Meditazione del Primo Maestro
24 agosto 1960
Portare la parola di Dio alle anime
Abbiamo meditato, nel ritiro mensile, quella frase del Divino Maestro, Gesù: «Sono venuto dal Padre, sono in questo mondo, ritorno al Padre». E cioè, noi siamo usciti dalle mani creatrici di Dio Padre. Siamo venuti e stiamo ancora in questo mondo, per compiere quel che il Padre ci ha mandati a fare, secondo la nostra vocazione. E poi ritorneremo al Padre, a ricevere il premio, secondo che avremo compiuto quello che ci ha mandato a fare sulla terra il Padre celeste.
E che cosa vi ha mandato a fare?
Tutte alla santità, tutte all’apostolato, ecco. Tutte secondo il primo articolo delle Costituzioni: la gloria di Dio, la santificazione nostra mediante la consecrazione ai santi voti e alla vita comune; e – secondo – per l’apostolato, che è portar la parola di Dio: ecco tutto.
Questo è il vostro grande affare sulla terra: portare la Parola di Dio alle anime, andando a cercarle, come faceva Gesù nei suoi tre anni di vita pubblica. Si legge nel Vangelo almeno una trentina di volte che si spostava, andava di città in città, di borgo in borgo, [di] famiglia [in] famiglia, a portare la parola sua, «la parola che mi hai dato», – diceva egli, Gesù, al Padre celeste – «quello che mi hai mandato a portare alle anime». Quindi questo comprende tutto e comprende questa parola portata alle anime nel vostro modo, cioè: stampa, cinema, radio, televisione e poi tutti quei mezzi tecnici audiovisivi che il progresso può presentare e fornire per la diffusione del santo Vangelo.
Questa è la gran cosa! Tutti gli altri servizi, tutto quel che si fa nell’Istituto, ha quel fine: portare la Parola di Dio, quanto al secondo scopo, al secondo numero delle Costituzioni, secondo articolo.
Il primo poi è il complesso delle cose di pietà e l’osservanza degli orari e il compimento di ciascheduno ufficio, come è affidato dall’obbedienza, e l’andare in un posto, andare in un altro, fare questo o quello, tutto.
La Congregazione è per quello: il secondo articolo!
Il primo è di tutti gli Istituti, Ordini religiosi, Congregazioni religiose, Istituti secolari; il primo articolo è uguale a tutti, a tutti i religiosi.
E, invece, il secondo è il fine particolare.
«Veni in mundum», ognuna deve dire a sè:
«veni in mundum» «e sono qui, il Padre celeste m’ha mandato», come egli, il Figlio di Dio, si era presentato al Padre: «Se vuoi manda me» per la redenzione degli uomini.
A ognuna di voi stan bene nel cuore questi sentimenti: «Se vuoi e hai voluto e mi hai mandato, adesso vado».
Per onorare il viaggio di San Paolo a Roma, la sua venuta in questo anno, precisamente quello: come San Paolo ha portato la Parola di Dio, camminando attraverso al mondo romano, al modo greco, al mondo ebraico, in sostanza al mondo come era allora.
Sentire la missione! Sentire la missione! Qualche anima è un po’ più avanti, può sentirla meglio: può sentire che essa deve operare come Maria. Una volta che nel suo seno
«fiat mihi secundum verbum tuum... et verbum caro factum est», ella portò il Figlio di Dio: la prima camminatrice per il Vangelo: Maria
«abiit in montana cum festinatione... et intravit in domum Zachariae et salutavit Elisabeth» e portò la prima grazia all’umanità. San Giovanni Battista fu santificato e – Maria entrando in quella casa – lo Spirito Santo investì santa Elisabetta e la grazia di Dio straordinaria poi fu anche sopra Zaccaria e come il Battista fu santificato.
Chi è più avanti, sente di portare portare Gesù; [sente] che è come un Tabernacolo vivente, quando va di luogo in luogo, quando va nelle librerie o nelle agenzie o nelle conferenze varie; sente che ciò che importa è di più l’interno, la grazia che possiede e che si comunica alle anime in misura che si ha Gesù, che si vive di Gesù: qualche cosa di ineffabile, qualche cosa che si trasfonde da anima a anima, alle volte senza dire una parola, appena apparendo. Maria non aveva detto nessuna parola e intanto la grazia di Gesù Cristo era passata dal seno di Maria al seno di Elisabetta, il Battista santificato, essa ripiena di Spirito Santo.
Primo: portare Gesù. Andare quindi con innocenza di mano e mondezza di cuore. Conservare Gesù, questo Gesù che si riceve al mattino, questo Gesù la cui grazia si infonde in ogni anima, e nel Sacramento della Confessione, nella Messa, nelle Visite ecc.
Portare, poi, la Parola, perché Maria portò anche la Parola: quindi la Parola che è scritta, che è stampata, la Parola che è filmata, la Parola che è “indiscata” – ora potremmo anche dire –, sì, perché quello è il modo di portarla. Eh, il modo è variato, la missione è uguale; e san Paolo camminava a piedi e voi andate con l’automobile – il modo è cambiato –; e San Paolo andava specialmente esponendo con la sua parola vivace e voi con il mezzo tecnico, quel che si sa.
Del resto imitate anche qui Febe, la portatrice della Prima lettera, cioè della lettera che San Paolo ha scritto ai Romani. Imitatrici: portare quest’anno la Bibbia nelle famiglie: ecco il pensiero e quello che deve essere il frutto della presente considerazione.
Mandate per questo, chiamate per questo, impegnate con la professione per questo. Tutto il resto è di aiuto e di preparazione; e come vi è la cucina, così vi sono tutte le altre cose che preparano: il fine è di arrivare a toccar l’anima, a toccare l’anima.
Oh, quindi quest’anno, l’anno biblico, fate bene a recitare molto spesso la coroncina a San Paolo, a visitare la Basilica di San Paolo e anche i luoghi dove si crede che San Paolo abbia sostenuto le sue due prigionie – eh, un po’ di incertezza storicamente c’è per il posto –. Ma in ogni modo il pensiero è sempre quello di onorare San Paolo.
Parlando dell’anno biblico, bisogna assecondare il Papa. Il Papa Giovanni vigesimo terzo ha detto: «Fra tutte le preoccupazioni e le cure che mi son proposto all’inizio del pontificato, la principale è questa: di favorire tutto quello che serve ad esaltare e diffondere il Libro Sacro». Ecco. Allora con il Papa, proprio con questo Papa che sembra che segni la vostra missione, quello che Dio aspetta da voi. È proprio ora il momento.
Ma, volevo dire due cose a questo riguardo.
La prima. Il Libro Sacro. Vedete, nel Millenovecento, quando già si pensava a qualche cosa che si doveva fare nel secolo nuovo, allora due cose:
– Rendere la Comunione quotidiana, per quanto è possibile. La Comunione quotidiana, in principio, quando eravamo ragazzi noi, si faceva raramente ancora, la Comunione. E in qualche monastero avevan persin perso la chiave del Tabernacolo, un giorno, quando era arrivato un prete. Oh! E la Comunione è diventata, si può dire, quotidiana.
– Ma nello stesso tempo, la Bibbia, cioè la parola di Dio. Perché il Giansenismo aveva allontanato i cristiani con due astuzie diaboliche: «Non siete degni di frequentare la Comunione, di riceve la Comunione: quindi rarissimamente. E il Libro Sacro non si deve toccare, perché è sacro; specialmente la donna, non deve toccarlo. Non si deve leggere la Bibbia, il Vangelo». Ora, questo pensiero, questo errore Giansenista vediamo che in gran parte si sta allontanando, ma non è ancora tutto allontanato certamente.
Allora, adesso, la diffusione del Libro Sacro. Proporsi che entri in ogni famiglia, possibilmente tutta la Bibbia, almeno il Vangelo. E quanto avete già fatto! Che merito e quale benemerenza a tutte quelle che hanno atteso alle Settimane bibliche, alle Settimane del Vangelo, e specialmente a quelle che con fatica l’hanno portato di casa in casa! Sì.
Ora, per questo, due cose, ho detto.
La prima è di leggerlo e meditarlo noi il Vangelo, leggere e meditare la Sacra Scrittura. Quest’anno lettura principale [sia] questa.
Perché possiamo aver la grazia di darlo agli altri, bisogna che ce ne nutriamo noi. E quando saremo pieni dei pensieri e degli esempi che ci sono nelle Scritture, nel Vangelo specialmente, e di quello che è la grazia che è promessa nelle santissime Parole di Dio, nelle santissime Parole – in modo particolare – di Gesù Cristo, il santo Vangelo, avremo la grazia. Quando avremo il cuore pieno, sapremo dare, perché noi diamo sempre quel che abbiam dentro. E uno che ha la testa vuota, dice delle parole vuote; e uno che ha la testa e il cuore pieni di Dio dice delle parole che sono di Dio,
“quasi sermones Dei”: parla le parole di Dio, perché ha il cuore pieno. E che cosa uno mette fuori se non quello che tiene nell’animo?
Quindi lettura del Vangelo, della Scrittura: fatevi un po’ una divisione, un po’ di programma, perché sia letto bene! A tavola quest’anno [si legga] specialmente tutto quel che comprende i libri storici, poiché i libri sapienziali, i libri profetici ecc. non son tanto adatti alla lettura a tavola; ma potete, poi, leggerli durante la Visita. Ma, in sostanza, quest’anno lettura principale, meditazione principale [sia] il Vangelo e la Scrittura in generale.
Il Cardinale Montini, nella Giornata che ha tenuto al Clero milanese per la lettura della Bibbia e la diffusione della Bibbia, porta quattro motivi.
Primo. Leggere e meditare la Bibbia per nutrire il vostro spirito, perché non c’è meditazione e lettura spirituale che valga, di nessun autore – eh, si possono mettere sotto il cassetto, sotto il tavolo, quest’anno – che il Libro di Dio, quello che ha fatto Iddio.
Poi, secondo. Perché è il Libro dell’umanità. E si acquista uno spirito di universalità, si acquista la cattolicità, si acquista il vero spirito paolino! E poi dice al Clero per dargli ragione: «Adesso studiate trattati e trattati, e fate letture di libri spirituali... Andate alla fonte!». Approfondire vuol dire andare alla tradizione e andare alla fonte: la Bibbia.
Inoltre noi dobbiamo aggiungere che – dice – questa è la maniera di fortificare lo spirito e di trovar la via giusta e di essere veramente cristiani, cioè discepoli di Gesù Cristo. Troppo spesso si vuole essere religiosi dimenticando che prima dobbiam essere cristiani e anche uomini, coi doveri umani. Praticamente [dimenticando] i doveri umani, non si può essere né cristiani né tanto meno religiosi.
Allora leggere per il nostro spirito, per il progresso vero, perché la vita sia meglio orientata, perché si capiscano tante cose, perché si interpreti bene la storia, gli avvenimenti ecc., quindi, leggere, meditare la Scrittura.
E secondo. Il programma per la diffusione. L’anno biblico, ecco, deve essere propriamente un anno in cui ci si impegna per la diffusione. Oh. I mezzi che sono indicati, già li conoscete. E poi forse torneremo su questo argomento e cioè: la diffusione casa per casa, le Settimane bibliche, le Settimane del Vangelo, poi la preghiera per la diffusione, quindi la parte che riguarda anche la tecnica, che riguarda le librerie, che riguarda le stesse agenzie del cinema. Poiché non sono distaccate le agenzie quanto a pensiero, quanto ad apostolato: hanno tutte, queste agenzie, ha tutto assieme l’apostolato del cinema, un collegamento; anzi, si forma un
quid unum con l’apostolato della stampa e della radio ecc.
Allora studiare i mezzi. Tra di voi so che già ci sono state conferenze e indirizzi. Ma tutto l’anno [sia] particolarmente ordinato a questo. Sì. E quindi il libro più portato e più diffuso [sia] la Bibbia, il Vangelo di nostro Signore.
Questo farlo conoscere bene alle suore che sono in altre nazioni: Francia, Spagna e America Latina e nell’Oriente, in Africa, nell’America Settentrionale, e quindi in tutti i Continenti.
Come avete pensato quando avete visto queste bandiere delle Olimpiadi? Ci sono cinque circoli che sono i cinque Continenti, cioè: vengono dai cinque Continenti per far mostra della loro abilità. E poi, in mezzo, c’è la fiaccola. La fiaccola è il Vangelo a tutti i Continenti! Cambiate un po’ il senso: il Vangelo a tutti i Continenti, eh, la vostra fiaccola! E sì, abbiamo voluto che fosse scritto sull’Altare della Regina:
“Ego sum lux mundi - Vos estis lux mundi”: voi siete la luce del mondo.
Grande missione! Voltarsi mai né a destra né a sinistra. Quando Gesù ha mandato i Discepoli a prevenire, a preparare il suo arrivo, «non fermatevi a chiacchierare!», ha detto, «camminate!», sì, «non perdete il tempo!»:
«et neminem per viam salutaveritis»: «non salutate nessuno per strada». Ma bisogna capire cosa voleva dire allora il saluto: voleva dire fermarsi un po’a chiacchierare. Eh, salutare cristianamente! ma anche Gesù salutava, ma nel modo cristiano e cioè: salutare con la parola Gesù Cristo, camminare, portare la parola di Dio, senza occuparvi di altre cose.
I vostri discorsi abituali: questi! Cosa possono essere i vostri discorsi abituali, se non il vostro lavoro, quello che interessa la santificazione e l’apostolato?
Sono due, le cose. Tutte le altre cose servono di aiuto quando sono veramente di aiuto. E alle volte sono di impedimento, quando in realtà sono veramente impedimento, sì.
Concentrare qui anche le preghiere, sì. La Coroncina che si dice spesso poi a San Paolo, da una parte per le vocazioni e la loro formazione, ma dall’altra, all’ultimo punto, la Coroncina ci incoraggia, ci orienta verso l’Apostolato, sì.
Allora, conchiudendo.
Sento che son venuto sulla terra per fare qualche cosa? che son mandato dal Padre per qualche cosa? e che me lo ha assegnato il Padre celeste, dandomi questa vocazione e facendomi entrare proprio in questa strada che è il suo volere? Sento? – ognuna deve domandarsi –. Se non si sente, non si è paolini.
Secondo. E sento che mi ha mandato a portare la sua Parola, la Parola che ha portato Gesù Cristo stesso al mondo, il messaggio della salvezza? Egli è venuto:
«ad hoc veni in mundum, ut testimonium perhibeam veritati», per portare la Parola della Verità. Siete chiamate per questo!
La chiesa vi ha approvate solamente a questa condizione, secondo questo fine, che ha visto nella Famiglia Paolina: un fine particolare, distinto da quello delle altre Istituzioni. Poco avete da guardar le altre famiglie! E se quelle hanno la missione che riguarda la carità, cioè hanno missioni caritative, voi avete la carità principale:
“Facientes Verbum Dei”, cioè la Parola,
“in caritate”, “facientes veritatem”: fare la verità, dare la verità per carità, sì, l’alimento delle anime, la luce che santifica e che illumina le anime. Si sente questo?
E terzo. Che cosa farò io per l’Anno biblico? di preghiera e di attività? Come contribuirò? Si può contribuire con la sofferenza, con la preghiera, con l’osservanza religiosa, con quella mortificazione che ci guida ogni momento, che è l’osservanza degli orari, degli uffici che abbiamo.
Proposito…