco, che io sarò con voi tutti i giorni sino alla consumazione dei tempi”.
[4:03 musica]
[4:04] Dio principio e fine di tutto. Egli si è definito: “Io sono quel che sono”, cioè l’Essere infinito, potente, semplicissimo, onnisciente, giusto, santissimo, immenso, provvido, increato.
[4:25] Trinità di Dio significa che in Dio vi sono tre persone: Padre, figliuolo, Spirito Santo. Sono perfettamente uguali ed egualmente perfette; e che assieme fanno in comune le opere fuori di loro - che si dicono ad extra -. Tuttavia comunemente attribuiamo al Padre le opere di potenza, al Figlio le opere di sapienza, allo Spirito Santo le opere di amore.
[5:01] Col segno della croce professiamo assieme i due principali misteri della religione. Con le parole: l’Unità e trinità di Dio; col segno della croce esprimiamo l’Incarnazione, Passione, Morte e Resurrezione di Gesù Cristo.
[5:23] I nostri doveri verso la Santissima Trinità sono: Adorazione a Dio: “L’anima mia loda il Signore”. Amore: “Figlio, dammi il tuo cuore”. Imitazione: “Siate perfetti come il Padre vostro che è nei Cieli. Carità tra i figli di Dio: Che siano una cosa sola fra loro”.
[5:51] Preghiamo: o Signore Dio nostro, concedici che la fede nella indivisibile unità della tua eterna e santa Trinità ci assicuri la salute dell’anima e del corpo. Così sia.
[6:09 musica 6:29]

19. Domenica di Settuagesima

Disco 10/A
AR-110.83
ciclo pasquale
DOMENICA DI SETTUAGESIMA
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 49”



[musica 0:13] Domenica di Settuagesima [0:16 musica]
[0:28] Tre cicli si distinguono nell’Anno Liturgico: Natalizio, Pasquale, Pentecoste o santificazione.
[0:38] Ciclo Pasquale: Si inizia oggi con la Settuagesima e va sino alla Pentecoste. Il centro è il giorno della Resurrezione di Gesù Cristo.
Alla Pasqua la Chiesa ci prepara con tre tempi: Settuagesima, Quaresima, Passione.
[1:02] Questo è tempo di riflessione. La vita nostra è preambolo e preparazione all’eternità. L’uomo, secondo il Divino Maestro, ha innanzi a sé due vie: “Entrate per la via stretta, perché larga è la porta e spaziosa è la via che conduce alla perdizione, e molti son quelli che entrano per essa”. Quanto stretta è la porta ed angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la provano!” Altrove dice: “Il regno di Dio richiede sforzo”. Esso è un premio a chi guadagna la partita, è una mercede a chi ben ha lavorato.
[1:56] San Paolo rappresenta la vita terrena alle corse dello stadio. Si legge nell’Epistola: “Miei cari fratelli, sapete bene come in ogni gara vi sono molti concorrenti, ma uno solo vince il premio. Gli atleti s’impongono un severo regime di vita, e ciò per la vittoria di un giorno; noi invece lo facciamo per la vittoria definitiva ed eterna. Ebbene è in questa maniera ch’io gareggio. Picchio, ma non picchio nel vuoto. Mortifico il mio corpo e lo mantengo in forma, affinché non mi capiti che, dopo aver dato il via agli altri, io stesso finisca per essere squalificato”.
[2:54] E nessuno si perda d’animo! Dopo l’Epistola si leggono queste espressioni: “Il Signore è l’aiuto nel tempo opportuno, nelle tribolazioni. Sperino nel Signore quelli che lo conoscono, perché tu, o Signore, non abbandoni chi ti cerca con la preghiera. Presso di te vi è misericordia”.
[3:18 musica]
[3:19] Secondo il Vangelo il Signore chiama tutti a lavorare nella vigna che è la Chiesa, e ad ogni ora; a ciascuno promette la mercede. Sentiamolo...
[3:32 musica]
[3:43-5:44 – Mt 20,1-16] È simile il regno dei cieli ad un padrone che allo spuntar del giorno uscì a prendere ad opera dei lavoratori per la sua vigna. E pattuito coi lavoratori un denaro al giorno, li mandò alla sua vigna. Ed uscito verso l’ora terza, vide altri stare sulla piazza sfaccendati, e disse loro: “Andate anche voi nella mia vigna e vi darò quel che sarà giùsto”. E quelli andarono. Di nuovo uscì verso la sesta e la nona e fece lo stesso. Uscito poi verso l’undicesima trova altri sfaccendati e dice loro: “Perché ve ne state tutto il giorno qui senza far nulla?” Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli a loro: “Andate anche voi nella mia vigna”. Venuta poi la sera, il padrone della vigna dice al suo fattore: “Chiama i lavoratori e paga loro la mercede cominciando dagli ultimi fino ai primi”. Essendo dunque venuti quelli dell’undecima ora ebbero un danaro per uno. Venuti poi anche i primi pensavano di ricevere di più: ma ebbero anch’essi un danaro per uno. E presolo mormorarono contro il padrone dicendo: “Questi ultimi han fatto un’ora sola e li hai trattati come noi, che abbiamo portato il peso della giornata e il caldo”. Ma egli rispondendo ad uno di loro disse: “Amico, io non ti fo torto: non hai pattuito con me per un danaro? Piglia il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. E non posso far del mio quel che voglio? È forse maligno il tuo occhio perchè io son buono?”. Così gli ultimi saranno i primi e i primi ultimi. E molti sono i chiamati ma pochi gli eletti».
[5:45 musica]
[5:59] Ecco la spiegazione di San Girolamo: “Il regno dei cieli è simile a un padre di famiglia che prende degli operai per coltivare la sua vigna. Ora, chi più opportunamente può essere rappresentato nel padre di famiglia che il nostro Creatore, il Quale regge con la sua provvidenza ciò che ha creato e che governa i suoi eletti in questo mondo così, come il padrone ha i servi in casa sua?” Qui si parla del regno di Dio, cioè della Chiesa in senso spirituale; comprende tutti quelli che, sperando in Gesù Cristo Salvatore, sono avviati verso il cielo. Operare dunque per l’eternità.
[6:54 musica]
[7:09] Preghiera: Signore, fa risplendere la tua faccia sopra di me tuo servo, e salvami nella tua misericordia. Signore, fortificami nei propositi, volgendo lo sguardo al Cielo. Così sia.
[7:28 musica 7:49]


Trascrizione del file: 0000-00-00_Festa di tutti i Santi.mp3
durata 14.59

Don Giacomo Alberione - ai Discepoli
[per la datazione: forse 2 novembre 1963: v. "San Paolo", ottobre-novembre 1963]

Festa di tutti i Santi - Pregare per chi abusa dei mezzi di comunicazione



Pensiamo di farci santi anche noi? Là ci aspettano i santi del Paradiso, come ci aspetta il Padre Celeste, il Figlio Suo incarnato, lo Spirito Santo, la Vergine Benedetta.
Loro ci sono di esempio, cioè usare la vita presente per la vita futura, le giornate che passiamo per il gaudio eterno in cielo.
E poi pregare questi santi, tutti i santi, affinché tutti insieme, pregando per noi, otteniamo più facilmente questa grazia della santità.
Ora, da ieri, festa di tutti i santi, e per tutto il mese di novembre applico la Messa per la santificazione di tutta la famiglia paolina e di tutte le case, e per la santificazione di ogni membro delle case. Quindi potete offrire in tutto il mese le vostre intenzioni, specialmente quelle della propria santificazione. E raccolgo nel mio pensiero tutti i vostri desideri per tutto il mese della Messa che applicherò, se a Dio piacerà, per questo scopo della santificazione. Perché, che cos’è la vita se non questo: lavorare per la santità e per il Paradiso, per la felicità eterna?
La santificazione: primo: che non si commettono peccati. Difetti ne abbiano, ma non siano volontari. E secondo: progredire nella virtù: con la confessione togliamo il male e con la Comunione riceviamo Gesù Cristo che è Dio Uomo, Dio sommo bene, eterna felicità. E poi tutto il lavoro per operare, compiere il nostro dovere giorno per giorno, in osservanza del volere di Dio, e letizia, e letizia. Nessuno sulla terra può essere più contento di chi lavora solo per il Paradiso, lavora con questo scopo, e che quindi non si perde mai. Possono seminare e poi non raccogliere, possono preparare le viti della vigna e poi non raccogliere; ma quel che facciamo di bene non va perduto niente niente, anche solo un pensiero buono, un sospiro, un sospiro: “Eh, se questi uomini si salvassero tutti! questi, secondo la statistica ultima, tre miliardi e 61 milioni!”.
Secondo pensiero: le anime purganti. Poiché al di là le anime che si presentano del tutto purificate e ricche di meriti possono entrare immediatamente nel gaudio eterno; ma se vi sono ancora dei debiti con Dio, ancora difetti, attaccamenti che non dovrebbero esserci, allora le anime vanno prima a prepararsi ancora in Purgatorio, in attesa, purificandosi, perché in Paradiso bisogna che la veste sia candida, la veste nuziale senza macchie e senza strappi, solo bianca, candida. Ecco.
Pensare quindi alle anime del Purgatorio, per le persone che ci sono state più care sulla terra. Quanti ieri sono andati a visitare i cimiteri, un po’ in tutte le città, in tutti i paesi! Sì, le anime che ci sono state più care.
Poi, in modo particolare ricordare, comprendere adesso le anime dei fratelli e delle sorelle della Famiglia paolina già passati all’eternità, se hanno ancora bisogno.
Credo il Purgatorio e credo al valore dei suffragi, specialmente la Santa Messa tra i suffragi. Quindi [siate] contenti di sentire più Messe oggi.
Poi specialmente ricordare questi, dopo: quelli che sono stati più devoti di Gesù Maestro, della Regina Apostolorum e di San Paolo Apostolo; poi quelli che sono in Purgatorio, se sono coloro che si trovano in Purgatorio per l’occasione o la causa di stampa, di cinema, di radio, di televisione, di dischi. Io sempre mi rivolgo a questi, alla stampa e a quelli che scrivono e a quelli che mettono insieme i soldi per le grandi tipografie e quelli che poi lavorano nella tipografia e per quelli che diffondono e per quelli che leggono. Se tutto quel che viene è buono, come quando date la Bibbia, o anche cose che sono di istruzione, umana, buona; ma se è cattivo quello che viene portato e letto, diffuso e scritto e stampato ecc.? Quanti milioni e milioni! se sono 300.000 i periodici, giornali, pensate quel che avviene nella notte, che in gran parte certi giornali vengono stampati di notte; poi vi sono gli altri che si stampano di giorno.
Secondo: per quelli che si... voglio dire: mettono insieme il denaro per le iniziative del cinema, quindi fanno allora società; secondo: i produttori, sia chi scrive, sia chi è regista, operaio, ecc., sia chi diffonde e gli spettatori. Ogni sera, ogni giorno, quanti milioni davanti allo schermo! E se nello schermo vedono cose buone, buone; e se vedono cose cattive, cattive. E possiamo temere anche qui che possano esserci anime che sono ancora in attesa dell’ingresso in cielo.
Poi ugualmente bisogna dire della radio, la quale non c’è solo la mattina o la sera, e fino a mezzanotte, fino all’una, entra in tutte le case, ecc. E quando le trasmissioni son buone, son buone; e quando son cattive, son cattive; e ciò che si sente buono, è buono; e ciò che si sente cattivo, è cattivo. E allora purtroppo per la debolezza umana si va a trovare quel che è cattivo: soddisfa le passioni.
Lo stesso poi della televisione: ancora di più. E gli spettacoli teatrali e i dischi che mettono. Vedete quanti milioni di gente ogni giorno! Allora, Signore, abbiate misericordia di tutti! Prima: che si convertano e prima di morire detestino le loro mancanze; e secondo: se sono in Purgatorio che vengano liberati. Noi dobbiamo specialmente pregare per questi, essendo i nostri apostolati rivolti proprio a questo della stampa, cinema, radio, televisione, dischi ecc., i mezzi tecnici in sostanza, ecco.
Al Concilio si è detto anche di coloro che rappresentano Maria e il Signore in una maniera indecorosa, con questa arte moderna.
Oh, pregare per quelli che, quindi, hanno bisogno e perché si sono abusati dei mezzi tecnici che il Signore ci ha dato: usare contro le anime, come quando noi usiamo la lingua contro noi stessi, quando la usiamo male: è contro noi stessi; invece la lingua ce l’ha data il Signore per i fini retti. L’abuso dei doni di Dio. L’uso dei doni di Dio. Ecco
Ecco perciò che in particolare abbiamo da ricordare specialmente quelli che con questi mezzi tecnici guastano la gioventù. Ah questo è strappare le anime da Dio! dal cuore di Dio! Il male se viene fatto alle anime, è meglio che si leghi una pietra al collo, si butti in mare, dice Gesù nel Vangelo, piuttosto che scandalizzare. Ma quelli che sono scandalizzati e gli scandalizzatori, Signore pietà di tutti!
Sia lodato Gesù Cristo.

20. Domenica di Sessagesima

Disco 10/B
AR-110.84
ciclo pasquale
DOMENICA DI SESSAGESIMA
VANGELI FESTIVI COMMENTATI
a cura di D. Giacomo Alberione.
Durata: 7’ 57”



[musica 0:18] Domenica di Sessagesima [0:20 musica]
[0:34] Oggi Vangelo, Epistola, Orazione si riferiscono a San Paolo “predicatore della verità nel mondo intero”. Viene anche chiamata “domenica paolina”.
[0:52] “La semente è la parola di Dio”. “Siamo stati rigenerati con un seme incorruttibile, cioè la parola di Dio, che vive e rimane eternamente”, dice S. Pietro. Ma il frutto dipende dalle disposizione degli uditori.
[1:13] Preghiera: O Dio, che vedi come noi non confidiamo nelle nostre azioni concedici, propizio, d’essere difesi contro ogni avversità dalla protezione di San Paolo, il Dottore delle genti.
[1:33] Nell’Epistola San Paolo mostra quanto fruttò in lui la parola di Dio, e quanto egli fece per predicarla a voce e per lettera; ed inoltre prende la difesa del puro suo Vangelo contro chi lo adulterava: “Essi dicono di essere ministri del Cristo! È assurdo da parte mia il vantarmene, ma vi posso dire che io la sono più di loro.
[2:07] Ben di più per il lavoro svolto; ben di più per la prigionia sofferta; infinitamente dippiù per le battiture. Spesse volte ho sfiorato la morte; cinque volte ho ricevuto dai giudei le trentanove frustate permesse dalla legge; tre volte sono stato picchiato con i bastoni, una volta lasciato per morto a colpi di pietra; tre volte ho fatto naufragio; ho persino trascorso un giorno ed un notte dibattendomi tra le onde.
[2:50] Viaggi senza numero tra i pericoli dei fiumi, tra i pericoli dei briganti, tra i pericoli dei miei compatrioti, tra i pericoli dei pagani; pericoli nelle città, nei deserti, nel mare; pericoli dai falsi fratelli! Lavoro, fatiche, notti bianche, fame e sete, senza aver nulla da mangiare; freddo, senza aver nulla da vestirmi! Senza parlare del resto; le preoccupazioni di ogni giorno, la responsabilità di tutta le comunità!
[3:33] C’è una sola persona che prova sgomento, senza che io lo provi con lui? c’è una sola persona che cade (in peccato), senza che io mi senta ardere di zelo? Se mi vanto, mi vanto della mia debolezza. A Damasco il governatore aveva fatto bloccare la città per arrestarmi, ma da una finestra fui calato dalle mura in un cesto, e così potei sfuggirgli.
[4:08] Non serve nulla il vantare i propri meriti; tuttavia è meglio che accenni anche alle visioni ed alle rivelazioni del Signore. Conosco un uomo, e quello sono io, che, or sono quattordici anni, è stato trasportato al terzo cielo – non so se nel corpo o nello spirito, Dio solo lo sa.”
[4:42] Il Vangelo ci mostra il seminatore, le varie qualità del terreno e il risultato. Sentiamolo...
[4:50 musica]
[5:00-6:52 – Lc 8,4-15 ] Andò il seminatore a seminare la sua semenza. E nel seminarla, parte cadde lungo la strada e fu calpestata e la beccarono gli uccelli dell’aria. Parte cadde sul sasso, e appena nata si seccò non avendo umore. Parte cadde tra le spine e queste cresciute insieme la soffocarono. Parte poi cadde in buon terreno e cresciuta diede il centuplo». Ciò detto esclamo: «Chi ha orecchi da intendere, intenda!». E i suoi discepoli gli chiesero che volesse mai dire questa parabola. Ed Egli rispose loro: «A voi è concesso di intendere il mistero del regno di Dio. Ma a tutti gli altri parlo in parabole, affinchè guardando non vedano ed ascoltando non intendano. Ecco il significato della parabola: la semenza è la parola di Dio. Quelli lungo la strada sono coloro che ascoltano, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dal loro cuore affinché non credano e si salvino. E quelli sul sasso sono coloro i quali udita la parola l’accolgono con gioia, ma non hanno radici, e credono quindi per un certo tempo e poi al tempo della tentazione si tirano indietro. Il seme caduto fra le spine: sono coloro che hanno ascoltato, ma coll’andare avanti restano soffocati da cure, da ricchezze, dai piaceri, e non arrivano a maturare. Il seme poi caduto in buon terreno sono coloro che ritengono la parola ascoltata in cuore buono e perfetto e perseverando portano frutto».
[6:52 musica]
[7:07] Dunque: tre specie di terreno difettoso che non danno frutto; invece terreno buono che porta tre qualità di frutti secondo il grado di bontà del terreno.
[7:26] Preghiera: Gesù Maestro, manda nel mondo intiero seminatori simili a Paolo; e disponi i cuori di tutti nell’umiltà e docilità, perché riportiamo frutti in pazienza. Così sia.
[7:43 musica 7:57]